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SCRIVOLIBERO

Giornate FAI di primavera e Giardino Botanico del Libero Consorzio di Agrigento: il 19 marzo presentazione del progetto del giardino digitale.

Alla conferenza stampa di presentazione delle Giornate FAI di primavera, che si svolgerà il prossimo 19 marzo 2025 alle ore 11:00 nella sede del Comando provinciale di Agrigento dei Carabinieri (caserma Biagio Pistone), sarà presente anche la direzione del Giardino Botanico del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.
Nel corso della conferenza sarà presentato il giardino digitale, in collaborazione con l'Archeoclub di Agrigento e l'impresa BLUERMES, realizzatrice del progetto, che consentirà ai visitatori di conoscere le principali specie vegetali del giardino attraverso una mappa digitale reperibile sul sito www.giardinoefebo.it e di approfondire la conoscenza di diverse piante attraverso i qrcode.


SCRIVOLIBERO

Polo Universitario di Agrigento: in 3 anni +20% di immatricolati e +50% di iscritti. 

Sono sempre di più gli studenti siciliani che scelgono il Polo territoriale universitario di Agrigento per il proprio percorso accademico. È stato del 20% l'incremento delle immatricolazioni registrate ad Agrigento nell'ultimo triennio. Una tendenza positiva che arriva a toccare il 50% di crescita se si considerano anche le iscrizioni agli anni successivi al primo. Ogni anno sono più di 100 gli studenti che raggiungono il traguardo della laurea con un voto medio di 105 su 110. Da quest'anno, inoltre, due studentesse di nazionalità ucraina, che vivono ad Agrigento dall'inizio della guerra, hanno avuto la possibilità di iscriversi ottenendo due borse di studio.
I dati sono stati illustrati durante la conferenza stampa organizzata nei locali della sede di Villa Genuardi alla presenza del Rettore Massimo Midiri, del presidente del Polo di Agrigento Gianfranco Tuzzolino e del dirigente dell'area tecnica dell'Ateneo Antonio Sorce per illustrare gli obiettivi raggiunti e i prossimi progetti in fase di attivazione.
"Questi numeri - ha detto il rettore Midiri - dimostrano che le azioni intraprese da questa Governance stanno finalmente invertendo la rotta di un passato segnato dalla fuga di tantissimi giovani verso altre regioni del Nord Italia. Oggi presentiamo un'offerta formativa più ampia in grado di rispondere a nuovi bisogni e a esigenze che si legano fortemente alle peculiarità del territorio. Il riconoscimento di 'Agrigento Capitale della Cultura' spinge l'Università a ribadire il ruolo chiave al servizio della società, luogo di trasferimento di saperi e motore di innovazione".
Sono due i nuovi corsi di laurea avviati - uno in "Lingue e traduzione per i servizi culturali e del territorio" e l'altro in "Tecnologie e diagnostica per la conservazione e il restauro del patrimonio culturale" - che arricchiscono l'offerta formativa del Polo di Agrigento nell'ambito della valorizzazione e della promozione dei beni culturali e archeologici. Iniziate, da qualche settimana, le lezioni della nuova Scuola di specializzazione in Beni archeologici. Di particolare rilievo anche il Dottorato d'interesse nazionale in "Patrimoni archeologici, storici, architettonici e paesaggistici mediterranei" PASAP-MED, che vede il Polo di Agrigento al fianco di prestigiose università italiane e del CNR per la formazione di esperti di elevato profilo scientifico in grado di operare nella ricerca, nella tutela, nella valorizzazione del patrimonio culturale.
"Il Polo- ha detto il presidente Tuzzolino - sarà impegnato con i suoi docenti e i suoi ricercatori per Agrigento Capitale della Cultura anche attraverso un ricco calendario di eventi e attività culturali di rilievo che partirà ad aprile. Tra gli appuntamenti da segnalare la collaborazione con l'ADI Design Index 2025 che porterà in mostra ad Agrigento la selezione dei migliori progetti di design che concorreranno al prestigioso premio 'Compasso d'Oro'".
Non solo Beni culturali, al Polo di Agrigento grande riscontro ha il corso di laurea in Infermieristica. Avviato nell'anno accademico 2002/23, oggi registra il numero più alto di iscrizioni dopo Scienze della formazione e Scienze dell'educazione.
"Abbiamo avviato - ha sottolineato il Rettore - un'importante interlocuzione con l'Asp di Agrigento che metterà a disposizione ambienti idonei da adibire ad aule universitarie. In questo modo gli studenti potranno seguire le lezioni e svolgere i tirocini senza la difficoltà di doversi spostare da una parte all'altra della città".
Sarà inaugurata entro fine anno, invece, la sede di via Atenea.
"L'intervento di restauro dell'ex ospedale oggi di proprietà dell'Università - ha detto il dirigente di Unipa Antonio Sorce - è alle fasi conclusive. È stato realizzato il rifacimento del prospetto e delle coperture. Al suo interno è stata prevista la creazione di aule, servizi e uffici ed è stato ripensato anche il collegamento con gli spazi urbani della città. Il totale dell'investimento è di 6 milioni e 100 mila euro di cui 2 milioni e 600 mila euro finanziati da Unipa e 3 milioni 500 mila euro dal Programma 'Girgenti'".
Infine, tra i progetti di prossima realizzazione, l'apertura del Polo universitario penitenziario presso la Casa circondariale "Petrusa". Sarà il primo ad essere avviato in un polo decentrato e rappresenterà un ulteriore impegno dell'Ateneo nel segno di un'università sempre più inclusiva che vede nella crescita culturale lo strumento fondamentale del recupero sociale dei detenuti.



AGRIGENTONOTIZIE

Codice identificativo nazionale, l'allarme di Federalberghi: "Molte strutture ricettive non lo hanno ancora richiesto".

La sanzione varia da 800 a 8000 euro per immobili privi di Cin e da 500 euro a 5000 euro in caso di mancata esposizione in ogni annuncio ovunque pubblicato e comunicato
Francesco Picarella di Federalberghi
Federalberghi-Confcommercio lancia l'allarme per le troppe strutture ricettive del territorio che ancora risultano prive del Cin, il cosiddetto Codice identificativo nazionale. Sul caso è intervenuto Francesco Picarella. "Il ministero del Turismo - dice - segnala che un cospicuo numero di strutture non ha ancora richiesto il codice identificativo nazionale. Invitiamo tutte le strutture che ad oggi risultano inadempienti a regolarizzare la loro posizione affinché possano svolgere la propria attività senza incorrere in sanzioni che variano da 800 a 8000 euro in caso di strutture o immobili privi di Cin e da 500 a 5000 euro in caso di mancata esposizione del Cin in ogni annuncio ovunque pubblicato e comunicato.
È essenziale che tutti gli operatori del settore si adeguino a queste regole, contribuendo così a una maggiore trasparenza fiscale e alla tutela dei consumatori.


GRANDANGOLO

Sciolto il Consiglio Comunale di S. Margherita di Belice: nominato il commissario.

Il presidente della Regione ha nominato Leonardo Misuraca fino alla fine del mandato del sindaco Gaspare Viola
Il Presidente della Regione Renato Schifani, con proprio decreto e su proposta dell'Assessore regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica, ha sciolto il Consiglio comunale di Santa Margherita Belice e nominato Leonardo Misuraca Commissario straordinario fino alla fine del mandato del sindaco Gaspare Viola.
La sanzione fa seguito alla mancata approvazione da parte dell'aula della dichiarazione di dissesto finanziario che l'amministrazione aveva presentato, in considerazione di un disavanzo di 5,5 milioni e mezzo di euro che non è stato più ritenuto colmabile. Il consiglio comunale di Santa Margherita era stato eletto nel 2022.
Il commissario straordinario percepirà il compenso mensile in base al numero della popolazione oltre al trattamento di missione consistente nel rimborso delle spese a decorrere dall'insediamento nella carica.
L'opposizione non ha partecipato alla votazione sul punto che era all'ordine del giorno dell'ultima seduta prima dello scioglimento ritenendo che il sindaco Gaspare Viola avrebbe potuto adottare le misure necessarie a scongiurare il dissesto, mentre i consiglieri di maggioranza, nell'ultima seduta decisiva, hanno preferito astenersi.




LIVESICILIA

Amministrative, al voto 25-26 maggio: ballottaggi e referendum a giugno.

Via libera dal consiglio dei ministri. Ecco i comuni siciliani alle urne
ROMA - Via libera del Consiglio dei ministri, a quanto si apprende, al decreto elezioni che consentirà di votare in due giorni (domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15) già dalla prossima tornata di elezioni amministrative.
Inoltre è stata individuata la data per il primo turno delle elezioni comunali e si tratta del 25-26 maggio mentre l'election day con i referendum sarà nelle date dei ballottaggi, l'8 e 9 giugno.
Dove si voterà in Sicilia
La Sicilia sarà chiamata ad eleggere i primi cittadini in poche città, in particolare si tratta di: Castiglione di Sicilia, Raddusa e Tremestieri Etneo, tutti e tre in provincia di Catania.
In provincia di Palermo si andrà al voto solamente a Montemaggiore Belsito. Mentre in provincia di Siracusa si voterà solamente a Solarino.
Novità per gli studenti fuori sede
Una novità è arrivata per studenti e lavoratori fuori sede. Il governo ha inserito nella bozza del decreto una norma per permettere a chi abita lontano dalla propria città di residenza di votare per il referendum, mentre sono escluse le votazioni non per le elezioni comunali.
I referendum al voto
I referendum per i quali si voterà saranno: quattro promossi dalla Cgil sul lavoro (jobs act, indennità per licenziamento nelle pmi, contratti a termine, responsabilità del committente in caso di infortuni sul lavoro), e uno per dimezzare da dieci a cinque anni gli anni di residenza in Italia per la richiesta di ottenimento della cittadinanza.
https://livesicilia.it/amministrative-vota-25-26-maggio-ballottaggi-referendum-8-9-giugno/



LENTEPUBBLICA

Decurtazione sulla malattia dei dipendenti pubblici: in quali casi è prevista?

In quali casi si applica la riduzione del trattamento economico, vale a dire la decurtazione sulla malattia dei dipendenti pubblici? Scopriamone di più e vediamo gli ultimi aggiornamenti in materia.
La normativa riguardante le assenze per malattia dei dipendenti pubblici, inclusi coloro riconosciuti come invalidi o portatori di handicap ai sensi della Legge 104/92, ha subito aggiornamenti significativi nel corso degli anni. È fondamentale comprendere come queste disposizioni influenzino il trattamento economico durante i periodi di malattia, specialmente nei primi dieci giorni di assenza.
È fondamentale che i lavoratori interessati si informino sulle previsioni dei contratti collettivi applicabili al loro settore per comprendere appieno i propri diritti e le eventuali esenzioni dalla disciplina generale.
Scopriamone dunque di più sull'argomento in questo nostro focus sulla materia.
Quadro normativo di riferimento della decurtazione sulla malattia dei dipendenti pubblici
L'articolo 71 del Decreto Legge n. 112/2008, noto come "decreto Brunetta", entrato in vigore il 25 giugno 2008 e convertito con modificazioni dalla Legge n.133/2008, ha introdotto misure specifiche per le assenze per malattia nel settore pubblico.
In particolare, per i periodi di assenza per malattia, indipendentemente dalla loro durata, ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni individuate dall'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165/2001, nei primi dieci giorni di assenza viene corrisposto il trattamento economico fondamentale, escludendo ogni indennità o emolumento avente carattere fisso e continuativo, nonché ogni altro trattamento accessorio.
Successivamente, il comma 1-bis, introdotto in sede di conversione del decreto, ha previsto che tale disposizione non si applica al comparto sicurezza e difesa per le malattie conseguenti a lesioni riportate in attività operative ed addestrative.
Con il Decreto Legge n. 78/2009, convertito in legge n. 102/2009, è stato escluso dalla decurtazione anche il personale dei Vigili del Fuoco. In sostanza, la nuova normativa sostituisce il comma 1-bis dell'art. 71 e prevede che "a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto, limitatamente alle assenze per malattia di cui al comma 1 del personale del comparto sicurezza e difesa nonché del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, gli emolumenti di carattere continuativo correlati allo specifico status e alle peculiari condizioni di impiego di tale personale sono equiparati al trattamento economico fondamentale".
Dettagli sul trattamento economico fondamentale
La circolare del Dipartimento Funzione Pubblica n. 7/2008 specifica quali voci rientrano nel trattamento economico fondamentale. Si tratta del trattamento economico tabellare iniziale e di sviluppo economico, della tredicesima mensilità, della retribuzione individuale di anzianità, degli eventuali assegni "ad personam" per il personale del comparto ministeri e analoghe voci per il personale dipendente da altri comparti.
Inoltre, per il personale dell'area I si considerano lo stipendio tabellare, la retribuzione di posizione di parte fissa, la tredicesima mensilità, la retribuzione individuale di anzianità, eventuali assegni "ad personam" e analoghe voci per il personale dirigenziale appartenente ad altre aree.
Per la qualificazione delle voci retributive, la circolare n. 7/2008 rinvia alle definizioni fornite dai contratti collettivi per ciascun comparto o area di riferimento, in conformità all'art. 45 del d.lgs. n. 165 del 2001, che stabilisce: "Il trattamento economico fondamentale ed accessorio è definito dai contratti collettivi". È importante sottolineare che l'ultimo comma dell'art. 71 prevede che la disciplina che dispone la riduzione del trattamento economico nei primi 10 giorni di assenza per malattia non può essere derogata dai contratti collettivi.
Applicazione della decurtazione in caso di invalidità e/o handicap
La normativa non distingue tra le cause delle assenze per malattia né tra dipendenti disabili e non disabili. Pertanto, anche i lavoratori in possesso del riconoscimento di invalidità e/o di handicap ai sensi dell'art. 3 della legge 104/92 sono soggetti alla stessa penalizzazione.
Tuttavia, resta fermo il trattamento più favorevole eventualmente previsto dai contratti collettivi o dalle specifiche normative di settore per le assenze per malattia dovute a infortunio sul lavoro o a causa di servizio, oppure a ricovero ospedaliero o a day hospital, nonché per le assenze relative a patologie gravi che richiedano terapie salvavita.
Modalità di applicazione della decurtazione
La circolare n. 8/2008 del Dipartimento della Funzione Pubblica precisa che la decurtazione è "permanente", nel senso che la trattenuta opera per ogni episodio di assenza, anche di un solo giorno, e per tutti i dieci giorni, anche se l'assenza si protrae per più di dieci giorni.
Decorsi i dieci giorni, si applicherà il regime giuridico-economico previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) ed accordi di comparto per le assenze per malattia. La decurtazione opera in tutte le fasce retributive previste dai CCNL in caso di assenza per malattia. I CCNL già disciplinano una decurtazione retributiva di diversa entità a seconda dei periodi di assenza.
Queste decurtazioni non sono state soppresse dalla nuova disciplina e permangono, cosicché la trattenuta di cui al comma 1 dell'art. 71 opera per i primi dieci giorni sovrapponendosi al regime contrattuale relativo alla retribuzione in caso di malattia. È importante notare che la decurtazione si applica anche in caso di imputazione a malattia delle assenze per visite specialistiche, terapie e accertamenti diagnostici.
Congedo per cure per lavoratori invalidi
Il Decreto Legislativo 18 luglio 2011, n. 119, all'articolo 7, disciplina in questo contesto il congedo per cure destinato ai lavoratori mutilati e invalidi civili, offrendo loro un periodo di assenza retribuita per sottoporsi a trattamenti terapeutici legati alla propria condizione di invalidità.
Chi può richiederlo
Possono beneficiare del congedo:
I lavoratori subordinati (sia del settore pubblico che privato) mutilati e invalidi civili ai quali sia stata riconosciuta una riduzione della capacità lavorativa superiore al 50%.
Il requisito dell'invalidità deve essere certificato dalla Commissione medica preposta al riconoscimento dell'invalidità civile.
La riduzione della capacità lavorativa deve essere di origine civile e non derivante da infortuni sul lavoro o cause di servizio, per le quali esistono altre tutele specifiche.
Durata e modalità di fruizione
Il congedo può essere concesso per un periodo massimo di trenta giorni all'anno.
Può essere fruito in modo continuativo o frazionato, a seconda delle esigenze terapeutiche del lavoratore.
Il periodo di congedo non è computabile nel periodo di comporto (ossia il limite massimo di assenze per malattia oltre il quale il datore di lavoro può interrompere il rapporto di lavoro).
Finalità e certificazione richiesta
Il congedo per cure è concesso esclusivamente per sottoporsi a:
Cure mediche o riabilitative strettamente collegate all'invalidità riconosciuta.
Trattamenti necessari per prevenire l'aggravarsi della patologia invalidante.
Per ottenere il congedo, il lavoratore deve presentare:
Certificazione medica rilasciata da un medico specialista del Servizio Sanitario Nazionale o da una struttura convenzionata, attestante la necessità delle cure in relazione alla patologia invalidante riconosciuta.
Domanda formale al datore di lavoro, indicando il periodo di fruizione e allegando la documentazione medica.
Eventuali integrazioni richieste dall'ente previdenziale o dal datore di lavoro, per verificare la correlazione tra le cure e l'invalidità certificata.
Trattamento economico del congedo per cure
Il trattamento economico del congedo dipende dalle previsioni del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) applicato al rapporto di lavoro del dipendente.
Settore pubblico: generalmente, il congedo è retribuito nei limiti previsti dal CCNL di riferimento, senza decurtazioni stipendiali.
Settore privato: la retribuzione può variare in base alla categoria contrattuale applicata; alcuni contratti prevedono un trattamento economico ridotto o un periodo di congedo non retribuito.
Anzianità di servizio: il periodo di congedo per cure è computato ai fini dell'anzianità lavorativa e non comporta penalizzazioni per il lavoratore.
Esclusione dalla decurtazione per determinate patologie
Facendo riferimento a quanto appena scritto in alcuni casi le decurtazioni stipendiali previste per le assenze per malattia non si applicano.
L'art. 71 del D.L. 112/2008 prevede infatti una riduzione del trattamento economico nei primi dieci giorni di malattia, ma alcuni CCNL escludono da questa norma le seguenti situazioni:
Patologie gravi e invalidanti, come chemioterapia, dialisi, radioterapia e altre terapie salvavita.
Malattie croniche degenerative riconosciute come particolarmente invalidanti.
Per evitare la decurtazione stipendiale, il lavoratore deve:
Presentare certificazione medica specialistica, rilasciata da un medico del Servizio Sanitario Nazionale, attestante la patologia grave e la necessità delle cure.
Seguire le modalità di comunicazione previste dal datore di lavoro, fornendo tempestivamente la documentazione richiesta.
Visite specialistiche, terapie e permessi per motivi sanitari
Infine, oltre al congedo per cure, i lavoratori possono usufruire di permessi retribuiti per visite specialistiche e trattamenti medici.
Fruizione come malattia
Se il lavoratore giustifica l'assenza per visita specialistica con certificato medico di malattia, questa rientra nel regime generale delle assenze per malattia e, pertanto, può essere soggetta alla decurtazione retributiva nei primi dieci giorni.
Permessi orari retribuiti per visite e terapie
Alcuni CCNL prevedono permessi orari retribuiti per:
Visite specialistiche
Trattamenti fisioterapici
Accertamenti diagnostici
Questi permessi consentono ai lavoratori di assentarsi senza dover ricorrere alla malattia, evitando la riduzione dello stipendio.




LENTEPUBBLICA

Il Ddl merito cambia le regole: si diventa dirigenti pubblici anche senza concorso.

Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al disegno di legge noto come Ddl Merito, elaborato dal ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo: tra le novità la possibilità di diventare dirigenti pubblici anche senza concorso e le modifiche ai meccanismi di valutazione delle performance per gli statali.
Il provvedimento infatti introduce significative novità per dirigenti e dipendenti pubblici, con l'obiettivo di riformare i criteri di valutazione e le prospettive di carriera, ponendo al centro il merito e la responsabilità gestionale.
Nelle sue intenzioni il Governo punta a rendere la Pubblica Amministrazione più efficiente, meritocratica e orientata alla valorizzazione del capitale umano.
Tuttavia il testo non è esente da critiche e alcuni sindacati si sono schierati contro questo gruppo di norme.
Ddl merito: diventare dirigenti pubblici anche senza concorso
Il testo, articolato in 15 punti, delinea una riforma profonda della Pubblica Amministrazione, introducendo una modalità alternativa di accesso alla dirigenza. In particolare, una quota del 30% delle posizioni dirigenziali potrà essere assegnata attraverso una procedura semplificata. I funzionari con almeno cinque anni di servizio e i quadri con due anni di esperienza potranno candidarsi per un incarico dirigenziale a termine, previa valutazione di una commissione indipendente che includerà un esperto esterno in selezione del personale. Qualora ottenessero il rinnovo dell'incarico, la nomina a dirigente diventerebbe definitiva.
Questo meccanismo di progressione professionale mira a valorizzare l'esperienza maturata sul campo, riducendo la rigidità delle selezioni concorsuali e introducendo un percorso che premia la competenza e la performance lavorativa. La valutazione della commissione indipendente sarà basata su parametri che includono il rendimento individuale, la capacità gestionale e il contributo dato al miglioramento dell'efficienza amministrativa.
Tuttavia, questa innovazione solleva interrogativi sulla possibilità che si creino disparità di trattamento tra chi accede alla dirigenza tramite concorso e chi, invece, ne beneficia attraverso questa via semplificata.
La revisione della valutazione delle performance
Un altro elemento innovativo riguarda la revisione del sistema di valutazione delle prestazioni. Attualmente, la Corte dei Conti evidenzia che il 98% dei dipendenti pubblici si autovaluta come "eccellente", generando una distribuzione poco differenziata dei giudizi e dei premi di produttività.
Nelle sue intenzioni il Governo punta a rendere la Pubblica Amministrazione più efficiente, meritocratica e orientata alla valorizzazione del capitale umano.
Tuttavia il testo non è esente da critiche e alcuni sindacati si sono schierati contro questo gruppo di norme.
Ddl merito: diventare dirigenti pubblici anche senza concorso
Il testo, articolato in 15 punti, delinea una riforma profonda della Pubblica Amministrazione, introducendo una modalità alternativa di accesso alla dirigenza. In particolare, una quota del 30% delle posizioni dirigenziali potrà essere assegnata attraverso una procedura semplificata. I funzionari con almeno cinque anni di servizio e i quadri con due anni di esperienza potranno candidarsi per un incarico dirigenziale a termine, previa valutazione di una commissione indipendente che includerà un esperto esterno in selezione del personale. Qualora ottenessero il rinnovo dell'incarico, la nomina a dirigente diventerebbe definitiva.
Questo meccanismo di progressione professionale mira a valorizzare l'esperienza maturata sul campo, riducendo la rigidità delle selezioni concorsuali e introducendo un percorso che premia la competenza e la performance lavorativa. La valutazione della commissione indipendente sarà basata su parametri che includono il rendimento individuale, la capacità gestionale e il contributo dato al miglioramento dell'efficienza amministrativa.
Tuttavia, questa innovazione solleva interrogativi sulla possibilità che si creino disparità di trattamento tra chi accede alla dirigenza tramite concorso e chi, invece, ne beneficia attraverso questa via semplificata.
La revisione della valutazione delle performance
Un altro elemento innovativo riguarda la revisione del sistema di valutazione delle prestazioni. Attualmente, la Corte dei Conti evidenzia che il 98% dei dipendenti pubblici si autovaluta come "eccellente", generando una distribuzione poco differenziata dei giudizi e dei premi di produttività.
Per correggere questa tendenza, la riforma introduce criteri più selettivi, che includono competenze trasversali come la capacità di lavorare in squadra, la propensione all'innovazione e la valorizzazione dei collaboratori. Sarà inoltre imposto un tetto del 30% per le valutazioni massime all'interno di ciascun ufficio dirigenziale generale, limitando così l'assegnazione indiscriminata di punteggi eccellenti e dei relativi incentivi economici.
Effetti sul pubblico impiego e sulla dirigenza
Questi cambiamenti avranno un impatto significativo sia sui dipendenti pubblici sia su coloro che aspirano a entrare nella dirigenza attraverso i concorsi. Da un lato, il nuovo sistema potrebbe aumentare la motivazione dei lavoratori, offrendo percorsi di crescita basati sulle reali competenze. Dall'altro, richiederà criteri di valutazione oggettivi e trasparenti per garantire pari opportunità di avanzamento
Inoltre, la selezione per i ruoli apicali subirà trasformazioni che potrebbero influenzare le strategie di preparazione dei candidati. Il limite massimo di eccellenze riconosciute, fissato al 20%, rafforza l'obiettivo di premiare il merito in modo più equo ed efficace, evitando distorsioni nel sistema di incentivazione.
Dure critiche dai sindacati
A schierarsi contro il provvedimento è in particolare la FP CGIL con la segretaria, Serena Sorrentino, che attacca frontalmente il Governo: "Qui non c'entra la riforma del merito, la questione è più profonda: riguarda un cambio di paradigma nella pubblica amministrazione dove si sostituisce la trasparenza e terzietà delle procedure concorsuali con la discrezionalità".
Già in passato la segretaria del sindacato si era schierata contro questa visione del lavoro pubblico: "Salari bassi, pagelline, aumento carichi di lavoro ed età pensionabile: così si mortifica la Pa. [...] E non ci dicano che sono i lavoratori a scegliere se dopo oltre 40 anni di servizio non ti pagano il tfr, se non c'è rivalutazione dei coefficienti di lavoro con pensioni basse più del salario più basso, considerando anche il taglio delle aliquote dell'ultima legge di bilancio per alcune categorie di dipendenti pubblici, non c'è libertà di scelta, molti devono rimanere per diventare ancora più poveri. Per sopravvivere molti dovranno scegliere se essere pensionati poveri o lavoratori allo stremo delle forze."
Dello stesso tono il commento di Rita Longobardi, segretaria generale UIL-FPL: "In merito alla possibilità che siano i dirigenti a valutare le competenze del dipendente e decidere della loro crescita professionale ed economica senza il superamento di alcun concorso, rispondiamo che ciò si potrebbe configurare come una sorta di raccomandazione travestita".

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