/ Rassegna stampa » 2025 » Marzo » 17 » rassegna stampa dal 15 al 17 marzo 2025
 

GIORNALE DI SICILIA 

Canicattì, la salma del beato Livatino traslata nella chiesa di Santa Chiara dove sarà venerato dai fedeli.

Il corpo di Rosario Livatino, il primo giudice Beato della storia della chiesa, è stato estumulato dalla cappella di famiglia del cimitero di Canicattì per essere portato nella chiesa di Santa Chiara dove sarà venerato dai fedeli.La cerimonia, appena conclusa, è cominciata nel primissimo pomeriggio alla presenza delle più alte cariche civili, militari e religiose della provincia. L'arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano, dopo un momento di preghiera ha aperto le porte della cappella della famiglia Livatino. Poi gli operai hanno eseguito l'estumulazione. Dopo la sistemazione della cassa lignea con il corpo del Beato nella cassa di rinforzo in zinco, c'è stata una processione fino alla chiesa di Santa Chiara.



AGRIGENTONOTIZIE

Elezioni ex Province, Pace: "Non c'è intesa nel centrodestra"

Il tavolo regionale di tutti i partiti della coalizione non ha portato allo scioglimento della riserva: i boatos rilanciano la candidatura di BalsamoIl deputato regionale Carmelo Pace, capogruppo della Democrazia cristiana, interviene nuovamente sul tema delle elezioni nelle ex province e sull'unità del centrodestra. 
Il prossimo 7 aprile, tra meno di un mese, è la data entro la quale le forze politiche saranno chiamate a consegnare le liste ufficiali per l'appuntamento elettorale delle elezioni provinciali in programma il 27 aprile. 
Dossier. Correnti, rivalità e guerra per il comando pronta a riesplodere: come sta Forza Italia ad Agrigento
"Il tavolo regionale di mercoledì scorso - ha detto Pace - al quale erano presenti tutti i partiti della coalizione, non ha prodotto l'intesa definitiva sui candidati del centrodestra a causa della presa di posizione in alcune province che non consente di adottare una decisione unitaria a livello regionale". 
Dossier. Calo dei tesseramenti e guerra per la leadership pronta a esplodere: come sta Fratelli d'Italia ad Agrigento
I boatos, nelle ultime ore, sembrano rilanciare la candidatura del sindaco di Licata, Angelo Balsamo, che avrebbe l'appoggio della Dc di Cuffaro, del Mpa di Roberto Di Mauro e del forzista Riccardo Gallo.


GRANDANGOLO

Scambio dei doni con i gruppi folk, il prefetto Caccamo: "momento di fratellanza tra i popoli"
Ad accogliere i gruppi il prefetto Caccamo e il sindaco Miccichè

Nella sede territoriale del governo si è svolto il tradizionale scambio di doni fra le autorità cittadine e le delegazioni dei gruppi internazionali che partecipano alla 77esima edizione del Mandorlo in Fiore. Un'atmosfera di festa, un momento di gioia, allegria, tradizioni e cultura vissuto tra le delegazioni dei gruppi partecipanti al Festival del Folklore di Agrigento per testimoniare attraverso la danza e la musica la diversità tra le culture e soprattutto i principi di pace e concordia tra i popoli.
"Oggi lo scambio dei doni testimonia proprio la fratellanza tra i popoli e testimonia che questo territorio, questa provincia, e la città di Agrigento sono sinonimo dell'ospitalità e della fratellanza. Questo è quello che ho colto da questa edizione, e ci sono tutti i buoni propositi che questa sagra, vera e proprio festa del territorio, continui a mantenere questo forte radicamento, a crescere e a diventare punto di riferimento non solo nazionale ma anche internazionale", ha dichiarato il prefetto di Agrigento Salvatore Caccamo che ha accolto nell'atrio della Prefettura, insieme al Sindaco Franco Miccichè, i vertici provinciali delle forze dell'ordine, i rappresentanti del Libero Consorzio Comunale, i gruppi folk provenienti da tutto il mondo.
A ciascuna delegazione in regalo un piatto in ceramica raffigurante il tempio dei Dioscuri, e un calendario con le immagini suggestive dei monumenti cittadini.



AGRIGENTOOGGI

Agrigento abbraccia il mondo: scambio di doni tra il Prefetto e i gruppi folkloristici internazionali

AGRIGENTO - Un abbraccio di culture, un intreccio di tradizioni e un messaggio di pace. Questa mattina, nell'atrio del Palazzo della Provincia Regionale, si è svolto il tradizionale scambio di doni tra il Prefetto di Agrigento e le delegazioni dei gruppi folkloristici esteri partecipanti alla 77ª Sagra del Mandorlo in Fiore, al 67° Festival Internazionale del Folklore e al 22° Festival dei Bambini del Mondo.Un momento carico di emozione e significato, dove musica e danza si sono fatte veicolo di un messaggio universale: le differenze culturali non dividono, ma arricchiscono e uniscono. Agrigento, in questi giorni, si trasforma in un palcoscenico di pace e fratellanza, accogliendo con entusiasmo le delegazioni provenienti da ogni angolo del mondo.
All'evento hanno preso parte le autorità cittadine, tra cui i rappresentanti del Libero Consorzio Comunale, con la Dirigente Antonietta Testone, in rappresentanza del Commissario, e il Segretario Generale Pietro Amorosia.
"In un periodo segnato da conflitti e tensioni internazionali, Agrigento offre al mondo un esempio di convivenza e armonia, ospitando una festa che celebra l'amicizia tra i popoli", è il messaggio che emerge da questa giornata.
Lo scambio di doni tra il Prefetto e i gruppi folkloristici stranieri assume così un valore profondo, simbolo di relazioni culturali che vanno oltre i confini e rinsaldano i legami tra le nazioni.
Agrigento, Capitale Italiana della Cultura 2025, e l'intero territorio provinciale si preparano a vivere una straordinaria occasione di promozione, accogliendo il folklore mondiale con spirito di condivisione e ospitalità.


AGRIGENTOOGGI

Il centrodestra si compatta ad Agrigento per le elezioni provinciali

Le prossime elezioni provinciali ad Agrigento , previste per il 27 aprile , stanno delineando un quadro politico chiaro: il centrodestra ha scelto la compattezza come strategia per affrontare la sfida elettorale. Le principali forze della coalizione, tra cui Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega, Noi Moderati e Democrazia Cristiana , hanno trovato un'intesa per presentare un candidato unitario .
Questa decisione, emersa da un vertice svoltosi a Palermo , rappresenta un segnale forte di coesione politica e potrebbe avere ripercussioni significative non solo ad Agrigento, ma anche nelle altre province siciliane coinvolte nella tornata elettorale: Trapani, Caltanissetta, Enna, Ragusa e Siracusa .
L'incontro di Palermo è stato determinante per stabilire la linea politica da seguire in vista delle elezioni. Durante il vertice, i rappresentanti del centrodestra hanno condiviso la necessità di presentare candidati unitari per le presidenze provinciali . L'obiettivo principale è quello di garantire una gestione amministrativa stabile, evitando frammentazioni interne che potrebbero favorire gli avversari politici.
Il messaggio lanciato dalla coalizione è chiaro: solo con l'unità il centrodestra può ottenere risultati concreti e rafforzare la propria presenza nei governi locali. In questo contesto, la scelta di un candidato condiviso per Agrigento assume un significato strategico cruciale.
Due forze politiche che hanno giocato un ruolo importante nella ricerca dell'unità sono Democrazia Cristiana e Noi Moderati . Entrambi hanno manifestato la volontà di sostenere un candidato comune , sottolineando l'importanza della cooperazione all'interno della coalizione.
Massimo Dell'Utri, coordinatore regionale di Noi Moderati , e Toto' Carlisi, coordinatore provinciale di Agrigento, hanno ribadito che l'idea di un candidato unitario era stata avanzata sin dall'inizio e rappresenta la strada migliore per garantire stabilità politica. "Siamo stati i primi a proporre le liste unitarie e un candidato presidente condiviso. Ribadiamo l'opportunità di una figura che sia espressione dell'intero centrodestra", hanno dichiarato.
Anche la Lega ha espresso il proprio sostegno alla strategia dell'unità, attraverso le parole di Matteo Francilia , responsabile Enti locali della Lega Sicilia, e Anastasio Carrà , deputato e commissario della Lega in provincia di Agrigento.
"La Lega auspica che il centrodestra, in provincia di Agrigento, trovi l'unità e confluisca su un unico candidato alle prossime elezioni. Abbiamo dimostrato, sia alle ultime Regionali che in molte amministrative, che andando compatti riusciamo a ottenere ottimi risultati", hanno affermato.
La posizione della Lega è chiara: l'unità è la chiave per la vittoria . Il partito si è detto disponibile a un confronto con le altre forze politiche per individuare il candidato migliore, senza avanzare pretese specifiche.
Oltre ad Agrigento, le elezioni provinciali interesseranno anche Trapani, Caltanissetta, Enna, Ragusa e Siracusa . La decisione di puntare su candidati unitari potrebbe rafforzare la presenza del centrodestra in Sicilia , garantendo una gestione amministrativa omogenea nelle diverse province.
Un approccio coordinato potrebbe contrastare eventuali divisioni interne e rafforzare la capacità della coalizione di incidere nelle scelte di governo locale. Tuttavia, resta da vedere se questa strategia verrà attuata con successo anche nelle altre province o se emergeranno dissidi tra i partiti.
Se la scelta di un candidato unitario dovesse rivelarsi vincente, potrebbe rappresentare un modello da seguire anche in future competizioni elettorali . L'esperienza delle amministrative passate ha dimostrato che il centrodestra ottiene risultati migliori quando si presenta compatto, evitando candidature multiple che favoriscono la dispersione del voto.
L'unità del centrodestra in Sicilia potrebbe avere ripercussioni anche a livello nazionale, consolidando la coalizione in vista di eventuali appuntamenti elettorali futuri, sia a livello locale che regionale.
La decisione di puntare su un candidato unitario non è solo una scelta strategica, ma anche un'opportunità per garantire una gestione amministrativa più efficace e stabile. Le province siciliane affrontano sfide complesse , dalla gestione delle infrastrutture alla tutela del territorio, e un'amministrazione coesa potrebbe offrire risposte più rapide e concrete ai cittadini.
Se il centrodestra riuscirà a mantenere l'unità anche dopo le elezioni, potrebbe rafforzare la propria credibilità politica e migliorare la qualità della governance locale.
Nonostante il clima di compattezza, esistono alcune sfide da affrontare . La scelta del candidato unitario potrebbe non essere semplice e potrebbe far emergere tensione tra le diverse anime della coalizione.
In passato, la competizione interna tra i partiti del centrodestra ha spesso portato a divisioni che hanno indebolito le possibilità di vittoria. La sfida sarà quindi trovare un equilibrio tra le diverse forze politiche , garantendo una rappresentanza adeguata a tutti i partiti della coalizione.
Con l'avvicinarsi delle elezioni provinciali ad Agrigento , il centrodestra dovrà dimostrare di saper tradurre l'unità politica in una campagna elettorale efficace . Il successo di questa strategia dipenderà dalla capacità della coalizione di restare compatta fino al giorno del voto e di convincere gli elettori della bontà della scelta.
Se il candidato unitario otterrà un ampio consenso, potrebbe rafforzare ulteriormente la coesione del centrodestra e aprire la strada a future collaborazioni politiche in altre competizioni elettorali. Tuttavia, eventuali fratture interne potrebbero rimettere tutto in discussione.
Il 27 aprile sarà un banco di prova decisivo: il centrodestra agrigentino riuscirà a confermare la propria compattezza anche nelle urne?


BLOGSICILIA

Maggioranza di centrodestra alla prova del nove, inizia la settimana dell'accordo o del liberi tutti.

 
Il fine settimana di lavoro intenso è finito ma degli esiti ancor ancora non c'è traccia. A parte congressi, incontri, elezioni di coordinatori locali di singoli partiti, non c'è traccia di possibilità di intese sulle candidature unitarie per i presidenti  dei sei Liberi consorzi in vista  del tavolo regionale del centrodestra che tornerà a riunirsi soltanto martedì. L'idea è quella di sancire, finalmente, un accordo proprio sui candidati presidenti dei sei Liberi Consorzi che dovranno essere eletti il 27 aprile insieme ai consigli degli stessi sei Liberi Consorzi e delle tre Città metropolitane.
Che si parli di liste uniche è una chimera, ma almeno sui presidenti ancora si spera di  trovare la quadratura del cerchio almeno stando alle dichiarazioni dagli esponenti del centrodestra siciliano. Tutti dicono la stessa cosa, tutti sostengono che alla fine l'accordo si troverà e che il momento di debacle ormai è alle spalle e c'è la volontà di trovarlo quell'accordo.
Decidere, o sarà troppo tardi
Ma i fatti continuano a dire altro. Al di la dell'ottimismo di tanti (qualcuno reale, qualcuno di facciata)  le previsioni dell'osservatore restano pessimistiche: ad oggi governa l'impossibilità di un accordo sui candidati presidenti.
Ma il tempo stringe ed è ora di decidere. Alle elezioni di secondo livello manca, ormai, poco più di un mese e fra le procedure di candidatura e quelle politiche non resta tempo per decidere. O si trova un accordo nell'arco di questa settimana, o al massimo entro metà della prossima, o qualsiasi accordo, trovato dopo, sarà quasi del tutto inutile-Se non c'è accordo martedì ammesso che la riunione del tavolo si tenga) il centrodestra dovrà assumersi la responsabilità di mollare la presa e ammettere la sconfitta "diplomatica" lasciando liberà ai territori dove, è da considerarsi certo, gli accordi saranno variegati e molto diversi da loro abbattendo qualsiasi confine di coalizione. Questo perchè troppe liste civiche, troppi accordi locali "trasversali" rendono praticamente impossibile una sintesi regionale con questo genere di elezioni "ponderate".
Perché l'accordo è quasi impossibile
L'accordo è quasi impossibile per almeno due fattori: uno tecnico ed uno politico. Il fattore tecnico è legato al sistema elettorale. A votare sono i consiglieri eletti nei comuni siciliani e lo fanno con un voto ponderato. insomma il voto del consigliere di una grande città è più pesante di quello di un piccolo comune. A candidarsi, invece, possono essere i sindaci con almeno 18 mesi di mandato residuo. Il fattore tecnico elettorale sta tutto qua: i possibili candidati che metterebbero d'accordo tutti spesso non hanno abbastanza mandato residuo, gli altri non piacciono oppure sono "incontrollabili perché figli di accordio trasversali locali ben lontani dagli equilibri regionali, di liste civiche o protagonisti di veri e proprio salti con l'asta da un lato all'altro di un'alta barriera politica.
Il secondo fattore, quello più politico (in fondo lo è anche il primo) è legato alla volontà. Tutto vogliono accordarsi ma nessuno sembra volerlo davvero  e così si bruciano nomi, si lanciano ipotesi e si continua con il gioco ai veti incrociati naturalmente smentiti alla stampa.
Agrigento
Così quando ieri arriva voce che Agrigento potrebbe aprire la pista agli accordi con la candidatura del sindaco di Bivona, Milko Cinà, formalmente riconfermato nelle elezioni del 2022 con una lista civica ma espressione di Fratelli d'Italia proposto però sia dalla Lega che alla Dc e Noi Moderati, nel breve volgere di qualche decina di minuti arriva la smentita di Fratelli d'Italia che non ha mai fatto nomi ne steso accordi locali e si rimette al tavolo regionale.
Siracusa
A Siracusa altra voce e altra smentita. Il prescelto lì sarebbe Daniele Lentini, esponente di Noi Moderati e sindaco di Francofonte, Comune a nord del Siracusano, su cui, però, sarebbero emerse perplessità degli amici Dc anche perché negli ultimi tempi avrebbe avviato delle interlocuzioni con Fratelli d'Italia ma, secondo l'ex presidente della Regione, Totò Cuffaro non c'è stata alcuna frenata da parte del suo partito, quasi a ribadire che il patto federativo è ancora saldo con Saverio Romano. Ma se Cuffaro e Romano sono sicuramente saldi fra loro su Lentini i dubbi ci sono negli esponenti locali, eccome!
Ma Cuffaro, da par suo, fa notare che "c'è chi vuol far credere ci siano frizioni", insomma ha ben chiaro che è in corso un gioco non proprio pulito all'interno della coalizione. D'altronde lui lo ha sempre detto che con queste elezioni di secondo livello ognuno sarebbe andato per la sua strada alla fine.
Ragusa
Ragusa è l'altro territorio nel quale arrivano voci di accordo locale, ma anche in questo caso voci che appaiono difficilmente realizzabili. Il candidato potrebbe essere il sindaco dio Modica, maria Monisteri Caschetto, eletta nella fila Dc per succedere a Ignazio Abbate, parlamentare regionale proprio della Dc.
Ma se non si chiude fra Agrigento e Siracusa è difficile stringere su Ragusa. E poi sul nome qualcuno fa notare che Caschetto con Abbate non è più troppo vicina politicamente.
Enna, Caltanissetta e Trapani
C'è poi il doppio colpo Enna/Caltanissetta con la Lega che proprio ad Enna tiene il congresso quasi a confermare che è quello il Libero Consorzio nel quale alla fine si candiderà anche se richiesto da MpA. Per la lega è prioritario evitare di esporsi a Trapani dove ci sono i voti di Turano ma i suoi amici locali sono già stati al centro di una diatriba sugli accord fatti a sinistra per il sindaco. A Caltanissetta c'è la richiesta di Forza Italia alla quale gli alleati non vogliono dire di sì. Quindi se anche, per assurdo, si chiudessero gli accordi locali su Agrigento, Siracusa e Ragusa (ipotesi molto peregrina) con candidati di FdI, Noi Moderati e Dc, fra Forza Italia MpA e Lega sarebbe ancora un bel valzer tutto da ballare.


TELEACRAS

Elezioni Provinciali: ad Agrigento centrodestra unito?

Le elezioni del 27 aprile: la Provincia di Agrigento sarebbe la prima dove è emerso il candidato unico alla presidenza. I dettagli.
Il perché si susseguano i vertici del centrodestra nella prospettiva delle elezioni Provinciali del 27 aprile è presto spiegato: perché si lavora per mantenere unita la maggioranza scegliendo insieme i candidati unitari presidenti della Provincia, quando, invece, per i candidati consiglieri provinciali è stato già deciso che ciascun partito presenterà liste autonome. Il termine scade il 7 aprile. E il rischio, che si tenta di scongiurare, è che anche per i Presidenti si proceda separatamente. E, in attesa del prossimo confronto regionale martedì prossimo, la provincia di Agrigento appare come la prima dove sarebbe emerso il candidato presidente dell'intera coalizione, ovvero l'attuale sindaco di Bivona, Milko Cinà, riconfermato sindaco nel 2022 con una lista civica. Lui sarebbe gradito alle forze politiche a cui spetterebbe, secondo manuale "Cencelli", la designazione del presidente, ovvero alla Lega, alla Democrazia Cristiana e a Noi Moderati. La Lega ha diffuso una nota ufficiale in cui si legge: "La Lega auspica che il centrodestra, in provincia di Agrigento, trovi l'unità e confluisca su un unico candidato alle prossime elezioni in programma il 27 aprile. Abbiamo dimostrato, sia alle ultime Regionali che in molte elezioni Amministrative, che andando compatti riusciamo ad ottenere ottimi risultati. La Lega della provincia di Agrigento rimane disponibile a sedersi attorno ad un tavolo per trovare l'unità necessaria e giungere ad un nome che vada bene a tutta la coalizione. Ribadiamo di non avere alcuna pretesa e auspichiamo, quanto prima, un confronto costruttivo con i segretari provinciali e i parlamentari agrigentini per mantenere l'unità del centrodestra". Firmato: Matteo Francilia, responsabile Enti locali della Lega Sicilia, e Anastasio Carrà, deputato e commissario della Lega in provincia di Agrigento. Si sintonizza sulla stessa lunghezza d'onda "Noi Moderati", che scrive: "Siamo stati i primi a proporre le liste unitarie per le elezioni Provinciali e un candidato presidente unitario. E non abbiamo cambiato idea. Ad Agrigento sembra che vi siano tutti i presupposti e quindi, in modo coerente, ribadiamo l'opportunità di un candidato che sia espressione e sintesi di tutta la coalizione e auspichiamo che anche nelle altre province si proceda nello stesso modo". Firmato: Massimo Dell'Utri, coordinatore regionale di Noi Moderati, e Totò Carlisi, coordinatore della provincia di Agrigento. Nel frattempo da casa Fratelli d'Italia sarebbe trapelata l'intenzione di rinviare l'argomento dei candidati presidenti al competente tavolo regionale. A fronte di ciò maturerebbe sotto traccia anche l'ipotesi candidatura a presidente della Provincia di Agrigento di Margherita La Rocca Ruvolo, sindaco di Montevago dal 2016 e deputato regionale di Forza Italia.



LENTEPUBBLICA

Ecco a chi spetta la pensione di reversibilità secondo la Cassazione.

Una sentenza della Cassazione, la numero 14287/2024, fornisce importanti indicazioni sui requisiti per potere beneficiare della pensione di reversibilità.
La pensione ai superstiti è una forma di integrazione economica erogata in seguito al decesso di un pensionato (pensione di reversibilità) oppure di un assicurato (pensione indiretta). Essa consiste nel riconoscimento, in misura percentuale, di una frazione della prestazione che il defunto percepiva o avrebbe percepito.
Alcuni dettagli sulla pensione di reversibilità
In particolare, la pensione di reversibilità rappresenta un aiuto economico originariamente introdotto a sostegno delle vedove dei lavoratori iscritti all'INPS. Nel corso degli anni, tuttavia, la platea dei beneficiari è stata ampliata attraverso specifiche disposizioni legislative, al fine di includere anche altri familiari superstiti, nonché rendere più giusti i criteri di accesso.
Calcolo
La pensione di reversibilità viene calcolata come una percentuale della pensione del dante causa, mentre quella indiretta si riconosce a condizione che l'assicurato abbia maturato:
almeno 15 anni di anzianità contributiva e assicurativa, oppure
5 anni di contributi, di cui non meno di 3 nel quinquennio antecedente al decesso.
Superstiti riconosciuti dalla legge
Il beneficio può essere riconosciuto ai seguenti superstiti:
coniuge o unito civilmente: salvo che contragga nuovo matrimonio: in questo caso, perde il diritto. In tal evenienza, gli spetta comunque un assegno per una volta pari a due annualità della quota pensionistica vigente al momento del nuovo vincolo coniugale (come previsto dall'art. 3 del d.lgs. n. 39/1945);
coniuge separato;
coniuge divorziato, il quale può beneficiare della pensione se:
è titolare dell'assegno divorzile;
non si è nuovamente risposato;
l'inizio del rapporto assicurativo del defunto è antecedente alla pronuncia che ha decretato lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio. Nel caso in cui il defunto abbia contratto un nuovo matrimonio dopo il divorzio, le percentuali spettanti al coniuge superstite e al coniuge divorziato saranno determinate con sentenza dal Tribunale;
figli minorenni alla data del decesso;
figli inabili al lavoro, indipendentemente dall'età, che risultavano a carico del defunto;
figli maggiorenni studenti: in particolare, coloro che non svolgono attività lavorativa e frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili al sistema scolastico, hanno diritto fino al compimento dei 21 anni; mentre gli studenti universitari, a condizione di essere a carico del genitore al momento del decesso e non percepire redditi da lavoro, possono beneficiare della pensione fino al termine legale del corso, ma non oltre il compimento dei 26 anni.
Un soggetto è "a carico" di un altro quando sussiste una condizione di mancata autosufficienza economica e la consuetudine di convivenza con il defunto.
In assenza di coniuge e figli - o se questi non hanno diritto al beneficio - il sostegno può essere esteso:
ai genitori del defunto, purché abbiano compiuto il 65° anno, non percepiscano una pensione diretta o indiretta e risultino a carico del lavoratore deceduto;
in mancanza di genitori, il beneficio spetta ai fratelli celibi e alle sorelle nubili che, in aggiunta a essere inabili al lavoro e privi di altre pensioni, sono economicamente dipendenti dal defunto.
A chi spetta la pensione di reversibilità secondo la Cassazione
Una recente decisione della Cassazione (ordinanza n. 14287 del 22 maggio 2024) ha suscitato notevoli preoccupazioni riguardo ai futuri pagamenti della pensione di reversibilità. La Cassazione ha infatti chiarito che il beneficio, erogato in seguito al decesso del titolare della pensione diretta, non può essere ulteriormente distribuito ai superstiti.
La controversia in oggetto deriva dalla richiesta di una donna di ottenere il diritto alla pensione di reversibilità, avanzata a seguito della morte della madre, titolare di tale beneficio pensionistico. La ricorrente ha basato la propria domanda su due principali motivazioni:
inabilità al lavoro: la donna ha dichiarato di essere inabile a svolgere attività lavorativa, una condizione che la colloca in una situazione di vulnerabilità economica;
vivenza a carico della madre: la ricorrente ha sostenuto di essere a carico della madre, la quale riceveva una pensione di reversibilità dopo il decesso del marito. Secondo la sua interpretazione, questa dipendenza economica avrebbe dovuto consentirle di subentrare nel trattamento di reversibilità dopo la morte della madre.
Secondo quanto previsto dall'art. 22 della l. 903/1965, il diritto spetta esclusivamente al coniuge e ai figli - minorenni o maggiorenni se riconosciuti inabili e a carico del defunto - stabilendo che il beneficio si applica in un'unica occasione. Di conseguenza, non è possibile riconoscere una doppia attribuzione della reversibilità.
Precedenti giuridici
Tale decisione dei giudici di legittimità conferma un orientamento ben consolidato nella giurisprudenza della Cassazione.
A tal proposito, si richiama altresì l'ordinanza n. 33580/2023, con la quale la Suprema Corte aveva statuito che il figlio disabile potesse beneficiare della pensione di reversibilità solo se economicamente a carico del padre al momento del decesso.
In tale vicenda giudiziaria, la Corte d'appello di Messina, riformando il giudizio di primo grado, aveva accertato, mediante consulenza tecnica, l'impossibilità per il figlio di intraprendere qualsiasi attività lavorativa. Inoltre, era stato determinato che la prescrizione decennale non si era perfezionata grazie all'interruzione operata da una tempestiva domanda amministrativa, con conseguente condanna dell'Inps al pagamento dei ratei a partire dalla data del decesso.
Nel ricorso sottoposto alla Cassazione, l'Inps sosteneva che la verifica della condizione di dipendenza economica del figlio dal genitore non fosse stata adeguatamente effettuata e che i ratei maturati prima della presentazione della domanda amministrativa dovessero essere considerati prescritti. La Suprema Corte ha accolto entrambe le osservazioni, rilevando la mancanza di un preciso accertamento della "vivenza" del figlio a carico del padre, requisito essenziale per l'accesso al beneficio, come già evidenziato in precedenti pronunce (Cass. 9237/18). Inoltre, la Cassazione ha ravvisato una violazione dell'art. 2946 c.c. da parte della Corte d'appello, la quale ha escluso automaticamente il decorso della prescrizione, dal momento che non è stato verificato se, prima dell'atto interruttivo, fosse trascorso un periodo superiore a dieci anni.
Le conclusioni emerse dalla recente sentenza della Suprema Corte
In conclusione, con l'ordinanza 14287/2024, la Suprema Corte ha affermato chiaramente che la pensione di reversibilità non può essere considerata alla stregua di un'eredità. Ciò implica che, se il beneficiario principale decede, i suoi familiari superstiti non hanno diritto a continuare a ricevere la stessa prestazione se non soddisfano i requisiti stabiliti dalla legge. In altre parole, la pensione di reversibilità non è trasferibile a chi, pur essendo a carico del titolare, non è minorenne o studente a carico.
Questa pronuncia assume un'importanza particolare per coloro che, come nel caso esaminato dalla Cassazione, avevano fatto affidamento sulla continuità del sostegno in caso di morte del titolare, avvenuta, magari, solo pochi mesi dopo il decesso del primo beneficiario. La donna coinvolta, sebbene inabile al lavoro, non ha potuto beneficiare della pensione di reversibilità dopo la scomparsa della madre, la quale percepiva il trattamento. La situazione ha generato un acceso dibattito, ma l'INPS ha confermato la validità della normativa attuale.





Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO