GIORNALE DI SICILIA
Tre manovre in due mesi, si scopre pure un tesoretto.
La prima operazione sarà lo sblocco di spese per 700 milioni. Poi la Finanziaria-bis che Schifani intende blindare. Infine il terzo round coi fondi a disposizione dei partiti.
La prossima settimana l'assessorato all'Economia sbloccherà 700 milioni destinati a imprese e creditori vari. Entro un mese l'Ars approverà la Finanziaria bis da 50 milioni e poi a giugno arriverà la manovra ter che sarà forte di un tesoretto di maggiori entrate fiscali che sta prendendo forma in queste settimane (il solo bollo ha portato 10 milioni in più in tre mesi).
È il piano di breve periodo del governo. La Ragioneria generale, guidata da Ignazio Tozzo, ha completato il cosiddetto riaccertamento dei fondi regionali del 2024: circa 700 milioni che sono il frutto di provvedimenti dell'anno scorso ma che non sono stati erogati in tempo. Per lo più, spiegano all'assessorato all'Economia, guidato da Alessandro Dagnino, si tratta di pagamenti alle imprese che lavorano per la Regione o sono fornitrici di beni e servizi.
Ma ci sono anche le cosiddette mance assegnate (e non ancora erogate) con le varie finanziarie del 2024 ad associazioni, enti vari e Comuni.
GIORNALE DI SICILIA
Tre milioni per interventi straordinari nelle scuole siciliane.
L'assessore regionale Mimmo Turano: «Aiutiamo enti locali a mettere in sicurezza istituti».
Tre milioni di euro sono stati destinati dalla Regione Siciliana a interventi urgenti di manutenzione straordinaria nelle scuole siciliane. Lo stabilisce una circolare attuativa dell'assessorato regionale dell'Istruzione e formazione professionale che dà il via libera al finanziamento complessivo e stabilisce le modalità per la richiesta delle somme. Si interviene per rimuovere i rischi imminenti e le compromesse condizioni di vivibilità degli ambienti e garantire la continuità dell'attività scolastica, la pubblica incolumità, l'igiene e la sicurezza degli edifici. Come specificato nella circolare, disponibile sul sito della Regione a questo link, l'importo massimo finanziabile per ciascun intervento è di 40 mila euro, fatte salve eventuali ulteriori somme che saranno poste a carico del bilancio dell'ente locale proprietario dell'edificio scolastico. «L'assessorato regionale all'Istruzione - spiega l'assessore Mimmo Turano - ha una competenza in tema di edilizia scolastica limitata al solo finanziamento dei lavori, mentre a realizzarli devono essere i Comuni, le Città metropolitane, i Liberi consorzi e gli istituti proprietari degli edifici. Con questa misura interveniamo sul piano della liquidità, per consentire agli enti locali e alle scuole di mettere in campo, quanto prima, le opere necessarie a garantire la sicurezza degli edifici e lo svolgimento delle attività didattiche senza pericoli».
«Fino ad oggi - aggiunge l'assessore - per migliorare la qualità degli edifici e degli spazi comuni, come palestre, auditorium, mense e laboratori, abbiamo stanziato 53 milioni di euro, convinti che la qualità delle strutture contribuisca a elevare anche l'offerta formativa nelle nostre scuole e ridurre la dispersione scolastica». Le istanze di finanziamento, corredate di perizia (progetto di livello esecutivo) e delle relative approvazioni/autorizzazioni, vanno inviate alla seguente casella di posta elettronica certificata: ufficiospeciale.chiusuraprofoif@certmail.regione.sicilia.it. L'accoglimento delle istanze avverrà in ordine cronologico di arrivo.
AGRIGENTONOTIZIE
Scuola, 3 milioni per interventi straordinari negli edifici.
L'assessore Turano: "Aiutiamo gli enti locali a mettere tutti gli stabili in sicurezza"
Tre milioni di euro sono stati destinati dalla Regione Siciliana a interventi urgenti di manutenzione straordinaria nelle scuole siciliane. Lo stabilisce una circolare attuativa dell'assessorato regionale dell'Istruzione e formazione professionale che dà il via libera al finanziamento complessivo e stabilisce le modalità per la richiesta delle somme. Lo rende noto la Regione con una nota del suo ufficio stampa.
"Si interviene - aggiungono da Palazzo d'Orleans - per rimuovere i rischi imminenti e le compromesse condizioni di vivibilità degli ambienti e garantire la continuità dell'attività scolastica, la pubblica incolumità, l'igiene e la sicurezza degli edifici. Come specificato nella circolare, disponibile sul sito della Regione a questo link, l'importo massimo finanziabile per ciascun intervento è di 40 mila euro, fatte salve eventuali ulteriori somme che saranno poste a carico del bilancio dell'ente locale proprietario dell'edificio scolastico".
"L'assessorato regionale all'Istruzione - spiega l'assessore Mimmo Turano - ha una competenza in tema di edilizia scolastica limitata al solo finanziamento dei lavori, mentre a realizzarli devono essere i Comuni, le Città metropolitane, i Liberi consorzi e gli istituti proprietari degli edifici. Con questa misura interveniamo sul piano della liquidità, per consentire agli enti locali e alle scuole di mettere in campo, quanto prima, le opere necessarie a garantire la sicurezza degli edifici e lo svolgimento delle attività didattiche senza pericoli. Fino a oggi - aggiunge l'assessore - per migliorare la qualità degli edifici e degli spazi comuni, come palestre, auditorium, mense e laboratori, abbiamo stanziato 53 milioni di euro, convinti che la qualità delle strutture contribuisca a elevare anche l'offerta formativa nelle nostre scuole e ridurre la dispersione scolastica".
Le istanze di finanziamento, corredate di perizia (progetto di livello esecutivo) e delle relative approvazioni/autorizzazioni, vanno inviate alla seguente casella di posta elettronica certificata: ufficiospeciale.chiusuraprofoif@certmail.regione.sicilia.it. L'accoglimento delle istanze avverrà in ordine cronologico di arrivo.
ILSICILIA
Province, si entra nella settimana del voto: tutti i duelli nei Liberi Consorzi.
Mancano pochi giorni al voto sulle ex Province. Domenica 27 aprile si apriranno le urne per determinare i nuovi organi di Città Metropolitane e Liberi Consorzi. La prima volta in cui si applicherà la tanto vituperata legge Delrio. Un quadro normativo che gli amministratori siciliani hanno provato a cambiare a più riprese, senza mai riuscirci. L'ultima tentativo è andato in scena addirittura a Roma, con un emendamento tecnico presentato all'allora redigendo "decreto emergenze" dichiarato poi inammissibile. L'idea era quella di ridare la parola ai cittadini, così come avvenne l'ultima volta che si votò per eleggere gli organi provinciali in Sicilia. Era il 2008 e al Governo dell'Isola c'era Raffaele Lombardo. Da allora sono passati diciassette anni. Ed oggi il quadro con il quale si voterà sarà quello offerto dalla legge Delrio, ovvero elezioni di secondo livello.
Il quadro normativo: come si voterà
In pratica, a votare non saranno i cittadini, bensì sindaci e consiglieri comunali dei 391 comuni dell'Isola. In pratica, gli amministratori locali fungeranno da grandi elettori, ognuno sulla propria provincia di competenza. Inoltre, non varrà il principio "uno vale uno", bensì ogni votante avrà un peso diverso determinato dal "voto ponderato". Tradotto, la preferenza di ogni sindaco o consigliere comunale sarà determinata attraverso un coefficiente che poggia sulla fascia di popolazione rappresentata. Per far un esempio pratico, la scelta del sindaco di Palermo Roberto Lagalla varrà 1097 voti. Mentre quella del primo cittadino di Bagheria, Filippo Tripoli, circa 150. Un sistema che rende centrali i Consigli Comunali delle grandi città, sfavorendo i piccoli borghi.
Tanto che, all'interno di diversi partiti, è passata una linea che ha puntato ad escludere dalle liste proprio gli amministratori dei capoluoghi, in modo da garantire la massima rappresentanza al resto della provincia di riferimento. Nei tre grandi centri urbani (Palermo, Catania e Messina) si eleggerà soltanto il Consiglio Metropolitano, mentre nei sei Liberi Consorzi si voterà anche per selezionare il presidente. Il sistema elettorale con cui si voterà è quello proporzionale con doppio d'Hondt. Niente premio di maggioranza quindi, con una distribuzione dei seggi che dipenderà interamente dai voti raggiunti dalla singola lista.
I duelli provincia per provincia
Dura lex sed lex. Una normativa che ha finito per incrinare rapporti già tesi all'interno delle principali coalizioni. Fatto che si è reso manifestato soprattutto nelle scelte che hanno riguardato i Liberi Consorzi, dove si vota per eleggere sia i consigli provinciali che i relativi presidenti. A pagarne le spese è stato soprattutto il centrodestra, il quale andrà diviso in quattro province (Ragusa, Siracusa, Agrigento e Caltanissetta). "E' un voto che non rappresenta una prova per la coalizione", ha dichiarato lunedì scorso il segretario regionale della Lega Nino Germanà. Eppure, le trattative che hanno portato a questa tornata elettorale qualche scoria la potrebbero lasciare.
A Ragusa ad esempio il centrodestra presenta due candidati. La prima è Maria Rita Schembari, sindaco di Comiso. Profilo voluto da buona parte del centrodestra, in particolare dal capogruppo di FdI Giorgio Assenza. L'altro è quello di Gianfranco Fidone, sindaco di Acate sostenuto dalla Democrazia Cristiana, in particolare dal deputato regionale Ignazio Abbate. A fare da outsider sarà Roberto Ammatuna, sindaco di Pozzallo appoggiato dal centrosinistra.
Quadro ancora più complesso in quel di Siracusa. I deputati Giuseppe Carta (MpA) e Carlo Auteri (ex FdI, oggi al Gruppo Misto) hanno deciso di candidare Michelangelo Giansiracusa, sindaco di Ferla e Capo di Gabinetto del sindaco aretuseo Francesco Italia. Un nome ritenuto troppo vicino ad Azione dal resto del centrodestra. Tanto che Forza Italia, Fratelli d'Italia e Noi Moderati hanno deciso di presentare liste scollegate senza un proprio candidato. Ciò dopo il ritiro dalla contesa del sindaco di Francofonte Daniele Lentini. La coalizione progressista composta da PD-M5S-AVS e Controcorrente ha scelto di portare avanti il nome di Giuseppe Stefio, sindaco di Carlentini.
La situazione sembra più semplice ad Agrigento, ma solo all'apparenza. I candidati sono soltanto due. Si tratta di Stefano Castellino, sindaco di Palma di Montechiaro, e di Giuseppe Pendolino, sindaco di Aragona. Ma anche qui, il centrodestra andrà diviso. Sul primo profilo si riverseranno le preferenze di FdI, DC, Noi Moderati e Lega. Mentre Forza Italia ed MpA appoggeranno l'altro candidato, sostenuto anche da PD e M5S.
La coalizione della maggioranza regionale si divide anche a Caltanissetta. Due i candidati di centrodestra. Si tratta del sindaco del capoluogo nisseno Walter Tesauro, sostenuto da Forza Italia, e di Massimiliano Conti, sindaco di Niscemi, appoggiato da Fratelli d'Italia, Lega, DC e Noi Moderati. In casa giallorossa invece, il centrosinistra appoggerà il primo cittadino di Gela Terenziano Di Stefano, vicino al coordinatore regionale pentastellato Nuccio Di Paola.
Clima più calmo a Trapani ed Enna. Avanzando nella Sicilia Sud-Occidentale, a Trapani ci sarà una sorta di heads up fra Giovanni Lentini, sindaco di Castelvetrano sostenuto dal centrodestra, e Salvatore Quinci, sindaco di Mazara del Vallo sostenuto da liste civiche e dal centrosinistra. Duello a Enna. Sul capoluogo più alto della Sicilia, il centrodestra seguirà il profilo del sindaco di Nissoria Rosario Colianni. In casa giallorossa invece, il centrosinistra ha deciso di sostenere il volto del sindaco di Calascibetta, ovvero Antonio Capizzi.
QDS
Sono 17 gli Its operativi sul territorio siciliano.
Gli Istituti tecnici superiori rappresentano scuole d'eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma. Messi a disposizione 5 milioni di euro di cui 3,6 concessi dalla Regione e i restanti dal Fondo sociale europeo
PALERMO - Saranno 17 gli indirizzi di Its (Istruzione tecnica superiore) su tutto il territorio regionale per il biennio 2024/2026, per un costo totale a carico della Regione di poco più di 5 milioni di euro.
Its in Sicilia, ecco gli indirizzi di specializzazione
Diversi e tutti interessanti gli indirizzi di specializzazione: si parte da quello biomedico, presentato dall'Its Nuove tecnologie della vita Alessandro Volta di Palermo, a quello di Manager del turismo e della cultura 4.0, presente alla Fondazione Archimede di Siracusa. A Castelbuono finanziato il percorso di studi della fondazione JobFactory, ad Alcamo invece quello della fondazione Its academy per le nuove tecnologie per il made in Italy Emporium del Golfo; a Bivona, con la fondazione Its per l'agricoltura e l'alimentazione, invece, si potrà studiare per specializzarsi nella valorizzazione dei prodotti agroalimentari, tradizionali e innovativi, mentre a Ragusa si potrà studiare per diventare tecnico manutentore di aeromobili. In provincia di Enna, alla fondazione Academy energia e tecnologia si potrà studiare come tecnico superiore per l'efficienza energetica degli impianti, mentre a Catania si potrà ottenere il titolo di tecnico superiore per la sostenibilità energetica nell'economia circolare e per i servizi di mobilità urbana ed extraurbana integrati. A Ragusa sarà possibile acquisire il titolo di tecnico superiore per la logistica e il trasporto intermodale, mentre a Palermo la fondazione InfoMobPmo ha attivato il corso di tecnico superiore per la conduzione del mezzo navale e per la gestione degli impianti e apparati di bordo.
L'importo totale messo a disposizione prevede l'utilizzo di 3,6 milioni di euro, provenienti dalla Regione, mentre il restante milione e mezzo viene da risorse del Fondo sociale europeo. Si prosegue così nella diffusione sul territorio siciliano di questa tipologia di istituti che rappresentano una innovazione nel sistema scolastico tradizionale nazionale.
Gli istituti tecnici superiori sono scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma, che permettono di conseguire il titolo di tecnico superiore. Sono espressione di una strategia fondata sulla connessione delle politiche d'istruzione, formazione e lavoro con le politiche industriali. La costituzione degli Its rientra nell'ambito dei piani territoriali triennali di programmazione dell'offerta formativa di competenza delle Regioni. Le linee generali di indirizzo dei piani triennali sono proposte dal comitato nazionale Its, previsto dalla legge numero 99 e costituito dal ministero dell'Istruzione e del merito con decreto ministeriale numero 87 del 17 maggio 2023.
Lo standard minimo organizzativo della governance delle fondazioni Its prevede almeno un istituto di scuola secondaria superiore statale o paritario, ubicato nella provincia dove ha sede la fondazione, la cui offerta formativa sia coerente con l'area tecnologica di riferimento; una struttura formativa accreditata dalla Regione; una o più imprese, gruppi, consorzi e reti di imprese del settore produttivo di riferimento; una università, o un'istituzione dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica, o un dipartimento universitario o un altro organismo appartenente al sistema universitario della ricerca scientifica e tecnologica ovvero un ente di ricerca, pubblico o privato, o un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico o un ente pubblico di ricerca operanti nell'area tecnologica di riferimento dell'istituto. I corsi sono biennali o triennali e sono articolati in semestri.
I corsi biennali di V livello Eqf (livello del quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento permanente) hanno la durata di quattro semestri con almeno 1.800 ore di formazione. Al termine del corso e dietro superamento delle prove e valutazioni finali viene conseguito il "diploma di specializzazione per le tecnologie applicate"; i corsi triennali di VI livello Eqf hanno la durata di sei semestri con almeno 3.000 ore di formazione. Al termine del corso e con superamento delle prove e valutazioni finali viene conseguito il "diploma di specializzazione superiore per le tecnologie applicate".
QDS
Scuole, in Sicilia tre milioni per la messa in sicurezza: "Risorse solo per interventi d'urgenza"
Interventi urgenti e che necessitano di un contributo finanziario straordinario per consentire lo svolgimento in sicurezza delle attività didattiche.
Sono queste le condizioni richieste dalla Regione per poter accedere ai fondi che l'Ars, in occasione dell'ultima legge finanziaria, ha stanziato in favore delle scuole siciliane. La circolare è stata pubblicata ieri dall'assessorato regionale all'Istruzione. Il provvedimento è firmato dal dirigente dell'Ufficio speciale per l'edilizia scolastica e universitaria, Michele Lacagnina.
Le risorse a disposizione
Ammonta a tre milioni di euro il fondo che potrà essere utilizzato per "interventi di manutenzione straordinaria, aventi carattere di urgenza, negli istituti scolastici pubblici.
La circolare specifica che le risorse serviranno a finanziare "in via sostitutiva" rispetto ai proprietari degli immobili - dunque di Comune ed ex Province - lavori di "rimozione di rischi imminenti o di compromesse condizioni di vivibilità degli ambienti, volti a garantire la continuità dell'attività scolastica, la pubblica incolumità, l'igiene e la sicurezza dell'edificio".
A presentare le domande potranno essere sia gli enti locali che i stessi vertici degli istituti scolastici. Per ogni domanda il finanziamento che potrà essere assegnato sarà contingentato: "L'importo massimo complessivo ammissibile a finanziamento regionale, per singolo intervento, è pari a 40mila euro per lavori e somme a disposizione, fatte salve - viene specificato - eventuali ulteriori somme necessarie alla realizzazione dell'intervento, che saranno poste a carico del bilancio dell'ente locale proprietario".
L'urgenza
La necessità di intervenire tempestivamente è una condizione che viene più volte ripetuta nella circolare. Tra i documenti che dovranno essere presentati, ci sono quelli che motivano l'esigenza di eseguire i lavori per motivi di sicurezza tali da impedire o compromettere la prosecuzione delle lezioni. Al contempo bisognerà dichiarare l'impossibilità per il proprietario di intervenire con fondi propri.
Di fatto si tratterà perlopiù di messe in sicurezza degli edifici scolastici. L'erogazione verrà disposta tenendo conto dell'ordine di ricevimento delle domande, ma saranno tenuti in considerazione anche altri fattori. "Si darà priorità al finanziamento degli interventi gravati, a seguito di documentate verifiche, da prescrizioni eventualmente imposte dagli organismi preposti, a vario titolo, alla sicurezza pubblica", si legge, facendo riferimento a "comando provinciale dei vigili del fuoco., Protezione civile, Asp, Forze dell'ordine ecc."
I progetti
Per far sì che la richiesta di finanziamento venga approvata, sarà necessario anche presentare progetti di "livello esecutivo, immediatamente cantierabile". Tuttavia, anche in questo caso sono previsti specifici casi da tenere in considerazione.
"In casi di gravi e documentati motivi di pregiudizio delle condizioni di sicurezza di persone e cose, l'Ufficio speciale si riserva di accogliere la richiesta di finanziamento sulla scorta del solo studio di fattibilità delle opere da eseguire quale supporto tecnico alla richiesta, fermi restando i rimanenti adempimenti richiesti ai punti precedenti".
La domanda dell'istituto scolastico
Se a presentare la domanda sarà l'istituto scolastico, sarà necessario allegare "nulla-osta reso dall'ente locale proprietario in relazione all'intervento da eseguire" e una "dichiarazione con la quale il dirigente scolastico assume la responsabilità della gestione e conduzione dell'intervento".
Infine viene specificato che le economie di gara ricavate dai ribassi che verranno presentati dalle ditte esecutrici - anche se considerati gli importi e il carattere di urgenza dei lavori è molto probabile che i cantieri vengano assegnati con affidamenti diretti - non potranno essere utilizzate per sostenere economicamente eventuali perizie di variante. "Le economie accertate non rientrano nella disponibilità dell'ente beneficiario, ma verranno utilizzate dall'Ufficio speciale per finanziare ulteriori interventi", si legge.
LENTEPUBBLICA
Aumenti del salario accessorio negli enti locali: tagliati fuori molti Comuni.
Sono molti i Comuni che rimarranno fuori dagli aumenti previsti: questo il giudizio che accompagna l'approvazione dell'emendamento al decreto PA volto a superare il tetto al salario accessorio per il personale degli enti locali.
Tra le modifiche approvate al testo troviamo infatti un emendamento riguardante la contrattazione integrativa negli enti locali ha attirato particolare attenzione. Il provvedimento interviene su un tema cruciale per il funzionamento della macchina amministrativa e per il riconoscimento economico del personale, introducendo nuovi margini di manovra ma anche vincoli stringenti che gli enti dovranno attentamente valutare.
Aumenti del salario accessorio negli enti locali: tagliati fuori molti Comuni
La misura, attesa da tempo come possibile strumento per colmare il divario retributivo tra le amministrazioni comunali e gli altri comparti del pubblico impiego, si concretizza ora con una serie di vincoli che rischiano però di escludere quasi quattro municipi su dieci.
Il cuore dell'emendamento approvato risiede nella possibilità, finalmente concessa agli enti locali, di incrementare le risorse destinate alla retribuzione accessoria del personale. Si tratta di una svolta attesa da anni, soprattutto dai Comuni, che lamentano da tempo una compressione salariale rispetto agli altri comparti della Pubblica amministrazione. Tuttavia, questa apertura normativa è vincolata a condizioni molto rigide, che rischiano di limitarne fortemente l'impatto reale.
Equilibrio di bilancio come vincolo imprescindibile
La possibilità di aumentare il cosiddetto Fondo delle risorse decentrate cioè il fondo da cui provengono i compensi aggiuntivi rispetto allo stipendio base, come premi di produttività, indennità di posizione o specifiche responsabilità è subordinata al rispetto di una condizione essenziale: la tenuta dei conti pubblici. Ogni incremento, infatti, dovrà avvenire nel pieno rispetto dell'equilibrio di bilancio pluriennale dell'ente, che dovrà essere formalmente attestato dall'organo di revisione economico-finanziaria. Questo significa che non si potranno effettuare aumenti "sulla fiducia" o sperando in entrate future: il bilancio deve già essere strutturalmente in grado di assorbire la spesa aggiuntiva, anche negli anni successivi.
Nessun aiuto dallo Stato: il peso ricade tutto sui Comuni
Un aspetto particolarmente controverso è la totale assenza di risorse statali. Il provvedimento non prevede alcun trasferimento o contributo da parte del governo centrale per sostenere l'operazione. Tutto il peso ricade interamente sui bilanci dei singoli enti. Questo implica che solo i Comuni dotati di una situazione finanziaria solida potranno effettivamente cogliere l'opportunità di aumentare il salario accessorio. Al contrario, le amministrazioni in difficoltà, magari già impegnate in piani di rientro o in condizioni di pre-dissesto, resteranno tagliate fuori.
Il tetto del 48%: un limite che riduce il margine di manovra
Un altro elemento tecnico, ma cruciale, riguarda il limite massimo di spesa ammessa. La norma stabilisce che l'ammontare delle risorse stabili del fondo cioè la parte strutturale e non variabile sommate agli importi previsti per la remunerazione delle posizioni organizzative, non possa superare il 48% della spesa complessiva sostenuta nel 2023 per gli stipendi base del personale delle aree professionali. In pratica, anche gli enti più virtuosi e finanziariamente solidi dovranno muoversi entro questo margine, che vincola in modo diretto l'entità degli aumenti.
Il riferimento all'anno 2023 come base di calcolo è significativo: congela di fatto la capacità espansiva del fondo accessorio a una fotografia economica passata, senza tenere conto di eventuali variazioni organiche, inflazione o crescita delle esigenze organizzative dell'ente.
Controllo della spesa: obbligo di trasparenza nei dati
A rendere il quadro ancora più complesso, si aggiunge l'obbligo di rendicontazione puntuale. Le amministrazioni che decidono di usufruire della deroga devono obbligatoriamente indicare, nel Conto annuale del personale, l'ammontare delle risorse incrementali utilizzate e il rapporto percentuale raggiunto tra spesa accessoria e retribuzioni base. Questo adempimento è fondamentale per garantire trasparenza e per permettere il controllo da parte degli organi di vigilanza, secondo le regole fissate dal Titolo V del decreto legislativo 165/2001.
Sanzioni per chi non adempie: taglio automatico delle risorse
La norma è chiara anche sulle conseguenze della mancata trasparenza. Qualora un ente non rispetti l'obbligo di comunicazione al Conto annuale, scatterà automaticamente una sanzione: il 25% delle risorse aggiuntive previste per la contrattazione integrativa diventerà indisponibile, e lo resterà fino alla regolarizzazione dell'invio dei dati. Si tratta di una misura punitiva che mira a responsabilizzare le amministrazioni, ma che potrebbe, di fatto, bloccare l'intero processo di valorizzazione del personale, soprattutto nei Comuni con maggiori difficoltà organizzative o carenze negli uffici preposti alla rendicontazione.
Le reazioni dei sindacati
Non sono mancate le reazioni da parte delle organizzazioni sindacali. Tatiana Cazzaniga, segretaria della FP CGIL, ha espresso preoccupazione sulle colonne del quotidiano Italia Oggi per l'effettiva sostenibilità dell'intervento. "È fondamentale investire sul trattamento tabellare - ha spiegato - altrimenti il rischio è che solo i Comuni con margini di bilancio potranno permettersi di aumentare le retribuzioni. Serve un impegno dello Stato con risorse aggiuntive, altrimenti sarà una misura per pochi".
Sulla stessa linea anche Rita Longobardi, segretaria generale della UIL FPL, che in una nota del sindacato, pur riconoscendo l'intento positivo dell'emendamento, sollecita modifiche sostanziali per garantirne l'equità. "Se non si interviene con correttivi - ha detto - si rischia di accentuare le disparità territoriali, lasciando indietro gli enti più fragili, in particolare nel Mezzogiorno".
La UIL FPL avanza alcune proposte concrete:
l'introduzione di una clausola di salvaguardia per evitare che l'aumento del fondo accessorio vada a scapito del ricambio generazionale;
una certificazione preventiva di sostenibilità economica;
l'istituzione di un fondo nazionale di compensazione a favore delle amministrazioni con minore capacità fiscale;
e infine, il ricorso a risorse europee, come quelle del PNRR o del Fondo per la coesione, per finanziare queste misure senza pesare sul bilancio dello Stato.
Longobardi auspica che meccanismi simili possano essere estesi anche al personale della sanità pubblica, alle prese con analoghe criticità salariali e divari tra territori. "Anche se non sarà possibile modificare ulteriormente il testo di legge - conclude - resta aperta la possibilità di agire nella fase attuativa, attraverso i decreti applicativi. L'obiettivo deve essere trasformare questa apertura normativa in un vero strumento di valorizzazione per tutto il personale pubblico".
L'emendamento, insomma, rappresenta un'occasione, ma solo un'attenta fase di attuazione potrà decidere se si tratterà di un'opportunità per tutti o di un privilegio riservato a pochi.
LENTEPUBBLICA
Invio verbali RSU: l'ARAN comunica le date per il 2025.
L'ARAN - Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni - ha diramato una comunicazione ufficiale in merito alle date per l'invio dei verbali RSU per il 2025.
L'Agenzia ricorda alle amministrazioni che il corretto invio dei verbali rappresenta un passaggio essenziale per il completamento delle procedure elettorali. La piattaforma digitale ARAN, oltre a garantire l'integrità e la tracciabilità dei dati, assicura una gestione uniforme e trasparente delle informazioni a livello nazionale.
Si raccomanda dunque a tutti gli enti interessati di preparare con attenzione la documentazione necessaria e di procedere all'inserimento dei dati nel rispetto delle scadenze previste, evitando ritardi o modalità non conformi che possano compromettere la validità della procedura.
Cosa sono i verbali RSU
I verbali RSU costituiscono il documento ufficiale che certifica gli esiti delle elezioni delle Rappresentanze Sindacali Unitarie, ovvero gli organismi che rappresentano i lavoratori all'interno di ogni ente pubblico. Queste rappresentanze hanno il compito di tutelare i diritti del personale, partecipare alla contrattazione decentrata e contribuire attivamente al miglioramento delle condizioni lavorative.
Il verbale finale, redatto al termine delle operazioni elettorali, è molto più di una semplice attestazione dei risultati: raccoglie una serie di dati fondamentali che documentano l'intero processo elettorale. Tra questi, figurano:
la data e la sede delle votazioni,
il numero complessivo degli aventi diritto al voto,
il totale dei votanti e delle schede scrutinate,
i voti ottenuti da ciascuna lista sindacale,
i nominativi degli eletti e la composizione della nuova RSU.
Questo documento, firmato dai componenti della commissione elettorale, rappresenta quindi l'unico atto ufficiale in grado di attestare la legittimità del voto e la corretta attribuzione dei seggi.
La trasmissione dei verbali all'ARAN è un passaggio obbligatorio e cruciale, in quanto consente all'Agenzia di raccogliere in modo uniforme i dati provenienti da tutte le amministrazioni pubbliche, al fine di calcolare la rappresentatività complessiva delle organizzazioni sindacali. Questa rilevazione ha effetti diretti sulla partecipazione dei sindacati alla contrattazione collettiva nazionale, determinando chi ha titolo a sedere al tavolo negoziale.
In sintesi, i verbali RSU sono uno strumento fondamentale per garantire la trasparenza, la regolarità e la validità democratica del sistema di rappresentanza sindacale nel settore pubblico.
Invio verbali RSU: l'ARAN comunica le date per il 2025
L'ARAN ha pertanto diramato una comunicazione ufficiale in merito alla trasmissione dei verbali RSU, stabilendo un intervallo temporale preciso: dal 28 aprile al 6 maggio 2025. Durante questi giorni, tutte le amministrazioni pubbliche saranno tenute a trasmettere i documenti attraverso una piattaforma telematica dedicata.
le amministrazioni pubbliche dovranno trasmettere i verbali delle elezioni RSU esclusivamente attraverso l'applicativo "VERBALI RSU", accessibile nell'area riservata del sito istituzionale dell'Agenzia (www.aranagenzia.it). Questo sistema telematico è l'unico canale riconosciuto per l'invio dei dati; qualsiasi altra modalità, come PEC, email o posta cartacea, non sarà considerata valida e i documenti trasmessi in tali forme saranno ritenuti non pervenuti.Procedura di invio: passaggi chiave
Consegna del verbale all'amministrazione: dopo l'affissione dei risultati elettorali per cinque giorni, la Commissione Elettorale consegna all'amministrazione il verbale finale, in originale o copia conforme, firmato da tutti i membri della commissione.
Accreditamento del Responsabile Legale: l'amministrazione deve accreditare il proprio Responsabile Legale dell'Ente (RLE) o del Collegio (RLC) nell'area riservata del sito ARAN. Questo passaggio è fondamentale per garantire l'accesso all'applicativo "VERBALI RSU".
Designazione del Responsabile del Procedimento: il RLE può nominare un Responsabile del Procedimento (RP) per la gestione dell'inserimento dei dati. Tuttavia, il RLE mantiene la responsabilità ultima per le informazioni trasmesse.
Inserimento dei dati nell'applicativo: il RP inserisce i dati contenuti nel verbale finale nell'applicativo "VERBALI RSU". Durante questa fase, il sistema segnala eventuali incongruenze o errori, come discrepanze tra il numero di votanti e le schede scrutinate.
Correzione di eventuali errori: se vengono rilevati errori, l'amministrazione deve informare la Commissione Elettorale, che è l'unica autorizzata a correggere e redigere un nuovo verbale. L'amministrazione non può modificare autonomamente i dati inseriti.
Generazione e conservazione del documento riepilogativo: una volta completato l'inserimento, l'applicativo genera un documento riepilogativo, che deve essere stampato e firmato dalla Commissione Elettorale. Questo documento, insieme al verbale finale e alla copia della scheda elettorale, deve essere conservato dall'amministrazione per dieci anni.
Comunicazione alle organizzazioni sindacali: una copia del documento riepilogativo firmato deve essere consegnata alla Commissione Elettorale per l'inoltro alle organizzazioni sindacali che hanno presentato liste.
LENTEPUBBLICA
La commozione delle Province per Papa Francesco.
Le parole del presidente dell'UPI, Unione Province d'Italia, Pasquale Gandolfi: "Francesco è stato il Papa della pace. Non dimenticheremo le sue parole."
"Tutte le Province italiane si uniscono commosse al dolore del mondo per la morte di Papa Francesco. Un Papa che fino alla fine ha rivolto appelli ai governanti ad interrompere le guerre devastanti e a far vincere la pace. Quando lo incontrammo, nell'udienza che volle riservare alle Province nella sala Clementina, ci esortó a presidiare la cura della Casa Comune e a porre il servizio per i nostri territori come una delle questioni centrali della nostra missione di governo. Le sue parole restano scolpite nei nostri cuori" .
È il messaggio di cordoglio del Presidente dell'UPI Pasquale Gandolfi, a nome di tutte le Province italiane.
Inoltre Gandolfi ha anche dichiarato che si terranno le bandiere a mezz'asta sui palazzi delle Province: "Sincero rispetto per un Papa vicino a tutte le istituzioni".
Le Province italiane espongono pertanto le bandiere a mezz'asta in segno di lutto per la morte di Papa Francesco. "E' un segno di sincero rispetto, che va al di là della ritualità, nei confronti di un Papa che abbiamo sentito molto vicino. Un Papa che nel suo pontificato non ha mai smesso di scuotere le coscienze di chi opera nelle istituzioni, rivolgendosi non solo ai grandi del mondo ma anche a noi amministratori locali". Lo dichiara Pasquale Gandolfi, Presidente dell'UPI.