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AGRIGENTOOGGI.IT

Firmato il Passaggio di consegne: si insedia Pendolino con il nuovo Consiglio provinciale.

Agrigento, il Libero Consorzio volta pagina: si insediano Pendolino e i 12 nuovi consiglieri provinciali
AGRIGENTO - Dopo anni di gestione commissariale, il Libero Consorzio Comunale di Agrigento torna alla piena operatività politica. Nella mattinata di mercoledì 7 maggio si è ufficialmente insediato il nuovo presidente, Giuseppe Pendolino, insieme ai dodici consiglieri provinciali neoeletti, segnando una tappa fondamentale nel percorso di normalizzazione amministrativa dell'ente.
La cerimonia di insediamento si è svolta nel segno della continuità istituzionale, ma anche con uno sguardo rivolto al futuro. "È il momento di ridare centralità a questa provincia - ha dichiarato Pendolino - ricucendo il rapporto tra i territori e chi li amministra, con responsabilità e concretezza".
I consiglieri provinciali eletti rappresentano un'ampia fetta del panorama politico e amministrativo del territorio agrigentino. Per Forza Azzurri sono stati eletti Alessandro Grassadonio, consigliere comunale di Sciacca, Domenico Scicolone, presidente del Consiglio comunale di Palma di Montechiaro, e Giovanni Cutrera, vicepresidente del Consiglio comunale di Montevago.
Per la Democrazia Cristiana, entrano in Consiglio Vito Terrana, sindaco di Campobello di Licata, Rino Castronovo, consigliere comunale di Favara, e Anna Alongi, consigliera comunale di Menfi.
La lista Uniti per Agrigento porta in aula Anna Triglia, presidente del Consiglio comunale di Licata, Giuliano Traina, consigliere comunale di Cammarata, e Antonino Amato, consigliere comunale di Agrigento.
Fratelli d'Italia sarà rappresentata da due sindaci: Gioacchino Nicastro di Casteltermini e Milko Cinà di Bivona. Chiude la rosa dei dodici consiglieri Giuseppe Ambrogio, consigliere comunale di Sciacca, eletto con la lista Insieme per la provincia di Agrigento.
Un'assemblea composita, che mette insieme sindaci, presidenti e consiglieri comunali provenienti da tutto il territorio provinciale, chiamata a ricostruire una governance capace di affrontare le sfide infrastrutturali, ambientali e sociali di un territorio vasto e complesso.
L'insediamento odierno segna un cambio di passo atteso da tempo. Ora la sfida sarà tradurre questa rinnovata rappresentanza in azioni concrete per il rilancio della provincia.


LIVESICILIA

Seduta rinviata Maggioranza in crisi all'Ars, bocciato il ddl stralcio sulle politiche abitative: salta il numero legale sulla sanità.

La maggioranza all'Ars va ancora sotto. E' un vero e proprio mare il tempesta il post provinciali per la coalizione di centrodestra a Sala d'Ercole.
Il ddl stralcio sulle politiche abitative è stato bocciato, incassando 31 voti contrari e 18 a favore. Un copione analogo era già andato in scena nel corso della seduta di ieri.
L'aula è poi ripartita con l'esame del ddl stralcio in materia di sanità. Ma anche in questo caso è prevalso l'impasse. Il numero legale non è stato raggiunto e la seduta è stata rinviata a martedì 13 maggio alle 15. Nonostante la mancanza del voto finale all'intero ddl, alcuni dei punti sono stati approvati. Tra questi da segnalare il via libera unanime alla norma che consente alla legge sull'aborto di poter essere operativa anche negli ospedali pubblici siciliani e alle norme relative ai disabili psichici.
Cosa prevedeva il ddl sulle politiche abitative
Il disegno di legge era stato approvato dalla IV Commissione, presieduta dal deputato dell'Mpa Giuseppe Carta. La norma, composta da quattro articoli, prevedeva l'estensione del termine ultimo per la regolamentazione dell'esercizio abusivo al 30 giugno del 2025. Attenzione nel testo era riservata agli alloggi di edilizia residenziale pubblica, gestiti e di proprietà degli Istituti Autonomi Case Popolari, da considerare 'alloggi sociali' per garantire la coesione sociale e aiutare persone e famiglie in difficoltà economica. Il ddl prevedeva inoltre l'approvazione di una delibera da parte dei Comuni, entri il 31 marzo di ogni anno, per identificare gli immobili abusivi acquisiti dal patrimonio comunale e pronti alla vendita, indicando un regolamento chiaro e trasparente per definirne i criteri. Le somme ottenute dalla vendita degli immobili sarebbero state destinate alla riqualificazione di altri immobili e per realizzare interventi di edilizia sociale (CLICCA QUI).
De Luca (M5S): "Governo ancora battuto"
A sottolineare il momento buio all'Ars sono le opposizioni. "La nuova sonora batosta in aula del governo, pesantemente battuto oggi sul ddl stralcio della IV commissione sulle politiche abitative, dimostra, ove ce ne fosse ancora bisogno, che la maggioranza di Schifani è ormai inesistente". Ha dichiarato il capogruppo del Movimento 5 Stelle all'Ars Antonio De Luca che ha evidenziato come "lo confermano le ormai ricorrenti bocciature dell'esecutivo che arrivano puntualmente col contributo di grandi frange dei partiti che sostengono Schifani, pronte a togliersi numerosi sassolini dalle scarpe con la copertura del voto segreto".
"Ci chiediamo a questo punto - continua De Luca - come immagina, questo governo, di portare a casa le importanti riforme che la Sicilia attende da tempo in un clima di vendette trasversali alimentato dalla bramosia di poltrone, manifestatasi in occasione della nomina dei manager della sanità e ancora più recentemente in occasione delle elezioni di secondo livello per le Province".
Le tensioni di ieri e l'appello di Pellegrino
Ieri pomeriggio, infatti, con il parere favorevole della IV Commissione Ambiente, guidata dal presidente Giuseppe Carta, era stato bocciato il primo articolo di un disegno di legge in materia di politiche abitative, 31 i voti contrari e 12 i favorevoli, che estendeva il termine ultimo per la regolamentazione dell'esercizio abusivo al 30 giugno del 2025.
A creare e alimentare tensioni all'interno della coalizione vi sarebbero le pressioni di alcuni partiti della coalizione per un rimpasto di governo, a partire dal Mpa, con cinque parlamentari, lo stesso numero di quelli della Dc che però esprime già due assessori, che spinge per avere il secondo assessore in giunta. In questo clima c'è chi prevede un percorso difficile per la manovrina da 50 milioni, approdata ieri nelle Commissioni dell'Ars.
In tal senso, il capogruppo di Forza Italia Stefano Pellegrino aveva lanciato un appello: "Il voto all'Assemblea regionale siciliana su un disegno di legge di iniziativa parlamentare, che contiene norme proposte da forze politiche diverse di maggioranza e opposizione, non può e non deve assumere una connotazione politica. Soprattutto nel momento in cui sull'articolo specifico che è stato respinto il governo, per bocca dell'assessore Aricò, si era rimesso alle decisioni dell'aula. È noto che dopo le recenti elezioni provinciali, che hanno visto la maggioranza che sostiene il governo regionale conquistare oltre il 70% dei seggi, con Forza Italia primo partito, si è avviato un dibattito all'interno del centrodestra, ma tale dibattito non ha sicuramente a che vedere con i lavori di oggi dell'Assemblea né con l'andamento del voto parlamentare".




LIVESICILIA.IT

Pil e innovazione, la Sicilia cresce. Schifani: "Numeri importanti, costruiamo il futuro"

Una strategia possibile per la Sicilia del 2030: Solidarietà, Innovazione, Competenze (SIC 2030). Il report verrà presentato il 9 maggio presso la Sala Mattarella dell'Assemblea regionale siciliana nell'ambito del convegno dell'ANFIR (Assemblea Nazionale Finanziarie Regionali) promosso da IRFIS - FINSICILIA. Il Report SVIMEZ dal titolo "Una strategia possibile per la Sicilia del 2030: solidarietà, innovazione, competenze (sic 2030)" parte da un'analisi del quadro congiunturale sull'andamento dell'economia e dell'occupazione della Regione Siciliana nel periodo 2022-2024 e delle previsioni di crescita per il 2025.
"Il Report Svimez restituisce un'immagine della Sicilia che cresce, che innova, che costruisce futuro. È un documento che conferma come, dall'inizio di questa legislatura, nell'ultimo triennio, la nostra regione abbia saputo imprimere una decisa accelerazione alla propria economia: la Sicilia ha fatto registrare nel 2023 la crescita del pil più alta d'Italia (+2,2%), superiore sia alla media nazionale (0,7%) che a quella del Mezzogiorno (+1,3%). E anche per il 2024 e per il 2025, pur in quadro di incertezza del contesto economico internazionale ed europeo, la Svimez stima che l'Isola resti tra le regioni più dinamiche".
Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, commentando i dati anticipati oggi dalla Svimez e che saranno presentati ufficialmente venerdì a Palazzo Reale, a Palermo, nell'ambito di un convegno dell'Anfir e promosso dall'Irfis
"Ancora più significativi - prosegue Schifani - sono i numeri sull'occupazione: +13,5% nel triennio, pari a 174 mila nuovi posti di lavoro. Una crescita trainata da settori strategici come industria, costruzioni e servizi avanzati, ma che trova riscontri positivi anche nel rafforzamento dell'ecosistema dell'innovazione e nel rilancio dell'export agroalimentare, con la trasformazione alimentare che ha superato il miliardo di euro. Non possiamo non rilevare con soddisfazione anche i progressi sul fronte della formazione e dell'inserimento qualificato nel mondo del lavoro: la percentuale di giovani laureati che trovano impiego entro tre anni dal titolo è passata dal 38% del 2019 al 65% del 2023. Un dato che testimonia l'efficacia delle politiche regionali e dell'investimento sul capitale umano".
"Tuttavia - conclude il presidente della Regione - accanto a questi risultati incoraggianti, il Report ci ricorda che permangono alcune aree di fragilità, in particolare sul versante dell'occupazione giovanile e femminile. Tutto ciò ci impone di tenere alta l'attenzione e di intervenire con strumenti mirati e incisivi".
Dinamica del PIL. Dopo una variazione del 3,6% nel 2022 (media Mezzogiorno +4,6%), nel 2023 la crescita del Pil siciliano è stata del 2,2%, superiore sia alla media nazionale (0,7%) che a quella del Mezzogiorno (+1,3%). In quest'anno la Sicilia ha fatto registrare il più alto tasso di crescita tra le regioni italiane.
Nel 2024, la Sicilia si conferma tra le regioni più dinamiche con una variazione del Pil pari al +1% (stima SVIMEZ), superiore sia a quella del Centro Nord (+0,6%) che alla media delle regioni del Mezzogiorno (+0,8%). Nel 2025, la stima Svimez del Pil della Sicilia si attesta a +0,6% mostrando come nel quadro di incertezza del contesto economico internazionale, e europeo, la Sicilia rimane la regione più dinamica del Mezzogiorno insieme alla Campania.
Dinamica dell'occupazione. L'andamento dell'occupazione in Sicilia mostra nel triennio 2022-2024, un incremento del +13,5% - superiore alla media del Mezzogiorno (+8,1%) e del Centro- Nord (+6,1%). In valori assoluti si tratta di un incremento di 174 mila occupati. La Sicilia continua, tuttavia, a presentare nel 2024 un divario nel tasso di occupazione (15-64 anni) rispetto alla media Europa (46,1% vs la media EU27 di 70,8%). In Sicilia, la crescita dell'occupazione nel triennio 2022-2024 è stata trainata dall'industria (+24,7%; oltre 30mila occupati in più) e dalle costruzioni (+20,7%; 19mila occupati in più), seguiti dal terziario (+14,2%; oltre 136mila occupati in più); in calo gli occupati agricoli (-10,3%; oltre 12mila posti di lavoro persi) Nel settore manifatturiero, il maggiore incremento di occupati risulta nell'agroalimentare (+4.941) e nella produzione di macchinari e apparecchiature (+5.209). Nei servizi, invece, la maggiore crescita in termini di occupati si rileva nei settori:
istruzione e sanità (+56.597), turismo (+23.391). Importante l'incremento occupazionale nel terziario avanzato: + 20.739 addetti nei servizi alle imprese (+15,6%) e + 5.487 occupati nei servizi ICT (+28,9%). Il Report presenta un'analisi delle caratteristiche strutturali del sistema delle imprese siciliane e delle relative specializzazioni produttive. L'analisi SVIMEZ sugli eco-sistemi industriali certifica tre importanti specializzazioni strategiche per la Sicilia che potrebbero intercettare le potenzialità trasformative delle transizioni verde e digitale.
Ecosistema dell'Agribusiness: con 154.487 addetti concentrati principalmente nella componente agricola e di trasformazione industriale. La produzione agricola è composta per oltre il 40% da ortaggi e agrumi, mentre i prodotti vitivinicoli e dell'olivicoltura assorbono rispettivamente l'8,6 e il 7,5%. Con 24 certificazioni DOP e 7 certificazioni IGP, la produzione vitivinicola ha trainato l'ottima performance dell'export agroalimentare siciliano, con la componente di trasformazione alimentare cresciuta da 836 mln a oltre 1 mld nel periodo 2021-2024. Ecosistema dell'Elettronica con 7.421 addetti localizzati prevalentemente nell'Etna Valley dove si concentrano attività di ricerca avanzata (con progetti di ricerca nel campo della high-performance microelectronics), incubatori e infrastrutture di trasferimento tecnologico (Crossconnect, Le Village by CA Sicilia, l'ecosistema dell'innovazione SAMOTHRACE) e grandi imprese del settore (STMicroelectronics e ENEL-3SUN).
Ecosistema del socioassistenziale che occupa oltre 100mila addetti nel campo della sanità privata per attività di assistenza residenziale e non residenziale. Palermo ospita una parte centrale dell'ecosistema, con i progetti di ricerca nel settore Life Sciences (Ri.MED Research Center e National Biodiversity Future Center).
La questione giovanile. Tra il 2019 e il 2024, l'occupazione giovanile è aumentata di circa 55 mila unità, contribuendo alla risalita del tasso di occupazione in Sicilia dal 25,2% al 30,7%, un dato in recupero ma ancora al di sotto del Centro-Nord (51,6%) e, soprattutto, dall'Europa (59%). Da evidenziare anche la forte disparità territoriale nella nuova occupazione giovanile 2021-2024: il 35% dei nuovi occupati tra i giovani si concentra a Catania, il 21% a Palermo, mentre province come Trapani e Caltanissetta mostrano ancora un saldo negativo. Gli under35 che sono al di fuori del mercato e dei percorsi formativi (NEET - Not in Education, Employment or Training - sono pari a circa 306 mila giovani (il 56% sono donne - 1 su 2 è diplomato). n questo quadro complesso comune ad altre regioni meridionali, emerge un dato incoraggiante in prospettiva. In Sicilia, la quota di laureati che trova occupazione entro 3 anni dal conseguimento del titolo è aumentata in modo significativo dal pre-pandemia, passando dal 38% nel 2019 al 65% nel 2023. Questo miglioramento segnala un rafforzamento del premio occupazionale legato all'istruzione avanzata.
La questione femminile. Nel 2024, il tasso di occupazione femminile in Sicilia si attesta al 34,9%, un valore in crescita rispetto al 2019 (29%), sebbene inferiore rispetto al 61,6% del Centro-Nord e al 66,4% della media europea. Differenziali che richiedono opportune politiche per creare condizioni di opportunità lavorative oltre che di servizi di conciliazione dei tempi di lavoro e di vita familiari. A ciò si aggiunge una riflessione anche in ordine al gap salariale di genere. Nel lavoro dipendente, le donne siciliane guadagnano mediamente il 69,1% dei colleghi uomini, incidenza più bassa del livello nazionale (70,6%) ma superiore alla media del Mezzogiorno (68,4%). La questione di genere emerge anche in relazione alle dinamiche migratorie giovanili: l'incidenza delle laureate sulle giovani che lasciano l'isola sfiora il 50% contro il 35,5% della componente maschile.
Consumi. Le condizioni reddituali delle famiglie rappresentano un nodo strutturale per la Sicilia, che si riflette sulla domanda interna. Nel 2023, oltre il 37,1 % delle famiglie siciliane si colloca nella classe di reddito più bassa, dove si concentra il 20% delle famiglie italiane e il 34% di quelle del Mezzogiorno.
In questo quadro sono apprezzabili le politiche anticongiunturali volte a rafforzare i consumi delle famiglie a reddito medio-basso, come la misura regionale di sostegno al Credito al Consumo.
Indicazioni dal Report SVIMEZ per la strategia SIC 2030:
Solidarietà, Innovazione e Competenze Dal Report emergono alcune indicazioni strategiche per cogliere le opportunità dell'attuale ciclo di investimenti alimentato dalla Politica Unitaria di Coesione e PNRR e volte a semplificare, concentrare e accelerare gli interventi intorno a tre obiettivi complementari: Solidarietà: mediante azioni di sostegno alle famiglie a basso reddito per l'acquisto di beni durevoli, contrasto alla povertà e all'esclusione sociale tramite strumenti di integrazione del reddito e di accessibilità ai servizi e rafforzamento dei servizi di conciliazione per favorire ingresso e permanenza delle donne nel mercato del lavoro. Innovazione:
attraverso azioni di consolidamento e potenziamento degli eco-sistemi industriali strategici (agroalimentare, elettronica, biotech, digitale), sostegno alla crescita dimensionale del tessuto imprenditoriale e supporto alle attività di internazionalizzazione. Competenze: definendo una strategia integrata plurifondo a favore di giovani e donne orientata a: i) estendere la partecipazione all'istruzione universitaria specialmente negli ambiti STEM; ii) rafforzare le agevolazioni destinate ai giovani finanziariamente e con attività di tutoring la nuova imprenditorialità giovanile negli eco-sistemi innovativi;
iv) potenziare il welfare aziendale integrativo.



GRANDANGOLO

Libero Consorzio comunale di Agrigento, si è insediato il nuovo Presidente Giuseppe Pendolino.

Durante la seduta hanno prestato giuramento i 12 membri del consiglio.
Si e' ufficialmente insediato, questa mattina, presso l'aula Luigi Giglia, il Presidente del Libero Consorzio comunale Giuseppe Pendolino, assistito dal Segretario Generale Pietro Amorosia, e i 12 membri del Consiglio eletti a suffragio ristretto con l'elezione di II° livello svoltasi il 27 aprile scorso.
Presenti il Commissario straordinario Giovanni Bologna che ha governato l'Ente negli ultimi due anni che, ad inizio di seduta, ha ringraziato tutte le istituzioni del territorio e gli uffici del Libero Consorzio comunale per la proficua collaborazione ricevuta.
Si e' poi passati al giuramento, davanti al Segretario Generale, dei 12 membri del Consiglio del Libero Consorzio comunale:  Alessandro Grassadonio, Domenico Scicolone, Cutrera Giovanni, Vito Terrana, Rino Castronovo, Anna Alongi, Anna Triglia, Giuliano Traina, Antonino Amato, Gioacchino Nicastro e Milko Cinà e Ambrogio Giuseppe.
"Siamo consapevoli che dopo 12 anni si apre una nuova fase politica ed il mio impegno sarà quello di dare centralità al ruolo delle ex province in una dimensione moderna e innovativa. I primi impegni, ha dichiarato il Presidente Pendolino, subito dopo l'insediamento, saranno le strade, le scuole ed il territorio".



SCRIVOLIBERO

Elezioni al Libero Consorzio comunale, insediato il nuovo Presidente Giuseppe Pendolino: giurano anche i 12 consiglieri.

 
Si e' ufficialmente insediato, questa mattina, presso l'aula Luigi Giglia, il Presidente del Libero Consorzio comunale Giuseppe Pendolino, assistito dal Segretario Generale Pietro Amorosia.
Insieme a lui i 12 membri del Consiglio eletti a suffragio ristretto con l'elezione di II° livello svoltasi il 27 aprile scorso ed i Dirigenti dell'Ente.
Presenti il Commissario straordinario Giovanni Bologna che ha governato l'Ente negli ultimi due anni che, ad inizio di seduta, ha ringraziato tutte le istituzioni del territorio e gli uffici del Libero Consorzio comunale per la proficua collaborazione ricevuta.
Si e' poi passati al giuramento, davanti al Segretario Generale, dei 12 membri del Consiglio del Libero Consorzio comunale.
I primi impegni ha dichiarato il Presidente Pendolino, subito dopo l'insediamento, saranno le strade, le scuole ed il territorio.
Siamo consapevoli che dopo 12 anni si apre una nuova fase politica ed il mio impegno sarà quello di dare centralità al ruolo delle ex province in una dimensione moderna e innovativa.


LENTEPUBBLICA

Progressioni negli enti locali, conta anche l'esperienza nel contratto a termine.

Un recente orientamento applicativo dell'Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) offre un chiarimento importante per i dipendenti degli enti locali che aspirano alle progressioni tra aree professionali: anche l'esperienza con contratto a termine può fare la differenza.
La questione riguarda la possibilità di valorizzare, ai fini del passaggio tra le aree indicate dall'articolo 13, commi 6, 7 e 8 del CCNL Enti Locali del 16 novembre 2022, l'esperienza professionale acquisita attraverso un contratto a tempo determinato, purché maturata nella stessa area in cui il dipendente ambisce a essere inquadrato.
L'interpretazione dell'Aran
Secondo quanto chiarito dall'Aran, il contratto collettivo nazionale del 16 novembre 2022 non prevede in maniera espressa la possibilità di valorizzare, ai fini delle progressioni tra le aree, l'esperienza lavorativa svolta con contratto a tempo determinato, anche quando questa sia stata maturata all'interno della stessa area di destinazione. In sostanza, non esiste una disposizione che, nero su bianco, autorizzi l'inclusione di questo tipo di esperienza tra i requisiti per avanzare di livello all'interno della pubblica amministrazione.
Tuttavia, l'Agenzia adotta una lettura evolutiva e sostanziale del contratto, ispirandosi non tanto a una rigida interpretazione letterale quanto al principio generale che informa l'intero istituto delle progressioni verticali: quello della valorizzazione dell'esperienza professionale acquisita. La logica sottesa all'articolo 13 del CCNL, infatti, non è quella di limitare l'accesso alle procedure di avanzamento a chi ha avuto un rapporto di lavoro stabile, ma piuttosto di premiare chi ha dimostrato competenze, capacità operative e conoscenze maturate nel tempo.
In quest'ottica, l'esperienza pregressa svolta con contratto a termine può essere considerata rilevante se riferita all'area in cui si intende progredire, soprattutto se le mansioni esercitate corrispondono a quelle richieste dal nuovo profilo o addirittura appartengono a un livello superiore. L'Aran utilizza un termine tecnico molto significativo: l'esperienza maturata in area superiore può essere considerata assorbente rispetto a quella richiesta nell'area inferiore. Questo significa che un lavoratore che abbia già operato, seppur temporaneamente, in un ambito professionale più avanzato possiede, secondo questa impostazione, un patrimonio di competenze che supera i requisiti minimi previsti per la progressione, e che quindi può legittimamente aspirare al passaggio.
Progressioni enti locali, conta anche l'esperienza nel contratto a termine
A rafforzare questa interpretazione contribuisce l'articolo 61, comma 7, dello stesso CCNL, che introduce un principio di continuità e cumulabilità dell'esperienza lavorativa. Questa norma stabilisce che i periodi di lavoro svolti con contratto a tempo determinato — anche se maturati presso amministrazioni diverse da quella di appartenenza — devono essere considerati validi ai fini dell'anzianità utile per l'accesso a determinati istituti contrattuali, a condizione che le attività svolte siano riconducibili allo stesso profilo professionale e alla medesima area. Tale disposizione non riguarda solo la maturazione di scatti di anzianità o permessi, ma può essere estesa anche alle progressioni tra le aree, rafforzando l'idea che l'esperienza professionale non perda valore per il solo fatto di essere stata svolta in regime di lavoro a termine.
Questa apertura interpretativa segna un passo avanti nell'ottica del riconoscimento del merito e del superamento delle barriere tra lavoro precario e lavoro stabile. Pur non modificando formalmente il dettato contrattuale, l'Aran indica una via che permette di colmare un vuoto normativo, promuovendo una lettura orientata alla sostanza più che alla forma. In definitiva, anche senza una clausola esplicita, l'esperienza accumulata dai lavoratori precari, se qualificata e coerente con il profilo richiesto, può oggi rappresentare un titolo utile nei percorsi di crescita all'interno della Pubblica Amministrazione. Una prospettiva che potrebbe incidere positivamente sulla valorizzazione del lavoro flessibile e sulla stabilizzazione delle competenze interne alla macchina pubblica.



LENTEPUBBLICA

Il Decreto PA 2025 è legge: ecco tutte le novità.

Con l'approvazione definitiva da parte del Senato avvenuta poco fa, il cosiddetto Decreto PA 2025 è ora legge.
Il provvedimento, composto da 22 articoli, introduce una serie di misure volte a rendere la macchina dello Stato più moderna, competente ed efficace. A sottolinearlo è il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, che ha parlato di un passo decisivo per rispondere in maniera sistematica alle criticità del settore pubblico.
Il Decreto PA 2025 è legge: ecco tutte le novità
Le novità spaziano dal rafforzamento del sistema di assunzioni al potenziamento delle competenze del personale, con particolare attenzione alle esigenze degli enti territoriali. "Abbiamo costruito un intervento che valorizza il capitale umano e affronta con strumenti concreti le sfide che ci pone l'Europa", ha commentato Zangrillo, ribadendo l'impegno del governo verso una PA sempre più vicina ai bisogni di cittadini e imprese.
Concorsi pubblici più snelli e mirati: RIPAM al centro della riforma
Una delle leve principali per modernizzare la macchina statale è rappresentata dalla revisione del sistema concorsuale. Il Decreto PA punta con decisione a rendere le selezioni pubbliche più tempestive, trasparenti e coerenti con le esigenze operative delle amministrazioni. Al centro di questo cambiamento c'è il rafforzamento della Commissione Interministeriale per l'attuazione del Progetto Ripam, organismo già esistente ma ora potenziato in termini di competenze e strumenti operativi.
L'obiettivo è duplice: da un lato, accorciare i tempi dei concorsi, ancora troppo spesso rallentati da passaggi burocratici eccessivamente lunghi; dall'altro, aumentare la qualità della selezione, individuando figure professionali in grado di rispondere alle nuove sfide del settore pubblico, che sempre più richiede competenze digitali, gestionali e tecnico-specialistiche.
Il potenziamento della Commissione RIPAM si traduce in una maggiore centralizzazione e standardizzazione delle procedure, con l'adozione di strumenti digitali avanzati, banche dati condivise, e prove strutturate su base nazionale. In questo modo si punta a garantire non solo maggiore rapidità, ma anche uniformità nei criteri di valutazione, riducendo margini di ambiguità e disparità tra enti diversi.
Un altro aspetto centrale riguarda l'adattabilità dei bandi ai fabbisogni reali: le amministrazioni potranno infatti segnalare in maniera più puntuale le proprie necessità, contribuendo a modellare le figure ricercate. Si supera così l'idea del concorso generalista e si fa spazio a una logica di selezione costruita su misura, in grado di attrarre anche profili ad alta specializzazione che in passato spesso si sono orientati verso il settore privato.
Verso un equilibrio retributivo tra centro e periferia
Un'altra innovazione significativa contenuta nel decreto riguarda il trattamento economico dei dipendenti pubblici. Il provvedimento riconosce infatti l'urgenza di sanare uno squilibrio storico tra le retribuzioni del personale impiegato nelle amministrazioni centrali - come ministeri e agenzie statali - e quelle dei lavoratori che operano nei Comuni, nelle Province e negli enti locali, spesso penalizzati da vincoli di bilancio e risorse limitate.
Per ridurre questo divario, viene previsto un incremento del cosiddetto salario accessorio, ovvero quella componente della retribuzione che si aggiunge allo stipendio base e che può comprendere premi, indennità e compensi legati alla produttività o a condizioni particolari di lavoro. Si tratta di un intervento non episodico, ma strutturale, che punta a correggere un'asimmetria percepita da anni come ingiusta da parte del personale degli enti periferici.
L'aumento del salario accessorio per le amministrazioni locali rappresenta un incentivo non solo per trattenere le risorse già in servizio, ma anche per rendere più attrattive le posizioni nei territori meno centrali, spesso colpiti da fenomeni di desertificazione amministrativa e difficoltà nel reperire personale qualificato.
In prospettiva, questo intervento si inserisce in una visione più ampia di riequilibrio territoriale, che mira a rafforzare la capacità amministrativa anche nelle aree più marginali del Paese, garantendo ai cittadini un accesso uniforme e di qualità ai servizi pubblici, indipendentemente dalla latitudine geografica.
Reclutamento e formazione: più spazio a diplomati ITS e aree in emergenza
Uno dei punti chiave del provvedimento riguarda il reclutamento del personale. Le nuove norme facilitano l'ingresso di professionalità qualificate, anche valorizzando i titoli conseguiti negli Istituti Tecnici Superiori (ITS Academy). Particolare attenzione viene rivolta alle zone colpite da calamità naturali: nelle aree interessate dai terremoti del 2009 e del 2016, così come nelle regioni danneggiate dalle alluvioni del maggio 2023 - Emilia-Romagna, Marche e Toscana - verrà rafforzata la presenza del personale pubblico.
Scuola: più risorse per sanità integrativa e manutenzione
Il settore dell'istruzione è uno dei principali destinatari delle nuove risorse. Per il personale scolastico viene rafforzata l'assicurazione sanitaria integrativa, con uno stanziamento complessivo che salirà a 65 milioni di euro all'anno dal 2026 al 2029. Le modalità di accesso ai benefici saranno definite attraverso la contrattazione sindacale.
In ambito edilizio, il decreto prevede la creazione di un fondo da 20 milioni di euro, destinato a coprire interventi urgenti di manutenzione scolastica non finanziabili con fondi ordinari o PNRR.
Novità per il personale scolastico e la governance
Sul fronte delle assunzioni nella scuola, cambia la normativa per i docenti di religione cattolica: sarà possibile procedere con l'immissione in ruolo in base ai posti messi a bando nel 2024, superando i vincoli precedenti legati al turn over.
Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione verrà ampliato, passando da 36 a 39 membri, con l'inclusione di tre rappresentanti delle associazioni di genitori. Tutti i membri godranno dell'esonero dal servizio durante lo svolgimento del mandato.
Per il personale ATA, diventa definitiva la possibilità di far valere il servizio svolto per progetti del PNRR nelle regioni del Sud ai fini delle graduatorie "24 mesi". L'INDIRE, istituto di ricerca per la scuola, potrà inoltre contare su due nuove figure dirigenziali per gestire le nuove competenze affidate.
Una PA pronta al futuro?
Il ministro Zangrillo ha commentato sottolineando la portata complessiva del provvedimento: "Abbiamo agito su diversi livelli - organizzazione, gestione e risorse umane - con la convinzione che solo una Pubblica amministrazione solida possa accompagnare il Paese nelle trasformazioni future. È un dovere verso chi lavora ogni giorno negli uffici pubblici, ma soprattutto verso chi si affida ai servizi dello Stato".



LENTEPUBBLICA

Pause sul lavoro e buoni pasto: l'Aran chiarisce i limiti per i dipendenti pubblici.

L'Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (Aran) ha recentemente chiarito un punto cruciale in materia di pause sul lavoro e diritto ai buoni pasto per i dipendenti pubblici.
Il chiarimento, contenuto in una risposta ufficiale datata 14 ottobre 2024, riguarda l'applicabilità dell'articolo 35, comma 10, del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del 16 novembre 2022, in particolare in relazione alla collocazione della pausa lavorativa.
Il quesito, avanzato da un ente locale, chiedeva se fosse possibile applicare la norma anche al personale con orario giornaliero continuato — nello specifico 7 ore e 12 minuti — distribuito tra mattina e pomeriggio ma non organizzato in turni. Il nodo riguardava la possibilità di spostare la pausa pranzo all'inizio o alla fine della giornata lavorativa, senza perdere il diritto al buono pasto.
Il diritto al buono pasto
Il diritto ai buoni pasto per i dipendenti pubblici si riferisce alla possibilità per questi lavoratori di ricevere un beneficio sostitutivo del servizio mensa, sotto forma di un ticket (cartaceo o elettronico) utilizzabile per l'acquisto di pasti o generi alimentari presso esercizi convenzionati.
A cosa serve il buono pasto?
Il buono pasto ha la funzione di contribuire alle spese sostenute dai lavoratori per i pasti durante l'orario di lavoro, soprattutto nei casi in cui l'amministrazione non offra direttamente un servizio mensa. È quindi un beneficio economico e sociale, pensato per tutelare il benessere dei dipendenti pubblici, in particolare quelli che svolgono orari prolungati o che rimangono in servizio oltre la fascia antimeridiana.
È un diritto soggettivo?
Non propriamente. Il buono pasto non è un diritto automatico, ma un beneficio accessorio che l'amministrazione può riconoscere secondo le proprie disponibilità finanziarie e nei limiti degli accordi contrattuali. Inoltre, anche se previsto dal contratto nazionale, la sua effettiva erogazione spesso dipende da quanto stabilito nella contrattazione integrativa decentrata.
Pause sul lavoro e buoni pasto: le regole per i dipendenti pubblici secondo l'Aran
Secondo quanto precisato dall'Aran, questa possibilità resta circoscritta esclusivamente ai dipendenti sottoposti a regime di turnazione. La normativa contrattuale, infatti, permette agli enti di prevedere — tramite la contrattazione integrativa — pause di durata e collocazione differenti rispetto a quelle standard (cioè non inferiori a 30 minuti), ma solo per specifiche categorie di lavoratori impiegati su turni. In questo contesto, la pausa può essere posizionata anche all'inizio o alla fine del turno, senza compromettere l'accesso al buono pasto.
La ratio della disposizione è chiaramente funzionale al mantenimento dei servizi pubblici, specialmente in ambiti dove l'interruzione dell'attività per una pausa tradizionale potrebbe compromettere la continuità delle prestazioni. Per questo motivo, l'Aran sottolinea come il riferimento esplicito a "ciascun turno di lavoro" non lasci spazio a interpretazioni estensive: il beneficio si applica solo a chi lavora secondo una turnazione formalmente riconosciuta.
Per il personale con orario flessibile o articolato su fasce giornaliere ma non turniste, dunque, resta in vigore la regola generale: la pausa deve essere collocata in modo tradizionale e avere una durata non inferiore ai trenta minuti, per poter accedere al buono pasto.
Con questo intervento, l'Aran conferma un principio importante nella gestione del tempo di lavoro nel pubblico impiego, riaffermando il legame tra turnazione e flessibilità nell'utilizzo della pausa, e fissando paletti chiari per evitare interpretazioni improprie delle norme contrattuali.




SICILIATV

Libero Consorzio di Agrigento: insediato il nuovo presidente e giuramento dei 12 consiglieri.

Si e' ufficialmente insediato, questa mattina, presso l'aula Luigi Giglia, il presidente del Libero Consorzio comunale Giuseppe Pendolino, assistito dal segretario generale Pietro Amorosia. Insieme a lui i 12 membri del Consiglio eletti a suffragio ristretto con l'elezione di II° livello svoltasi il 27 aprile scorso ed i Dirigenti dell'Ente.
I consiglieri sono: per Forza Azzurri Alessandro Grassadonio (consigliere comunale di Sciacca), Domenico Scicolone (presidente del Consiglio comunale di Palma di Montechiaro) e Giovanni Cutrera (vice presidente del Consiglio comunale di Montevago); per la Dc Vito Terrana (Sindaco di Campobello di Licata), Rino Castronovo (consigliere comunale di Favara) e Anna Alongi (consigliere comunale di Menfi).
Ed ancora: per Uniti per Agrigento Anna Triglia (presidente del Consiglio comunale di Licata), Giuliano Traina (consigliere comunale di Cammarata) e Antonino Amato (consigliere comunale di Agrigento); per Fratelli d'Italia Gioacchino Nicastro (Sindaco di Casteltermini) e Milko Cinà (Sindaco di Bivona); per Insieme per la provincia di Agrigento Giuseppe Ambrogio (consigliere comunale di Sciacca).
Presenti all'incontro con la stampa il commissario straordinario Giovanni Bologna che ha governato l'Ente negli ultimi due anni che, ad inizio di seduta, ha ringraziato tutte le istituzioni del territorio e gli uffici del Libero Consorzio comunale per la proficua collaborazione ricevuta.
Si e' poi passati al giuramento, davanti al segretario generale, dei 12 membri del Consiglio del Libero Consorzio comunale.
I primi impegni ha dichiarato il presidente Pendolino, subito dopo l'insediamento, saranno le strade, le scuole ed il territorio. "Siamo consapevoli che dopo 12 anni si apre una nuova fase politica ed il mio impegno sarà quello di dare centralità al ruolo delle ex province in una dimensione moderna e innovativa", ha detto Pendolino.




AGRIGENTONOTIZIE

Prima seduta del consiglio provinciale, il presidente Pendolino: "Abbiamo bisogno di un po' di rodaggio, ma daremo risposte concrete"

Il sindaco di Aragona: "Dopo dodici anni in questo palazzo torna la politica che è linfa attiva e che fa muovere le cose, captando le reali necessità dei cittadini""Essendo da oggi tutti insediati, da questo momento in poi si inizia a lavorare. Abbiamo bisogno di un rodaggio perché sono elezioni nuove, con regole nuove che devono essere scritte e che quindi comporteranno delle modifiche ai regolamenti. Dopodiché inizieremo a lavorare per dare risposte concrete, anche perché dopo dodici anni in questo palazzo torna la politica che è linfa attiva e che fa muovere le cose e captare le reali necessità dei cittadini". Così ai microfoni di AgrigentoNotizie ha parlato il presidente del Libero consorzio comunale di Agrigento, Giuseppe Pendolino, a margine della prima seduta del consiglio provinciale che ha visto, in aula Giglia, il giuramento dei 12 membri eletti nei giorni scorsi.
Presente anche l'ex commissario straordinario dell'ente, Giovanni Bologna che ha retto l'ex provincia dal 18 settembre del 2023.
Per dovere di cronaca, segnaliamo anche le disposizioni dettate dalla polizia provinciale ai giornalisti che erano stati invitati alla prima seduta della pubblica Assise. A consiglio provinciale in corso, alcuni giornalisti che si erano seduti sui banchi liberi di aula Giglia sono stati fatti alzare da un agente. A fine seduta, dell'episodio è stato informato il presidente Pendolino che si è scusato con gli operatori dell'informazione.



CANICATTIWEB

Libero Consorzio comunale di Agrigento, si è insediato il nuovo Presidente Giuseppe Pendolino.

Si e' ufficialmente insediato presso l'aula Luigi Giglia, il Presidente del Libero Consorzio comunale Giuseppe Pendolino, assistito dal Segretario Generale Pietro Amorosia, e i 12 membri del Consiglio eletti a suffragio ristretto con l'elezione di II° livello svoltasi il 27 aprile scorso.
Presenti il Commissario straordinario Giovanni Bologna che ha governato l'Ente negli ultimi due anni che, ad inizio di seduta, ha ringraziato tutte le istituzioni del territorio e gli uffici del Libero Consorzio comunale per la proficua collaborazione ricevuta.
Si e' poi passati al giuramento, davanti al Segretario Generale, dei 12 membri del Consiglio del Libero Consorzio comunale: Alessandro Grassadonio, Domenico Scicolone, Cutrera Giovanni, Vito Terrana, Rino Castronovo, Anna Alongi, Anna Triglia, Giuliano Traina, Antonino Amato, Gioacchino Nicastro e Milko Cinà e Ambrogio Giuseppe.
"Siamo consapevoli che dopo 12 anni si apre una nuova fase politica ed il mio impegno sarà quello di dare centralità al ruolo delle ex province in una dimensione moderna e innovativa. I primi impegni, ha dichiarato il Presidente Pendolino, subito dopo l'insediamento, saranno le strade, le scuole ed il territorio".





GIORNALE DI SICILIA 

Svimez, Sicilia al top in Italia per la crescita del Pil nel 2024.

L'Isola si conferma tra le regioni più dinamiche. Segni positivi anche per l'occupazione, nel triennio 2022-2024 è stata trainata dall'industria.
«Dopo una variazione del 3,6% nel 2022 (media Mezzogiorno +4,6%), nel 2023 la crescita del Pil siciliano è stata del 2,2%, superiore sia alla media nazionale (0,7%) che a quella del Mezzogiorno (+1,3%). In quest'anno la Sicilia ha fatto registrare il più alto tasso di crescita tra le regioni italiane. Nel 2024, la Sicilia si conferma tra le regioni più dinamiche con una variazione del Pil pari al +1% (stima Svimez), superiore sia a quella del Centro Nord (+0,6%) che alla media delle regioni del Mezzogiorno (+0,8%)». Lo dice Il Report Svimez dal titolo «Una strategia possibile per la Sicilia del 2030: solidarietà, innovazione, competenze (SIC 2030)» che parte da un'analisi del quadro congiunturale sull'andamento dell'economia e dell'occupazione della Regione Siciliana nel periodo 2022-2024 e delle previsioni di crescita per il 2025. Il report verrà presentato il 9 Maggio nella sala Mattarella dell'Assemblea regionale siciliana nell'ambito del convegno dell'Anfir (Assemblea Nazionale Finanziarie Regionali) promosso da Irfis - FinSicilia.
«Nel 2025, la stima Svimez del Pil della Sicilia - dice il Report - si attesta a +0,6% mostrando come nel quadro di incertezza del contesto economico internazionale, e europeo, la Sicilia rimane la regione più dinamica del Mezzogiorno insieme alla Campania. L'andamento dell'occupazione in Sicilia mostra nel triennio 2022-2024, un incremento del +13,5% - superiore alla media del Mezzogiorno (+8,1%) e del Centro- Nord (+6,1%). In valori assoluti si tratta di un incremento di 174 mila occupati. La Sicilia continua, tuttavia, a presentare nel 2024 un divario nel tasso di occupazione (15-64 anni) rispetto alla media Europa (46,1% vs la media EU27 di 70,8%)».
Secondo il report in Sicilia, la crescita dell'occupazione nel triennio 2022-2024 è stata «trainata dall'industria (+24,7%; oltre 30mila occupati in più) e dalle costruzioni (+20,7%; 19mila occupati in più), seguiti dal terziario (+14,2%; oltre 136mila occupati in più); in calo gli occupati agricoli (-10,3%; oltre 12mila posti di lavoro persi). Nel settore manifatturiero, il maggiore incremento di occupati risulta nell'agroalimentare (+4.941) e nella produzione di macchinari e apparecchiature (+5.209). Nei servizi, invece, la maggiore crescita in termini di occupati si rileva nei settori: istruzione e sanità (+56.597), turismo (+23.391). Importante l'incremento occupazionale nel terziario avanzato: + 20.739 addetti nei servizi alle imprese (+15,6%) e + 5.487 occupati nei servizi ICT (+28,9%)».
La soddisfazione di Schifani
«Il Report Svimez restituisce un'immagine della Sicilia che cresce, che innova, che costruisce futuro - dice il presidente della Regione Schifani -. È un documento che conferma come, dall'inizio di questa legislatura, nell'ultimo triennio, la nostra regione abbia saputo imprimere una decisa accelerazione alla propria economia: la Sicilia ha fatto registrare nel 2023 la crescita del pil più alta d'Italia (+2,2%), superiore sia alla media nazionale (0,7%) che a quella del Mezzogiorno (+1,3%). E anche per il 2024 e per il 2025, pur in quadro di incertezza del contesto economico internazionale ed europeo, la Svimez stima che l'Isola resti tra le regioni più dinamiche».
«Ancora più significativi - prosegue Schifani - sono i numeri sull'occupazione: +13,5% nel triennio, pari a 174 mila nuovi posti di lavoro. Una crescita trainata da settori strategici come industria, costruzioni e servizi avanzati, ma che trova riscontri positivi anche nel rafforzamento dell'ecosistema dell'innovazione e nel rilancio dell'export agroalimentare, con la trasformazione alimentare che ha superato il miliardo di euro. Non possiamo non rilevare con soddisfazione anche i progressi sul fronte della formazione e dell'inserimento qualificato nel mondo del lavoro: la percentuale di giovani laureati che trovano impiego entro tre anni dal titolo è passata dal 38% del 2019 al 65% del 2023. Un dato che testimonia l'efficacia delle politiche regionali e dell'investimento sul capitale umano».
«Tuttavia - conclude il presidente della Regione - accanto a questi risultati incoraggianti, il Report ci ricorda che permangono alcune aree di fragilità, in particolare sul versante dell'occupazione giovanile e femminile. Tutto ciò ci impone di tenere alta l'attenzione e di intervenire con strumenti mirati e incisivi».







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