GIORNALE DI SICILIA
Editoria, dalla giunta Schifani via libera a contributi per 3 milioni alle imprese siciliane.
Via libera dalla giunta Schifani al decreto del presidente della Regione per la concessione di agevolazioni finanziarie a fondo perduto in favore dell'editoria e delle emittenti radiotelevisive che operano in Sicilia. Si tratta di risorse per 3 milioni di euro del Fondo Sicilia destinate alle imprese dell'editoria, sia cartacea che digitale, alle emittenti radiotelevisive e alle agenzie di stampa che producano un notiziario regionale sulla Sicilia da almeno un anno, che abbiano almeno un collaboratore attivo sul territorio della regione e con sede legale o operativa nell'Isola.
«La Regione Siciliana - dice il presidente Schifani - interviene in favore di un settore, quello della stampa, fondamentale in una società democratica per il suo ruolo di garanzia di un vitale pluralismo di voci e della trasparenza delle informazioni a tutela dei cittadini. È un sostegno concreto per le imprese che operano in Sicilia che si trovano a fronteggiare le radicali trasformazioni del mercato e una crisi che si prolunga».
Sarà Irfis Finsicilia a emanare, entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto, il bando con i termini e le modalità per presentare le domande e a erogare le somme.
Il plafond finanziario è ripartito in una quota base di 2,2 milioni, suddivisa secondo criteri che tengono conto - tra l'altro - del numero di giornalisti assunti e dei dati di diffusione di copie o di visualizzazioni, e in una quota premiale di 800 mila euro assegnata sulla base di requisiti generici come il numero di giornalisti assunti a tempo determinato in Sicilia, del periodo di attività della testata, e specifici come il numero di lanci, per le agenzie di stampa, il tempo medio di permanenza sulle pagine per le testate on line o la presenza sui social media delle testate di informazione per la diffusione dei contenuti.
SICILIATV
Comune ed ex provincia firmano convenzione per l'accesso ordinato e controllato alla Scala dei Turchi.
Il Comune di Realmonte ha firmato una convenzione con il Libero consorzio comunale di Agrigento per accedere in maniera ordinata e controllata alla Scala dei Turchi a tutela del patrimonio ambientale. Il costone di marna bianca più conosciuto al mondo era stato prima chiuso e poi riaperto alla fruizione dal commissario comunale dell'ente lo scorso 8 maggio ma con alcune limitazioni.
Tutto dovrà tenersi infatti in modalità controllata e contingentata applicando delle specifiche linee guida. Per questo il Comune ha firmato una convenzione con l'ex provincia, chiedendo appunto la collaborazione per la "regolamentazione e il controllo degli accessi valutando l'impiego della polizia provinciale e il servizio di protezione civile" per i prossimi due mesi.
Inoltre quest'ultimo fine settimana è partito il servizio di vigilanza ed è già attivo il servizio di prenotazione on line delle visite sul sito "My Scala dei Turchi" mentre sono in fase di attivazione le postazioni di prenotazione negli stabilimenti balneari e nei locali pubblici della costa che aderiranno all'iniziativa del commissario e dell'ufficio Scala dei Turchi.
ILSICILIA
Termovalorizzatori, Schifani: "Una sfida dura ma stiamo cambiando il sistema. Andiamo avanti con coraggio".
"Vi posso garantire che è una sfida pesante, è una sfida dura perché stiamo cambiando il sistema, lo stiamo cambiando in tutti i sensi. Non è facile ma andiamo avanti con coraggio". Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, nel corso di un evento di Forza Italia a Noto, in merito al tema dei termovalorizzatori.
"È una sfida che naturalmente ha bisogno di più anni per vederla consolidata e noi contiamo di consolidarla naturalmente nella prossima legislatura, nel momento in cui io dovessi avere la fiducia delle forze politiche nazionali per una prosecuzione del mandato. Però non ci possiamo fermare", ha aggiunto Schifani.
"Contiamo entro l'estate del prossimo anno di dare avvio all'appalto per la realizzazione dei termovalorizzatori. Già abbiamo avviato il bando per la progettazione, siamo avanti, abbiamo le somme, abbiamo le risorse 800 milioni, adesso le stiamo aumentando ulteriormente con i fondi Fesr, stiamo andando avanti come un treno", ha concluso il presidente Schifani.
IL.SICILIA
Crisi idrica, Schifani: "Siamo a buon punto. Entro luglio i primi tre dissalatori in Sicilia"
"Sull'emergenza idrica stiamo facendo tutto il possibile. C'è stato giorni fa un confronto del governo regionale con una grossa offerta da parte di un grossissimo operatore mondiale che dichiarava di voler investire 800 milioni 'pro bono' e il pro bono molti cittadini siciliani lo pensano gratis, e molti hanno abboccato, nel senso che pensavano fossero soldi gratis ma non era così". Così ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, nel corso dell'evento di Forza Italia a Noto in merito all'emergenza idrica in Sicilia
"Gli uffici hanno studiato, hanno verificato ovviamente che era un'offerta con un ritorno poi di parecchi miliardi perché loro realizzavano gratis, ma poi pretendevano 6 miliardi, perché poi giustamente pretendevano la concessione trentennale per l'uso di tutti quegli strumenti e un costo dell'acqua per Palermo e provincia che incideva singolarmente su ogni cittadino palermitano della provincia di 270 euro all'anno, 270 euro all'anno di acqua in più di costi per recuperare l'investimento. Noi abbiamo un programma diverso, un programma più composito, adottato già con delibera da aprile di quest'anno, che prevede tre dissalatori a Porto Empedocle, Trapani e Gela che quando mi sono insediato erano abbandonati da da 15 anni e in disuso. Abbiamo stanziato 90 milioni, li sta realizzando assieme a me il commissario straordinario del governo nazionale", aggiunge il governatore.
"Siamo a buon punto. Entro luglio questi tre dissalatori saranno in funzione. In più è partita ieri la gara per due grandi dissalatori a Palermo e provincia perché la zona critica ormai e' la Sicilia occidentale rispetto a quella orientale. Abbiamo il nostro progetto, il nostro piano, siamo intervenuti sulle sulle dighe, siamo intervenuti sulle traverse, sui fiumi per fare in modo che l'acqua non si perda. Abbiamo lavorato, abbiamo le idee chiare. Certo, c'è molto molto molto da fare", conclude Schifani.
LENTEPUBBLICA
TFR/TFS: i ritardi che costano caro ai dipendenti pubblici.
Più volte, sulle nostre pagine, abbiamo affrontato l'annoso tema dei ritardi nell'erogazione di TFR/TFS dei dipendenti pubblici. Ritardi che, spesso e volentieri, possono raggiungere anche i 7 anni, con inevitabili danni economici.
Per capirci meglio: per un lavoratore con un reddito di 30.000 euro che ha lasciato il servizio il 30 novembre 2022 e un Tfs stimato di 86.000 euro, la perdita complessiva risulta pari a 17.958 euro. Tale perdita sale a 25.310 euro per chi percepiva un salario di 40.000 euro e un Tfs di 114.667 euro, mentre chi guadagnava 60.000 euro e con un Tfs di 172.000 euro registra una perdita totale di 41.290 euro. Per un ulteriore approfondimento sull'argomento, potete consultare questo approfondimento.
La denuncia del CIV: su TFR/TFS dei dipendenti pubblici ritardi sistemici e carenze organizzative
Ebbene, proprio sul punto si è espresso il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV) dell'INPS, con la propria "Relazione di verifica per l'anno 2024", pubblicata in data 13 maggio 2025.
Nel documento, il CIV esamina in modo critico l'andamento delle procedure relative alla liquidazione del Trattamento di Fine Servizio (TFS) e del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) da parte dell'INPS, ponendo l'accento sul perdurare di ritardi sistemici, sugli oneri aggiuntivi derivanti dagli interessi di mora e sulla necessità di riforme procedurali, digitali e organizzative.
Giacenze in aumento e rivalse automatizzate: un sistema sotto pressione
La maggiore criticità attiene al tema degli interessi di mora e delle giacenze, più volte segnalato dal CIV - si segnala, in particolare, la deliberazione n. 2 del 23 gennaio 2024 - e dal Collegio dei Sindaci, che nel verbale n. 13 del 4 aprile 2024 ha evidenziato un peggioramento della situazione rispetto al trimestre precedente.
Proprio la crescita delle giacenze ha reso necessario un maggiore ricorso alle azioni di rivalsa nei confronti delle Amministrazioni inadempienti, rese più rapide grazie all'utilizzo dell'applicativo "rivalse", che consente un avvio semiautomatico delle richieste. Le azioni di recupero, infatti, sono quadruplicate, passando da 558 nel 2023 a 2.071 nel 2024.
Tuttavia, per affrontare efficacemente questa complessa situazione, resta fondamentale disporre di dati certi e dettagliati sull'intero processo produttivo delle liquidazioni, con una distinzione chiara tra prime liquidazioni e riliquidazioni e con indicatori precisi su giacenze, tempi di lavorazione e deflussi.
Le soluzioni parziali: gruppi di lavoro, digitalizzazione e formazione del personale
In tal senso, il CIV ha chiesto, con la già citata deliberazione n. 23/2024, la creazione di gruppi di lavoro a livello nazionale e territoriale, con l'obiettivo specifico di definire e gestire le pratiche giacenti. È stato quindi istituito un Gruppo di lavoro con finalità meramente analitiche e non operative, escludendo dunque lo smaltimento delle pratiche, compito rimasto in capo alle sedi territoriali. Al momento però, non sono stati resi noti gli esiti delle attività svolte da questo Gruppo.
Per rafforzare le attività di monitoraggio, l'Istituto ha inoltre identificato nell'applicativo MO.RE.DI. uno strumento essenziale per il controllo costante dell'andamento delle liquidazioni, anche attraverso nuove funzionalità che permetteranno, nel 2025, una rappresentazione più articolata dei flussi legati a TFS e TFR. Il "cruscotto gestionale", integrato con alert in prossimità delle scadenze di pagamento, dovrà fornire informazioni disaggregate e territoriali, oltre a rendere più agevole il monitoraggio delle azioni di rivalsa e delle motivazioni che determinano il pagamento degli interessi legali.
Altro punto riguarda la formazione del personale, ambito in cui, di recente, l'INPS ha investito parecchio, con interventi mirati a valorizzare le competenze esistenti e formare i nuovi assunti, in linea con le indicazioni del CIV.
Allo stesso tempo, si è lavorato per rafforzare la rilevanza delle prestazioni di fine servizio e fine rapporto nel Sistema di Misurazione e Valutazione della Performance, come strumento di monitoraggio produttivo e di gestione degli oneri lavorativi.
La riforma mancata e il contenzioso in crescita
Nonostante i numerosi progetti avviati, il CIV ha più volte ribadito la necessità di un progetto speciale organico, volto a ridurre concretamente i tempi di erogazione delle prestazioni, anche attraverso forme di anticipazione. Tale progetto, tuttavia, non è stato ancora elaborato.
I fattori che incidono sui ritardi - come le carenze organizzative, la disponibilità di personale e il completamento delle implementazioni tecnologiche - restano tuttora determinanti.
A complicare ulteriormente il quadro, vi è l'aumento delle diffide da parte degli iscritti che, in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale n. 130/2023, richiedono il pagamento del TFS senza dilazione e con riconoscimento degli interessi. In questo contesto, la Ragioneria Generale dello Stato ha espresso parere negativo sulla proposta di riforma della normativa vigente, ritenendola insostenibile per i conti pubblici. Va inoltre segnalato che la legge di Bilancio ha eliminato la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia anticipata a 65 anni, spostando di fatto la prima tranche del TFS a 12 mesi dopo il compimento dei 67 anni.
Una nuova questione di legittimità costituzionale
Si ricorda, inoltre, che di recente il TAR Marche ha sollevato (ancora) la questione di legittimità costituzionale, in quanto la dilazione del pagamento, combinata con l'assenza di rivalutazione monetaria, compromette il diritto alla retribuzione adeguata e proporzionata, generando una perdita economica concreta per i lavoratori. Per una disamina più approfondita, si rinvia a questo nostro articolo sull'argomento.
Un problema politico: quando lo Stato non rispetta i suoi impegni
Il quadro tracciato dal CIV restituisce un'immagine allarmante: i lavoratori pubblici, dopo una vita al servizio dello Stato, si vedono negato un diritto basilare quale la tempestiva corresponsione del proprio TFR/TFS. I ritardi cronici, uniti alla mancata attuazione di riforme strutturali e all'assenza di un piano organico di smaltimento, non sono più tollerabili e producono un danno economico e morale ingente, colpendo proprio chi, con il proprio lavoro, ha sostenuto il funzionamento della macchina pubblica. La formazione del personale, gli strumenti digitali e i gruppi di lavoro analitici restano misure parziali, che non risolvono il problema alla radice.
Occorre un intervento politico deciso, che riconosca l'urgenza del problema e metta al centro la tutela dei diritti dei lavoratori.
È lecito dunque chiedersi: che valore ha il lavoro pubblico, se lo Stato per primo non ne onora gli impegni? E fino a quando i dipendenti pubblici dovranno pagare lo scotto di inefficienze e ritardi che non dipendono da loro?
AGRIGENTONOTIZIE
Scala dei Turchi con gli accessi contingentati: firmato accordo con il Libero consorzio.
Gli agenti e i volontari della protezione civile si occuperanno di vigilare sull'area per evitare venga violata l'ordinanza disposta nelle scorse settimane.
Scala dei Turchi prima chiusa e poi riaperta ma con alcune limitazioni, il Comune di Realmonte firma convenzione con il Libero consorzio comunale di Agrigento per rafforzare le attività di controllo e tutela del patrimonio ambientale.
Come si ricorderà, il commissario comunale dell'ente lo scorso 8 maggio ha riaperto alla fruizione la scogliera bianca dopo una chiusura temporanea dovuta al peggioramento delle condizioni del bene. Tutto dovrà tenersi però in modalità controllata e contingentata applicando delle specifiche linee guida. Ciò che manca, ovviamente, sono le risorse umane necessarie per vigilare.
Per questo il Comune ha firmato una convenzione con l'ex provincia, chiedendo appunto l'aiuto per la "regolamentazione e il controllo degli accessi valutando l'impiego della polizia provinciale e il servizio di protezione civile" per i prossimi 2 mesi. E' chiaro che ci si potrà aspettare un aumento ragguardevole dei visitatori soprattutto nel periodo estivo, quando l'area sarà meta di un enorme numero di turisti
GIORNALE DI SICILIA
Beni culturali, dalla Regione oltre 3 milioni di euro per la conservazione del patrimonio artistico.
Le risorse, provenienti da fondi regionali, serviranno a finanziare i progetti presentati da musei, soprintendenze, parchi archeologici e biblioteche. Oltre 3 milioni di euro dal dipartimento dei Beni culturali della Regione Siciliana per interventi di restauro e conservazione del patrimonio artistico dell'Isola. Le risorse, provenienti da fondi regionali, serviranno a finanziare i progetti presentati da musei, soprintendenze, parchi archeologici e biblioteche.
«Un investimento concreto - ha detto l'assessore ai Beni culturali e all'identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato - a favore della valorizzazione e della protezione del ricco patrimonio culturale siciliano. La tutela dei nostri tesori, affinché possano essere preservati nel tempo e trasmessi alle nuove generazioni, è una priorità per il governo Schifani. Grazie a questi interventi sarà possibile agire sia su beni mobili che immobili, comprese opere d'arte, monumenti e materiale librario».
Nel dettaglio, i fondi verranno così ripartiti: 114 mila euro per il restauro, la rilegatura e la conservazione di materiale bibliografico e archivistico raro e di pregio; 1,22 milioni per la tutela, la custodia, la manutenzione e il restauro di beni monumentali, naturali e ambientali, come chiese, palazzi storici e giardini; 509 mila euro per esplorazioni e scavi archeologici, con l'obiettivo di migliorare l'agibilità, la manutenzione e la valorizzazione di aree e reperti; 1,723 milioni per la tutela, il restauro e la conservazione di opere d'arte mobili, come dipinti, statue, paramenti sacri e fercoli.