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agrigentonotizie.it

Ecua si rivolge al Tar per bloccare decreto ingiuntivo da otto milioni: ricorso inammissibile
Dopo 9 anni, secondo i giudici amministrativi sulla questione posta dall'università di Palermo dovrà pronunciarsi la giustizia ordinaria

Per lungo tempo si è lasciato intendere che la "spada di Damocle" da otto milioni di euro che pendeva sul capo del consorzio universitario di Agrigento, oggi Ecua, fosse stata in qualche modo disinnescata da una interlocuzione tra gli enti coinvolti. Oggi su quel fronte non si registrano novità, mentre a dare una direzione alla vicenda da un punto di vista legale sono i tribunali.È arrivato in decisione in questi giorni un ricorso che l'allora Cupa aveva depositato contro Palermo nel lontano 2016 per una vicenda che risale ancora più indietro nel tempo. Era il 2013, quando, casualmente, durante i lavori di un'assemblea dei soci del consorzio l'ex presidente della Camera di commercio Vittorio Messina fece rilevare l'esistenza di questo debito inserito nei bilanci di Unipa ma non in quelli del Consorzio. Così si continuò a fare per anni finché Palermo non ha deciso di riscattare quelle somme e si è rivolta al tribunale amministrativo regionale per agire in modo definitivo.A lanciare un appello e rendere pubblica la vicenda fu, il 29 agosto scorso, la Cgil di Agrigento, riportando all'attenzione dei più una storia che affonda le proprie radici nel passato prossimo dell'università agrigentina che, più di recente, sta sperando in un accordo transattivo. Adesso, dopo 9 anni, arriva il pronunciamento del Tar, che però di fatto si dichiara incompetente rispetto alla vicenda, sostenendo invece che a occuparsene dovrebbe essere il giudice ordinario. "L'oggetto del giudizio - dice la sentenza - è costituito esclusivamente dalla pretesa patrimoniale vantata dall'università - contenuta nell'ordinanza ingiunzione opposta e ribadita con il ricorso incidentale/domanda riconvenzionale - rispetto alla quale l'opposizione del consorzio - e più in particolare la specifica domanda di accertamento "dei ripetuti inadempimenti da parte dell'Università di Palermo alle convenzioni sottoscritte con il Consorzio ricorrente in data 28/6/2002, 31/8/2010, 15/4/2013" - si configura quale eccezione/contestazione della debenza delle somme richieste". Per questo il ricorso è stato ritenuto inammissibile "per difetto di giurisdizione del giudice amministrativo in favore del giudice ordinario, presso il quale la parte ricorrente potrà procedere alla riassunzione del giudizio". 


GIORNALE DI SICILIA 

Acqua dal fondo dei bacini per irrigare le campagne.

Messo a punto dalla Regione un piano per utilizzare le «zattere» di galleggiamento e liberare volumi dai residui di terra. Un rimedio nella previsione di un'estate difficile.
È ancora presto per capire se ci saranno danni e tracciare una previsione dell'ammanco produttivo, ma è già certo che, causa siccità, per gli agricoltori siciliani l'estate non sarà una passeggiata e così, visto l'ammanco d'acqua registrato nei bacini della Sicilia occidentale, l'assessorato regionale all'Agricoltura sta preparando un piano per garantire le irrigazioni di soccorso, «valutando le condizioni delle dighe a uso promiscuo» - potabile e irriguo - «per recuperare all'interno delle strutture volumi idrici che teoricamente non sarebbero disponibili, da utilizzare solo per le coltivazioni.

Il tutto, senza togliere nulla alle risorse necessarie al fabbisogno domestico». Parole del titolare della delega, Salvatore Barbagallo, che ha già dato mandato di procurare gli strumenti utili a cercare queste riserve d'acqua.

Il metodo principale è quello delle zattere di galleggiamento, adoperato lo scorso anno in alcuni invasi a uso potabile ridotti quasi a pozzanghere, come il Fanaco: mezzi che riuscirebbero a «pescare» diversi metri cubi dagli spazi morti degli impianti, coperti in parte da fango e detriti. Sistemi che, rimarca l'assessore, «non è affatto detto vengano impiegati. Dipenderà dalle condizioni meteo, da qui ad ottobre».



GIORNALE DI SICILIA

Referendum 8 e 9 giugno: quali sono le posizioni dei partiti.

Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia si sono schierati per l'astensione rispetto ai 5 referendum. Diversa la posizione di Noi Moderati di Maurizio Lupi che ha annunciato di votare No su tutti i quesiti.
Diversificata la posizione dei partiti di opposizione, con Alleanza Verdi-Sinistra schierata per il sì a tutti e cinque i quesiti. Il Pd ha una linea ufficiale a favore del Sì su tutti i referendum. Anche se alcuni esponenti dem hanno annunciato che voteranno Sì solo ai quesiti sulla cittadinanza e sullasicurezza sul lavoro, e No agli altri tre che coinvolgono, inparte, il Jobs Act.
Il Movimento 5 Stelle ha invitato i suoi elettori a votare Sì sui quattro referendum sul lavoro, lasciando libertà di voto su quello relativo alla cittadinanza (su cui il presidente Giuseppe Conte ha dichiarato comunque che voterà Sì). Azione ha annunciato che voterà Sì sul quesito sulla cittadinanza e No su quelli relativi al lavoro.
Per quanto riguarda Italia Viva, Matteo Renzi ha invitato i suoi elettori a votare Sì al quesito sulla cittadinanza, No al quesito sui licenziamenti e i contratti a tutele crescenti sui licenziamenti e a quello sulla reintroduzione delle causali nei contratti a tempo determinato. E ha lasciato libertà di voto sugli altri due quesiti: quello sulla responsabilità in caso di incidenti sul lavoro e quello sui licenziamenti, e i relativi risarcimenti, nelle piccole imprese.
Più Europa è a favore di due Sì (su cittadinanza e sicurezza sul lavoro) - e del no sugli altri tre quesiti.



LENTEPUBBLICA

Il TAR ha deciso: stop identificazione obbligatoria ospiti nelle strutture ricettive

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha annullato la circolare del Ministero dell'Interno che imponeva alle strutture ricettive l'identificazione obbligatoria degli ospiti.
Secondo i giudici, la misura risulta non solo in contrasto con la normativa vigente, ma anche priva di una motivazione concreta e documentata.
Lo scontro normativo: la circolare vs. la riforma del 2011
La disposizione contestata reintrodurrebbe un obbligo superato dalla riforma del 2011 dell'articolo 109 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (TULPS). Tale modifica, volta a semplificare le procedure amministrative, aveva eliminato la necessità di una verifica in presenza dell'identità degli alloggiati, affidando ai gestori il solo compito di acquisire i dati anagrafici tramite documento e inviarli alle Questure tramite il portale "Alloggiati Web".
Motivazioni del TAR: misura sproporzionata e non giustificata
Nella sentenza, il TAR rileva diverse criticità:
Contrasto con la normativa vigente: la circolare impone un obbligo abrogato da oltre un decennio, ripristinando un onere amministrativo senza considerare le modifiche legislative in vigore.
Inefficacia della misura: la verifica "de visu" dell'identità non è in grado di prevenire realmente l'utilizzo improprio dell'alloggio, poiché non impedisce a un ospite identificato di consegnare le chiavi a terzi non registrati.
Assenza di dati oggettivi: la decisione del Viminale non è supportata da evidenze statistiche né da analisi comparative. Le giustificazioni addotte - come l'aumento delle locazioni brevi in vista del Giubileo o la situazione internazionale - restano generiche e prive di fondamento documentale.
Violazione del principio di proporzionalità: non si spiega perché non siano state considerate alternative meno invasive, come l'identificazione da remoto, che avrebbero potuto garantire sicurezza senza aggravare gli oneri per i gestori.
Circolare immediatamente impugnabile
Il TAR ha inoltre rigettato l'eccezione del Ministero secondo cui la circolare non sarebbe stata immediatamente impugnabile. I giudici hanno chiarito che un atto che impone obblighi concreti e diretti ai destinatari è autonomamente lesivo e può essere contestato subito, senza attendere un successivo provvedimento applicativo.
La decisione finale
Alla luce delle argomentazioni esposte, il Tribunale ha accolto il ricorso, annullando il provvedimento ministeriale. Le amministrazioni soccombenti sono state condannate al pagamento delle spese processuali, per un importo di 2.000 euro, oltre agli oneri accessori.
Implicazioni per il settore turistico
La sentenza rappresenta una vittoria per gli operatori del turismo, che avevano criticato la circolare per i costi e le complicazioni operative che avrebbe comportato. Con questo pronunciamento, viene riaffermato il principio secondo cui la semplificazione amministrativa deve prevalere su misure restrittive prive di fondamento oggettivo.
In conclusione, il TAR ha stabilito che la sicurezza pubblica non può giustificare obblighi sproporzionati e non supportati da dati, riportando al centro dell'azione amministrativa i principi di ragionevolezza, efficacia e rispetto della legge.


LENTEPUBBLICA

Tagli strade: le Province convocate dal Ministro Salvini.

Gandolfi "Chiarezza sui dati di spesa: le Province hanno impegnato quasi il 95%".
"Il 3 giugno prossimo il Ministro Salvini ci ha convocati al Ministero per discutere insieme delle soluzioni che il Governo dovrà adottare per azzerare il taglio del 70% dei fondi destinati alla messa in sicurezza delle strade provinciali per il 2025 e 2026. Al Ministro porterò i risultati di un monitoraggio che stiamo realizzando come UPI in questi giorni per verificare lo stato della spesa delle Province sulle risorse che ci sono state assegnate, perché su questo occorre fare chiarezza. Da questa analisi risulta che a livello nazionale le Province hanno impegnato circa il 95% delle risorse che ci sono state assegnate e hanno speso oltre l'80% del totale e ciò che non è stato ad oggi speso è semplicemente perché diversi cantieri complessi sono ancora in corso. Tutto ciò nonostante le Province debbano lavorare con un personale estremamente ridotto, dimezzato nel 2015. Altroché inefficienze!".Education resources
Lo ha annunciato il Presidente di UPI Pasquale Gandolfi, intervenendo agli Stati Generali della Mobilità sicura organizzati dalla Provincia di Treviso.
"Oggi - ha detto Gandolfi - siamo qui per parlare dei progetti delle Province per sostenere azioni e campagne di informazione sulla sicurezza stradale rivolta ai ragazzi e alle ragazze. Ma se è essenziale promuovere iniziative culturali per incidere sugli stili di vita dei giovani , abbiamo anche il dovere come istituzioni di rispondere ai cittadini che si aspettano strade sicure. Un impegno che le Province stanno portando avanti e che non deve essere interrotto. Di questo parleremo con il Ministro Salvini in pieno spirito di collaborazione istituzionale. La nostra priorità è di uscire dall'incontro con la certezza dell'azzeramento dei tagli per il 2025 e 2026 e l'apertura di un confronto sulle risorse per i programmi futuri".


AGRIGENTONOTIZIE.IT

L'elezione di Pendolino al Libero consorzio, La Mendola: "Aeroporto priorità"

Il presidente dell'ordine degli architetti: "Quelli per il potenziamento dei porti e per la realizzazione dell'alta velocità ferroviaria, sono subordinati all'attraversamento veloce dello Stretto e quindi alla costruzione del ponte, mentre lo scalo aeroportuale di Licata è un'opera puntuale che potrebbe funzionare anche in assenza di infrastrutture complementari"
Il Libero consorzio comunale ha di nuovo una guida, sarà dunque possibile portare avanti il rilancio socio-economico. E per Rino La Mendola, presidente dell'ordine degli architetti, l'obiettivo prioritario non può che essere l'aeroporto. 
"La nostra terra - afferma il presidente dell'Ordine degli architetti, Rino La Mendola - ha bisogno di superare l'atavico gap infrastrutturale che non ci ha mai consentito di capitalizzare le nostre straordinarie risorse culturali, paesaggistiche e ambientali. Sono due le infrastrutture più utili e urgenti: la prima è la Gela-Castelvetrano, utile a collegare finalmente il territorio agrigentino all'anello autostradale regionale ma sappiamo bene che la realizzazione di tale infrastruttura statale non rientra tra le competenze dell'ente provinciale. La seconda, non certo in ordine di importanza, è la realizzazione dell'aeroporto nella Piana di Licata che dovrebbe costituire la priorità assoluta per il Libero consorzio comunale, rientrando tra i compiti di istituto dell'ente. Tutto ciò - prosegue La Mendola - anche nella consapevolezza che altri lavori, come quelli per il potenziamento dei porti e per la realizzazione dell'alta velocità ferroviaria, sono subordinati all'attraversamento veloce dello Stretto e quindi alla costruzione del ponte, mentre l'aeroporto di Licata è un'opera puntuale che potrebbe funzionare anche in assenza di infrastrutture complementari. Siamo convinti che le perplessità del governo centrale e degli organi tecnici nazionali sulla realizzazione dell'importante infrastruttura, cadrebbero immediatamente se gli studi tecnici presentati (in fase di integrazione) fossero supportati da un deciso impegno politico locale. Ecco perché gli architetti - conclude La Mendola - augurando buon lavoro al presidente Pendolino, auspicano che la realizzazione dell'aeroporto nella Piana di Licata venga considerato un obiettivo prioritario del suo programma". 


AGRIGENTOOGGI

Gli architetti agrigentini: "Aeroporto obiettivo prioritario"

La recente elezione del presidente Giuseppe Pendolino restituisce, di fatto, una guida politica al Libero Consorzio Comunale di Agrigento che potrà così portare avanti un programma per il rilancio socio-economico del territorio provinciale. Per gli architetti, l'aeroporto dovrebbe essere l'obiettivo prioritario, in quanto pienamente rientrante tra le competenze del Libero Consorzio. "La nostra terra - afferma il presidente dell'Ordine degli architetti, Rino La Mendola - ha bisogno di superare l'atavico gap infrastrutturale che non ci ha mai consentito di capitalizzare le nostre straordinarie risorse culturali, paesaggistiche ed ambientali". "Sono due le infrastrutture più utili ed urgenti - prosegue La Mendola -: la prima è la Gela-Castelvetrano, utile a collegare finalmente il territorio agrigentino all'anello autostradale regionale ma sappiamo bene che la realizzazione di tale infrastruttura statale non rientra tra le competenze dell'Ente provinciale. La seconda, non certo in ordine di importanza, è la realizzazione dell'aeroporto nella Piana di Licata che dovrebbe costituire la priorità assoluta per il Libero Consorzio Comunale, rientrando tra i compiti di istituto dell'Ente".
"Tutto ciò anche nella consapevolezza che altri lavori, come quelli per il potenziamento dei porti e per la realizzazione dell'alta velocità ferroviaria, sono subordinati all'attraversamento veloce dello Stretto e quindi alla costruzione del Ponte, mentre l'aeroporto di Licata è un'opera puntuale che potrebbe funzionare anche in assenza di infrastrutture complementari. Siamo convinti che le perplessità del Governo centrale e degli organi tecnici nazionali sulla realizzazione dell'importante infrastruttura, cadrebbero immediatamente se gli studi tecnici presentati (in fase di integrazione) fossero supportati da un deciso impegno politico locale. Ecco perché gli architetti - conclude La Mendola - augurando buon lavoro al presidente Pendolino, auspicano che la realizzazione dell'aeroporto nella Piana di Licata venga considerato un obiettivo prioritario del suo programma".


SCRIVOLIBERO

Si conclude oggi la "Festa del Viaggio": appuntamento alle 21 nel chiostro della Provincia.

Si concluderà oggi, 30 maggio, la rassegna la "Festa del Viaggio", lanciata lunedì scorso nel contesto delle iniziative di Agrigento Capitale della Cultura 2025 dalla "Strada degli Scrittori", nell'ambito del progetto "Le Piazze della Capitale".Si chiude con un omaggio a Sebastiano Tusa, l'archeologo tragicamente scomparso che, da assessore ai Beni culturali della Regione siciliana, fece scoprire i viaggi in fondo al mare per recuperare i tesori celati negli abissi, fondatore della Soprintendenza al mare, poi guidata dalla moglie Valeria Li Vigni, presente alla terza serata della "Festa" per un collegamento con Aldo Cazzullo, lo scrittore dei viaggi letterari e di tante "giornate particolari".
Fra gli artisti Salvatore Nocera Bracco che proporrà il viaggio di Dante in Sicilia. Si parla anche di mobilità fra le "piazze letterarie" che ruotano attorno alla Valle dei Templi con Pietro Fattori, responsabile della comunicazione esterna della Fondazione Ferrovie dello Stato. Sulle stesse "piazze" intervengono le scrittrici Antonina Nocera, Fulvia Toscano e Marinella Fiume
Le prime due serate, sono state animate, fra gli altri, da Licia Colò, la "signora del viaggio" di tanti itinerari televisivi, dalla direttrice di Bell'Italia Emanuela Rosa-Clot, dal direttore editoriale del Touring Club Ottavio Di Brizzi, dagli scrittori Gaetano Basile, Gaetano Savatteri, Lidia Tilotta e dal fotografo d'arte Pucci Scafidi.
Conduce Felice Cavallaro alle ore 21 anche l'ultima serata della Festa, ospitata nel chiostro del Palazzo di Provincia e della Prefettura grazie alla disponibilità del prefetto Salvatore Caccamo e del presidente della Provincia Giuseppe Pendolino. Ingresso libero fino ad esaurimento posti con riserva per chi ha già prenotato online.


SICILIATV

Gli architetti: "La Provincia di Agrigento riconquista guida politica. Aeroporto obiettivo prioritario"

La recente elezione del presidente Giuseppe Pendolino restituisce, di fatto, una guida politica al Libero Consorzio Comunale di Agrigento che potrà così portare avanti un programma per il rilancio socio-economico del territorio provinciale. Per gli architetti, l'aeroporto dovrebbe essere l'obiettivo prioritario, in quanto pienamente rientrante tra le competenze del Libero Consorzio. "La nostra terra - afferma il presidente dell'Ordine degli architetti, Rino La Mendola - ha bisogno di superare l'atavico gap infrastrutturale che non ci ha mai consentito di capitalizzare le nostre straordinarie risorse culturali, paesaggistiche ed ambientali".
"Sono due le infrastrutture più utili ed urgenti - prosegue La Mendola -: la prima è la Gela-Castelvetrano, utile a collegare finalmente il territorio agrigentino all'anello autostradale regionale ma sappiamo bene che la realizzazione di tale infrastruttura statale non rientra tra le competenze dell'Ente provinciale. La seconda, non certo in ordine di importanza, è la realizzazione dell'aeroporto nella Piana di Licata che dovrebbe costituire la priorità assoluta per il Libero Consorzio Comunale, rientrando tra i compiti di istituto dell'Ente".
"Tutto ciò anche nella consapevolezza che altri lavori, come quelli per il potenziamento dei porti e per la realizzazione dell'alta velocità ferroviaria, sono subordinati all'attraversamento veloce dello Stretto e quindi alla costruzione del Ponte, mentre l'aeroporto di Licata è un'opera puntuale che potrebbe funzionare anche in assenza di infrastrutture complementari. Siamo convinti che le perplessità del Governo centrale e degli organi tecnici nazionali sulla realizzazione dell'importante infrastruttura, cadrebbero immediatamente se gli studi tecnici presentati (in fase di integrazione) fossero supportati da un deciso impegno politico locale. Ecco perché gli architetti - conclude La Mendola - augurando buon lavoro al presidente Pendolino, auspicano che la realizzazione dell'aeroporto nella Piana di Licata venga considerato un obiettivo prioritario del suo programma".



grandangoloagrigento.it

Appalti e mazzette", l'attivismo per le elezioni provinciali: se vince Cuffaro schiaccerà Gallo e Di MauroL'inchiesta ha messo a nudo anche un altro aspetto significativo: veniva chiesto agli elettori la foto della scheda elettorale

Il legame tra il mondo della politica e quello dell'imprenditoria si sarebbe manifestato con evidenza anche nelle ultime elezioni provinciali.Emerge anche questo "spaccato" tra le carte della maxi inchiesta della Procura di Agrigento che ipotizza l'esistenza di un "sistema" in grado di pilotare gli appalti pubblici. Le indagini, tuttora in corso, hanno portato lo scorso 14 maggio all'arresto di cinque persone con le accuse di associazione a delinquere, corruzione, turbata libertà degli incanti e altro.Tra queste spiccano gli imprenditori favaresi Dino Caramazza e Luigi Sutera Sardo oltre che il "super dirigente" Sebastiano Alesci. Tutti - secondo l'ipotesi della Procura guidata da Giovanni Di Leo - farebbero parte di un gruppo al cui vertice vi è l'ex assessore regionale Roberto Di Mauro, anche lui indagato nella stessa inchiesta.E proprio gli imprenditori, così come il burocrate licatese, sarebbero stati i protagonisti di un certo attivismo manifestato durante le ultime elezioni provinciali concluse lo scorso 27 aprile con la vittoria del candidato designato da Di Mauro: il sindaco di Aragona, Giuseppe Pendolino. Al netto delle eventuali responsabilità penali, e fermo restando che il principio di non colpevolezza riguarda tutti, la Squadra mobile di Agrigento monitora attraverso una corposa attività di intercettazione anche le dinamiche legate alla tornata elettorale.E agli investigatori, guidati dal vicequestore Vincenzo Perta, balza certamente all'occhio il dinamismo degli imprenditori favaresi e del dirigente licatese nel cercare i voti dei consiglieri comunali che poi si recheranno alle urne per le elezioni di secondo livello.L'esistenza del legame tra il mondo politico e quello imprenditoriale si percepisce grazi ad alcune telefonate intercettate che hanno per interlocutori l'on. Roberto Di Mauro, l'architetto Alesci e l'imprenditore Luigi Sutera Sardo. Il primo chiama al telefono Alesci per sapere dei voti certi in loro favore provenienti dal comune di Favara. L'architetto Io rassicurava dandogli conferma di un voto e garantiva che avrebbe incontrato l'altra persona in settimana, cosa che  l'ex assessore raccomandava di fare.Tra il 9 e l'11 aprile vengono intercettate alcune chiamate dell'imprenditore Caramazza che non fa certamente mistero della sua appartenenza allo schieramento Di Mauro, utilizzando il plurale ("da questa parte con noi") e indicando in un "forestiero" di Licata e nel presidente Pendolino le scelte designate.A pochi giorni dalle elezioni, invece, sono diverse le chiamate intercettate tra l'onorevole Di Mauro e il dirigente Alesci ma anche quelle tra quest'ultimo e l'imprenditore Sutera Sardo. Il burocrate chiede all'imprenditore conferma di due voti a Favara con la raccomandazione di una fotografia. Gli investigatori collegano l'episodio a quanto accaduto qualche giorno prima poichè, in una intercettazione ambientale, analoga richiesta era stata avanzata da Di Mauro ad Alesci con quest'ultimo che lo rassicurava dopo aver parlato con la consigliera da eleggere.In un'altra conversazione registrata l'architetto Alesci disquisisce di politica e del peso specifico politico di Di Mauro in relazione alla situazione conflittuale di quest'ultimo con il presidente della regione, Schifani, vicenda nota perché ne hanno parlato tutti i media. Sutera Sardo chiede ad Alesci, in ragione dei dissapori tra Di Mauro e Schifani se il primo comandasse ancora. E ricevuta risposta affermativa spiega che così continuando l'ex presidente della Regione Totò Cuffaro avrebbe schiacciato sia Di Mauro che Riccardo Gallo, entrambi politici di peso nel contesto della politica regionale. Per Sutera Sardo le elezioni provinciali sono un banco di prova decisivo e  se Gallo e Di Mauro dovessero perdere le elezioni  provinciali, Cuffaro li schiaccia e non li avrebbe fatto più muovere.



agrigentooggi.it

L'appello della Consulta: Per salvare l'Acqua Pubblica vengano commissariati i Sindaci e l'intero servizio idrico provinciale.

Per la Consulta di AICA Alvise Gangarossa  "Assistiamo con grande preoccupazione alla tempesta sempre più intensa che si sta abbattendo sull'intero Servizio Idrico dell'Ambito provinciale di Agrigento.Con preoccupazione, ma non con stupore, nè con sorpresa, tant'è vero che la tanto vituperata Consulta di AICA si è mossa con largo anticipo, stimolando le istituzioni a più livelli, perchè si agisse in tempo per scongiurare lo spettacolo avvilente a cui oggi stiamo purtroppo assistendo. La magistratura, che ad Agrigento nell'applicare la legge sta tutelando i diritti dei Cittadini, ha meritoriamente fatto emergere spaccati di malaffare che investono in pieno il potere politico e ci auguriamo che vada fino in fondo a questa vicenda accertando ogni responsabilità penale.Non si pensi però di attribuire all'azione della magistratura (che è quella di colpire reati già avvenuti e sanzionare danni già procurati) una sorta di funzione di riordino del Servizio Idrico in senso politico-istituzionale.Quest'ultimo è ciò che manca, ed è responsabilità dei Sindaci dell'Ambito provinciale di Agrigento, i quali, leggendo i loro recenti comunicati, non cessano di mettere in scena uno stantio gioco delle parti, agitando demagogicamente la soluzione del commissariamento di AICA (la sostituzione del Consiglio di amministrazione? La sostituzione del Direttore generale?) come la cura risolutiva dell'attuale gravissima crisi.Vi è piuttosto la concreta possibilità che un commissarimento dei soli vertici gestionali di AICA non sia affatto risolutivo in assenza di un riordino complessivo e definitivo dell'intero Servizio Idrico, a partire dalla correzione di quelle inadempienze dell'Ente di Governo dell'Ambito, cioè dell'assemblea dei Sindaci, che determina in ogni suo aspetto l'andamento del Servizio e lo stato di salute del Gestore.Sono infatti i Sindaci in ATI che dopo quattro anni di bilanci in rosso non hanno ancora adempiuto al riequilibrio economico finanziario e produttivo, come previsto per legge e dalla convenzione tra ATI e Gestore, e non hanno ancora affrontato con serietà e responsabilità l'unica questione davvero determinante per la sorte dell'acqua pubblica: se AICA non è sostenibile dal punto di vista economico finanziario COSA SI DEVE FARE PER RENDERLA TALE?E qui si inseriscono i cinquanta e più interventi della Consulta, tutti volti alla correzione, in linea con le regole di settore, di quelle irregolarità, di quelle inadempienze, di quelle omissioni, che determinano la crisi profonda del Gestore pubblico e il pessimo Servizio Idrico pagato a caro prezzo dall'utenza.La magistratura sta apportando un enorme contributo documentale a ciò che i cittadini sanno benissimo, ovvero che il potere politico nel settore idrico (come anche nei rifiuti e nella sanità) determina, con le proprie decisioni, la (pessima) qualità dei servizi al cittadino.Quindi la perdita dei finanziamenti per la rete idrica di Agrigento non avviene per uno scherzo del destino, ma per precise macchinazioni politico-affaristiche che privilegiano gli interessi particolari piuttosto che il miglioramento del servizio pubblico e la tutela del bene comune.Peraltro non si può trascurare che le indagini stiano coinvolgendo pienamente l'ex Assessore regionale all'Ambiente, l'agrigentino Roberto Di Mauro, dante causa di molti Sindaci di peso e molto vicino ai vertici di AICA.Si può proseguire di questo passo affermando che se AICA non ha incassato sedici milioni di euro in quattro anni è perchè i Sindaci ritengono impopolare l'installazione dei vetritremila contatori, che metterebbero fine ai contratti a forfait fuorilegge dal 1996, nonostante fossero disponibili finanziamenti per 14 milioni di Euro a questo scopo.Oppure ancora si può affermare che se AICA non è ancora il Gestore Unico dell'Ambito provinciale è perchè i Sindaci resistono pervicacemente alla cessione delle utenze del Voltano e del Tre Sorgenti, così cagionando al Gestore ulteriore danno erariale di circa quattro milioni di euro in quattro anni.Lo stesso si può affermare per i Comuni di Palma Di Montechiaro e Camastra che resistono all'entrata in AICA, come anche i Comuni salvaguardati della montagna, ricchi d'acqua ma poveri dei requisiti di legge necessari, il tutto con l'avallo dell'ATI nonostante ci siano diverse sentenze del TAR che impongono invece il rispetto delle norme e la cessione del servizio in favore del Gestore Unico e legittimo.Ulteriori sei milioni e mezzo di mancati introiti in AICA vengono dalle bollette delle utenze comunali non pagate da parte degli stessi Comuni soci.La mancata ricerca degli abusivi e i furti d'acqua da parte di AICA ha certamente comportato mancati introiti per diversi milioni tenendo conto che era una delle attività di punta della gestione commissariale prefettizia precedente.L'incresciosa gestione dei rapporti con Siciliacque è un altro capitolo che testimonia come siano stati gli equilibri politici a livello regionale a determinare l'aumento della dipendenza idrica di AICA nei confronti di Siciliacque, quando l'Ente di Governo d'Ambito, con una governance degna di questo nome, avrebbe dovuto fare esattemente il contrario, cioè diminuire la quota di acqua comprata a caro prezzo dal Sovrambito e trovarne di propria per rendere sostenibili i bilanci del Gestore pubblico. Invece oggi ad AICA è stato contestato un debito nei confronti di Siciliacque di 19 milioni di Euro di acqua prelevata e non pagata, somma che ricade direttamente sulle casse comunali dei Comuni soci per i quali è stato disposto il pignoramento di una prima trance, pari a poco più di due milioni.Come si è visto con una governace preparata e attenta e con una classe politica interessata alla qualità dei servizi al cittadino e alla salvaguardia dei beni comuni, AICA sarebbe davvero un Gestore pubblico fiore all'occhiello, ne ha tutte le potenzialità se solo la nostra provincia riuscisse ad esprimere una classe dirigente più dignitosa (e meno criminosa) di quella che ci tocca subire.Ci chiediamo cos'altro debba capitare ancora perchè la politica sana e le istituzioni preposte si attivino in modo serio e responsabile alla concreta risoluzione della questione idrica, a partire dalle inadempienze dell'ATI fino alle responsabilità dell'attuale governance di AICA.Non si pensi però di  agitare interventi demagogici che indichino marginali capri espiatori in AICA, o soluzioni finali che puntino a liquidare con faciloneria l'esperienza dell'acqua pubblica nel nostro ambito, lasciando indenni i maggiori responsabili della crisi dell'acqua, ovvero i Sindaci e il potere politico che essi rappresentano e difendono, troppo spesso, contro l'interesse dei cittadini, delle comunità e del bene comune.

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