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Enti di area vasta: vertici politici eletti, ma senza circolare esplicativaIn Sicilia, dopo l'elezione dei vertici politici di Liberi consorzi e Città metropolitane, per avviare l'attività degli enti di Area vasta in Sicilia sembra necessiti un intervento legislativo dell'Assemblea Regionale Siciliana o una circolare esplicativa dell'Assessorato alle Autonomie locali, a chiarimento della legge Delrio, vecchia ormai più di un decennio. Focus del Dottor Luciano Catania.Perché serve sempre una circolare esplicativa? Beh, è ovvio: non sia mai che una norma venga capita al primo colpo.La legge, si sa, è fatta per essere interpretata. E reinterpretata. E poi spiegata, parafrasata, sintetizzata, ampliata, contraddetta, rettificata e infine... chiarita con una bella circolare esplicativa.Occorre che la norma poco chiara venga resa relativamente incomprensibile.
Insomma, la circolare esplicativa è come il sottotitolo di un film muto: inutile, ma rassicurante.
Vertici politici enti di area vasta: occorre la circolare esplicativa
Per avviare il confronto democratico interno alle forze politiche che compongono i Consigli dei Liberi consorzi e delle Città metropolitane necessita che vengano approvati gli statuti ed i regolamenti, ma per approvare questi atti fondamentali necessita la circolare esplicativa, per la cui emanazione occorre un atto di impulso, che al mercato mio padre comprò.Nel resto d'Italia, le istituzioni intermedie funzionano con la legge 7 aprile 2014, n. 56, che ha riformato il sistema degli enti locali, introducendo le Città metropolitane e ridefinendo il ruolo delle province, oltre a disciplinare unioni e fusioni di comuni.Evidentemente, fuori dalla Sicilia non c'è stata necessita di circolari esplicative oppure le stesse sono state, nei tanti anni trascorsi, emanate e digerite.La Sicilia, però, che ha uno Statuto Speciale e una predilezione per fare le cose a modo suo, decide di non seguire la legge Delrio subito. Anzi, fa ancora meglio: abolisce le province nel 2013, prima della Legge Delrio, e annuncia con orgoglio la nascita dei Liberi Consorzi di Comuni e delle Città metropolitane.Lo Stato dice una cosa, la Regione Siciliana prova e riprova a farne un'altra, poi si adegua e "autonomamente" recepisce integralmente la disciplina statale e nel frattempo le ex province continuano a occuparsi di strade, scuole e trasporti... senza soldi e senza un presidente eletto, guidate da commissari che fanno quel che possono.Qualcuno opera più alacremente, qualcun altro  più pigramente, qualcuno viene assistito fattivamente, qualcun altro lasciato solo.Il 27 aprile 2025, con elezioni di secondo livello, vengono finalmente eletti i Presidenti dei sei Liberi Consorzi Comunali in Sicilia ed i Consigli degli enti di area vasta (elezioni indette con decreto del 13 febbraio 2025, n. 512/GAB) ma ci si accorge che manca la circolare esplicativa che permetta di approvare le norme regolatrici del funzionamento e, quindi, l'attività viene, di fatto, sospesa, come se gli anni di sospensione della democrazia siano troppi pochi.Alcuni esempi di statuto in SiciliaGli statuti delle Città metropolitane e dei Liberi Consorzi comunali siciliani sono, sulla carta, il cuore pulsante dell'organizzazione degli enti. Peccato che molti battano ancora al ritmo del 2003, quando il massimo della tecnologia era il Nokia 3310 ed esistevano ancora qualche cabina telefonica e le Province.Lo statuto della Città metropolitana di Palermo è stato approvato con delibera n. 54 del 29 aprile 2003 e modificato a seguito dell'approvazione delle delibere di adeguamento n. 10/c del 03 febbraio 2010 e n. 068/c del 24 giugno 2011.Lo statuto della Città metropolitana di Catania è stato pubblicato nel supplemento straordinario alla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 5 del 30 gennaio 1993. Il nuovo testo è stato approvato con delibera di consiglio provinciale n. 14 del 25 marzo 2003. Nel 2020, poi, il Commissario Straordinario, con i poteri del Consiglio metropolitano, si prese la briga di approvare una proposta di nuovo statuto, per sottoporlo alla Conferenza metropolitana, che non ha mai approvato quello schema, predisposto con circolare n. 6/2020 dell'Assessorato regionale delle Autonomie Locali.La Città Metropolitana di Messina, anch'essa istituita con la legge regionale n. 15 del 4 agosto 2015, in sostituzione della soppressa Provincia Regionale di Messina, ha uno Statuto approvato 12 luglio 2001 che fa riferimento ancora alla precedente denominazione. Nonostante ciò, continua a essere applicato in attesa dell'adozione di un nuovo statuto specifico per la Città Metropolitana.Va decisamente meglio per i Liberi Consorzi comunali, dove i Commissari hanno provato a riscrivere gli statuti adeguandoli alla mutata normativa di riferimento.Lo schema dello Statuto del Libero Consorzio Comunale di Agrigento è stato approvato dal Commissario Straordinario dell'ente il 28 aprile 2020, con i poteri del Consiglio Provinciale, su proposta del Direttore del settore "Affari Generali".Quello di Caltanissetta è stato approvato con delibera commissariale, in sostituzione del Consiglio del Libero Consorzio (anche se si parla di Consiglio provinciale), il 15 luglio 2020.Il 23 luglio 2020 con deliberazione del Commissario Straordinario, con i poteri della Giunta Provinciale, è stato approvato lo schema di statuto del Libero Consorzio di Enna, da sottoporre all'Assemblea dei Sindaci.Lo statuto del Libero Consorzio di Ragusa è stato inserito e aggiornato sul sito il 13 giugno 2023, quello del Libero Consorzio Comunale di Siracusa è stato approvato con deliberazione dell'Assemblea, con i poteri del Consiglio (L. R. 18/12/2021 n. 31), nella seduta del 25 maggio 2022.Quello di Trapani è stato approvato con deliberazione dell'Assemblea del 3 marzo 2022.Le materie statutarieNel rispetto della legge, lo statuto stabilisce le norme fondamentali dell'organizzazione dell'ente, ivi comprese le attribuzioni degli organi nonché l'articolazione delle loro competenze.Lo statuto regola le modalità e gli strumenti di coordinamento dell'azione complessiva di governo del territorio e disciplina i rapporti tra i Comuni e le loro Unioni facenti parte del Libero consorzio o della Città metropolitana e lo stesso Libero consorzio o Città metropolitana, in ordine alle modalità di organizzazione e di esercizio delle funzioni di area vasta e comunali, prevedendo anche forme di organizzazione in comune, eventualmente differenziate per aree territoriali.Lo statuto, mediante convenzione, regola le modalità di utilizzo di risorse umane, strumentali e finanziarie. I Comuni e le loro Unioni possono avvalersi di strutture degli enti di area vasta, e viceversa, per l'esercizio di specifiche funzioni ovvero i Comuni e le loro Unioni possono delegare il predetto esercizio a strutture degli enti di area vasta, e viceversa, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.Inoltre, disciplina le modalità e gli strumenti di coordinamento dell'azione complessiva di governo del territorio amministrato.I regolamentiLa Costituzione, all'art. 117, comma 6, stabilisce che: I Comuni, le Province e le Città metropolitane hanno potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell'organizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite.Le ex Province, quindi, continuano ad avere potestà regolamentare, ma solo sulle materie loro attribuite dalla legge e, in particolare, secondo l'art. 1, comma 85 della Legge Delrio.I Liberi consorzi esercitano esclusivamente le seguenti funzioni fondamentali: pianificazione territoriale di area vasta; pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale; costruzione e manutenzione delle strade provinciali; gestione dell'edilizia scolastica per le scuole superiori; tutela e valorizzazione dell'ambiente, per aspetti di competenza; raccolta ed elaborazione di dati a livello provinciale.Per queste funzioni, le ex Province sono chiamate a adottare regolamenti organizzativi e attuativi.Il problema delle risorse economico-finanziarieIl vero problema per dare effettiva funzionalità a Città metropolitane e Liberi consorzi è la carenza di risorse umane e finanziarie.Anci Sicilia e i presidenti dei Liberi Consorzi Comunali della Sicilia - Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani - in una recente nota, hanno espresso la massima preoccupazione e un forte dissenso rispetto agli inaccettabili tagli imposti dal Governo nazionale alle Province italiane, con effetti particolarmente gravi per la Sicilia.La Legge di Bilancio e il Decreto Milleproroghe hanno ridotto drasticamente i fondi per la Sicilia destinati alla manutenzione straordinaria delle strade provinciali: solo per il biennio 2025-2026, i tagli ammontano a oltre 34 milioni di euro, con una riduzione del 70%. Nel quadriennio 2025-2028 la sforbiciata arriva a 58 milioni, il 48% delle risorse complessive. Si tratta di fondi già programmati, con cantieri in fase di progettazione o prossimi all'apertura, ora improvvisamente bloccati.La Sicilia, che già vive una condizione di carenza infrastrutturale, risulta così ulteriormente penalizzata. La rete viaria secondaria, vitale per il collegamento tra le comunità dell'interno e le città costiere, rischia un collasso progressivo.Come già denunciato da UPI, i tagli ammontano a 1,7 miliardi di euro su scala nazionale e interessano oltre 120.000 chilometri di strade.L'Assemblea nazionale dei Presidenti delle Province, a cui hanno partecipato i neo-presidenti dei Liberi consorzi siciliani, riunita a Roma, ha dato mandato a UPI di chiedere con forza l'apertura immediata di un tavolo di crisi al Ministero delle Infrastrutture per il reintegro delle risorse già tagliate.Anci Sicilia e i Presidenti dei Liberi Consorzi siciliani condividono la linea espressa da UPI e chiedono con forza al Governo nazionale di rivedere immediatamente le proprie scelte.L'espletamento delle funzioni e competenzeLa grande difficoltà per gli Enti di area vasta è l'espletamento delle proprie funzioni e competenze nel rispetto dell'equilibrio finanziario.La permanenza degli Enti intermedi ha senso se migliorano la qualità dei servizi in favore di cittadini e imprese.Si tratta di un ruolo molto impegnativo per soddisfare il quale necessitano figure professionali competenti e impegnate esclusivamente in favore dell'attività degli Enti di area vasta, oltre che, ovviamente, risorse economiche e finanziarie adeguate, nonché chiare ed esaustive circolari esplicative.



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Teatro dell'Efebo, presentato il calendario degli eventi: dal 5 luglio al 21 settembre. Teatro classico e mito, ma anche rassegna del teatro d'autore e musica.

Il 2025 è per il teatro dell'Efebo il secondo anno di programmazione, dopo il 2023 nel quale il teatro è stato inaugurato. Il cartellone degli eventi, dal 5 luglio al 20 settembre, è stato presentato questa mattina al teatro dell'Efebo nella suggestiva cava di tufo del giardino botanico di Agrigento."Il teatro è e rimane una scommessa sul turismo degli eventi che potrebbe trasformare il giardino in una grande occasione di offerta per i nostri numerosi turisti mordi e fuggi che frequentano la destinazione agrigentina. In merito è stato presentato un progetto innovativo su percorsi di turismo esperenziale all'interno del giardino botanico. Per il 2025, pertanto, si ripropone, con numerose novità", ha detto Achille Contino, direttore del Settore Turismo dell'ex Provincia a margine della conferenza alla presenza del presidente dell'ex Provincia Giuseppe Pendolino, del sindaco di Agrigento, Franco Miccichè e della presidente della "Fondazione Agrigento 2025" Maria Teresa Cucinotta.La rassegna del teatro classico con ben sei eventi di grande richiamo artistico e culturale che aprirà il 5 luglio e si concluderà il 13 agosto e la rassegna del teatro d'autore e musica dal 16 agosto al 21 settembre con numerose novità ed eventi interessanti.
La rassegna del teatro classico è il must del teatro in un luogo, "unico al mondo" come lo ha definito il giornalista del tg5 all'inaugurazione, l'antica cava dei templi che racconta una storia di grandi obiettivi architettonici, ma anche di schiavitù.
Non poteva non utilizzarsi questa meravigliosa scenografia naturale, in particolare del costone di sinistra originariamente parte dell'acquedotto greco, quale estensione del palco tradizionale per rendere unica la scena nella quale si rappresenteranno gli spettacoli teatrali della tradizione greca.
Quest'anno, pertanto è stato progettato e realizzato un palco trapezoidale in continuazione con il costone di sinistra e con l'occhio dello spettatore rivolto a vedere l'intero costone con il suo palco come unica scena. I registi potranno pertanto adattare le proprie scenografie in un contesto teatrale davvero esclusivo.
LA RASSEGNA DEL TEATRO CLASSICO E DEL MITO
La rassegna porterà le migliori opere del teatro professionistico con registi ed artisti di grande prestigio fra i quali Daniele Salvo, Cinzia Maccagnano, Ugo Pagliai, Emilio Solfrizzi e molti altri.
Si partirà il 5 luglio con Le Baccanti di Euripide con la regia di Daniele Salvo già partner del teatro nella produzione del rapimento di Proserpina e noto per avere diretto più volte le rappresentazioni nell'anfiteatro di Siracusa. Aprirà la rassegna con uno spettacolo di grande impatto la cui centralità sarà il coro delle baccanti con un cast artistico di alto livello. Subito dopo lo spettacolo l'opera rappresenterà l'Italia al Festival Greek Drama di Cipro, alla sua 28° edizione internazionale.
Il 12 luglio sarà di scena la tragedia l'Elena di Euripide con protagonista Anna Lisa Amodio navigata attrice e la regia di Nicasio Anzelmo
Il 19 luglio con la presenza straordinaria di Ugo Pagliai e Daniele Salvo nella qualità di regista e attore con Barbara Capucci e Tommaso Garrè andrà in scena Ovidio il poeta relegato, interessante racconto umano di dolore e speranza.
Il 31 luglio sarà la volta di una commedia esilarante e di grande successo con la straordinaria presenza dei Emilio Solfrizzi in Anfitrione una delle commedie più celebri di Plauto.
Il 2 agosto avremo ancora una commedia davvero interessante: 1 Cavalieri di Aristofane feroce critica alla classe politica ateniese e alla sua degenerazione demagogica con la regia di Cinzia Maccagnano che l'anno passato aveva rappresentato ed interpretato, con grande successo al teatro dell'Efebo, l'Antigone. Il 13 agosto concluderà la rassegna del teatro classico il pomo della discordia ambientato nella città di Troia luogo di contrasti e tradimenti con la drammaturgia di Luana Rondinelli e l'ideazione e regia di Nicola Alberto Orofino e le scenografie di Vincenzo la Mendola.
RASSEGNA DEL TEATRO D'AUTORE E MUSICA
Quest'anno la rassegna avrà una novità sostanziale. Riprenderà, dopo tanti anni di assenza, la settimana Pirandelliana kermesse di punta dell'estate agrigentina dedicata alle opere di Pirandello. In collaborazione con l'Associazione Nuovo Piccolo Teatro di Agrigento verranno rappresentati tre spettacoli di grande richiamo artistico. La rassegna aveva realizzato nel passato, in collaborazione con la Provincia, ben 35 edizioni.
Il 16 agosto ed in replica il 17 andrà di scena il berretto a sonagli, grande classico della drammaturgia siciliana, con protagonista un agrigentino d'eccezione Gianfranco Jannuzzo interprete di straordinaria esperienza e richiamo.
Il 23 agosto a cura della compagnia del teatro della città di Catania che rappresenterà All'ombra del Caos, opera movimentata di teatro danza ispirata all'altro figlio, regia di Orazio Torrisi
Il 30 agosto a cura del Nuovo Piccolo Teatro di Agrigento concluderà la rassegna con il gran galà pirandelliano. La serata si articolerà in due momenti: nella prima parte si procederà all'assegnazione del premio Kaos Pippo Montalbano giunto all sedicesima edizione. Subito dopo avrà luogo un grande spettacolo "quadri di Liolà" di Mario Incudine, edizione straordinaria del grande classico di Pirandello rivisitata ed adattata dall'autore che ne è regista ed attore protagonista.
Ma la rassegna continuerà con altri spettacoli di grande livello artistico teatrale e musicale
Il 5 agosto con l'anno che verrà, dedicato al grande cantautore Lucio Dalla, il coro lirico siciliano, con la straordinaria voce di Pier Davide Carone vincitore di manifestazioni come Amici, ha partecipato a San Remo con Lucio Dalla nel 2012.
Il 21 agosto, dopo ben due sold out nel 2024 verrà replicata con diverse novità Love Morricone sempre a cura del coro lirico siciliano.
Il 26 agosto è la volta di amore e psiche, contaminazione di teatro e musica con la partecipazione di Claudia Rizzo, Ilenia Costanza e Paolo Macedonio figure di spicco nel panorama musicale/teatrale regionale e nazionale.
Il 3 settembre si rappresenterà "quasi papa" realizzata da una compagnia di professionisti romani su un opera scritta dall'autore Andrea Cirino.
La rassegna si concluderà con un concerto di grande richiamo "colonne sinfoniche 2025 dell'accademia musicale Free Melody il 14 settembre e due divertenti spettacoli teatrali dell'Ass. Concordia il 12 settembre l'altro figlio e il 20 settembre la morsa.


AGRIGENTOOGGI
Arte e storia si intrecciano: torna il Teatro dell'Efebo
Teatro dell'Efebo Riapre per la Stagione Estiva: Un Cartellone tra Classici e MusicaAgrigento celebra il suo anno da Capitale Italiana della Cultura con la riapertura del suggestivo Teatro dell'Efebo, unico nel suo genere per essere ricavato in una cava di tufo antica di 2500 anni. Situato nel giardino botanico dell'ex ospedale della città, il teatro torna protagonista con una ricca stagione di eventi, tra teatro classico, musica e grandi nomi della scena culturale italiana.
Il cartellone prenderà il via il 5 luglio con Le Baccanti di Euripide, per la regia di Daniele Salvo, seguito da Elena di Euripide e Anfitrione di Plauto con Emilio Solfrizzi. Non mancheranno gli omaggi a Pirandello con Il berretto a sonagli, portato in scena da Gianfranco Jannuzzo, e La Giara. Tra gli eventi musicali, atteso il tributo a Lucio Dalla con Pierdavide Carone.
Il Festivalle, rassegna musicale ormai imprescindibile, arricchirà l'estate agrigentina dal 7 al 10 agosto, mentre il Premio Efebo d'Oro, in programma dal 28 al 30 luglio, confermerà Agrigento come polo culturale d'eccellenza. La stagione teatrale proseguirà fino a settembre con appuntamenti di rilievo, tra cui Ovidio il poeta relegato con Ugo Pagliai il 19 luglio e La Morsa dell'Associazione Concordia il 20 settembre.
Ma non sarà solo il teatro a prendersi la scena: la musica avrà un ruolo centrale con concerti e omaggi a grandi nomi della tradizione italiana e internazionale. Pierdavide Carone proporrà un tributo a Lucio Dalla, il Coro Lirico Sicilianocelebrerà Ennio Morricone, e il pubblico potrà emozionarsi con il Premio Kaos Pippo Montalbano e i Quadri di Liolàdi Mario Incudine.
Festivalle e Efebo d'Oro, appuntamenti di punta
Agrigento ospiterà anche Festivalle, dal 7 al 10 agosto, con Vinicio Capossela, The Fearless Flyers, The Cinematic Orchestra e Acid Arab, che animeranno le notti siciliane con performance indimenticabili. Dal 28 al 30 luglio, invece, sarà la volta del Premio Efebo d'Oro, dedicato alla cultura e al cinema.
Alla presentazione del cartellone, avvenuta questa mattina, hanno preso parte il sindaco di Agrigento, Franco Micciché, la presidente della Fondazione Agrigento 2025, Maria Teresa Cucinotta, e numerosi rappresentanti istituzionali. Il neo-presidente del Libero Consorzio Comunale, Giuseppe Pendolino, ha sottolineato l'importanza di questo calendario per consolidare Agrigento come punto di riferimento della cultura italiana in questo ultimo semestre da capitale.



AGRIGENTONOTIZIE
Teatro dell'Efebo, presentata la nuova stagione: dal 5 luglio al 20 settembre un cartellone ricco di eventi.

Confermata la rassegna classica che, tra i vari appuntamenti, ospiterà anche l'attore Ugo Pagliai in Ovidio
Si rinnova anche per quest'anno l'appuntamento con il teatro dell'Efebo nella suggestiva cava di tufo del giardino botanico dell'ex Provincia di Agrigento. Il cartello delle rappresentazioni è stato presentato in mattinata, confermata è stata la rassegna dedicata al teatro classico che debutterà il 5 luglio con "Le baccanti di Euripide" diretto da Daniele Salvo. Fra gli appuntamenti più attesi dal pubblico quello del 19 luglio quando in scena andrà Ugo Pagliai con "Ovidio il poeta relegato". Sei sono complessivamente le rappresentazioni classiche che si chiudono il 13 agosto con "Il pomo della discordia diretto da Nicasio Anzelmo.
Per quanto riguarda invece la rassegna del teatro d'autore e musica sono 11 gli eventi della stagione, si parte il 16 agosto con "Il berretto a sonagli" di Pirandello con Gianfranco Jannuzzo e si chiude il 20 settembre con "la Morsa" dell'associazione Concordia. Tra gli eventi estivi accolti nel giardino botanico ci sono anche "l'Efebo d'oro" che si svolge dal 28 al 30 luglio e il "Festivalle" in programma dal 7 al 10 agosto.  Alla presentazione della stagione teatrale sono stati invitati anche il sindaco di Agrigento, Franco Miccicè e la presidente della "Fondazione Agrigento 2025" Maria Teresa Cucinotta.




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Teatro dell'Efebo, presentato il calendario degli eventi: dal 5 luglio al 21 settembre
Il 2025 è per il teatro dell'Efebo il secondo anno di programmazione, dopo il 2023 nel quale il teatro è stato inaugurato. Il cartellone degli eventi, dal 5 luglio al 20 settembre, è stato presentato questa mattina al teatro dell'Efebo nella suggestiva cava di tufo del giardino botanico di Agrigento.
"Il teatro è e rimane una scommessa sul turismo degli eventi che potrebbe trasformare il giardino in una grande occasione di offerta per i nostri numerosi turisti mordi e fuggi che frequentano la destinazione agrigentina. In merito è stato presentato un progetto innovativo su percorsi di turismo esperenziale all'interno del giardino botanico. Per il 2025, pertanto, si ripropone, con numerose novità", ha detto Achille Contino, direttore del Settore Turismo dell'ex Provincia a margine della conferenza alla presenza del presidente dell'ex Provincia Giuseppe Pendolino, del sindaco di Agrigento, Franco Miccicè e della presidente della "Fondazione Agrigento 2025" Maria Teresa Cucinotta.
La rassegna del teatro classico con ben sei eventi di grande richiamo artistico e culturale che aprirà il 5 luglio e si concluderà il 13 agosto e la rassegna del teatro d'autore e musica dal 16 agosto al 21 settembre con numerose novità ed eventi interessanti.
La rassegna del teatro classico è il must del teatro in un luogo, "unico al mondo" come lo ha definito il giornalista del tg5 all'inaugurazione, l'antica cava dei templi che racconta una storia di grandi obiettivi architettonici, ma anche di schiavitù.
Non poteva non utilizzarsi questa meravigliosa scenografia naturale, in particolare del costone di sinistra originariamente parte dell'acquedotto greco, quale estensione del palco tradizionale per rendere unica la scena nella quale si rappresenteranno gli spettacoli teatrali della tradizione greca.
Quest'anno, pertanto è stato progettato e realizzato un palco trapezoidale in continuazione con il costone di sinistra e con l'occhio dello spettatore rivolto a vedere l'intero costone con il suo palco come unica scena. I registi potranno pertanto adattare le proprie scenografie in un contesto teatrale davvero esclusivo.
LA RASSEGNA DEL TEATRO CLASSICO E DEL MITO
La rassegna porterà le migliori opere del teatro professionistico con registi ed artisti di grande prestigio fra i quali Daniele Salvo, Cinzia Maccagnano, Ugo Pagliai, Emilio Solfrizzi e molti altri.
Si partirà il 5 luglio con Le Baccanti di Euripide con la regia di Daniele Salvo già partner del teatro nella produzione del rapimento di Proserpina e noto per avere diretto più volte le rappresentazioni nell'anfiteatro di Siracusa. Aprirà la rassegna con uno spettacolo di grande impatto la cui centralità sarà il coro delle baccanti con un cast artistico di alto livello. Subito dopo lo spettacolo l'opera rappresenterà l'Italia al Festival Greek Drama di Cipro, alla sua 28° edizione internazionale.
Il 12 luglio sarà di scena la tragedia l'Elena di Euripide con protagonista Anna Lisa Amodio navigata attrice e la regia di Nicasio Anzelmo
Il 19 luglio con la presenza straordinaria di Ugo Pagliai e Daniele Salvo nella qualità di regista e attore con Barbara Capucci e Tommaso Garrè andrà in scena Ovidio il poeta relegato, interessante racconto umano di dolore e speranza.
Il 31 luglio sarà la volta di una commedia esilarante e di grande successo con la straordinaria presenza dei Emilio Solfrizzi in Anfitrione una delle commedie più celebri di Plauto.
Il 2 agosto avremo ancora una commedia davvero interessante: 1 Cavalieri di Aristofane feroce critica alla classe politica ateniese e alla sua degenerazione demagogica con la regia di Cinzia Maccagnano che l'anno passato aveva rappresentato ed interpretato, con grande successo al teatro dell'Efebo, l'Antigone. Il 13 agosto concluderà la rassegna del teatro classico il pomo della discordia ambientato nella città di Troia luogo di contrasti e tradimenti con la drammaturgia di Luana Rondinelli e l'ideazione e regia di Nicola Alberto Orofino e le scenografie di Vincenzo la Mendola.
RASSEGNA DEL TEATRO D'AUTORE E MUSICA
Quest'anno la rassegna avrà una novità sostanziale. Riprenderà, dopo tanti anni di assenza, la settimana Pirandelliana kermesse di punta dell'estate agrigentina dedicata alle opere di Pirandello. In collaborazione con l'Associazione Nuovo Piccolo Teatro di Agrigento verranno rappresentati tre spettacoli di grande richiamo artistico. La rassegna aveva realizzato nel passato, in collaborazione con la Provincia, ben 35 edizioni.
Il 16 agosto ed in replica il 17 andrà di scena il berretto a sonagli, grande classico della drammaturgia siciliana, con protagonista un agrigentino d'eccezione Gianfranco Jannuzzo interprete di straordinaria esperienza e richiamo.
Il 23 agosto a cura della compagnia del teatro della città di Catania che rappresenterà All'ombra del Caos, opera movimentata di teatro danza ispirata all'altro figlio, regia di Orazio Torrisi
Il 30 agosto a cura del Nuovo Piccolo Teatro di Agrigento concluderà la rassegna con il gran galà pirandelliano. La serata si articolerà in due momenti: nella prima parte si procederà all'assegnazione del premio Kaos Pippo Montalbano giunto all sedicesima edizione. Subito dopo avrà luogo un grande spettacolo "quadri di Liolà" di Mario Incudine, edizione straordinaria del grande classico di Pirandello rivisitata ed adattata dall'autore che ne è regista ed attore protagonista.
Ma la rassegna continuerà con altri spettacoli di grande livello artistico teatrale e musicale
Il 5 agosto con l'anno che verrà, dedicato al grande cantautore Lucio Dalla, il coro lirico siciliano, con la straordinaria voce di Pier Davide Carone vincitore di manifestazioni come Amici, ha partecipato a San Remo con Lucio Dalla nel 2012.
Il 21 agosto, dopo ben due sold out nel 2024 verrà replicata con diverse novità Love Morricone sempre a cura del coro lirico siciliano.
Il 26 agosto è la volta di amore e psiche, contaminazione di teatro e musica con la partecipazione di Claudia Rizzo, Ilenia Costanza e Paolo Macedonio figure di spicco nel panorama musicale/teatrale regionale e nazionale.
Il 3 settembre si rappresenterà "quasi papa" realizzata da una compagnia di professionisti romani su un opera scritta dall'autore Andrea Cirino.
La rassegna si concluderà con un concerto di grande richiamo "colonne sinfoniche 2025 dell'accademia musicale Free Melody il 14 settembre e due divertenti spettacoli teatrali dell'Ass. Concordia il 12 settembre l'altro figlio e il 20 settembre la morsa.



LENTEPUBBLICA

Stallo sul contratto degli Enti Locali: lo scontro sulle risorse blocca l'intesa.

La trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del personale degli enti locali, relativo al triennio 2022-2024, resta in una fase di profondo stallo: ancora nulla di fatto tra Aran e sindacati dissenzienti.
Nonostante i numerosi incontri, l'ultimo dei quali si è concluso senza risultati concreti, non si intravede una soluzione vicina. Il nodo centrale continua a essere la carenza di fondi economici adeguati.
Trattativa in fase di impasse: la distanza tra sindacati e Aran
Il tavolo negoziale, avviato nel maggio 2024, ha ormai superato le quindici riunioni senza compiere passi in avanti. Le posizioni restano distanti: da un lato la Funzione Pubblica CGIL e la UIL FPL chiedono risorse aggiuntive rispetto a quelle già stanziate, ritenute ampiamente insufficienti per rispondere alle esigenze del comparto. Dall'altro, l'Aran - l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni - fa sapere di non avere margini per ulteriori aumenti, in linea con le indicazioni ricevute dal Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo.
Le proposte del Governo: deroghe e incentivi per pochi enti
Il decreto sulla Pubblica Amministrazione, recentemente convertito in legge, ha previsto alcune novità per il settore degli enti locali. Tra queste, la possibilità per i comuni con conti in ordine di superare il tetto al trattamento accessorio, arrivando a un incremento contrattuale fino al 9%, ben oltre il 6% previsto per gli altri comparti. Tuttavia, questa flessibilità è accessibile solo a una ristretta cerchia di enti considerati "virtuosi", cioè capaci di sostenere autonomamente gli aumenti.
Un'opportunità che, secondo il presidente dell'Aran Antonio Naddeo, rappresenta un intervento "senza precedenti" nel panorama della contrattazione pubblica. "Il contratto per il personale degli enti locali è una priorità - ha dichiarato - ma va rispettato il quadro economico stabilito dalla legge. Continuare a difendere posizioni inconciliabili - ha aggiunto - non aiuta né i lavoratori né l'amministrazione pubblica. Serve un atto di responsabilità collettivo per trovare un compromesso utile a tutti."
Le vacanze contrattuali in atto e i rischi per il personale
Nel frattempo, l'assenza di un accordo ha fatto scattare i meccanismi legati alla cosiddetta "vacanza contrattuale", ovvero l'erogazione parziale di aumenti in attesa del rinnovo ufficiale. Per i dipendenti degli enti locali sono oggi in vigore tre livelli di vacanza: quella ordinaria e quella maggiorata per il triennio 2022-2024, e una terza per il periodo 2025-2027, che prevede un incremento dell'1% a partire da luglio 2025.
Ma l'impasse ha conseguenze anche più profonde: tra i rischi concreti c'è il blocco di alcune innovazioni già concordate. Rientrano tra queste il rafforzamento del dialogo sindacale, l'introduzione del buono pasto anche per chi lavora da remoto, nuove modalità per le progressioni verticali e interventi per riorganizzare le carriere all'interno degli enti.
La posizione dei sindacati contrari: "Non firmeremo un contratto al ribasso"
Le organizzazioni sindacali FP CGIL e UIL FPL, che rappresentano la maggioranza dei lavoratori nel comparto, hanno preso una posizione netta: "Dopo mesi di confronto inconcludente - scrivono in una nota congiunta - non possiamo accettare un accordo che si limita a una somma simbolica. Il contratto nazionale deve riconoscere la dignità del lavoro svolto ogni giorno nei servizi pubblici locali".
Secondo i sindacati dissenzienti, i 25 euro netti al mese attualmente proposti sono una cifra irrisoria, inadeguata rispetto all'aumento del costo della vita e alla mole di lavoro svolta. Criticano anche il meccanismo del decreto PA, che lascia agli enti la facoltà - e non l'obbligo - di superare i tetti salariali, creando così un sistema diseguale che rischia di trasformarsi in una "lotteria retributiva" basata sul bilancio di ciascun comune.
Le richieste sindacali: aumenti strutturali e fondi certi
Le richieste di CGIL e UIL restano chiare e invariate: aumento del fondo complessivo del 5,78%, riallineamento dell'indennità di comparto, rimozione totale dei limiti al salario accessorio. "Qualsiasi miglioramento normativo - sottolineano - ha un costo. Senza finanziamenti adeguati, è impossibile applicare concretamente le innovazioni previste."
I sindacati chiedono anche di sbloccare e utilizzare le risorse non spese del contratto precedente (2019-2021) e, in alternativa, anticipare le somme già stanziate per il triennio 2025-2027. "Abbiamo dimostrato senso di responsabilità e spirito costruttivo - concludono - ma senza un impegno concreto da parte del Governo, il contratto resterà fermo. E la responsabilità sarà tutta di chi continua a difendere un quadro economico chiaramente insufficiente."




LENTEPUBBLICA

Fascicolo virtuale dell'operatore economico: le nuove regole Anac.

Con l'obiettivo di semplificare le procedure e rendere più trasparente l'utilizzo del Fascicolo Virtuale dell'Operatore Economico (FVOE), l'Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) ha pubblicato nuove linee guida interpretative, approvate con un comunicato del Presidente il 16 aprile 2025.
Le indicazioni seguono l'introduzione di recenti modifiche normative, previste dal decreto correttivo, che hanno aggiornato e completato la disciplina del FVOE colmando alcune lacune precedenti.
Accesso al fascicolo e tabelle operative
Le novità riguardano principalmente l'accesso al fascicolo da parte delle stazioni appaltanti e degli enti concedenti. L'accesso sarà consentito solo nel caso in cui l'operatore economico, al momento della presentazione dell'offerta, abbia espresso il proprio consenso al trattamento dei dati personali attraverso il FVOE. Tale consenso verrà disciplinato in dettaglio nella nuova versione del bando tipo n. 1/2023, attualmente in fase di aggiornamento.
A supporto degli enti coinvolti nelle gare pubbliche, l'Autorità ha allegato al comunicato una tabella operativa che distingue le certificazioni disponibili tramite il sistema: quelle ottenibili in tempo reale (sincrone), quelle reperibili con tempi tecnici differiti (asincrone) con relativo tempo di risposta, e quelle che al momento non risultano acquisibili tramite la piattaforma.
Comunicazione obbligatoria da parte del RUP
Una delle indicazioni più rilevanti riguarda la comunicazione obbligatoria da parte del RUP (Responsabile Unico del Procedimento) o di un suo delegato. Tramite la compilazione della scheda S2 e l'invio all'Anac dell'elenco dei partecipanti a una gara, viene automaticamente certificato che tali soggetti hanno espresso il consenso necessario per l'accesso al FVOE. Questo meccanismo evita ulteriori adempimenti comunicativi, alleggerendo così il carico burocratico per gli enti.
Dati non forniti in tempo
Un aspetto delicato riguarda i casi in cui il sistema non riesca a fornire, nei tempi previsti, i dati richiesti. Se, entro trenta giorni dalla proposta di aggiudicazione, le informazioni non risultano disponibili a causa di un malfunzionamento del FVOE o delle banche dati collegate, la stazione appaltante può comunque procedere con l'aggiudicazione. Tuttavia, se il disservizio si presume temporaneo, Anac consiglia di non attendere passivamente la scadenza del termine, ma di rinnovare la richiesta al sistema per tentare di ottenere i dati prima della conclusione dei trenta giorni.
Certificazioni escluse dal perimetro del FVOE
Infine, l'Autorità chiarisce che alcune certificazioni rimangono escluse dal perimetro del FVOE. Si tratta di casi isolati in cui l'ente certificatore non ha ancora digitalizzato i documenti, oppure non li ha resi disponibili su banche dati interconnesse. In queste situazioni, le stazioni appaltanti dovranno continuare ad acquisire le certificazioni seguendo le modalità tradizionali, rivolgendosi direttamente agli enti titolari delle informazioni.
Con queste nuove indicazioni, Anac mira a favorire un'applicazione uniforme delle regole, ridurre il rischio di contenziosi e rendere più fluido e coerente il processo di digitalizzazione degli appalti pubblici.



LENTEPUBBLICA

Le imprese si rivolgono al Governo: fermare lo SPID a pagamento.

SPID a pagamento, arriva l'appello delle imprese al Governo tramite una nota di Assintel-Confcommercio: l'obiettivo è quello di garantire un accesso gratuito e inclusivo ai servizi online.
Con l'avvio dell'addebito da parte di alcuni gestori privati come Aruba e Infocert del servizio SPID, che rischia di diventare a pagamento in modo generalizzato a seguito della mancata corresponsione dei fondi pubblici previsti per la sua gestione, si riaccende il dibattito sulla necessità di garantire l'accessibilità gratuita agli strumenti digitali.
A farsi portavoce della preoccupazione è Paola Generali, presidente di Assintel Confcommercio, l'associazione che rappresenta le piccole e medie imprese del comparto tecnologico.
L'appello delle imprese al Governo: fermare lo SPID a pagamento
"In un momento in cui alcuni provider stanno iniziando a far pagare l'identità digitale - ha dichiarato Generali - riteniamo fondamentale lanciare un messaggio forte alle istituzioni: lavoriamo insieme affinché i cittadini possano usufruire di strumenti digitali diversificati, semplici da usare, disponibili per tutti e soprattutto gratuiti. Solo così la trasformazione digitale potrà essere realmente alla portata di ogni individuo".
Sul piano pratico, Generali ha auspicato un rapido sblocco dei 40 milioni di euro stanziati per compensare le aziende private che gestiscono il servizio SPID.
"È essenziale - ha spiegato - per salvaguardare i milioni di utenti che hanno già attivato l'identità digitale e per favorirne una diffusione ancora più capillare. Inoltre, è indispensabile mantenere alta l'attenzione sul percorso di digitalizzazione del Paese, in linea con gli ambiziosi traguardi fissati dal PNRR per il 2026".
A supporto delle sue parole, la presidente di Assintel ha richiamato l'ultimo Report on the State of the Digital Decade, che evidenzia come l'Italia stia compiendo progressi nel campo della digitalizzazione. Tuttavia, lo stesso documento sottolinea la distanza che ancora separa il nostro Paese da altri partner europei, in particolare per quanto riguarda l'inclusione digitale. "SPID - ha ricordato Generali - è uno strumento chiave per colmare queste lacune e deve restare un punto fermo nelle politiche pubbliche, non un servizio da cui disincentivare l'utilizzo con nuove barriere economiche".
A tal proposito, Assintel rilancia la proposta di istituire sportelli permanenti nei quartieri urbani per accompagnare i cittadini, soprattutto i meno esperti, nell'utilizzo dei servizi digitali. L'obiettivo è rendere le tecnologie un'opportunità concreta per tutti, contrastando il rischio di esclusione. "Il digitale - ha concluso Generali - nasce per includere. Nessuno deve essere lasciato indietro".
SPID gratuito o a pagamento? Diritti digitali e sostenibilità dei servizi
La digitalizzazione deve essere trattata come un servizio pubblico universale o può essere soggetta a logiche di mercato? SPID è oggi uno strumento fondamentale per accedere a una vasta gamma di servizi della pubblica amministrazione e di enti privati. Dalla prenotazione di una visita medica alla richiesta di un bonus, l'identità digitale è diventata, per molti cittadini, una chiave d'accesso alla vita quotidiana. Per questo motivo, ogni ostacolo al suo utilizzo - compresi eventuali costi - rischia di trasformarsi in una barriera all'inclusione.
Da un lato, la gratuità dello SPID appare una scelta necessaria, quasi ovvia, se si vuole garantire che ogni persona - a prescindere da età, reddito o competenze digitali - possa partecipare pienamente alla vita civile e amministrativa del Paese. In questo senso, SPID dovrebbe essere considerato alla stregua della carta d'identità o del codice fiscale: uno strumento essenziale per l'esercizio dei propri diritti.
Dall'altro lato, però, è innegabile che i provider che offrono il servizio sostengano costi reali per infrastrutture, sicurezza informatica, assistenza tecnica e aggiornamenti continui. Se lo Stato non riconosce loro un adeguato rimborso, come previsto dai 40 milioni di euro non ancora erogati, è comprensibile che le aziende cerchino forme alternative di sostenibilità economica, incluso l'introduzione di un costo per l'utenza.
La soluzione giusta, forse, non è tutta da una parte. L'identità digitale dovrebbe rimanere gratuita per i cittadini, ma il suo mantenimento richiede un modello di finanziamento stabile, trasparente ed equo. In quest'ottica, il ruolo dello Stato è decisivo: deve garantire i fondi necessari affinché i gestori privati possano offrire il servizio senza scaricarne il costo sui cittadini, soprattutto i più vulnerabili.
In un'epoca in cui il divario digitale rischia di amplificare le disuguaglianze sociali, rendere SPID un servizio a pagamento potrebbe segnare un passo indietro. Ma ignorare la sostenibilità di chi lo eroga significherebbe comprometterne l'efficacia e la diffusione. Servono quindi visione politica, risorse pubbliche e, soprattutto, la consapevolezza che il diritto all'identità digitale è parte integrante della cittadinanza del XXI secolo.











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