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rassegna stampa dal 2 al 4 agosto 2025

agrigentonotizie.it


Teatro dell'Efebo", i Cavalieri di Aristofane incantano il pubblico
La regista e attrice Cinzia Maccagnano: "Sorriso, leggerezza ma anche malinconia".

È finita tra gli applausi del pubblico la messa in scena al Teatro dell'Efebo del Libero consorzio di Agrigento de "I Cavalieri" di Aristofane, "commedia che dopo 2500 anni - si legge in una nota dell'ente - mantiene intatti non solo la feroce denuncia della corruzione e della tendenza alla demagogia della parte più deteriore politica, ma anche il messaggio esplicito della decadenza di una società e di un popolo che si affidano a truffatori e disonesti in grado, con la propaganda e le falsità, di assumere posizioni di comando esclusivamente per il proprio tornaconto". Apprezzamento per il successo dello spettacolo da parte del presidente del Libero consorzio di Agrigento, Giuseppe Pendolino, che ricorda come il Teatro dell'Efebo stia riscuotendo grande interesse nel mondo della cultura e dello spettacolo, confermato dai prossimi appuntamenti del cartellone 2025.La critica di Aristofane alla società del suo tempo si può riportare tranquillamente ai giorni nostri, e "I Cavalieri" portati in scena da un cast di altissimo livello, guidato dall'ottima Cinzia Maccagnano, sono anche un forte messaggio per i popoli che alla fine, facendosi ingannare, lasciano che il potere passi nelle mani di faccendieri ed impostori, risultando di fatto complici del decadimento delle rispettive società. "Il teatro consente di dialogare, di confrontarci - ha detto a fine spettacolo la regista e attrice Cinzia Maccagnano - e di lasciarci con qualche sorriso, un po' di leggerezza e anche di malinconia. E' il ruolo del teatro, che consente sì di sorridere ma anche di riflettere".  Applausi, dunque, per i sette attori (Cinzia Maccagnano, Luna Marongiu, Raffaele Gangale, Cristina Putignano, Marta Cirello, Andrea Maiorca e Maria Chiara Pellitteri), poliedrici e travolgenti nella recitazione, nei canti e nelle danze.La rassegna del teatro classico e del mito prevede un ultimo appuntamento il 13 agosto con "Il pomo della discordia", mentre martedì 5 agosto, sempre alle 21, avrà inizio la rassegna del teatro moderno e musica con il ritorno nella cavea del giardino botanico del coro lirico siciliano, con il tenore Pier Davide Carone, che daranno vita a "L'anno che verrà (Lucio Dalla tribute)". Biglietti acquistabili direttamente su www.giardinoefebo.it o al Box Office di Via Imera, tel. 20500.


GIORNALISMO SICILIANO
Premio "Addetto Stampa dell'anno": candidature fino al 31 agosto. La cerimonia il 25 ottobre ad Agrigento

Si terrà la mattina di sabato 25 ottobre ad Agrigento l'evento relativo al premio "Addetto stampa dell'anno", promosso dal GUS (Gruppo uffici stampa) e organizzato con Assostampa Sicilia. La consegna dei riconoscimenti e la sessione formativa saranno ospitate nella sala "Luigi Giglia", concessa dal presidente del Libero Consorzio comunale di Agrigento Giuseppe Pendolino, nella città che nel 2025 è Capitale italiana della Cultura e per questo è stata individuata come sede.
In considerazione del tempo ancora disponibile fino alla cerimonia, gli organizzatori hanno prorogato di un mese i termini per la partecipazione alle due sezioni ordinarie: "Addetto stampa della pubblica amministrazione" e "Addetto stampa imprese, organizzazioni private e no profit" (altri riconoscimenti speciali potranno essere assegnati dalla giuria). Le candidature potranno quindi essere inviate entro il prossimo 31 agosto all'indirizzo pec assostampasicilia@pec.it indicando nell'oggetto: "Premio Giornalismo siciliano - Addetto Stampa dell'anno". Possono concorrere tutti i giornalisti che svolgano attività di ufficio stampa presso enti pubblici, nella sanità, in società partecipate, nel campo no profit, in imprese e organizzazioni private, purché siano iscritti all'Ordine dei giornalisti di Sicilia, o siano comunque attivi in Sicilia, in forma di lavoro dipendente o autonomo.
La domanda di partecipazione al concorso potrà essere presentata dallo stesso candidato o da altro soggetto, secondo il bando e il modello pubblicati sul sito www.assostampasicilia.it e sul sito del Gruppo Uffici Stampa nazionale www.gusnazionale.it.


LIVESICILIA
Attivo il dissalatore di Porto Empedocle: 50 litri d'acqua al secondo

L'impianto servirà la città di Agrigento.
PALERMO - È entrato in produzione domenica 3 agosto il nuovo dissalatore di Porto Empedocle, il primo dei tre impianti realizzati dalla Regione per contrastare l'emergenza idrica in Sicilia. Da poco, sono stati immessi in rete 50 litri al secondo di acqua dissalata, convogliati nel nodo di Villaseta a servizio della città di Agrigento. Gradualmente - altri 25 litri l'11 agosto e gli ultimi 25 tre giorni dopo - l'impianto avrà un progressivo aumento della produzione di acqua fino a circa 100 litri al secondo.
Schifani: "Risposta concreta alla crisi idrica"
"L'entrata in funzione del dissalatore di Porto Empedocle - dice soddisfatto il presidente della Regione Renato Schifani - rappresenta un risultato concreto nella lotta alla crisi idrica che colpisce da tempo il nostro territorio. È una risposta immediata e tangibile ai bisogni dei cittadini e delle imprese. Il mio governo continua con determinazione su questa strada per garantire alla Sicilia un futuro più sicuro e sostenibile sul piano delle risorse idriche".
Investimenti per oltre 100 milioni di euro
Per la realizzazione dei tre impianti - oltre a quello di Porto Empedocle, sono in corso quelli di Gela e Trapani - la Regione Siciliana ha messo a disposizione 110 milioni di euro: 90 milioni provenienti dal Fondo di sviluppo e coesione assegnato alla Sicilia grazie all'accordo firmato nel maggio 2024 dal presidente Schifani e dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e ulteriori 20 milioni dal bilancio regionale, di cui 10 destinati alla gestione degli impianti.



GRANDANGOLO
Teatro dell'Efebo: "I Cavalieri" di Aristofane incantano il pubblico.

La critica di Aristofane alla società del suo tempo si può riportare tranquillamente ai giorni nostri.
E' finita tra gli applausi del pubblico la messa in scena al Teatro dell'Efebo del Libero Consorzio di Agrigento de "I Cavalieri" di Aristofane, commedia che dopo 2500 anni mantiene intatti non solo la feroce denuncia della corruzione e della tendenza alla demagogia della parte più deteriore politica, ma anche il messaggio esplicito della decadenza di una società e di un popolo che si affidano a truffatori e disonesti in grado, con la propaganda e le falsità, di assumere posizioni di comando esclusivamente per il proprio tornaconto. Apprezzamento per il successo dello spettacolo da parte del Presidente del Libero Consorzio di Agrigento, Giuseppe Pendolino, che ricorda come il Teatro dell'Efebo stia riscuotendo grande interesse nel mondo della cultura e dello spettacolo, confermato dai prossimi appuntamenti del cartellone 2025.
La critica di Aristofane alla società del suo tempo si può riportare tranquillamente ai giorni nostri, e "I Cavalieri" portati in scena da un cast di altissimo livello, guidato dall'ottima Cinzia Maccagnano, sono anche un forte messaggio per i popoli che alla fine, facendosi ingannare, lasciano che il potere passi nelle mani di faccendieri ed impostori, risultando di fatto complici del decadimento delle rispettive società. "Il teatro consente di dialogare, di confrontarci" ha detto a fine spettacolo la regista e attrice Cinzia Maccagnano "e di lasciarci con qualche sorriso, un po' di leggerezza e anche di malinconia. E' il ruolo del teatro, che consente sì di sorridere ma anche di riflettere".  Applausi, dunque, per i sette attori (Cinzia Maccagnano, Luna Marongiu, Raffaele Gangale, Cristina Putignano, Marta Cirello, Andrea Maiorca e Maria Chiara Pellitteri), poliedrici e travolgenti nella recitazione, nei canti e nelle danze.
La Rassegna del Teatro Classico e del Mito prevede un ultimo appuntamento il 13 agosto con "Il pomo della discordia", mentre martedì 5 agosto, sempre alle ore 21:00, avrà inizio la Rassegna del Teatro Moderno e Musica con il ritorno nella cavea del Giardino Botanico del Coro Lirico Siciliano, con il tenore Pier Davide Carone, che daranno vita a "L'anno che verrà (Lucio Dalla tribute)". Biglietti acquistabili direttamente su www.giardinoefebo.it o al Box Office di Via Imera, tel. 20500.

SCRIVOLIBERO
Aragona: il Vice presidente del Consiglio comunale di Aragona Giuseppe Attardo entra nella maggioranza.

Il Vice presidente del consiglio Comunale di Aragona Giuseppe Attardo entra nella maggioranza: "un passo deciso verso una città più unita".
Il consigliere comunale Giuseppe Attardo annuncia ufficialmente il suo ingresso nella maggioranza che sostiene l'attuale amministrazione.
Una decisione maturata dopo un intenso periodo di confronto, motivata dalla volontà di rafforzare l'azione amministrativa in un momento cruciale per la città. Tra i fattori determinanti anche la recente nomina del Sindaco Giuseppe Pendolino a Presidente del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, un incarico che rafforza la centralità politica del territorio e apre nuove prospettive di sviluppo per la comunità Aragonese.
"Ho scelto di aderire alla maggioranza perché credo sia il momento di superare le divisioni e lavorare insieme per il bene Comune. Le sfide che ci attendono sono tante e richiedono unità e responsabilità condivisa. Penso che la mia più che ventennale esperienza politica sia da Consigliere che da Assessore possa contribuire a dare un contributo di crescita per il nostro Paese. Inoltre, la recente nomina del Sindaco Pendolino alla guida del Libero Consorzio rappresenta un'opportunità unica per far valere con forza le istanze del nostro territorio", dice Giuseppe Attardo
Il consigliere Giuseppe Attardo manterrà il proprio incarico, portando in maggioranza la voce dei suoi elettori. Portando un nuovo volto dentro la Giunta Comunale nella persona della Dott.ssa Rossana Marino.
Rossana Marino, fortemente radicata nel tessuto sociale aragonese, è conosciuta per il suo impegno costante nel sociale e per la promozione di iniziative sportive inclusive. La sua presenza in Giunta porterà un contributo concreto in termini di ascolto, partecipazione attiva e attenzione verso le fasce più deboli della cittadinanza.



LENTEPUBBLICA
Il certificato di malattia in ritardo fa scattare il licenziamento.

Un semplice ritardo, anche di un giorno, nell'invio del certificato medico può costare il posto di lavoro: lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza 13747 depositata il 22 maggio 2025.
Si accendono così i riflettori su un obbligo spesso sottovalutato ma fondamentale per i rapporti tra datore di lavoro e dipendente: la tempestiva comunicazione dello stato di malattia.
Il caso
La controversia è nata da un episodio apparentemente banale ma con conseguenze gravi. Una lavoratrice, colpita da un malessere improvviso, si era assentata dal lavoro per cinque giorni consecutivi. Tuttavia, anziché avvisare tempestivamente il datore di lavoro e inviare il certificato medico come previsto dalle norme contrattuali, aveva comunicato l'assenza con diversi giorni di ritardo. Il certificato, infatti, era stato inoltrato solo a distanza di tempo dall'inizio dell'infermità, senza alcuna spiegazione convincente sulle ragioni di quel ritardo.
L'ente, venuto a conoscenza della prolungata assenza solo successivamente, ha interpretato quel comportamento come un venir meno degli obblighi minimi di lealtà e collaborazione. Di fronte a quella che ha ritenuto una mancanza ingiustificata e potenzialmente lesiva dell'organizzazione interna, ha scelto la linea dura: il licenziamento per giusta causa, motivato dalla perdita di fiducia nel rapporto professionale.
La dipendente, però, si è opposta fin da subito alla decisione, ritenendo sproporzionata la reazione del datore di lavoro rispetto all'accaduto. A suo avviso, si trattava di un errore umano, una dimenticanza occasionale che non avrebbe dovuto portare alla sanzione estrema del licenziamento. Ha quindi intrapreso un'azione legale, puntando a dimostrare che la sua condotta non era sufficientemente grave da giustificare la cessazione immediata del contratto.
Il certificato di malattia in ritardo fa scattare il licenziamento: il parere della Cassazione
La Suprema Corte ha confermato senza esitazioni la legittimità del licenziamento, ribadendo un principio tanto semplice quanto inderogabile: il lavoratore, sia nel settore pubblico, sia nel settore privato, è tenuto a comunicare tempestivamente l'assenza per motivi di salute, salvo che non sussistano impedimenti oggettivi e documentabili. Il termine di riferimento è di un giorno dall'inizio dell'assenza, come stabilito dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro.
Secondo i giudici di legittimità, non si tratta di un dettaglio procedurale, ma di un obbligo sostanziale che incide direttamente sulla tenuta del rapporto di lavoro. Le norme contrattuali - ha spiegato la Cassazione - parlano chiaro e non ammettono letture estensive: il mancato rispetto delle tempistiche nella trasmissione del certificato medico configura una violazione rilevante, capace di minare in modo irreversibile il rapporto fiduciario tra dipendente e amministrazione.
Nel caso specifico, la lavoratrice non aveva fornito spiegazioni sufficienti né giustificazioni concrete per il ritardo, limitandosi a definire l'accaduto come una semplice dimenticanza. Ma per la Corte, un simile comportamento è incompatibile con i doveri del pubblico dipendente, che è chiamato ad agire con particolare attenzione e correttezza proprio in virtù della funzione pubblica che esercita.
Lo sostiene anche il Codice Civile
Il riferimento al Codice Civile è stato altrettanto netto: l'articolo 2104, che sancisce l'obbligo di diligenza del lavoratore, impone una condotta scrupolosa nell'adempimento dei propri compiti. Nell'ambito del pubblico impiego, ciò si traduce anche nel rispetto rigoroso delle procedure previste per le assenze per malattia. L'invio tempestivo del certificato sanitario, quindi, non è una mera formalità burocratica, ma una componente essenziale del rapporto lavorativo, funzionale a garantire trasparenza, correttezza e continuità nei servizi offerti alla collettività.
La pronuncia si inserisce così nel solco di una giurisprudenza sempre più attenta alla responsabilità individuale nel pubblico impiego, dove la fiducia tra amministrazione e dipendente è considerata un bene da tutelare con rigore, anche a costo di ricorrere alla sanzione più drastica.
Una decisione formalmente corretta, ma che divide
Da un punto di vista strettamente giuridico, il procedimento seguito appare legittimo: il datore di lavoro, di fronte a una violazione degli obblighi contrattuali, può contestare l'inadempimento e - nei casi più gravi - arrivare alla risoluzione del rapporto. I CCNL del comparto pubblico, prevedono espressamente che il lavoratore debba comunicare l'assenza entro un giorno dall'inizio.
Ad esempio, l'articolo 12 del CCNL del comparto Funzioni Centrali stabilisce:
"L'assenza per malattia, salvo comprovato impedimento, deve essere comunicata all'ufficio di appartenenza tempestivamente e comunque all'inizio dell'orario di lavoro del giorno in cui si verifica, anche nel caso di eventuale prosecuzione dell'assenza."
Il mancato rispetto di tale termine, se non giustificato da impedimenti reali, può configurare una condotta sanzionabile, anche con il licenziamento.
Tuttavia, sul piano dell'equità e della proporzionalità, la questione è tutt'altro che pacifica. Molti giuristi sollevano perplessità sulla rigidità con cui vengono applicate queste norme, soprattutto quando mancano precedenti disciplinari e la condotta incriminata sembra derivare più da una dimenticanza che da una reale volontà di danneggiare l'ente.
Il principio di proporzionalità sotto pressione
Il diritto del lavoro, specie nel settore pubblico, si fonda sul principio di proporzionalità tra infrazione e sanzione. Secondo alcuni esperti, è discutibile che un semplice ritardo - in assenza di dolo o recidiva - possa giustificare una sanzione così estrema come il licenziamento per giusta causa. La Cassazione, però, ha ritenuto che in quel caso la fiducia fosse compromessa al punto da non lasciare alternative.
Secondo il giuslavorista Arturo Maresca, ordinario di diritto del lavoro all'Università La Sapienza, "la sentenza si muove dentro un quadro normativo ben definito, ma forse sottovaluta l'importanza del contesto. È legittimo sanzionare l'inosservanza, ma prima di arrivare al licenziamento si dovrebbe valutare l'effettiva incidenza del comportamento sull'organizzazione lavorativa."
L'importanza della casistica
Altri giuristi sottolineano che la giurisprudenza tende a valutare caso per caso. In passato, la stessa Corte ha ritenuto sproporzionato il licenziamento per ritardi simili, specie in presenza di condizioni personali o di salute gravi, oppure quando il lavoratore aveva comunque informato informalmente l'ufficio. Nel caso specifico, però, pare che non vi siano stati segnali o comunicazioni tempestive e che la documentazione sia arrivata solo dopo diversi giorni e senza alcuna spiegazione.
Tra diritto e buonsenso
In definitiva, la sentenza è giuridicamente ineccepibile ma umanamente controversa. Mette in luce quanto sia sottile il confine tra una mancanza formale e una rottura insanabile del rapporto di fiducia. E solleva una domanda più ampia: le regole devono sempre essere applicate alla lettera, o è doveroso valutare anche le circostanze individuali?
Il mondo giuridico resta diviso. Ma per i dipendenti pubblici - dopo questa sentenza - il messaggio è chiaro: sottovalutare una scadenza, anche solo di un giorno, può costare carissimo.



teleacras.it
Santa Elisabetta, il consigliere Catalano interroga il presidente della Provincia, Pendolino.

L'avvocato Maria Adriana Catalano, consigliere comunale a Santa Elisabetta, a fronte delle pessime condizioni in cui versa la strada provinciale Santa Elisabetta - Muxarello - Scorrimento veloce Palermo Agrigento (con ultimi interventi di manutenzione risalenti al 2008), ha presentato una interrogazione al presidente della Provincia di Agrigento, Giuseppe Pendolino, al fine di conoscere se nel programma infrastrutturale della Provincia è stato previsto il finanziamento di un'opera di manutenzione per ripristinare le condizioni ottimali e di sicurezza della strada, mancanti allo stato attuale, indispensabili per la circolazione dei veicoli che quotidianamente transitano con grave pericolo per la loro incolumità. Peraltro la strada è regolarmente transitata dagli abitanti del Comune di Sant'Angelo Muxaro, di Santa Elisabetta, di Raffadali, di Joppolo Giancaxio e di Aragona, nonché altri utenti provenienti da svariate località.


lentepubblica.it
Scandalo TFS/TFR dei dipendenti pubblici: fino a 7 anni per riceverlo

A lanciare l'allarme sono i sindacati, che parlano di un vero e proprio "sequestro" di queste somme: i dipendenti pubblici devono aspettare anche 7 anni per ricevere TFS e TFR.Un trattamento economico che non garantisce il potere d'acquisto nel tempo e un ritardo nell'erogazione della liquidazione che penalizza migliaia di lavoratori pubblici: questi i temi al centro del convegno svoltosi a Roma sul Trattamento di Fine Servizio (TFS) e Trattamento di Fine Rapporto (TFR) per i dipendenti della Pubblica Amministrazione. L'iniziativa, promossa da diverse sigle sindacali tra cui Cgil, Uil, Cgs, Cse, Cosmed, Cida e Codirp, ha acceso i riflettori su una disparità considerata inaccettabile rispetto al settore privato.
Un ritardo che costa caroSecondo i dati presentati durante l'incontro, la discriminazione tra lavoratori pubblici e privati in merito alla liquidazione resta inaccettabile. Mentre nel settore privato il TFR viene corrisposto in tempi ragionevoli, i dipendenti pubblici si vedono costretti ad attendere per anni (si stima fino a un massimo di 7), subendo gli effetti dell'inflazione che ne riduce il valore. Le stime indicano una perdita media di oltre 11.700 euro su un trattamento di circa 82.400 euro, corrispondente a una svalutazione del 14,3%. Complessivamente, per i lavoratori pubblici andati in pensione nel 2022 e 2023, il danno economico legato a questi ritardi ha superato i 2,1 miliardi di euro.Il differimento della liquidazione incide pesantemente sulle condizioni economiche dei pensionati, costringendoli a far fronte a un lungo periodo senza poter disporre di somme che spettano loro di diritto. Il ritardo nell'erogazione, oltre a ridurre il potere d'acquisto a causa dell'inflazione, obbliga molti ex dipendenti pubblici a ricorrere a prestiti o anticipazioni, con costi aggiuntivi in termini di interessi e oneri finanziari. Questo meccanismo genera una situazione paradossale: i lavoratori, dopo anni di servizio, si trovano a dover affrontare difficoltà economiche proprio nel momento in cui dovrebbero poter godere del proprio trattamento di fine servizio.Un problema che si aggrava con il tempoOltre al differimento del TFS/TFR, anche i tempi di attesa per coloro che hanno aderito ai Fondi di previdenza complementare di tipo negoziale si sono allungati in modo significativo. Per il Fondo Perseo Sirio, che interessa gran parte della Pubblica Amministrazione, si registrano quasi 5.000 pratiche in sospeso, per un valore totale di circa 38 milioni di euro. L'Inps, a causa di difficoltà organizzative e carenza di personale, impiega ormai oltre 15 mesi per completare le liquidazioni, rendendo ancora più complessa la situazione per i lavoratori in attesa delle loro spettanze.Per come la pensano i sindacati l'accumulo di pratiche inevase e i ritardi nei pagamenti dimostrano una chiara inefficienza gestionale che grava interamente sui lavoratori. Il problema non riguarda solo l'Inps, ma anche la mancata volontà politica di intervenire con misure che garantiscano tempi certi e parità di trattamento rispetto al settore privato. Senza un intervento concreto, il differimento del TFS/TFR rischia di trasformarsi in una penalizzazione sistematica per i dipendenti pubblici, minando ulteriormente la fiducia nella gestione previdenziale del settore.


grandangoloagrigento.it
Strade provinciali, 4.6 milioni di euro al Libero Consorzio di Agrigento L'Accordo istituzionale in questa prima fase assegna 4,6 milioni per un progetto del Libero consorzio comunale di Agrigento
"La decisione del governatore Renato Schifani di ridare agibilità politica alle Città metropolitane e ai Liberi consorzi ha avuto un primo effetto operativo con la firma dell'Accordo istituzionale tra l'assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, e i presidenti di Città metropolitane e Liberi consorzi comunali, che integra l'Accordo sui Fondi Fsc del 24 maggio 2024 fra la premier Giorgia Meloni e il governatore Schifani, e che mette in piedi una struttura tecnica e finanziaria in grado di affrontare il disastroso stato delle strade provinciali della Sicilia con un primo stanziamento di 32,2 milioni per finanziare ben 15 interventi strategici di manutenzione straordinaria".Lo dichiara il presidente di Ance Sicilia, Salvo Russo, che spiega: "L'Accordo istituzionale prevede che l'Assessorato svolga le funzioni di Centro di responsabilità e di Ufficio competente per le operazioni; il Dipartimento regionale tecnico quella di stazione appaltante; e gli enti territoriali il ruolo di soggetti beneficiari e attuatori. Questo schema di collaborazione rappresenta di fatto un nuovo modello operativo sinergico e di rete, grazie al quale la Regione metterà a disposizione di quegli enti intermedi che soffrono carenze di personale le proprie strutture tecniche per accelerare i tempi di redazione, approvazione e trasmissione al Dipartimento regionale tecnico dei progetti e dei documenti necessari ad espletare le procedure di affidamento dei lavori. E' un'integrazione operativa che, secondo noi, potrà garantire efficacia e rapidità della spesa. Infatti, l'assessore Aricò si è spinto al punto da prevedere l'avvio dei lavori entro la fine di quest'anno e la loro conclusione entro il 2026".L'Accordo istituzionale in questa prima fase assegna 2,5 milioni alla Città metropolitana di Palermo per un intervento; 600mila euro per un intervento alla Città metropolitana di Catania; 4,6 milioni per un progetto del Libero consorzio comunale di Agrigento; 6,4 milioni per 4 interventi al Libero consorzio comunale di Caltanissetta; 3,7 milioni per un'opera del Libero consorzio comunale di Enna; 5 milioni per tre interventi del Libero consorzio comunale di Ragusa; 1,6 milioni per un progetto del Libero consorzio comunale di Siracusa; e 7,6 milioni per tre manutenzioni straordinarie al Libero consorzio comunale di Trapani.
















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