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rassegna stampa del 19 settembre 2025

AGRIGENTOOGGI

Pendolino lancia la nuova squadra: "Dare risposte immediate ai cittadini"

AGRIGENTO - Una volta li avremmo chiamati assessori provinciali. Oggi, nella nuova geografia istituzionale segnata dalla riforma delle Province, si chiamano Consiglieri Delegati. Cambia il nome, ma non la sostanza: sono loro, i nuovi delegati del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, i protagonisti del primo incontro ufficiale con dirigenti e funzionari dell'Ente, convocato dal presidente Giuseppe Pendolino.
Nel corso dell'incontro, svoltosi nell'aula consiliare "Luigi Giglia", Pendolino ha presentato uno ad uno i componenti della squadra, ciascuno con una delega chiara e operativa:
Antonino Amato - Turismo, Ambiente e Giardino Botanico
Giuseppe Ambrogio - Istruzione, Formazione, Edilizia scolastica e Cultura
Giovanni Cutrera - Viabilità
Alessandro Grassadonio - Agricoltura, Pesca, Attività produttive
Domenico Scicolone - Patrimonio, Risorse umane, Manutenzioni, Politiche attive del lavoro, URP
Giuliano Traina - Ragioneria, Bilancio, Trasporti, Innovazione tecnologica, Attività economiche, Zootecnia e Trasformazione prodotti caseari
Anna Triglia - Solidarietà sociale
Il presidente ha messo subito le cose in chiaro: "Siamo qui per lavorare, per rilanciare un Ente che per troppo tempo è rimasto fermo. Serve concretezza, ascolto e risposte immediate ai cittadini".
Pendolino ha poi aggiunto: "Il nostro obiettivo è tracciare un solco profondo per lo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio. La Provincia deve tornare ad essere un punto di riferimento per tutti, dagli studenti agli agricoltori, dalle famiglie alle imprese".
Il Segretario Generale dell'Ente ha invitato a "dare il via a una stagione amministrativa sobria, rispettosa dei ruoli e capace di dare lustro all'istituzione", mentre i dirigenti hanno accolto con favore la nuova impostazione, ribadendo la disponibilità a collaborare.
A chiudere l'incontro è stata Maria Antonietta Testone, storica dirigente dell'Ente, che ha ricordato i 12 anni di commissariamento: "Un tempo lungo, fatto anche di impegno e responsabilità. Ma oggi - ha detto - inizia finalmente una nuova pagina. Con una squadra politica legittimata, possiamo guardare al futuro con maggiore fiducia".




LENTEPUBBLICA

I permessi Legge 104 sono validi anche se utilizzati nelle ore notturne

Un'importante ordinanza della Corte di Cassazione torna a fare chiarezza sull'utilizzo dei permessi previsti dalla legge 104 del 1992. confermando la loro legittimità anche nelle ore notturne.
Si conferma così un principio di grande rilievo per lavoratori e famiglie che convivono con situazioni di disabilità. Con il provvedimento n. 23185 del 12 agosto 2025, i giudici hanno stabilito che il tempo dedicato all'assistenza può essere speso anche nelle ore serali o notturne, senza che ciò comporti automaticamente un abuso del diritto o una violazione dei doveri nei confronti del datore di lavoro.
Il caso alla base della decisione
La vicenda trae origine da un licenziamento intimato a un dipendente accusato di aver utilizzato i permessi retribuiti per scopi personali. Durante alcuni giorni di assenza, infatti, l'uomo era stato fotografato in spiaggia nelle ore mattutine, circostanza che aveva indotto l'azienda a ritenere non veritiera la motivazione legata alla necessità di assistere il familiare invalido. Da qui l'interruzione del rapporto di lavoro e il conseguente contenzioso giudiziario.
Il tribunale in primo grado aveva avallato la scelta dell'impresa, ma in seguito la corte d'appello ha ribaltato la decisione, sottolineando l'insufficienza delle prove raccolte. In particolare, era emerso che l'assistenza richiesta dal congiunto non riguardava le ore diurne, bensì la sera e la notte, quando le condizioni di salute imponevano una presenza costante. Inoltre, il rapporto investigativo predisposto per monitorare il dipendente non era stato neppure depositato integralmente agli atti, lasciando ampi margini di incertezza sulla reale condotta del lavoratore.
La valutazione della Cassazione
Chiamata a esprimersi sul ricorso del datore di lavoro, la Cassazione ha confermato la linea della corte territoriale. I giudici hanno evidenziato che la Legge 104 non impone un vincolo di coincidenza tra permessi e orario di servizio: ciò che conta è che l'assistenza venga effettivamente prestata, anche se in momenti diversi rispetto all'orario lavorativo. L'ordinanza chiarisce quindi che un dipendente può legittimamente utilizzare i giorni di permesso per occuparsi di un familiare disabile di notte, purché vi sia la prova della reale necessità e dell'effettiva prestazione di cure.
Un altro aspetto centrale affrontato dalla Suprema Corte riguarda l'onere della prova. Secondo i giudici, spetta sempre al datore dimostrare in maniera chiara e documentata un eventuale uso improprio dei permessi. In questo caso, la sorveglianza attuata dall'azienda non bastava a provare che l'assistenza non risultasse garantita nelle fasce orarie più delicate. La conseguenza è stata l'annullamento del licenziamento e la reintegrazione del dipendente, con diritto a un risarcimento pari alle retribuzioni non percepite fino a un massimo di dodici mensilità.
Un orientamento che rafforza i diritti
La pronuncia assume particolare rilievo perché ribadisce la natura sostanziale e non meramente formale del diritto ai permessi 104. Non è dunque necessario che il lavoratore dimostri di aver dedicato ogni minuto delle giornate di assenza al parente invalido, né che l'assistenza coincida perfettamente con le ore lavorative. È sufficiente che l'aiuto sia concreto, effettivo e giustificato dalle condizioni cliniche del beneficiario.
Questo orientamento non è del tutto nuovo, ma conferma una linea interpretativa che tende a privilegiare la funzione sociale dei permessi rispetto a una lettura eccessivamente rigida della norma. La Cassazione ha inoltre precisato che il controllo sull'uso corretto di tali strumenti non può tradursi in una caccia al minimo dettaglio, ma deve fondarsi su elementi oggettivi e documentati.
Le conseguenze per imprese e lavoratori
Per le aziende, la decisione rappresenta un monito importante: non è sufficiente rilevare comportamenti apparentemente incompatibili con l'assistenza per procedere con sanzioni drastiche. Occorre invece dimostrare in modo inequivocabile che il dipendente abbia abusato del proprio diritto. In caso contrario, il rischio è quello di vedersi annullare il provvedimento disciplinare con l'aggiunta di pesanti condanne economiche, come accaduto in questo caso, dove l'impresa è stata obbligata a corrispondere oltre settemila euro di spese legali, oltre agli oneri accessori.
Dal lato dei lavoratori, la sentenza rappresenta un riconoscimento della complessità delle situazioni familiari che si trovano ad affrontare. L'assistenza a un congiunto disabile non si esaurisce necessariamente nelle ore diurne e può richiedere una presenza più intensa durante la notte, quando i problemi di salute si acuiscono. Il diritto a utilizzare i permessi deve quindi tenere conto delle reali necessità, senza essere limitato da schemi rigidi che rischierebbero di svuotarne la funzione.
Un equilibrio delicato
La questione dei permessi 104 si colloca da sempre in un terreno di equilibrio tra esigenze aziendali e tutela delle persone fragili. Se da un lato le imprese temono possibili abusi, dall'altro non si può ignorare la finalità sociale di questo strumento, nato per garantire un sostegno concreto a chi convive con situazioni di disabilità. La pronuncia della Cassazione cerca di mantenere questo bilanciamento, sottolineando che i controlli sono legittimi ma devono poggiare su prove solide, mentre l'assistenza non è confinata a determinati orari.
In definitiva, la decisione segna un passo ulteriore nella direzione di una maggiore tutela dei diritti dei lavoratori e delle loro famiglie, ricordando che la Legge 104 non è una concessione formale ma un presidio essenziale di solidarietà sociale.



LENTEPUBBLICA

Assunzioni rapide negli enti locali: partito il nuovo avviso pubblico ASMEL 2025

Lanciata in questi giorni una nuova e imponente procedura di reclutamento per la Pubblica Amministrazione locale: ASMEL, l'associazione che riunisce centinaia di Comuni italiani, ha avviato un nuovo avviso pubblico per il 2025 per consentire assunzioni rapide nel mondo degli enti locali.
Il "Maxi Avviso 2025" aggiorna e amplia gli elenchi dei candidati idonei all'assunzione. L'iniziativa è rivolta a laureati, diplomati e operai specializzati, con l'obiettivo di semplificare e velocizzare le assunzioni a tempo indeterminato, determinato e stagionale all'interno degli enti aderenti.
Questa selezione aggregata è oggi la più vasta nel panorama nazionale. La sua struttura è stata resa possibile dall'accordo, previsto dal decreto-legge 80/2021 e convertito nella legge 113/2021, stipulato tra la Comunità Montana Tanagro-Alto e Medio Sele e cinque Comuni sparsi sul territorio nazionale: Carignano (Torino), Irsina (Matera), Lucca Sicula (Agrigento), Pianezze (Vicenza) e Sepino (Campobasso). A partire da questo nucleo iniziale, il numero degli enti coinvolti è cresciuto in maniera significativa, arrivando oggi a comprendere 866 amministrazioni comunali, con l'elenco in continuo aggiornamento.
Come partecipare
Le domande di partecipazione possono già essere presentate già dallo scorso 15 settembre 2025 esclusivamente attraverso il portale dedicato Asmelab (www.asmelab.it),  Chi avesse bisogno di assistenza può contattare il servizio di supporto telefonando al numero 0287366194 o scrivendo all'indirizzo e-mail asmelab.candidati@asmel.euL'iniziativa riguarda tre aree professionali principali: Funzionari, Istruttori e Operatori Esperti, corrispondenti alle precedenti categorie D, C e B del pubblico impiego. Si tratta, quindi, di un'opportunità che abbraccia una vasta gamma di profili: da chi possiede titoli accademici a chi vanta esperienza tecnica o operativa in settori specifici.
Il sistema "Elenco di idonei"
Uno dei punti di forza del sistema "Elenco di idonei" introdotto con il cosiddetto "DL Reclutamento" è la capacità di ridurre drasticamente i tempi di assunzione. Gli enti locali che vi aderiscono, infatti, possono concludere le procedure in circa quattro o cinque settimane, grazie a interpelli rapidi rivolti esclusivamente a chi è già inserito nelle liste. In questo modo si superano le tradizionali complessità dei concorsi pubblici, notoriamente più lenti e burocratici, senza sacrificare trasparenza o meritocrazia.
Il reclutamento attraverso elenchi aggiornati risponde anche a un'esigenza concreta: molti Comuni, soprattutto quelli di piccole e medie dimensioni, faticano da anni a rinnovare il personale in tempi utili, con effetti negativi sull'efficienza dei servizi offerti ai cittadini. Questo meccanismo permette invece di intervenire con rapidità, garantendo un ricambio generazionale e professionale più tempestivo, in linea con le richieste del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e con la necessità di rafforzare la macchina amministrativa in una fase di grande trasformazione digitale e normativa.
Il "Maxi Avviso ASMEL 2025" non si limita dunque a essere un bando di selezione, ma rappresenta un nuovo approccio al reclutamento pubblico: flessibile, centralizzato ma adattabile alle singole realtà locali. L'ampiezza dei profili coinvolti e la modalità semplificata di accesso lo rendono particolarmente interessante sia per chi è in cerca di un impiego stabile nella Pubblica Amministrazione, sia per chi mira a esperienze lavorative temporanee o stagionali.
In sintesi, il progetto segna un passo avanti verso una PA più snella, reattiva e capace di attrarre competenze in tempi compatibili con le esigenze dei territori. Con le candidature al via da settembre, il "Maxi Avviso 2025" si candida a diventare uno degli strumenti più incisivi per colmare i vuoti di organico e rispondere con efficacia alle sfide quotidiane di Comuni e cittadini.



LENTEPUBBLICA

Bilanci trasparenti e numeri accessibili: il progetto che semplifica i conti dei Comuni italiani.

Oltre cento amministrazioni locali, da piccoli centri montani a città di medie dimensioni, hanno già scelto di adottarlo. Si tratta di un servizio nato nelle Marche, ad Ancona, che sta cambiando il modo in cui i municipi presentano e interpretano i propri dati economico-finanziari: BilanciComunali.it
L'obiettivo è chiaro: trasformare documenti complessi in strumenti leggibili, comparabili e utili, non solo per rispettare la legge, ma anche per rafforzare la capacità decisionale degli enti locali grazie ad una lettura chiara del bilancio comunale.
Il servizio propone due tipologie di report in formato PDF:
Il rendiconto semplificato, pensato per i cittadini, ricco di elementi visivi e pronto per la pubblicazione nella sezione "Amministrazione trasparente".
Il report analitico, rivolto a tecnici e amministratori, che combina dati storici, proiezioni, indicatori statistici e confronti con medie regionali e nazionali.
Dati certificati e intelligenza artificiale
Le informazioni provengono esclusivamente da fonti ufficiali: SIOPE per i flussi di cassa, OpenBDAP per i bilanci previsionali, ISTAT per i dati demografici e socio-economici.
Il valore aggiunto, però, risiede nell'elaborazione: algoritmi dedicati e sistemi di intelligenza artificiale riorganizzano i dati, rendendoli coerenti e facilmente interpretabili, senza necessità di interventi manuali.
Questo approccio consente a chi governa i Comuni di disporre rapidamente di materiale utile per relazioni, piani esecutivi, programmazioni triennali e documenti strategici.
Oltre la norma, verso la strategia
La legge (art. 29 del D.Lgs. 33/2013) impone agli enti la pubblicazione di bilanci semplificati. BilanciComunali.it non si limita a questo obbligo: offre una chiave di lettura che aiuta Consigli comunali, dirigenti e revisori a orientarsi meglio tra entrate e spese.
Il servizio viene proposto con costi modulati in base alla dimensione del Comune e con formule triennali scontate, per garantire continuità e stabilità nella comunicazione e nella pianificazione economica.
Una realtà già consolidata
Nata nel cuore delle Marche, Sigmar srls ha costruito in pochi anni una rete significativa, con oltre cento contratti già sottoscritti in tutta Italia. Una crescita che testimonia come la trasparenza e la chiarezza dei numeri non siano più un optional, ma una necessità per le amministrazioni locali.















































































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