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rassegna stampa del 16 ottobre 2025

LENTEPUBBLICA

Retribuzione di posizione dei segretari: l’Aran chiarisce il calcolo del monte salari

Con il nuovo orientamento applicativo 35334/2025, l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (Aran) interviene su un tema da tempo oggetto di dubbi interpretativi: la determinazione della retribuzione di risultato dei segretari comunali e provinciali.
L’attenzione si concentra in particolare sul calcolo del monte salari e sulla possibilità di includervi i compensi percepiti per reggenze a scavalco, cioè per incarichi temporanei svolti presso enti diversi da quello di titolarità.
Il quesito e il contesto normativo
La questione nasce dalla complessità del sistema retributivo che regola la figura del segretario comunale e provinciale, figura chiave per il funzionamento degli enti locali. Accanto allo stipendio base e alla retribuzione di posizione, questi dirigenti percepiscono anche una retribuzione di risultato, legata agli obiettivi raggiunti e determinata sulla base di parametri che coinvolgono, tra gli altri, il cosiddetto “monte salari” dell’ente.
Il punto controverso era se, nel calcolo del monte salari utilizzato per determinare la retribuzione di risultato, dovessero rientrare anche i compensi aggiuntivi derivanti da reggenze o incarichi temporanei svolti in altri enti.
La posizione dell’Aran
L’Aran, nel parere, precisa innanzitutto che per “monte salari” si intende l’insieme di tutte le somme corrisposte nell’anno di riferimento dal singolo ente al proprio personale, così come risultano dai dati trasmessi al Conto annuale della Ragioneria Generale dello Stato, ai sensi dell’articolo 60 del decreto legislativo 165/2001.
Ciò significa che, nel determinare la quota spettante al segretario per la retribuzione di risultato, ciascun ente deve tener conto solo delle somme da esso effettivamente erogate nel corso dell’anno precedente. Questo criterio trova conferma anche nel contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto Funzioni Locali del 16 luglio 2024, che, all’articolo 61, comma 2, stabilisce che la base di calcolo sia costituita dalle risorse finanziarie corrisposte dal medesimo ente.
In sostanza, spiega l’Aran, il monte salari rilevante è quello dell’ente presso cui il segretario esercita stabilmente le proprie funzioni, e non può comprendere le indennità o i compensi corrisposti da altri enti per reggenze o incarichi aggiuntivi.
Il richiamo alla Corte dei Conti
Il chiarimento dell’Aran si allinea anche con quanto affermato di recente dalla Corte dei Conti, sezione regionale di controllo della Lombardia, nella deliberazione n. 158/2025. I magistrati contabili, infatti, hanno escluso che le somme percepite dai segretari per reggenze a scavalco possano essere incluse nel monte salari ai fini del calcolo della retribuzione di risultato.
La motivazione risiede nella natura stessa di tali compensi: si tratta di somme straordinarie, connesse a un incarico temporaneo e riferite a un rapporto di servizio diverso da quello principale. Includerle nel monte salari dell’ente di titolarità altererebbe il parametro di riferimento previsto dal contratto collettivo e comporterebbe una distorsione nella determinazione delle risorse destinate alla performance.
Implicazioni per gli enti locali
Il chiarimento dell’Aran assume particolare rilievo per i Comuni e le Province, spesso chiamati a gestire situazioni complesse dovute alla carenza di segretari titolari. Le reggenze a scavalco, infatti, sono una pratica frequente, soprattutto nei piccoli enti, dove la scarsità di personale dirigenziale porta a incarichi temporanei conferiti a segretari provenienti da altre amministrazioni.
L’esclusione di tali compensi dal monte salari ha dunque anche riflessi pratici: limita la possibilità di “gonfiare” artificialmente la base di calcolo della retribuzione di risultato e impone un principio di rigore nella gestione dei fondi destinati alla performance. Ciò garantisce una maggiore uniformità nell’applicazione del contratto collettivo e tutela la coerenza delle politiche retributive nel comparto pubblico.
Una questione di equilibrio tra merito e risorse
La vicenda tocca un tema più ampio: il delicato equilibrio tra riconoscimento del merito e sostenibilità economica delle amministrazioni locali. La retribuzione di risultato è concepita per premiare l’efficacia e la qualità dell’azione amministrativa, ma la sua determinazione deve rispettare parametri oggettivi e trasparenti.
Nel caso dei segretari comunali e provinciali, che rivestono un ruolo di garanzia e di direzione amministrativa, la chiarezza sui criteri retributivi è fondamentale per evitare disallineamenti tra enti e possibili contenziosi. Il parere dell’Aran, in questo senso, rappresenta un tassello importante verso una maggiore certezza interpretativa.




LENTEPUBBLICA

Controllo di gestione negli Enti locali: trasforma un obbligo normativo in una leva strategica con il supporto giusto

Il controllo di gestione negli Enti Locali è uno strumento strategico e operativo fondamentale per garantire trasparenza, efficienza, efficacia ed economicità nell’utilizzo delle risorse pubbliche.
Il referto di controllo di gestione è un documento rilevante per gli Enti Locali ed è stato introdotto dall’articolo 198 del Testo Unico degli Enti Locali (D. Lgs. 18 agosto 2000, n. 267).
Il controllo di gestione ed anche il referto di controllo di gestione sono attività svolte dall’Ente Pubblico rivolte agli amministratori, a tutti i responsabili dei servizi ed alla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti.
Nello svolgimento dell’attività può essere valutato il ricorso ad un team di professionisti esterno all’Ente che possa fornire il proprio contributo di competenze.
Obiettivi e funzioni
L’obiettivo principale del controllo di gestione è verificare che gli obiettivi programmati dall’amministrazione pubblica siano raggiunti in modo efficace, efficiente e con economicità. Questi concetti sono collegati all’art. 97 della Costituzione di cui un estratto: “Le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l’ordinamento dell’Unione Europea, assicurano l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico”.
Svolta in modo costante nel corso dell’anno l’attività di controllo di gestione serve a monitorare i processi decisionali, migliorare il rapporto tra costi, quindi risorse impiegate e risultati, per favorire interventi correttivi rapidi in caso di scostamenti rispetto ai piani di indirizzo strategico programmati.
Con questa attività si tiene monitorata:
la valutazione dell’efficacia dell’azione amministrativa pubblica, verificando che gli obiettivi prefissati a livello intermedio e finale vengano raggiunti;
l’evoluzione migliorativa della gestione, identificando aree di inefficienza come procedure inefficienti, per apportare così pronte azioni correttive;
la verifica della regolarità amministrativa e contabile dei conti pubblici degli Enti Locali;
l’ottimizzazione dell’uso delle risorse disponibili.
Strumenti e metodologie
Per attuare un controllo di gestione efficace, gli Enti Locali utilizzano vari strumenti quali:
Indicatori di performance che misurano costantemente risultati di efficienza, output, costi, i cosiddetti KPI (Key Performance Indicators);
Bilanci di previsione e consuntivi tramite report periodici per monitorare flussi in entrata e impieghi;
Piani strategici e operativi che definiscono gli obiettivi del periodo di riferimento e le azioni da intraprendere;
Relazioni sulla performance annuali che permettono di rendicontare i risultati a livello organizzativo complessivo e anche individuale.
I controlli: interno ed esterno
Il controllo di gestione negli Enti Locali è rafforzato dalla normativa che impone obblighi di rendicontazione e trasparenza, con un sistema di controlli interni ed esterni, inclusi poteri ispettivi della Corte dei Conti.
I controlli esterni fanno sì che si verifichino periodicamente la gestione e l’efficacia anche dei controlli interni per assicurare il corretto rispetto della normativa in essere. Il controllo della Corte dei Conti è un controllo esterno volto a verificare il buon uso delle risorse pubbliche e il raggiungimento degli obiettivi programmati dall’Ente Locale.
Conclusioni
Si può concludere riassumendo che il controllo di gestione negli Enti Locali è uno strumento di governance fondamentale che favorisce la trasparenza, la responsabilità e l’ottimizzazione delle risorse pubbliche, contribuendo a una migliore qualità dei servizi offerti a tutti i cittadini.
L’attività di controllo di gestione culmina nel referto sul controllo di gestione che deve essere predisposto nel rispetto del D. Lgs. 18 agosto 2000, n. 267, delle disposizioni regionali e di eventuali linee guida dell’Ente o degli enti sovraordinati.
A tal proposito gli uffici competenti di Ideapubblica supportano adeguatamente gli Enti Locali:
Analizzando gli obiettivi assegnati e i risultati conseguiti;
Calcolando e valutando gli indicatori di performance monitorati;
Evidenziando criticità e punti di forza della gestione;
Fornendo proposte di miglioramento operative e concrete.
Il nostro team di esperti opera da remoto, con incontri programmati e supporto personalizzato, garantendo un processo fluido ed efficace senza appesantire l’operatività dell’Ente.



PMI.IT

Pensioni 2027: stop selettivo ai tre mesi in più per meno del 3% dei lavoratori

Manovra: il Governo valuta la sterilizzazione dei requisiti pensionistici solo per lavoratori precoci e usuranti, aumenti graduali per tutti gli altri.
Il dibattito sulle pensioni registra un’importante svolta in vista della Manovra 2026. Il Governo, che sperava di bloccare integralmente l’aumento dei requisiti anagrafici e contributivi (tre mesi in più dal 2027), deve fare i conti con i costi elevati di una misura generalizzata: circa 3 miliardi di euro all’anno per il biennio 2027-2029.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha chiarito che l’intervento sarà quindi una sterilizzazione selettiva, destinata probabilmente ai soli precoci – ossia coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni – e ai lavoratori impiegati in attività usuranti.
Secondo i dati INPS, si tratta di appena 13mila lavoratori in tutto, meno del 3% dei pensionati e circa il 6% delle pensioni anticipate.
Riforma pensioni: le proposte sul tavolo
Attuando un blocco selettivo degli scatti di adeguamento all’età pensionabile e ai requisiti contributivi per la pensione anticipata, per i restanti lavoratori, le opzioni considerate dalla Ragioneria di Stato prevedono diverse alternative.
Pensioni: le strade per bloccare l'aumento dei requisiti 8 Ottobre 2025
Una delle ipotesi principali consiste nel congelamento dei tre mesi aggiuntivi solo per chi nel 2027 avrà almeno 64 anni, lasciando invariata la quota contributiva minima a 43 anni e 1 mese per gli altri. In questo modo si manterrebbe la “promessa politica” della pensione di vecchiaia mantenuta a 67 anni ed il costo a regime scenderebbe a circa 2 miliardi di euro, rispetto ai 3 miliardi del blocco totale.
Aumento requisiti graduale
Un’altra ipotesi, sostenuta dal ministero dell’Economia, prevede aumenti graduali dei requisiti: un mese nel 2027 e un incremento ulteriore nel 2028, calcolati sulla base dell’aumento dell’aspettativa di vita stimata dall’ISTAT. Questa soluzione permetterebbe di distribuire l’aumento in modo più sostenibile, interessando progressivamente la maggior parte dei pensionati.
Pensioni anticipate e flessibilità in uscita
Nel pacchetto pensioni in Legge di Bilancio 2026 potrebbero confluire anche le uniche tre forme di uscita anticipata flessibile ad ora esistenti: APE Sociale, Opzione Donna e Quota 103. Le condizioni, le finestre temporali e i criteri di ricalcolo resteranno invariati rispetto all’anno corrente. Per quanto riguarda Quota 103, le adesioni previste rimangono contenute, intorno a 16 mila unità.



AGRIGENTONOTIZIE.IT 

Le ricerche di Marianna, vertice del centro coordinamento soccorsi: andranno avanti
Perlustrazioni, scavi e verifiche proseguiranno compatibilmente con le condizioni meteo che dovranno anche garantire la piena, totale, sicurezza dei soccorritori

Le ricerche di Marianna Bello, la trentottenne di Favara dispersa da 15 giorni, andranno avanti. Questa la decisione presa dal centro coordinamento soccorsi, convocato dal prefetto Salvatore Caccamo, per fare il punto della situazione. Decisione che è stata resa nota alle ore 19,15. Le ricerche proseguiranno compatibilmente con le condizioni meteo che dovranno anche garantire la piena, totale, sicurezza dei soccorritori.  Il maltempo, già dalla prima serata di ieri e per tutta la giornata di oggi, ha condizionato perlustrazioni e ricerche. Da domani potrebbe essere pure peggio. Secondo le previsioni meteo, un sistema ciclonico mette l'intera isola a rischio allagamenti e nubifragi. La Protezione civile regionale ha diramato infatti una nuova allerta gialla. Venerdì sono previsti forti venti e dopo la tregua di sabato una nuova perturbazione afro-mediterranea arriverà domenica con piogge e temporali nuovamente diffusi su tutto il territorio provinciale. Il comitato per l'ordine e la sicurezza convocato dal prefetto di Agrigento valuterà anche questo, che non è, naturalmente, un dettaglio di poco conto.


SICILIAONPRESS.IT 

Vertice in Prefettura: le ricerche di Marianna continueranno nonostante il maltempo

Le ricerche di Marianna Bello proseguono: il vertice in Prefettura conferma l’impegno nonostante il maltempoSi è svolta nel pomeriggio presso la Prefettura di Agrigento una riunione operativa per fare il punto sulla scomparsa di Marianna dispersa dal primo ottobre in seguito al violento nubifragio che ha colpito Favara.Il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal prefetto Salvatore Caccamo, ha riunito tutti gli enti coinvolti nelle operazioni di ricerca, tra cui la Questura, i Carabinieri, i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile, l’Aica con la presidente Danila Nobile, l’Asp rappresentata dal dottor Ercole Marchica, la Capitaneria di Porto, il presidente della Provincia e il sindaco di Favara Antonio Palumbo.Al termine dell’incontro è stato deciso che le ricerche continueranno fino a data da stabilire, compatibilmente con le condizioni meteorologiche.Il maltempo, che si prevede persisterà per tutto il fine settimana, rappresenta un ostacolo significativo, ma non tale da interrompere le operazioni. Una breve tregua delle condizioni climatiche è attesa per sabato, ma già dalla notte successiva si prevede un nuovo peggioramento.Le attività di ricerca riprenderanno domani mattina con il coinvolgimento delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco e della protezione civile. In particolare, saranno operative le squadre del movimento terra dei pompieri, che utilizzeranno ruspe e mezzi pesanti per ispezionare nuovamente i valloni che dal centro di Favara conducono al depuratore. L’Asp di Agrigento, inoltre, ha messo a disposizione specialisti per offrire supporto psicologico e sanitario ai familiari della donna scomparsa.Il vertice in Prefettura ha confermato la volontà delle istituzioni di non interrompere le ricerche, nonostante le difficoltà imposte dal maltempo e dal lungo periodo trascorso dalla scomparsa. L’impegno resta massimo e non si perdono le speranze di ritrovare Marianna.

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