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rassegna stampa del 22 ottobre 2025


TELEACRAS

“Crisi dell’editoria”: domani convegno ad Agrigento
Ad Agrigento domani mercoledì 22 ottobre alla Provincia nella sala Giglia alle ore 10:30 si svolgerà un convegno sul tema “Crisi dell’editoria e trasformazione del lavoro giornalistico alle luce delle nuove tecnologie”. L’iniziativa è promossa dal sindacato autonomo dei giornalisti SAGI e da Conflavoro. Relatore sarà il segretario nazionale del SAGI Nino Randisi, e, per ConfLavoro, associazione presieduta da Giuseppe Pullara, interverrà la giornalista Valentina Alaimo. Ai lavori parteciperà il Presidente della Provincia, Giuseppe Pendolino. Previsti gli interventi di editori locali, di operatori dell’informazione e degli studenti del Liceo Scientifico Leonardo. I lavori saranno coordinati dal giornalista Elio Di Bella.



GRANDANGOLO

Maltempo, mezzi all’opera per il ripristino delle strade provinciali interessate.

Mezzi e uomini del Libero Consorzio Comunale di Agrigento sono all'opera da giorni per ripristinare le condizioni di sicurezza di alcune strade provinciali
Mezzi e uomini del Libero Consorzio Comunale di Agrigento sono all’opera da giorni per ripristinare le condizioni di sicurezza di alcune strade provinciali duramente colpite da un nubifragio, con conseguente riversamento di fango e detriti in numerosi punti dei tracciati, in particolare nell’area montana. Questa mattina il Presidente del Libero Consorzio, Giuseppe Pendolino, ha effettuato un sopralluogo nel cantiere aperto lungo alcuni tratti delle strade provinciali n. 52 e n. 53 in contrada Ragalbici, in territorio di Cammarata, per rendersi conto personalmente dei danni provocati dal maltempo e del regolare andamento dei lavori, che hanno già consentito di sgombrare i tracciati da fango e detriti. 
I lavori sono stati completati anche sulle strade provinciali n. 26D ( Bivio Tumarrano- Vallelunga), n. 58 (Stazione Cammarata-Cammarata) e n. 31 ( Cattolica Eraclea-Cianciana), con successive tappe in altre zone del territorio provinciale interessato dal maltempo dei giorni scorsi. 
“Il Libero Consorzio è costantemente impegnato nel monitoraggio dell’intera rete viaria di propria competenza” dice il Presidente Pendolino “per la rimozione di qualsiasi condizione di pericolo. La sicurezza delle strade provinciali ed ex consortili è fondamentale per garantire regolari collegamenti in un’area nella quale insistono, tra l’altro, numerose attività imprenditoriali, soprattutto agricole e zootecniche”.


SICILIATV

Ars, ecco le nomine di Enti parco, Consorzi universitari e Iacp

La Commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale Siciliana ha dato parere favorevole alle nomine dei nuovi presidenti di Parchi regionali, Consorzi universitari e Iacp. “Ringrazio il presidente Abbate e tutti i componenti della Commissione parlamentare per il via libera alle designazioni. Adesso diamo definitiva esecuzione al provvedimento di nomina approvato dal governo Schifani lo scorso settembre, su mia proposta”, afferma l’assessore regionale al Territorio e all’ambiente, Giusi Savarino.
Questi i nuovi presidenti dei Parchi regionali: Massimiliano Giammusso (sindaco di Gravina di Catania) al Parco dell’Etna; Giuseppe Ferrarello (sindaco di Gangi) al Parco delle Madonie; Carmelo Calabrò al Parco fluviale dell’Alcantara; Domenico Barbuzza al Parco dei Nebrodi.
Gli istituti autonomi case popolari saranno guidati da Antonino Garozzo (Acireale); Pietro Medici (Agrigento); Calogero Valenza (Caltanissetta); Francesco Occhipinti (Enna); Giuseppe Picciolo (Messina); Francesco Riggio (Palermo); Giovanni Moscato (Ragusa); Vincenzo Scontrino (Trapani).
Per quanto riguarda i consorzi universitari, i vertici saranno ricoperti da Antonino Mangiacavallo (Agrigento), Gianluca Tumminelli (Caltanissetta), Corrado Bonfanti (Noto), Domenico Arezzo (Ragusa).



LIVESICILIA

FdI, depositata una proposta di legge contro chi inneggia alla mafia.

Prevede la reclusione dai sei mesi a tre anni con una multa da mille a diecimila euro
“Abbiamo depositato nei due rami del Parlamento una proposta di legge che introduce il reato di apologia della criminalità organizzata o mafiosa punito con la pena di reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 1.000 fino a 10.000 euro”. Ad annunciarlo in una nota i parlamentari palermitani di Fratelli d’Italia Carolina Varchi, capogruppo Fdi in Commissione Giustizia alla Camera e il senatore Raul Russo, componente della Commissione Parlamentare Antimafia, primi firmatari della pdl.
“Sono previste aggravanti se il fatto è commesso a mezzo stampa o attraverso strumenti telematici o informatici, per porre un argine alla diffusione senza controllo sui social network di contenuti che favoriscono pratiche e messaggi di adesione alla mafia e che talvolta si traducono nella vita reale in condotte criminali violente da parte di giovanissimi. Così come preoccupa la diffusione di prodotti televisivi e cinematografici che mostrano i mafiosi con un’accezione positiva a rischio emulativo, come avvenuto recentemente in un omicidio tra giovani a Palermo. Ciò non è tollerabile. La nostra proposta di legge – proseguono Varchi e Russo – mira, dunque, a contrastare la normalizzazione e l’enfatizzazione delle associazioni criminali di stampo mafioso. Pur non essendo particolarmente favorevoli ai cosiddetti reati di opinione siamo convinti che non si possa più rinviare un’iniziativa legislativa del genere, non possiamo permettere che le giovani generazioni, che non hanno vissuto l’epoca più sanguinosa delle stragi, crescano senza capire che la mafia non può mai, in alcun, caso avere alcuna accezione positiva”.
Sull’uso dei social la Presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, ha da tempo denunciato, in ultimo al Festival del Sud a Vibo Valentia: “Oggi è nata la “mafiosfera”: la camorra usa i social per arruolare i più giovani. Catene, leoni, video fuori dal carcere: si trasforma un boss in un eroe. Non è così: chi è in carcere perché è un boss non è un eroe”: “La verità la rimettono in asse forze di polizia e magistratura, fino a sentenza”.
“Per quanto riguarda l’aspetto sistematico – codicistico della nostra proposta la scelta di inserirlo dopo l’articolo che sanziona il reato associativo di stampo mafioso è una scelta precisa finalizzata ad accostare gli aspetti immateriali legati più all’opinione e favorire un maggiore controllo sui contenuti ad opera dei social anche in ausilio alle forze investigative italiane che così potranno colpire non solo le condotte materiali rilevanti penalmente”, concludono i parlamentari di FdI.



ILSICILIA

Emigrazione e spopolamento, all’Ars si accendono i riflettori sulla diaspora siciliana

I siciliani alla ricerca di un futuro più roseo e prosperoso, ma lontano dai confini regionali, tornano sotto i riflettori dell’Ars. In V Commissione Cultura, Formazione e Lavoro, presieduta da Fabrizio Ferrara, si torna a parlare di emigrazione, famiglie e lavoro.Non è un segreto. La diaspora siciliana è un’emergenza dalla quale non si può restare indifferenti. Un fenomeno non di certo nuovo, che già nel secolo scorso ha visto l’Isola tra le Regioni maggiormente protagoniste, ma che nei decenni è mutato cambiando volto, dimensioni e caratteristiche. Gli ultimi dati del Rapporto Italiani nel mondo della Fondazione Migrantes lo confermano, con oltre 15mila siciliani che nel 2024 hanno abbandonato la propria terra natia. La Sicilia si conferma così al primo posto per numero di iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, una comunità che conta ben oltre 820mila emigrati.
Aiutare i nostri concittadini, ma soprattutto offrire loro una nuova opportunità. Sono questi i punti di domanda su cui ci si interroga a Palazzo dei Normanni. Dei quesiti che in realtà si ripropongono da anni. Nasce così l’esigenza di mettere in piedi un disegno di legge per promuove la tutela morale, l’assistenza materiale e la elevazione sociale dei lavoratori emigrati, immigrati e delle loro famiglie. Il testo è frutto di una serie di proposte, due delle quali vedono come primo firmatario il presidente della Commissione Antimafia Antonello Cracolici. Oltre all’esponente dem, altre iniziative sono giunte dal Movimento 5 Stelle, con Roberta Schillaci, e dall’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità Alessandro Aricò. Tra i banchi della V Commissione andrà così al vaglio un testo unico sui provvedimenti per il contrasto allo spopolamento e nella giornata di oggi, secondo calendario, sarà ascoltato il deputato del Partito Democratico.
Ma andiamo nel dettaglio. La proposta di legge prevede la costituzione di una Consulta regionale dell’emigrazione presso l’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro, che dovrà riunirsi due volte l’anno, con l’obiettivo di studiare le cause e gli effetti dell’emigrazione e dell’immigrazione, avanzare proposte e soluzioni, esprimere parere sulle azioni già messe in campo e ogni tre anni una conferenza regionale sui problemi delle migrazioni.
Come si apprende dal testo, dovrà essere presieduta dall’assessore al ramo e composta, tra i tanti, da chi sulla propria pelle ha vissuto e vive il fenomeno della diaspora siciliana: 3 rappresentanti di patronati e delle organizzazioni sindacali a carattere nazionale legalmente riconosciuti che si occupino dell’assistenza agli emigrati e che abbiano maggiore rappresentanza all’estero, designati dai rispettivi organi regionali; 8 rappresentanti degli emigrati, designati dalle maggiori associazioni aventi sede in Sicilia ed operanti da almeno tre anni dall’ entrata in vigore della legge regionale 3 giugno 1975 n. 25, recante i provvedimenti in favore dei lavoratori emigranti e delle loro famiglie; 20 emigrati all’estero da almeno tre anni, di cui due in Francia, tre nella Germania Federale, due nel Benelux, due in Svizzera, uno in Inghilterra e Irlanda e dieci nelle seguenti aree extraeuropee: tre nel nord America di cui uno in Canada, quattro nell’ America centrale e del sud, due nell’Australia, uno in Africa.
Per il quadriennio di durata della Consulta è inoltre previsto l’istituzione di un Comitato direttivo, che abbia il compito di collaborare a stretto contatto con l’assessorato e la Consulta. Altro tassello è rappresentato dall’albo regionale delle associazioni degli emigrati, degli immigrati e dei patronati. La domanda di iscrizione dovrà essere presentata all’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro.
L’assessorato avrà inoltre il compito di ripartire contributi alle associazioni e alle organizzazioni operanti nella Regione in favore degli emigrati da almeno tre anni alla data di entrata in vigore della legge regionale del ’75 aderenti ad associazioni ed organizzazioni a carattere nazionale presenti all’estero e riconosciute dal Ministero degli Affari Esteri. Contributi che dovranno essere investiti per il potenziamento delle strutture organizzative e lo svolgimento di attività promozionali nel settore.
All’interno del ddl è prevista anche la promozione delle attività economiche degli emigrati che rientrano in Sicilia e che presentano piani di investimento nei vari settori economici, oltre che, tramite le associazioni ed i loro referenti all’estero, le attività finalizzate all’investimento in Sicilia o alla promozione dei prodotti siciliani all’estero. La Regione si impregna inoltre e incentivare la formazione di “joint venture” tra società omologhe che lavorano, investono in Sicilia e che operano all’estero e favorisce, anche mediante contributi e prestiti agevolati, la nascita di cooperative i cui soci siano per almeno il 60% emigrati rientrati definitivamente in Sicilia. Agli imprenditori sarà concesso un contributo sugli interessi per mutui fino a 350mila euro.
Sostegni anche per i figli dei lavoratori siciliani emigrati. E’ il caso di borse di studio ad hoc e di contributi per due tipologie di attività promozionali per l’avvio e la permanenza in colonie marine e montane, site in Sicilia, di figli di lavoratori siciliani emigrati anche se non in possesso della cittadinanza italiana, nonché i figli degli immigrati extracomunitari residenti in Sicilia, e in campeggi di figli di lavoratori emigrati ed immigrati, di età compresa fra i dodici e i diciotto anni.
In favore dei lavoratori emigrati che ritornano in Sicilia è concesso nel disegno di legge il concorso regionale nel pagamento degli interessi su mutui destinati per finanziamenti volti all’acquisto, alla costruzione, al rinnovo o al trasformazione di immobile per uso abitazione propria, previa dimostrazione di impossidenza di altro immobile adibito a casa di civile abitazione nel Comune dove intendono stabilire la propria residenza al momento del rientro in Sicilia, ed i cui piani di ammortamento non superino l’importo del tetto massimo previsto dalla vigente legislazione regionale e statale in materia di edilizia. Per tali lavoratori, inoltre, la Regione istituirebbe un fondo di rotazione a gestione separata di 25 milioni di euro per la concessione di credito agevolato.
L’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro è autorizzato anche a concedere un contributo annuo per le spese di gestione in favore delle cooperative di produzione e lavoro, agricole, di servizi, turistiche e di pescatori, costituite per almeno il 60 per cento da lavoratori emigrati che siano rientrati definitivamente nella Regione a far data dall’entrata in vigore della presente legge. Le cooperative possono anche fruire della concessione di contributi previsti da altre leggi della Regione per il settore cooperativistico e della piccola e media impresa.
Ampio spazio è dedicato anche alle attività di formazione, al turismo sociale, alle attività culturali, divulgative e di informazione.


CANICATTIWEB

Maltempo, mezzi all’opera per il ripristino delle strade provinciali interessate

Mezzi e uomini del Libero Consorzio Comunale di Agrigento sono all’opera da giorni per ripristinare le condizioni di sicurezza di alcune strade provinciali duramente colpite da un nubifragio, con conseguente riversamento di fango e detriti in numerosi punti dei tracciati, in particolare nell’area montana. Questa mattina il Presidente del Libero Consorzio, Giuseppe Pendolino, ha effettuato un sopralluogo nel cantiere aperto lungo alcuni tratti delle strade provinciali n. 52 e n. 53 in contrada Ragalbici, in territorio di Cammarata, per rendersi conto personalmente dei danni provocati dal maltempo e del regolare andamento dei lavori, che hanno già consentito di sgombrare i tracciati da fango e detriti.
I lavori sono stati completati anche sulle strade provinciali n. 26D ( Bivio Tumarrano- Vallelunga), n. 58 (Stazione Cammarata-Cammarata) e n. 31 ( Cattolica Eraclea-Cianciana), con successive tappe in altre zone del territorio provinciale interessato dal maltempo dei giorni scorsi.
“Il Libero Consorzio è costantemente impegnato nel monitoraggio dell’intera rete viaria di propria competenza” dice il Presidente Pendolino “per la rimozione di qualsiasi condizione di pericolo. La sicurezza delle strade provinciali ed ex consortili è fondamentale per garantire regolari collegamenti in un’area nella quale insistono, tra l’altro, numerose attività imprenditoriali, soprattutto agricole e zootecniche”.


QDS

“In pensione a 69 anni”: la catastrofica previsione Istat.

In pensione quasi a 70 anni: il report Istat.
Stando ai dati elaborati e pubblicati dall’Istat, si andrà in pensione a 69 anni: l’approfondimento e l’allarmante report
Il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia salirà nel 2050 a 68 anni e 11 mesi per entrambi i sessi (dai 67 anni attuali), e toccherà la quota dei 70 anni nel 2067. A riportarlo è l’Istat in base alle stime della Ragioneria Generale dello Stato. In un focus dedicato alle previsioni sulla forza lavoro, l’Istituto stima un aumento della partecipazione al mercato del lavoro delle persone in età mature e anziane. Tra il 2024 e il 2050, il tasso di attività tra i 55 e i 64 anni salirebbe dal 61% al 70%. Inoltre, il tasso di attività nella fascia di età 65-74 anni potrebbe crescere dall’11% nel 2024 al 16% nel 2050.
Cresce il tasso di attività tra i 15-74enni
Il tasso di attività esteso alla classe di età 15-74 anni, dunque, potrebbe raggiungere nel 2050 il 62% (dal 58% del 2024). Tra le donne si arriverebbe al 55% con una crescita del 5,6%, mentre per i soli uomini si raggiungerebbe il 68,3%, con un aumento dell’1,8%. 
Over 65 da 1 su 4 a 1 su 3
Nei prossimi decenni, sempre secondo il Focus Istat dedicato alla stime sulle forze lavoro al 2050, la quota di anziani over 65 sul totale della popolazione potrebbe crescere da meno di uno su quattro individui (nel 2024 siamo al 24,3%) a più di uno su tre nel 2050 (il 34,6%). Contemporaneamente la quota di persone tra i 15 e i 64 anni scenderà al 54,3% dal 63,5%. 
Speranza di vita in aumento
La speranza di vita alla nascita è prevista in aumento per entrambi i sessi: secondo lo scenario mediano nel 2050 raggiungerà per i maschi gli 84,3 anni (81,7 nel 2024) e per le femmine 87,8 (dagli 85,6). Inoltre, la speranza di vita a 65 anni nel 2050 potrebbe crescere per gli uomini a 21,5 anni (dai 19,8 del 2024) e per le donne a 24,4 anni (22,7 nel 2024). L’aumento della sopravvivenza è generalmente accompagnato da un miglioramento generale delle condizioni di salute, precisano ancora all’Istat. 



LENTEPUBBLICA

Congedo parentale fino ai 14 anni e nuovi incentivi nella Legge di Bilancio 2026

In questi giorni, a dominare l’agenda politica, è ovviamente la tanto chiacchierata Legge di Bilancio 2026: e nella prima bozza spuntano una serie di incentivi a famiglie e madri lavoratrici, con alcune novità in materia di congedo parentale.
Tra i principali obiettivi perseguiti dalla nuova Manovra, vi è quello di sostenere le famiglie italiane, attraverso l’introduzione di un pacchetto di misure volte a rafforzare la natalità, favorire la conciliazione tra vita privata e lavoro e rendere più sostenibile la genitorialità.
Di particolare rilievo è l’estensione del congedo parentale, che potrà essere richiesto da ciascun genitore fino al compimento dei 14 anni del figlio, superando il precedente limite dei 12 anni.
Nuovo congedo parentale fino ai 14 anni nella Legge di Bilancio 2026
La misura modifica quanto disposto dall’art. 32 del d.lgs. n. 151 del 2001, secondo cui “Per ogni bambino, nei primi suoi dodici anni di vita, ciascun genitore ha diritto di astenersi dal lavoro secondo le modalità stabilite dal presente articolo. I relativi congedi parentali dei genitori non possono complessivamente eccedere il limite di dieci mesi […]”.
La Manovra amplia, dunque, la flessibilità a disposizione dei lavoratori dipendenti, consentendo a madri e padri di organizzare i periodi di assenza dal lavoro in modo da conciliarli al meglio con le esigenze familiari.
Restano confermate la durata complessiva di 10 mesi, elevabili a 11 se il padre si astiene per almeno 3 mesi e l’indennità pari al 30% della retribuzione media giornaliera, con una copertura più elevata, pari all’80%, per i primi tre mesi fruiti entro i 6 anni di vita del bambino. Tali periodi continuano, inoltre, a essere validi ai fini dell’anzianità di servizio e dei contributi figurativi.
Accanto all’ampliamento del congedo parentale, la manovra prevede anche un intervento mirato in caso di malattia dei figli. Infatti, ciascun genitore potrà assentarsi dal lavoro fino a 10 giorni l’anno, anziché 5, al fine di prestare assistenza a bambini di età compresa tra i 3 e i 14 anni.
Incentivi alle assunzioni femminili e per le madri lavoratrici
Un altro tassello importante della manovra è dedicato alle madri lavoratrici. Il Governo, infatti, con l’obiettivo di incentivare le assunzioni femminili, introduce una decontribuzione totale fino a 8.000 euro per i datori di lavoro privati che assumono donne con almeno 3 figli minorenni, disoccupate da almeno 6 mesi. La misura si affianca a un’altra norma che riconosce ai genitori con almeno 3 figli conviventi il diritto di priorità nella trasformazione del contratto da tempo pieno a part-time, fino al decimo anno del figlio più piccolo o senza limiti di età in presenza di figli disabili.
Inoltre, viene introdotta la possibilità di prolungare i contratti a termine stipulati in sostituzione di lavoratrici o lavoratori in congedo per consentire un periodo di affiancamento al rientro, non superiore al primo anno di vita del bambino, così da garantire un passaggio di consegne graduale e una migliore organizzazione aziendale.
Nuovo fondo per genitori separati o divorziati
Altra novità riguarda l’istituzione, a partire dal 2026, di un fondo da 20 milioni di euro annui per sostenere i genitori separati o divorziati che, a seguito della cessazione del matrimonio o della convivenza, sono costretti a lasciare la casa familiare di proprietà e non risultano assegnatari dell’abitazione. Il contributo, destinato a chi ha figli fino a 21 anni di età, servirà ad alleggerire le spese per l’affitto o per l’acquisto di una nuova abitazione, offrendo un aiuto concreto in una fase di particolare fragilità economica e personale.



AGRIGENTONOTIZIE.IT 

Maltempo, sopralluogo di Pendolino nei cantieri delle strade provinciali
Interventi in corso per ripristinare la sicurezza e garantire il transito regolare nelle zone colpite da fango e detriti


Mezzi e uomini del Libero consorzio comunale di Agrigento sono all’opera da giorni per ripristinare le condizioni di sicurezza di alcune strade provinciali duramente colpite da un nubifragio, con accumulo di fango e detriti in più punti, soprattutto nell’area montana. Questa mattina il presidente del Libero consorzio, Giuseppe Pendolino, ha fatto un sopralluogo sui cantieri aperti lungo i tratti delle strade provinciali 52 e 53 in contrada Ragalbici, nel territorio di Cammarata, per verificare personalmente i danni provocati dal maltempo e il regolare andamento dei lavori, che hanno già consentito lo sgombero dei tracciati.Gli interventi sono stati completati anche sulle strade provinciali 26D (Bivio Tumarrano-Vallelunga), 58 (Stazione Cammarata-Cammarata) e 31 (Cattolica Eraclea-Cianciana), con successive fasi previste in altre zone del territorio provinciale colpite dal maltempo dei giorni scorsi.“Il Libero consorzio è costantemente impegnato nel monitoraggio dell’intera rete viaria di propria competenza – dice Pendolino – per rimuovere qualsiasi condizione di pericolo. La sicurezza delle strade provinciali ed ex consortili è fondamentale per garantire collegamenti regolari in un’area in cui operano numerose attività, soprattutto agricole e zootecniche”.



LENTEPUBBLICA.IT 
Progressioni di carriera negli enti locali: chiarimenti sulle scadenze

Un recente orientamento interpretativo dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) ha fornito un chiarimento significativo riguardo alle progressioni di carriera negli enti locali.Si tratta di un tema centrale per molti dipendenti del comparto Funzioni Locali, che l’Agenzia affronta tramite il parere numero 35345/2025.La questione ruota attorno al termine del 31 dicembre 2025, fissato dal contratto collettivo nazionale del 16 novembre 2022, entro il quale le amministrazioni possono realizzare le progressioni di carriera di natura valutativa, anche in deroga ai titoli di studio previsti.L’interpretazione resa dall’Agenzia specifica che, per rispettare la scadenza prevista dal contratto, non è necessario che l’intera procedura di avanzamento si concluda entro la fine del 2025. È sufficiente, infatti, che l’ente abbia avviato formalmente la procedura, pubblicando l’avviso relativo entro il termine indicato. In altre parole, ciò che conta non è la conclusione del percorso, ma la sua attivazione entro la data stabilita.Si tratta di una precisazione tutt’altro che marginale, poiché risponde a un dubbio operativo che molti enti locali avevano espresso negli ultimi mesi. Le progressioni tra le Aree rappresentano infatti uno strumento fondamentale per valorizzare le professionalità interne, ma al tempo stesso richiedono tempi tecnici lunghi e procedure complesse, spesso condizionate da limiti di bilancio e da criteri di valutazione non sempre uniformi.
Che cosa sono le progressioni tra le AreeNel sistema del pubblico impiego locale, le progressioni di carriera si dividono in due grandi categorie: quelle orizzontali, che comportano un passaggio a una posizione economica superiore all’interno della stessa area professionale, e quelle verticali, che invece consentono il passaggio da un’area all’altra (ad esempio da “Istruttore” a “Funzionario”).Il contratto collettivo del 2022 ha introdotto una novità di rilievo in materia: fino al 31 dicembre 2025, le amministrazioni possono procedere alle progressioni verticali anche in deroga al requisito del titolo di studio, purché la selezione sia fondata su criteri di valutazione legati alla competenza, all’esperienza e alla performance. Questa disposizione è stata pensata per favorire la crescita professionale del personale interno, riconoscendo il valore dell’esperienza maturata negli anni, anche in assenza di titoli accademici specifici.L’interpretazione dell’Aran e i suoi effetti praticiIl chiarimento dell’Aran stabilisce dunque che, entro la fine del 2025, gli enti locali devono avviare le procedure, e non necessariamente completarle. Questo significa che, una volta pubblicato l’avviso entro la scadenza, sarà possibile concludere l’iter anche nel 2026, senza incorrere in violazioni contrattuali.La distinzione può sembrare puramente formale, ma ha effetti molto concreti. Molte amministrazioni, infatti, si trovavano nell’incertezza su come pianificare i tempi dei bandi, temendo che il mancato completamento delle selezioni entro dicembre 2025 potesse vanificare gli sforzi organizzativi. Con questa interpretazione, si concede un margine di flessibilità utile a garantire la piena attuazione del principio di valorizzazione del personale previsto dal contratto.Un sistema in evoluzioneLe progressioni verticali costituiscono da anni uno degli strumenti più dibattuti all’interno della pubblica amministrazione. L’obiettivo è duplice: da un lato, motivare il personale premiando il merito e la professionalità; dall’altro, ottimizzare le risorse interne, riducendo il ricorso a nuove assunzioni quando all’interno dell’ente esistono già competenze adeguate. Tuttavia, la loro applicazione è spesso ostacolata da vincoli finanziari, limiti di spesa del personale e interpretazioni discordanti delle norme contrattuali.Il CCNL del 2022 ha cercato di semplificare il sistema, introducendo un modello più dinamico e meritocratico. La possibilità di procedere “in deroga al titolo di studio” fino al 2025 rappresenta un’occasione straordinaria per riconoscere il valore di chi, pur privo di determinati requisiti formali, ha accumulato negli anni competenze tecniche e gestionali di alto livello.

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