agrigentonotizie.it
Strade provinciali più sicure: firmato il contratto per i lavori sulla SP 88
Manutenzione straordinaria tra Sant’Anna e Villafranca Sicula per un importo di oltre 480 mila euro
Prosegue il piano di interventi per la messa in sicurezza della rete viaria interna. È stato firmato il contratto d’appalto per la manutenzione straordinaria della strada provinciale 88, nel tratto compreso tra la SP 36 e la SP 47 Sant’Anna–Villafranca Sicula.I lavori, finanziati con fondi statali previsti dal decreto ministeriale n. 394/2021 nell’ambito del programma sessennale 2021-2026 per il miglioramento della viabilità secondaria, saranno eseguiti dalla ditta Palumbo Costruzioni srl di Favara. L’importo complessivo del contratto ammonta a 480.749,14 euro più Iva, di cui 14.442,47 euro destinati agli oneri di sicurezza non soggetti a ribasso.Gli interventi, che rientrano nell’accordo quadro biennale con un solo operatore economico, dovranno essere completati entro 365 giorni dalla data di consegna dei lavori, seguendo le indicazioni dei tecnici del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, autori del progetto di manutenzione.“Si tratta di un ulteriore tassello della rete di appalti che il Libero consorzio ha previsto per la sistemazione delle strade di propria competenza – afferma il presidente Giuseppe Pendolino – e che, grazie alla nuova spinta politica e alla professionalità dei tecnici del Settore Infrastrutture Stradali, consente di dare risposte concrete al territorio, mettendo in circolo risorse significative provenienti da finanziamenti regionali e statali”.
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Libero Consorzio Comunale di Agrigento e Vigili del Fuoco: focus su ecosostenibilità
Il vice presidente del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, con delega al patrimonio, Domenico Scicolone, ed il consigliere Giovanni Cutrera, con delega alla viabilità provinciale, hanno incontrato negli Uffici della Presidenza di Piazzale Aldo Moro una delegazione del Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Agrigento.Si è trattato di un piacevole momento di confronto ed ascolto delle esigenze rappresentate dal comandante, Calogero Barbera, sulla necessità di intervento su temi di ecosostenibilità e risparmio energetico e sul futuro dell’immobile di proprietà del Libero Consorzio Comunale che ospita la sede del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco.Entrambe le parti si sono dette soddisfatte dal proficuo incontro, dal quale sicuramente deriverà un positivo futuro di collaborazione con un Ente fondamentale per il territorio e la sicurezza dei cittadini quale il Comando Provinciale dei Vigili del fuoco di Agrigento.
BLOGSICILIA
Identità siciliana, ricostituita la commissione per le eredità immateriali della RegioneScarpinato: "Attenzione per il territorio e per le comunità locali"di Romina Ferrante
È stata ricostituita questa mattina la commissione per le eredità immateriali della Regione Siciliana, organo centrale per la tutela, la catalogazione e la valorizzazione del patrimonio culturale immateriale dell’Isola.
La commissione gestisce il Registro delle eredità immateriali della Sicilia (Reis), strumento fondamentale per riconoscere e proteggere tradizioni, saperi e pratiche che costituiscono l’identità profonda della regione.
Nuova squadra, approccio multidisciplinare
La nuova commissione resterà in carica per tre anni. È composta da Ettore Sessa (presidente), Maria Frisella (vicepresidente), don Vito Impellizzeri (preside della Facoltà Teologica di Sicilia), Maddalena De Luca (dirigente dei Beni culturali) e Orietta Sorgi (dirigente in quiescenza). A completare il gruppo, Paolo Valentini (segretario, funzionario del Dipartimento Beni culturali) e Laura Cappugi, direttrice del Centro regionale per l’Inventario e la catalogazione.
L’assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, ha sottolineato l’importanza di un metodo condiviso e attento alle comunità locali: “Un lavoro di squadra fondato su ascolto e confronto, per dare vita a provvedimenti efficaci a tutela e promozione dell’identità siciliana. Ringrazio la precedente commissione grazie alla quale numerose istanze hanno trovato riscontro, a testimonianza dell’attenzione e della sensibilità dell’assessorato verso le esigenze del territorio e delle comunità locali. Alla nuova commissione auguro buon lavoro: avrà un’impostazione multidisciplinare, capace di coniugare conservazione e innovazione nei percorsi da intraprendere”.
Un patrimonio vivo da proteggere e tramandare
La riattivazione della commissione rappresenta un passo concreto nella direzione della tutela delle tradizioni immateriali, spesso messe a rischio dalla modernizzazione e dalla perdita di memoria collettiva.
Il Reis è lo strumento con cui la Regione Siciliana riconosce, documenta e protegge pratiche come feste religiose, mestieri tradizionali, espressioni orali, riti e cerimonie che ancora oggi raccontano la storia viva dell’Isola.
La nuova commissione dovrà ora proseguire e rafforzare questo percorso, in continuità con il lavoro già avviato e con una visione più ampia, capace di integrare conservazione culturale e innovazione sociale.
SICILIATV
Libero Consorzio Comunale di Agrigento e Vigili del Fuoco: focus su ecosostenibilitàNino RavanàIl vice presidente del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, con delega al patrimonio, Domenico Scicolone, ed il consigliere Giovanni Cutrera, con delega alla viabilità provinciale, hanno incontrato negli Uffici della Presidenza di Piazzale Aldo Moro una delegazione del Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Agrigento.
Si è trattato di un piacevole momento di confronto ed ascolto delle esigenze rappresentate dal comandante, Calogero Barbera, sulla necessità di intervento su temi di ecosostenibilità e risparmio energetico e sul futuro dell’immobile di proprietà del Libero Consorzio Comunale che ospita la sede del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco.
Entrambe le parti si sono dette soddisfatte dal proficuo incontro, dal quale sicuramente deriverà un positivo futuro di collaborazione con un Ente fondamentale per il territorio e la sicurezza dei cittadini quale il Comando Provinciale dei Vigili del fuoco di Agrigento.
Viabilità: al via i lavori sulla strada provinciale 88Nino RavanàSono previsti a breve nuovi interventi di manutenzione straordinaria sulla viabilità interna. E’ stato infatti firmato il contratto d’appalto per l’affidamento dell’accordo quadro biennale con un solo operatore economico per la manutenzione straordinaria della strada provinciale 88 (tratto dalla Sp 36 alla Sp 47 Sant’Anna-Villafranca Sicula). I lavori saranno eseguiti dall’impresa aggiudicataria, la “Palumbo Costruzioni “Srl” con sede a Favara, per un importo contrattuale complessivo di 480.749,14 euro più Iva (compresi 14.442,47 euro per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso), finanziati da fondi statali per il miglioramento della rete viaria secondaria.
Gli interventi dovranno essere ultimati entro 365 giorni dalla data del verbale di consegna dei lavori su precise indicazioni dei tecnici del Libero Consorzio, che hanno elaborato il relativo progetto di manutenzione. “Si tratta di un ulteriore tassello della rete di appalti che il Libero Consorzio Comunale ha previsto per la sistemazione delle strade di propria competenza – afferma il presidente Giuseppe Pendolino – e che grazie alla nuova spinta politica e alla professionalità dei tecnici del Settore Infrastrutture Stradali consente di dare precise risposte al nostro territorio, mettendo in circolo anche cospicue risorse finanziarie ottenute con finanziamenti regionali e statali dei progetti esecutivi”.
LENTEPUBBLICA
TFS dei dipendenti pubblici: cosa cambia nella bozza della Manovra 2026
La bozza della Manovra 2026 introduce modifiche significative per i dipendenti pubblici, in particolare sul fronte del trattamento di fine servizio (TFS).
Gli articoli 43 e 44 del testo in esame intervengono su due aspetti centrali: l’adeguamento dei requisiti per la pensione legati all’aumento della speranza di vita e la tempistica di liquidazione delle indennità di fine rapporto. Si tratta di misure che avranno un impatto concreto sui tempi e sulle modalità di accesso al pensionamento per migliaia di dipendenti statali e degli enti pubblici di ricerca.
Tempistiche e pagamento del TFS
La modifica principale riguarda la liquidazione del trattamento di fine servizio per i dipendenti pubblici. Dal 1° gennaio 2027, il termine per il pagamento dell’indennità passerà da dodici a nove mesi. In pratica, chi maturerà i requisiti pensionistici dopo tale data riceverà la somma spettante in tempi leggermente più brevi rispetto a quanto previsto finora.
La riduzione dei tempi di attesa rappresenta una risposta a una delle richieste più frequenti da parte dei lavoratori pubblici, che spesso hanno lamentato ritardi significativi nella corresponsione del TFS. Anche se la modifica di tre mesi può sembrare marginale, per molti pensionati costituisce un alleggerimento concreto, soprattutto considerando che queste somme rappresentano una parte importante del reddito post-lavorativo.
Cosa cambia per i lavoratori pubblici e della ricerca
Particolare attenzione è dedicata ai dipendenti della Pubblica Amministrazione e agli addetti degli enti di ricerca. Per questi lavoratori, le indennità di fine servizio continueranno a essere liquidate nel momento in cui sarebbe maturato il diritto alla corresponsione secondo la normativa vigente. In altre parole, pur essendo confermati i tempi di pagamento legati alle regole del sistema previdenziale pubblico, la riduzione del periodo di attesa a nove mesi offrirà una maggiore fluidità nei flussi di liquidazione.
Si tratta di un intervento che, almeno nelle intenzioni del legislatore, dovrebbe uniformare e semplificare il trattamento economico di fine carriera, riducendo le disparità tra i vari comparti del pubblico impiego.
Pensioni e speranza di vita: requisiti aggiornati dal 2027
Si ricorda anche che dal 1° gennaio 2027, l’età e i requisiti per il pensionamento subiranno un incremento legato alla variazione della speranza di vita. Tuttavia, per il solo anno 2027, l’aumento previsto sarà contenuto: un solo mese in più rispetto alle soglie attuali. Questo correttivo, definito congiuntamente dal Ministero dell’Economia e dal Ministero del Lavoro, rappresenta un passaggio intermedio verso un adeguamento più ampio che scatterà dal 2028, quando entrerà in vigore pienamente l’aumento stabilito dal decreto ministeriale.
L’obiettivo dichiarato del governo è rendere il sistema pensionistico più sostenibile nel lungo periodo, allineandolo alle proiezioni demografiche. Tuttavia, la misura introduce anche tutele per alcune categorie di lavoratori che, a causa delle condizioni fisiche o della natura delle mansioni svolte, si trovano in situazioni di particolare gravosità.
Chi è escluso dall’aumento dei requisiti
La bozza di Manovra stabilisce che alcune categorie non saranno soggette all’incremento dei requisiti anagrafici e contributivi. L’esclusione riguarda i lavoratori che rientrano in professioni usuranti o che svolgono attività caratterizzate da un impegno fisico intenso o rischioso, come specificato dalla legge di bilancio del 2017 e dal decreto legislativo del 2011 sulle mansioni faticose e pesanti.
Per rientrare in questa deroga, il lavoratore deve aver svolto tali mansioni per almeno sette anni negli ultimi dieci (o sei negli ultimi sette) e possedere almeno trent’anni di contributi. In sostanza, chi ha avuto una carriera in settori considerati ad alto rischio o particolarmente logoranti potrà accedere alla pensione senza subire l’aumento legato alla speranza di vita.
Resta escluso da questa agevolazione, invece, chi al momento del pensionamento percepisce l’indennità di accompagnamento alla pensione anticipata prevista dalla legge di bilancio 2017, un trattamento economico introdotto per favorire l’uscita graduale dal lavoro.
Effetti sulle casse dello Stato
Le nuove regole avranno naturalmente anche un impatto finanziario per lo Stato. Per coprire gli effetti derivanti dalle deroghe e dalle modifiche introdotte, la bozza della Manovra prevede un incremento delle risorse stanziate nei prossimi anni. In particolare, sono previsti 8 milioni di euro aggiuntivi per il 2027, che saliranno progressivamente fino a 49 milioni annui dal 2031 in poi.
Parallelamente, aumenta anche il fondo destinato al sostegno dei lavoratori impegnati in attività usuranti: 4 milioni di euro in più nel 2027, fino a 17 milioni annui dal 2031. Questi incrementi finanziari mirano a garantire la copertura necessaria per mantenere in equilibrio il sistema previdenziale, pur assicurando una maggiore tutela alle categorie più esposte.
Legge 106/2025: dal 2026 nuove tutele per chi assiste familiari fragili
di lentepubblica
A partire dal 1° gennaio 2026 cambieranno le regole per migliaia di lavoratori italiani che vivono situazioni di fragilità personale o familiare: ecco le novità in arrivo con la Manovra 2026 e con l’entrata a regime della nuova Legge 106/2025.
Con la Legge 106 del 18 luglio 2025, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 25 luglio ed entrata in vigore il 9 agosto, il legislatore introduce una serie di modifiche alla storica Legge 104 del 1992, che da oltre trent’anni rappresenta il principale riferimento normativo in materia di assistenza, integrazione sociale e diritti delle persone con disabilità.
La nuova normativa non stravolge l’impianto originario della 104, ma ne amplia la portata, introducendo strumenti aggiuntivi per sostenere chi si prende cura di familiari in condizioni di disabilità grave o di malattia invalidante, e per tutelare chi affronta in prima persona patologie croniche o oncologiche. Si tratta, come ha riconosciuto lo stesso governo, di un passo in avanti verso un welfare più inclusivo, anche se non mancano le perplessità legate alle lacune ancora presenti nel sistema di protezione sociale.
Collegamento con la Legge di Bilancio 2026
Le novità introdotte dalla Legge 106/2025 si intrecciano con quanto previsto nella bozza della Legge di Bilancio 2026, che dedica un capitolo specifico alle politiche sociali e al sostegno delle persone con disabilità. Nel testo preliminare si prevede, infatti, un incremento dei fondi destinati ai caregiver familiari, con l’obiettivo di finanziare parte delle misure introdotte dalla 106 e di ampliare le risorse per l’assistenza domiciliare.
La manovra include inoltre un fondo sperimentale per la conciliazione vita-lavoro, pensato per agevolare i lavoratori che usufruiscono di congedi non retribuiti, attraverso forme di indennità parziale o voucher per servizi di cura. Anche se ancora in fase di definizione, questi interventi mirano a compensare almeno in parte le mancate coperture economiche della nuova legge, cercando di rendere effettive tutele che altrimenti resterebbero solo sulla carta.
La bozza di Bilancio prevede poi un rafforzamento del Fondo per la non autosufficienza e un piano di formazione per i datori di lavoro, volto a promuovere politiche aziendali più inclusive nei confronti dei dipendenti con disabilità o di chi si occupa di familiari fragili. Si tratta di misure complementari che, se confermate, potrebbero rendere più coerente e sostenibile l’attuazione della Legge 106.
Le novità della Legge 106/2025 per sostenere caregiver e familiari fragili
In un contesto sociale sempre più segnato dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento delle patologie croniche, l’Italia compie un piccolo ma significativo passo verso una maggiore inclusione.
Tuttavia, la strada per un sistema di tutele realmente universali e accessibili a tutti è ancora lunga, e il successo delle nuove norme dipenderà anche dalla capacità della prossima manovra di tradurre in risorse concrete i principi introdotti dalla Legge 106.
Scopriamo qui di seguito quali sono le novità previste a partire dall’anno prossimo.
Dieci ore di permesso retribuito in più l’anno
Tra le novità principali introdotte dalla Legge 106/2025 c’è l’ampliamento dei permessi retribuiti. Oltre ai tre giorni mensili già riconosciuti dalla 104, a partire dal 2026 i lavoratori con disabilità grave o i caregiver che assistono un familiare in questa condizione potranno usufruire di dieci ore aggiuntive all’anno di permesso retribuito.
Queste ore supplementari potranno essere utilizzate per visite mediche, esami diagnostici, trattamenti terapeutici o riabilitativi, offrendo così una maggiore flessibilità nella gestione delle cure e degli impegni sanitari. La misura si applica sia ai lavoratori del settore pubblico che a quelli del privato, con copertura contributiva garantita.
L’articolo 2 della nuova legge stabilisce che tali ore si sommano alle tutele già previste dalla normativa vigente e dai contratti collettivi nazionali, rafforzando il diritto dei lavoratori di conciliare i propri impegni professionali con le esigenze di salute proprie o dei propri cari.
Un aspetto importante riguarda l’estensione della misura anche ai genitori di figli minorenni con una disabilità pari o superiore al 74% o affetti da malattie rare, oncologiche o invalidanti. In questi casi, i genitori avranno diritto alle stesse ore di permesso aggiuntivo, una novità che riconosce esplicitamente il carico di cura che grava sulle famiglie.
Congedi più lunghi ma non retribuiti
Oltre ai permessi, la Legge 106/2025 introduce un’altra misura significativa: un congedo parentale esteso fino a due anni, durante il quale il lavoratore manterrà il diritto alla conservazione del posto di lavoro, ma senza retribuzione.
Il legislatore ha voluto offrire un’opportunità di sospensione temporanea dal lavoro per chi si trova ad affrontare situazioni particolarmente complesse sul piano sanitario o familiare. Tuttavia, l’assenza di un sostegno economico durante il congedo rischia di limitarne l’effettiva accessibilità, soprattutto per le famiglie con redditi medio-bassi.
Questa scelta evidenzia il contrasto tra tutela formale e sostegno reale: la possibilità di prendersi cura dei propri cari è riconosciuta, ma a un costo che molti non possono permettersi. È un segnale di avanzamento normativo, ma al tempo stesso uno specchio della fragilità strutturale del welfare italiano, ancora fortemente legato alla disponibilità economica individuale.
Accesso prioritario al lavoro agile
Un altro elemento di rilievo è il riconoscimento esplicito della priorità di accesso al lavoro agile per le persone con disabilità e per chi assiste familiari fragili. La misura è vincolata alla natura delle mansioni: il datore di lavoro dovrà garantire questa modalità solo dove compatibile con l’attività svolta.
L’obiettivo è quello di favorire la conciliazione tra vita professionale e necessità di cura, un tema che negli ultimi anni ha assunto un’importanza crescente, anche alla luce delle esperienze maturate durante la pandemia. Con questa disposizione, la legge intende valorizzare lo smart working come strumento di inclusione, non solo di flessibilità lavorativa.
Un nuovo approccio alla disabilità
Oltre alle misure direttamente rivolte ai lavoratori, la Legge 106/2025 introduce anche un cambiamento di prospettiva nella valutazione dell’invalidità civile. Viene infatti avviata una riforma che mira a superare il modello puramente medico, basato su percentuali di invalidità, per adottare un approccio bio-psico-sociale.
Questo nuovo modello, ispirato ai principi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, considera la disabilità non solo come una condizione fisica, ma come il risultato dell’interazione tra fattori sanitari, psicologici e sociali. Un passo che apre la strada a una visione più moderna e inclusiva della persona, e che potrebbe avere ricadute significative anche sulle modalità di accesso ai benefici economici e assistenziali.
Rafforzati i controlli sui permessi
Parallelamente, la legge prevede il potenziamento dei controlli sull’utilizzo dei permessi e dei congedi previsti dalla normativa. Le pubbliche amministrazioni saranno tenute a inserire, nelle denunce mensili, informazioni dettagliate sugli eventi di assenza dal lavoro e sui soggetti che ne beneficiano, in modo da garantire maggiore trasparenza e prevenire eventuali abusi.
Si tratta di un aspetto spesso al centro del dibattito pubblico: la necessità di evitare usi impropri dei permessi previsti dalla Legge 104, senza però penalizzare chi ne ha davvero bisogno. L’obiettivo dichiarato è quello di rafforzare la fiducia nel sistema e rendere più efficiente la gestione delle tutele.
Arginare il declino delle aree interne: incontro tra la CEI e l'UPI
Promuovere un percorso condiviso sui territori, Provincia per Provincia, per contrastare il declino delle Aree interne e valorizzarne le peculiarità. Questo l’obiettivo dell’incontro che si è svolto il 22 ottobre, tra il Presidente e il Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, Card. Matteo Zuppi e Mons. Giuseppe Baturi, e Pasquale Gandolfi, Presidente dell’Unione Province Italiane (UPI).
“Dobbiamo guardare al futuro delle Aree interne: oggi più che mai è fondamentale costruire alleanze sociali per la speranza”, ha affermato il Card. Zuppi. “Questo tema ci sta molto a cuore perché è in gioco la tenuta delle comunità: lì dove l’uomo vive deve godere di tutti i diritti costituzionali. Occorre trovare risposte articolate, basate sulla sussidiarietà e non sulla logica dell’assistenza, che vedano le comunità protagoniste del loro riscatto”, ha sottolineato Mons. Baturi. “Nessuno può farcela da solo: è necessario creare strategie, ognuno attraverso il proprio contributo specifico, per il bene delle Aree interne e dell’intero Paese”, ha chiosato Mons. Felice Accrocca, Arcivescovo di Benevento, promotore degli incontri annuali tra Presuli delle aree segnate dallo spopolamento, dalla povertà educativa e sanitaria, dalla mancanza di infrastrutture, impegnati in un rilancio di queste zone, in dialogo costante con le Istituzioni.
“Le Province – ha detto il Presidente Gandolfi, che è stato accompagnato dal responsabile UPI per le Aree interne Daniele Saia, Presidente della Provincia di Isernia, – raccolgono e fanno proprio l’appello lanciato dai Vescovi, che molto lucidamente hanno indicato la necessità di fondare le politiche a favore delle aree interne sull’ascolto dei bisogni e sulla mappatura partecipata delle risorse locali. Occorre valorizzare le specificità preziose di questi territori, rilanciando e integrando gli interventi speciali e aggiuntivi nel quadro più generale delle politiche di sviluppo dei territori”.
In quest’ottica, si è deciso di avviare una strategia partecipata, a più livelli, con il coinvolgimento di una pluralità dei soggetti e delle comunità locali, per favorire e sostenere possibili esperienze di rigenerazione coerenti con le originalità locali e in grado di rilanciare l’identità dei territori.