ILSICILIA
La mini-Finanziaria che non convince tutti e la strada in salita verso le amministrative: il dietro le quinte del vertice di maggioranza
Entro la fine della settimana Palazzo d’Orleans partorirà il testo della Finanziaria. O almeno il suo scheletro.Nel corso del lungo vertice di maggioranza convocato dal presidente della Regione Renato Schifani due sono le certezze emerse: la Manovra sarà approvata entro il 31 dicembre e da gennaio le riforme in attesa a Sala d’Ercole dovranno essere portate a termine. Si guarda dunque al futuro, gettando alle spalle le voci di crisi all’interno del centrodestra, emerse a gamba tesa nel corso della votazione della manovra quater. Ma saranno veramente due mesi di quiete quelli che attendono la Sicilia?
Per rispondere al quesito bisogna riavvolgere il nastro a ieri pomeriggio. Presenti all’incontro i segretari regionali e i capigruppo all’Ars di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Democrazia Cristiana, Mpa e Noi Moderati. Assenti, nonostante le precedenti richieste, il presidente dell’Assemblea Gaetano Galvagno e il presidente della II Commissione Bilancio Dario Daidone. All’appello mancava anche l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino. Presente, invece, il vicepresidente e assessore tra le fila del Carroccio con delega all’Agricoltura Luca Sammartino.
Portata principale è stata la Finanziaria. Il governatore azzurro ha spiegato la composizione del testo. Il documento che entro venerdì incasserà il disco verde in giunta sarà estremamente snello e composto da pochi articoli, quattro o cinque, che ruoteranno intorno ai temi del lavoro, dello sviluppo e della crescita economica. Un ruolo centrale sarà riservato alla decontribuzione per le imprese che assumono nuovo personale, misura considerata strategica per stimolare la creazione di posti di lavoro e sostenere concretamente il tessuto produttivo dell’Isola. L’obiettivo è favorire una crescita economica duratura attraverso un aumento ancora più significativo dell’occupazione, rafforzando così la competitività delle aziende siciliane e migliorando le prospettive per i lavoratori. Per tale misura dovrebbero essere previsti circa 200 milioni di euro. Tra gli altri interventi più sostanziosi e corposi, circa 100 milioni saranno invece destinati alle spese obbligatorie degli assessorati. Non è dunque da escludere che tra i risicati articoli possano ricomparire quei provvedimenti bocciati e contenuti all’interno della manovra quater, come il south working.
Tutto qui? Assolutamente no. Il testo, infatti, sarà poi “imbottito” in II Commissione Bilancio. Prima di approdare in Commissione la prossima settimana si svolgerà un altro passo importante. La coalizione di centrodestra tornerà a riunirsi martedì 4 novembre alle ore 11:00. Ogni singolo gruppo avrà così una settimana di tempo per confrontarsi e accordarsi sui temi principali da portare avanti. Proposte che dovranno essere condivise al tavolo e che una volta trovato il consenso, il più ampio possibile, saranno assunte e ripresentate in Commissione come emendamenti governativi. In tal senso, è chiaro che i riflettori saranno puntati su temi di carattere generale. Vengono così in mente gli Asacom, l’agricoltura, l’emergenza siccità, l’occupazione, il peso degli extracosti per i Comuni, le attività produttive e così via. Da non dimenticare ci sono anche gli emendamenti accantonati dall’ultima variazione di bilancio (CLICCA QUI).
Insomma, la Commissione Bilancio è pronta ad una nuova resa dei conti, tra lunghe maratone e sedute serrate. Proprio in considerazione dei freschi precedenti, secondo indiscrezioni raccolte da ilSicilia.it, non tutti gli esponenti della maggioranza si sarebbero dichiarati soddisfatti di questo metodo. Il rischio, infatti, sostengono diverse voci, è quello di esasperare un clima già al quanto pesante tra le mura di Palazzo dei Normanni.
Altro nodo riguarda il tetto massimo della Finanziaria, da un punto di vista economico, che al momento non sarebbe stato ancora stabilito. Dunque, fino a che punto le varie richieste provenienti dagli alleati verranno accolte?
Ad una difficile composizione, seguirà anche un tortuoso percorso in aula. Già, perché l’ombra dei franchi tiratori resta viva. L’abrogazione del voto segreto è stata rinviata a gennaio. La riforma si trova in cima ai punti dell’agenda di governo insieme al ddl sugli Enti locali, sulla dirigenza regionale e sul riordino dei Consorzi di Bonifica. Un disegno di legge, quest’ultimo, che dovrà essere rivisto e aggiornata, rispetto all’ultimo schema bocciato e riproposto nel più breve tempo possibile.
Dei quattro, quello che dovrebbe vedere prima la luce è quello sugli Enti locali. Il motivo? Le amministrative della primavera 2026. Entro gennaio la riforma dovrà essere approvata, cercando di sciogliere alcuni nodi e procedere, così, verso la campagna elettorale. Molti dei sindaci dei Comuni al voto sono già al secondo mandato e il loro destino potrebbe dipendere proprio dall’attuale ddl.
La strada verso la prossima tornata elettorale non sarà così semplice. Anzi, attualmente è abbastanza in salita. Se il quadro regionale oggi non è dei migliori, anche a livello territoriale e provinciale la musica non è tanto diversa. Basti pensare ad alcune esempi, dai centri più grandi, fino alle realtà del Nisseno o dell’Ennese, dove il centrodestra è alla ricerca dell’unità. In quest’ultima resta caldo il possibile cambio casacca di Luisa Lantieri da Forza Italia alla Democrazia Cristiana (CLICCA QUI). Un passaggio che potrebbe concretizzarsi proprio nei prossimi giorni. Se da un lato si guarda ai confronti e agli scontri interni, dall’altro attenzione anche allo scoglio nomine. Il tandem Iacolino-Firenze, rispettivamente al vertice del Dipartimento regionale per la Pianificazione Strategica e direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo, nel corso delle ultime settimane era stato motivo di tensioni, soprattutto tra le fila di Fratelli d’Italia. Polemiche che promettono di non placarsi nel breve periodo. Proprio i meloniani, poi, questo fine settimana, sono stati protagonisti del conferimento di un latro incarico, quello dell’ex deputato Nicola Catania a sub-commissario per la valorizzazione energetica e la gestione del ciclo di rifiuti. Una scelta che, secondo indiscrezioni, non sarebbe stata gradita da tutti gli alleati di centrodestra e in particolar modo tra le fila dell’Mpa.
Un puzzle complicato e complesso, con incomprensioni e mal di pancia che rischiano ancora una volta di sfociare a Sala d’Ercole. Questa volta l’esito, però, potrebbe essere ancora più drammatico. In ballo, infatti, c’è la Finanziaria e l’intera programmazione non solo del 2026, ma dell’intero biennio che il governo Schifani dovrà affrontare tenendo a bada gli animi accesi tutti gli alleati, nessuno escluso.
PMI.it
Pubblico impiego: tutti i risparmi in busta paga con la Manovra 2026.
Detassazione aumenti contrattuali, taglio IRPEF e buoni pasto: le novità fiscali che rafforzano il potere d’acquisto degli stipendi pubblici nel 2026.
La Manovra di Bilancio 2026 dedica un capitolo specifico al pubblico impiego, puntando ad aumentare il reddito netto di oltre 3,3 milioni di lavoratori statali. L’obiettivo, indicato all’articolo 4 del disegno di legge, è “rafforzare il legame tra produttività e salario”, attraverso una serie di misure fiscali e contrattuali che incidono direttamente sulla busta paga dei dipendenti pubblici.
Vediamo come ed in quale misura.
Taglio IRPEF anche in busta paga
Come cambia la busta paga 2026 con le novità in Manovra 21 Ottobre 2025
Dal 1° gennaio 2026 l’aliquota IRPEF per la seconda fascia di reddito (secondo scaglione) scende dal 35% al 33%. Il taglio si traduce in un beneficio mensile compreso tra 12 e 37 euro, a seconda del reddito, e interessa la fascia dei dipendenti pubblici con retribuzioni tra 28mila e 50mila euro lordi l’anno — quella che comprende la quasi totalità del personale non dirigente. Secondo le prime simulazioni, l’effetto in busta paga sarà il seguente:
Reddito annuo lordo Beneficio annuo IRPEF Incremento mensile medio
30.000 € +144 € +12 €
40.000 € +384 € +32 €
50.000 € +440 € +37 €
Detassazione premi e indennità nella PA
Per il personale della Pubblica amministrazione, la Manovra introduce una flat tax del 15% sui premi di produttività, indennità fisse e variabili riconosciute dalle amministrazioni. L’agevolazione si applica solo se:
la retribuzione annua non supera i 50mila euro lordi;
l’importo del premio o dell’indennità agevolata non supera 800 euro per anno fiscale.
Si tratta di una soglia inferiore alla media dei premi corrisposti nel pubblico impiego (circa 1.200 euro), ma che consente comunque un risparmio fiscale aggiuntivo di fino a 180 euro annui per i lavoratori che ne beneficiano.
Buoni pasto e fringe benefit
Tra gli interventi che riguardano la retribuzione accessoria figura anche l’aumento della soglia di esenzione per i buoni pasto elettronici, che passa da 8 a 10 euro. La misura interessa tutto il personale statale e parastatale, compresi docenti, impiegati ministeriali e lavoratori della Sanità, e si traduce in un risparmio fiscale medio stimato di 200 euro annui.
Il quadro complessivo dei risparmi
Sommando i benefici derivanti dal taglio IRPEF, dalla tassa piatta sui premi e dai nuovi limiti di esenzione dei buoni pasto, un dipendente pubblico medio potrà ottenere in busta paga nel 2026 un aumento del reddito netto tra 400 e 650 euro annui. Per i redditi compresi tra 45 e 50mila euro, l’effetto cumulativo potrà superare i 55 euro mensili.
Nello specifico, il vantaggio fiscale per gli stipendi della PA massimo raggiunge i 56 euro al mese sommando il taglio IRPEF e la detassazione sui premi di produttività, con un guadagno complessivo di 664 euro annui.
Stipendi PA: tabella novità 2026
Taglio IRPEF: dal 35% al 33% per redditi 28–50 mila €
Beneficio medio mensile: +12 / +37 € (massimo 56 €)
Flat tax sui premi: 15% fino a 800 € annui e redditi sotto i 50 mila €
Buoni pasto elettronici: esenzione fino a 10 €
Aumento netto annuo stimato: tra 400 e 650 €
Stipendi medi per comparto pubblico
Calcolo stipendio netto
Aumento stipendi pubblici in Manovra: a chi spettano nel 2026 23 Ottobre 2025
Il pacchetto fiscale si affianca ai rinnovi contrattuali per il triennio 2025–2027, che prevedono ulteriori adeguamenti retributivi e l’aggiornamento delle indennità di comparto. La combinazione tra interventi fiscali e nuovi contratti rappresenta uno degli sforzi più ampi degli ultimi anni per ridurre la perdita di potere d’acquisto nel pubblico impiego.
I nuovi benefici fiscali si innestano su livelli retributivi già molto differenziati tra i comparti pubblici. Secondo i dati della Ragioneria Generale dello Stato, nel 2024 la retribuzione media lorda annua dei lavoratori pubblici è così distribuita:
Comparto Retribuzione media annua
Sanità 43.000 €
Funzioni centrali (Ministeri, Inps, Inail, Agenzie fiscali) 41.000 €
Funzioni locali (Comuni, Regioni, Enti territoriali) 33.700 €
Scuola (docenti e personale ATA) 33.000 €
Per queste categorie, la riduzione dell’IRPEF comporterà un risparmio proporzionale: più alto per Sanità e Funzioni Centrali, più contenuto per Scuola e Funzioni locali. In media, un lavoratore pubblico di fascia intermedia (tra i 35 e i 40 mila euro lordi annui) vedrà un incremento netto mensile tra 25 e 35 euro.
LENTEPUBBLICA
Iscrizione nell’Elenco dei revisori dei conti degli enti locali: le regole per il 2026
Da oggi, 27 ottobre, fino al 16 dicembre 2025 sarà possibile presentare domanda per entrare o rinnovare la propria iscrizione nell’elenco dei revisori dei conti degli enti locali, valido a partire dal 1° gennaio 2026.
Il Ministero dell’Interno, con decreto del 22 ottobre 2025, ha infatti pubblicato l’avviso che stabilisce le modalità e i termini per la procedura, interamente gestita online attraverso il portale della Direzione Centrale per la Finanza Locale.
L’elenco, previsto dall’articolo 16 del decreto-legge 138 del 2011 e regolamentato dal decreto ministeriale n. 23 del 15 febbraio 2012, costituisce la base da cui vengono selezionati — tramite estrazione — i revisori chiamati a vigilare sui bilanci di Comuni, Province, Città metropolitane e Unioni di comuni. Si tratta, in sostanza, dello strumento attraverso cui vengono scelti i professionisti incaricati di garantire la correttezza e la trasparenza della gestione economico-finanziaria degli enti locali.
Domande solo online e accesso con identità digitale
Tutte le operazioni di iscrizione o rinnovo dovranno essere effettuate esclusivamente per via telematica, accedendo al sito https://dait.interno.gov.it/finanza-locale e selezionando la sezione “Accedi all’area dei revisori”. Da lì sarà necessario entrare nella propria area personale, utilizzando una delle identità digitali ammesse: SPID, Carta d’Identità Elettronica (CIE) o Carta Nazionale dei Servizi (CNS).Una volta completata la compilazione online, il sistema invierà entro 12 ore una notifica via posta elettronica certificata (PEC) per confermare l’avvenuto caricamento della domanda. L’email di riscontro è indispensabile per validare la procedura: in caso di mancata ricezione, l’interessato dovrà contattare tempestivamente l’Ufficio competente, i cui riferimenti sono disponibili sul portale ministeriale.
Anche coloro che risultano già presenti nell’elenco del 2025 dovranno rinnovare la propria posizione, aggiornando i dati e attestando la sussistenza dei requisiti professionali previsti dal regolamento.
Requisiti professionali e crediti formativi
Per essere ammessi all’elenco, è necessario rispettare le condizioni fissate dall’articolo 3 del regolamento del 2012. Tra queste, l’iscrizione al Registro dei revisori legali o all’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, il possesso dei crediti formativi aggiornati e, per le fasce più alte, lo svolgimento di precedenti incarichi di revisione presso enti locali per almeno un triennio.
Sono considerati validi i crediti maturati tra il 1° gennaio e il 30 novembre 2025, purché relativi a corsi approvati dal Ministero dell’Interno. In caso di doppia iscrizione — sia al Registro dei revisori sia all’Ordine professionale — si terrà conto di quella più datata.
Nella domanda, i candidati dovranno dichiarare di non essere soggetti a sospensioni disciplinari, di non trovarsi in condizioni di interdizione o inabilitazione e di non aver riportato condanne che comportino l’incapacità a ricoprire incarichi pubblici. Tutte le dichiarazioni hanno valore di autocertificazione e sono soggette a verifiche successive da parte dell’Amministrazione.
Verifiche e controlli
Una volta chiusa la finestra per la presentazione delle istanze, il Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali procederà con i controlli sulle informazioni fornite. L’Ufficio potrà confrontare i dati dichiarati con quelli presenti nelle banche dati di altre amministrazioni o, in caso di incongruenze, richiedere documentazione integrativa tramite PEC.
Il mancato riscontro entro 15 giorni comporterà la cancellazione dall’elenco. Saranno esclusi anche coloro che abbiano fornito informazioni non veritiere o dichiarato incarichi non conformi ai requisiti minimi richiesti.
In caso di errori parziali — ad esempio, nella durata degli incarichi o nell’indicazione degli enti — è previsto il declassamento a una fascia inferiore, senza tuttavia la decadenza dagli incarichi in corso.
Modalità di estrazione e composizione degli organi di revisione
A partire dal 1° gennaio 2026, gli enti locali attingeranno all’elenco aggiornato per nominare i propri revisori dei conti. Per gli organi monocratici saranno estratti tre nominativi: il primo per la nomina effettiva, gli altri due come riserve in caso di rinuncia o impedimento.
Per gli organi collegiali, invece, verranno selezionati sei professionisti. I primi due saranno designati come componenti effettivi, mentre i restanti potranno subentrare secondo l’ordine di estrazione. Il presidente del collegio dovrà essere scelto tra i revisori appartenenti alla terza fascia, ossia quella dei professionisti con maggiore esperienza.
Qualora si verifichi la cessazione anticipata di un componente, l’ente dovrà procedere a una nuova estrazione, poiché la graduatoria perde validità una volta completata la nomina.
Aggiornamento dei dati e contributo annuale
Dopo l’iscrizione, i revisori potranno modificare alcune informazioni personali — come recapiti o indirizzi PEC — direttamente tramite la propria area riservata. Le variazioni che comportano un cambio di comune di residenza dovranno invece essere comunicate via PEC all’indirizzo ufficiale del Ministero, specificando l’oggetto “Comunicazione cambio residenza”.
È inoltre possibile richiedere aggiornamenti relativi alla fascia di appartenenza o manifestare l’indisponibilità a ricevere incarichi in determinate province. Tutte le modifiche validate dall’Ufficio saranno recepite con decreto ministeriale periodico.
Chi sarà inserito nell’elenco del 2026 dovrà versare un contributo annuale di 25 euro entro il 30 aprile 2026. Il pagamento dovrà avvenire esclusivamente attraverso la piattaforma PagoPA, utilizzando l’avviso che sarà inviato via PEC e reso disponibile anche nell’area personale.
AGRIGENTONOTIZIE.IT
Edilizia scolastica da rivedere, l’assessore Turano: “Aiuteremo i comuni e le province”
Nell’auditorium del “Nicolo Gallo” la manifestazione “La Sicilia fa scuola” per presentare il piano triennale di investimenti per il rilancio del sistema educativo
Ha fatto tappa ad Agrigento la manifestazione “La scuola fa scuola”, iniziativa itinerante promossa dall’assessorato regionale dell’Istruzione e dall’Ufficio scolastico regionale che serve a illustrare il piano triennale da oltre 700 milioni di euro, messo in campo dalla Regione per il rilancio del sistema educativo dell’Isola. L’incontro, che si è svolto nell’auditorium dell’istituto “Nicolo Gallo”, è servito ai dirigenti scolastici della provincia per discutere, con l’assessore regionale Girolamo Turano, anche dei tanti problemi che affliggono il settore. Secondo i dati proposti dal governo regionale, sul fronte dell’edilizia scolastica, il programma di investimenti infrastrutturali prevedono circa 344 milioni di euro, di cui 293 per la scuola e 51 milioni per le università. Senza entrare nel dettaglio delle tante emergenze dovute a istituti vetusti e spesso non rispondenti alle moderne normative di sicurezza, solo nella città di Agrigento, sono noti a tutti i casi dell’Ipia “Marconi” abbandonato per carenze strutturali, i recenti problemi statici del liceo “Politi” de le plesso “Pirandello” in via Acrone e non ultimo, il crollo nella futura sede universitaria di via Atena. “Le scuole appartengono alle province e ai comuni – dice ai microfoni di AgrigentoNotizie, l’assessore regionale Turano – dimostrerò con i dati che, collaborando con le amministrazioni locali, riusciremo a fare quello che non possono fare loro per costruire insieme a loro qualcosa di diverso, li aiuteremo”. Dalla città dei Templi, l’assessore regione dell’Istruzione ha anche parlato delle due recenti misure introdotte in favore degli studenti universitari. “Abbiamo introdotto il prestito d’onore per gli studenti siciliani che non possono godere del beneficio previsto dall’Ente regionale per il diritto allo studio e poi stiamo costruendo un meccanismo di valorizzazione delle eccellenze siciliane con dei master”.
AGRIGENTOOGGI.IT
La scuola riparte dal “Gallo”: Agrigento tappa del progetto “La Sicilia fa Scuola”
Turano inaugura l’anno scolastico al “Gallo”: investimenti record per la scuola sicilianaUn inizio d’anno scolastico nel segno della collaborazione e dell’orgoglio territoriale.
Questa mattina, l’auditorium dell’Istituto “Gallo” di Agrigento ha ospitato la cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2025/2026, promossa dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia, dall’Assessorato dell’Istruzione e della Formazione Professionale della Regione Siciliana e dall’Ambito Territoriale di Agrigento.Un appuntamento solenne che ha visto la partecipazione dell’assessore regionale Mimmo Turano, delle autorità civili, militari e religiose, e dei dirigenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado, accompagnati dai rispettivi DSGA. Tra questi Marika Helga Gatto e Lillo Ministeri del Liceo Classico e Musicale “Empedocle”, Patrizia Pilato del Liceo “Leonardo”, Elisa Maria Enza Casalicchio dell’Istituto “Fermi”, Milena Siracusa del “Politi” con la DSGA Mariagrazia Plano. Il DSGA del Gallo e Sciascia Giuseppe Signorino.La dirigente del “Gallo”, prof.ssa Giovanna Pisano, ha espresso la soddisfazione di ospitare un evento di portata regionale:«È un’occasione unica e particolarmente importante per la scuola agrigentina — ha detto — perché questa inaugurazione coinvolge l’intera comunità educativa della provincia. Non è solo un momento di incontro, ma di condivisione, di buone pratiche e di augurio collettivo per un anno scolastico ricco di crescita».Pisano ha poi aggiunto:«Per noi educare significa interagire con il territorio. La scuola non può essere un’isola: serve un impegno corale, fatto di relazioni, per accompagnare i ragazzi in una crescita armoniosa e consapevole. Insieme si può fare meglio, insieme si può fare di più».L’assessore Mimmo Turano ha voluto sottolineare la visione di una politica che dialoga con la scuola:«Io faccio il politico, ma il mio compito è ascoltare il mondo dell’istruzione. Stiamo costruendo strumenti nuovi per valorizzare i giovani siciliani: borse di studio per chi non può permettersi il percorso universitario e incentivi per i nostri laureati che vogliono fare un master anche all’estero. L’obiettivo è dare ai giovani la libertà di andare, ma anche la possibilità concreta di tornare per lavorare qui».Il provveditore agli studi di Agrigento ha infine ricordato il valore dell’evento come momento di rete e di ascolto:«Non è solo una cerimonia simbolica, ma un’occasione per essere vicini alle scuole, comprenderne i bisogni e rafforzare la collaborazione tra istituzioni, dirigenti e comunità educante».l’incontro con l’assessore Turano si inserisce nel quadro del ciclo di tappe provinciali del progetto “La Sicilia fa Scuola – Progettare e innovare insieme per crescere”, promosso dalla Regione Siciliana per illustrare il piano d’investimenti dedicato al sistema educativo.
Con oltre 700 milioni di euro tra fondi regionali ed extraregionali, il piano getta le basi per costruire la scuola del futuro: tempo pieno, prevenzione della devianza minorile e dell’abbandono scolastico, sostegno amministrativo agli istituti — il cui fondo è salito nel 2025 a 31 milioni di euro — e programmi innovativi di educazione all’intelligenza artificiale e didattica immersiva, oltre a nuovi interventi per l’edilizia scolastica e universitaria, nel segno della sicurezza e della modernizzazione degli edifici.L’anno scolastico agrigentino si apre dunque oggi sotto il segno dell’unità e della sinergia: una scuola che vuole fare sistema e che guarda al futuro dei suoi ragazzi come alla più grande forma di investimento per il territorio.
GRANDNANGOLO.IT
Agrigento, l’assessore Turano incontra studenti e dirigenti: “vogliamo una scuola efficiente”L'assessore regionale ha partecipato all'inaugurazione scolastico 2025/26 presso l'auditorium dell'Istituto scolastico Nicolò Gallo
“Voglio inaugurare l’anno scolastico in maniera sui generis. Non solo incontrando gli studenti, ma soprattutto incontrare chi ogni giorno lavora nelle scuole e farmi dire da loro cosa vogliono per costruire una scuola efficiente, perchè solo facendo squadra, possiamo costruire una scuola capace di rispondere ai bisogni dei nostri ragazzi”. Queste le parole dell’assessore regionale dell’Istruzione e Formazione professionale, Mimmo Turano che questa mattina ad Agrigento ha partecipato all’inaugurazione scolastico 2025/26 presso l’auditorium dell’Istituto scolastico Nicolò Gallo; l’iniziativa rientra nell’ultima tappa del progetto “La Sicilia fa Scuola”, dell’Assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia.“La scelta di organizzare questo ciclo di incontri nei territori con i dirigenti scolastici nasce dalla consapevolezza che solo ascoltando e raccogliendo suggerimenti e proposte possiamo programmare interventi utili al mondo della scuola”, ha detto l’assessore Turano che ha sottolineato di avere “un’idea nuova e diversa per le aree interne della Sicilia, dove la scuola è rimasto unico presidio che rappresenta lo Stato. In alcuni Comuni piccoli, chiusa la banca, scomparsa il distributore di carburante, voglio trasformare quelle scuole non solo in luoghi di apprendimento didattico ma centri sociali dove garantire dei servizi ai cittadini”.Nel piano triennale di investimenti da oltre 700 milioni di euro del governo Schifani sta dando nuova forma alla scuola siciliana, attraverso interventi su edilizia, innovazione digitale, diritto allo studio e contrasto alla dispersione scolastica. Proprio su Agrigento, ricordando il trasferimento degli alunni del Politi in altra sede, l’assessore Turano, ha garantito che “aiuterà i Comuni e la Provincia per pianificare degli interventi mirati”.Rassicurazioni arrivano anche per il mondo dell’Università di Agrigento, con la nomina del nuovo presidente, Nenè Mangiacavallo. “Insieme alla Regione saprà portare avanti le iniziative che abbiamo messo in campo per il Consorzio universitario”, ha concluso Turano.