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rassegna stampa del 29 ottobre 2025

LENTEPUBBLICA

Responsabilità amministrativo-contabile: Corte dei conti chiarisce limiti per progettisti

La Corte dei conti, attraverso una recente deliberazione della Sezione delle autonomie, ha risolto un’importante questione interpretativa riguardante la possibilità di assicurare i progettisti e i verificatori interni alla pubblica amministrazione per i rischi legati alla loro attività professionale.Il tema, da tempo oggetto di orientamenti difformi tra le varie sezioni regionali di controllo, ruota attorno al rapporto tra l’obbligo di copertura assicurativa previsto dal nuovo Codice dei contratti pubblici (decreto legislativo n. 36 del 2023) e il generale divieto di assicurare la responsabilità amministrativo-contabile dei dipendenti pubblici sancito dalla legge n. 244 del 2007.
La pronuncia è giunta a seguito di una richiesta di chiarimento avanzata da un’amministrazione comunale, che aveva posto il quesito se la polizza obbligatoria prevista per progettisti e verificatori potesse comprendere anche i danni arrecati all’amministrazione stessa — e quindi rientranti nella sfera della responsabilità amministrativa — oppure se dovesse limitarsi ai soli danni a terzi derivanti da errori professionali.
Il nodo interpretativo e il contrasto tra sezioni regionali
La questione ha assunto rilievo nazionale dopo che alcune sezioni di controllo della magistratura contabile avevano adottato posizioni divergenti. In particolare, mentre Piemonte ed Emilia-Romagna avevano ritenuto che il divieto di assicurare la responsabilità amministrativa continuasse a valere anche per i tecnici interni, la Lombardia aveva sostenuto che il nuovo Codice dei contratti introducesse una deroga a tale principio.
Secondo questa interpretazione, l’obbligo assicurativo previsto dal decreto legislativo n. 36/2023 si estenderebbe anche ai danni causati alla stessa amministrazione da progettisti e verificatori, includendo persino quelli dovuti a colpa lieve. Tale impostazione si fonda sul principio della “fiducia” introdotto dal nuovo Codice, che mira a valorizzare le competenze interne delle amministrazioni pubbliche e a favorire l’assunzione di responsabilità da parte dei propri tecnici.
Di fronte al contrasto giurisprudenziale e alla rilevanza generale della questione, la Sezione di controllo della Toscana ha ritenuto necessario un intervento nomofilattico e ha rimesso il caso alla Sezione delle autonomie, organo deputato a garantire l’uniformità interpretativa tra le diverse articolazioni territoriali della Corte dei conti.
Il quadro normativo di riferimento
La Corte, nel riesaminare la materia, ha innanzitutto ribadito l’esistenza di un preciso obbligo di stipulare polizze assicurative per i progettisti e i verificatori interni alle amministrazioni. Tale obbligo trova fondamento in più disposizioni del nuovo Codice dei contratti e nella legge delega n. 78 del 2022, che ha previsto la necessità di coprire i rischi professionali con oneri a carico delle stazioni appaltanti.
La normativa, inoltre, stabilisce che le somme necessarie per tali coperture debbano essere inserite nel quadro economico degli interventi, garantendo così che le amministrazioni dispongano delle risorse necessarie per adempiere all’obbligo assicurativo. Anche l’Autorità Nazionale Anticorruzione e il Ministero delle Infrastrutture hanno confermato, in precedenti pareri, la natura vincolante di tale previsione per le figure tecniche interne coinvolte nella progettazione e nella verifica delle opere pubbliche.
L’elemento di maggiore complessità interpretativa riguarda tuttavia l’ambito oggettivo della copertura. Se da un lato il divieto di assicurare la responsabilità amministrativo-contabile — introdotto nel 2007 per prevenire condotte poco prudenti e garantire la responsabilità personale dei dipendenti pubblici — rimane in linea di principio valido, dall’altro le nuove disposizioni del Codice dei contratti sembrano delineare un regime speciale per determinate categorie professionali.
Le motivazioni della Corte
La Sezione delle autonomie, nel suo ragionamento, ha evidenziato che l’amministrazione può affidare a propri dipendenti con specifiche competenze tecniche incarichi aggiuntivi, come la progettazione o la verifica dei progetti, che richiedono qualifiche professionali e abilitazioni particolari. Tali incarichi, pur rientrando nella sfera del rapporto di pubblico impiego, hanno caratteristiche assimilabili a prestazioni professionali e comportano un livello di responsabilità più elevato.
In questi casi, l’ente pubblico ha un interesse diretto a tutelarsi dai rischi connessi a errori professionali dei propri tecnici, che potrebbero tradursi in danni economici sia per soggetti terzi sia per la stessa amministrazione. L’assicurazione, secondo la Corte, svolge dunque una duplice funzione: da un lato incentiva i dipendenti ad accettare incarichi di maggiore responsabilità, evitando il ricorso a professionisti esterni con conseguenti costi aggiuntivi; dall’altro protegge il bilancio pubblico da eventuali ripercussioni finanziarie derivanti da errori nella progettazione o nella verifica delle opere.
Il principio della “fiducia”, introdotto dal nuovo Codice dei contratti, rappresenta un elemento cardine di questo impianto normativo. Esso mira a favorire un clima di collaborazione e responsabilità condivisa tra amministrazioni e dipendenti, valorizzando le professionalità interne e riducendo la dipendenza da consulenze esterne.
I limiti della copertura assicurativa
Pur riconoscendo la specialità della normativa, la Corte dei conti ha precisato che la deroga al divieto generale non può essere interpretata in senso estensivo. La polizza potrà coprire soltanto i rischi legati all’esercizio dell’attività professionale svolta dai progettisti e dai verificatori pubblici nello svolgimento delle funzioni specificamente previste dal Codice dei contratti.
Restano quindi esclusi dalla copertura tutti i comportamenti non riconducibili a tali attività, nonché i danni derivanti da azioni dolose, che continuano a rimanere a carico personale del dipendente. La Corte ha inoltre ricordato che le eventuali responsabilità disciplinari e contabili restano ferme secondo la normativa vigente.
In sostanza, l’assicurazione potrà comprendere anche i danni subiti direttamente dall’amministrazione a causa di errori professionali dei propri tecnici, purché tali errori siano legati all’esercizio delle funzioni di progettazione o di verifica. In questo modo, la copertura assolve a una funzione di garanzia economica per l’ente, senza contraddire il principio di responsabilità personale sancito dalla Costituzione.
Il principio di diritto e le ricadute operative
La deliberazione della Sezione delle autonomie ha così enunciato un principio di diritto destinato a orientare l’azione delle amministrazioni pubbliche e delle sezioni regionali di controllo: l’obbligo di copertura assicurativa dei dipendenti previsto dal Codice dei contratti pubblici costituisce una norma speciale successiva al divieto generale stabilito nel 2007. Pertanto, tale divieto non si applica ai danni derivanti dall’attività professionale svolta dai progettisti e dai verificatori pubblici, indipendentemente dal grado di colpa, fermo restando l’esclusione dei comportamenti dolosi.
Tutte le sezioni regionali della Corte dei conti dovranno attenersi a questo orientamento, che mira a garantire uniformità interpretativa e certezza del diritto.



SICILIATARGET

Invasione di carreggiata: la mancata manutenzione del verde mette a rischio la sicurezza stradale

La mancata manutenzione del verde pubblico lungo le strade comunali e provinciali, con i rami degli alberi, che sono ai bordi della carreggiata, che si sono allungati fino a invadere la strada riducendo la visibilità, creano  un serio pericolo per la circolazione.
L’albero ha il diritto naturale di crescere, e non è certo colpa sua se crescendo, diventa grande e rappresenta un pericolo.
Le foto che vi mostriamo sono state scattate in Via Fosse Ardeatine ad Agrigento, nel tratto che va dalla rotatoria per Monserrato e il Viadotto Morandi, a quella per Villaseta ed il Centro commerciale. Numerose segnalazioni ci sono arrivate dai cittadini, che lamentano l’assenza di interventi di potatura e di controllo periodico. Come si vede, i rami sporgenti invadono la carreggiata fino a restringerla di alcuni metri e costringono i veicoli a spostarsi verso il centro della carreggiata.
Vista la lunghezza dei rani e la folta vegetazione al bordo strada, deduciamo che una adeguata manutenzione non venga effettuata da tempo. Il problema non riguarda solo la sicurezza stradale, ma anche il decoro urbano: in alcuni punti, la vegetazione incolta oltre a coprire i segnali stradali,  diventa ricettacolo di spazzatura e rifiuti vari. Una manutenzione regolare del verde pubblico non è solo una questione estetica, ma una necessità per garantire la sicurezza e la fruibilità delle strade.
Non sappiamo a chi compete, ma l’auspicio è che gli enti competenti intervengano quanto prima per ripristinare le condizioni di sicurezza, programmando controlli e lavori di manutenzione regolari, prima che la situazione degeneri ulteriormente.



LIVESICILIA

Finanziaria, spunta un tesoretto da cento milioni di euro

Ok ad un emendamento del governo in commissione Bilancio.
PALERMO – Un tesoretto da 103 milioni di euro consentirà di allargare ulteriormente lo spazio di manovra per governo e Assemblea regionale siciliana in occasione della legge di stabilità. La novità è emersa dai lavori della commissione Bilancio, dove è stato approvato un emendamento del governo agganciato ad un debito fuori bilancio.
Il ‘tesoretto’ per la Finanziaria
Risorse aggiuntive che arrivano da diverse fonti: in primis 56 milioni dai fondi globali figli della recente manovra quater. A questa cifra si è aggiunta una revisione dei capitoli di bilancio realizzata dall’assessorato che ha consentito di evitare economie e che si è concretizzata nella riduzione per cinque milioni del fondo riserva per le spese obbligatorie e per 20 milioni del fondo per i cofinanziamenti regionali. In aggiunta 22 milioni di maggiori entrate arrivano dalle imposte sui redditi da capitale. L’Esecutivo, rappresentato oggi in commissione dall’assessore all’Economia Alessandro Dagnino, intende mettere la cifra sul piatto per la legge di stabilità.
Per utilizzare queste risorse è stato necessario anticipare a fine 2025 il trasferimento del finanziamento della Regione al Fondo pensioni previsto per il 2026 e e il pagamento di una quota per la liquidazione delle buonuscite dei dipendenti regionali. In questo modo si liberano le risorse per la Finanziaria che entrerà in vigore tra pochi mesi. Il governo, però, non ha fornito indicazioni su quale delle voci dispesa verrà impiegato il tesoretto. Il vertice di maggioranza di lunedì ha svelato soltanto parzialmente le carte sulla legge di stabilità.
Finanziaria, gli sgravi fiscali alle imprese
L’Esecutivo punta molto sulla misura che prevede una decontribuzione fiscale alle aziende che metteranno in campo nuove assunzioni. L’idea è stata rivendicata oggi da Noi moderati, che ha proposto anche di rimpinguare la somma a disposizione. Al momento il governo Schifani prevede di investire in questa risorsa poco meno di duecento milioni di euro.
Finanziaria, la Dc propone una norma sui forestali
Martedì il centrodestra tornerà a riunirsi per un tavolo operativo con le proposte dei partiti di maggioranza. La Dc oggi ha gettato sul tavolo la sua carta: un adeguamento contrattuale per i lavoratori forestali. Ai centristi ha risposto il dem Nello Dipasquale: “Nell’ultima manovra, avevamo già presentato un emendamento per incrementare le giornate di lavoro ma purtroppo non è stato approvato”.
Finanziaria, la tabella di marcia dell’Ars
La conferenza dei capigruppo dell’Ars, intanto, ha stabilito la tabella di marcia dei lavori per la sessione di bilancio. I documenti finanziari saranno trasmessi dal governo Schifani all’Ars entro il 5 novembre. A partire dal giorno successivo, prenderà il via l’esame nelle commissioni di merito di Palazzo dei Normanni.
Un lavoro che si concluderà entro il 16 novembre, mentre dall’indomani entrerà in gioco la commissione Bilancio che ultimerà il suo impegno entro il 5 dicembre. I due ddl dovrebbero quindi arrivare in Aula martedì 9 dicembre, con scadenza dei termini per gli emendamenti fissata a giovedì 11. L’esame del testo prenderà il via il 15 dicembre, per concludersi entro il 21.



LENTEPUBBLICA

Missioni istituzionali: via libera al nuovo decreto per i rimborsi agli amministratori locali

La Conferenza Stato-Città ed autonomie locali ha approvato lo schema di decreto proposto dal Ministero dell’Interno che ridefinisce i criteri di rimborso delle spese di viaggio e di soggiorno per gli amministratori locali impegnati in missioni istituzionali.
Si tratta di un aggiornamento atteso da tempo, che sostituisce le regole fissate oltre un decennio fa con il decreto del 4 agosto 2011, ormai considerato non più adeguato alle attuali esigenze operative degli enti territoriali.
Il nuovo provvedimento, elaborato in accordo con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, dà attuazione a quanto previsto dall’articolo 84 del Testo Unico degli Enti Locali (decreto legislativo 267/2000), che riconosce agli amministratori il diritto a vedersi rimborsare le spese effettivamente sostenute quando si recano, per ragioni legate al loro mandato, fuori dal territorio comunale dove ha sede l’ente.
Chi riguarda e come funziona il rimborso
Le disposizioni del decreto si applicano a tutti gli amministratori degli enti locali — sindaci, assessori, consiglieri, presidenti di provincia e delle unioni di comuni — che svolgono missioni fuori dal capoluogo in cui è collocata la sede amministrativa dell’ente.
Per poter ottenere il rimborso, è necessario che lo spostamento sia autorizzato preventivamente dal capo dell’amministrazione (nel caso di membri della giunta) o dal presidente del consiglio comunale (nel caso dei consiglieri).
Il rimborso copre le spese di viaggio e di pernottamento, purché siano documentate e realmente sostenute. Tuttavia, le somme riconosciute non possono superare i limiti previsti dal Contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) dei dirigenti delle funzioni locali, che costituisce il parametro di riferimento per definire l’importo massimo consentito.
La liquidazione delle somme è demandata al dirigente competente dell’ente, previa presentazione da parte dell’amministratore di tutta la documentazione giustificativa — ricevute, biglietti di viaggio, fatture alberghiere — e di una dichiarazione che attesti la durata e le finalità della missione.
Il decreto specifica inoltre che, nel caso in cui la documentazione presentata riporti spese inferiori ai limiti fissati dal contratto collettivo, non sarà possibile compensare le differenze con altre voci di spesa. In altre parole, ogni tipologia di costo (trasporto, vitto, alloggio) sarà rimborsata solo entro l’importo effettivamente sostenuto e provato, senza possibilità di redistribuzione tra le varie categorie di spesa.
Autonomia degli enti e vincoli per quelli in difficoltà
Una delle novità più rilevanti introdotte dal decreto riguarda la possibilità per i singoli enti locali di ridurre autonomamente gli importi dei rimborsi, nell’esercizio della propria autonomia finanziaria.
Tale facoltà consente, ad esempio, ai comuni con bilanci più contenuti di modulare le spese secondo le proprie disponibilità, adottando criteri più restrittivi rispetto a quelli fissati dal decreto nazionale.
Il testo introduce, inoltre, un obbligo di riduzione minima del 5% per gli enti che versano in condizioni economiche critiche. La misura si applica ai comuni dissestati, strutturalmente deficitari o a quelli che hanno avviato un piano di riequilibrio finanziario pluriennale ai sensi dell’articolo 243-bis del Testo Unico degli Enti Locali.
In questo modo, il governo punta a garantire un equilibrio tra il riconoscimento dei diritti degli amministratori e la necessità di contenere le spese pubbliche, soprattutto nei territori che devono già far fronte a situazioni di bilancio fragili.
Stop alle vecchie regole del 2011
Con l’entrata in vigore del nuovo provvedimento, risulta così formalmente abrogato il decreto del 4 agosto 2011, che fino a oggi regolava la materia dei rimborsi per le missioni istituzionali.
La revisione era stata richiesta da tempo dalle associazioni rappresentative degli enti locali, che avevano segnalato la necessità di aggiornare i parametri di rimborso, adeguandoli ai mutamenti dei costi di trasporto e all’evoluzione delle modalità di svolgimento delle attività istituzionali.
Il nuovo schema normativo, oltre a modernizzare la disciplina, mira anche a garantire maggiore trasparenza e uniformità nei criteri di rimborso, riducendo il rischio di interpretazioni disomogenee tra un ente e l’altro.
Ogni amministrazione dovrà pertanto conformarsi alle nuove disposizioni, assicurandosi che le richieste di rimborso siano supportate da documentazione chiara e verificabile.
Nessun nuovo costo per la finanza pubblica
Un aspetto centrale del decreto è infine la clausola che esclude la possibilità di generare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Gli enti locali dovranno quindi coprire i rimborsi utilizzando esclusivamente le risorse già stanziate nei propri bilanci, senza chiedere fondi aggiuntivi allo Stato.
Questa previsione si inserisce pertanto nella logica del contenimento della spesa pubblica, principio cardine delle più recenti riforme in materia di pubblica amministrazione e finanza locale.




AGRIGENTOOGGI.IT 

Aggiudicata la gara: al via i lavori sulle strade provinciali tra le Statali 115 e 189

Con l’aggiudicazione del secondo lotto funzionale si completa il quadro delle gare d’appalto bandite dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento per i lavori di manutenzione straordinaria dell’asse di collegamento tra la Statale 115 (bivio Borgo Bonsignore) e la Statale 189 (contrada Tumarrano). La gara, alla quale hanno partecipato 48 imprese, effettuata in modalità telematica ed inversione procedimentale, è stata aggiudicata all’Ati Macos soc. coop (mandataria) – Consorzio Caiec. soc.coop. (mandante) che ha ottenuto il punteggio 91,888 (somma di offerta tecnica ed economica, con ribasso del 23,0007%,). L’importo contrattuale complessivo è di 5.269.679,56 euro, compresi 136.063,16 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso. I lavori interesseranno la Spc ex consortile 18 Ponte Magazzolo alla Ribera-Cianciana, la Sp 32 Ribera-Cianciana e la Nc 5 che collega le Sp 32 e 34.Si chiude così l’iter delle gare d’appalto per questa importante azione del Libero Consorzio Comunale di Agrigento per la messa in sicurezza e l’ammodernamento di un asse viario particolarmente importante per il collegamento tra la zona costiera e quella centrale della nostra provincia. Un progetto elaborato dallo staff del Settore Infrastrutture Stradali che è stato finanziato complessivamente con 19.504.756,87 euro dal Piano Sviluppo e Coesione 2014-2020. Le strade di competenza dell’ex Provincia Regionali che saranno interessate da questi lavori sono le seguenti: Borgo Bonsignore – Sp 61 Montallegro-Ribera (Lotto 1); Spc ex consortile 18 Ponte Magazzolo alla Ribera-Cianciana, Sp 32 Ribera-Cianciana e Sp Nc 5 (Lotto 2); Sp Nc 5 (collegamento SsPp 32-34) – Sp 34 Bivio Tamburello-Bivona (Lotto 3); Sp 35A Portella di Sciacca-Lucca Sicula, Sp 32 Ribera-Cianciana, Sp 19B San Biagio Platani-Alessandria della Rocca, Sp 31 Cattolica Eraclea-Cianciana e Sp 29A Montallegro-Cattolica Eraclea (Lotto 4).“Un importante passo in avanti verso l’adeguamento di questi tracciati che consentiranno di migliorare i collegamenti tra costa e interno – afferma il presidente Giuseppe Pendolino – a testimonianza di un forte impegno da parte del Libero Consorzio di Agrigento per il miglioramento della rete viaria provinciale. Ulteriori richieste di finanziamento saranno inoltrate alla Regione Siciliana per progetti già cantierabili per oltre 9 milioni di euro”.

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