AGRIGENTOOGGI
Bonificate le strade provinciali Agrigento: rimosse 27 tonnellate di amianto
Prosegue la bonifica dai rifiuti delle strade provinciali da parte del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Particolarmente rilevante la rimozione di 27.900 kg. di amianto negli ultimi quattro mesi di attività da parte dell’impresa “Ecorecuperi Srl” di Caltanissetta, aggiudicataria dell’accordo quadro biennale per la bonifica dei rifiuti sulla rete viaria provinciale. Questo materiale, particolarmente pericoloso per la salute dei cittadini, è stato trattato e conferito nel centro di stoccaggio di Carini.
Il Gruppo Risanamento Ambientale (dirigente Achille Contino, rup Sergio Micciche, responsabile di cantiere Antonio Sciarratta) ha inoltre coordinato la rimozione di ben 119 tonnellate di rifiuti indifferenziati, 65.4 tonnellate di ingombranti vari, 44.2 tonnellate di residui di costruzione, 3.6 tonnellate di pneumatici dismessi, oltre a quantitativi rilevanti di materiale legnoso e guaine bituminose. Tra i rifiuti pericolosi, per i quali è necessario un particolare trattamento prima della rimozione, segnaliamo oltre 24 tonnellate di rifiuti contaminati in seguito a combustione.
L’azione di risanamento ambientale è stata finanziata nel biennio dal Libero Consorzio di Agrigento con oltre 400.000 euro.
LIVESICILIA
Finanziaria, appello dell’Asael: “Servono più fondi per i Comuni”.
Cocchiara: "Nell'Isola 78 enti in dissesto e 41 in pre-dissesto"
PALERMO – “La Sicilia conta oggi 78 comuni in dissesto e 41 in pre-dissesto, numeri destinati a crescere e per i quali serve un intervento concreto della Regione e dello Stato. Registriamo invece un certo disinteresse da parte della politica per un tema che incide direttamente sui cittadini che godono di sempre minori servizi”. Lo dice Matteo Cocchiara, presidente dell’Asael, l’associazione siciliana amministratori enti locali, che è stato audito dalla commissione Bilancio dell’Ars sulla legge di stabilità regionale 2026/2028.
La crisi dei Comuni in Sicilia
“Un fenomeno non più sporadico – continua Cocchiara – e per il quale abbiamo presentato un documento anche alle commissioni riunite di Senato e Camera per chiedere un intervento straordinario del Parlamento nazionale. La crisi degli enti locali dell’Isola è determinata dall’incapacità di riscuotere le entrate, da un sistema di controlli in parte inefficace e dal fallimento del federalismo fiscale, oltre che dagli accantonamenti nel fondo crediti di dubbia esigibilità”.
L’appello dell’Asael alla politica regionale
“Alla politica regionale – conclude – chiediamo invece di rimpinguare il fondo autonomie locali ormai insufficiente, di colmare i vuoti in pianta organica anche con un’immediata soluzione al precariato, di formare gli amministratori locali”.
REPORT SICILIA
Ad Agrigento e Favara tre giornate per ricordare le vittime delle strada
Si avvicina la Giornata del ricordo delle vittime della strada, il 16, 17 e 20 novembre tra Agrigento e Favara. Si comincerà domenica nella città dei Templi, a Villa Bonfiglio con un momento di raccoglimento e la deposizione di fiori, alle 11 nella basilica dell’Immacolata prima ci sarà la messa celebrata dall’arcivescovo Alessandro Damiano, per poi spostarsi a Porta di ponte nei pressi del monumento realizzato dallo scultore Giuseppe Cacocciola, eretto per sensibilizzare tutti sulla necessità di guidare con prudenza, perchè tra “esserci e non esserci basta un attimo”. Anche qui verrà posta una corona di fiori ai piedi dell’opera. Nel corso della serata i palazzi municipali di Agrigento e Favara saranno illuminati di rosso, a ricordare tutto il sangue sparso sulle nostre strade. Lunedì 17 tutti a Favara, in piazza Della Pace arriverà il pullman “Crash test” di Leonardo Indiveri, nell’ambito del progetto “Zero vittime”, un appuntamento al quale ovviamente saranno presenti varie scolaresche. Giovedì prossimo, 20 novembre appuntamento al Teatro comunale San Francesco del Viale della vittoria di Favara, per il convegno “La sicurezza è la nostra strada”. A organizzare tutto questo è come sempre l’Aifvs, l’associazione italiana famiglie vittime della strada di Agrigento, con il sostegno di varie istituzioni, tra le quali la polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri. La sensibilizzazione dunque non arretra, a differenza della totale ignavia delle istituzioni locali, colpevoli di fornire strade insicure e indegne di un paese civile, con pochissima presenza di forze dell’ordine nelle zone nevralgiche e una eccessiva leggerezza nella fornitura di alcol soprattutto ai giovani, da parte di numerosi titolari di locali notturni. Se a questo si aggiungono la distrazione alla guida e la eccessiva esuberanza, mista alla scarse conoscenze ottenute durante le scuole guida, la percentuale che possano avvenire tragedie aumenta esponenzialmente. Ma ci sono loro, le famiglie delle vittime della strada che non si rassegnano, anzi, rilanciano la loro opera ogni anno, protesa a dare una svolta positiva nella sensibilità della gente. Prima che a queste famiglie se ne possano aggiungere loro malgrado altre.
REPORT SICILIA
La Giunta Schifani ha approvato il nuovo Piano energetico ambientale regionale. L’assessore Francesco Colianni: “La Sicilia adesso ha gli strumenti per contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici”
Riduzione dei gas serra e contrasto ai cambiamenti climatici in atto.
Due obiettivi che la Regione Siciliana intende perseguire aggiornando la propria strategia, attraverso l’approvazione del nuovo Piano Energetico Ambientale proposto dall’assessore Francesco Colianni.
Il PEARS è lo strumento di programmazione e indirizzo degli interventi in campo energetico a livello regionale e costituisce il quadro di riferimento per i soggetti pubblici e privati sul territorio dell’isola, con l’orizzonte temporale fissato al 2030.
“Con il provvedimento – spiega il titolare dell’Energia – ci dotiamo degli strumenti per dare il nostro contribuito affinché il Paese centri i target internazionali in materia”.
“Un obiettivo strategico per la Regione – sottolinea l’assessore – che si traduce in benefici economici concreti per il territorio, sotto forma di nuova occupazione qualificata e minore costo dell’energia: il Governo Schifani intende promuovere uno sviluppo sempre più sostenibile e pulito, allo scopo di tutelare l’ambiente e, più in generale, favorire il miglioramento della qualità della vita per i siciliani”.
Il PEARS annovera quale principale finalità il conseguimento, entro il 2030, di obiettivi che riguardano l’incremento del contributo delle fonti rinnovabili al mix energetico siciliano e le tecnologie dell’efficienza energetica, tra cui figura la mobilità elettrica.
“Il nuovo Piano – aggiunge Francesco Colianni – è frutto del lavoro del Dipartimento Regionale dell’Energia, che ringrazio, e di un iter istruttorio complesso che ha visto il coinvolgimento delle università siciliane e di istituzioni scientifiche quali il CNR e l’ENEA“.
“Abbiamo tenuto conto – conclude – anche delle raccomandazioni del Consiglio di Giustizia Amministrativa che aveva annullato la precedente versione del Piano approvato nel 2022”.
ILSICILIA
L’Ars accoglie le nuove sfide dettate dall’AI, presentato il ddl sull’Osservatorio permanente sull’Intelligenza Artificiale
Il gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia, ha presentato oggi a Palazzo dei Normanni il ddl che prevede la costituzione dell’Osservatorio per l’intelligenza artificiale, approdato nei giorni scorsi in III Commissione Attività Produttive all’Ars, presieduta da Gaspare Vitrano.
Presenti alla conferenza stampa, oltre il primo firmatario Salvatore Scuvera, anche il presidente dell’Assemblea regionale Gaetano Galvagno, il capogruppo Giorgio Assenza e il vicecapogruppo Giuseppe Bica.
Cosa prevede il ddl
Il ddl prevede l’istituzione di Osservatorio permanente sulla Intelligenza Artificiale e Inclusione digitale presso l’ufficio legislativo della Regione Siciliana. L’obiettivo è quello di vigilare e verificare l’uso etico e consapevole delle nuove tecnologie e dell’IA, oltre che valutare e informare sui rischi per quanto concerne l’utilizzo degli algoritmi e dei servizi digitali pubblici, da utilizzo dei cittadini nei vari settori organizzativi della vita quotidiana e di accesso ai servizi pubblici digitali e delle modalità di trattamento dei dati sensibili.
Gli oneri derivanti dall’attuazione della legge dovranno far fronte all’istituzione di appositi capitoli nella parte spesa del bilancio regionale, che saranno dotati della necessaria disponibilità nell’ambito delle autorizzazioni di spesa annualmente disposte dalla legge di approvazione del bilancio.
A presiedere l’Osservatorio sarà il capo dell’ufficio legislativo o, un suo delegato, e sarà composto: dal presidente della Regione, dal presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, un rappresentante di Sicilia Digitale, un rappresentante esperto di Intelligenza Artificiale proveniente dalle Università di Palermo, Messina, Catania ed Enna, un esperto proveniente dal mondo sindacale e datoriale, un rappresentante proveniente dal mondo sociologico e pedagogico, un rappresentante proveniente da mondo di industriale e sostenibilità ambientale, un rappresentante proveniente dall’ambito sociale e terzo settore. La durata dell’incarico sarà di cinque anni, con la possibilità di un secondo quinquennio.
Come si apprende dal ddl entro il 31 marzo di ogni anno il presidente dell’Osservatorio dovrà ricevere i dati relativi all’analisi di utilizzo dell’IA, forniti dalla Direzione generale di statistica e analisi organizzativa e dalla Direzione generale per i servizi digitali-informatici automatizzati, per la stesura di una relazione annua. Per lo svolgimento delle sue funzioni l’Osservatorio redigerà la mappatura di tutti i centri di competenza di IA in Sicilia, quali soggetti pubblici e privati con esperienze specifiche.
Un ruolo chiave sarà affidato al Castello Utveggio.
“Un ddl che va verso la tutela di tutto il territorio, dall’altra il centro la regione come ente proattivo di una tecnologia che va a riformare tutto il mondo del lavoro“. Queste le parole del primo firmatario. “Da un lato la vigilanza e il controllo dell’intelligenza artificiale e dall’altra un organizzazione che vede la Sicilia come hub di tutto il Mediterraneo“.
“Sicilia prima regione a dotarsi di questo strumento normativo“, aggiunge il capogruppo di FdI all’Ars Giorgio Assenza. “Una tecnica che guiderà i nostri passi verso il futuro“.
La nuova vita del Castello Utveggio
Una delle parti più curiose del disegno di legge, riguarda il Castello Utveggio di Palermo. Gemma del Liberty siciliano, ormai da troppi anni è alla ricerca di una nuova veste, che possa aiutarlo a tornare, o quanto meno avvicinarsi all’antico splendore. La proposta di legge in III Commissione si ripromette così non solo di lanciare non solo la Sicilia come hub del Mediterraneo, ma anche di rendere il Castello Utveggio cuore pulsante di questa iniziativa.
Tra le sue mura dovrebbe così sorgere un Centro di alta formazione e ricerca, con lo scopo di promuovere l’eccellenza nella formazione, ricerca e trasferimento tecnologico nel campo dell’AI, favorendo lo sviluppo di competenze altamente specializzate e la creazione di un ecosistema innovativo nell’Isola. Tra i compiti: avviare una formazione avanzata per studenti, ricercatori e professionisti in tecnologie AI, con percorsi dedicati dalla scuola secondaria all’alta formazione; sostenere la formazione continua di dipendenti pubblici, per la riqualificazione della pubblica amministrazione con acquisizione di competenza nell’ambito dell’AI; mettere in piedi una ricerca applicata in collaborazione con Cnr università, imprese e enti pubblici, con focus su sanità, pubblica amministrazione e sostenibilità..
Un direttore scientifico e un comitato tecnico-scientifico saranno gli organi del Centro e sarà comp0ito della Regione promuovere una selezione internazionale per reclutare formatori, docenti ed esperti altamente qualificati da impiegare, al fine di garantire elevati standard di qualità nella formazione e nella ricerca.
Il Centro sarà autorizzato a reperire ulteriori risorse finanziarie attraverso Fondi strutturali europei o Programmi operativi regionali, Programmi nazionali di ricerca e innovazione o europei di ricerca e innovazione, ma anche da fondi di investimento privati o partnership pubblico-privato
LENTEPUBBLICA
Rinnovo del CCNL Enti Locali 2022-2024: cosa cambia in materia di ferie
Il recente accordo per l’intesa sul rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del comparto degli Enti Locali, riferito al triennio 2022-2024, rappresenta un passaggio significativo: scopriamo come influisce sulle ferie per i lavoratori.
La sottoscrizione della pre-intesa, raggiunta tra ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) e le organizzazioni sindacali CISL, UIL e CSA, riguarda centinaia di migliaia di lavoratori di regioni, province, comuni, enti locali e camere di commercio.
Rinnovo del CCNL Enti Locali 2022-2024: cosa cambia in materia di ferie
Il rinnovo, come anticipato non si limita a definire aumenti retributivi e modifiche organizzative, ma che introduce importanti precisazioni su un tema spesso oggetto di discussioni e interpretazioni divergenti: la disciplina delle ferie e dei riposi.
Diritto al periodo di ferie retribuito
Uno degli aspetti centrali del documento riguarda il riconoscimento del diritto al periodo di ferie retribuito per ogni dipendente pubblico del comparto. Il contratto ribadisce, in modo chiaro e inequivocabile, che durante i giorni di ferie è garantita la normale retribuzione, comprensiva delle indennità collegate alle posizioni organizzative, ma esclusi i compensi legati allo svolgimento di attività straordinarie o quelli non corrisposti per tutte le dodici mensilità. Una puntualizzazione che mira a uniformare prassi spesso differenti tra enti e territori.
Durata delle ferie
La durata delle ferie risulta parametrata in base all’articolazione dell’orario settimanale. Nei casi in cui la settimana lavorativa si sviluppi su cinque giorni, il dipendente ha diritto a 28 giorni complessivi di ferie annue. Se invece l’organizzazione del lavoro prevede sei giornate settimanali, i giorni di riposo salgono a 32. In entrambi i casi sono incluse le due giornate di riposo aggiuntivo stabilite dalla legge 937 del 1977.
Neoassunti
Il contratto interviene anche sulle situazioni dei neoassunti, riconoscendo che coloro che entrano per la prima volta in una pubblica amministrazione maturano inizialmente un numero leggermente inferiore di giorni rispetto ai colleghi già in servizio: 26 giorni nel caso della settimana su cinque giorni e 30 in quella su sei. Dopo tre anni di servizio, però, anche non continuativo o svolto in enti diversi, tale differenziazione viene meno e i lavoratori raggiungono il livello previsto per la generalità del personale.
Riposi aggiuntivi
Il documento chiarisce inoltre che ai dipendenti spettano quattro giornate di riposo aggiuntive durante l’anno, sempre in virtù della citata normativa del 1977. Un ulteriore elemento che viene confermato riguarda la festività del santo patrono del comune o dell’ente in cui il dipendente presta servizio: essa assume valore a tutti gli effetti di giorno festivo, qualora cada in un giorno lavorativo.
Gestione pratica delle ferie
Particolare attenzione si dedica alla gestione pratica delle ferie. Il contratto stabilisce che la fruizione debba avvenire tempestivamente e in modo compatibile con le esigenze sia dell’amministrazione che del dipendente. Le ferie, definite come un diritto irrinunciabile, non possono essere convertite in denaro salvo casi eccezionali: la monetizzazione è ammessa esclusivamente al momento della cessazione del rapporto di lavoro e solo se le ferie non sono state godute per necessità legate all’organizzazione del servizio.
Le amministrazioni, nel nuovo testo, assumono l’obbligo di programmare e monitorare la fruizione delle ferie durante l’anno, con un controllo puntuale che garantisca l’effettiva possibilità per ciascun lavoratore di usufruire dei periodi di riposo.
Nei casi in cui, per esigenze inderogabili, le ferie non possano essere utilizzate entro l’anno, deve essere garantita la possibilità di recuperarle entro il primo semestre dell’anno successivo. Situazioni analoghe sono previste per le ferie residue dovute a esigenze personali motivate, da smaltire comunque entro il 30 giugno dell’anno seguente.
Nuove tutele in caso di malattia
Il contratto introduce anche tutele per situazioni particolari: se un dipendente si ammala durante le ferie, queste risultano sospese purché la malattia risulti adeguatamente documentata e si protragga per oltre tre giorni o comporti un ricovero ospedaliero. Analoga sospensione si prevede in caso di lutto. Tali norme hanno la finalità di tutelare il valore reale del tempo di riposo, impedendo che circostanze impreviste sottraggano al lavoratore periodi che dovrebbero essere dedicati al recupero psicofisico.
In situazioni ancora più delicate, come la malattia di lunga durata o gli infortuni che si estendono per l’intero anno solare, il contratto precisa che il diritto alle ferie non viene meno. Tuttavia, la loro fruizione deve essere autorizzata dal dirigente in un momento compatibile con le esigenze del servizio, anche oltre i limiti temporali indicati per la generalità dei casi.
Interruzione delle ferie e calcolo del compenso sostitutivo
Il documento si sofferma anche su un tema spesso fonte di controversie: l’interruzione delle ferie per motivi di servizio. Se un dipendente viene richiamato al lavoro durante un periodo di riposo già in corso, egli ha diritto al rimborso delle spese affrontate per il rientro e per il successivo ritorno al luogo in cui aveva programmato le ferie, oltre alla restituzione delle somme pagate per servizi non utilizzati a causa dell’interruzione.
Infine, il contratto definisce con precisione le modalità di calcolo del compenso sostitutivo, nei casi in cui esso sia consentito. Questo risulta determinato sulla base dell’anno di mancata fruizione, in conformità a quanto previsto dal CCNL del 2022.
AGRIGENTONOTIZIE.IT
Strade provinciali invase dai rifiuti: oltre 27 tonnellate di amianto rimosse in 4 mesi
L'azione di risanamento ambientale è stata finanziata nel biennio dall'ex Provincia regionale o con oltre 400.000 euro
Che siano invase dai rifiuti è, purtroppo, sotto gli occhi di tutti. La bonifica delle strade provinciali, ex consortili ed ex regionali viene però sistematicamente fatta. Rimossi 27.900 chili di amianto negli ultimi quattro mesi di attività da parte dell'impresa Ecorecuperi srl di Caltanissetta, aggiudicataria dell'accordo quadro biennale per la bonifica dei rifiuti sulla rete viaria provinciale. Lo rendono noto dal Libero consorzio comunale. “Questo materiale, particolarmente pericoloso per la salute dei cittadini, è stato trattato e conferito nel centro di stoccaggio di Carini - spiegano - . Il gruppo Risanamento ambientale, diretto da Achille Contino, ha inoltre coordinato la rimozione di ben 119 tonnellate di rifiuti indifferenziati, 65.4 tonnellate di ingombranti vari, 44.2 tonnellate di residui di costruzione, 3.6 tonnellate di pneumatici dismessi, oltre a quantitativi rilevanti di materiale legnoso e guaine bituminose. Tra i rifiuti pericolosi, per i quali è necessario un particolare trattamento prima della rimozione, segnaliamo oltre 24 tonnellate di rifiuti contaminati in seguito a combustione”.L'azione di risanamento ambientale è stata finanziata nel biennio dal Libero Consorzio di Agrigento con oltre 400.000 euro.
LENTEPUBBLICA.IT
ANAC Parere 3938/2025: obblighi di comunicazione dei dati dei dirigenti pubblici
Approfondimento a cura della Dott.ssa Valentina Vasta sugli obblighi di comunicazione dei dati patrimoniali dei dirigenti pubblici come indicato da ANAC Parere 3938/2025.(ANAC) Fascicolo n. 3938/2025 (Parere del 22 ottobre 2025) relativo agli obblighi di comunicazione dei dati per i titolari di incarichi dirigenziali.OggettoIl parere riguarda una richiesta di chiarimento circa gli obblighi di comunicazione dei dati patrimoniali e reddituali, di cui all’art. 14, comma 1, lett. f) del Decreto Legislativo 33/2013, applicabili ai titolari di incarichi dirigenziali. Quadro normativo:L’art. 14 del d.lgs. 33/2013 prevede che le pubbliche amministrazioni rendano pubblici — tra gli altri — i dati relativi alla situazione patrimoniale e reddituale dei dirigenti (“lett. f)”);tuttavia, l’intervento della Corte Costituzionale, con sentenza n. 20/2019, ha ritenuto incostituzionale l’obbligo indiscriminato di pubblicazione di questi dati per tutti i dirigenti (salvi quelli di cui art. 19, comma 3 e 4 del Decreto Legislativo 165/2001) per ragioni di proporzionalità;si attende l’adozione di un regolamento ai sensi dell’art. 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400 che provveda a graduare gli obblighi di pubblicazione – regolamento ancora non adottato.Sospensione della pubblicazione, mantenimento della comunicazioneIn attesa dell’adozione del regolamento sopra menzionato, l’ANAC chiarisce che gli obblighi di pubblicazione dei dati patrimoniali e reddituali per i dirigenti (diversi da quelli di cui art. 19, co. 3 e 4 del d.lgs. 165/2001) sono temporaneamente sospesi, anche con riferimento ai dirigenti sanitari. Rimane invece fermo l’obbligo di comunicazione dei dati patrimoniali e reddituali all’amministrazione di appartenenza, come previsto dall’art. 13, comma 3, del D.P.R. 16 aprile 2013, n. 62 e come confermato anche dalla giurisprudenza per fini di prevenzione del conflitto di interessi.Incertezze applicative e indicazioni operative dell’ANAC Parere 3938/2025Sulla stessa linea anche il Consiglio di Stato, con la sentenza 267/2025, che ammette l’inclusione anche dei redditi da altre amministrazioni o privati, rilevando che, anche sulla scorta delle osservazioni formulate dalla Corte e sopra riferite, si ritiene ancora vigente l’obbligo di comunicazione dei dati reddituali e patrimoniali quale si ricava dall’art. 14, comma 1, del d.lgs. n. 33 del 2013, in via del tutto autonoma dall’art. 14, comma 1-bis del medesimo decreto legislativo (dichiarato costituzionalmente illegittimo), e dall’articolo 13, comma 3, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 62 (richiamato dall’art. 1, comma 7, lett. a), del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, come convertito dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8, il quale ha stabilito che resta fermo «per tutti i titolari di incarichi dirigenziali l’obbligo di comunicazione dei dati patrimoniali e reddituali» di cui al citato art. 13, comma 3, del codice di comportamento dei dipendenti pubblici). Tale dichiarazione è da presentare non solo all’atto della assunzione ma da rinnovare di anno in anno.L’Autorità ribadisce inoltre le due diverse finalità degli obblighi: l’obbligo di pubblicazione ha funzione di trasparenza verso l’esterno, l’obbligo di comunicazione, invece, ha funzione di controllo interno all’amministrazione, soprattutto in chiave anticorruzione e prevenzione del conflitto di interessi.A livello operativo, la mancanza del Regolamento ha generato diverse incertezze applicative. In attesa che la questione venga approfondita, il recente parere stabilisce che:le amministrazioni che hanno dirigenti diversi da quelli di cui art. 19, co. 3 e 4 d.lgs. 165/2001 non devono al momento mettere in pubblicazionei dati reddituali/patrimoniali ai sensi dell’art. 14, lett. f) d.lgs. 33/2013, fino a che il Regolamento non venga adottato;le amministrazioni devono in ogni caso garantire che i dirigenti comunichino internamente tali dati (situazione reddituale, patrimoniale, partecipazioni, interessi finanziari, etc) all’amministrazione di appartenenza; la violazione dell’obbligo di comunicazione può configurare una violazione di dovere di trasparenza/integrità e dare luogo a procedimenti disciplinari;le amministrazioni devono predisporre procedure interne (codice di comportamento, controlli, verifiche) affinché la comunicazione sia effettuata e le eventuali variazioni tempestivamente segnalate.Verifiche sugli obblighi di comunicazione dati ancora vigentiÈ importante verificare se nell’amministrazione siano presenti dirigenti che rientrano nelle eccezioni dell’art. 19, comma 3-4 d.lgs. 165/2001, per i quali l’obbligo di pubblicazione potrebbe essere ancora vigente, anche in applicazione del criterio di equiparazione funzionale elaborato dall’Anac e dalla giurisprudenza.