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rassegna stampa del 18 novembre 2025



SCRIVOLIBERO

Gli studenti dell’Istituto Istruzione Secondaria Superiore “Galileo Galilei” di Canicattì al Palazzo della Provincia

Si è svolta, con successo, presso il Libero Consorzio Comunale la visita degli studenti dell’Istituto Istruzione Secondaria Superiore “Galileo Galilei” di Canicatti, accompagnati dai docenti Antonella Inglima e Alessandra Turco, alla scoperta del patrimonio culturale della città di Agrigento.
Un progetto promosso dalla Dirigente Settore Pubblica Istruzione e Affari Generali Maria Antonietta Testone per far conoscere ai ragazzi i luoghi del territorio e condividere il percorso didattico e formativo.
Oltre 30 ragazzi hanno partecipato ad un percorso alla scoperta dei luoghi del Libero Consorzio Comunale, iniziativa che ha trovato la disponibilità del Presidente Giuseppe Pendolino.
Il Palazzo della Provincia, la Scala Reale, la Biblioteca Provinciale e l’Officina delle Tradizioni Popolari Siciliane, sono state le tappe principali degli studenti accompagnati dai funzionari dell’Ente che hanno illustrato gli spazi culturali, oggetto della visita.
I ragazzi hanno visitato il Palazzo della Provincia, partendo proprio dalla Biblioteca Provinciale con l’Enciclopedia delle scienze, delle arti e dei mestieri di Denis Diderot e Jean-Baptiste D’Alembert, una delle opere fondamentali dell’Illuminismo europeo.
Il percorso ha previsto, altresì, la visita presso la Scala Reale, la Galleria dei Presidenti, l’Aula Consiliare “ Luigi Giglia “ ed infine l’Officina delle Tradizioni Popolari.
All’interno dell’Aula consiliare gli studenti hanno ascoltato gli interventi dei funzionari dell’Ente partecipando al dibattito con domande e curiosità.


CANICATTIWEB

Premio Empedocle 2025, ecco chi sono i vincitori

Il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana; l’economista Giancarlo Pallavicini, ideatore dei fondamenti del marketing e della responsabilità sociale d’impresa; il medico Giuseppe Caramanno, direttore della Cardiologia dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento; il magistrato Maurizio Block, procuratore generale militare presso la Corte Suprema di Cassazione. Va a loro il “Premio Internazionale Empedocle per le Scienze Umane, in memoria di Paolo Borsellino”, giunto quest’anno alla XXXI edizione. La cerimonia di premiazione si terrà il 22 novembre, con inizio alle ore 16, nella Sala Zeus del Museo Archeologico di Agrigento, alla presenza di autorità civili, ecclesiastiche, militari, nonché di personalità del mondo della scienza e della cultura, non poche delle quali membri delle quattro giurie.
L’introduzione ai lavori è stata affidata al vescovo Enrico Dal Covolo, già rettore della Pontificia Università Lateranense, presidente dell’Accademia, insieme al professor don Carmelo Mezzasalma, presidente del Comitato Scientifico. Seguiranno gli interventi di rappresentanti delle istituzioni agrigentine e non solo: in particolare quelli del sindaco e dell’arcivescovo di Agrigento, Francesco Micciché e Alessandro Damiano; del prefetto Salvatore Caccamo; del sindaco di Palermo Roberto Lagalla, socio onorario dell’Accademia; di Alberto Petix, dirigente dell’Ufficio V Ambito Territoriale di Agrigento; del direttore e del presidente del Parco, Roberto Sciarratta e Giuseppe Parello.
Quindi la cerimonia entrerà nel vivo con la “lectio magistralis” di ogni premiato e la lettura delle motivazioni del riconoscimento da parte dei presidenti delle quattro giurie: l’arcivescovo metropolita Alessandro Damiano (prima sezione “Amore e Fratellanza”); Massimo Bray, direttore generale dell’Istituto per l’Enciclopedia Treccani, già Ministro della Cultura (seconda sezione “Cultura Umanità”); Francesco Sicurello, presidente Euromediterranea di Telematica e Informatica Medica EMIT, presidente A.I.D.O, ricercatore associato C.N.E.L e Istituto di Tecnologie Bomediche (terza sezione “Salute Pubblica e Aiuto Sociale”); padre Lillo Maria Argento, vicario giudiziale dell’ Arcidiocesi di Agrigento (quarta sezione “Paolo Borsellino – Giustizia ed etica”).
Alla conclusione dell’evento in programma anche una sezione dedicata a due importanti “riconoscimenti”: il primo sarà conferito al colonnello Nicola De Tullio – Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Agrigento – dal magistrato Massimo Fedeli, Avvocato Generale Emerito della Corte Suprema di Cassazione; il secondo al professor Vincenzo Fontana – Primario Emerito del Pronto Soccorso del “San Giovanni di Dio” di Agrigento, già deputato all’Assemblea Regionale Siciliana – da parte del professor Paolo Arullani, presidente onorario del Campus Biomedico di Roma e della Fondazione del Campus.
Per Agrigento, un appuntamento da non perdere: l’ultimo ideato con la regia della professoressa Assuntina Gallo Afflitto, mancata il 20 ottobre scorso, fondatrice e anima dell’Accademia di Studi Mediterranei, fucina di iniziative culturali e sociali riconosciuta a livello nazionale e non solo, che – è auspicio di molti – con la collaborazione di istituzioni pubbliche e private dovrà poter continuare un impegno portato avanti sin qui da quasi quarant’anni.



ILSICILIA

Sintonia Schifani-FdI al vertice di maggioranza, si incrina l’asse con la Lega: nodo precari in Finanziaria

Dimenticata e ormai alle spalle una settimana molto più che turbolenta, è arrivata la quadra sulla Finanziaria. A Palazzo dei Normanni è andato in scena l’atto secondo del vertice di maggioranza. Lo scorso giovedì 6 novembre, infatti, la coalizione di centrodestra che sostiene il governo Schifani si era riunita la prima volta per introdurre e tracciare una strada verso delle proposte, condivise da tutte le forze politiche, da inserire all’interno della legge di Stabilità. Un secondo “ciak” necessario per apportare una scrematura, dopo la valanga di iniziative avanzate dai rappresentanti dei singoli partiti (CLICCA QUI).
Tante le novità, non solo tra i temi trattati, ma anche tra i banchi. Come anticipato alla vigilia, le sedie della Democrazia Cristiana, che l’ultima volta erano state occupate dal presidente della I Commissione Affari Istituzionali, Ignazio Abbate, che in queste settimane traina all’Ars il gruppo parlamentare della DC, erano vuote. Capigruppo e segretari o coordinatori regionali di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Mpa e Noi Moderati hanno così tirato dritto senza i democristiani.
Ma andiamo nel dettaglio per vedere cosa è successo dietro le quinte dell’incontro. Sul tavolo Manovra e sanità, ma attenzione agli equilibri all’interno degli alleati che nelle ultime ore sembrano aver subito grandi e notevoli cambiamenti.
Dall’export agli Asacom: le novità per la Finanziaria
Personale, sviluppo, artigianato e agricoltura sono stati gli argomenti principali del primo vertice. Tutta una serie di proposte di carattere generale ben oltre il tetto dei 200 milioni di euro posto sul piatto dal presidente della Regione Renato Schifani, giungendo ad un valore complessivo compreso tra il miliardo e il miliardo e mezzo di euro.
Al termine della lunga maratona di ieri all’Ars, iniziata intorno alle ore 10:30 e termina dopo circa 6 ore, sono state tante le novità: 15 milioni di euro da destinare all’export, fondi per la videosorveglianza, la pulizia delle strade, per i Comuni dichiarati area ad elevato rischio di crisi ambientale (Aerca), l’agricoltura e le calamità naturali, gli Asacom e interventi a favore delle persone con disabilità nei porti e nei trasporti marittimi. Un mix che verrà assorbito dal governo, che farà proprie le proposte, presentandole in II Commissione come emendamenti governativi.
Tutte misure che per il presidente Schifani renderanno al legge di Stabilità “più sociale e aperta alla crescita“, mentre per quanto riguarda i fondi territoriali, il governatore ha sottolineato che “saranno destinati alle infrastrutture, in favore di enti pubblici ed ecclesiali, soltanto questo. Niente associazioni, niente fondazioni e altro, così come avviene a livello nazionale“.
Unico tema in cui non si sarebbe trovato però un accordo, a causa della mancanza di risorse, è quello del precariato. In particolar modo, servirebbero rispettivamente circa 40 e 30 milioni di euro per la stabilizzazione degli ex Pip e degli ex contrattisti, per portare i lavoratori a 36 ore.
Insomma, una moltitudine di temi che adesso dovranno essere affrontati in II Commissione Bilancio. Un lavoro intenso spetta adesso alla Commissione guidata da Dario Daidone, che prenderà ufficialmente il via giovedì 20 novembre, alle ore 10:00, alla presenza dell’assessore regionale all’Economia Alessandro Dagnino e di tutti i presidenti delle Commissioni. Proprio quest’ultime la scorsa settimana hanno terminato l’esame al testo trasmettendo alla Commissione Bilancio gli emendamenti approvati: un vero e proprio “libro dei sogni” (CLICCA QUI).
Alle ore 18:00 di oggi scadrà il termine per presentare tutte le proposte. Poi ci saranno circa 20 giorni utili per incassare il disco verde e incardinare il testo in aula. Il tempo stringe.
Sanità: come funzionerà la nuova commissione per scegliere i manager
A rubare la scena alla Finanziaria è stata però la sanità e la nomina dei manager.
“Abbiamo deciso di dare una svolta straordinaria di carattere politico: i nuovi direttori generali non saranno scelti soltanto dalla giunta, ma prima saranno selezionati da una commissione composta da tre soggetti nominati, uno dal presidente della Regione, un altro da Agenas e il terzo dalla conferenza dei rettori. Questa è una risposta da parte della politica, ci sarà una selezione rigorosa: proporranno delle terne e all’interno di queste poi deciderà la politica. Riteniamo così di dare un segnale non soltanto al mondo della sanità ma anche ai cittadini“. Ha spiegato il presidente Schifani che presto potrebbe così portare il nuovo schema in giunta.
Una mossa che in realtà non ha convinto tutti, come il capogruppo all’Ars del Movimento 5 Stelle Antonio De Luca: “Schifani cerca di spacciare come una svolta epocale quello che in realtà è solo fumo negli occhi: la futura commissione a tre per la scelta dei manager della sanità, che il presidente vuol far passare per chissà quale conquista, è soltanto uno scadente tentativo di recuperare un po’ di quella credibilità persa a causa degli scandali e di riparare, a fine legislatura, quando ormai è troppo tardi, ai danni causati con nomine a uso e consumo dei partiti. Anche con questa formula l’ultima parola spetterà sempre alla politica, che invece va messa completamente fuori dal sistema delle nomine sanitarie. Solo in quel caso, forse, la sanità potrà ricominciare a vedere un po’ di luce in fondo al tunnel in cui questo governo e quelli che lo hanno preceduto l’hanno cacciata. Agli annunci a sensazione da parte di Schifani cui è seguito il nulla comunque abbiamo ormai fatto l’abitudine. Aspettiamo ancora i licenziamenti in massa dei direttori generali per il flop sul versante liste d’attesa. È passato più di un anno dalla firma dei contratti da parte dei manager, ma nessuno è stato mandato a casa come promesso“.
Nuovi equilibri nella maggioranza: le indiscrezioni
Il vertice di maggioranza è stato propedeutico anche per stabilire e mettere nero su bianco i nuovi equilibri all’interno del centrodestra.
Secondo indiscrezioni raccolte tra i corridoi di Palazzo dei Normanni, sembra essere tornato il sereno tra Fratelli d’Italia e il presidente Schifani. Niente più braccio di ferro. Tra le due parti la sintonia oggi appare più alta che mai, dopo i giorni di tempesta, soprattutto in campo sanitario, che hanno visto Salvatore Iacolino principale argomento della discordia. Che i rapporti fossero più distesi era già abbastanza chiaro dalla convention di FdI, svolta domenica a Palermo, per i tre anni del governo Meloni. “In Sicilia stiamo vivendo giorni complicati, ma c’è una maggioranza coesa e non avremo difficoltà ad andare avanti. A chi invoca le dimissioni del presidente della Regione Renato Schifani dico di stare tranquillo, arriveremo senza problemi alla fine della legislatura“. Ha dichiarato il commissario regionale Luca Sbardella, che si è sbilanciato anche sul bis di Schifani: “Intanto, arriviamo alla fine della legislatura. Essendo Schifani il presidente uscente e avendo fatto bene, il suo nome è sicuramente sul tavolo. Quando arriveremo alla fine della legislatura e se ne parlerà“.
Le voci dell’Assemblea regionale parlano di rapporti sereni anche con Mpa e Noi Moderati, ma non più con la Lega di Luca Sammartino. Secondo indiscrezioni, infatti, il governatore azzurro e l’esponente del Carroccio, ritornato da poco in giunta, con la delega all’Agricoltura e l’incarico di vicepresidente, avrebbero spesso avuto momenti di contrasto. Proprio il leghista, inoltre, nel fine settimana, è stato protagonista di un botta e risposta con gli autonomisti sulla stabilizzazione dei lavoratori dei Consorzi di Bonifica.
Le carte all’interno della coalizione si sarebbero mischiate spezzando il “cerchio dei fedelissimi” che anche in occasione della manovra quater erano usciti dall’aula, in segno di vicinanza al presidente durante la “Caporetto” a Sala d’Ercole. Tutto è così cambiato: la Democrazia Cristina (ad oggi, senza escludere possibili rientri sia in giunta sia all’interno delle riunioni di maggioranza) è fuori e l’asse con la Lega ha certamente vissuto giorni più felici.




LENTEPUBBLICA

Manovra 2026: meno tasse su stipendi e più soldi in busta paga?

La nuova Manovra introduce una serie di interventi mirati a ridurre la pressione fiscale sul lavoro e a sostenere il potere d’acquisto, con particolare attenzione ai redditi medio-bassi e ai settori più esposti alle difficoltà del mercato del lavoro: potrebbero esserci meno tasse su stipendi e più soldi in busta paga, ma non si tratterebbe di una misura generalizzata.
Nel dibattito sulla Legge di Bilancio 2026, una delle novità più rilevanti attiene al tentativo di ridurre il peso fiscale sui salari. L’art. 4 del d.d.l. interviene su varie voci della retribuzione, con l’obiettivo di restituire potere d’acquisto alle famiglie e sostenere la produttività delle imprese. Il focus resta sulle fasce di reddito medio-basse, che negli ultimi anni hanno subito maggiormente gli effetti dell’inflazione.
Più soldi in busta paga
Il primo intervento riguarda gli aumenti contrattuali previsti dai rinnovi dei contratti collettivi firmati tra il 2025 e il 2026. Per i lavoratori del settore privato che nel 2026 percepiranno un incremento e hanno un reddito lordo fino a 28.000 euro, l’imposta sulla parte aggiuntiva dello stipendio scenderà al 5%. La tassazione ridotta coinvolgerà oltre 3 milioni di persone, resta però da chiarire l’anno da prendere come riferimento per verificare il rispetto della soglia dei 28.000 euro.
Lavoro notturno, festivo o a turni
La manovra non si concentra soltanto sugli aumenti retributivi, ma coinvolge anche chi svolge lavoro notturno, festivo o a turni. Le relative maggiorazioni potranno essere tassate al 15% fino a un importo complessivo di 1.500 euro, purché il reddito dell’anno precedente non superi i 40.000 euro. La scelta del Governo è volta a riconoscere il peso di lavori che richiedono disponibilità in fasce orarie poco agevoli.
Tassazione premi di risultato
La Manovra incide anche sui premi di risultato, sia per i dipendenti privati ma anche per i dipendenti pubblici. Per il biennio 2026-2027 l’aliquota si riduce all’1% e il limite massimo agevolabile sale a 5.000 euro, al fine di incoraggiare i sistemi retributivi legati agli obiettivi aziendali, sempre più utilizzati nei settori produttivi. Una modifica riguarda anche i buoni pasto elettronici, la cui soglia esentasse passa da 8 a 10 euro, adeguandosi ai costi della pausa pranzo.
Particolare attenzione è riservata ai settori del turismo, del commercio e quello termale, che da anni vivono una forte carenza di personale. Per rendere più attrattivo il lavoro in tali ambiti, il Governo ha previsto una maggiorazione del 15% per turni notturni e straordinari svolti tra gennaio e settembre 2026. L’obiettivo è favorire l’ingresso o il rientro di lavoratori, soprattutto nei periodi di maggiore affluenza.
Le prime simulazioni effettuate
Gli effetti di queste misure iniziano già a emergere dalle prime simulazioni. Nel settore chimico, ad esempio, l’aumento complessivo previsto per il 2026 si aggira intorno ai 1.625 euro, con un risparmio fiscale di circa 470 euro. Nell’edilizia, l’incremento supera i 1.900 euro e il beneficio fiscale sfiora i 500 euro.
Il presidente di Federchimica, Francesco Buzzella, ha sottolineato che queste misure vanno nella direzione giusta, perché premiano merito e produttività. Allo stesso tempo, però, ha evidenziato che la limitazione della detassazione ai contratti firmati nel biennio 2025-2026 rischia di creare disparità tra categorie con tempi di rinnovo diversi. In alcuni settori potrebbe persino rallentare le trattative già in corso, con l’effetto opposto rispetto alle intenzioni del legislatore.



LENTEPUBBLICA

Settimana corta negli Enti Locali: le novità nel rinnovo del CCNL 2022-2024

La firma sulla pre-intesa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) relativo al comparto Funzioni Locali per il triennio 2022-2024 porta diverse novità: scopriamo oggi quali sono le novità previste in materia di “settimana corta”.
L’intesa, raggiunta tra ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) e le organizzazioni sindacali CISL, UIL e CSA, riguarda centinaia di migliaia di lavoratori di regioni, province, comuni, enti locali e camere di commercio.
La pre-intesa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del comparto Funzioni Locali, relativa al triennio 2022-2024, introduce una serie di cambiamenti significativi destinati a incidere sull’organizzazione interna degli enti territoriali.
Tra le novità più discusse figura la possibilità di sperimentare la cosiddetta “settimana corta”, un modello che sta attirando crescente interesse sia nel settore privato sia nel pubblico impiego.
L’idea alla base di questo assetto non è la riduzione del monte ore complessivo, bensì una loro diversa distribuzione: le 36 ore settimanali previste dal contratto restano invariate, ma possono essere concentrate in quattro giorni invece dei tradizionali cinque. Una trasformazione che, se applicata con attenzione, potrebbe portare benefici rilevanti per i lavoratori senza compromettere la qualità dei servizi offerti ai cittadini.
Perché si parla di settimana corta nel pubblico impiego
Negli ultimi anni si è intensificato il dibattito su nuovi modelli organizzativi che mettano al centro il benessere delle persone e la conciliazione tra vita privata e lavoro. La pubblica amministrazione, spesso considerata rigida nei suoi schemi operativi, sta tentando di sperimentare soluzioni più moderne e flessibili.
La pre-intesa del nuovo CCNL offre agli enti locali uno strumento per introdurre forme di lavoro innovative, modulabili sulle specificità dei diversi uffici. La riduzione dei giorni di presenza, infatti, non significa diminuire l’impegno complessivo, ma ripensare i tempi di esecuzione delle mansioni e l’articolazione delle attività.
Secondo le previsioni del contratto, la possibilità di concentrare l’orario settimanale in quattro giornate potrà favorire una migliore qualità della vita per i dipendenti, riducendo gli spostamenti casa-lavoro e consentendo una gestione più equilibrata degli impegni personali. Al tempo stesso, la maggiore continuità nelle ore giornaliere potrebbe tradursi in una più alta produttività nei periodi di lavoro effettivo.
Le condizioni previste dal nuovo articolo 22
Il cuore della riforma si trova nel nuovo articolo dedicato all’orario di lavoro. La sperimentazione, inserita nell’articolo 22 del nuovo CCNL, mira a garantire trasparenza e partecipazione nella definizione dei nuovi modelli organizzativi.
L’orario standard di 36 ore settimanali potrà quindi essere distribuito su quattro giornate, ma la scelta di aderire a questa modalità sarà strettamente volontaria. Nessun lavoratore potrà essere obbligato a modificare il proprio assetto orario: un principio che tutela sia chi desidera la settimana corta sia chi preferisce mantenere l’attuale configurazione lavorativa.
La concentrazione delle ore in meno giornate comporta però alcuni adeguamenti anche sul fronte dei diritti. Il contratto stabilisce infatti che il numero di giorni di ferie e di altre assenze che vengono conteggiate su base giornaliera debba essere proporzionato al nuovo schema orario. L’unica eccezione riguarda i permessi per matrimonio, che rimangono invariati.
Garantire i servizi al pubblico: un punto fermo
La pre-intesa non trascura l’impatto che la settimana corta potrebbe avere sull’attività degli uffici. Ogni ente sarà chiamato a progettare la nuova organizzazione verificando attentamente che l’erogazione dei servizi non subisca rallentamenti o chiusure improvvise.
La riforma, infatti, nasce con l’obiettivo di migliorare il funzionamento della pubblica amministrazione, non di ridurre le ore di apertura o compromettere la continuità delle attività istituzionali. Per questo motivo, gli uffici dovranno prevedere turnazioni, coperture alternative o sistemi di gestione flessibile che permettano di mantenere invariati i livelli di assistenza ai cittadini.
La programmazione plurisettimanale dell’orario
Accanto alla settimana corta, il nuovo contratto rafforza anche gli strumenti di gestione flessibile del tempo di lavoro, introducendo una programmazione che può estendersi su più settimane. Questo meccanismo permette agli enti locali di distribuire in modo diverso le ore lavorative in determinati periodi dell’anno, in base alle esigenze operative.
In pratica, gli uffici potranno individuare periodi di maggiore intensità – come quelli legati a scadenze amministrative o attività stagionali – durante i quali l’orario si concentra maggiormente, e fasi di minore carico nelle quali si recuperano le ore accumulate.
I periodi di maggiore o minore impegno non potranno comunque superare una durata massima di 13 settimane ciascuno, per garantire un equilibrio complessivo e una programmazione sostenibile.
Durante le settimane di attività ridotta, la compensazione delle ore potrà avvenire in due modi: attraverso una giornata lavorativa più breve oppure con una diminuzione complessiva dei giorni di presenza. Anche in questo caso, la flessibilità sarà calibrata in base alle necessità dei singoli uffici e alle richieste del personale.
Conciliare le esigenze organizzative con il benessere dei dipendenti
Uno degli aspetti più innovativi della riforma è l’attenzione alla conciliazione tra lavoro e vita personale. La programmazione plurisettimanale, infatti, non risponde solo a criteri di efficienza, ma può essere utilizzata anche per agevolare i lavoratori con esigenze familiari o personali, a patto che ciò sia compatibile con le attività dell’ufficio.
La sinergia tra esigenze organizzative e benessere dei dipendenti punta a costruire un ambiente di lavoro più moderno, capace di intercettare i cambiamenti sociali e di offrire modelli più flessibili rispetto al passato. Una maggiore autonomia nella gestione dei tempi può contribuire a ridurre stress, assenze e cali di produttività, elementi che spesso incidono negativamente sulla qualità del servizio pubblico.

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