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Agrigento | Convegno | Ogni banco ha la sua storia. Memorie della Regia Scuola Normale di Girgenti
Un incontro che valorizza il ruolo degli archivi nel ricostruire la memoria dell’istruzione femminile e nel sostenere una cultura civica fondata su rispetto, uguaglianza e prevenzione della violenza di genere
L’Archivio di Stato di Agrigento, nell’ambito del progetto denominato "Sui loro passi, il nostro cammino verso gli 80 anni della Repubblica", che coniuga fonti archivistiche sulla storia della scuola e memorie storiche del territorio, ha individuato nel 25 novembre 2025, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, la seconda tappa di un percorso di riflessione rispetto a temi storici, sociali e culturali, nel quale la storia delle istituzioni scolastiche della provincia di Agrigento rappresenta il fil rouge.
Il 25 novembre 2025, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, sul tema trasversale “Ogni banco ha la sua storia. Memorie della Regia Scuola Normale di Girgenti”, si svolgerà un convegno presso l’Aula Consiliare del Libero Consorzio di Agrigento, per affrontare la questione della violenza di genere sotto il profilo della storia dell’istruzione femminile.
All’incontro parteciperanno gli studenti del Liceo Scientifico e delle Scienze Umane “R. Politi” di Agrigento, che hanno ereditato le memorie della Regia Scuola Normale di Girgenti, per una riflessione condivisa sul valore dell'istruzione come strumento di empowerment femminile nella lotta contro la violenza sulle donne.
Il convegno sarà introdotto dagli interventi del Dirigente Scolastico del Liceo Politi, Prof.ssa Milena Siracusa, per tracciare il profilo istituzionale e l’evoluzione dell’istituto scolastico, del Direttore dell’Archivio di Stato di Agrigento, Dott.ssa Rossana Florio, per un approfondimento sulla storia dell’istruzione femminile e sulle testimonianze di violenza di genere contenute nelle fonti archivistiche, del Dirigente del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, Dott.ssa Maria Antonietta Testone, per un focus sul concetto di parità di genere, del Vicario della Prefettura di Agrigento, Dott.ssa Elisa Vaccaro, e del Direttore della Casa Circondariale P. Di Lorenzo di Agrigento, Dott.ssa Anna Puci, per gli aspetti legati al rapporto istruzione femminile, lavoro e forme di violenza.
Il convegno si concluderà con la presentazione del progetto didattico realizzato dagli studenti del Liceo Politi nel corso dell’esperienza svolta presso l’Archivio di Stato di Agrigento e con l’intervento della giornalista e scrittrice Ester Rizzo, autrice del volume “Il labirinto delle perdute”.
L’incontro si configura come occasione per valorizzare la dimensione sociale, etica e civica del patrimonio archivistico nel processo di ricostruzione della memoria collettiva.
LIVESICILIA
La Regione Siciliana ha fondi per investire come mai negli ultimi 5 anni
PALERMO – “Il saldo di parte corrente del bilancio di previsione della Regione, pari a 584,6 milioni di euro nel 2026, rappresenta il valore più elevato dell’ultimo quinquennio, segnalando un rafforzamento della gestione corrente e una maggiore capacità di autofinanziamento della spesa in conto capitale. Parallelamente, la parte disponibile del risultato di amministrazione per il 2025 mostra un avanzo pari a 2,794 miliardi, in progressivo incremento rispetto agli esercizi precedenti (2,150 miliardi nel 2024 e -897 milioni nel 2023), a testimonianza di un miglioramento strutturale della situazione contabile e di una maggiore capacità di manovra sulle risorse effettivamente utilizzabili. Tuttavia, a causa della mancata approvazione definitiva dei rendiconti relativi agli ultimi esercizi, tale avanzo non può essere applicato al bilancio di previsione”. È quanto segnala il servizio bilancio dell’Assemblea regionale siciliana nella nota di lettura al disegno di legge sul bilancio di previsione per il triennio 2026-2028.
Il ddl di bilancio in esame presenta un quadro complessivo di entrate e spese di competenza al 2026 pari a 23,3 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 22,35 miliardi previsti con la precedente legge di bilancio 2025. Le previsioni scendono a 21,9 miliardi per il 2027 e 20,5 miliardi per il 2028, “confermando la consueta impostazione discendente per gli anni successivi”.
“Il bilancio è formulato a legislazione vigente, riflettendo quindi le scelte politiche e normative già adottate – si legge nel documento dei tecnici dell’Ars – eventuali modifiche all’allocazione della spesa potranno derivare dalla legge di stabilità o da successivi provvedimenti che, in attuazione di nuove politiche finanziarie, potranno incrementare o ridurre le risorse destinate ai singoli ambiti di intervento. Si rileva, inoltre, che a seguito delle riassegnazioni di risorse operate in corso d’anno, il bilancio regionale tende a subire una fisiologica espansione delle dimensioni complessive: nel 2025, ad esempio, il bilancio preconsuntivo ammonta (secondo i dati attuali) a circa 29,7 miliardi di euro, con un incremento di 7,4 miliardi rispetto alle previsioni iniziali”.
Le entrate e le uscite
Il dossier del servizio bilancio dell’Ars poi entra nel dettaglio del ddl: le entrate (escluse quelle legate ad operazioni finanziarie, come ad esempio l’accensione di prestiti) per il 2026 ammontano a 20,694 miliardi di euro, con un incremento di 1,456 miliardi rispetto al 2025.
L’aumento deriva principalmente dalle entrate tributarie, contributive e perequative (+1,166 miliardi), che raggiungono 14,6 miliardi di euro, e dalle entrate in conto capitale (+435 milioni), parzialmente compensate da una riduzione dei trasferimenti correnti (-170 milioni). Le entrate tributarie rappresentano il 62,7% del totale, i trasferimenti correnti il 18,7% e le entrate in conto capitale il 5,6%. Tra i principali tributi si segnalano: Irpef per 6,75 miliardi di euro (in aumento di circa 181 milioni rispetto al 2025), Iva per 2,82 miliardi (in crescita di circa 59 milioni) e l’Ires per 850 milioni (in incremento di circa 40 milioni rispetto al 2025). Restano stabili l’imposta di registro per 300 milioni, l’imposta di bollo (200 milioni) e i proventi da giochi (250 milioni).
Si prevede invece una riduzione delle entrate derivanti dalla tassa automobilistica, che per il 2026 ammontano a circa 350 milioni di euro (380 milioni nel 2025). I tributi destinati al finanziamento della sanità (Irap e addizionale Irpef) ammontano a 1,89 miliardi, mentre i trasferimenti statali per il fondo sanitario nazionale raggiungono 3,49 miliardi. Le entrate da contributi agli investimenti crescono a 1,2 miliardi, sostenute dai programmi FESR 2021-2027 e dall’Accordo di sviluppo e coesione.
Sul fronte della spesa, le uscite previste per il 2026 (escluse le operazioni finanziarie, come ad esempio il rimborso di prestiti) ammontano a 20,805 miliardi di euro (+1,010 miliardi rispetto al 2025), di cui 18,4 miliardi per spese correnti e 2,1 miliardi per spese in conto capitale. Le spese correnti rappresentano il 79,7% del totale, mentre le spese in conto capitale si attestano al 9,3%, in lieve aumento rispetto all’8% dell’anno precedente. Le previsioni per il 2027 e 2028 risultano più contenute (19,5 e 18,3 miliardi).
LENTEPUBBLICA
Politiche sociali e PNRR: nuovi termini per completare milestone e target
Prorogati i tempi per il completamento dei progetti: disponibili le nuove scadenze fissate dal Ministero del Lavoro.
Con una comunicazione ufficiale, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha annunciato una revisione dei tempi di attuazione degli interventi finanziati attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), in particolare quelli collocati nella Missione 5, Componente 2, Sottocomponente 1, dedicata alle politiche sociali.
Una decisione che arriva in risposta alle difficoltà operative riscontrate da molti enti coinvolti, e che mira a garantire una conclusione efficace e puntuale dei programmi avviati. Il provvedimento stabilisce infatti un’estensione generalizzata delle tempistiche per la realizzazione delle attività progettuali.
Prorogati i termini per completare milestone e target dei progetti PNRR legati alle politiche sociali
Tutte le linee di investimento e sotto-investimento interessate vedono infatti slittare il termine per portare a compimento le azioni previste: la scadenza, inizialmente fissata al 31 marzo 2026, viene ora ufficialmente posticipata al 30 giugno 2026. Si tratta di un rinvio che non richiede alcuna procedura aggiuntiva da parte dei soggetti attuatori.
Chi aveva programmato la conclusione delle attività entro la fine di marzo potrà quindi beneficiarne automaticamente, senza necessità di presentare richieste di modifica o aggiornamenti formali dei propri cronoprogrammi.
Questa misura si rende necessaria per consentire agli enti territoriali, ai comuni e alle altre strutture incaricate dell’attuazione degli interventi di gestire eventuali ritardi accumulati nel corso dei lavori. Le complicazioni legate all’avvio o alla gestione dei progetti finanziati dal PNRR — spesso dovute a complessità amministrative, difficoltà organizzative o tempistiche più lunghe del previsto nelle procedure di gara — hanno reso opportuno un intervento di adeguamento delle scadenze. L’obiettivo è evitare che ritardi di natura tecnica compromettano il raggiungimento dei risultati attesi dall’Unione Europea.
Proroga anche per la certificazione del raggiungimento degli obiettivi programmati
Il nuovo termine del 30 giugno 2026 non riguarda solo la conclusione delle attività operative, ma anche la presentazione delle prove richieste per certificare il raggiungimento dei target programmati. Entro la stessa data, infatti, dovranno essere caricate sulla piattaforma ReGiS tutte le documentazioni necessarie — la cosiddetta “primary evidence” — utili a dimostrare la conformità dei risultati ottenuti rispetto agli obblighi previsti dal PNRR. La piattaforma ReGiS, utilizzata per la gestione e il monitoraggio degli interventi, resterà quindi lo strumento centrale per garantire trasparenza e tracciabilità dell’avanzamento dei progetti.
Il Ministero precisa inoltre che, sebbene il nuovo termine sia valido per la quasi totalità degli interventi inclusi nella missione dedicata alle politiche sociali, sono previste possibilità di ulteriore proroga in casi del tutto eccezionali. Solo in situazioni residuali, e esclusivamente quando strettamente necessario per assicurare il pieno completamento delle attività e il raggiungimento dei target, sarà possibile beneficiare di una finestra aggiuntiva fino al 31 agosto 2026. Questa ulteriore estensione, però, non potrà essere concessa in modo generalizzato: si tratterà di deroghe circoscritte e motivate da esigenze specifiche e documentate.
La revisione delle scadenze rappresenta un passaggio significativo nella gestione dei fondi del PNRR destinati alle politiche sociali, un settore strategico per il rafforzamento dei servizi territoriali e per il sostegno alle persone in condizioni di fragilità. Gli interventi inclusi nella Missione 5, infatti, riguardano ambiti cruciali come l’inclusione sociale, la lotta alla povertà, la promozione dell’autonomia di persone con disabilità e la costruzione di reti territoriali di supporto alla comunità.
Effetti della proroga
Proprio per l’importanza di questi obiettivi, la precisazione del Ministero giunge come un messaggio di rassicurazione per tutte le amministrazioni coinvolte. La proroga intende evitare pressioni eccessive sulle strutture operative e prevenire situazioni in cui la necessità di rispettare scadenze troppo strette rischi di compromettere la qualità degli interventi o la capacità di documentarne correttamente i risultati.
L’estensione dei tempi potrebbe inoltre contribuire a una gestione più efficiente delle risorse messe in campo, permettendo una programmazione più accurata delle attività ancora da realizzare. Molti enti, infatti, nel corso dell’ultimo anno hanno segnalato difficoltà a causa dell’elevato numero di procedure da seguire e delle tempistiche ristrette imposte dalla tabella di marcia originaria del PNRR. Il nuovo quadro temporale offre dunque un margine di manovra utile per chiudere i progetti senza compromettere gli standard richiesti a livello nazionale ed europeo.
LENTEPUBBLICA
Manovra 2026: meno tasse su stipendi e più soldi in busta paga?
La nuova Manovra introduce una serie di interventi mirati a ridurre la pressione fiscale sul lavoro e a sostenere il potere d’acquisto, con particolare attenzione ai redditi medio-bassi e ai settori più esposti alle difficoltà del mercato del lavoro: potrebbero esserci meno tasse su stipendi e più soldi in busta paga, ma non si tratterebbe di una misura generalizzata.
Nel dibattito sulla Legge di Bilancio 2026, una delle novità più rilevanti attiene al tentativo di ridurre il peso fiscale sui salari. L’art. 4 del d.d.l. interviene su varie voci della retribuzione, con l’obiettivo di restituire potere d’acquisto alle famiglie e sostenere la produttività delle imprese. Il focus resta sulle fasce di reddito medio-basse, che negli ultimi anni hanno subito maggiormente gli effetti dell’inflazione.
Più soldi in busta paga
Il primo intervento riguarda gli aumenti contrattuali previsti dai rinnovi dei contratti collettivi firmati tra il 2025 e il 2026. Per i lavoratori del settore privato che nel 2026 percepiranno un incremento e hanno un reddito lordo fino a 28.000 euro, l’imposta sulla parte aggiuntiva dello stipendio scenderà al 5%. La tassazione ridotta coinvolgerà oltre 3 milioni di persone, resta però da chiarire l’anno da prendere come riferimento per verificare il rispetto della soglia dei 28.000 euro.
Lavoro notturno, festivo o a turni
La manovra non si concentra soltanto sugli aumenti retributivi, ma coinvolge anche chi svolge lavoro notturno, festivo o a turni. Le relative maggiorazioni potranno essere tassate al 15% fino a un importo complessivo di 1.500 euro, purché il reddito dell’anno precedente non superi i 40.000 euro. La scelta del Governo è volta a riconoscere il peso di lavori che richiedono disponibilità in fasce orarie poco agevoli.
Tassazione premi di risultato
La Manovra incide anche sui premi di risultato, sia per i dipendenti privati ma anche per i dipendenti pubblici. Per il biennio 2026-2027 l’aliquota si riduce all’1% e il limite massimo agevolabile sale a 5.000 euro, al fine di incoraggiare i sistemi retributivi legati agli obiettivi aziendali, sempre più utilizzati nei settori produttivi. Una modifica riguarda anche i buoni pasto elettronici, la cui soglia esentasse passa da 8 a 10 euro, adeguandosi ai costi della pausa pranzo.
Particolare attenzione è riservata ai settori del turismo, del commercio e quello termale, che da anni vivono una forte carenza di personale. Per rendere più attrattivo il lavoro in tali ambiti, il Governo ha previsto una maggiorazione del 15% per turni notturni e straordinari svolti tra gennaio e settembre 2026. L’obiettivo è favorire l’ingresso o il rientro di lavoratori, soprattutto nei periodi di maggiore affluenza.
Le prime simulazioni effettuate
Gli effetti di queste misure iniziano già a emergere dalle prime simulazioni. Nel settore chimico, ad esempio, l’aumento complessivo previsto per il 2026 si aggira intorno ai 1.625 euro, con un risparmio fiscale di circa 470 euro. Nell’edilizia, l’incremento supera i 1.900 euro e il beneficio fiscale sfiora i 500 euro.
Il presidente di Federchimica, Francesco Buzzella, ha sottolineato che queste misure vanno nella direzione giusta, perché premiano merito e produttività. Allo stesso tempo, però, ha evidenziato che la limitazione della detassazione ai contratti firmati nel biennio 2025-2026 rischia di creare disparità tra categorie con tempi di rinnovo diversi. In alcuni settori potrebbe persino rallentare le trattative già in corso, con l’effetto opposto rispetto alle intenzioni del legislatore.
REPORTSICILIA
Questione di firme digitali, il Tar sblocca i lavori sull’asse di collegamento tra Borgo Bonsignore e Tumarrano
Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento potrà procedere all’aggiudicazione dell’appalto in favore del Consorzio Artigiani Romagnolo Società Cooperativa e alla successiva sottoscrizione del contratto, dando l’avvio agli importanti lavori di manutenzione straordinaria dell’asse di collegamento tra la Ss 115 in corrispondenza del bivio Borgo Bonsignore e la Ss 189 in contrada Tumarrano – terzo lotto funzionale, per un importo complessivo pari a 5 milioni e 340 mila euro. Con la sentenza n. 2470/2025, la Sezione I del T.A.R. Sicilia – Palermo ha infatti respinto il ricorso proposto da un operatore economico avverso il provvedimento con il quale il Libero Consorzio Comunale di Agrigento l’aveva escluso dalla gara volta all’affidamento dei lavori in questione. In particolare, il Tar condividendo le difese della società contro interessata, il Consorzio Artigiani Romagnolo Società Cooperativa, assistito dall’avvocato Gabriele Giglio e del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, rappresentata e difesa dagli Avvocati dell’ufficio legale Diega Alaimo Martello ed Antonino Cammalleri, ha ritenuto legittima l’esclusione comminata alla ricorrente, per avere la stessa presentato la documentazione di gara e l’offerta prive della firma digitale del legale rappresentante. Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento potrà quindi procedere all’aggiudicazione della gara in favore del Consorzio Artigiani Romagnolo Società Cooperativa ed alla successiva sottoscrizione del contratto, dando l’avvio agli importanti lavori di manutenzione straordinaria del descritto strategico asse di collegamento che saranno espletati dalla consorziata Evotec s.r.l..