AGRIGENTONOTIZIE
Tutela e risanamento ambientale: gli studenti del “Fermi” protagonisti al Libero consorzio
Sensibilizzazione e informazione al centro della giornata promossa dall'ente
Gli studenti delle prime e seconde classi dell’istituto “Enrico Fermi” di Aragona sono stati i protagonisti della giornata dedicata alla tutela e al risanamento ambientale organizzata dal Libero consorzio comunale di Agrigento. L’iniziativa rientra in un ciclo di incontri informativi promossi dall’ente per diffondere tra i giovani la conoscenza delle attività di protezione ambientale e per sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza di comportamenti responsabili verso il territorio.
Le due sessioni dell’incontro sono state aperte dalla dirigente scolastica Elisa Casalicchio, dal direttore del settore Ambiente Achille Contino e da Giuseppe Pendolino, presidente del Libero consorzio e sindaco di Aragona. Pendolino ha sottolineato la necessità di un cambiamento culturale nel corretto smaltimento dei rifiuti e ha richiamato l’attenzione sul danno ambientale e d’immagine causato dall’abbandono indiscriminato dei rifiuti. “Ogni turista che visita il nostro territorio – ha affermato – porta con sé non solo il ricordo delle nostre bellezze naturali, ma anche, purtroppo, quello dei cumuli di rifiuti abbandonati. Il Libero consorzio spende ogni anno somme ingenti per la bonifica delle strade provinciali, risorse che potrebbero essere destinate ad altri interventi”.
Con l’ausilio di presentazioni multimediali, i funzionari del Settore ambiente hanno illustrato agli studenti le problematiche legate all’abbandono dei rifiuti e le attività di bonifica periodica effettuate sulle strade provinciali, comprese quelle relative ai rifiuti pericolosi come l’amianto. È stato inoltre evidenziato l’impatto economico che tali operazioni comportano per l’ente e le conseguenze sull’ecosistema locale.
Al termine dell’incontro, studenti e docenti hanno ricevuto un pieghevole informativo realizzato dal settore Ambiente, che sarà distribuito anche nelle prossime giornate di sensibilizzazione previste nelle scuole della provincia che hanno aderito al progetto del Libero consorzio di Agrigento.
SICILIAONPRESS
Limiti alla revisione costituzionale: Anioc Agrigento a convegno
Gli studiosi di diritto Jorge Baquerizo Minuche e Giovanni Tesè hanno parlato dei limiti alla revisione della Costituzione nell’aula Luigi Giglia del Libero Consorzio di Agrigento, intrattenendo un pubblico attento e partecipe.
Il convegno è stato promosso ed organizzato dalla delegazione di Agrigento dell’Associazione Nazionale Insigniti Onorificenze Cavalleresche, rappresentata da Gaetano Marongiu che ha introdotto l’evento, moderato e coordinato da Ina inglima.
Jorge Baquerizo Minuche è professore associato alla facoltà di giurisprudenza dell’università Roma Tre, già dottore di ricerca presso l’università di Girona (Spagna) e ricercatore di filosofia del diritto presso la cattedra di cultura giuridica della stessa università.
Giovanni Tesè è avvocato cassazionista, accademico pontificio ed autore di saggi giuridici e stimolanti monografie, come quella dal titolo “Piersanti Mattarella, un politico cristiano”.
Il primo ha incentrato il suo intervento sugli aspetti di teoria generale del diritto e, più marcatamente, di filosofia del diritto, essendo tra l’altro autore di uno studio dal titolo “Limiti della revisione costituzionale”.
Il secondo ha sviluppato un percorso evolutivo delle costituzioni siciliane del 1812 e 1848 e di quella della repubblica italiana, soffermandosi sui limiti impliciti alla revisione relativi all’identità e continuità dei principi costituzionali (diritti inviolabili della persona umana, pluralismo, democrazia, ripudio della guerra…).
Presenti anche il prefetto di Agrigento, Salvatore Caccamo e il comandante provinciale dei carabinieri, Nicola De Tullio.
Durante il convegno, c’è stato anche un intermezzo musicale con due brani al pianoforte di Simone Di Mare, studente del liceo classico e musicale Empedocle, con la guida di Vittorio Orlando, docente dello stesso liceo.
ILFATTODIAGRIGENTO
Nomine chiave nella Regione Siciliana: nuovi vertici per Iacp, Consorzi universitari e enti Parco
Nuovi leader per il territorio! La giunta regionale ha nominato i vertici di Iacp, Consorzi universitari e Parco delle Madonie.
La Giunta regionale siciliana, riunitasi oggi a Palazzo d’Orléans, ha dato il via libera al completamento delle nomine ai vertici di importanti enti pubblici. Con questo passaggio, il governo guidato da Schifani ha formalizzato le ultime tre nomine di presidenti degli Istituti autonomi case popolari (Iacp), dei Consorzi universitari e degli enti Parco, che erano ancora mancanti.
Dopo il parere favorevole della prima commissione Affari istituzionali dell’Assemblea Regionale Siciliana (Ars), che ha verificato il possesso dei requisiti e l’insussistenza di cause di incompatibilità e inconferibilità per i nuovi incarichi, si è proceduto a definire le assegnazioni.
Calogero Valenza è stato scelto per guidare l’Istituto autonomo case popolari di Caltanissetta, su proposta dell’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, Alessandro Aricò. Valenza, noto per la sua esperienza nel settore, avrà il compito di affrontare le sfide legate all’emergenza abitativa e al recupero del patrimonio edilizio.
Per il Consorzio universitario Empedocle di Agrigento, Antonino Mangiacavallo assume la presidenza del Consiglio di amministrazione, grazie alla proposta dell’assessore all’Istruzione e alla Formazione professionale, Mimmo Turano. Mangiacavallo, con un forte background accademico, si prepara a implementare strategie in grado di rilanciare la formazione universitaria nell’area.
Infine, Giuseppe Ferrarello è stato nominato presidente del Parco delle Madonie, su proposta dell’assessore al Territorio e all’Ambiente, Giusi Savarino. Ferrarello avrà il compito di promuovere la tutela del patrimonio naturale e culturale delle Madonie, sostenendo anche il turismo sostenibile nella regione.
Queste nomine segnano un passo importante per la governance regionale siciliana, a pochi mesi dalle elezioni. L’auspicio è che i nuovi presidenti possano portare avanti politiche efficaci e innovative, rispondendo alle esigenze della comunità e contribuendo al progresso del territorio.
LENTEPUBBLICA.IT
Dal 2026 entra in vigore la “norma taglia idonei”: cosa cambia per i concorsi pubblici
Dopo due anni di sospensione, dal 1° gennaio 2026 entrerà pienamente in vigore la cosiddetta “norma taglia idonei”, la disposizione che limita la durata e l’utilizzo delle graduatorie dei concorsi pubblici, incidendo in modo significativo sulle possibilità di assunzione per chi supera le prove senza rientrare tra i vincitori.La misura, pensata per impedire l’accumulo di elenchi troppo estesi e spesso validi per molti anni, era stata congelata nel biennio 2024-2025. Salvo nuovi interventi del governo, dal prossimo anno cambieranno le regole per tutti gli aspiranti dipendenti pubblici.Cos’è la norma “taglia idonei”La norma “taglia idonei” è una regola che limita drasticamente il numero degli idonei — cioè dei candidati che, superate le prove di un concorso pubblico, non risultano vincitori ma restano in graduatoria in attesa di eventuali scorrimenti. In concreto, la normativa stabilisce che gli idonei non vincitori possano essere al massimo un numero pari al 20% dei posti a bando.Se un concorso prevede 100 posti, una volta assegnati ai vincitori, al massimo altri 20 candidati – quelli meglio piazzati subito dopo i vincenti — possono restare in graduatoria come “idonei”. Tutti gli altri, anche se hanno superato le prove, non potranno essere ripescati per assunzione.In passato, senza questa normativa, molte graduatorie risultavano molto lunghe, con decine o centinaia di idonei, con conseguente attesa prolungata per eventuali assunzioni successive. La “taglia idonei” è nata con l’obiettivo di ridurre le graduatorie troppo estese e rendere più selettivo e snello il reclutamento pubblico.Sospensione temporanea per il 2024-2025: cosa significa per i candidatiNonostante la norma fosse operativa, il Decreto PA 2025 — approvato il 19 febbraio 2025 — ha sospeso l’applicazione della “taglia idonei” per tutte le graduatorie approvate nel 2024 e per i concorsi banditi nel 2025.Questo significa che per questi due anni — salvo ulteriori proroghe — le amministrazioni pubbliche possono ripescare un numero più ampio di candidati idonei, senza essere vincolate al tetto del 20%. In pratica, le graduatorie potranno tornare ad essere “ampie” come in passato, offrendo maggiori opportunità di assunzione a coloro che hanno superato tutte le prove senza raggiungere posizioni da vincitori.Ma dal 2026 entra in vigore e cambierà i concorsi pubbliciLa cosiddetta “taglia idonei” fa la sua comparsa nel 2023, con l’approvazione del Decreto-Legge 44, poi trasformato nella legge 74/2023. La disciplina è stata successivamente ripresa e ritoccata dal Decreto-Legge 75/2023, convertito nella legge 112/2023.Secondo le previsioni correnti — e salvo nuovi interventi del legislatore — la sospensione della “taglia idonei” scadrà con la fine del 2025. Ciò vuol dire che, a partire dal 2026, la norma potrebbe tornare a regime: graduatorie più contenute, possibilità di scorrimento ridotte, meno idonei “disponibili” per assunzioni successive.Secondo il quadro normativo, il limite percentuale per gli idonei — fissato al 20% dei posti messi a concorso — avrebbe dovuto valere per tutte le procedure ordinarie già dal momento in cui la legge è entrata in vigore, con alcune eccezioni stabilite successivamente.Quando la “taglia idonei” non vale?Sebbene la norma nasca per contenere la lunghezza delle graduatorie, non tutti i concorsi sono soggetti al tetto del 20%. Il legislatore ha infatti previsto una serie di casi in cui la regola non si applica.In particolare, non rientrano nel perimetro della limitazione:I concorsi banditi da Regioni, Province, Comuni, enti locali e società partecipate, quando il numero dei posti messi a bando non supera le 20 unità.Le selezioni dei Comuni molto piccoli, cioè con una popolazione inferiore ai 3.000 abitanti.Le procedure che prevedono contratti a tempo determinato, indipendentemente dal profilo ricercato.I concorsi per il personale sanitario, socio-sanitario, educativo e scolastico, categorie per le quali si è preferito mantenere strumenti più flessibili.Le selezioni destinate a universitari, ricercatori e personale assimilato, che seguono regole proprie del pubblico impiego in regime di diritto speciale.Per tutte queste tipologie, le graduatorie continuano a funzionare secondo le modalità tradizionali: risultano inseriti tutti coloro che superano le prove e lo scorrimento avviene senza limiti numerici, nel rispetto della validità temporale indicata nei bandi.Cosa significa concretamente per chi farà un concorso oggi (o ha già partecipato)Chi ha partecipato ad un concorso bandito nel 2025 o la cui graduatoria è stata approvata nel 2024, può beneficiare della sospensione: la graduatoria potrà essere scorsa anche oltre il 20%, offrendo maggiori opportunità di assunzione.Se invece il concorso sarà bandito dal 2026 in poi — salvo nuova proroga — la regola sarà in vigore: solo i primi idonei (entro il 20% dei posti) potranno restare in graduatoria.Se il concorso riguarda un ambito escluso dalla norma (sanità, istruzione, enti locali con pochi posti, assunzioni a tempo determinato, ecc.), la limitazione del 20% non si applica comunque, anche dopo il 2026.È importante leggere con attenzione il bando: eventuali riserve, deroghe o esclusioni relative alla “taglia idonei” devono essere esplicitate, e la loro presenza o assenza può fare la differenza nelle aspettative di assunzione.
LENTEPUBBLICA.IT
Ricongiunzione contributi pensione: più semplice integrazione tra gestioni separate
Un importante passo avanti nella semplificazione del sistema previdenziale arriva dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che ha definitivamente chiarito la possibilità di riunire i periodi assicurativi maturati nelle diverse gestioni separate.Una novità che riguarda migliaia di lavoratori, in particolare i liberi professionisti, e che promette di rendere più lineare il percorso verso la pensione, soprattutto per chi ha alle spalle carriere frammentate.Il chiarimento ministeriale stabilisce che i contributi possono essere ricongiunti in due direzioni:dalle altre gestioni previdenziali verso la Gestione separata dell’INPSdalla Gestione separata dell’INPS verso ulteriori enti, comprese le Casse professionali.In pratica, la Gestione separata entra a pieno titolo nel sistema delle ricongiunzioni, consentendo il trasferimento dei contributi sia in entrata sia in uscita. Un meccanismo che fino a oggi non era riconosciuto con questa chiarezza, generando dubbi interpretativi e difficoltà per chi voleva sistemare la propria posizione assicurativa.Un cambiamento atteso da anniPer comprendere il valore di questa novità, è utile ricordare come la Gestione separata sia nata negli anni Novanta per accogliere categorie di lavoratori non coperte da altre forme previdenziali, come collaboratori, autonomi senza albo e professionisti non iscritti a Casse specifiche. Fin dall’origine, questa gestione è stata costruita interamente secondo il sistema contributivo, mentre molte altre realtà previdenziali procedevano ancora con il metodo retributivo o con formule miste.Questa differenza di “architettura” aveva portato, nel tempo, a escludere la Gestione separata dai tradizionali strumenti di ricongiunzione utilizzati per trasferire i periodi contributivi da un ente all’altro. Con il progressivo superamento del sistema retributivo e l’uniformazione delle regole verso il metodo contributivo, tali ostacoli sono però venuti meno. Da qui la decisione del Ministero di riconoscere pienamente la possibilità di integrare i contributi che transitano nella Gestione separata con quelli degli altri istituti, incluse le Casse di categoria, naturalmente nel rispetto delle normative interne che regolano ogni singolo ente.Cosa cambia nella praticaLa ricongiunzione permette di trasferire l’intera contribuzione maturata in differenti gestioni all’interno di un’unica posizione assicurativa, in modo da ottenere una sola pensione calcolata secondo le regole di quella destinazione. Il chiarimento del Ministero non introduce nuovi strumenti, ma rende finalmente percorribile una strada che era rimasta a lungo incerta.Chi ha svolto attività diverse nel corso della propria carriera – un professionista che ha alternato periodi come collaboratore, consulente, dipendente, oppure che ha esercitato una professione regolamentata per poi passare a incarichi rientranti nella Gestione separata – potrà dunque valutare l’opzione di riunire tutti i contributi accumulati.La possibilità diventa particolarmente utile per chi rischiava di lasciare “spezzoni” di contribuzione poco significativi, che non avrebbero consentito l’accesso a una prestazione autonoma o che avrebbero prodotto assegni molto ridotti. Riunire tutto in un’unica gestione significa in molti casi evitare sprechi, valorizzare periodi altrimenti inutilizzabili e ottenere una pensione più coerente con l’intera storia professionale.Un vantaggio per i liberi professionistiTra i principali beneficiari della nuova interpretazione ci sono i liberi professionisti. Molti di loro, infatti, hanno una doppia contribuzione: una parte versata alla propria Cassa professionale, un’altra alla Gestione separata, spesso per incarichi occasionali o collaborazioni continuative.Fino a oggi questi due filoni di contribuzione restavano distinti, e il professionista si vedeva costretto a valutare strumenti alternativi come cumulo e totalizzazione. Pur essendo utili, tali soluzioni non prevedono un vero trasferimento dei contributi, lasciando le posizioni in gestioni separate e producendo un calcolo della pensione meno omogeneo.Con la ricongiunzione, invece, il professionista può chiedere – ovviamente nel rispetto dei limiti e dei requisiti previsti – che tutti i periodi siano unificati nella gestione che ritiene più vantaggiosa. Questa operazione consente, ad esempio, di ottenere una sola pensione più consistente invece di due trattamenti di modesta entità.Ricongiunzione, totalizzazione e cumulo: come orientarsiIl nuovo scenario non elimina le altre forme di coordinamento dei contributi. Restano infatti valide sia la totalizzazione sia il cumulo, strumenti che permettono di utilizzare i periodi assicurativi presenti in più gestioni senza dover necessariamente trasferire i contributi da un ente all’altro.La ricongiunzione si distingue però per una caratteristica decisiva: consente di accorpare materialmente tutta la contribuzione all’interno di un’unica gestione. Ciò comporta un calcolo uniforme dell’assegno e, in molti casi, una maggiore linearità nella determinazione della pensione.Ogni opzione ha comunque regole e costi differenti, quindi la scelta dipenderà dalla carriera individuale, dagli enti coinvolti e dall’obiettivo che il lavoratore desidera raggiungere.Una misura che punta alla semplificazioneL’intervento del Ministero si inserisce in un percorso più ampio di razionalizzazione del sistema previdenziale italiano, che nel corso degli anni ha accumulato una grande varietà di regole, eccezioni e categorie. Rendere più semplice la ricongiunzione significa offrire ai lavoratori strumenti più chiari per programmare il proprio futuro e ridurre le discontinuità generate da carriere sempre più flessibili e articolate.In un contesto economico e professionale in cui cambiare ruolo, settore o forma contrattuale è frequente, la possibilità di non perdere neppure un contributo è ormai fondamentale. L’apertura della ricongiunzione alla Gestione separata va in questa direzione, riconoscendo che la modernità del mercato del lavoro richiede un sistema previdenziale capace di adattarsi a percorsi non lineari.