Agrigento, 29 gennaio 2009
Nella stessa giornata in cui il Presidente D'Orsi, in qualità di Presidente dell'ATO Idrico, affronta le problematiche della gestione del servizio idrico insieme alle associazioni dei consumatori e ai rappresentanti della Curia, lo stesso D'Orsi ha inviato una dura nota di protesta all'Assessore Regionale all'Industria Pippo Gianni e al Direttore Generale dello stesso Assessorato dr. Incardona. La protesta riguarda la notizia dell'imminente concessione alla Nestlè-Vera s.r.l. di un ulteriore sfruttamento delle acque dei Pozzi Margimuto, nel territorio di S. Stefano di Quisquina, per altri 10 litri al secondo.
"Le ricordo la drammatica situazione, nota a tutto il mondo, in cui versano Agrigento e la sua provincia per la limitata dotazione idrica - scrive D'Orsi - una dotazione soggetta ad oscillazioni in quanto assicurata in quota parte da invasi che non si trovano nel territorio della provincia, ed il cui approvvigionamento viene assicurato con condotte di circa 90 km, da dissalatori (Porto Empedocle e Gela) la cui operatività è legata alle condizioni del mare, ed in ultimo dal potabilizzatore (ad oggi ancora gestione Voltano s.p.a.) ubicato in territorio S. Stefano Quisquina, primaria risorsa oltre che per interi quartieri di Agrigento (Fontanelle, Montaperto e Giardina Gallotti) anche per alcuni Comuni dell'agrigentino (Favara, Canicattì, Aragona ed altri).
In un momento in cui il Sindaco di Agrigento chiede a gran voce l'intervento del Consiglio dei Ministri e della Protezione Civile per la dichiarazione di stato di calamità per superare la cronica scarsa dotazione idrica del nostro territorio, la sola ipotesi di concessione ad una società dell'ulteriore sfruttamento di una qualsivoglia risorsa idrica, che sarebbe sottratta agli agrigentini, ha il sapore di una beffa (10 litri/sec.)".
Il Presidente D'Orsi ha anche ricordato che le acque dei Pozzi Margimuto sono state censite da SOGESID nella ricognizione per la redazione del P.R.G.A. come risorsa idrica dell'Autorità d'Ambito di Agrigento. "Ho chiesto con forza di non concedere ulteriori sfruttamenti alla Nestlè - conclude D'Orsi - che gode già in una concessione più che sufficiente per le sue necessità industriali".