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Consiglio Provinciale: "Difendere le Province e rilanciare il loro ruolo"

Agrigento, 30 gennaio 2009

Difendere le Province e rilanciare il loro ruolo con l'assunzione di competenze oggi demandate ad altri enti. E' questo l'orientamento del Consiglio Provinciale di Agrigento, che si è riunito stasera in seduta straordinaria, contemporaneamente agli altri consigli provinciali in Italia, per approvare un ordine del giorno dell'Unione Province Italiane contro la soppressione delle Province e per la difesa della loro dignità dagli attacchi denigratori degli ultimi mesi. Abbastanza concordanti le posizioni dei consiglieri di maggioranza e di opposizione, i cui interventi sono stati preceduti da quello dell'ex presidente della Provincia avv. Michelangelo Taibi, secondo il quale le Province potranno ancora avere un ruolo in Italia a patto di costruirne uno diverso che e porti a sostituirsi totalmente alle funzioni di altri enti intermedi ed inutili come gli ATO, i consorzi di comuni e tanti altri ancora, facendosi portavoce delle reali esigenze del territorio e dei grandi progetti. Taibi, che ha lodato le recenti iniziative del Consiglio Provinciale, ha preso ad esempio quello dell'aeroporto, che già negli anni '70 la Provincia aveva sostenuto con forza, trovando purtroppo nei grandi partiti di allora una deleteria azione di ostruzionismo che ha portato a cancellare il progetto validissimo di Piano Romano redatto dall'ing. Marra.
Angelo Bennici (PdL) ha detto di trovare conforto nelle parole dell'avv. Taibi in quanto lui stesso si era pronunciato negli anni scorsi a favore della ripresa del progetto di Piano Romano. Ivan Paci, capogruppo del PDL, ha difeso l'esistenza delle Province, che non sono certo il male assoluto della politica, rappresentando un costo minimo per lo Stato rispetto a sprechi e inefficienze che coinvolgono anche il Parlamento, la Regione e tutti gli enti intermedi, su tutti i consorzi e gli ATO Rifiuti e Idrico, le cui competenze possono bene essere trasferite alle Province: "E' la casta - ha aggiunto Paci - che capovolge il problema gettando fumo negli occhi dell'opinione pubblica".
Secondo il capogruppo dell'MpA Totò Scozzari occorre chiudere tutte le partecipate e gli ATO Idrico e Rifiuti, riassegnando le competenze ai Comuni. Soprattutto l'acqua non può certo essere affidata ai privati. Mario Lazzano (PdL) ha invece evidenziato come il documento dell'UPI sia frutto di un ragionamento complesso che poggia le basi su cifre inoppugnabili, ovvero una spesa di circa 14 miliardi di euro, relativo alle 104 Province, contro i 78 miliardi di altri enti, definiti "inutili carrozzoni" e peraltro non eletti democraticamente, le cui competenze possono essere ricondotte alle Province con grande risparmio di denaro pubblico. Secondo Lazzano, nel quadro della riforma del federalismo, bisogna riscrivere le regole sulle funzioni da attribuire alle Province, rilanciando il loro ruolo, e abolendo semmai le province metropolitane che in effetti sono da considerarsi dei doppioni delle grandi città.
Sulla stessa lunghezza d'onda gli interventi di Avarello (La Sinistra) e Spoto (RC), secondo cui le Province sono il presidio della democrazia. "La loro abolizione- hanno detto - dopo la legge elettorale regionale che con lo sbarramento al 5% ha cancellato le minoranze politiche sarebbe un attacco frontale al pluralismo, mentre i continui tagli di risorse sviliscono il loro ruolo". Contrari all'abolizione delle Province anche Ripepe (UdC), Testone (PdL) e Di Prima (Pd), mentre Roberto Gallo (Destra) ha detto di essere d'accordo sul documento dell'UPI, ma anche che senza riscontri pratici rimarrà fine a sé stesso. "Occorre bandire gli sprechi - ha detto Gallo - perchè gli ATO al Nord funzionano bene, mentre da noi hanno portato solo folli aumenti delle spese a fronte di pessimi servizi per il cittadino. Se le Province sapranno intervenire per correggere questa situazione il loro ruolo sarà inattaccabile, altrimenti sarà meglio abolirle davvero".
Il Consiglio alla fine ha votato favorevolmente il documento dell'UPI, con l'astensione di Roberto Gallo, mentre ha votato all'unanimità il documento proposto dall'Unione Regionale delle Province Siciliane con cui si chiede l'abolizione degli ATO Idrici e degli ATO Rifiuti. Infine, il consigliere Nino Spoto (RC) ha chiesto al Presidente Buscemi la convocazione di una seduta straordinaria del consiglio provinciale da tenersi a Lampedusa o, in alternativa, l'invio di una delegazione di consiglieri a Lampedusa per far sentire la solidarietà del Consiglio stesso alla popolazione dell'isola, che deve rimanere a vocazione turistica. "I centri di identificazione ed espulsione" ha detto Spoto "se vogliono possono costruirli in Piemonte o in Lombardia".
Durante la seduta, i consiglieri di maggioranza (primo firmatario Carmelo D'Angelo del PdL) hanno depositato la richiesta di convocazione di una seduta straordinaria sulle problematiche dell'ATO Idrico e del gestore del servizio idrico Girgenti Acque. Il Presidente Buscemi si è impegnato, in questo senso, a convocare la conferenza dei capigruppo per decidere la data di svolgimento della seduta.

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