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Rassegna stampa dal 24 gennaio 2012

 

LA SICILIA
 
A GIUDIZIO
Il primo «round» alla Procura
Il Tribunale ha rigettato l'eccezione della difesa contro il processo col rito immediato
FRANCESCO DI MARE
E' iniziato ieri mattina nell'aula 7 del Tribunale il processo al presidente della Provincia regionale Eugenio D'Orsi. L'uomo politico esponente del Movimento per l'autonomia è accusato di peculato, concussione, abuso d'ufficio e truffa nell'ambito dell'inchiesta relativa, tra le altre cose, alle palme della Provincia che sarebbero state piantate anche nella villa di Montaperto dello stesso presidente. L'indagine è quella condotta dalla Guardia di Finanza del comando provinciale, con il coordinamento della Procura della Repubblica, in particolare dell'aggiunto Ignazio Fonzo e del sostituto Giacomo Forte. Quella di ieri è stata una tipica udienza inaugurale di un grande processo», ovvero con la tensione che si tagliava a fette, specie sul fronte dell'imputato. Assistito dagli avvocati Giuseppe Scozzari e Daniela Posante, D'Orsi è stato tra i primi a entrare in Tribunale. A presiedere l'udienza collegiale è stato il giudice Ottavio Mosti che con la consueta pacatezza ed equilibrio ha gestito le varie fasi dell'udienza che ha comunque offerto già alcuni passaggi importanti. Il primo passaggio è stato quello della costituzione delle parti. Il Codacons, l'associazione nazionale che tutela i diritti dei consumatori, ha dato incarico all'avvocato Pierluigi Cappello di presentare istanza per la costituzione di parte civile nel procedimento a carico di D'Orsi, ravvisando - secondo il Codacons - un danno arrecato ai consumatori, rispetto alle presunte illegalità contestate al capo dell'ente Provincia. Dopo mezz'ora, il Tribunale ha ammesso la costituzione, nonostante l'opposizione della difesa di D'Orsi. Altra tappa importante è stata quella relativa al ruolo della stampa e degli operatori di ripresa in questo procedimento. Un'emittente televisiva, Tva aveva avanzato richiesta di seguire queste e le altre udienze del processo, Il giudice ha chiesto alle parti una valutazione su tale richiesta, e tutti si sono a loro volta rivolti al giudice per decidere. Mosti ha quindi sollecitato la difesa dell'imputato - certamente la parte più interessata alla divulgazione o meno delle immagini del processo - a decidere se accettare o non accettare le telecamere e le macchine fotografiche in aula. Alla fine gli obiettivi di cameraman e fotografi sono stati ammessi, quindi l'udienza e il processo avrà la più ampia visibilità, grazie ai mass media. Un atto di grande libertà che fa onore a chi lo ha autorizzato, Il clou dell'udienza si è avuto quando l'avvocato Giuseppe Scozzati e la collega Daniela Posante hanno avanzato eccezione circa la legittimità stessa del processo immediato alloro illustre assistito. Sia Scozzari che Posante hanno evidenziato quelle che a loro dire sarebbero anomalie nella procedura delle indagini. «Indagini iniziate da un esposto anonimo nel maggio 2010, rimaste contro ignoti fino all'undici maggio 2011, e diventate a carico di D'Orsi solo il 18 maggio 2011, con una richiesta di stralcio delle indagini rispetto all'80% degli altri indagati. Siamo stati privati della possibilità di smontare le accuse nell'udienza preliminare. Per questo chiediamo la nullità del giudizio diretto ha concluso Scozzari, al quale ha fatto eco Posante evidenziando come «le indagini si devono concludere entro 90 giorni per andare a giudizio immediato. Posizioni rispetto alle quali il sostituto procuratore Giacomo Forte ha replicato dicendo che «quando ci sono i presupposti per chiedere il processo immediato il processo immediato si chiede e, se lo decide il gip si fa, come in questo caso. Tra l'altro D'Orsi è stato interrogato ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Del resto da un esposto anonimo non si può iscrivere alcuno sul registro degli indagati, senza valutate lo stato delle cose». Dopo un'ora di camera di consiglio, il Tribunale ha respinto le eccezioni della difesa, confermando la legittimità del processo immediato, ammettendo l'acquisizione agli atti dell'intervista rilasciata da D'Orsi a «Le Iene», Prossima udienza il 27 febbraio, dove verrà sentito il primo teste, ovvero il comandante provinciale della Guardia di finanza Porzio.
 

LA MATTINATA DEL PRESIDENTE D'ORSI
Un uomo provato, ma non solo
 Ieri mattina al primo piano del palazzo di Giustizia la sua presenza, ma soprattutto quella del nugolo di persone alle sue calcagna non è passato inosservato. Eugenio D'Orsi all'occhio dei più ieri è parso un uomo provato, ma certamente non solo, Il suo volto era una maschera di tensione mista a una rabbia interiore, generata - a suo dire - dalla convinzione di essere estraneo alle accuse che gli vengono mosse. L'unica frase «scippata» al presidente è stata emblematica: «io non ho mai subito neanche una multa per un divieto di sosta», Il resto è stato un ossequioso rispetto della consegna del silenzio, prima, durante e dopo l'udienza. Un presidente della Provincia dunque che non ha affatto nascosto la propria tensione, ottenendo però il conforto di una decina di persone che non lo hanno lasciato da solo, tranne che durante l'udienza. Oltre agli inseparabili agenti della scorta, un poliziotto e tre agenti della polizia provinciale (presenti per lavoro) c'erano anche due assessori della sua giunta, l'inseparabile Lillo Volpe e Angelo Biondi, ex sindaco di Licata. C'era anche l'avvocato Bruna (anch'esso lì per lavoro) e un paio di persone che abitano nel palazzo provinciale, i quali hanno voluto manifestare la loro vicinanza al capo dell'esecutivo, in questo momento non semplice. D'Orsi ha cercato di ritagliarsi qualche momento di «privacy» in Tribunale, defilandosi nelle zone meno frenetiche del palazzo di giustizia, spesso per confrontarsi con i propri legali. Alla fine dell'udienza alcun commento, la tensione forse si era già abbassata un po', prima di lasciare il «palazzaccio» di via Mazzini, Ovviamente, non da solo. F.D.M.
 
DI SICILIA

TRIBUNALE. Ieri mattina si è svolta la prima udienza, cinque ipotesi di reato ruotano attorno alla ristrutturazione della sua casa di Montaperto
Truffa e peculato, inizia processo a D'Orsi
La Provincia non si costituisce parte civile
L'ente ha rinunciato al dibattimento contro il suo presidente, e stata ammessa la Codacons
L'avv. Cappello: 'Gli interessi dei consumatori sono stati lesi dalle condotte contestate all'imputato. Chiederemo il risarcimento danni in caso di condanna.
L'associazione dei consumatori Codacons è stata ammessa come parte civile al processo a carico del presidente della Provincia Eugenio D'Orsi. L'indiscrezione, non confermata nei giorni scorsi, ieri è diventata ufficiale. L'avvocato Pierluigi Cappello ha formalizzato in udienza la richiesta. "Gli interessi dei consumatori - ha detto il legale in aula - sono stati lesi dalle condotte contestate all'imputato. Per questo l'associazione intende costituirsi parte civile e chiedere il risarcimento dei danni in caso di condanna" . Nessuna delle cosiddette parti offese' si è invece costituita. Il presidente dei collegio Ottavio Mosti ha chiesto se erano presenti le presunte vittime della concussione, oltre al venditore delle ormai note palme e alla Provincia regionale di Agrigento. Nessuno era in aula e ha chiesto di costituirsi parte civile. Solo l'avvocato Cappello, in rappresentanza del Codacons, ha chiesto la parola per costituirsi contro D'Orsi. Il pubblico ministero Giacomo Forte, che ha condotto l'inchiesta insieme al procuratore aggiunto Ignazio Formo, non si è opposto. I difensori di D'Orsi, gli avvocati Posante, Scozzati e Bruna, hanno fatto notare che la richiesta di costituzione è incompleta e che non si capisce quali interessi dei consumatori sarebbero stati lesi. D'Orsi è accusato di abuso di ufficio, peculato, concussione e truffa. La Procura gli contesta una cinquantina di capi di imputazione. Cinque ipotesi di reato ruotano attorno alla ristrutturazione della sua casa di Montaperto. Si tratta di due contestazioni di peculato e tre di concussione. Il primo episodio di peculato riguarderebbe l'indebito utilizzo dell'agronomo della Provincia al servizio del giardino di casa. Il secondo è relativo al presunto utilizzo di quaranta palme, acquistate dall'ente per rinvigorire il verde pubblico. Secondo la Procura, D'Orsi se ne sarebbe impossessato facendole mettere a dimora nella sua villa. Le ipotesi di concussione sono relative a dei lavori svolti da ditte e professionisti che avevano rapporti con l'ente che D'Orsi non avrebbe pagato o avrebbe pagato a un costo inferiore. Fra le accuse di abuso di ufficio ci sono quelle relative alle spese di rappresentanza, ritenute illegittime, agli affidamenti diretti di appalti e ai pagamenti di prestazioni di varia natura senza trattativa privata, Il collegio presieduto dal giudice Ottavio Mosti (a latere Tedde e Minerva) si è ritirato in camera di consiglio per decidere sulla richiesta del Codacons. E rientrato dopo una ventina di minuti e ha letto un'ordinanza con la quale ha ammesso la costituzione dell'associazione dei consumatori. La difesa ha poi sollevato un'altra questione preliminare: secondo i tre legali che assistono il presidente della Provincia, la Procura non avrebbe potuto chiedere il giudizio immediato perché le indagini si sarebbero di fatto prolungate oltre il termine richiesto dei novanta giorni. Anche su questo punto il tribunale ha dovuto ritirarsi in camera di consiglio. L'analisi della questione è stata più lunga. Il presidente del collegio, dopo una trentina di minuti, è rientrato con gii altri due giudici e ha comunicato la decisione di rigettare l'istanza perché "questa valutazione non compete al tribunale". Intanto la mancata costituzione della Provincia è già diventata un caso. Ausilia Eccelso, esponente di Italia dei Valori, con una nota ha parlato di scelta "sconcertante e inspiegabile". GECA
 
PROCURA DELLA REPUBBLICA.. Il servizio di Giulio Golia finirà agli atti
Chiesta l'acquisizione del video fatto dalle «Iene»
Il presidente della Provincia Eugenio D'Orsi non sarà ascoltato in aula (anche se potrà rilasciare in ogni momento dichiarazioni spontanee)  ma a parlare per lui saranno le tante interviste rilasciate nei giorni immediatamente successivi alla notifica dell'avviso a comparire. Ieri mattina il pubblico ministero Giacomo Forte ha chiesto di produrre il Dvd del servizio della trasmissione televisiva "Le Iene" dove inviato Giulio Golia stuzzica D'Orsi sulla vicenda delle palme e il presidente accenna delle giustificazioni. La troupe della trasmissione di inchiesta di Italia i intervista anche il venditore delle palme che nega la circostanza seconda la quale le piante sarebbero state regalate. Agli atti del
processo dovrebbero entrare anche numerose interviste a giornali ed emittenti televisive rilasciate
da D'Orsi prima della scelta del silenzio stampa.
 
DOPO LO SCIOPERO. L'impianto è stato riparato
Aule fredde, protesta finita al liceo
Capitolo definitivamente archiviato. Al liceo classico "Empedocle" di Agrigento, i riscaldamenti sono tornati a funzionare. Da ieri mattina, infatti, l'impianto è stato riparato ed ha cominciato ad emanare calore in tutte le aule dell'istituto, diretto da Anna Maria Sermenghi. Gli studenti, reduci da una settimana di manifestazione e proteste, sia davanti alla scuola che direttamente alla Provincia Regionale, sono rientrati regolarmente in classe, dopo che nella giornata di sabato avevano eseguito soltanto le prime due ore di lezione per consentire agli operai ed ai tecnici gli ultimi lavori di manutenzione e la pulizia dei filtri dei termosifoni. Soddisfazione e gioia da parte degli alunni come confermato dalle parole del rappresentante della Consulta, Marco Scozzari: «Il problema - ha affermato lo studente - si è risolto. Almeno fino ad ora non si sono verificati imprevisti e quindi siamo felici per come sia finita l'intera vicenda. Inoltre - ha precisato Scozzari - mi preme ringraziare, a nome mio e di tutti gli studenti di questo liceo, la nostra preside che è venuta incontro alle nostre esigenze, dandoci una grande mano d'aiuto. Infatti in tutte quelle aule dove non è installato l'impianto di riscaldamento, sono state messe delle stufe in modo tale da non arrecare disagi agli altri studenti. Speriamo vivamente - ha concluso - che non ci saranno più problemi del genere». (ESI) 
 
LA CRONACA. A «scortarlo», oltre ai poliziotti, anche gli assessori Angelo Biondi e Calogero Volpe: "Soffre perché è innocente". Presenti molti amici
Ore 9,18 arriva D'Orsi, primo giorno da imputato
La prima giornata di Eugenio D'Orsi nella veste di imputato è iniziata presto. L'uomo politico del Mpa è arrivato in tribunale con l'auto della scorta alle 9.18. Due poliziotti in borghese, con il consueto atteggiamento di discrezione, lo hanno accompagnato per tutto il tempo. Al primo piano del tribunale, davanti all'aula 7, lo attendevano i suoi difensori, gli avvocati Daniela Posante, Giuseppe Scozzari e Gaetano Bruna. L'udienza davanti ai giudici della prima sezione penale era fissata alle "ore di rito", vale udire a partire dalle 9,30. Il calendario fitto di udienze gli ha imposto una lunga attesa, Il suo processo è stato chiamato quasi due ore. Prima c'è stato spazio per il giuramento di quattro nuovi a evocati, per tre udienze camerali in cui si dovevano discutere delle misure di prevenzione e per il processo sulle presunte irregolarità legate alla realizzazione del supermercato Eurospin di contrada Minaga. D'Orsi ha atteso pazientemente discutendo a lungo con i suoi avvocati in un angolo del corridoio del primo piano. A "scortarlo", oltre ai poliziotti, anche gli assessori Angelo Biondi e Calogero Volpe con altri amici e simpatizzanti, fra cui Francesco Cristian Schembri, attivista dell' Mpa. "Siamo qua- ha detto Volpe - per esprimere stima e affetto verso una persona onesta. Soffre perché è innocente ma sta affrontando la vicenda con dignità e vuole chiarire i fatti''. Attorno alle 11,20 il presidente Mosti dichiara aperta l'udienza del processo a suo carico. D'Orsi entra e si siede fra gli avvocati Scozzari e Posante. Poi si alza in piedi per rispondere "presente" all'appello, si risiede e resta composto a braccia consente. Emittenti televisive e fotografi avevano chiesto l'autorizzazione a fumare l'udienza. Il presidente del collegio Ottavio Mosti ha chiesto alle parti se c'era il consenso. Il pubblico ministero Giacomo Forte non si è opposto. Gli avvocati Posante, Scozzari e Bruna hanno chiesto al loro assistito se era d'accordo e D'Orsi ha dato il via libera all' accensione di telecamere e foto camere digitali. L'avvocato Scozzari è andato anche oltre chiedendo ai giornalisti di seguire il processo "'integralmente e senza saltare nessun passaggio per evitare il linciaggio mediatico che la cronaca parziale di un fatto può provocare". D'Orsi, prima dell' udienza e nelle due pause, si è intrattenuto a parlare con i cronisti salutandoli e facendo presente che non voleva rilasciare nessuna dichiarazione. «Il nostro assistito - dice l'avvocato Daniela Posante - è sereno perché il processo gli consentirà di dimostrare la sua estraneità ai fatti e la correttezza del suo operato. La scelta del silenzio stampa è dettata dal grande rispetto che ha per le istituzioni che lo devono giudicare». Il tribunale si ritira due volte in camera di consiglio per sciogliere le prime riserve. Durante le pause D'Orsi ne approfitta per prendere un caffè al distributore automatico e parlottare con i soci avvocati. Attorno alle 14,30 l'udienza viene rinviata. D'Orsi saluta tutti e va via. Si intrattiene al bar qualche minuto insieme ai suoi difensori e alle persone che lo hanno seguito per tutto la mattinata. Poi sale in auto con gli agenti della scorta e va via. La partita giudiziaria è solo iniziata. GECA
 
IL CALENDARIO
La prossima udienza il 27febbraio
Esaurite le "questioni preliminari", il presidente del collegio Ottavio Mosti ha dichiarato aperto il dibattimento. Il pubblico ministero Giacomo Forte e il pool difensivo di D'Orsi hanno illustrato le prove che saranno portate all'esame dei giudici: nessuno ha chiesto l'audizione dell'imputato. I testi da sentire saranno una sessantina. La difesa ha rinunciato ad ascoltare un teste che, di recente, è stato colpito da un ictus. Si torna in aula il 27 febbraio alle 15 per ascoltare il colonnello delle Fiamme Gialle Pasquale Porzio. Altre quattro le udienze fissate: 12 marzo, 26 marzo, 16 aprile e 30 aprile. GECA
 
ENTI PUBBLICI. Vengono convocati in giunta, sono presenti in Consiglio. Non hanno mai saputo quali compiti li attendono
«Pagati, ma non hanno compiti. Assessori fantasma alla Provincia
«Riceviamo 2.500 euro al mese, partecipiamo alle riunioni, ma non abbiamo deleghe»
Pagati dalla Provincia, ma senta avere compiti precisi. E' paradossale la vicenda che si registra alla Provincia, dove dopo 4 mesi dalla nomina, tre su 10 assessori non hanno ancora avute assegnate lo deleghe dal presidente Eugenio D'Orsi. Si tratta di Pino Montana (Grande sud), Vito Terrana (Mpa) ed Ignazio Amato (Futuro e libertà) che nonostante la nomina di assessori non hanno mal saputo quali compiti li attendono. -Percepiamo l'indennità pari a circa 2500 euro - dicono gli assessori Pino Montana e Vito Terrana  e partecipiamo alle riunioni di giunta e Consiglio, ma ancora ad oggi non abbiamo ricevuto le deleghe assessoriali. . Il presidente D'Orsi è stato impegnato, tra la vicenda giudiziaria e la quella del rimpasto che doveva essere fatto, con la sostituzione dei 4 tecnici rimasti nell'esecutivo, ma che a causa dei ritardi nella decisione da parte del Pd e dopo le vicende politiche regionali con l'Udc che è uscito dalla maggioranza che sostiene Lombardo ed il Partito democratico
più fuori che dentro, non si è mai fatto. Poi ci sono statele dimissioni di Lillo Crapanzano, Mpa quota Giancarlo Granata, che il presidente non ha intenzione di sostituire, almeno per il momento. La giunta è composta da Paolo Ferrara (Grande sud) che è il vice presidente dall'ente ed ha le deleghe al Servizi Informatici, Sviluppo economico e Protezione civile: da Mariano Ragusa (Mpa) assessore ai Servizi sociali; da Angelo Biondi assessore Mpa con delega al Turismo, aeroporto e Politiche comunitarie. Poi ci sono i politici senza compiti: Pino Montana (Gs), Vite Terrana (Mpa) Ignazio Amato (Fli). Ed ancora i tecnici, tutti con delega: Maria Teresa La Marca (Pari opportunità e politiche per i giovani e problematiche per l'immigrazione). Felice Lo Faso (Bilancia, finanze e provveditorato) entrambi area P il fedelissimo del presidente D'Orsi, assessore Lillo Volpe (lealisti) che si occupa dl polizia provinciale e rapporti con gli enti comprese le partecipate, ed Infine Domenico Alaimo, suggerito dal consigliere Totò Montaperto che ha le deleghe: Tutela del consumatore, politiche del lavoro, edilizia e gestione patrimoniale. Per completare la giunta, che attualmente è composta da 10 assessori, servono altre due nomine. Il rimpasto rinviato da tempo avrebbe dovuto sistemare l'assetto dell'esecutivo: per i Lealisti del presidente doveva entrare in giunta il Consigliere Rosario Marino al posto dl Volpe, per il Pd turn over avrebbe riguardato invece Giuseppe Sferrazza e Piero Giglione al posto di La Marca e Lo Faso. Ma Il Partito democratico nicchia. La vicenda giudiziaria del presidente D'Orsi h rallentato, se non addirittura annullato, l'ingresso nell'esecutivo del partito rappresentato da Emilio Messana. PAPI
 
CONSIGLIO STRAORDINARIO
Martedì la seduta «Salva Italia»
Anche Consiglio provinciale aderisce alla proposta fatta dall'assemblea dell'Unione Province d'Italia, di indire in tutta Italia, il 31 gennaio prossimo, una giornata di mobilitazione straordinaria, in contemporanea con 107 Consigli Provinciali, aperta alla partecipazione dei dipendenti e della cittadinanza, delle organizzazioni economiche, sociali e delle Istituzioni territoriali.La convocazione del Consiglio provinciale straordinario nasce dall'esigenza di discutere con le forze sociali, con i dipendenti e forze imprenditoriali a riforma delle Province dopo l'approvazione del decreto legge 'Salva Italia'. 

Agrigentoflash.it
 

D'Orsi a processo, oggi prima udienza
Prima udienza, stamattina, dinanzi ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento (Ottovio Mosti), del processo nei confronti del presidente della Provincia Regionale di Agrigento, Eugenio D'Orsi, imputato di peculato, concussione, abuso d'ufficio e truffa. Apparso teso e nervoso, D'Orsi si è sistemato in mezzo ai suoi difensori, gli avvocati Giuseppe Scozzari e Daniela Posante, ed è rimasto tutto il tempo in silenzio ad ascoltare. Il procedimento riguarda alcuni atti compiuti dall'amministratore, tra questi la piantumazione nella sua villa di Montaperto, di 40 palme di proprietà dell'Ente, che, sostiene la Procura, erano destinate a spazi verdi pubblici, scuole e al giardino botanico. Inoltre a D'Orsi viene contestato l'affidamento ad esterni di incarichi che potevano essere svolti da personale della Provincia. Nel corso della prima udienza accolta la richiesta di costituzione di parte civile nel processo dell'avvocato Pier Luigi Cappello, per Codacons, l'associazione in difesa dei consumatori. Presa la parola i legali di D'Orsi, gli avvocati Scozzari e Posante hanno presentato una memoria difensiva, chiedendo ai giudici l'annullamento del giudizio immediato. Richiesta rigettata dai giudici, i quali hanno acquisito il cd contenente le immagini del servizio effettuato dagli inviati della trasmissione di Italia 1 "Le Iene", in cui è stata ricostruita la vicenda. Poi il processo è stato rinviato al prossimo 27 febbraio
 
Ausilia Eccelso interviene sulla mancata costituzione in giudizio della Provincia
Ausilia Eccelso, esponente di Italia dei Valori, interviene sulla mancata decisione da parte della Provincia Regionale di Agrigento di costituirsi parte civile nel processo a carico del presidente Eugenio D'Orsi.
"Quello di un processo ad un rappresentate dei cittadini - dice Ausilia Eccelso - è un momento che nessuno che creda alla democrazia ed alla sana politica vorrebbe mai vedere, ciononostante, nel momento in cui bisogna cimentarsi con questi eventi è innegabile che i cittadini - uniche vittime di tutto ciò - dovrebbero essere i primi ad essere tutelati. In primis dallo stesso ente che vede ledere i loro (e suoi) diritti.
E' per questo che, l'apprendere con piacere che il giudice, nell'istaurando processo al Presidente della Provincia D'Orsi per le note vicende, abbia consentito al CODACONS di costituirsi parte civile, lascia il posto allo sconcerto per l'inspiegabile scelta perpetrata viceversa dalla stessa Provincia di non chiedere invece la costituzione per se stessa.
Che certa parte politica abbia ormai preso il vizio di pensare che ricoprire cariche elettive possa servire solo a tutelare i propri interessi e quelli dei propri sodali è conclamato, quel che rimane inspiegabile è la ancora ottusa cecità e sordità di questa parte contro le urla e la disperazione della gente che, ormai esasperata, vuole e pretende risposte. Desidera cioè che si faccia il proprio dovere nel suo interesse e non nell'interesse dei soliti. Tra l'altro, a maggior ragione in questi ultimi giorni con una rivoluzione in corso, solo gente miope non si rende conto che c'è in atto un risveglio delle coscienze che non permetterà più che questo avvenga all'infinito" conclude Ausilia Eccelso
 
Agrigentonotizie.it
D'Orsi alla sbarra, rigettato l'annullamento del giudizio immediato
D'Orsi alla sbarra, rigettato l'annullamento del giudizio immediato
La richiesta era stata avanzata ieri dalla difesa del presidente, composta dagli avvocati Giuseppe Scozzari e Daniela Posante. Il processo è stato rinviato al 27 febbraio per l'esame del primo testimoneGiudizio immediato per Eugenio D'Orsi. La richiesta dell'annullamento è stata rigettata ieri mattina dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento, presidente Ottavio Mosti, nel corso della prima udienza che vede alla sbarra il presidente della Provincia regionale di Agrigento, accusato di peculato, concussione, abuso d'ufficio e truffa.
La richiesta era stata avanzata ieri dalla difesa del presidente, composta dagli avvocati Giuseppe Scozzari e Daniela Posante. Il processo è stato rinviato al 27 febbraio per l'esame del primo testimone: il colonnello della guardia di finanza che si è occupato delle indagini. La Procura della Repubblica, in aula rappresentata dal pubblico ministero Giacomo Forte, non ha chiesto l'esame dell'imputato
 

LAVALLEDEITEMPLI.IT
 
AUSILIA ECCELSO (IDV) SULLA MANCATA COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE DELLA PROVINCIA NEL PROCESSO D'ORSI
Agrigento 23/01/2012 - Quello di un processo ad un rappresentate dei cittadini - afferma la Dirigente di Italia dei Valori - è un momento che nessuno che creda alla democrazia ed alla sana politica vorrebbe mai vedere, ciononostante, nel momento in cui bisogna cimentarsi con questi eventi è innegabile che i cittadini - uniche vittime di tutto ciò - dovrebbero essere i primi ad essere tutelati. In primis dalla stesso ente che vede ledere i loro (e suoi) diritti. E' per questo che, l'apprendere con piacere che il giudice, nell'istaurando processo al Presidente della Provincia D'Orsi per le note vicende, abbia consentito al CODACONS di costituirsi parte civile, lascia il posto allo sconcerto per l'inspiegabile scelta perpetrata viceversa dalla stessa provincia di non chiedere invece la costituzione per se stessa.
Che certa parte politica abbia ormai preso il vizio di pensare che ricoprire cariche elettive possa servire solo a tutelare i propri interessi e quelli dei propri sodali è conclamato, quel che rimane inspiegabile è la ancora ottusa cecità e sordità di questa parte contro le urla e la disperazione della gente che, ormai esasperata, vuole e pretende risposte. Desidera cioè che si faccia il proprio dovere nel suo interesse e non nell'interesse dei soliti. Tra l'altro - conclude Ausilia Eccelso -, a maggior ragione in questi ultimi giorni con una rivoluzione in corso, solo gente miope non si rende conto che c'è in atto un risveglio delle coscienze che non permetterà più che questo avvenga all'infinito.
 
Agrigentooggi
Processo al presidente D'Orsi, primo giorno di udienza
Prima udienza questa mattina per il Presidente della Provincia Eugenio D'Orsi che è accusato di peculato, concussione, abuso d'ufficio e truffa. A D'Orsi che,  comparso davanti ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento, oltre alla alla piantumazione nella sua villa di 40 palme di proprietà dell'Ente destinate a spazi pubblici,  viene contestato anche l'affidamento di incarichi della Provincia ad esterni, lavori che, secondo la Procura, avrebbero potuto svolgere gli impiegati dell'Ente.
 
Grandangolo.it
Prima udienza, stamattina, dinanzi ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento (presidente Ottavio Mosti), del processo nei confronti del presidente della Provincia Regionale di Agrigento, Eugenio D'Orsi, imputato di peculato, concussione, abuso d'ufficio e truffa. D'Orsi oggi è comparso in aula e si è sistemato in mezzo ai suoi difensori, gli avvocati Giuseppe Scozzari e Daniela Posante, rimanendo tutto il tempo in silenzio ad ascoltare. Il procedimento riguarda alcuni atti compiuti dall'amministratore, tra questi la piantumazione nella sua villa di Montaperto, di 40 palme di proprietà dell'Ente, che, sostiene la Procura, erano destinate a spazi verdi pubblici, scuole e al giardino botanico. Inoltre a D'Orsi viene contestato l'affidamento ad esterni di incarichi che potevano essere svolti da personale della Provincia. Nel corso della prima udienza accolta la richiesta di costituzione di parte civile nel processo dell'avvocato Pier Luigi Cappello, per Codacons, l'associazione in difesa dei consumatori. "Rileviamo - ha detto Cappello - come, nonostante la Provincia sia la principale persona offesa dal reato, la stessa non abbia ritenuto di costituirsi parte civile contro il suo presidente, legittimando ancor di più l'azione del Codacons, unica istituzione al fianco dei cittadini di Agrigento in questa delicata ed intricata questione".Presa la parola i legali di D'Orsi, gli avvocati Scozzari e Posante hanno presentato una memoria difensiva, chiedendo ai giudici l'annullamento del giudizio immediato perché richiesto oltre i termini previsti dalla legge. Richiesta rigettata dai giudici, i quali hanno acquisito il cd contenente le immagini del servizio effettuato dagli inviati della trasmissione di Italia 1 "Le Iene", in cui è stata ricostruita la vicenda. Il Tribunale, nulla opponendo la difesa e l'imputato, ha anche autorizzato le riprese video che potranno anche essere effettuate integralmente. Ciò venendo incontro proprio ad una richiesta esplicitata dall'Avv. Scozzari "affinché - ha detto il legale - non si possa distorcere l'informazione che finora ha privilegiato soltanto le tesi di una parte e non dell'altra".Poi il processo è stato rinviato al prossimo 27 febbraio per l'esame del primo testimone: il colonnello della Guardia di Finanza Porzio. La Procura della  Repubblica, rappresentata in aula del Pm Giacomo Forte, così come il collegio di difesa, non ha chiesto l'esame dell'imputato.
 

Agrigentoinformazione.it
 PECULATO, CONCUSSIONE, ABUSO D'UFFICIO E TRUFFA
AL VIA IL PROCESSO CONTRO
IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA
EUGENIO  D'ORSI

 Ha preso il via  davanti ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, presidente Ottavio Mosti, il processo  che ha come imputato il  presidente della Provincia regionale di Agrigento, Eugenio D'Orsi (Mpa), accusato di peculato, concussione, abuso d'ufficio e truffa.
A D'Orsi viene pure contestato l'affidamento ad esterni di incarichi che potevano essere svolti da personale della Provincia.
Il presidente della Provincia era presenta in aula, assistito dagli avvocati Giuseppe Scozzari e Daniela Posante.
Il Codacons, rappresentato dall'avvocato  Cappello, ha chiesto ed ottenuto la costituzione di parte civile.
I giudici che  hanno rigettato la richiesta degli avvocati Scozzari e Posante che avevano eccepito  la nullità dell'atto di citazione a giudizio immediato, perché richiesto oltre i termini previsti dalla legge, hanno autorizzato, su richiesta anche del collegio di difesa,  le riprese video, anche integrali, del procedimento,   che potranno anche essere effettuate integralmente.

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