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Rassegna stampa dal 1 febbraio 2012

 

 Agrigento flash
 

Marcia contro la criminalità organizzata da Comune di Palma e Provincia
Si svolgerà a Palma di Montechiaro, sabato 4 febbraio 2012, con raduno alle ore 9.30 in Corso Sicilia, la marcia contro ogni forma di criminalità. La marcia è organizzata dalla Provincia Regionale di Agrigento e dal Comune di Palma di Montechiaro contro la recrudescenza della violenza criminale e mafiosa che, nelle ultime settimane, ha oltrepassato i livelli di guardia imponendo alla società agrigentina una attenta riflessione ed uno slancio emotivo a salvaguardia della persistenza delle condizioni essenziali del vivere civile. La violenza mafiosa e la criminalità comune, compromettono ogni forma di sviluppo civile, economico e democratico in questo territorio, relegandolo ad uno stato di degrado dal quale non ci si potrà riscattare se non con una ferma ed operosa attività di riqualificazione e promozione della cultura della legalità e del rispetto delle Istituzioni. La lotta alla Mafia, alla criminalità, a tutte le forme di illegalità, non può essere "delegata" soltanto alla Magistratura e alle Forze dell'Ordine già impegnate quotidianamente ed in prima fila, ma è un compito che spetta a tutti i cittadini e, primi tra tutti, a coloro che sono stati chiamati a compiti di responsabilità.
 

Lavalledeitempli.it
 

Miccichè: Arnone paladino di Girgenti Acque o dei cittadini che hanno votato il referendum per l'acqua pubblica?
Agrigento - "Qualsiasi cosa dirà  Arnone  domani  nella conferenza stampa sulla presunta verità delle bollette idriche (probabilmente  suggerita dalla Girgenti Acque) - afferma Calogero Miccichè, Coordinatore Prov. Sel Agrigento -,  una cosa è certa:  la sua  consapevolezza sulla gravità  del l'azione di disinformazione che vorrebbe diffondere nell'opinione pubblica agrigentina. I cittadini di Agrigento hanno  già sperimentato sulla propria pelle sia la carenza idrica che il vertiginoso aumento del  60% del canone dell'acqua effettuato  dall'amministrazione Zambuto  appena eletto (ricordo che proprio l'aumento del canone è stata una delle cause dalla mia dimissione di assessore dopo la strepitosa vittoria contro i baroni della polita locale). In politica  - continua Miccichè - è consentito avere opinioni  differenti,  ma quello che Arnone  ha anticipato su quanto domani dirà attraverso i mezzi di informazione è una grave offesa all'intelligenza  degli agrigentini che hanno deciso a maggioranza di far ritornare l'acqua pubblica grazie al referendum del giugno scorso.  La  grande vittoria per l'acqua pubblica ottenuta con il referendum non può  essere cancellata  con miseri tentativi di disinformazione, e per questo che  siamo  intenzionati a presentare una lista dei beni comuni per sconfiggere la cattiva politica  e i politicanti camuffati.
 
Oggi giornata di mobilitazione nazionale contro la trasformazione delle Province
31 gennaio 2012
Oggi giornata di mobilitazione straordinaria per discutere del future delle Province. La mobilitazione è stata convocata in tutta Italia dall'U.P.I., Unione delle Province Italiane.
         Tutti i 107 Consigli Provinciali d'Italia si riuniranno, infatti, in seduta straordinaria, per discutere della riforma delle Province dopo l'approvazione del decreto legge "Salva Italia".
         La seduta del Consiglio Provinciale di Agrigento, in programma stasera alle ore 18:00, nell'aula Silvia Pellegrino, è estesa alla partecipazione della società civile, delle forze economiche, sociali e delle Istituzioni territoriali. Un invito particolare a partecipare a tutti i dipendenti è stato inviato dal Presidente del Consiglio Provinciale Raimondo Buscemi.
         L'Upi in queste settimane ha ribadito la valutazione assolutamente negativa delle disposizioni sulle Province contenute nel decreto, considerando incostituzionali le norme che svuotano un livello di governo, le giunte provinciali, previsto dalla Costituzione e democraticamente eletto. Inoltre, come richiesto dall'U.P.I. dovranno essere avviati incontri con le imprese e le associazioni di categoria per verificare quale possa essere il destino degli investimenti programmati e i contratti già esistenti.
         La nuova forma attribuita alle Province dal governo nazionale tramite un decreto legge, ha dichiarato Raimondo Buscemi, necessita di un serio approfondimento. Non basta un decreto per riformare un Ente strategico dello Stato. Modificare le competenze delle Province, svuotandole di fatto di tutti i compiti essenziali, non è il modo migliore di abbattere il costo della P.A. Il rischio che si corre è proprio quello di creare un ente inutile e dare vita a seri disservizi ai cittadini, basti pensare alla viabilità e alla edilizia scolastica nelle Scuole Medie Superiori. Inoltre mancano indicazioni precise sul futuro dei contratti con le imprese posti in essere in questi anni e sul futuro degli oltre 52.000 dipendenti. Esiste, poi, la questione dell'autonomia statutaria della Sicilia, che aveva istituito nel 1986 le Province Regionali, aumentandone le competenze. Si tratta di questioni abbastanza complesse che hanno necessità di un dibattito serio, senza preclusioni e senza pregiudizi. La Provincia ha più di centocinquanta anni di storia, come ente territoriale non è un Ente inutile. Il vero problema, anziché svuotarlo, è quello di affidargli maggiori competenze e di aumentarne il grado di efficienza
 

Provincia ed il Comune di Palma di Montechiaro in marcia contro la criminalità
Si svolgerà a Palma di Montechiaro, sabato 4 febbraio 2012,  con raduno alle ore 9.30 in Corso Sicilia,  la marcia contro ogni forma di criminalità.
La marcia è organizzata dalla Provincia Regionale di Agrigento e dal Comune di Palma di Montechiaro contro la recrudescenza della violenza criminale e mafiosa che, nelle ultime settimane, ha oltrepassato  i livelli di guardia imponendo alla società agrigentina una attenta riflessione ed uno slancio emotivo a salvaguardia  della persistenza delle condizioni essenziali del vivere civile.
La violenza mafiosa e la criminalità comune, compromettono ogni forma di sviluppo civile, economico e democratico in questo  territorio, relegandolo ad uno stato di degrado dal quale non ci si potrà riscattare se non con una ferma ed operosa attività di riqualificazione e promozione della cultura della legalità e del rispetto delle Istituzioni.
La lotta alla Mafia, alla criminalità, a tutte le forme di illegalità, non può essere "delegata" soltanto alla Magistratura e alle Forze dell'Ordine già impegnate quotidianamente ed in prima fila, ma è un compito che spetta a tutti i cittadini e, primi tra tutti, a coloro che sono stati  chiamati a compiti di responsabilità.
 

 

 

 

 

 

Canicattiweb.it
 

Palma di Montechiaro, il 4 febbraio la marcia contro ogni forma di criminalità
Si svolgerà a Palma di Montechiaro, sabato 4 febbraio 2012, con raduno alle ore 9.30 in Corso Sicilia, la marcia contro ogni forma di criminalità.
La marcia è organizzata dalla Provincia Regionale di Agrigento e dal Comune di Palma di Montechiaro contro la recrudescenza della violenza criminale e mafiosa che, nelle ultime settimane, ha oltrepassato i livelli di guardia imponendo alla società agrigentina una attenta riflessione ed uno slancio emotivo a salvaguardia della persistenza delle condizioni essenziali del vivere civile.
La violenza mafiosa e la criminalità comune, compromettono ogni forma di sviluppo civile, economico e democratico in questo territorio, relegandolo ad uno stato di degrado dal quale non ci si potrà riscattare se non con una ferma ed operosa attività di riqualificazione e promozione della cultura della legalità e del rispetto delle Istituzioni.
La lotta alla Mafia, alla criminalità, a tutte le forme di illegalità, non può essere "delegata" soltanto alla Magistratura e alle Forze dell'Ordine già impegnate quotidianamente ed in prima fila, ma è un compito che spetta a tutti i cittadini e, primi tra tutti, a coloro che sono stati chiamati a compiti di responsabilità.
 

Agrigentooggi.it
Nuovo tour enogastronomico in provincia di Agrigento
Al via il tour enogastronomico nella provincia di Agrigento intitolato "Qualità in viaggio". Il primo appuntamento dal tema "Un sorso di vino nella Valle dei Templi" si è svolto ieri a "Le Stoai" di Agrigento con  le degustazioni curate dall'Associazione Italiana Sommelier e dall'associazione Sloow Food.
Sono intervenuti il presidente della cantina Viticultori associati di Canicattì, Giovanni Greco, l'enologo Tonino Guzzo, la giovane enologa Martina Sciarrotta, il rappresentante dell'Ais Agrigento, Giovanni Alessi, i sommeliers Alberto Gino Grillo e Francesco Baldacchino, il presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D'Orsi, il presidente della Camera di Commercio di Agrigento, Vittorio Messina, il presidente della ProGest Rosario Marchese Ragona, il direttore del Parco archeologico della valle dei templi, Giuseppe Parello,  il responsabile dell'unità operativa di valorizzazione ambientale del Parco, Giovanni Leto Barone.
I lavori sono stati moderati da Massimo Brucato. Questo è il primo di cinque appuntamenti che si terranno in provincia di Agrigento in cui si parlerà di vino, olio, di prodotti biologici ed enogastronomia. Gli altri appuntamenti saranno l'1 marzo a Casteltermini, il 3 marzo a Licata, il 7 marzo a Canicattì e il 10 marzo a Sciacca. L'iniziativa organizzata dalla Provincia Regionale di Agrigento è ad ingresso libero e gratuito.
 

Perlacittà
 

La Provincia ed il Comune di Palma di Montechiaro in marcia contro la criminalità
Si svolgerà a Palma di Montechiaro, sabato 4 febbraio 2012,  con raduno alle ore 9.30 in Corso Sicilia,  la marcia contro ogni forma di criminalità. La marcia è organizzata dalla Provincia Regionale di Agrigento e dal Comune di Palma di Montechiaro contro la recrudescenza della violenza criminale e mafiosa che, nelle ultime settimane, ha oltrepassato  i livelli di guardia imponendo alla società agrigentina una attenta riflessione ed uno slancio emotivo a salvaguardia  della persistenza delle condizioni essenziali del vivere civile.
La violenza mafiosa e la criminalità comune, compromettono ogni forma di sviluppo civile, economico e democratico in questo  territorio, relegandolo ad uno stato di degrado dal quale non ci si potrà riscattare se non con una ferma ed operosa attività di riqualificazione e promozione della cultura della legalità e del rispetto delle Istituzioni.
La lotta alla Mafia, alla criminalità, a tutte le forme di illegalità, non può essere "delegata" soltanto alla Magistratura e alle Forze dell'Ordine già impegnate quotidianamente ed in prima fila, ma è un compito che spetta a tutti i cittadini e, primi tra tutti, a coloro che sono stati  chiamati a compiti di responsabilità.
 

 

 

Di Sicilia
Provincia, sarà presente alla Borsa del Turismo
La Provincia sarà presente alla Bit, borsa internazionale del turismo, che si svolgerà a Milano Rho fiere dal 16 al 19 febbraio. D'accordo con le altre Province siciliane si è infatti stabilito di realizzare uno stand unico con spazi dedicati agli incontri, alle degustazioni enogastronomiche, alla promozione dei singoli territori con aree riservate ad ogni singola Provincia. Lo stand sarà fornito di cinque desk che verranno assegnati alle destinazioni turistiche maggiormente rappresentative. La richiesta deve essere inoltrata unicamente via fax al numero fax 0922/593678 entro e non oltre il 2 febbraio.
 

<> Palma in marcia contro il crimine
La Provincia e il Comune hanno organizzato per sabato un corteo nelle vie del centro
E' da escludere, secondo gli investigatori, l'ipotesi secondo cui l'auto dei palmesi è stata affiancata da un altro mezzo dal quale sono partiti i colpi
Giuseppe Condello e Vincenzo Priolo stavano parlando con chi poi li ha uccisi, sparandogli a bruciapelo alla testa. E' quanto emergerebbe dall'autopsia eseguita lunedì sera, nell'obitorio dell'ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, dal medico legale incaricato dal pm Luca Sciarretta. La traiettoria dei proiettili, secondo gli inquirenti, fa escludere invia definitiva l'ipotesi secondo cui l'auto sulla quale viaggiavano i due palmesi è stata affiancata da un altro mezzo dal quale i killer hanno fatto fuoco. L'esame autoptico, invece, avrebbe confermato il fatto che quando sono stati uccisi Condello e Priolo erano fuori dalla Fiat Grande Punto sulla quale viaggiavano e, verosimilmente, stavano parlando con quelli che si sarebbero rivelati i loro assassini. Prende corpo l'ipotesi, dunque, che i palmesi uccisi avessero un appuntamento in contrada Ciccobriglio, sulla provinciale che collega Palma di Montechiaro ad Agrigento. Dall'esame autoptico emergono anche altri particolari sul delitto di mercoledì scorso. Giuseppe Condello aveva una scapola rotta ed un braccio spezzato. Secondo gli inquirenti, però, le fratture non sono riconducibili ad una colluttazione, piuttosto al fatto che i corpi dei due palmesi, dopo l'omicidio, sono stati gettati dal ponte e sono finiti sul terreno Sottostante dopo un volo di cinque metri.
Intanto la Provincia ed il Comune di Palma hanno organizzato per sabato una marcia "contro
ogni forma di criminalità". Il raduno è in programma per le 9,30 in corso Sicilia. Il corteo sfilerà per le vie del centro fino a raggiungere il municipio.
"La marcia - si legge in una nota della Provincia - è organizzata contro la recrudescenza della violenza criminale e mafiosa che, nelle ultime settimane, ha oltrepassato i livelli di guardia, imponendo alla società agrigentina un' attenta riflessione ed uno slancio emotivo a salvaguardia della persistenza delle condizioni essenziali del vivere civile. La violenza mafiosa e la criminalità comune, compromettono ogni forma di sviluppo civile, economico e democratico in questo territorio, relegandolo ad uno stato di degrado dal quale non ci si potrà riscattare se non con una ferma ed operosa attività di riqualificazione e promozione della cultura della legalità e del rispetto delle istituzioni". La lotta alla mafia, alla criminalità, non può essere "delegata" soltanto - si conclude la nota -alla magistratura e alle forze dell'ordine già impegnate quotidianamente ed in prima fila, ma è un compito che spetta a tutti i cittadini".
 

 

 

Napolitano: riforme urgenti Sulle Province ora si decida
Le riforme sono possibili, a cominciare dal federalismo fiscale, che è doveroso attuare. I sacrifici, i tagli mirati della spesa pubblica, la rinuncia a stili di vita e comportamenti dispendiosi che non possiamo più permetterci, sono necessari, tutti devono farli per alleggerire il peso del debito pubblico che grava sui giovani. Dobbiamo farli nel nostro interesse e per soddisfare le richieste dei partner europei, per avere «un'Italia più sobria, con i conti in ordine, quindi in grado di crescere e svilupparsi. Non dobbiamo trascurare «la qualità della condizione umana» valutandola con i parametri aggiornati del vero benessere. Ecco cosa serve adesso, ha detto Giorgio Napolitano in un discorso a braccio agli amministratori dell'Emilia Romagna riuniti.
Napolitano con il linguaggio della verità ha detto che a questo punto ci sono scelte concrete da fare, anche dolorose. Bisogna farle puntando alla coesione sociale, che »è importante», sforzandosi di «evitare che le scelte pubbliche suscitino conflitti con i vari interessi rappresentati e che i conflitti diventino dirompenti>. Ma, ha puntualizzato, «coesione sociale non può significare immobilismo'. i tagli, secondo il capo dello Stato, vanno fatti «non alla cieca, sarebbe fuorviante>, Mentre il governo rimette in ordine i conti pubblici, ha ripetuto Napolitano, i partiti e il Parlamento devono fare le riforme che sono già «in ritardo.. a cominciare dal bicameralismo e dal completamento della revisione delle Province, sulle quali «si è andati avanti e indietro' lasciando la riforma a metà.
 

 

 

La Sicilia
 

 

EMERGENZA RIFIUTI
Si profila un dopo-sagra difficile per Agrigento, ma anche per gli altri 18 comuni che ricadono
nell'ambito di Gesa Ag2
Annunciato un nuovo sciopero
Cgil, Cisl e Uil hanno anticipato che i netturbini si asterranno dal lavoro martedì 12
Si profila un dopo-sagra difficile per Agrigento, ma anche per gli altri 18 comuni che ricadono
nell'ambito di Gesa Agrigento due. Stamattina, infatti, i sindacati Cgil, Cisl e Uil proclameranno
una giornata di sciopero del personale dipendente delle imprese che si occupano del prelievo
della spazzatura. Nei giorni scorsi sono state avviate le procedure di raffreddamento ed era
prevista anche una riunione in prefettura con la partecipazione dei sindacati e dei rappresentanti
del raggruppamento di imprese. Questi ultimi tuttavia non hanno potuto partecipare dato che,
hanno spiegato, hanno ricevuto la convocazione all'ultimo minuto, poche ore prima del "vertice",
quando era ormai impossibile organizzarsi per prendervi parte.
I lavoratori in agitazione sono creditori dello stipendio di dicembre (hanno percepito soltanto
la tredicesima mensilità), scaduto comunque il 15 gennaio, cioè una quindicina di giorni addietro,
mentre nel frattempo è maturato lo stipendio di gennaio il cui pagamento tuttavia scadrà il prossimo 15 febbraio. Il fatto è che questo personale è esasperato dai continui ritardi con cui vengono pagati gli stipendi, per cui non è da escludere che l'astensione dal lavoro di lunedì 13 possa essere il via di uno sciopero ad oltranza. In altre parole i sindacati proclamano lo sciopero di un giorno, e le procedure di legge non consentono diversamente, ma non è da escludere che poi la situazione sfugga loro di mano e che i lavoratori decidano in autonomia di proseguire la lotta da soli, lasciando i 19 comuni di Gesa in balìa dell'immondizia. Il liquidatore di Gesa Teresa Restivo, da parte
sua, non è nelle condizioni, in questo momento, di garantire il pagamento della mensilità al raggruppamento di imprese (creditore da agosto 2010 in poi). L'appello rivolto ai sindaci per avere
delle anticipazioni fino a questo momento non ha avuto molto successo (d'altra parte tutti
i comuni in questo momento sono senza bilancio di previsione), per cui questa volta le
prospettive non sembrano molto tranquillizzanti. L'augurio è che i sindaci, nelle maglie dei
loro bilancio, possano trovare gli spazi per fare alcune anticipazioni che possano consentire il
pagamento delle somme che necessitano a Gesa per scongiurare lo sciopero, in attesa di consegnare
le liste di carico dei contribuenti e di poter avere quindi le prime anticipazioni da Aipa.
 

 

Il rischio soppressione Province ha fatto riunire consiglieri e amministratori
Una cosa unisce tutti senza differenza di partito. Non importa l'appartenenza: destra, sinistra e
centro sono concordi: l'abolizione delle Province, prevista nel decreto "Salva Italia" di Monti, non va bene. È quanto venuto fuori ieri sera nel corso della riunione straordinaria del Consiglio Provinciale. Ad Agrigento come in tutte le altre 106 Province d'Italia nella giornata di mobilitazione nazionale contro il decreto. Ma quali sono le contestazioni dei consiglieri
e della giunta? In primis l'incostituzionalità dello strumento utilizzato: le Province non possono
essere abolite da un decreto. E poi una serie di motivazioni di carattere tecnico e politico. «È un
decreto dettato da una corrente di pensiero che vuole additare le Province come il male e lo spreco
per eccellenza della politica», ha detto il presidente Eugenio D'Orsi. Sulla stessa linea d'onda
il consigliere di Federazione della Sinistra, Nino Spoto: «l'Unione Regionale delle Province Siciliane ha diramato un documento rendendo noto che i costi della politica nelle Province (tra consiglierei, assessori e presidente) corrispondono all'1,6% del bilancio di ciascun Ente.
Come si nota - ha aggiunto Spoto - si andrebbe a risparmiare qualcosa di irrisorio».
«La nostra non è una difesa di casta perché noi non lo siamo», ha ribadito il consigliere del Pdl
Ivan Paci: «non vogliamo - ha aggiunto - che le Province vengano utilizzate come paravento per
coprire tutta una serie di mancati tagli a Enti di sottogoverno, Ato Idrico e Rifiuti e immunità dei
parlamentari nazionali e regionali». Consiglieri che si dicono disposti anche a sedersi
a un tavolo per cercare soluzioni diverse ma che eliminino l'idea dell'abolizione: «siamo pronti -
ha detto Spoto - a parlare di riduzione del numero dei consiglieri e degli assessori; ma anche a tagliare le indennità». «Oggi le Province si occupano di settori strategici e importanti come edilizia scolastica, viabilità e difesa del territorio» incalza Ivan Paci. Ma l'idea è anche un'altra: «invece di parlare di abolizione - aggiunge Spoto - bisogna ridare alla Provincia le competenze che aveva in passato in particolare l'Area di Sviluppo Industriale, i Consorzi di Bonifica e l'Istituto Autonomo Case Popolari». Poi c'è un altro aspetto che riguarda gli impiegati della Provincia. «Il personale passerebbe ai Comuni e alla Regione e questo farebbe lievitare maggiormente la spesa», sottolinea il consigliere Paci. Tutti contrari pertanto. Ma il presidente D'Orsi dopotutto si sente ottimista. «Credo che la politica che ha spostato l'attenzione sulle Province - ci ha detto - sarà la stessa che non le farà chiudere. Io, infatti, sono convinto - ha aggiunto - che si troverà una soluzione, passando anche dall'accorpamento delle Province più piccole; ma vedrete - ha concluso il capo dell'Amministrazione - che nel 2013 troverete ancora qui il presidente Eugenio D'Orsi, votato ed eletto dai cittadini».
 

 

RAFFADALI. Firmato il verbale di consegna al Comune dopo il dissequestro da parte della Procura Restituito il Villaggio della Gioventù
RAFFADALI. È stato redatto e firmato, ieri mattina, negli uffici municipali, il verbale
di dissequestro e contemporanea consegna al Comune dell'area del Villaggio della Gioventù sottoposta a vincolo già da diversi anni. La consegna si è resa possibile dopo che, nei giorni scorsi, il sostituto procuratore della Repubblica, Santo Fornasier, aveva emesso il decreto di revoca di sequestro dell'area. Quest'ultimo ha infatti accertato che non permanevano più esigenze investigative che giustificassero il mantenimento del vincolo, vista anche la bonifica totale del sito in questione. L'area era stata sottoposta al sequestro dopo l'incidente mortale che nel giugno del 2007, costò la vita a Giuseppe Sciarratta, il ragazzino caduto accidentalmente dalla sommità del teatro delle ex Panatenee, che era ubicato all'interno del Villaggio.
Negli anni a seguire l'amministrazione comunale si è impegnata per far dismettere il teatro, di proprietà della Provincia di Agrigento, con diversi contrattempi burocratici succedutisi, fino allo smontaggio definitivo, ultimato da poche settimane. A firmare il decreto, ieri mattina, c'erano gli ispettori del Corpo Forestale Licata e Buscarino, il custode dell'area Luigi Salvatore Librici e il vicesindaco Santino Farruggia. «Per il Comune di Raffadali - ha dichiarato Farruggia - e soprattutto per tutti i raffadalesi, oggi è un giorno importante. Come istituzione e come cittadinanza ci
riappropriamo di una struttura di vitale importanza per la vita sociale del nostro paese. Aspettavamo questo giorno - ha aggiunto Farruggia - ma nel frattempo non siamo stati con le mani in mano
e abbiamo già predisposto un piano per l'immediato ripristino delle strutture presenti. Entro pochi mesi il nostro ufficio tecnico provvederà a mettere in sicurezza il teatro del Villaggio, in maniera da
rendere fruibile la struttura per gli spettacoli della prossima estate. Si potrà dare anche il via libera alla costruzione del palasport, già finanziato con 560 mila euro dalla Comunità Europea, che potrà
soddisfare le esigenze dei giovani raffadalesi. Infine - conclude Farruggia - daremo il via al progetto regionale di 250 mila euro, già finanziato dalla regione, riguardante il programma di raccolta e conservazione di varietà di specie agrarie autoctone presenti nel territorio».
 

 

 

 

Ipia, promesse da marinaio
A Natale doveva esserci il trasferimento, dalla Provincia nessun provvedimento
Sembrava troppo bello per essere vero. A crederci del tutto erano in pochi. E non sbagliavano affatto. Il loro sogno non si è ancora avverato. Alunni, docenti, e personale ATA dell'istituto Professionale femminile e maschile «Guglielmo Marconi» dovranno continuare a pazientare,
e non si sa fin quando, per trasferirsi nella sede di via Diaz. Dopo le vacanze di Natale, periodo in cui avrebbero dovuto cominciare a traslocare, sono ritornati a fare lezione nei soliti locali, quelli che avrebbero voluto lasciare già tempo fa. All'istituto professionale la campanella è risuonata in via Ducezio. Ancora lì, nei garage del plesso «Pantalena», alunni e docenti si sono ritrovati per fare scuola, tra l'intonaco che viene giù dai balconi delle palazzine, le dimensioni misere delle aule ed i problemi che ormai tutti conoscono fin troppo bene. Locali fatiscenti, aule piccole, laboratori quasi inesistenti, nessuna palestra e corpo studentesco frammentato tra i vari magazzini. Situazione contro la quale gli studenti sono nuovamente pronti a scendere in piazza e tornare a manifestare, come un tempo, per richiedere a gran voce l'intervento degli organi competenti. Nonostante il trasferimento nella sede presa in affitto dalla Provincia sarebbe dovuto iniziare a ridosso delle vacanze per le festività natalizie, nulla è cambiato. E tutto tace. Nessuna comunicazione sulla data d'inizio del trasloco. «L'ultima notizia in nostro possesso era quella che avremmo dovuto trasferirci nel periodo della vacanze, ma ancora siamo qui - spiega il responsabile della sezione canicattinese del "Guglielmo Marconi", il professore Provenzano - La provincia non ci ha comunicato nulla e
se la presidenza avesse nuove notizie ce l'avrebbe sicuramente riferite. Speriamo di lasciare questi locali al più presto e prima della fine dell'anno scolastico. Sicuramente quando il sogno si realizzerà faremo una grande festa». Quella nello stabile di via Diaz sarà, comunque, una soluzione temporanea, che darà una sistemazione più dignitosa ai ragazzi nell'attesa della costruzione dell'edificio dedicato anche al corpo dell'istituto per l'Agricoltura Rosario Livatino.
 

 

Bonfanti e D'Orsi in corteo per dire no alla violenza mafiosa
PALMA DIMONTECHIARO. A seguito degli efferati fatti criminosi che hanno scosso e
angosciato l'opinione pubblica palmese, si registrano le prime importanti reazioni
da parte delle Istituzioni, consapevoli della necessità di fare sentire forte il rifiuto della società
civile verso una situazione che rischia di fare ripiombare la cittadina del Gattopardo in un clima di
terrore e di invivibilità, con gravi ripercussioni sulla sua immagine e sull'ordine pubblico.
A decidere di aprire il fronte della protesta, in un momento drammatico e pericoloso per il futuro
della popolazione palmese, sono stati il sindaco Rosario Bonfanti e il presidente della Provincia
Eugenio D'Orsi, i quali hanno deciso unitariamente di promuovere una manifestazione pubblica
che inizierà sabato alle ore 9,30 con un corteo che, partendo da corso Sicilia, si snoderà lungo le strade principali del paese, per concludersi nell'aula consiliare del Palazzo degli Scolopi, dove
interverranno esponenti di vari schieramenti politici locali e provinciali. Alla manifestazione sono stati invitati a partecipare il clero locale, le organizzazioni sindacali, le scuole di ogni ordine
e grado e i rappresentanti dei circoli e delle associazioni cittadine. Nell'attesa, intanto, il presidente del Consiglio comunale Angelo Romano ha deciso di intervenire, lanciando un messaggio alla
città, impregnato di edificante significato. «Volevo esprimere - ha scritto il presidente del Consiglio - il mio più sentito e convinto sdegno e disappunto per i fatti delittuosi accaduti, che ormai da diverso tempo tengono sotto scacco la nostra cittadina. Lo faccio da rappresentante delle istituzioni e da semplice cittadino: non è più possibile restare inermi a questa continua escalation di atti di criminalità.
 

Abbiamo il diritto/dovere di dare una risposta forte e convincente alla popolazione, perché giorno dopo giorno rischiamo sempre più di cadere nel baratro e non rialzarci più. La nostra cittadina non merita tutto questo, anzi merita di essere alla ribalta dei media per i suoi splendidi beni monumentali e artistici, per la cultura e il suo grande senso civico e non per questi tristi e poco
edificanti fatti criminosi. Faccio un forte appello a tutte le istituzioni - ha aggiunto Angelo Romano -, alle forze dell'ordine, alla chiesa, alle associazioni culturali e alle scuole affinché si possa
reagire senza sé e con il gioco di squadra che spesso è mancato, perché non ci si può più permettere il lusso di perdere questa partita contro la criminalità. Lo dobbiamo ai nostri figli, a noi stessi e alla
nostra meravigliosa Palma».
 

L'Ue pone i paletti sulla Agrigento Caltanissetta
Richiesto il rapporto costi-benefici.
Si sta cercando di correre ai ripari per evitare che la Sicilia scompaia dalla carta dell'Europa. Niente ferrovie veloci almeno fino al 2030, definanziato il Ponte sullo Stretto, ancora bloccato l'unico possibile grande porto, quello di Augusta, dove potrebbero attraccate le navi portacontainer e da lì spedire le merci per ferrovia. Ma con quali treni? Una situazione drammatica che sfugge, almeno al momento, al governo nazionale e alla Commissione europea.
Per tamponare parzialmente la situazione c'è stata una missione a Bruxelles dei dirigenti della Regione siciliana Falgares (Trasporti) e Bonanno (Programmazione) che hanno discusso per spingere i grandi progetti e trovare le coperture finanziarie. Ci sono novità positive e altre no. Al tavolo c'erano i rappresentanti europei della Dg Regio (leggi Direzione generale Regioni) e della Dg  Move (Direzione generale per la Mobilità). Hanno parlato della Siracusa-Cela e della Agrigento-Caitanissetta. Sulla Siracusa-Cela non ci sono problemi perché la situazione è stata sbloccata e la commissione ha assicurato che entro febbraio sarà dato il via libera all'opera. Si tratta di un investimento di 339,7 milioni di euro, di cui 262,33 sono a valere sul programma operativo 2007-2013. Sbloccata l'opera, l'Anas potrà dare il via libera al progetto definitivo per lui l'inizio dei lavori sarebbe previsto per la fine di quest'anno. L'unico problema è che l'opera dovrebbe essere ultimata e collaudata entro il 2015 e non è facile portare a compimento i lavori per quella data, per cui è prevedibile uno sforamento nel programma 2013- 2020.
Per la Agrigento-Caltanissetta il discorso è diverso. C'è un progetto di prima fase di 389 milioni di euro, con un cofinanziamento europeo di 106 milioni a valere sul Pon 2007-2013. Su questo la commissione europea ha chiesto un approfondimento perché vuole una verifica sulla domanda di trasporto che viene dai territori e chiede una analisi precisa sui rapporto costi-benefici. Una verifica che i due direttori generali della Regione si sono impegnati a portare a Bruxelles entro febbraio. Ma con i lavori in corso come si fa a fornire dati aggiornati e realistici sul traffico? E se risultasse scarso traffico attuale l'Ue toglie il finanziamento? La Agrigento-Caltanissetta collega la fascia sud al centro dell'isola e si connette con l'autostrada per Catania e per Palermo, svolge quindi una funzione importante per cui è sperabile di non trovare ostacoli all'approvazione.
Non si è parlato né del porto di Augusta e né dell'interporto di Termini Imerese che fanno parte dei grandi progetti. Si sono impantanati nella problematica degli «aiuti di Stato». Ora se ne discuterà in sede ministeriale a Roma per fornire maggiori elementi alla commissione europea perché sia il porto di Augusta che l'interporto di Termini Imerese sono strutture fondamentali per la mobilità siciliana di uomini e merci e anche se dovessero avere un ritorno economico, non per questo si debbono bloccare considerandole «aiuti di Stato» in violazione della concorrenza, tenendo conto che la Sicilia fa parte delle Regioni sotto utilizzate e quindi ha necessità di infrastrutturazione per svilupparsi.
Tra i progetti in discussione anche il centro di atro terapia al Cannizzaro di Catania, un sito a tecnologia avanzata di radioterapia con un investimento preventivabile intorno ai 90 milioni per il quale bisognerà approfondire alcuni dettagli e magari apportare qua 1- che piccolo taglio. Se non saranno 90, magari saranno 75.
L'altro progetto andato in discussione è quello sulla banda larga e ultralarga. «In questo caso- dice Bonanno - non tagliamo, ma aumentiamo, inizialmente erano stati previsti 32 milioni e abbiamo aggiunto altri 60 milioni e fanno 92 perché anche l'Unione europea vuole spingere in questo settore d'avanguardia. Investimenti che saranno prioritariamente concentrati sulle grandi città per poi allargarci al resto dell'isola». Se non corriamo con i treni, almeno corriamo sulle bande ultra larghe.
Una trattativa lunga, quella di Bruxelles, che ha riguardato anche altri progetti per i quali è stata sollecitata un'accelerazione: due riguardano il problema idrico, cioè l'acquedotto Cela-Aragona e lo Sperone-est, uno riguarda la Circumetnea e il completamento fino all'aeroporto. I dirigenti europei hanno chiesto assicurazioni che la Circum arriverà all'aeroporto e i funzionari regionali hanno detto che sarà fatto grazie al recente finanziamento di 90 milioni da parte del Cipe del 3 agosto. Ma ci vorranno altri 90 milioni per l'ultima tratta fino a Fontanarossa. Senza treni, senza Ponte e senza porti hub non ci resta che volare.
Ieri a Bruxelles c'è stata un'altra riunione relativa ai bandi (scadono il 13 aprile) per finanziamenti di progetti e opere legati all'intermodalità dei Corridoi europei. Non c'era nessun direttore né alcun vice della Regione siciliana, e su 49 imprenditori italiani accreditati era presente solo il presidente dell'Autorità portuale di Augusta. Poi non ci lamentiamo se ci trascurano. Eppure si trattava di bandi per 200 milioni del Ten-T che saranno utilizzati su chiunque differenti finalità per il cofinanziamento europeo. Le spese di progetto potranno essere finanziate fino al 50%, mentre le spese per la realizzazione delle opere possono ottenere una partecipazione finanziaria del 10%. Al palazzo Charlemagne a un passo da Bertyamont, sede della Commissione europea, c'erano oltre 500 operatori arrivati da tutta Europa. »La presenza a questo appuntamento del solo dipartimento affari extraregionali della Regione siciliana e del porto di Augusta dimostra che la questione dei trasporti non è vissuta con sufficiente consapevolezza», ha detto Francesco Attaguile, direttore per i rapporti esterni.
 

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