Agrigento
Il presidente D'Orsi invia al consiglio il nuovo statuto del consorzio universitario
Il Presidente della Provincia Eugenio D'Orsi ha inviato al Presidente del Consiglio Raimondo Buscemi 11 nuove proposte da inserire nel prossimo ordine del giorno del Consiglio Provinciale. Dieci, riguardano debiti fuori bilancio a seguito di sentenze del Tribunale di Agrigento e dei Giudici di Pace di Ribera, Menfi, Cattolica Eraclea, per un totale di 310 mila euro. Un altro punto riguarda le proposte modifiche allo statuto del Consorzio Universitario della Provincia di Agrigento, già esitate dall'Assemblea dei Soci nella seduta del 15 novembre 2011. La nuova bozza di statuto del Consorzio universitario, prevede, tra l'altro, la riduzione dei componenti del Consiglio di Amministrazione da 9 a 5, di cui due designati dalla Provincia Regionale di Agrigento, socio di maggioranza. Il Consiglio sarà convocato dal Presidente Raimondo Buscemi dopo la riunione della conferenza dei Capigruppo in programma nei prossimi giorni. Nell'ordine del giorno saranno inserite, anche, le proposte non esaminaet nell'ultima seduta del Consiglio Provinciale: la modifica del Regolamento delle adunanze e del funzionamento del Consiglio Provinciale ed un ordine del giorno presentato dal consigliere Arturo Ripepe sulla chiusura dell'ufficio del Giudice di Pace di Casteltermini. Infine sarà inserito l'ordine del giorno presentato dal consigliere Davide Gentile sullo spostamento della postazione fissa dell'eliambulanza presso l'ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.
Consiglio provinciale: no alle abolizioni delle province
Il consiglio provinciale ha approvato, ieri sera all'unanimità, un ordine del giorno, predisposto dall'Unione province d'Italia sul riordino delle province. L'ordine del giorno, elaborato dall'UPI dice "NO all'Italia senza le province". Al Consiglio Provinciale erano presenti, oltre a numerosi dipendenti, il sindaco di Licata Aldo Graci, il segretario dell'UGL Roberto Migliara, il Presidente della Provincia Eugenio D'Orsi e gli Assessori Biondi, Volpe, Ferrara e Alaimo. Il Presidente del Consiglio, prima di dare inizio al dibattito, ha evidenziato come la seduta straordinaria del Consiglio è stata convocata in occasione della giornata di mobilitazione straordinaria si svolge in contemporanea dei 107 Consigli di tutta Italia con lo scopo di ribadire la valutazione negativa delle disposizioni del decreto legge "Salva Italia" che riguardano le Province. Ha ricordato, anche, che il Consiglio ha proceduto a designare due delegati che fanno parte di un Gruppo di lavoro in seno all'U.R.P.S. con il compito di affrontare il riordino delle competenze delle Province ed il loro ritorno alle funzioni di liberi consorzi previste dalla Legge n. 9/86. Detto Gruppo di lavoro, ha già elaborato un documento che sarà inviato all'Assessore Regionale alle Autonomie Locali, On. Caterina Chinnici. Successivamente ha preso la parola il Consigliere Nino Spoto, componente del gruppo di lavoro dell'URPS sul riordino delle Province, il quale è intervenuto relazionando sui lavori del Gruppo, mettendo in evidenza alcune criticità emerse a seguito dell'approvazione del decreto "SalvaItalia". Spoto ha ricordato come sono da definire con urgenza le scadenze elettorali dei Consigli Provinciali di Ragusa e Caltanissetta. Inoltre, Spoto ha posto l'accento sulla necessità di far eleggere dai cittadini, direttamente, gli organi di governo provinciali. Spoto ha, altresì, rimarcato la assoluta disponibilità a partecipare a forme di contenimento della spesa pubblica mediante la riduzione del numero dei consiglieri e degli assessori. Infine ritiene opportuno, come richiesto dall'U.RPS, proporre l'accorpamento o la soppressione degli Ato Rifiuti, Idrici, di bonifica e degli Istituti Autonomi delle Case Popolari, predisponendo, in una apposita legge, il passaggio delle competenze alle Province. Il Consigliere Mario Lazzano ha letto il dossier realizzato dall'U.P.I. dal titolo "Le Province allo specchio. Le funzioni, i bilanci, i costi". Lazzano ha posto in evidenza, come si sia enfatizzato molto sulla riforma delle province, indicandola come una misura essenziale per ridurre i costi del deficit dello Stato. In realtà, secondo i dati dell'U.P.I. il risparmio dei costi con la nuova riforma si ridurrà a 34 milioni di euro per le spese degli amministratori, contro i quasi 500 milioni del Parlamento Italiano, gli 850 milioni delle Regioni e i quasi 600 milioni dei comuni italiani. Lazzano si è detto contrario alla elezione indiretta dei consiglieri provinciali, perché sarebbe contrario alla Costituzione e limiterebbe il ruolo dei cittadini elettori. Di seguito è intervenuto il Presidente della Provincia Eugenio D'Orsi, il quale ha ricordato come la politica che conta ha abdicato le proprie funzioni delegando ai tecnici la gestione del Paese. La questione sul riordino delle Province è stata posta, per il Presidente D'Orsi, per spostare l'obiettivo sui costi della Casta che invece non sono stati toccati. Il Presidente è intervenuto, anche, sull'aspetto legato alla sorte dei dipendenti che dovrebbero transitare nei comuni o alla Regione creando notevoli problemi, legati alla mancanza di risorse per gli Enti Locali e per un maggiore costo per la Regione. D'Orsi ha ricordato come per tagliare le Provincia sia necessaria una riforma costituzionale e che la sua Amministrazione è stata antesignana sull'abbattimento dei costi chiudendo le partecipate e gli enti inutili della Provincia. Il consigliere Paci ha condiviso lo spirito e le parole del Presidente D'Orsi sull'attuale ruolo della Politica. Paci si è detto convinto che la chiusura delle Province non porterà ad alcun risparmio per lo Stato. Paci si è, anche, detto convinto della necessità di riformare l'attuale ruolo delle Province chiudendo gli Ato e accorpandoli e sulla necessità di ritoccare lo stipendio dei burocrati che sono un costo per lo Stato. Il Consigliere Roberto Gallo ha ricordato come il suo partito era per la chiusura delle Province ma che adesso si sta facendo un passo indietro perché non è vero che esiste un problema dei costi. Per Roberto Gallo viviamo un momento molto pericolo perché la politica ha abdicato in favore dei tecnici. Il segretario provinciale dell'UGL Roberto Migliara si è detto convinto che la discussione sulla totale chiusura delle Province sia sbagliato anche per la questine legata alla destinazione dei lavoratori. Migliara ha ricordato come la situazione occupazionale in provincia di Agrigento sia gravissima, dove gruppi industriali come l'Italcementi e il Grupo Moncada stanno licenziando i loro operai. Migliara ha invitato il Presidente e i politici di attivarsi per discutere della situazione economica della provincia di Agrigento. Il Consigliere Guarraci ha ricordato come, in questo momento, le Province siano l'anello più debole della politica, mentre si sta tentando di privilegiare e salvaguardare i posti di sottogoverno e i veri costi della politica. Guarraci ha proposto di ridurre del 30% le indennità di tutti gli amministratori. Il Presidente del Consiglio Provinciale Raimondo Buscemi, al termine dei lavori, ha infine letto l'ordine del giorno che chiede ai parlamentari del territorio di farsi promotori di iniziative per garantire l'esistenza delle Province intese come strumento di partecipazione democratica dei cittadini nel governo del territorio
PERLACITTA'.IT
Approvato ad Agrigento un ordine del giorno sul riordino delle Province
Il Consiglio Provinciale di Agrigento ha approvato, ieri sera all'unanimità, un ordine del giorno, predisposto dall'Unione province d'Italia sul riordino delle province. L'ordine del giorno, elaborato dall'UPI dice "NO all'Italia senza le province".
Al Consiglio Provinciale erano presenti, oltre a numerosi dipendenti, il sindaco di Licata Aldo Graci, il segretario dell'UGL Roberto Migliara, il Presidente della Provincia Eugenio D'Orsi e gli Assessori Biondi, Volpe, Ferrara e Alaimo.
Il Presidente del Consiglio, prima di dare inizio al dibattito, ha evidenziato come la seduta straordinaria del Consiglio è stata convocata in occasione della giornata di mobilitazione straordinaria si svolge in contemporanea dei 107 Consigli di tutta Italia con lo scopo di ribadire la valutazione negativa delle disposizioni del decreto legge "Salva Italia" che riguardano le Province. Ha ricordato, anche, che il Consiglio ha proceduto a designare due delegati che fanno parte di un Gruppo di lavoro in seno all'U.R.P.S. con il compito di affrontare il riordino delle competenze delle Province ed il loro ritorno alle funzioni di liberi consorzi previste dalla Legge n. 9/86. Detto Gruppo di lavoro, ha già elaborato un documento che sarà inviato all'Assessore Regionale alle Autonomie Locali, On. Caterina Chinnici.
Successivamente ha preso la parola il Consigliere Nino Spoto, componente del gruppo di lavoro dell'URPS sul riordino delle Province, il quale è intervenuto relazionando sui lavori del Gruppo, mettendo in evidenza alcune criticità emerse a seguito dell'approvazione del decreto "SalvaItalia". Spoto ha ricordato come sono da definire con urgenza le scadenze elettorali dei Consigli Provinciali di Ragusa e Caltanissetta.
Inoltre, Spoto ha posto l'accento sulla necessità di far eleggere dai cittadini, direttamente, gli organi di governo provinciali. Spoto ha, altresì, rimarcato la assoluta disponibilità a partecipare a forme di contenimento della spesa pubblica mediante la riduzione del numero dei consiglieri e degli assessori. Infine ritiene opportuno, come richiesto dall'U.RPS, proporre l'accorpamento o la soppressione degli Ato Rifiuti, Idrici, di bonifica e degli Istituti Autonomi delle Case Popolari, predisponendo, in una apposita legge, il passaggio delle competenze alle Province.
Il Consigliere Mario Lazzano ha letto il dossier realizzato dall'U.P.I. dal titolo "Le Province allo specchio. Le funzioni, i bilanci, i costi". Lazzano ha posto in evidenza, come si sia enfatizzato molto sulla riforma delle province, indicandola come una misura essenziale per ridurre i costi del deficit dello Stato. In realtà, secondo i dati dell'U.P.I. il risparmio dei costi con la nuova riforma si ridurrà a 34 milioni di euro per le spese degli amministratori, contro i quasi 500 milioni del Parlamento Italiano, gli 850 milioni delle Regioni e i quasi 600 milioni dei comuni italiani.
Lazzano si è detto contrario alla elezione indiretta dei consiglieri provinciali, perché sarebbe contrario alla Costituzione e limiterebbe il ruolo dei cittadini elettori.
Di seguito è intervenuto il Presidente della Provincia Eugenio D'Orsi, il quale ha ricordato come la politica che conta ha abdicato le proprie funzioni delegando ai tecnici la gestione del Paese. La questione sul riordino delle Province è stata posta, per il Presidente D'Orsi, per spostare l'obiettivo sui costi della Casta che invece non sono stati toccati.
Il Presidente è intervenuto, anche, sull'aspetto legato alla sorte dei dipendenti che dovrebbero transitare nei comuni o alla Regione creando notevoli problemi, legati alla mancanza di risorse per gli Enti Locali e per un maggiore costo per la Regione. D'Orsi ha ricordato come per tagliare le Provincia sia necessaria una riforma costituzionale e che la sua Amministrazione è stata antesignana sull'abbattimento dei costi chiudendo le partecipate e gli enti inutili della Provincia.
Il consigliere Paci ha condiviso lo spirito e le parole del Presidente D'Orsi sull'attuale ruolo della Politica. Paci si è detto convinto che la chiusura delle Province non porterà ad alcun risparmio per lo Stato. Paci si è, anche, detto convinto della necessità di riformare l'attuale ruolo delle Province chiudendo gli Ato e accorpandoli e sulla necessità di ritoccare lo stipendio dei burocrati che sono un costo per lo Stato.
Il Consigliere Roberto Gallo ha ricordato come il suo partito era per la chiusura delle Province ma che adesso si sta facendo un passo indietro perché non è vero che esiste un problema dei costi. Per Roberto Gallo viviamo un momento molto pericolo perché la politica ha abdicato in favore dei tecnici.
Il segretario provinciale dell'UGL Roberto Migliara si è detto convinto che la discussione sulla totale chiusura delle Province sia sbagliato anche per la questine legata alla destinazione dei lavoratori. Migliara ha ricordato come la situazione occupazionale in provincia di Agrigento sia gravissima, dove gruppi industriali come l'Italcementi e il Grupo Moncada stanno licenziando i loro operai. Migliara ha invitato il Presidente e i politici di attivarsi per discutere della situazione economica della provincia di Agrigento.
Il Consigliere Guarraci ha ricordato come, in questo momento, le Province siano l'anello più debole della politica, mentre si sta tentando di privilegiare e salvaguardare i posti di sottogoverno e i veri costi della politica. Guarraci ha proposto di ridurre del 30% le indennità di tutti gli amministratori.
Il Presidente del Consiglio Provinciale Raimondo Buscemi, al termine dei lavori, ha infine letto l'ordine del giorno che chiede ai parlamentari del territorio di farsi promotori di iniziative per garantire l'esistenza delle Province intese come strumento di partecipazione democratica dei cittadini nel governo del territorio
AGRIGENTOOGGI.IT
Il Presidente D'Orsi invia al Consiglio il nuovo statuto del Consorzio Universitario
Il Presidente della Provincia Eugenio D'Orsi ha inviato al Presidente del Consiglio Raimondo Buscemi 11 nuove proposte da inserire nel prossimo ordine del giorno del Consiglio Provinciale.
Dieci, riguardano debiti fuori bilancio a seguito di sentenze del Tribunale di Agrigento e dei Giudici di Pace di Ribera, Menfi, Cattolica Eraclea, per un totale di 310 mila euro.
Un altro punto riguarda le proposte modifiche allo statuto del Consorzio Universitario della Provincia di Agrigento, già esitate dall'Assemblea dei Soci nella seduta del 15 novembre 2011.
La nuova bozza di statuto del Consorzio universitario, prevede, tra l'altro, la riduzione dei componenti del Consiglio di Amministrazione da 9 a 5, di cui due designati dalla Provincia Regionale di Agrigento, socio di maggioranza.
Il Consiglio sarà convocato dal Presidente Raimondo Buscemi dopo la riunione della conferenza dei Capigruppo in programma nei prossimi giorni.
Nell'ordine del giorno saranno inserite, anche, le proposte non esaminaet nell'ultima seduta del Consiglio Provinciale: la modifica del Regolamento delle adunanze e del funzionamento del Consiglio Provinciale ed un ordine del giorno presentato dal consigliere Arturo Ripepe sulla chiusura dell'ufficio del Giudice di Pace di Casteltermini.
Infine sarà inserito l'ordine del giorno presentato dal consigliere Davide Gentile sullo spostamento della postazione fissa dell'eliambulanza presso l'ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.
Canicattiweb.it
Movimento dei Forconi, "non ci fermeremo": Raffaele Lombardo "ecco cosa stiamo facendo"
Pronti a scendere nuovamente in campo ma senza penalizzare la Sicilia, che ha già pagato un prezzo troppo alto. Il movimento dei Forconi, che con uno sciopero di sei giorni lo scorso gennaio ha paralizzato l'economia siciliana, non disarma, anzi rilancia: "I governi nazionale e regionale ci ignorano, non ci hanno convocati ai tavoli dei negoziati, e senza di noi un accordo non si può concludere".
Quindi si ritorna in piazza, con nuovi metodi, che dovranno essere valutati, ma già si parla di occupazione dei Municipi, delle sedi dell'Agenzia delle Entrate e di presidi davanti alle raffinerie di petrolio. Solo ipotesi per il momento, la decisione arriverà domani dopo un'assemblea che si terrà, alle 18, alle Ciminiere di Catania e che si preannuncia dai toni tutt'altro che concilianti. "Avevamo previsto - anticipa uno dei leader dei Forconi, Mariano Ferro - una riunione soft, che sarebbe giunta dopo una serie di incontri con i governi nazionale e regionale. Ma ci hanno ignorati e continuano a farlo. Non possiamo permetterlo perchè la nostra disperazione è autentica: noi non ci siamo nè addormentati nè venduti, allora rimettiamo in moto la macchina della protesta per avvisare chi non ci vuole ascoltare".
"Non bloccheremo l'economia siciliana - annuncia Ferro - non ci sarà il blocco dell'isola, perchè non siamo stupidi: questa terra ha già pagato un prezzo altissimo e non vogliamo fare la guerra tra isolani. Adesso la guerra sarà contro chi ci ignora: la politica e la sua strafottenza. Ci saremmo aspettati anche un segnale a costo zero, come un decreto legge contro il 'taroccamentò dei prodotti agricoli, con l'inasprimento delle pene, con il sequestro dell'azienda, per chi imbroglia il mercato e i consumatori. Invece ci hanno ignorati".
Il movimento dei Forconi è "contro l'autarchia, perchè non si posso chiudere le frontiere" ma chiede una politica che "difenda l'eccellenza e la qualità siciliana, l'agricoltura su tutto, per tutelare le piccole e medie imprese".
"Ma ci scontriamo con una totale indifferenza di governanti e politici - sostiene Ferro - una situazione che è vista da tutti i siciliani, non soltanto da noi. Sono loro, da Roma e Palermo, che stanno soffiando sul fuoco, giocando allo scaricabarile; non siamo noi, sono loro che alimentano la rabbia dei disperati, per questo i siciliani ci hanno appoggiato. Il tavolo Stato-Regioni senza di noi - conclude il leader dei Forconi - non ha senso, non ha alcun valore, allora dobbiamo tornare a farci sentire, malgrado tutto e tutti".
"Leggo che si annuncia la ripresa delle proteste da parte del cosiddetto movimento dei forconi, pare perchè non siano stati convocati ai tavoli tecnici" scrive nel suo blog il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo.
"Ma noi cosa stiamo facendo? Forse è il caso di renderne conto a scanso di equivoci - aggiunge - e in modo che nessuno abbia l'alibi per inscenare proteste che magari gli danno la ribalta della stampa o della tv ma che hanno lasciato macerie in Sicilia. Ho ricevuto molte persone a partire da Tamburello un imprenditore che sta sul mercato e che ha dovuto licenziare personale e con il quale abbiamo parlato di cantine, consorzi e di un vino di base che dobbiamo fare e per il quale siamo in fase avanzatissima di progettazione e di realizzazione".
"Stiamo organizzando una collaborazione tra le forze - la nostra forestale, l'istituto zooprofilattico, la guardia di finanza e i nas - annuncia - per il controllo, a cominciare dalla Sicilia, contro il taroccamento, uno dei punti della piattaforma di chi protestava e di tutto il mondo agricolo. Mi aspetto che anche a Roma si faccia così. La vicenda di Vittoria con i prezzi eccessivi dei prodotti di cui abbiamo letto in questi giorni non è ovviamente estranea a questo tipo di ragionamento".
"Quindi il controllo anche da parte degli istituti sanitari per verificare che il prodotto sia sicuro. Cominciamo dalla Sicilia e lo faremo con grandissimo rigore - dice - e lo faremo giorno per giorno in modo che si capisca che non si può colpire nè il produttore nè il consumatore
lavalledeitempli.it
Consiglio Provinciale: Approvato ordine del giorno sul riordino delle Province
Il Consiglio Provinciale ha approvato, ieri sera all'unanimità, un ordine del giorno, predisposto dall'Unione province d'Italia sul riordino delle province. L'ordine del giorno, elaborato dall'UPI dice "NO all'Italia senza le province". Al Consiglio Provinciale erano presenti, oltre a numerosi dipendenti, il sindaco di Licata Aldo Graci, il segretario dell'UGL Roberto Migliara, il Presidente della Provincia Eugenio D'Orsi e gli Assessori Biondi, Volpe, Ferrara e Alaimo. Il Presidente del Consiglio, prima di dare inizio al dibattito, ha evidenziato come la seduta straordinaria del Consiglio è stata convocata in occasione della giornata di mobilitazione straordinaria si svolge in contemporanea dei 107 Consigli di tutta Italia con lo scopo di ribadire la valutazione negativa delle disposizioni del decreto legge "Salva Italia" che riguardano le Province. Ha ricordato, anche, che il Consiglio ha proceduto a designare due delegati che fanno parte di un Gruppo di lavoro in seno all'U.R.P.S. con il compito di affrontare il riordino delle competenze delle Province ed il loro ritorno alle funzioni di liberi consorzi previste dalla Legge n. 9/86. Detto Gruppo di lavoro, ha già elaborato un documento che sarà inviato all'Assessore Regionale alle Autonomie Locali, On. Caterina Chinnici. Successivamente ha preso la parola il Consigliere Nino Spoto, componente del gruppo di lavoro dell'URPS sul riordino delle Province, il quale è intervenuto relazionando sui lavori del Gruppo, mettendo in evidenza alcune criticità emerse a seguito dell'approvazione del decreto "SalvaItalia". Spoto ha ricordato come sono da definire con urgenza le scadenze elettorali dei Consigli Provinciali di Ragusa e Caltanissetta. Inoltre, Spoto ha posto l'accento sulla necessità di far eleggere dai cittadini, direttamente, gli organi di governo provinciali. Spoto ha, altresì, rimarcato la assoluta disponibilità a partecipare a forme di contenimento della spesa pubblica mediante la riduzione del numero dei consiglieri e degli assessori. Infine ritiene opportuno, come richiesto dall'U.RPS, proporre l'accorpamento o la soppressione degli Ato Rifiuti, Idrici, di bonifica e degli Istituti Autonomi delle Case Popolari, predisponendo, in una apposita legge, il passaggio delle competenze alle Province. Il Consigliere Mario Lazzano ha letto il dossier realizzato dall'U.P.I. dal titolo "Le Province allo specchio. Le funzioni, i bilanci, i costi". Lazzano ha posto in evidenza, come si sia enfatizzato molto sulla riforma delle province, indicandola come una misura essenziale per ridurre i costi del deficit dello Stato. In realtà, secondo i dati dell'U.P.I. il risparmio dei costi con la nuova riforma si ridurrà a 34 milioni di euro per le spese degli amministratori, contro i quasi 500 milioni del Parlamento Italiano, gli 850 milioni delle Regioni e i quasi 600 milioni dei comuni italiani.
Lazzano si è detto contrario alla elezione indiretta dei consiglieri provinciali, perché sarebbe contrario alla Costituzione e limiterebbe il ruolo dei cittadini elettori.
Di seguito è intervenuto il Presidente della Provincia Eugenio D'Orsi, il quale ha ricordato come la politica che conta ha abdicato le proprie funzioni delegando ai tecnici la gestione del Paese. La questione sul riordino delle Province è stata posta, per il Presidente D'Orsi, per spostare l'obiettivo sui costi della Casta che invece non sono stati toccati.
Il Presidente è intervenuto, anche, sull'aspetto legato alla sorte dei dipendenti che dovrebbero transitare nei comuni o alla Regione creando notevoli problemi, legati alla mancanza di risorse per gli Enti Locali e per un maggiore costo per la Regione. D'Orsi ha ricordato come per tagliare le Provincia sia necessaria una riforma costituzionale e che la sua Amministrazione è stata antesignana sull'abbattimento dei costi chiudendo le partecipate e gli enti inutili della Provincia.
Il consigliere Paci ha condiviso lo spirito e le parole del Presidente D'Orsi sull'attuale ruolo della Politica. Paci si è detto convinto che la chiusura delle Province non porterà ad alcun risparmio per lo Stato. Paci si è, anche, detto convinto della necessità di riformare l'attuale ruolo delle Province chiudendo gli Ato e accorpandoli e sulla necessità di ritoccare lo stipendio dei burocrati che sono un costo per lo Stato.
Il Consigliere Roberto Gallo ha ricordato come il suo partito era per la chiusura delle Province ma che adesso si sta facendo un passo indietro perché non è vero che esiste un problema dei costi. Per Roberto Gallo viviamo un momento molto pericolo perché la politica ha abdicato in favore dei tecnici.
Il segretario provinciale dell'UGL Roberto Migliara si è detto convinto che la discussione sulla totale chiusura delle Province sia sbagliato anche per la questine legata alla destinazione dei lavoratori. Migliara ha ricordato come la situazione occupazionale in provincia di Agrigento sia gravissima, dove gruppi industriali come l'Italcementi e il Gruppo Moncada stanno licenziando i loro operai. Migliara ha invitato il Presidente e i politici di attivarsi per discutere della situazione economica della provincia di Agrigento.
Il Consigliere Guarraci ha ricordato come, in questo momento, le Province siano l'anello più debole della politica, mentre si sta tentando di privilegiare e salvaguardare i posti di sottogoverno e i veri costi della politica. Guarraci ha proposto di ridurre del 30% le indennità di tutti gli amministratori.
Il Presidente del Consiglio Provinciale Raimondo Buscemi, al termine dei lavori, ha infine letto l'ordine del giorno che chiede ai parlamentari del territorio di farsi promotori di iniziative per garantire l'esistenza delle Province intese come strumento di partecipazione democratica dei cittadini nel governo del territorio.
DI SICILIA
SEDUTA STRAORDINARIA
Consiglio contro la soppressione delle Province
Tutti d'accordo nella salvaguardia delle Province. No alla soppressione di questi enti. Il Consiglio provinciale ha approvato, all'unanimità, un ordine del giorno, predisposto dall'Unione province d'Italia sui riordino delle Province. Il documento dice "No all'Italia senza le Province". Il presidente Raimondo Buscemi, prima di dare inizio al dibattito, ha evidenziato come la seduta straordinaria del Consiglio è stata convocata in occasione della giornata di mobilitazione straordinaria si è svolta in contemporanea con i 107 Consigli di tutta Italia con lo scopo di ribadire la valutazione negativa delle disposizioni dei decreto legge "Salva Italia" che riguardano le Province. Ha ricordato, anche, che il Consiglio ha proceduto a designare doc delegati che fanno parte di un Gruppo di lavoro all'interno dell'Unione regionale delle Province siciliane, con il compito di affrontare il riordino delle competenze. (PAPI)
PROVINCIA. L'ordine del giorno è stato integrato
Università, lo Statuto in Consiglio
C'è carne al fuoco. Il presidente della Provincia Eugenio D'Orsi ha inviato a Raimondo Buscemi 11 nuove proposte da inserire nel prossimo ordine del giorno del Consiglio provinciale. Dieci, riguardano debiti fuori bilancio a seguito di sentenze del Tribunale di Agrigento e dei Giudici di Pace di Ribera, Menfi, Cattolica Eraclea, per un totale di 310 mila euro. Un altro punto riguarda le proposte di modifica allo statuto del Consorzio Universitario, già esitate dall'assemblea dei soci nella seduta del 15 novembre scorso. La nuova bozza di statuto del Consorzio universitario, prevede, tra l'altro, la riduzione dei componenti dei Consiglio di amministrazione da 9 a 5, di cui due designati dalla Provincia, socio di maggioranza. Il Consiglio sarà convocato dal presidente Raimondo Buscemi dopo la riunione della conferenza dei Capigruppo in programma nei prossimi giorni. Nell'ordine del giorno saranno inserite, anche, le proposte non esaminate nell'ultima seduta: la modifica del Regolamento delle adunanze e del funzionamento del Consiglio ed un ordine, del giorno presentato dal consigliere Arturo Ripepe sulla chiusura dell'ufficio del Giudice di Pace di Casteltermini. Infine sarà inserito l'ordine del giorno presentato dal consigliere Davide Gentile sullo spostamento della postazione fissa dell'eliambulanza presso l'ospedale San Giovanni di Dio. (PAPI)
ATO I sindacati degli operatori ecologici, hanno annunciato azioni di lotta se presto non si troverà una soluzione rapida
Rifiuti, pronti nuovi giorni di sciopero. Da pagare c'è lo stipendio di dicembre
Il commissario liquidatore della società Teresa Restivo spiega di non avere «importanti» liquidità di cassa tali da vagare le fatture alle imprese mite questa settimana.
Si ricomincia. Per gli operatori ecologici delle imprese gestiscono il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani per la Gesa, ricominciano le lotte per rivendicare il diritto ad uno stipendio puntuale. Un giorno di sciopero per il 15 febbraio, preceduto da due assemblea di due ore ogni fine turno il 13 e 14 sono state indette ieri pomeriggio, dalle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil di categoria. Al momento i lavoratori devono percepire lo stipendio di dicembre, andato in maturazione il 15 gennaio scorso. I ritardi con cui le imprese pagano gli stipendi, è come noto, riconducibile al mancato saldo delle fatture da parte della Gesa che a sua volta vanta crediti cospicui dai Comuni debitori. Al momento, nelle casse iella società d'ambito non ci cono somme importanti e sufficienti a fare in modo che nei prossimi giorni, a meno di novità dell'ultima'ora, si possano pagare gli stipendi. "Siamo alle solite - spiega il segretario della Uilcem Giovanni Manganella - e anche questa volta ci dovremo confrontare con la società d'ambito che non ha liquidità per pagare le imprese e con le imprese che non possono sempre anticipare le somme per saldare gli stipendi ai lavoratori, Il risultato alla fine, è sempre quello, con gli operatori ecologici che devono aspettare per avere quello che gli spetta". Tutto dunque come un paio di mesi addietro, quando uno sciopero selvaggio mise inginocchio i 19 comuni consorziati. "Il rischio - aggiunge Alfonso Buscemi della Cgil FP - è che tra qualche tempo saremo punto e a capo e gli amministratori non avranno più paracaduti a cui aggrapparsi per evitare che l'emergenza si riproponga. E vero che i Comuni fanno i conti con i tagli del governo Berlusconi prima e di quello Monti attuale, ma è anche vero che una soluzione devono trovarla se non vogliono le città nuovamente invase dai rifiuti'".('AMM')
Legalità: le scuole presenti alla marcia
Ieri la preside dell'istituto comprensivo D'Arrigo ha annunciato la partecipazione alla manifestazione.
Gli investigatori, coordinati dal sostituto della procura di Agrigento Luca Sciarretta che è il titolare dell'indagine, non stanno risparmiando energie nel tentativo di risolvere il giallo del duplice omicidio di Ciccobriglio, la zona di campagna compresa tra Palma di Montechiaro e Campobello di Licata in cui mercoledì della scorsa settimana sono stati assassinati Giuseppe Condello di 41 anni e Vincenzo Prinio di 27 anni. Il primo, secondo quanto sarebbe emerso dall'esame autoptico eseguito lunedì sera nell'obitorio dell'ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, è stato raggiunto da cinque colpi di pistola alla testa, il secondo da quattro. La polizia, come è ovvio, sta scandagliando soprattutto Palma di Montechiaro alla ricerca degli assassini di Condello Priolo, ma non sta escludendo piste che portano altrove. Negli ultimi giorni gli investigatori avrebbero esteso le indagini anche ad alcuni centri vicini. Perquisizioni sono state eseguite a Naro e Camastra, paesi molto prossimi a Palma di Montechiaro. Nei due centri la polizia ha setacciato almeno una decina di abitazioni, ma riguardo agli eventuali riscontri il riserbo è massimo, Nulla trapela dagli investigatori sugli eventuali risultati degli accertamenti eseguiti nelle ultime ore. Tanto a Camastra, quanto a Naro, gli inquirenti avrebbero sentito anche diverse persone, ma anche in questo caso non ci sono indiscrezioni sull'esito dell'indagine. Intanto Palma di Montechiaro si prepara a scendere in piazza per partecipare alla manifestazione contro la criminalità che la Provincia Regionale di Agrigento ed il Comune hanno organizzato per sabato. Il raduno è in programma per le 9.30 del mattino in corso Sicilia. E' da qui che muoverà il corteo che percorrerà tutte le vie dl centro, ed i corsi principali, prima di raggiungere il municipio di piazza Fiorentino. La mobilitazione sarà generale. Ieri ha annunciato la presenza alla manifestazione l'istituto comprensivo 'Angelo D'Arrigo", guidato dalla preside Laura Sanfilippo. "Saremo presenti alla marcia dice il dirigente scolastico con le quarte e le quinte elementari del plesso "Guazzelli" e con la scuola media. Il Comune ha messo a disposizione lo scuolabus, grazie al quale gli alunni potranno raggiungere il corso Sicilia. Il Villaggio Giordano, area in cui ha sede la nostra scuola, è una zona a rischio e qui sentiamo particolarmente il problema. D'altro canto professiamo ogni giorno la legalità come ragione di vita". Laura Sanfilippo ha annunciato che "la scuola, con la collaborazione del regista Massimo Puglisi, di recente ha realizzato uno spot, dal titolo "La vita è una sola, vivila nella legalità',che presto verrà presentato". (AAU