DI SICILIA
PROTEZONE CIVILE. Le strade sotto controllo
Maltempo, allerta della Provincia
Massima allerta sulle strade provinciali in vista dell'annunciata ondata di maltempo. Il direttore dell'area Infrastrutture e viabilità della Provincia di Agrigento, Piero Hamel, infatti, con un proprio provvedimento, ha predisposto i turni di servizio e di reperibilità per personale che opera sulla rete della viabilità provinciale. Nel predisporre il periodico piano di reperibilità dei cantonieri in servizio sulle strade provinciali, a causa dell' eccezionale ondata di maltempo che sta interessando l'Agrigentino, Hamel ha allertato tutte le squadre potenziando il servizio per prevenire eventuali problemi che possano causare danni a persone e mezzi. Ogni giorno le squadre dei cantonieri in servizio sulla rete viaria secondaria dell'Ente tengono sotto controllo lo stato della sicurezza alfine di prevenire eventuali incidenti causati da frane e smorta- menti dovuti al maltempo. "In
questi giorni di pesante situazione meteorologica che sta interessando l'Italia e la nostra provincia - dice il presidente della Provincia Eugenio D'Orsi - ai piani ordinari di intervento che vengono predisposti periodicamente, abbiamo voluto rafforzare questo servizio di vigilanza in modo da essere pronti ad intervenire ad una richiesta di soccorso". Tutto il personale della viabilità è in stato di allerta soprattutto durante le ore notturne quando gli uffici dell'Ente sono chiusi. Particolare attenzione viene data alla rete di viabilità secondaria della zona della montagna tra la Quisquina e monte Cammarata e nelle zone a rischio esondazione (fiumi, Salso, Verdura e Platani). "Spesso nelle zone di montagna - commenta il direttore del settore, Piero Hamel - si verificano delle nevicate che rischiano di isolare i paesi collegate dalla rete di strade provinciali.
Summit fra sindacati e sindaci sul tappeto la questione irrigua
In discussione le concessioni dell'acqua date all'Enel e il funzionamento degli impianti
Le notizie rassicuranti date dal direttore del Consorzio Agrigento 3 Vincenzo Giambrone non convincono il dirigente della Cia Caruana.
Dopo l'iniziativa presa venerdì dal presidente del consiglio comunale di Burgio Andrea Puleo, che ha convocato per il 10 febbraio nella sala consiliare"Leonardo Frenna" del comune di Ribera i presidenti dei consigli comunali di una diecina di comuni dell'hinterland riberese per la "programmazione della stagione irrigua 2012", alla luce delle difficoltà registratesi negli ultimi tempi, sulla "questione irrigua" adesso si muove la Cia. Ha chiesto ed ottenuto, con la richiesta avanzata dal dirigente di zona Giovanni Caruana, di tenere nella Sala dei sindaci del comune martedì mattina prossimo un "summit" tra le organizzazioni sindacali agricole e i sindaci del comprensorio. Si vuole fare il punto di quella che è definita dal sindacato agricolo una situazione "preoccupante", malgrado le assicurazioni in più occasioni date dal Direttore generale del consorzio irriguo 3 Agrigento, l'ex deputato regionale di Forza Italia Vincenzo Giambrone, che ha definito la situazione complessivamente "soddisfacente" alla luce delle recenti piogge che hanno fatto salire il livello di dotazione idrica negli invasi, soprattutto nella "Castello2 di Bivona. "Vogliamo avere notizie e dati precisi - dice Caruana - e non speranze sul ruolo che in particolare l'Enel ha in questa vicenda che riguarda l'agricoltura del comprensorio dove si sta mettendo in pericolo la sopravvivenza di oltre 12 mila ettari di agrumeti e frutteti sottesi alla diga Castello". Nei giorni scorsi sia la Cia con Caruana che il sindaco di Ribera Carmelo Pace hanno posto il problema del non funzionamento delle bretelle di collegamento, per motivi diversi, realizzate per portare acqua alla diga Castello in particolare, malgrado diversi milioni di euro spesi. "Nella Diga Castello vi sono 13.821.000 MC di acqua - ha dichiarato appena tre giorni fa il sindaco Pace - un quantitativo che non ci permette di dormire sonni tranquilli anche alla luce di altre problematiche". Queste ultime sono quelle relative alla distruzione dell'impianto di sollevamento di contrada Taracaleggi dalle parti di Villafranca sicula e all'effettuazione dì lavori, che nel frattempo, secondo quanto dichiarato da Giambrone, sono stati completati ed eseguiti da parte dell'Enel, che ha in concessione le acque del Gammauta di Prizzi e che hanno riguardato la famosa "bretella" che dovrà portare l'acqua alla "castello2 e che è stata "collaudata in pompa magna - ha osservato Caruana - alla presenza di parlamentari, prefetto, assessori regionali, il ministro Saverio Romano e il clero e costata circa 23 milioni di euro". Su questi temi sindaci e sindacati saranno chiamati martedì ad esprimersi ed ad avviare iniziative perché l'acqua non continui a disperdersi e possa servire una volta per tutte per irrigare i campi delle vallate del Verdura, del Magazzolo e del Platani senza gli attuali problemi.
Ancora ferma la centrale di «Tracaleggi»
C'è ancora grande attesa per conoscere quali iniziative saranno intraprese per rimettere in sesto la centrale di sollevamento di contrada "Tracaleggi" tra Villafranca Sicula e Ribera dopo che nei mesi scorsi il deputato nazionale Giuseppe Ruvolo (Pid) ha denunciato la totale devastazione dell'impianto che doveva portare l'acqua dal Verdura al castello. Nei giorni scorsi diverse sollecitazioni sono state fatte al prefetto Francesca Ferrandino sulla vicenda, ma ancora nessuna risposta è arrivata a sindaci, sindaci e presidenti del consiglio che hanno chiesto di sapere se l'impianto sarà riattivato e come.
«La mafia fa schifo» urlano gli studenti Palma: scuole in corteo, la gente a casa
Il presidente della Provincia, D'Orsi:«La lotta ai violenti si fa anche costruendo strutture come l'aeroporto»
La manifestazione è iniziata
alle 10 incorso Sicilia e si è conclusa due ore dopo al municipio. Presenti alcuni esponenti della deputazione agrigentina.
Molti sindaci, alcuni parlamentari, i rappresentanti delle forze dell'ordine, numerose delegazioni di scuole cittadine, ma gente niente. I palmesi sono rimasti a casa, o nella migliore delle ipotesi hanno solo osservato sfilare il corteo, dai balconi o davanti ai bar, che "marciava" per la legalità. In pochissimi, ai massimo alcune decine, i cittadini che hanno partecipato alla "Marcia contro la criminalità", manifestazione organizzata dal Comune di Palma di Montechiaro e dalla Provincia di Agrigento. E l'assenza dei palmesi è stata notata da tutti, tanto che in occasione degli interventi che hanno avuto luogo nel chiostro dello splendido Palazzo degli Scolop1, sede del municipio, quanti hanno preso la parola hanno manifestato "meraviglia per la scarsissima presenza della gente".
Il segnale forte del no alla criminalità, alla violenza che uccide, comunque è stato dato. Ad aprire il corteo sono stati i gonfaloni di molte città dell'agrigentino, portati dai vigili urbani, a testimoniare la vicinanza a Palma di Montechiaro. Poi, in prima fila, assieme al presidente della Provincia Eugenio D'Orsi ed al sindaco Rosario Bonfanti, c'erano i primi cittadini di tanti paesi, alcuni rappresentanti della deputazione agrigentina. Più indietro gli assessori della giunta locale, alcuni consiglieri comunali, e poi le scuole, anche se non tutte. Le delegazioni presenti hanno mostrato cartelloni e striscioni che inneggiavano al rispetto della legalità, che manifestavano il no di tutti i giovani palmesi alla criminalità che rischia di tornare a insanguinare la terra del Gattopardo come accadde a cavallo tra gli anni '80 ed il '90. Un corteo colorato, quello delle scuole, che certamente rappresenta la speranza per un futuro migliore. Eugenio D'Orsi, che ha chiuso la manifestazione agli Scolopi, ha invitato tutti ad urlare "la mafia fa schifo", e nello stesso modo aveva aperto il proprio intervento. "Gli assassini ci fanno schifo ha detto D'Orsi non possono essere considerate persone. Noi diciamo no all'indifferenza, al malgoverno, a chi vuole allontanare Palma dall'Europa". Ti sindaco Rosario Bonfanti si è "rammaricato per l'esigua presenza di parlamentari. Avevo invitato tutta la depurazione ha detto ne sono venuti solo quattro. Non ho visto nemmeno i sindacati, non vorrei fosse un segno di indifferenza nei confronti di Palma". All'assenza della città ha fatto riferimento anche il senatore Ruvolo il quale si è detto "pronto a tornare a Palma in qualunque momento", ed ha "proposto un tavolo tecnico per affrontare i problemi", ma mi dispiace osservare che la gente oggi non c'è". "Pronto a intervenire per Palma" si è detto anche il deputato Cascio.
LEGALITÀ. Bonfanti ha chiesto la convocazione del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica
Il sindaco al prefetto: «Siamo preoccupati»
La convocazione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica è stata chiesta ieri dal sindaco di Palma di Montechiaro, Rosario Bonfanti, al prefetto di Agrigento, Francesca Ferrandino. Lo ha annunciato l'assessore Giuseppe Vinciguerra. 'Il sindaco- ha reso noto l'assessore ha indirizzato una nota al prefetto di Agrigento con la quale chiede di valutare la possibilità di convocare una riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica per affrontare il caso Palma di Montechiaro. Riunione alla quale il sindaco ha chiesto di potere partecipare per relazionare circa la difficile situazione che stiamo vivendo"
La richiesta di convocazione del comitato, così come la marcia contro la criminalità che ha avuto luogo ieri mattina per le vie del paese, arrivano dieci giorni dopo il duplice, efferato, delitto di contrada Ciccobriglio. Mercoledì della scorsa settimana, come si ricorderà, nelle campagne tra Palma di Montechiaro e Campobello di Licata sono stati assassinati Giuseppe Condello e Vincenzo Priolo. Due mesi fa c'era stato un altro omicidio, e poco prima in due erano miracolosamente scampati ad un agguato. E' sulla scorta della ripresa della violenza criminale che il primo cittadino di Palma di Montechiaro ha chiesto al prefetto la convocazione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica.
La Sicilia
Raccolta rifiuti, chi fa per sé...
Mentre vari Comuni tentano di tornare alla gestione diretta, Gesa trova l'accordo per la discarica
Parecchi Comuni dell'agrigentino stanno prendendo in esame la possibilità di staccarsi dall'Ato rifiuti per formare dei consorzi e gestire direttamente il servizio integrato dei rifiuti. Ieri mattina abbiamo pubblicato la notizia, diffusa dal sindaco di Agrigento, che lo stesso capoluogo,
Favara, Porto Empedocle, Raffadali e Realmonte potrebbero fare gruppo a parte. Addirittura Marco Zambuto ha reso noto di aver predisposto una bozza di convenzione da sottoporre all'esame dei
rispettivi consigli comunali. Il tutto per predisporre i progetti sperimentali previsti dall'Ordinanza commissariale del 14 novembre scorso. Senonché un paio di sere addietro al Comune di Porto Empedocle si sono incontrati - con lo stesso obiettivo - il sindaco della città marinara Lillo Firetto,
quello di Realmonte Pietro Puccio, il vicesindaco di Siculiana Zambito ed il sindaco di Montallegro. E Agrigento? Il capoluogo, a quanto sembra, non é stato nemmeno informato della riunione ed i
comuni più piccoli mostrano delle difficoltà ad abbinarsi ad esso. «E' difficile - spiega Puccio - poter conciliare le esigenze di un Comune piccolo come il nostro con uno sensibilmente
più grosso». Poi prevale forse la diplomazia: «Questo non significa - aggiunge Puccio - che non si debba dialogare, probabilmente lo faremo anche con Agrigento. In ogni modo durante l'incontro
abbiamo semplicemente parlato di un'ipotesi, nulla di concreto». Puccio, ma anche lo stesso Firetto, non si nascondono le difficoltà per realizzare una eventualità del genere, anche perché c'è da chiedersi se i rispettivi comuni abbiano la forza economica per sostenere lo sforzo necessario per uscire dall'Ato ed organizzare il servizio. Ma Porto Empedocle come concilia i discorsi avviati con Agrigento e la partecipazione alla riunione con i comuni rivieraschi? «Sto vedendo cosa è meglio per il mio Comune - spiega Lillo Firetto - poi vedremo qual è la strada migliore da seguire,
fermo restando che non è un percorso semplice quello di sganciarsi dall'Ato». Peraltro chi vuole andare per conto proprio deve anche sbrigarsi: il termine per la presentazione dei progetti scade il
prossimo 13 febbraio e, posto ora, soltanto Gesa ne sta predisponendo uno che prevede la raccolta differenziata porta a porta. Il liquidatore della società d'ambito Teresa Restivo (che nel caso di accoglimento del progetto tornerebbe a fare l'Amministratore unico dato che Gesa Agrigento due cesserebbe di essere in liquidazione e resterebbe in vita) giura che, a conti fatti, il servizio costerebbe di meno e che in alcuni comuni si avrebbe un abbattimento considerevole delle bollette.
Dunque un solo progetto, per il momento in via di predisposizione. Gli altri dovrebbero sbrigarsi: riusciranno i comuni, quale che sia la loro aggregazione, a fare tutti gli adempimenti (compresa
l'approvazione della convenzione e di quant'altro necessario da parte dei rispettivi Consigli) entro una decina di giorni? Intanto Restivo ha raggiunto un accordo con la Catanzaro Costruzioni per il
pagamento dei debiti pregressi al 31 dicembre scorso. La somma dovuta è stata divisa in tre parti, con scadenze a giugno, settembre e dicembre, mentre da gennaio 2012 in poi le mensilità, che peraltro risultano notevolmente ridotte, saranno pagate con puntualità. Resta tuttavia il problema di reperire i tre milioni di euro necessari per saldare agosto e per pagare settembre al raggruppamento di imprese che si occupa del prelievo della spazzatura, i cui operai, creditori ancora dello stipendio di dicembre, hanno proclamato lo sciopero per il 15 febbraio.
Eugenio D'Orsi: «La mafia fa schifo»
PALMA. Successo per il corteo contro la violenza e per la legalità alla quale hanno partecipato cittadini, studenti e Istituzioni
PALMA DIMONTECHIARO. Si è svolto ieri mattina il «Corteo della Legalità», organizzato dal presidente della Provincia Eugenio D'Orsi e dal sindaco Rosario Bonfanti per sensibilizzare gli animi dei palmesi e dunque per far sì che non si ripetano quei fatti che negli anni 90' hanno caratterizzato in maniera negativa il territorio di Palma e dei paesi limitrofi. Al corteo erano anche presenti i sindaci di Casteltermini, Cammarata, Cianciana, Licata, Raffadali e Ravanusa, le forze
dell'ordine rappresentate dal maresciallo Marletta e dal dirigente del commissariato della Polizia di Stato Angelo Cavaleri, le autorità ecclesiastiche con mons. Antonio Castronovo, padre Sebastian Kenda, padre Arthur Mfmamba, padre Luigi Lo Mascolo e infine le istituzioni scolastiche.
Il corteo, contro la criminalità organizzata, ha avuto inizio dal Corso Sicilia ed ha proseguito
per le vie principali del paese. Una marcia silenziosa ma ricca di significato, soprattutto per i presenti che hanno voluto indirizzare il messaggio a tutti i cittadini per combattere insieme
la criminalità. La manifestazione si è poi conclusa al Palazzo degli Scolopi con vari interventi
da parte dei politici. «Oggi è un giorno importante - ha detto Silvio Cuffaro, sindaco di Raffadali -. Sono presenti molti giovani che rappresentano il futuro e il concetto della legalità deve essere per loro un concetto educativo. Purtroppo stiamo attraversando un momento difficile e tutti dobbiamo mobilitarci per combattere la criminalità che cresce giorno dopo giorno».
Si è espresso così, a tal riguardo, il deputato Luigi Gentile: «Finalmente le Istituzioni e la popolazione sono insieme a lottare contro il malaffare.
Le Istituzioni devono lavorare per questa nuova generazione con impegno costante affinchè questa criminalità possa diminuire sempre più». È stato un momento significativo per Palma, un paese molto spesso infangato da attività criminali, da tristi vicende che ancora oggi purtroppo sono presenti. Il presidente del Consiglio Comunale, Angelo Romano, ha invitato tutte le autorità presenti ad effettuare una seria riflessione sui fatti accaduti a Palma negli ultimi tempi. Il sindaco, Rosario Bonfanti, ha incitato i cittadini a non esitare nel chiedere un maggiore aiuto anziché tacere nel silenzio «aiutando» in questo modo la criminalità e correndo, dunque, il rischio che essa possa prendere sempre più il sopravvento. Il sindaco, inoltre, ha voluto mettere in evidenza l'enorme assenza della cittadinanza attiva che non ha preso parte, a differenza delle varie istituzioni, al «Corteo della Legalità». Con ciò ha voluto sottolineare il fatto che per primi devono essere i cittadini a trovare la volontà ed il coraggio per sconfiggere la criminalità e non soltanto sperare che tutto possa cambiare con il solo aiuto delle forze dell'ordine. «Non ci dobbiamo scoraggiare dinanzi a questi fatti ma dobbiamo essere tutti uniti e collaborare ». Ad intervenire è stato anche mons.
Antonio Castronovo: «Colgo questo momento significativo per poter dare un segnale a chi ci
ascolta. Con la nostra presenza stamattina vogliamo condannare tutti quei sentimenti sbagliati.
Basta con tutti questi comportamenti violenti, bisogna lavorare insieme per la sicurezza della città». Ha invece voluto concludere con queste parole il presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi: «Oggi siamo qui riuniti per dire che la mafia fa schifo, che gli assassini fanno schifo. Siamo qui per esortare le scuole a creare l'uomo, la persona, il cittadino. Palma, da sempre, è stata infangata da criminali; dobbiamo condannare ogni forma di violenza e la condanneremo crescendo, non soltanto marciando. Deve crescere nella gente la capacità di denunciare. Se si sta sempre a casa omertosi, non curanti di quanto accade fuori non riusciremo mai a combattere e dunque sconfiggere questa
criminalità».
Grandangolo
Palma: marcia antimafia
Tutti uniti in corteo a Palma di Montechiaro contro la mafia. La manifestazione, organizzata dalla provincia regionale di Agrigento e dal Comune di Palma, ha voluto sottolineare il particolare momento che sta vivendo la cittadina del gattopardo dopo i recenti fatti di sangue culminati il 26 gennaio scorso, con il duplice omicidio di Giuseppe Condello e Vincenzo Priolo. C'erano le amministrazioni di diversi Comuni della provincia, le forze dell'ordine, diverse scuole e qualche cittadino a formare il corteo che ha dato vita alla Marcia per la legalità.Un risultato è stato ottenuto. Sensibilizzare la gente ed affrontare senza paure tematiche di grande rilievo sociale.
Perlacittà.it
Alla BIT di Milano si promuove il primo portale turistico di Bovo Marina, Eraclea Minoa e Torre Salsa
Splendide spiagge, marne bianche, riserve naturali, siti archeologici e panorami mozzafiato. Storia, arte, tradizioni, cultura ed eccellenze enogastronomiche. E' quanto proporrà alla Bit di Milano l'Unione dei Comuni di Bovo Marina, Eraclea Minoa e Torre Salsa attualmente presieduta dal sindaco Mariella Bruno. L'iniziativa, resa possibile grazie alla collaborazione della Provincia Regionale di Agrigento, si inquadra nell'ambito delle attività del progetto Unione del Mare, il primo piano comunicazione turistica integrata del territorio di Montallegro, Cattolica Eraclea e Siculiana realizzato dall'associazione culturale "Terre del Mare", presieduta da Giuseppe Di Benedetto, e finanziato nell'ambito dell'Azione 7 "Giovani e lavoro" dell'Accordo di programma quadro "Giovani protagonisti di sé e del territorio" tra la Regione Siciliana e il Ministero della Gioventù con il cofinanziamento dell'Unione dei Comuni.
Alla Borsa Internazionale del Turismo che si svolgerà a Milano dal 16 al 19 febbraio sarà lanciato www.unionedelmare.it, il primo portale di promozione territoriale e turistica dell'Unione dei Comuni di Bovo Marina, Eraclea Minoa e Torre Salsa che contiene informazioni, foto, video, mappe e itinerari interattivi attraverso i quali gli utenti potranno conoscere il territorio dell'Unione dei Comuni e l'offerta turistica.
"Grazie alla Provincia Regionale di Agrigento - dice il project manager Giuseppe Di Benedetto - avremo la possibilità di mettere in vetrina alla Bit di Milano un entroterra ricco di storia, con gli insediamenti sicani, preziosi vigneti, uliveti, agrumeti e aree boschive attrezzate e ancora centri storici di indubbia bellezza architettonica, castelli medievali, borghi marinari. L'Unione del Mare è tutto un mondo da scoprire. Sei chilometri di litorale incontaminato dalla riserva naturale della foce del Fiume Platani, tra Cattolica Eraclea e Ribera, a quella di Torre Salsa, tra Montallegro e Siculiana, entrambe di grande pregio paesaggistico di interesse comunitario. Ad impreziosire il territorio il museo dell'area archeologica di Eraclea Minoa, colonia greca del V secolo a. C. di cui rimangono le rovine e i resti del suggestivo teatro".
Alla Bit saranno promossi alcuni eventi che si svolgono nel territorio e che già in parte rappresentano un forte richiamo per i turisti. Come il concorso letterario "Torre dell'Orologio" e la fiera libraria "Siculiana tra le righe, un libro tra le mani" , il presepe vivente di Montallegro e la rassegna dei "Teatri di Pietra" ad Eraclea Minoa. "Porteremo alla Bit quanto di meglio il nostro territorio offre il nostro territorio ricco di bellezze paesaggistiche e archeologiche. E' attraverso la cultura e il turismo che puntiamo a sviluppare la nostra economia", dice il presidente dell'Unione dei Comuni di Bovo Marina, Eraclea Minoa e Torre Salsa Mariella Bruno.
Maltempo: massima allerta sulle strade provinciali di Agrigento
Massima allerta sulle strade provinciali in vista dell'annunciata ondata di maltempo. Il Direttore dell'area Infrastrutture e viabilità della Provincia Regionale di Agrigento, Ing. Piero Hamel, infatti, con un proprio provvedimento, ha predisposto i turni di servizio e di reperibilità per personale che opera sulla rete della viabilità provinciali.
Nel predisporre il periodico piano di reperibilità dei cantonieri in servizio sulle strade provinciali, a causa dell'eccezionale ondata di maltempo che sta interessando l'Italia e la nostra provincia, l'Ing. Hamel ha allertato tutte le squadre potenziando il servizio per prevenire eventuali problemi che possano causare danni a persone e mezzi.
Quotidianamente le squadre dei cantonieri in servizio sulla rete viaria secondaria dell'Ente tengono sotto controllo lo stato della sicurezza al fine di prevenire eventuali incidenti causati da frane e smottamenti dovuti al maltempo.
"In questi giorni di pesante situazione metereologica che sta interessando l'Italia e la nostra provincia dice il Presidente della Provincia Eugenio D'Orsi di concerto con il capo area delle infrastrutture e viabilità, Ing. Piero Hamel, ai piani ordinari di intervento che vengono predisposti periodicamente, abbiamo voluto rafforzare questo servizio di vigilanza in modo da essere pronti ad intervenire ad una richiesta di soccorso".
Tutto il personale della viabilità è in stato di allerta soprattutto durante le ore notturne quando gli uffici dell'Ente sono chiusi.
Particolare attenzione viene data alla rete di viabilità secondaria della zona della montagna tra la Quisquina e monte Cammarata e nelle zone a rischio esondazione (fiumi, Salso, Verdura e Platani).
"Spesso nelle zone di montagna commenta il direttore d'aria Piero Hamel si verificano delle nevicate che rischiano di isolare i paesi collegate dalla rete di strade provinciali. Un intervento immediato ci consente di ripristinare la viabilità senza creare ulteriori disagi alle popolazioni di questa vasta zona montana della nostra provincia".
Pronto, quindi, il piano di mobilitazione in caso di gravi problemi sulla rete secondaria.
Fortunatamente ad oggi non vengono registrate grosse frane e smottamenti ad eccezione dell'ordinaria amministrazione che viene affrontata subito dai cantonieri in servizio eliminando il pericolo in pochi minuti.
La direzione dell'area, su suggerimento del Presidente della Provincia Eugenio D'Orsi, ha già convocato i direttori dei settori tecnici, ingegneri Gaetano Gucciardo e Bernardo Barone, per concordare l'attività di preparazione e prevenzione al fine di pervenire alla costituzione di un organismo efficace ed efficiente di Protezione Civile provinciale.
Agrigentonotizie.it
Si torna in piazza contro la mafia, tutti uniti in corteo a Palma di Montechiaro
La manifestazione, così come spiegato ieri dal presidente della Provincia, ente organizzatore, ha voluto essere una sorta di contrasto all'omertà, e di possibilità di riacquisizione della dignità per chi vive in una terra martoriata da tristi eventi di sangue
di Redazione 04/02/2012
C'erano le amministrazioni di diversi Comuni della provincia, le forze dell'ordine, diverse scuole e qualche cittadino a formare il corteo che ha dato vita alla Marcia per la legalità, che si è svolta a Palma di Montechiaro. La manifestazione, così come spiegato ieri dal presidente della Provincia, ente organizzatore, ha voluto essere una sorta di reazione alle condizioni di degrado culturale e sociale in cui i plamesi sono costretti a vivere a causa delle "pressioni" esercitate dalla mafia sulla popolazione.Una sorta di contrasto all'omertà, e di possibilità di riacquisizione della dignità per chi vive in una terra martoriata da tristi eventi di sangue come il duplice omicidio del 26 gennaio scorso.
Agrigentoflash.it
Eugenio D'Orsi, "la mafia fa schifo"
Un migliaio di persone hanno partecipato al corteo della legalità organizzato dal presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D'Orsi e dal sindaco di Palma di Montechiaro, Rosario Bonfanti, per sensibilizzare gli animi dei palmesi, dopo il duplice omicidio dei dieci giorni fa, vittime Giuseppe Condello e Vincenzo Priolo. Al corteo pesenti i sindaci di Casteltermini, Cianciana,Cammarata, Ravanusa, Licata e Raffadali, i rappresentanti delle forze dell'ordine, diversi parroci e centinaia di giovani delle scuole di Palma. Una marcia silenziosa ma ricca di significato, come le parole pronunciate da D'Orsi,"ci siamo riuniti per dire che la mafia schifo, che gli assassini fanno schifo. Si deve fare di più, si deve esortore le scuole a creare l'uomo, la persona, il cittadino. Palma di montechiaro da sempre è stata infangata dai criminali".
Marcia contro la criminalità: molti giovani, pochi adulti
Dopo gli ultimi efferati omicidi che hanno scosso la cittadina di Palma di Montechiaro e turbato la comunità agrigentina tutta, oggi, nella città dei Santi, dei Martiri e dei Gattopardi, ma anche della criminalità organizzata, si è svolta una imponente marcia contro le mafie e per la riaffermazione del diritto alla legalità. Accanto al presidente della Provincia, a diversi sindaci delle comunità limitrofe, a diversi esponenti del mondo sindacale, alla Chiesa locale, alle Forze dell'Ordine Pubblico, la Federazione Provinciale del Partito Socialista di Agrigento, partecipando al corteo, ha dato prova di grande maturità politica e di alta sensibilità sociale verso quei problemi che soffocano le coscienze civili. Il corteo si è concluso al Palazzo degli Scolopi, sede del Comune, dove si è tenuto un dibattito sugli ultimi avvenimenti che hanno insanguinato le vie di Palma. Molti giovani di diverse scolaresche hanno detto no alla mafia e alla criminalità organizzata. Folta la rappresentanza del Liceo Scientifico Statale G.B. Odierna, che ha dato prova di grande maturità civica. In un territorio dove regna l'omertà assoluta, finalmente i giovani liceali, coordinati dai lodevoli rappresentanti d'Istituto, hanno dimostrato di essere interessati alle problematiche della loro Città. Un unico grido attraversava il partecipatissimo Corteo: mai più vittime di mafia o di criminalità generalizzata, mai più vittime. Questi giovani non permetteranno che la terra che ha dato loro i Natali, terra bella e ricca, si trasformi in un luogo incline alla delinquenza spicciola e alla violenza criminosa.
Anche la Provincia di Agrigento alla Bit di Milano
La Provincia di Agrigento sbarca a Milano in occasione della Bit, la Borsa internazionale del Turismo, in programma a Milano dal 16 al 19 febbraio. Lo ha disposto formalmente il presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D'Orsi. Per il più importante evento del turismo italiano è stata prevista una spesa di massima pari a 32.000 euro. La somma servirà a coprire gli oneri di partecipazione all'unico stand che rappresenta il territorio siciliano, allestito a cura dell'Urps (Unione regionale delle Province siciliane), dove la Provincia di Agrigento potrà contare su uno spazio espositivo di 70 metri quadrati. "La Provincia - ricorda D'Orsi - dispone di circa 400 strutture alberghiere e ricettive, 179 B&B, 102 alberghi, due case per ferie, 39 affittacamere, 18 residence, 7 camping e 42 case vacanze, 11 strutture di turismo rurale e 17 di Agriturismo, con due strutture che hanno 5 stelle, per un totale di 18.000 posti letto. Vorremmo puntare, quindi, ad aumentare le presenze turistiche nella nostra provincia che, attualmente, sono, in termini percentuali non rispondenti alla capacità ricettiva. Per questo motivo ci aspettiamo che la Bit di Milano sia lo strumento per intercettare nuovi flussi turistici da fare arrivare nella nostra provincia".
caniicattiweb.it
Palma di Montechiaro, Eugenio D'Orsi: "la mafia fa schifo"
Un migliaio di persone hanno partecipato al corteo della legalità organizzato dal presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D'Orsi e dal sindaco di Palma di Montechiaro, Rosario Bonfanti, per sensibilizzare gli animi dei palmesi, dopo il duplice omicidio dei dieci giorni fa, vittime Giuseppe Condello e Vincenzo Priolo. Al corteo pesenti i sindaci di Casteltermini, Cianciana,Cammarata, Ravanusa, Licata e Raffadali, i rappresentanti delle forze dell'ordine, diversi parroci e centinaia di giovani delle scuole di Palma. Una marcia silenziosa ma ricca di significato, come le parole pronunciate da D'Orsi,"ci siamo riuniti per dire che la mafia schifo, che gli assassini fanno schifo. Si deve fare di più, si deve esortore le scuole a creare l'uomo, la persona, il cittadino. Palma di montechiaro da sempre è stata infangata dai criminali".
Caso Ignazio Cutrò, ancora in stallo: "Panepinto e Lombardo onorino gli impegni"
La vicenda dell'imprenditore siciliano Ignazio Cutrò, testimone di giustizia e vittima del racket non si è sbloccata. Dopo aver protestato contro una cartella esattoriale di quasi 86 mila euro, il 16 gennaio scorso ha ricevuto anche un sollecito di pagamento dall'agenzia delle Entrate di 3629,75 euro. Ad oggi Cutrò non ha ancora ottenuto il rilascio del Durc, il documento unico di regolarità contributiva, né la sospensione delle cartelle esattoriali e ciò gli impedisce di riavviare la propria azienda a Bivona (Ag), espondendolo al rischio di un'ipoteca. Da tempo l'imprenditore chiede che venga applicata in modo corretto la normativa sui testimoni di giustizia e «il 25 gennaio scorso la commissione centrale di Protezione del ministero degli Interni lo aveva ricevuto per individuare possibili interventi - ha detto Gaetano Montalbano, portavoce del "Comitato Cutro" - Quasi un mese fa anche il governatore Raffaele Lombardo dichiarò che avrebbe accompagnato passo dopo passo l'imprenditore per fare in modo che le cartelle esattoriali venissero sospese e che, in ogni caso, l'amministrazione regionale sarebbe intervenuta direttamente con fondi dedicati per garantire la continuità operativa della sua impresa». Nelle stesse ore il sindaco di Bivona, Giovanni Panepinto, ha annunciato una determina con la quale impegnava il Comune a pagare con rate mensili la cartella esattoriale dell'imprenditore. «Di tutto questo nulla è avvenuto - spiega Montalbano - Per questo, chiediamo al governatore Lombardo e al sindaco Panepinto di onorare gli impegni assunti e di passare dalle parole ai fatti concreti».
SOLE24ORE
Gli uffici pubblici devono cogliere le nuove occasioni
Il settore pubblico, nel processo in corso di ridisegno del proprio perimetro e del proprio peso finanziario, può trarre vantaggio da una serie di disposizioni che non sono rivolte esplicitamente alle pubbliche amministrazioni. Le norme sulle liberalizzazioni possono rappresentare per le pubbliche amministrazioni un'opportunità per la riduzione dei costi, ad esempio, nell'acquisto dei servizi, come accade con la liberalizzazione delle tariffe dei professionisti oppure dismettendo e collocando sul mercato l'ampio e non proprio efficiente mondo delle partecipate pubbliche. Le norme di semplificazione hanno un effetto in gran parte sui carichi di lavoro e sui costi dei processi e dei procedimenti, consentendo di migliorare l'utilizzo del personale, riconvertendolo e ricollocandolo in altre funzioni, abbassando così i costi di funzionamento.
I due provvedimenti del Governo su liberalizzazioni e semplificazioni costituiscono quindi un'ulteriore occasione per un'analisi dei costi dei processi esistenti e per l'individuazione delle razionalizzazioni possibili. L'applicazione, immediata e coerente rispetto allo spirito delle norme, delle nuove disposizioni avrà quindi un effetto positivo non solo sui cittadini, ma anche sulle pubbliche amministrazioni.
Le amministrazioni pubbliche hanno tra l'altro l'occasione, data loro dall'articolo in del Dl 98/2011, di predisporre dei piani di razionalizzazione finalizzati ai conseguimento di maggiori risparmi, con un approccio dal basso per individuare le possibili riduzioni di spesa attraverso una migliore organizzazione dei processi e del lavoro in un'ottica da spendingreview.
Si crea così una significativa opportunità, in uno scenario di blocco della contrattazione,per riattivare la contrattazione di secondo livello tenendo conto delle esigenze funzionali, delle criticità finanziarie e dei processi di ridisegno del settore pubblico. Si rende necessario affermare un modello gestionale manageriale e una cultura dell'organizzazione di cui si avverte fortemente la mancanza, in considerazione dello scenario che interessa e interesserà il settore pubblico nei prossimi anni a seguito delle decisioni comunitarie di abbattimento del debito pubblico accumulato.
Nonostante l'intervento di diversi tagli, determinati dalle manovre degli ultimi anni, più o meno invasivi in base al livello di governo, vi sono margini di razionalizzazione e di recupero dell'efficienza, su cui operare grazie a una piena conoscenza, dal basso, dei processi in capo al singolo ente. Da qui nasce l'esigenza da parte delle amministrazioni di sviluppare competenze nel quantificare i costi e quindi i risparmi. Il piano di razionalizzazione diventa in questo contesto uno strumento per i finanziare la contrattazione integrativa e il merito, ma prima ancora per effettuare delle analisi puntuali, attraverso il purtroppo poco diffuso controllo di gestione sui processi e sui costi dell'ente. Il tutto per calcolarne gli ulteriori risparmi possibili che, non essendo imposti linearmente dall'alto, non deprimerebbero la capacità di funzionamento delle macchine amministrative. I risparmi nell'acquisto dei servizi all'esterno o attraverso le partecipate, puntando su stazioni uniche e liberalizzazioni, la gestione informatizzata e associata delle funzioni fondamentali e dei processi, la razionalizzazione del patrimonio immobiliare e la migliore redistribuzione del personale sono alcune delle aree su cui lavorare.
Un approccio radicalmente diverso da quello che abbiamo registrato nelle amministrazioni finora. Occorre però fare appello non solo alla responsabilità dirigenziale o disciplinare ma, senza retorica, a quella manageriale, che può essere assicurata solo da una dirigenza attiva, più autorevole e consapevole del proprio ruolo, e per questo valutata sul merito e non io base a vecchie o nuove forme di fedeltà.
LA SICILIA
NELLE DIGHE DELLA PROVINCIA sono già stati invasati 60 milioni di metri cubi. E continua a piovere
Acqua, situazione tranquilla
E' di quasi 60 milioni di metri cubi tutta l'acqua invasata sino a ieri nelle sette dighe presenti sul territorio della provincia di Agrigento. Le cifre sono state rese note dal direttore generale del consorzio di bonifica 3 Agrigento Vincenzo Giambrone il quale rassicura gli agricoltori agrigentini che la campagna irrigua dell'anno in corso dovrebbe avere un andamento regolare. La richiesta sui quantitativi d'acqua invasata nelle dighe era stata avanzata da alcuni amministratori comunali tra cui il sindaco di Ribera Carmelo Pace sul
cui territorio vi sono circa 12 mila ettari di terreno, ad agrumeto e frutteto, interessati
dalla irrigazione estiva. Queste le cifre fornite dalla struttura consortile agrigentina sul prezioso liquido già invasato: lago Arancio-Carboj di Sambuca di Sicilia 23.907.824
metri cubi, lago Raia di Prizzi 5.060.000, traversa di Gammauta di Palazzo Adriano vuota per lavori in corso d'opera, diga castello di Bivona 13.200.000, laghetto Gorgo di Montallegro 732.000, diga San Giovanni di Naro 13.408.000, diga Furore di Naro
2.610.000. A queste cifre si possono aggiungere altri milioni di metri cubi d'acqua che possono arrivare in territorio agrigentino dalla diga Garcia che, collocata in provincia di Palermo, ha un sistema di interconnessione per caduta con l'invaso Arancio di Sambuca Sicilia. Oggi la diga Garcia ha una capacità di acqua già invasata di quasi 40
milioni di metri cubi. In buona sostanza, la situazione degli invasi agrigentini non è allarmante perché le dighe sono piene mediamente a circa il 60 per cento delle loro capacità ricettive. E' il caso della diga Castello di Bivona che può contenere 20 milioni
di metri cubi e che ne ha oggi poco più di 13 milioni. C'è da capire se gli invasi potranno essere riempiti in questi mesi invernali e primaverili e se la stagione delle piogge sarà lunga. Tuttavia, diversi amministratori comunali guardano avanti perché, con la politica
del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, hanno paura che di fronte ad una stagione calda e torrida l'acqua non possa bastare per l'irrigazione.
"Per venerdì 10 febbraio, alle ore 11, nella sala consiliare del palazzo comunale
di Ribera - annuncia il presidente del consiglio comunale di Burgio Andrea Puleo, dirigente provinciale dell'organizzazione professionale agricola della Cia - abbiamo programmato un
incontro del coordinamento dei presidenti dei civici consessi di Ribera, Burgio, Villafranca Sicula, Lucca Sicula, Calamonaci, Sciacca, Caltabellotta, Montallegro e Cattolica Eraclea per fare il punto della situazione perché oggi abbiamo sul territorio agrigentino due grandi opere idriche, la bretella Gammauta- Castello, costata 23 milioni di euro, inaugurata, ferma e mai entrata in funzione, il sollevamento Tragaleggi- Castello, costato 10 miliardi di vecchie lire, gravemente danneggiato dai vandali. E nel frattempo, l'acqua dei fiumi se ne va a mare inutilizzata".
Una semplificazione da fare il ritorno al vecchio 740
Il modello Unico non è più una dichiarazione unifi
In questi giorni, il direttore dell'agenzia delle Entrate Attilio Befera ha annunciato importanti semplificazioni in arrivo per avere un Fisco più semplice e chiaro per i contribuenti. Una semplificazione da fare sarebbe quella di ritornare al vecchio modello 740, anche per la ragione che il modello "Unico" non è più Unico, il 2012 sarà il quindicesimo anno del modello Unico, che sta per "modello unificato compensativo". E chiamato così perché consente:
- l'unificazione di più dichiarazioni in quanto l'Unico può comprendere l' lva e i redditi;
- di compensare debiti e crediti dei vari tributi, contributi e premi.
Unico non è una dichiarazione unificata
La denominazione di Unico è però superata in quanto, mentre fino a qualche anno fa era possibile comprendere nell'Unico, i redditi, l'Iva, l'lrap e il modello 770, già dal 2009 l'Unico ha compreso solo l'Eva e i redditi, anche perché, dalla modulistica del 2009, si è "separata" dall'Unico la dichiarazione lrap. Peraltro, a seguito delle novità sulla stretta dei crediti lva a partire dal 2010, di cui all'articolo 10, deI decreto legge 78/2009, per la dichiarazione annuale Iva relativa al 2009, i contribuenti che intendono usare in compensazione, o chiedere a rimborso il credito annuale lva, possono non comprendere tale dichiarazione nel modello Unico, presentando la dichiarazione annuale Iva a partire dal mese di febbraio. In pratica, l'Unico non è più una dichiarazione unificata, perché, di norma, contiene solo i redditi. A questo punto, non sarebbe male se, per i redditi, si tornasse alle vecchie denominazioni, ancora attuali, dei modelli 740 per le persone fisiche, 750 per le società di persone e soggetti assimilati, 760 per i soggetti lres e assimilati, e 760-bs per gli enti non commerciali e assimilati.
Una semplificazione da fare: l'anno del modello uguale a quello di dichiarazione
Un'altra semplificazione potrebbe essere quella relativa all'anno che si indica nel modello, anche per evitare le complicazioni che derivano dalle denominazioni delle dichiarazioni annuali dei redditi. Sia per i vecchi modelli 740, 750 e 760, introdotti dal 1975. sia per il modello Unico introdotto dal 1998, in sostituzione dei vecchi modelli 740, si è usata una denominazione che genera confusione. Ai modelli di dichiarazione ha fatto sempre seguito l'anno di presentazione. Ad esempio, con la denominazione modello 740/75 si intendeva la dichiarazione relativa all'anno 1974. Lo stesso è successo e continua a capitare con la denominazione dei modelli Unico, nonché dei modelli di dichiarazione annuale dell'iva, dell'lrap e dei modelli 770. Così, con la denominazione Unico 2012 persone fisiche, si intende la dichiarazione dei redditi relativa all'anno 2011. Le complicazioni sono evidenti per la ragione che, in caso di controllo della documentazione, o in tutti gli altri casi in cui sono chiesti i dati annuali dei redditi, si genera spesso confusione nell'individuare la giusta annualità. Le complicazioni aumentano quando i soggetti collettivi, società di persone o società di capitali, devono presentare due dichiarazioni annuali, usando per due volte lo stesso modello, Può essere il caso di una società di capitali che, dopo avere presentato il modello Unico 2011 società di capitali per dichiarare i redditi del 2010, cessa l'attività nel corso dei primi mesi del 2011. In questo caso, poiché il periodo d'imposta si è chiuso anteriormente al 31 dicembre 2011, la società, per dichiarare i redditi della frazione d'anno relativa al 2011, dovrà compilare nuovamente il modello Unico 2011. La complicazione è evidente per il semplice fatto che il sistema del Fisco mette in "linea" le due dichiarazioni Unico 2011 per lo stesso periodo d'imposta. In pratica, la presentazione di due modelli duplica le dichiarazioni di un anno e, di conseguenza, lascia "scoperta" l'altra annualità. Per eliminare queste complicazioni, è indispensabile che l'anno del modello sia uguale a quello di dichiarazione. Solo così, ad esempio, se si cambia la denominazione, presentando il modello 740/2012 persone fisiche, si potrà sapere con certezza che si tratta della dichiarazione dei redditi relativa all'anno 2012.
Arriverà a metà della settimana, con il consiglio deIl' 8-9 febbraio, la decisione dell 'Eba, l'autorità bancaria europea, sui piani presentati alle banche centrali dagli istituti di credito de) Vecchio Continente per arrivare ai livelli di patrimonio richiesti dalI'Authority stessa (in primis il Tier 1 al 9%) e criticati da più parti, soprattutto in Italia.