3 aprile
LA SICILIA
Scoppia l'emergenza anche per gli incendi.
In otto giorni di protesta bruciati oltre 100 cassonetti
Sono oltre un centinaio i cassonetti per la raccolta dei rifiuti andati in fumo dopo 8 giorni di protesta dei netturbini senza stipendio. Presidi mira i bidoni sommersi dalla spazzatura ad Agrigento, Favara, Montallegro, Realmonte e Porto Empedocle. Per i cittadini il rischio è di andare incontro ad una grave emergenza igienico-sanitaria, I roghi di immondizia, infatti, generano esalazioni inquinanti e maleodoranti per la salute e per l'aria che respiriamo. I rifiuti dopo essere stati bruciati per strada, sono da considerarsi speciali, e per rimuoverli le ditte responsabili del servizio di raccolta, devono utilizzare necessarie attrezzature. Gli incendiari non capiscono, che appiccando il fuoco alle montagne di rifiuti, nell'aria si sprigiona la diossina. La gente esasperata dai cattivi odori è preoccupata per l'insorgere di malattie. La notte scorsa la mano incendiaria dei piromani e tornata a colpire, ed ha costretto i vigili del fuoco a lavorare sodo. Su segnalazione di residenti e di automobilisti i pompieri sono intervenuti sia in strade centrali, che in arterie di periferia, Tra l'altro nella città dei templi sono stati bruciati cumuli di rifiuti anche a poca distanza di una concessionaria di autovetture, in via Unità d'Italia. Le fiamme hanno rischiato di estendersi ad alcune vetture parcheggiate nel piazzale dell'autosalone. Sul posto per circa 2 ore hanno lavorato due squadre dei vigili del fuoco. Altri contenitori stracolmi di spazzatura sono stati divorati dal fuoco in via Pirandello e in via Porta di Mare. Ad Agrigento ieri mattina una ditta privata, incaricata dal comune, ha provveduto con la rimozione dei rifiuti bruciati davanti alla scuola media "Pirandello", in via Acrone, nella zona del nuovo parcheggio della stazione ferroviaria. Gli operai hanno pulito la strada e il vicino marciapiede utilizzando disinfettanti. All'esterno della struttura scolastica una puzza insopportabile. Decine di cassonetti sono stati dati alle fiamme nei comuni dell'Ato Gesa. A Favara i vandali hanno appiccato il fuoco alla spazzatura in Corso Vittorio Veneto e in via Carmelo Trampolini. Cassonetti in fumo anche a Porto Empedocle, in via Gioeni, e a Realmonte, invia Riina. Gli incendi sono stati spenti dai vigili del fuoco e non hanno provocato danni ai locali ed alle abitazioni nelle vicinanze. La Procura, intanto, in considerazione dell'alto numero dì contenitori bruciati ha aperto un'inchiesta. ANTONINO RAVANA'
QUANTO COSTA TUTTO CIO'
s.f.) Allarme e preoccupazione, sia dal punto di vista della salute pubblica che sotto il profilo economico, per il grave e dilagante fenomeno degli incendi appiccati ai contenitori della spazzatura. »Gli ignoti che danno fuoco ai rifiuti non hanno idea del danno che producono anche a se stessi - afferma l'amministratore delegato di Iseda Giancarlo Alongi - anzitutto la spazzatura che viene data alle fiamme produce, specie se viene bruciata insieme ai cassonetti, sostanze nocive alla salute, a cominciare dalla diossina. Respirare questi fa senz'altro male alla salute, per cui mi sembra davvero stupido appiccare il fuoco, specialmente se si abita nelle vicinanze». - Poi c'é il danno economico... »Esattamente! ogni cassonetto costa circa 400 euro. Ancora non sappiamo quanti ne sono stati dati alle fiamme con certezza: lo scopriremo solo quando tutta questa emergenza sarà finita e le montagne di rifiuti saranno state rimosse, ma almeno sono un centinaio. Quindi parliamo di 40 mila euro di danni come minimo». - E poi ci sarà il problema dello smaltimento... "Si, queste ceneri non possono andare in discarica come tutti gli altri rifiuti. Devono essere raccolte da una ditta specializzata che prima porta un campione ad un apposito laboratorio. Quest'ultimo esegue le dovute analisi per giungere ad una caratterizzazione del rifiuto, gli attribuisce un codice in base al quale vengono decise le modalità di smaltimento. Una cosa è sicura: che i casti di conferimento sono di parecchio più elevati rispetto alla discarica dove normalmente vengono conferiti i rifiuti ordinari». Ed in effetti proprio qualche settimana addietro Gesa ha pagato una fattura abbastanza rilevante alla ditta che si occupa dei rifiuti speciali perla spazzatura ed i cassonetti bruciati in occasione dello sciopero del mese di maggio 2011. Naturalmente tutte queste spese vanno nella bolletta che poi riceviamo a casa. E poi ancora ci sono i disagi del dopa, le ceneri che vengono rimosse in ritardo (prima bisogna analizzarle, come abbiamo visto), i cassonetti che devono essere reintegrati e quest'operazione richiede sempre qualche tempo, insomma si determinano parecchi disservizi e nel frattempo non solo la spazzatura ce la siamo tenuta agli angoli delle strade fino alla fine dello sciopero, ma con aggravante di respirare diossina ed altre sostanze che potrebbero rivelarsi anche cancerogene.
LA PROTESTA DEI NETTURBINI
Trovati (sulla carta) 5 milioni ma non sono sufficienti a pagare le ditte e il personale
Gesa ha trovato, almeno sulla carta, la disponibilità di 5 milioni di euro, ma la spazzatura rimarrà sempre più consistente agli angoli delle strade dei 19 comuni ricadenti nella competenza della società d'ambito. Ieri mattina il liquidatore Teresa Restivo, come annunciato la scorsa settimana, ha riunito i sindaci che stavolta hanno risposto abbastanza numerosi all'appello. Erano presenti, infatti, i rappresentanti di ben 13 comuni su 19 (Agrigento, Aragona, Castrofilippo, Favara, Grotte, Joppolo Giancaxio, Porto Empedocle, Racalmuto, Raffadali, Realmente, San Giovanni Gemini e Siculiana, oltre alla Provincia Regionale). Non è stato facile convincerli: molti erano convinti di trovarsi di fronte a semplici inadempienze dell'ato e poi, carte alla mano, si sono dovuti convincere che un po' tutti - chi più chi meno - devono soldi a Gesa. Le trattative sono state lunghe, la riunione si è protratta, a porte chiuse, dalle 10,30 fino alle 14,30 circa, ma alla fine ciascuno ha promesso di fare un versamento nei prossimi giorni, per un totale di due milioni e 200 mila euro circa. Questa somma si aggiungerà ai due milioni che tra oggi e domani anticiperà Aipa ed agli 800 mila euro che già la società d'ambito ha in cassa, per un totale di cinque milioni di euro. Tale somma sarà versata al raggruppamento di impresa che si occupa della raccolta dei rifiuti man mano che sarà incassata da Gesa, aggiungendosi ad un altro milione che la Restivo spiega di aver pagato qualche settimana addietro per rimborso di interessi. Ai lavori era presente il legale delle ditte Giuseppe Scozzari il quale naturalmente non si è sbilanciato più di tanto: uno stipendio lo avrebbe assicurato, ma per il resto ha rinviato ogni risposta a dopo aver consultato i propri clienti, operazione che non è stata possibile prima della serata di ieri. Tuttavia, da quello che si riesce a capire, non c'è da essere ottimisti: le imprese confermano, a fronte della cifra totale, il pagamento di una sola mensilità: vantano un credito di circa dieci milioni di euro (più le fatture degli ultimi due mesi) e non si accontentano di avere la metà, dato che nel frattempo hanno dovuto anticipare, oltre agli stipendi fino a dicembre (cinque mensilità) più la tredicesima, anche altri soldi per interessi bancari, fornitori Scozzari ha detto che non pagano il rifornimento di carburante da otto mesi), contributi per i lavoratori, eccetera. Ed i lavoratori? I sindacati si sono detti indisposti perché da venerdì scorso non riescono ad incontrare né le ditte né il loro legale. «Comprendiamo che ci sono stati di mezzo sabato e domenica afferma Alfonso Buscemi della Cgil ma abbiamo trovato un formalismo che forse è eccessivo rispetto alla gravità della vicenda. In ogni modo stiamo ragionando sul nulla: ad oggi forse ci sono solo i soldi di Aipa e qualcosa che ha in cassa Gesa: per il resto ci vorranno alcuni giorni prima che i sindaci versino quanto hanno promesso. Nel frattempo arriveremo al 15 aprile e maturerà la terza mensilità, per cui saremo punto e a capo. In parole povere, lo sciopero continua!
Intanto il direttore del Sevizio di igiene ambientale di vita dell'Asp, dott. Vittorio Spoto, ha inviato una nota a Gesa; ai Sindaci interessati, al Prefetto ed al Dirigente dell'Agenzia regionale per i Rifiuti e per le Acque di Palermo, per evidenziare «gli inconvenienti igienico-sanitari, con possibili ripercussioni sulla salute pubblica, determinati dalla mancata raccolta della spazzatura», per cui ribadisce «l'urgenza dell'adozione di ogni utile provvedimento atto alla risoluzione della problematica in argomento, a tutela della salute pubblica». SALVATORE FUCA
GIORNALE DI SICILIA
Pasqua tra i rifiuti, lo sciopero va avanti.
Niente intesa tra Gesa, sindaci e imprese
Il direttore del Servizio di igiene Ambientale Vittorio Spoto si è detto preoccupato per la sicurezza dei cittadini legata ai cumuli dl rifiuti per strada.
Sembra proprio che sarà una settimana di Pasqua tra i rifiuti quella che ci si appresta a trascorrere ad Agrigento ma anche negli altri comuni dell' Ato Ag2, con situazioni limite come quelle di Sant'Angelo Muxaro dove la tradizione degli Archi, farà da cornice ai cassonetti della spazzatura ricolmi. Il vertice convocato ieri mattina a Gesa dal commissario liquidatore Teresa Restivo, si è concluso con un sostanziale nulla di fatto, con le parti, ferme ognuna sulle proprie posizioni. I sindaci, che sono arrivati quasi al gran completo, hanno detto che più di quello che stanno facendo, in termini di rientro dai debiti, non possono fare, la Gesa che si dice pronta a versare nelle casse delle imprese ogni euro che arriverà e le ditte che per pagare due stipendi, vogliono sul piatto almeno 6 milioni e 200 mila euro a saldo delle fatture di settembre, ottobre e novembre. I sindacati, che pressano per un commissariamento immediato dei sindaci inadempienti, propongono un incontro alle ditte a cui chiedono sostanzialmente di fare un ulteriore sforzo in aggiunta a quelli già fatti e infine gli operatori ecologici che non ci pensano proprio a tornare ad indossare e mascherine per ripulire le città. I paventati 5 milioni di euro da racimolare nei prossimi giorni per pagare le imprese, sono una speranza più che una certezza e l'ultima possibilità sembra adesso quella che l'assessore regionale all'industria Giosuè Marino, attento conoscitore di cose e dinamiche agrigentine grazie ai suoi anni trascorsi come Prefetto di Agrigento, convochi i sindaci dei comuni dell'Ato, la Gesa, i sindacati e le imprese per sentire dalla loro voce come intendono procedere per evitare che 19 comuni vengano sepolti dai rifiuti. E intanto, sulla scorta della mancata raccolta de rifiuti e il conseguente svuotamento dei cassonetti, la situazione igienico sanitaria si sta aggravando giorno dopo giorno. Ieri, il direttore del Servizio di igiene ambientale di Vita, Vittorio Spoto, ha inviato una nota al commissario di Gesa, ai sindaci, al prefetto Ferrandino, al direttore dell'Agenzia regionale per i Rifiuti e per le Acque di Palermo, per segnalare gli inconvenienti igienico-sanitari, con possibili ripercussioni sulla salute pubblica, determinati dalla mancata raccolta dei rifiuti. «La situazione ad oggi persistente - scrive Vittorio Spoto - risulta ancor più aggravata rispetto ai giorni precedenti, ragione per cui si ribadisce l'urgenza dell'adozione di ogni utile provvedimento atto alla risoluzione del problema a tutela della salute pubblica. (AMM)
APPALTO I Sindaci di Porto Empedocle, di Raffadali e del capoluogo rinnovano la proposta
Gestione in «house», i Comuni ci provano
Ed è nella confusione più totale, nel marasma della mancanza di una progettualità immediata che risolva l'emergenza» che l'unica proposta, nemmeno tanto nuova, è quella dei sindaci di Agrigento, Porto Empedocle e Raffadali che, nonostante l'assessore Marino abbia detto che non è possibile con la normativa attuale» chiedono ancora la riassegnazione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti alloro Comuni. «Quando qualche mese addietro abbiamo proposto questa linea con diversi altri sindaci taluni hanno gridato all'eresia - ha detto Lillo Firetto - e così torniamo ad essere invasi dai rifiuti come tanti altri comuni della provincia. La riassegnazione ai Comuni della gestione del servizio di raccolta e di spazzamento è ormai diventata inevitabile. Se non si pensa alla creazione di nuove forme di gestione si andrà sempre e solo avanti con le emergenze continue e non potrà mai riacquisire efficienza di costi e qualità del servizio». Dello stesso avviso anche Marco Zambuto. «Per parte nostra - ribadisce - riottenuto il servizio, che è stato scippato al Comune di Agrigento con discutibili normative» ci impegniamo a ridurre i costi, a fare pagare dimeno le bollette, a tenere la città più pulita e vivibile, ad erogare regolarmente a tutti i lavoratori le loro spettanze ed a mettere in piedi un servizio efficiente e trasparente». (AMM)
Agrigentoflash.it
Università, Schembri: "finalmente la convocazione dell'Assemblea dei Soci"
"È con viva soddisfazione che apprendiamo come il Comune di Agrigento e la Camera di Commercio si siano tempestivamente attivati per chiedere la convocazione dell'Assemblea dei Soci del Consorzio Universitario della Provincia di Agrigento al fine di procedere all'approvazione degli strumenti finanziari". È quanto afferma in una nota l'Assessore Provinciale ai rapporti con l'Università, Francescochristian Schembri, che aggiunge come "la richiesta di convocazione dell'Assemblea dei Soci arriva finalmente dopo che le precedenti sedute risultavano deserte a causa della loro assenza o comunque facevano mancare i requisiti legali per la validità". "Accolgo positivamente - sottolinea Schembri - che Comune di Agrigento e Camera di Commercio abbiano accettato l'invito del sottoscritto ad assumere un forte senso di responsabilità in nome e per conto degli studenti universitari della nostra provincia al fine di garantire il corretto e sano svolgimento delle attività didattiche e gestionali del Consorzio Universitario". "Nonostante la Provincia Regionale di Agrigento - continua Schembri -, quale rappresentante maggioritario delle quote del CUPA, non ha mai fatto mancare la propria presenza in seno all'Assemblea dei Soci, la ripetuta assenza del Comune di Agrigento e della Camera di Commercio non ha fino ad oggi consentito l'approvazione del bilancio preventivo 2011". "Una situazione di stallo - conclude l'Assessore Schembri - che finalmente sembrerebbe essere superata dalla intenzione manifestata dai due Enti di volere approvare in tempi celeri l'esercizio finanziario".
Grandangolo.it
Direzione regionale Pd apre crisi: impossibile sostegno Lombardo
La direzione regionale del Pd, ascoltata la relazione del segretario regionale Giuseppe Lupo, ha condiviso l'orientamento espresso dal segretario "sull'impossibilita di sostenere il governo regionale presieduto da Raffaele Lombardo". "Chiedero' un incontro- ha detto Lupo -al segretario nazionale Bersani per un confronto sulle valutazioni espresse dalle direzione sulla situazione politica regionale". E' l'ufficializzazione della crisi, dopo che il gip di Catania ha deciso l'imputazione coatta del governatore per concorso esterno in associazione mafiosa. L'esito di una direzione non riconosciuta e ritenuta nulla dalle aree Cracolici-Lumia, Innovazioni e Letta (64 componenti su 111, secondo i 'ribelli'), cioè quelle 'filo-governative', che ne avevano chiesto il rinvio ritenendo che sotto le amministrative non poteva esser emesso in discussione il sostegno alla giunta Lombardo. "Chiederò un incontro- ha detto Lupo - al segretario nazionale Bersani per un confronto sulle valutazioni espresse dalla direzione sulla situazione politica regionale".
Quello guidato da Lombardo è un governo tecnico sostenuto da Pd, Mpa, Fli e Movimento popolare siciliano. Risale a fine dicembre scorso il divorzio dell'Udc. Adesso arriva la presa di posizione della direzione del Pd che ha sancito definitivamente la spaccatura tra le anime del partito, da sempre divise sull'appoggio alla giunta regionale. La 'corrente anti-governativa' si è improvvisamente allargata la scorsa settimana dopo la decisione del Gip etneo che potrebbe preludere a un rinvio a giudizio a carico del leader del Mpa, il quale ha già fatto sapere che, se si verificasse questa eventualià, sgombrerebbe il campo, dimettendosi. Il Pd siciliano, spinto dal partito nazionale, vuole evitare, però', di restare travolto e intende sfilarsi prima che sia troppo tardi. Uno tra i principali sponsor dell'esperienza di Palazzo d'Orleans, non ci sta: "Oggi a Palermo e in molti altri centri della Sicilia - dice il senatore Beppe Lumia - ci sono le condizioni per battere il centrodestra. Pare che a Lupo, però, questo faccia problema. Il segretario dimissionario del Pd sembra pù' impegnato a dividere che a unire per vincere le elezioni. La sua gestione ambigua del partito rischia di rimettere il centrodestra in gioco e di spingere il Terzo polo, o parti di esso, nelle braccia del Pdl, per la gioia degli eredi di Cammarata. Solo qualche settimana fa aveva chiesto lui di rinviare a dopo le elezioni l'assemblea sulla mozione di sfiducia nei suoi confronti. Oggi prendiamo atto che ha cambiato idea".
Emergenza rifiuti: Agrigento (e non solo) in ginocchio
Dopo Palermo anche Agrigento: la città dei Templi e 18 paesi della provincia sono in piena emergenza rifiuti. Da otto giorni gli operatori ecologici dell'Ato Gesa Ag 2 non hanno svuotato i cassonetti. Il vertice di questa mattina fra il liquidatore della Gesa, Teresa Restivo, alcuni dei sindaci interessati e i rappresentanti delle ditte non ha trovato soluzioni immediate. I sindaci di Agrigento Marco Zambuto, di Raffadali, Silvio Cuffaro, e di Porto Empedocle, Calogero Firetto, chiedono che il servizio di raccolta venga riaffidato immediatamente ai Comuni. Le ditte che si occupano dello svuotamento dei cassonetti chiedono almeno 6 milioni di euro per pagare gli stipendi, ma sono creditori di 9 milioni. Ne sono disponibili, invece, appena 3 e mezzo. Secondo indiscrezioni, l'assessore regionale all'Energia, Giosuè Marino, dovrebbe convocare i sindaci al più presto. La richiesta dei lavoratori, che non ricevono gli stipendi da tre mesi, è chiara: i Comuni devono prima saldare il debito nei confronti di Gesa, permettendo il pagamento degli stipendi, e poi chiedere alla Regione lo scioglimento dell'Ato. Regna sovrana la confusione e i 19 comuni del'Ato Gesa Ag2 continuano a rimanere sommersi dai rifiuti. Intanto il direttore del servizio di igiene ambientale di Agrigento,Vittorio Spoto, ha inviato una nota al presidente Ato Ge.Sa Ag2; ai Sindaci dei Comuni Ato Ge.Sa Ag2, al Prefetto di Agrigento; al dirigente dell'Agenzia regionale per i rifiuti e per le acque di Palermo, per segnalare gli "inconvenienti igienico-sanitari, con possibili ripercussioni sulla salute pubblica, determinati dalla mancata raccolta dei R.S.U. La situazione ad oggi persistente - scrive ancora Vittorio Spoto - risulta aggravata ancor più aggravata, ragione per cui si ribadisce l'urgenza dell'adozione di ogni utile provvedimento atto alla risoluzione della problematica in argomento, a tutela della salute pubblica" . L'emergenza rifiuti non è solo ad Agrigento ma anche a Porto Empedocle e Favara, dove ormai da sei giorni non viene raccolta la spazzatura. Cumuli di pattume si ammassano dovunque nelle tre città gestite dall'Ato Gesa Ag2 i cui dipendenti sono in sciopero a oltranza, fino a quando non otterranno il pagamento degli stipendi di gennaio, febbraio e marzo. Decine, intanto, i cassonetti dati alle fiamme dai cittadini esasperati. La situazione e' in stallo perché non ci sono i fondi per saldare le retribuzioni
Lavalledeitempli.net
Assemblea dei Soci del Consorzio Universitario della Provincia di Agrigento - Soddisfazione dell'assessore Schembri
"È con viva soddisfazione che apprendiamo come il Comune di Agrigento e la Camera di Commercio si siano tempestivamente attivati per chiedere la convocazione dell'Assemblea dei Soci del Consorzio Universitario della Provincia di Agrigento al fine di procedere all'approvazione degli strumenti finanziari".
È quanto afferma in una nota l'Assessore Provinciale ai rapporti con l'Università, Francescochristian Schembri, che aggiunge come "la richiesta di convocazione dell'Assemblea dei Soci arriva finalmente dopo che le precedenti sedute risultavano deserte a causa della loro assenza o comunque facevano mancare i requisiti legali per la validità".
"Accolgo positivamente - sottolinea Schembri - che Comune di Agrigento e Camera di Commercio abbiano accettato l'invito del sottoscritto ad assumere un forte senso di responsabilità in nome e per conto degli studenti universitari della nostra provincia al fine di garantire il corretto e sano svolgimento delle attività didattiche e gestionali del Consorzio Universitario".
"Nonostante la Provincia Regionale di Agrigento - continua Schembri -, quale rappresentante maggioritario delle quote del CUPA, non ha mai fatto mancare la propria presenza in seno all'Assemblea dei Soci, la ripetuta assenza del Comune di Agrigento e della Camera di Commercio non ha fino ad oggi consentito l'approvazione del bilancio preventivo 2011".
"Una situazione di stallo - conclude l'Assessore Schembri - che finalmente sembrerebbe essere superata dalla intenzione manifestata dai due Enti di volere approvare in tempi celeri l'esercizio finanziario
perlacittà.it
Pure a Pasqua si rischia di restare tra i rifiuti - La storia dei "polli" di Gesa Ag2
di Franco Pullara
Ieri, in tarda serata è arrivata da parte delle società che gestiscono il servizio la richiesta di un altro milione di euro per porre fine allo sciopero.
Adesso, c'è la corsa per trovare altri soldi. Una regola del poker dice che "se dopo mezzora di gioco non hai capito chi è il pollo, il pollo sei tu!" Nel nostro caso i polli da spennare sono gli utenti di Agrigento, Aragona, Cammarata, Casteltermini, Castrofilippo, Comitini, Favara, Grotte, Joppolo, Lampedusa, Montallegro, Porto Empedocle, Racalmuto, Raffadali, S. Angelo Muxaro, S. Elisabetta, Siculiana e San Giovanni Gemini, che fanno capo al carrozzone dell'Ato Gesa Ag2.
L'utenza paga a peso d'oro un servizio, a dire poco, inadeguato, mentre non si pagano gli operatori ecologici, che, ovviamente, scioperano per ottenere il salario.
Ma si tratta di uno sciopero o di una serrata mascherata da sciopero?
Considerato che intorno al tavolo delle trattative con i Comuni siedono i rappresentanti delle aziende che gestiscono il servizio, si tratterebbe di serrata.
Lasciamo perdere, ché alla base c'è un significativo ritardo nel pagamento del servizio che si abbatte sui lavoratori delle ditte.
I polli da spennare restano, comunque, gli utenti di Gesa Ag2.
Facciamo un esempio utilizzando la realtà di Favara che vale, pressappoco, per tutte le altre città che hanno la "disgrazia" di fare parte dell'Ato rifiuti.
Ogni anno ai favaresi è imposto il pagamento di 460mila euro per la pulizia del loro paese.
Una cifra esagerata per la povertà della popolazione e in termini di comparazione costo qualità del servizio.
La gente non potendo, per ragioni economiche, pagare le bollette genera un debito, che recentemente ha raggiunto quota 920mila euro, solo per Favara.
L'amministrazione comunale è pronta a pagare, una parte di questo debito, cioè 611mila euro, ma alle aziende che gestiscono il servizio non basta lo sforzo di Favara e degli altri Comuni, vuole di più.
In particolare chiede, dicevamo, un altro milione di euro.
Sasà Manganella, Silvio Cuffuro e altri sindaci hanno avanzato la proposta di uscire dall'Ato e di passare alla gestione diretta del servizio di igiene ambientale.
La Regione, al di là del commissariamento di Gesa Ag2, non fa nulla.
Le amministrazioni comunali si accorgono della problematica solo quando la spazzatura raggiunge, in altezza, i primi piani delle abitazioni.
E risolto il problema in via provvisoria da sempre e mai in via definitiva, tutti i protagonisti del "teatrino" tornano a dormire sogni tranquilli.
Resta alta l'evasione fiscale e resta in piedi un servizio che per i suoi elevati costi non può essere sostenibile dai cittadini che recitano con professionalità la parte dei polli da spennare. Non si registra, da parte loro, un minimo segnale di legittima protesta.
Agrigentooggi.it
Francescochristian Schembri: riunirà l'assemblea dei soci del CUPA
Francescochristian Schembri, Assessore provinciale per i rapporti con l'Università, ha espresso viva soddisfazione per la decisione del Comune e della Camera di Commercio di Agrigento di convocare l'assemblea dei cosi del Consorzio Universitario della Provincia di Agrigento, al fine di procedere all'approvazione degli strumenti finanziari. La decisione dei soci del consorzio è scaturita a seguito dello specifico invito loro rivolto proprio dall'assessore Schembri che li ha richiamati al senso di responsabilità "in nome e per conto - ha detto lo stesso assessore Schembri - degli studenti universitari della nostra provincia al fine di garantire il corretto e sano svolgimento delle attività didattiche e gestionali del Consorzio Universitario"."La Provincia regionale di Agrigento - aggiunge Schembri - quale rappresentante maggioritario delle quote del CUPA, non ha mai fatto mancare la propria presenza in seno all'Assemblea dei Soci, mentre la ripetuta assenza del Comune e della Camera di Commercio, non ha finora consentito l'approvazione del bilancio preventivo 2011".Va aggiunto che il ragioniere Salvatore Burgio, aveva previsto che il bilancio di previsione 2011 del CUPA, e questo era detto nel settembre 2011, al massimo nel Natale 2011.Così non è stato e, inutilmente, il ragioniere Burgio invocò l'intervento dell'Assessore regionale al ramo. Burgio invocò l'intervento anche dell'assessore Schembri, che, oggi, anche se con qualche ritardo, annuncia che, a breve, si riunirà l'assemblea dei soci del Consorzio per l'approvazione del bilancio di previsione del 2011, mentre però, siamo abbondantemente nell'anno 2012 inoltrato
Conto alla rovescia per le liste
C'è grande fermento ad Agrigento per la chiusura delle liste per le prossime amministrative del 6 e 7 maggio. Da venerdì e fino a mercoledì 11 aprile (giorni feriali), si potranno presentare al Comune di Agrigento.
I segretari comuni invieranno quindi alla commissione elettorale circondariale gli atti relativi alle candidature e alle liste presentate per l'elezione di sindaco e consiglio comunale. Sarà lquesto organismo ad esaminare le candidature e le liste. Nel resto dell'Italia, tutte le procedure invece si chiuderanno invece entro mercoledì 4 aprile.
Le elezioni sono anche il debutto del nuovo sistema elettorale, che modifica in parte il sistema precedente, introducendo la sostanziale novità che il voto espresso dall'elettore per la lista dei candidati al consiglio comunale non si estende al candidato sindaco cui la stessa è collegata e viceversa (cosiddetto effetto trascinamento). Questo comporterà che l'elettore deve manifestare espressamente il proprio voto, sia per il candidato consigliere, sia per il candidato a sindaco. Resta inalterata il cosiddetto "voto disgiunto", ovvero la possibilità di esprimere la preferenza per un candidato sindaco e per una lista ad esso non collegata. La nuova legge prevede, inoltre, l'obbligo della rappresentanza minima di genere, sia nella composizione delle liste (almeno un quarto dei candidati deve essere di sesso diverso), sia in quella delle giunte (almeno un assessore appartenente a un genere diverso). In tema di composizione delle giunte, previsto l'obbligo di almeno 4 componenti nei comuni superiori a 10mila abitanti. Inoltre viene sancita l'incompatibilità a far parte della giunta per i congiunti più stretti di sindaco (o presidente della Provincia), assessori e consiglieri. Rispetto al passato, è ammessa la possibilità per i consiglieri di essere nominati assessori (fino al massimo del 50 per cento dei componenti la giunta). Cambia anche la percentuale per l'approvazione della mozione di sfiducia del sindaco o del presidente: dal 65 per cento si passa ai 2/3 dei componenti. Viene introdotto, inoltre, l'istituto della revoca del presidente del consiglio, le cui modalita' di presentazione e approvazione (almeno i 2/3 dei componenti) sono rimesse ai singoli statuti comunali o provinciali.
Saranno cinque i candidati alla poltrona di sindaco di Agrigento. In lizza c'è il primo cittadino uscente Marco Zambuto che nel 2007 sbaragliò il campo presentandosi senza le insegne dei partiti e che oggi avrà invece l'appoggio dell'Udc e di un movimento di fuoriusciti dal Pdl e chiamato Patto per il Terrritorio. Lo sfiderà il collega avvocato Salvatore Pennica, espressione della società civile e del movimento Èpolis. Pennica sarà sostenuto anche dal Pdl - è la città del segretario nazionale Angelino Alfano, ma il partito non avrà un suo candidato - e da Grande sud di Gianfranco Miccichè. Il terzo candidato sarà il segretario provinciale della Cgil, Mariella Lo Bello che sarà sostenuta dal cartello di partiti che appoggiano il governo regionale e cioè l'MpA, il Pd, l'Api e Futuro e Libertà. In lizza anche l'ambientalista Giuseppe Arnone, che sarà sostenuto da una lista civica di sinistra. Il quinto candidato sarà invece Giampiero Carta, dell'Italia dei Valori, che è stato designato dopo le primarie tra i partiti della sinistra con Sinistra e libertà. Nel 2007 Marco Zambuto vinse nettamente il ballottaggio contro il candidato ufficiale del centrodestra con lo slogan "Al di sopra dei partiti"In provincia di Agrigento si vota anche ad Aragona