PUBBLICHIAMO IL TESTO DELL'INTERVISTA RILASCITA DAL VICE PRESIDENTE DELLA PROVINCIA REGIONALE DI AGRIGENTO, PAOLO FERRARA, AL GIORNALE ONLINE SICILIA 24H.IT
Vice Presidente Ferrara. Si stanno muovendo molte critiche all'indirizzo della provincia regionale di Agrigento a proposito dell'addizionale RC auto. Vogliamo spiegare ai nostri lettori nello specifico cosa è accaduto?
In un momento economico drammatico come quello che il nostro Paese sta attraversando è doveroso dare precise spiegazioni ai cittadini sull'operato che le amministrazioni a vari livelli operano sul territorio
"In riferimento alle note ed agli articoli apparsi, nei giorni scorsi, sulla stampa locale, riportanti attacchi e critiche di alcuni consiglieri provinciali sul provvedimento relativo all'aumento dell'aliquota RCA di pertinenza della Provincia Regionale di Agrigento, è giunto il momento di fare chiarezza.
Va premesso, intanto, e in ciò interpretando il pensiero del Presidente, Eugenio D'Orsi, questa Amministrazione si è sempre distinta per una politica di rigore delle spese e di salvaguardia delle fasce più deboli della popolazione, non mettendo mai le mani nelle tasche dei cittadini.
La sofferta decisione di aumentare la quota sulle polizze assicurative è dovuta al sempre più costante "taglio" di trasferimenti dello Stato agli Enti Locali e alla Province. Non ultimo, quello del quattro per cento del tributo ambientale, grazie al quale, nelle casse della Provincia di Agrigento, entravano quattro milioni di euro, adesso cancellati. Una rarefazione dei trasferimenti statali, grazie al decreto "Salva Italia" del Governo Monti, che ha raggiunto quest'anno quota 10 milioni di euro, cifra considerevole in rapporto all'ammontare del bilancio dell'Ente.
A fronte di ciò credo appaia giustificata, supportata ovviamente dalle normative esistenti, la decisione di elevare, dal 12,5 al 16 per cento, l'addizionale sulle RCA. Un provvedimento, in Italia, adottato da due Province Regionali su tre: quello approvato dalla Giunta D'Orsi non è elevato e incide solamente per circa 8 o 9 euro annue sulle tasche degli automobilisti. Un onere necessario e legittimo, come detto, per realizzare e garantire, a favore dell'intera collettività agrigentina, tutti i servizi di competenza della Provincia Regionale, dall'edilizia scolastica, alla viabilità, alla Solidarietà Sociale, garantendo anche la contrattualizzazione dei precari.
Può elencarci dettagliatamente in quale direzione sono stati effettuati sostanziali tagli? Insomma il risparmi in cifre concrete.
La Provincia Regionale di Agrigento, favorita da una avveduta politica tesa all'oculatezza delle spese, dettata dal Presidente D'Orsi, ha dimostrato di avere cognizione sulla riduzione dei costi registrando, nelle differenti voci di capitolo, un sostanzioso e ragguardevole risparmio. Tra quelle più in evidenza:
-Convegni, missioni, manifestazioni, spettacoli, contributi, e formazione passati dai 2.960.758,82 euro del 2007 ai 559.259,00 euro del 2011. Ed ancora:
-Manifestazioni sportive, varie e sponsorizzazioni- dai 510.695,00 euro del 2007 ai 26.486,00 euro del 2011;
- Centro di Costo Spettacolo -dai 330.600,00 euro del 2007 ai 69.991,00 euro del 2011;
- Centro di Costo Cultura- dai 610.650,00 euro del 2007 ai 124.961,00 euro del 2011;
- Centro di costo Partecipazione e Decentramento - dai 636.475,00 euro del 2007 a 89.267,00 euro del 2011;
-Centro di costo Turismo dai 510.695,00 euro del 2007 ai 173.043,00 euro del 2011;
-Spese per formazione del personale dai 59.318,00 del 2007 euro a 19.935,00 del 2011;
-Spese per missioni dipendenti dai 321.906,00 euro del 2007 ai 54.859,00 del 2011;
-Spese per missioni Amministratori, Assessori e Presidente dai 42.970,69 euro del 2007 ai 717,00 del 2011.
Un ulteriore contenimento dei costi si è avuto grazie all'annullamento di circa 100 linee telefoniche dirette, con un risparmio di 15 mila euro all'anno. E ancora: l'abolizione di tutte le giunzioni ha consentito un ulteriore risparmio di circa 24 mila euro annue, a cui si aggiungono 126 mila euro per l'eliminazione di circa 20 fax, la bonifica di servizi e linee telefoniche, nonché il cablaggio integrato fonia/dati. Inoltre la riduzione dei telefonini ha consentito un risparmio di circa 15 mila euro.
Fin qui i fatti supportati dall'oggettività dei numeri, numeri e atti che sono a disposizione di ogni cittadino. A questo va aggiunto le condizioni di difficoltà e congiunture economiche del momento che rendono straordinarie azioni prima facilmente realizzabili e il cosiddetto patto di stabilità che condiziona pesantemente qualsiasi iniziativa volta all'investimento e alle istanze provenienti da diverse categorie
Presidente Ferrara, lei che è sempre stato oltre che un operatore della politica a livello provinciale anche un attento osservatore dei fenomeni politici che nel corso degli anni si sono proposti sulla scena politica, Le chiedo un giudizio sul fenomeno Grillo e dei grillino.
Ho sempre molto rispetto per ciò che la gente o comunque l'elettorato decreta degno di attenzione, perché gli umori popolari sono sempre presagio di nuove direzioni, di nuovi percorsi che portano verso le istanze della gente.
Per molto tempo la politica ha smesso di interpretare il voto nella giusta maniera e in altri casi, ha utilizzato la buona fede dell'elettorato per poi tradirlo e deluderlo e dicendo questo mi riferisco alla lega. Oggi Grillo diventa megafono di un malessere ma lo fa con molto meno qualunquismo di come si tenta di dipingerli. Ci sono molte verità in quello che dice e non sarà certo il fatto che si tratta di un comico che ne sminuisce l'autorevolezza. Oggi è un catalizzatore di consensi e di questo gliene va dato atto, di contro noi che facciamo politica da molto più tempo di lui dobbiamo porci all'ascolto di questi passate il termine "fenomeni" che spesso sono l'anticipazione di risvolti molto più grandi e difficilmente prevedibili.
Saggezza vuole che chi ha qualcosa da dire venga ascoltato. Credo che bisogna farlo sempre e comunque.
Vice presidente Ferrara, come giudica le azioni messe in atto dall'attuale esecutivo nazionale?
Credo che questo governo non ascolti la popolazioni, altrimenti ne sentirebbe le grida di dolore. Tartassare una popolazione in un periodo di crisi economica senza creare leve di crescita e di sviluppo è come volere guarire un malato dando egli dosi di medicina in quantità letali.
Io da bancario piuttosto che da politico, avrei puntato a mettere in movimento il mercato immobiliare che da sempre funge da traino per tutta l'economia. Tassare oltre misura gli immobili significa deprezzare il patrimonio degli italiani.
Se invece di inibire il mercato lo si stimolasse con incentivi di varia natura, tali da invogliare anche attraverso azioni, fatemi passare il termine, "paracoattive", significherebbe mettere in moto un sistema virtuoso che coinvolgerebbe tutto l'indotto che gira intorno ad un immobile. Falegnami, mutatori, arredatori, idraulici, elettricisti, mobilieri, tappezzieri e potrei continuare per ore in un elenco infinito. Invece chi ha immobili oggi tenta di venderli per evitare di pagarci insopportabili balzelli, chi ha i soldi non li compra e tutto si cristallizza.
Io addirittura proporrei un tetto massimi di possedimenti in termini di liquidità, imponendo delle tassazioni esagerate per chi supera il tetto stabilito e degli sgravi importanti per chi i soldi posseduti oltre il tetto previsto, li investe in immobili. Provate ad immaginare cosa accadrebbe. Le transazioni schizzerebbero alle stelle e si metterebbe in moto un circolo virtuoso inimmaginabile. Invece ci ritroviamo un popolo di ricchi poveri, proprietari di immobili che sulla carta valgono chissà quanto ma nella realtà non hanno mercato.
Sta accadendo al patrimonio immobiliare degli italiani quello che è già accaduto ai possessori di auto di grossa cilindrata: non valgono più nulla perché nessuno le acquista. O meglio le vengono ad acquistare i francesi e i tedeschi per un pugno di mosche. Chi viaggia in giro per le autostrade italiane vedrà spesso bisacche piene di auto di grossa cilindrata in viaggio verso l'estero, questo grazie alle strategie economiche di questa squadra di professori.
Per non dire che le spettacolari operazioni fatte a Cortina e dintorni andrebbero fatte in silenzio perché non servè spettacolarizzarle per combattere l'evasione. Questo serve solo ad inibire i consumi, dicasi recessione. Questa è la mia visione di ciò che sta accadendo
Grande Sud partito del territorio e per il territorio. In che cosa siete diversi dagli altri, e in che cosa lo sarete da qui in avanti.
Non siamo diversi da nessuno, siamo un movimento politico che riconosce al territorio priorità assoluta. Siamo un gruppo nutrito di persone che vivendo il territorio ne conosce le difficoltà e le necessità e si prefigge di trovarne le soluzioni.
Dovremmo e sono convinto che questo accadrà a breve forzare sulla comunicazione, uscire in maniera più forte, più prorompente e se vogliamo più provocatoria. E' la provocazione che spesso mette in moto i ragionamenti e che accende i riflettori su cose che altri vorrebbero mettere sotto il tappeto. Questo è uno dei punti focali ai quali stiamo lavorando.
Le chiedo consapevole che la domanda può risultare ( fatta a Lei) politicamente scorretta: ma le province servono davvero a qualcosa?
La sua domanda non è affatto politicamente scorretta , anzi la trovo molto di attualità. Se l'abrogazione delle province è finalizzata ad una politica di tagli credo che sia l'ennesima presa in giro per fare zittire che vuole a tutti i costi un capro espiatorio. I tagli vanno effettuati su altri fronti ove sperperi, assenteismo e poca produttività costa molto di più di qualsiasi provincia al cittadino.
Credo invece che sia doveroso da parte della Provincia produrre risultati e portarli a conoscenza dei cittadini, coordinare ancor meglio il territorio, promuovere iniziative che vadano al di là delle consuete iniziative finalizzate al nulla.
Credo che oggi la gente debba essere partecipe dell'azione amministrativa e lo debba pretendere. Per quanto mi riguarda sarei felice se questo accadesse.
Il suo futuro politico come lo vede?
Il futuro politico appartiene a tutti noi, e la prego di non leggere retorica in queste mie parole. Oggi la politica deve essere estesa in maniera importante alla società civile, non vi è politica degna di questo nome se a farla non partecipa la società civile.
Per quanto mi riguarda, vivo la politica come un credente vive la propria fede, con determinazione, abnegazione, disponibilità e umiltà, almeno ci provo non è detto che ci riesca sempre.
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