DI SICILIA
SEDUTA DI CONSIGLIO. Rinvio Al 16 luglio
Provincia, fumata nera per il piano triennale
Fumata nera, in Consiglio provinciale, per il piano triennale delle opere pubbliche e per il bilancio di previsione. L'aula Pellegrino, dopo un ampio dibattito, ha deciso di rinviare i lavori ai 16 luglio alle 19. La decisione è stata presa su input della commissione Bilancio in quanto il prossimo 9 luglio sarà in discussione al Parlamento la situazione dei lavoratori precari, e alcune delle 25 proposte di emendamento allo schema di Bilancio già approvato dalla Giunta vertono proprio sulla delicata situazione dei precari dell'Ente. La proposta di rinvio al 16 luglio, fatta dal consigliere Angelo Bennici, è stata accolta con 13 voti favorevoli, 5 contrari e 4 estensioni. La seduta, nella prima ora dei lavori, è stata caratterizzata dalla discussione dì alcuni dei 10 punti all'ordine dei giorno. Il Consiglio, presieduto da Raimondo Buscemi, ha quindi discusso due interrogazioni. La prima, presentata da Roberto Gallo (Destra), ha avuto come oggetto la nomina che lo stesso Gallo ha definito "fantasma" dell'Assessore Alfonso Montana. La seconda interrogazione è stata presentata da Maurizio Masone (PD) sui tagli operati da Trenitalia sui collegamenti ferroviari. Alle due interrogazioni ha risposto il vice presidente della Provincia, Paolo Ferrara. Il Consiglio ha successivamente discusso la proposta di approvazione del nuovo schema dello statuto del Consorzio Universitario. La votazione finale (16 si, 2 astenuti, 6 no) ha consentito l'approvazione delle linee guida della Commissione Affari Generali, da sottoporre all'attenzione del Cupa. (PAPI)
ARCIDIOCESI La scelta di mons. Franco Montenegro trova il plauso anche del deputato del Pd Peppe Lumia: «Una decisione di certo molto saggia»
Funerali vietati al presunto boss mafioso Venturi: «Un segnale chiaro per i collusi»
All'esponente della cosca di Siculiana era stata data la benedizione ma non il funerale tradizionale
Per il parroco del paese, don Leo Argento, «non mancano le difficoltà e le perplessità, anche dl carattere spirituale, pastorale e soprattutto pratico.
Assume sempre più la strada di un segnale inequivocabile per la società civile e di un messaggio chiaro ai funzionari pubblici corrotti, la scelta dell'arcivescovo di Agrigento, Francesco - Montenegro, di vietare la celebrazione dei funerali religiosi per Giuseppe Lo Mascolo, 73 anni di Siculiana morto nei giorni scorsi. Marco Venturi. "Apprezzo la scelta della Curia di Agrigento -ha commentato l'assessore regionale alle attività produttive Marco Venturi- che ha voluto dare un segnale chiaro, forte e preciso a quei mafiosi che, in virtù di un codice d'onore barbaro e vile, commettono reati efferati, professandosi al contempo ferventi cristiani. Sono valori non conciliabili, la cristianità e la mafiosità. E in una terra come la Sicilia, in cui le commistioni tra poteri corrotti, istituzioni sensibili alle pressioni mafiose ed in cui talvolta anche il clero si è girato dall'altra parte, una presa di posizione come quella del vescovo di Agrigento va condivisa, apprezzata, appoggiata e sottolineata. Peppe Lumia "È una scelta saggia - dice il senatore del- Pd Giuseppe Lumia - quella dell'arcivescovo di Agrigento di negare i funerali ad un boss di Cosa nostra, perché stigmatizza quella cultura mafiosa che si serve della religione nei suoi aspetti formali e non autenticamente evangelici. È significativo che ciò avvenga nel territorio più mafioso d'Italia, da dove Giovanni Paolo II condannò senza mezzi termini la mafia. Don Diego Acquisto "L'épisodio di Siculiana con l'intervento autorevole di don Franco, segna una svolta rivoluzionaria, che forse inciderà in tutta la Chiesa siciliana e meridionale, perché può diventare davvero, sul piano sociale - concreto, l'inizio di una delegittimazione forte della potenza mafiosa, specie nei posti di più sentita, autentica religiosità. È ili commento di don Diego Acquisto, parroco di Siculiana .A mio giudizio -spiega - la strada è tutta in salita, perché non mancano le difficoltà e le perplessità, anche di carattere
spirituale, pastorale e soprattutto pratico. Come è noto, spesso per tanti personaggi importanti si sceglie la Chiesa più grande e centrale del paese e si verificano forme di grande pomposità esteriore, proporzionale alla rilevanza del personaggio, sul piano politico, amministrativo, sociale. Così sono rimasti famosi, anche dalle nostre parti, per l'eccezionale partecipazione di popolo e per tutta un'accurata ed indovinata scelta di espedienti, taluni funerali di personaggi, boss riconosciuti di mafia o comunque in odor di mafia. La mafia si ammanta di religiosità, ma è una religiosità idolatrica, perché ha i suoi idoli nel potere, nel denaro, nella prevaricazione. (AMM)
REAZIONI. Interviene il presidente della Provincia. Alfonso Cicero, Asi: «Inconciliabilità di valori» D'Orsi: «Decisione per rompere col passato
«Mi sembra alquanto doveroso e dignitoso non lasciare solo il nostro Arcivescovo Francesco
Montenegro in un gesto di fermezza, di coraggio e di cottura con il passato che nobilita e rafforza di
nuova fiducia di rinascita la provincia agrigentina ed i suoi abitanti. Un'azione educazionale di
grande impatto sociale. Il coraggio, la coerenza e la determinazione che ha dimostrato Don Franco, ci obbligano ad una attenta analisi interiore, imponendoci ad uscire fuori dal "nascondiglio" in cui viviamo, fatto di formalismi, consuetudine, mediocrità e luoghi comuni. Lo scrive in una nota il presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, "La decisione della Curia agrigentina di vietare le esequie ad un soggetto coinvolto in un operazioni antimafia delle Forze dell'Ordine, esprime il senso più profondo nelle parole pronunciate da Don Franco nell'omelia di domenica scorsa,". CICERO ASI .Esprimo gratitudine e apprezzamento da amministratore pubblico ed a cittadino siciliano a Monsignor Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento, per la decisione di non consentire la celebrazione eucaristica ma soltanto la benedizione della salma,ai funerali del boss di
Giuseppe Lo Mascolo. È quanto afferma il Commissario straordinario dell'Asi di Agrigento, Alfonso Cicero che sottolinea e apprezza il messaggio importante lanciato da mons. Montenegro ai fedeli di tutta l'Isola, mettendo in luce l'inconciliabilità dei disvalori mafiosi con il comune sentire dei cattolici siciliani onesti.
LA SICILIA
SICULIANA: IL CASO DEI FUNERALI VIETATI A PRESUNTO BOSS MAFIOSO
Tutti dalla parte di Montenegro
Sono tanti gli attestati di vicinanza all'arcivescovo Francesco Montenegro per la decisione di non consentire i funerali di Giuseppe Lo Mascolo, il siculianese arrestato nell'inchiesta antimafia "Nuova Cupola" e deceduto il giorno dopo essere stato ristretto ai domiciliari. «Mi sembra doveroso e dignitoso non lasciare solo il nostro arcivescovo Francesco Montenegro in un gesto di fermezza, di coraggio e di rottura con il passato che nobilita e rafforza di una nuova fiducia di rinascita la provincia agrigentina ed i suoi abitanti - ha dichiarato il presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi -. Un'azione educazionale di grande impatto sociale. il coraggio, la coerenza e la determinazione che ha dimostrato don Franco, ci obbligano ad una attenta analisi interiore, imponendoci ad uscire fuori dal "nascondiglio" in cui viviamo, fatto di formalismi, consuetudini, mediocrità e luoghi comuni. La decisione della Curia agrigentina di vietare le esequie ad un soggetto coinvolto in un operazione antimafia delle Forze dell'Ordine, esprime il senso più profondo contenuto nelle parole pronunciate da don Franco nell'omelia di domenica scorsa ha proseguito D'Orsi -. Un esempio tangibile di vita cristiana; la dimostrazione concreta che è possibile contrastare la prepotenza con la forza della denuncia. Da Uomo di scuola impegnato in politica accolgo il richiamo di Don Franco che ci invita a scardinare la mentalità mafiosa che impregna i nostri palazzi, i nostri uffici ed i nostri rapporti. La Sicilia ed Agrigento, oggi, - ha concluso D'Orsi - si caricano di una nuova speranza». Apprezzamento per la decisione di Montenegro è stata espressa anche dal Commissario straordinario dell'ASI di Agrigento, Alfonso Cicero, che sottolinea « il messaggio importante lanciato da monsignor Montenegro ai fedeli di tutta l'Isola, mettendo in luce l'inconciliabilità dei disvalori mafiosi con il comune sentire dei cattolici siciliani onesti», Per l'assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi, il gesto dell'arcivescovo «è un segnale inequivocabile per la società civile e le imprese sane della provincia Agrigento». «Voglio rappresentare la mia grande ammirazione nei confronti del gesto dell'arcivescovo», ha detto il presidente del Consorzio agrigentino per la legalità e lo sviluppo Mariagrazia Brandara. Per il senatore del Pd Giuseppe Lumia, quella dell'arcivescovo »è stata una scelta saggia, perché stigmatizza quella cultura mafiosa che si serve della religione nei suoi aspetti formali e non autenticamente evangelici ». ANTONINO RAVANA'
Sicilia24h
Funerali vietati a boss, D'Orsi: Da Arcivescovo un esempio di fermezza
Sulla decisione dell'arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro che ha vietato la celebrazione dei funerali religiosi per Giuseppe Lo Mascolo, 73 anni, arrestato la settimana scorsa dalla polizia perche' ritenuto uomo della cosca di Siculiana, si registra l'intervento del presidente della provincia di Agrigento, Eugenio D'Orsi. "Mi sembra alquanto doveroso e dignitoso - afferma D'Orsi - non lasciare solo il nostro Arcivescovo Francesco Montenegro in un gesto di fermezza, di coraggio e di rottura con il passato che nobilita e rafforza di una nuova fiducia di rinascita la provincia agrigentina ed i suoi abitanti. Un' azione educazionale di grande impatto sociale. Il coraggio, la coerenza e la determinazione che ha dimostrato Don Franco, ci obbligano ad una attenta analisi interiore, imponendoci ad uscire fuori dal "nascondiglio" in cui viviamo, fatto di formalismi, consuetudini, mediocrità e luoghi comuni. La decisione della Curia agrigentina di vietare le esequie ad un soggetto coinvolto in un operazione antimafia delle Forze dell'Ordine, esprime il senso più profondo contenuto nelle parole pronunciate da Don Franco nell'omelia di domenica scorsa. Un esempio tangibile di vita cristiana; la dimostrazione concreta che è possibile "contrastare la prepotenza con la forza della denuncia". Una lectio magistralis di civiltà e progresso che il nostro padre Vescovo ha voluto tenere a tutti noi cittadini comuni, mondo sociale. Da Uomo di scuola impegnato in politica accolgo il richiamo di Don Franco che ci invita a scardinare la mentalità mafiosa che "impregna i nostri palazzi, i nostri uffici ed i nostri rapporti". La Sicilia ed Agrigento, oggi, si caricano di una nuova speranza."
Agrigentonotizie
Niente funerale religioso per Lo Mascolo, apprezzamento per la scelta dell'arcivescovo
Gli interventi del presidente della Provincia Eugenio D'Orsi e del commissario dell'Asi Alfonso Cicero: "Un'azione di fermezza contro la mafia"
Il presidente della Provincia regionale, Eugenio D'Orsi, e il commissario straordinario dell'Asi, Alfonso Cicero, esprimono apprezzamento per la decisione dell'arcivescovo Francesco Montenegro
di non consentire la celebrazione del funerale religioso per Giuseppe Lo Mascolo, arrestato nell'ambito dell'operazione "Nuova cupola" e morto qualche giorno dopo. "Un'azione educazionale di grande impatto sociale", l'ha definita Eugenio D'Orsi. "Il coraggio, la coerenza e la determinazione che ha dimostrato don Franco - prosegue il presidente - ci obbligano ad una attenta analisi interiore, imponendoci ad uscire fuori dal 'nascondiglio' in cui viviamo, fatto di formalismi, consuetudini, mediocrità e luoghi comuni". "Il messaggio importante lanciato da monsignor Montenegro ai fedeli di tutta l'isola - aggiunge Cicero - mette in luce l'inconciliabilità dei disvalori mafiosi con il comune sentire dei cattolici siciliani onesti. Un gesto concreto per l'affermazione dei principi di legalità a partire dalla morale cristiana che diventa un faro ed una guida per l'etica pubblica che combatte la mafia e che, parafrasando le stesse parole dell'arcivescovo di Agrigento, deve cercare e amare la verità. Un atto che dà forza al percorso avviato nella società e nelle istituzioni della provincia di Agrigento, che fanno fronte comune per affermare gli ideali di legalità e onestà, ricordando a tutti che per sconfiggere la mafia, ognuno nel proprio ambito lavorativo, deve metterli in pratica".
Agrigentoweb
"Mi sembra alquanto doveroso e dignitoso non lasciare solo il nostro Arcivescovo Francesco Montenegro in un gesto di fermezza, di coraggio e di rottura con il passato che nobilita e rafforza di una nuova fiducia di rinascita la provincia agrigentina ed i suoi abitanti. Un' azione educazionale di grande impatto sociale. Il coraggio, la coerenza e la determinazione che ha dimostrato Don Franco, ci obbligano ad una attenta analisi interiore, imponendoci ad uscire fuori dal "nascondiglio" in cui viviamo, fatto di formalismi, consuetudini, mediocrità e luoghi comuni". Lo ha dichiarato il presidente della Provincia Eugenio D'orsi commentando la decisione della Curia agrigentina di non consentire le esequie a Giuseppe Lo Mascolo, il siculianese coinvolto nell'inchiesta "Nuova Cupola" e deceduto dopo essere stato ristretto ai domiciliari. "La decisione della Curia agrigentina di vietare le esequie ad un soggetto coinvolto in un operazione antimafia delle Forze dell'Ordine, esprime il senso più profondo contenuto nelle parole pronunciate da Don Franco nell'omelia di domenica scorsa - ha proseguito D'Orsi -. Un esempio tangibile di vita cristiana; la dimostrazione concreta che è possibile "contrastare la prepotenza con la forza della denuncia". Una lectio magistralis di civiltà e progresso che il nostro padre Vescovo ha voluto tenere a tutti noi cittadini comuni, mondo sociale. Da Uomo di scuola impegnato in politica accolgo il richiamo di Don Franco che ci invita a scardinare la mentalità mafiosa che "impregna i nostri palazzi, i nostri uffici ed i nostri rapporti". La Sicilia ed Agrigento, oggi, si caricano di una nuova speranza" ha concluso D'Orsi
Lavalledeitempli
D'Orsi: "Dal nostro Arcivescovo un esempio di fermezza"
"Mi sembra alquanto doveroso e dignitoso non lasciare solo il nostro Arcivescovo Francesco Montenegro in un gesto di fermezza, di coraggio e di rottura con il passato che nobilita e rafforza di una nuova fiducia di rinascita la provincia agrigentina ed i suoi abitanti. Un' azione educazionale di grande impatto sociale. Il coraggio, la coerenza e la determinazione che ha dimostrato Don Franco, ci obbligano ad una attenta analisi interiore, imponendoci ad uscire fuori dal "nascondiglio" in cui viviamo, fatto di formalismi, consuetudini, mediocrità e luoghi comuni. La decisione della Curia agrigentina di vietare le esequie ad un soggetto coinvolto in un operazione antimafia delle Forze dell'Ordine, esprime il senso più profondo contenuto nelle parole pronunciate da Don Franco nell'omelia di domenica scorsa. Un esempio tangibile di vita cristiana; la dimostrazione concreta che è possibile "contrastare la prepotenza con la forza della denuncia". Una lectio magistralis di civiltà e progresso che il nostro padre Vescovo ha voluto tenere a tutti noi cittadini comuni, mondo sociale. Da Uomo di scuola impegnato in politica accolgo il richiamo di Don Franco che ci invita a scardinare la mentalità mafiosa che "impregna i nostri palazzi, i nostri uffici ed i nostri rapporti". La Sicilia ed Agrigento, oggi, si caricano di una nuova speranza."
Soppressione Tribunale e Procura della Repubblica di Sciacca - Mario Lazzano scrive al Sen Maurizio Gasparri
Caro Maurizio,
Le notizie di oggi apparse su tutti gli organi d'informazione dei maggiori quotidiani Nazionali, circa la soppressione di numerosi Tribunali sedi non Capoluogo hanno messo in allarme il mondo Giudiziario di Sciacca, l'avvocatura, i dipendenti del Tribunale e della Procura della Repubblica di Sciacca per la grave "ingiustizia" che si sta operando ai danni di un vasto territorio ad alta densità criminale e mafiosa. Nei mesi scorsi come gruppo Consiliare PDL alla Provincia abbiamo presentato O.d.G votato all'unanimità, contro la chiusura del Tribunale di Sciacca. Analoga iniziativa è stata fatta al Comune di Sciacca notificando gli atti al Ministero,alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nei giorni scorsi è stato fatto un sit in davanti la sede del Tribunale di Sciacca con la partecipazione di migliaia di Cittadini Ad oggi alla Camera se ne è occupato il nostro Parlamentare locale On. Giuseppe Marinello che si sta battendo contro questo provvedimento assurdo e che lo vede impegnato anche per i prossimi giorni. Ti chiedo pertanto, di fare altrettanto unitamente al Gruppo che Autorevolmente Presiedi al Senato. Ti allego articolo apparso oggi su "Corriere di Sciacca" per Tu avere un quadro più completo possibile della situazione. Rimango in attesa di Tue notizie in merito a quanto sopra. La chiusura del Tribunale e della Procura della Repubblica di Sciacca è una vera iattura per l'intero territorio,fra l'altro ora che si sta salvando la Provincia di Agrigento che pare venga accorpata Trapani ad essa perché abbiamo tutti i requisiti sia dal punto di vista della popolazione residente che della vastità del territorio.
Cordialmente
F.to Mario Lazzano
Consigliere Provinciale PDL
V. Presidente Vicario Consiglio Provinciale
Agrigentooggi
D'Orsi: "Dal Vescovo esempio di fermezza"
"Mi sembra alquanto doveroso e dignitoso non lasciare solo il nostro Arcivescovo Francesco Montenegro in un gesto di fermezza, di coraggio e di rottura con il passato che nobilita e rafforza di una nuova fiducia di rinascita la provincia agrigentina ed i suoi abitanti. A parlare è il presidente della Provincia Eugenio D'Orsi che in una nota interviene a sostegno del Pastore della Chiesa agrigentina a seguito della decisione di non consentire le esequie in chiesa ad uomo legato alla mafia. " Un'azione educazionale di grande impatto sociale. - continua D'Orsi - Il coraggio, la coerenza e la determinazione che ha dimostrato Don Franco, ci obbligano ad una attenta analisi interiore, imponendoci ad uscire fuori dal "nascondiglio" in cui viviamo, fatto di formalismi, consuetudini, mediocrità e luoghi comuni. La decisione della Curia agrigentina di vietare le esequie ad un soggetto coinvolto in un operazione antimafia delle Forze dell'Ordine, esprime il senso più profondo contenuto nelle parole pronunciate da Don Franco nell'omelia di domenica scorsa. Un esempio tangibile di vita cristiana; la dimostrazione concreta che è possibile "contrastare la prepotenza con la forza della denuncia". Una lectio magistralis di civiltà e progresso che il nostro padre Vescovo - ha concluso il presidente D'Orsi - ha voluto tenere a tutti noi cittadini comuni, mondo sociale". Da Uomo di scuola impegnato in politica accolgo il richiamo di Don Franco che ci invita a scardinare la mentalità mafiosa che "impregna i nostri palazzi, i nostri uffici ed i nostri rapporti".
Agrigentoflash
D'Orsi: "Dal nostro Arcivescovo un esempio di fermezza"
"Mi sembra alquanto doveroso e dignitoso non lasciare solo il nostro Arcivescovo Francesco Montenegro in un gesto di fermezza, di coraggio e di rottura con il passato che nobilita e rafforza di una nuova fiducia di rinascita la provincia agrigentina ed i suoi abitanti. Un' azione educazionale di grande impatto sociale. Il coraggio, la coerenza e la determinazione che ha dimostrato Don Franco, ci obbligano ad una attenta analisi interiore, imponendoci ad uscire fuori dal "nascondiglio" in cui viviamo, fatto di formalismi, consuetudini, mediocrità e luoghi comuni. La decisione della Curia agrigentina di vietare le esequie ad un soggetto coinvolto in un operazione antimafia delle Forze dell'Ordine, esprime il senso più profondo contenuto nelle parole pronunciate da Don Franco nell'omelia di domenica scorsa. Un esempio tangibile di vita cristiana; la dimostrazione concreta che è possibile "contrastare la prepotenza con la forza della denuncia". Una lectio magistralis di civiltà e progresso che il nostro padre Vescovo ha voluto tenere a tutti noi cittadini comuni, mondo sociale. Da Uomo di scuola impegnato in politica accolgo il richiamo di Don Franco che ci invita a scardinare la mentalità mafiosa che "impregna i nostri palazzi, i nostri uffici ed i nostri rapporti". La Sicilia ed Agrigento, oggi, si caricano di una nuova speranza."
Infoagrigento
D'Orsi: "Dal nostro Arcivescovo un esempio di fermezza"
"Mi sembra alquanto doveroso e dignitoso non lasciare solo il nostro Arcivescovo Francesco Montenegro in un gesto di fermezza, di coraggio e di rottura con il passato che nobilita e rafforza di una nuova fiducia di rinascita la provincia agrigentina ed i suoi abitanti. Un' azione educazionale di grande impatto sociale. Il coraggio, la coerenza e la determinazione che ha dimostrato Don Franco, ci obbligano ad una attenta analisi interiore, imponendoci ad uscire fuori dal "nascondiglio" in cui viviamo, fatto di formalismi, consuetudini, mediocrità e luoghi comuni. La decisione della Curia agrigentina di vietare le esequie ad un soggetto coinvolto in un operazione antimafia delle Forze dell'Ordine, esprime il senso più profondo contenuto nelle parole pronunciate da Don Franco nell'omelia di domenica scorsa. Un esempio tangibile di vita cristiana; la dimostrazione concreta che è possibile "contrastare la prepotenza con la forza della denuncia". Una lectio magistralis di civiltà e progresso che il nostro padre Vescovo ha voluto tenere a tutti noi cittadini comuni, mondo sociale. Da Uomo di scuola impegnato in politica accolgo il richiamo di Don Franco che ci invita a scardinare la mentalità mafiosa che "impregna i nostri palazzi, i nostri uffici ed i nostri rapporti". La Sicilia ed Agrigento, oggi, si caricano di una nuova speranza."
Nobile (PDL): "Bene la bonifica della strada Esa Chimento, adesso si passi ad altre aree"
Come si ricorderà, il consigliere del PDL di Favara, Giuseppe Nobile, aveva inoltrato lo scorso 29 Maggio, una lettera indirizzata al Dirigente Piero Hamel e al Presidente della Provincia di Agrigento Eugenio D'Orsi, per la pulizia urgente dalle erbacce di numerose zone di pertinenza provinciale. Tale richiesta, si apprende dallo stesso Nobile, è stata accolta dall'Ente che ha già avviato i lavori. Inoltre, grazie al personale interessamento del giovane consigliere, diverse strade sono state attenzionate dalla Provincia. "La contrada Esa Chimento, così come la Crocca - dichiara Nobile- sono state ripulite e riqualificate. Spero che le altre aree da me indicate nella lettera vengano celermente attenzionate, visto che molti nostri concittadini, percorrono giornalmente queste strade per recarsi nelle vicine località balneari".
Canicattiweb
Favara, raccolto l'appello di Giuseppe Nobile: riqualificate le aree verdi
Aveva chiesto lo scorso 29 Maggio, attraverso una lettera indirizzata al Dirigente Piero Hamel e al Presidente della Provincia di Agrigento Eugenio D'Orsi, la pulizia urgente dalle erbacce di numerose zone di pertinenza provinciale. Richiesta che è stata accolta dall'Ente che ha già avviato i lavori. Parliamo del giovane consigliere comunale del PdL di Favara Giuseppe Nobile. Grazie al suo intervento, diverse strade sono state attenzionate dalla Provincia. "La contrada Esa Chimento, così come la Crocca -dice Nobile- sono state ripulite e riqualificate. Spero che le altre aree da me indicate nella lettera -conclude - vengono celermente attenzionate, visto che molti nostri concittadini, percorrono giornalmente queste strade per recarsi nelle vicine località balneari".