Giornale di Sicilia
AUTONOMIA IMBARAZZANTE
Ha ancora senso parlare di Autonomia della Sicilia visto l'uso che ne hanno fatto le forze politiche? La provocazione rilanciata dal vice presidente di Confindustria, Ivan Lo Bello, in una intervista a Il Corriere della Sera non va presa sottogamba. È tutto tranne che una battuta messa in circolazione per ottenere la prima pagina come pure hanno cercato di fare credere per tutta la giornata di ieri diversi rappresentanti della Casta. Rappresenta la riflessione profonda per un istituto che, nelle condizioni attuali, non solo ha perso ogni spinta propulsiva, ma ormai costituisce un elemento di freno che danneggia i siciliani.
Il blocco dei seicento milioni di fondi europei disposto dalla Ue strappa il velo su molte stranezze e lascia temere grandi scelleratezze. Emerge un quadro di forte trasandatezza nell'assegnazione delle risorse. C'è il dubbio, però, che dietro tanta inefficienza si nascondano intenzioni ben più inconfessabili. Che non di disattenzione si sia trattato ma, al contrario, di grande cura nel pilotare i finanziamenti in alcune mani anziché altre. Lascia veramente stupefatti la giustificazione degli uffici secondo cui si tratterebbe di semplici 'incomprensioni" con Bruxelles. Una spiegazione tanto più difficile da accettare considerando che i dubbi erano già stati espressi da mesi.
Adesso la Regione siciliana non è più uno scandalo italiano. È diventato un problema internazionale. I suoi uffici stanno creando all'Unione europea più problemi di tutti gli altri. La sua burocrazia è considerata a Bruxelles, la peggiore di tutta Europa. Un primato che i siciliani certamente non meritano. Ecco perché l'appello di Ivan Lo Bello non va trascurato. È giunto davvero il momento di considerare radicalmente lo spirito dello Statuto e il senso stesso dell'Autonomia. O recupera la spinta iniziale perché così non serve più oppure andrà presa in considerazione quell'ipotesi del commissariamento fino al voto che raccoglie consensi da più parti.
Il Pdl: la Regione sia commissariata
Si allarga il fronte che chiede l'intervento del governo nazionale per affrontare l'emergenza finanziaria
Giacinto Pipitone
PALERMO
Ivan Lo Bello chiede a Monti di gestire in prima persona l'emergenza finanziaria della Regione superando l'autonomia statutaria. E subito i partiti si spingono a prevedere un commissariamento della Regione: ipotesi che piace al Pdl come all'Ode e che vede il consenso di vaste aree produttive e sindacali come la Cisl e Confartigianato.
E così contro Lombardo si muove un vasto fronte politico-sociale che non nega di guardare con favore a un rinvio delle elezioni per dar spazio a una fase emergenziale.
Il numero due degli industriali italiani parla dalle colonne del Corriere della Sera: «La Sicilia è sull'o rio del fallimento, rischia di essere per l'Italia come la Grecia per l'Europa. E non è più rinviabile un intervento diretto del governo Monti per mettere mano ai conti della Regione controllando un bilancio reso non trasparente da poste dubbie e residui inesigibili». Tanto basta al Pdl, riunito Ilenia Pergusa, per fare il primo passo. Il coordinatore Giuseppe Castiglione ricorda «di aver rilevato per primo che nella gestione di Lombardo ci sono gravi violazioni di leggi statutarie che consentirebbero il commissariamento».
Castiglione si spinge ad anticipare di averne parlato a Catania col ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri: «Mi ha detto che parlerà con Monti». Per Castiglione «un commissariamento che permette di far partire una operazione verità sui conti pubblici può spingersi anche oltre la data delle elezioni individuate da Lombardo e condurre alla scadenza naturale della legislatura». Anche se l'altro coordinatore, Dore Misuraca, segnala che «il Pdl sta già lavorando a due liste che vedranno il giusto equilibrio fra uscenti e autorevoli novità».
L'Udc, con Gianpiero D'Alla, aveva chiesto il commissariamento tramite una intervista al Giornale di Sicilia e ora rilancia con Giulia Adamo: '
IMPIANTI SPORTIVI. Dopo le recenti proteste
Cammarata, petizione per riaprire la piscina
CAMMARATA
A distanza di due mesi dall' inizio delle rimostranze popolari, nulla si è ancora mosso nella direzione giusta: e la piscina provinciale da mesi è inutilizzabile perché la ditta aggiudicataria per via del forte ribasso d'asta pare non possa ottemperare all'impegno preso. «I politici locali da me interpellati non sanno dare risposte», racconta Francesco Russotto, portavoce del movimento per la riapertura della piscina riferendo che tanti genitori adesso sono pronti a far partire una petizione
perché è «una vergogna che i bambini si vedano negato un tesoro come quello della piscina». «Il consigliere provinciale Roberto Gallo - ha detto Russotto - mi ha riferito che la ditta aggiudicataria non è nelle condizioni di poter concludere positivamente la firma del contratto e che il dipendente provinciale che doveva revocare l'appalto, perché viziato, ancora non ha proceduto a farlo. Adesso è al vaglio la possibilità di affidare la gestione della piscina a esperti fino al nuovo bando, oppure procedere a nuova gara». (LOG)