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Lo sviluppo del Polo universitario agrigentino e la realizzazione dell'aeroporto, intervento dell'Assessore Schembri.

 

 Il caso Wind Jet , l'isolamento territoriale della provincia di Agrigento ed il futuro del Polo universitario riaccendono i riflettori sulla necessità della Provincia di dotarsi di infrastrutture, prima fra tutte l'aeroporto. È questo, in sintesi, il tema dell'intervento  dell'Assessore Provinciale con delega all'Università Francescochristian Schembri. "La Sicilia- spiega Schembri -  rischia un'ulteriore isolamento territoriale: la crisi aziendale della compagnia low cost siciliana ha fatto aumentare i costi dei biglietti aerei per il Nord Italia. Un ridimensionamento del traffico aereo che  allontana  il confine fisico, culturale, sociale ed economico dell'Isola dai centri nevralgici della politica e dell' economia italiana, ma anche dei Paesi emergenti.  Una profonda emarginazione territoriale che investe  tutte le nove province siciliane, ma che assume un aspetto drammatico  per la provincia di Agrigento a causa di una fragile economia che, in questo modo, rischia  la completa  paralisi.
Privo di alternativi ed efficienti collegamenti ferroviari e navali, e con una rete stradale inadeguata, il territorio agrigentino si ritroverebbe definitivamente tagliato fuori dalle scelte economiche e finanziarie che la New economy sta ridisegnando". 
"L'ultima" provincia d'Italia, però, potrebbe risultare strategicamente e caratteristicamente funzionale nel  nuovo piano aeroporti disegnato dal  ministro alle Infrastrutture e Trasporti Corrado  Passera. Un territorio che guarda al Nord Africa con il progetto di uno scalo  aeroportuale interamente finanziato da un Ente Locale.
"Il piano del ministro Passera - continua Schembri - così come ribadito in questi giorni dal ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca, prevede infatti per la Sicilia diverse opportunità di sviluppo, tracciando un futuro basato su nuovi rapporti commerciali con il bacino del Mediterraneo. In questo contesto il  business plan redatto dalla Kpmg per lo scalo aeroportuale agrigentino(che, ricordiamo, è la stessa società che ha contribuito a redigere il piano del ministero) ha  dato risposte positive in termini di mercato su cui si vuole operare e sui bisogni da soddisfare,  individuando  negli scambi economici con i Paesi che si affacciano nel Mediterraneo  la potenzialità di sviluppo dell'aeroporto, che, non a caso, ha suscitato  la  forte attenzione  di  una società israeliana interessata alla gestione. Risulterebbe, in questo modo, molto funzionale alle "scelte" infrastrutturali del Paese. 
In una recente intervista rilasciata da Oliviero Baccelli, docente di economia dei trasporti all'Università Bocconi, per il sito " Il sussidiario", si parla di gestione degli scali da parte degli Enti Locali.  Il noto docente  affermava di essere convinto che alla fine nessuna Provincia  sceglierà di chiudere il proprio aeroporto, perché " I costi di gestione di un piccolo aeroporto non sono particolarmente proibitivi e gli Enti troveranno sempre un modo per finanziare e sanare il bilancio della società di gestione".
Appare chiaro, anche ai più scettici, che lo scalo aeroportuale agrigentino riassume in se tutti questi aspetti strategici : gestione in house, grande potenzialità di sviluppo economico e  fronte al Nord Africa.
Riguardo quest'ultimo aspetto,  bisogna sottolineare come la Provincia di Agrigento ha intensificato, negli ultimi anni,  gli scambi culturali ed economici con alcuni paesi del Maghreb  attraendo, sinergicamente, importanti finanziamenti  della Comunità Europea. Mi riferisco, in particolar modo al progetto PO Italia -  Tunisia 2007/2013 che integrando la filiera agricola della provincia di Agrigento con la filiera di quattro  Governatorati della Tunisia (Jendouba, Bizerte, Nabeul, Tunis), intende creare un sistema in grado di cogliere ogni possibilità commerciale, tenendo conto dei bisogni dei consumatori e dell'offerta al fine di produrre prodotti di qualità e l'etichetta per migliorare la competitività del prodotto e favorirne la distribuzione. Lo stesso vale per il progetto Sibit Italia - Malta  con l' obiettivo di sviluppare le potenzialità di sviluppo del cicloturismo nel territorio siciliano e in quello maltese, migliorando l'offerta ciclo turistica in entrambe le aree.
Ed ancora il progetto Archeomed, basato sul rapporto di collaborazione e di interscambio accademico tra il Polo Universitario della Provincia di Agrigento -  Centro accademico del Mediterraneo, con le principali Università del Nord Africa nel  contesto di un processo di internazionalizzazione della cultura, che vede il Polo agrigentino impegnato a tessere una fitta rete di relazioni con  le  più prestigiose facoltà che si affacciano sul Mediterraneo. 
Una università - conclude Schembri - all'avanguardia in termini di strutture e servizi rispetto alle più avanzate università europee, per diventare realmente competitiva in un mondo che corre veloce, ha bisogno di "nuova" mobilità e di un moderno sistema di trasporti. Rafforzare e   migliorare la logistica e la comunicazione tra le imprese,  l'organizzazione di eventi e scambi culturali e sociali comuni, l'interstudio potranno avvenire solo attraverso  scelte infrastrutturali strategiche, principalmente la realizzazione di uno scalo aeroportuale".

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