GIORNALE DI SICILIA
SCUOLA. La Provincia invierà dei mezzi per trasloco nelle due scuole di contrada Calcarelle
Decreto di sgombero, al Professionale arriverà entro oggi
Giorni di emergenza all' Ipsia "Enrico Fermi'. Il decreto di sgombero dell'istituto professionale dichiarato inagibile perché i pilastri contengono cemento depotenziato arriverà oggi. Insieme ad esso dovrebbero arrivare i primi mezzi che la Provincia regionale invierà per il trasloco nelle due scuole di contrada Calcarelle, dove avrà inizio un nuovo anno scolastico per i mille studenti dell'Ipsia. Ieri si è svolto il collegio dei docenti ed è stato comunque verificato che ci sono le condizioni per cominciare già il 14 settembre le lezioni. Per quella data le prime classi potranno regolarmente iniziare l'anno sistemandosi nelle aule degli istituti "Brunelleschi", Ipc "Gallo" e "Sciascia". Questi alunni avranno un turno antimeridiano. Per le classi dalla seconda alla quinta invece le lezioni cominceranno il 15 settembre nelle aule degli istituti Brunelleschi e Gallo, ma per loro invece le lezioni dovrebbero cominciare alle ore 13.30 per concludersi alle 17.30. Avranno quindi un turno pomeridiano. "Siamo in pieno terremoto - dice il dirigente scolastico dell'Ipsia Francesco Casalicchio - Per fortuna in questi anni non è successo nulla di drammatico. La relazione che hanno presentato i tecnici, che hanno trovato il cemento depotenziato nei pilastri, è davvero inquietante. Adesso abbiamo bisogno dell' intervento della protezione civile. Si tratta di riorganizzare una cittadella per 1200 persone. Si dovrebbe attrezzare un' area accanto agli istituti che ci ospiteranno in cui sistemare i laboratori e le officine che ci sono indispensabili per realizzare la nostra offerta formativa. Una possibilità potrebbe essere quella di allestire dei container o dei prefabbricati in grado di accogliere i nostri laboratori e le officine". (EDB)
Sciopero. I lavoratori stanno valutando la proposta di un pagamento di 2 o 3 mila euro per riprendere la raccolta lanciato dai sindacati di categoria
Emergenza rifiuti, diffidati i Comuni Regione pronta ai commissariamenti
Annamaria Martorana
Hanno cinque giorni di tempo, a partire da oggi, i sindaci dei 19 Comuni dell'Ato GesaAg2, inadempienti nei confronti della società d'ambito, per far fronte alloro debiti e pagare quanto dovuto. Lo ha deciso ieri mattina, il Dipartimento regionale per l'emergenza rifiuti cui si è rivolta il commissario liquidatore Teresa Restivo per trovare una soluzione alla difficile vertenza che da ormai una settimana, ha bloccato la raccolta dei rifiuti in parte della provincia, con tanto di sciopero della farne iniziato da alcuni lavoratori. Dal momento della ricezione della diffida, i sindaci dovranno organizzarsi per trovare i soldi previo l'invio immediato di un commissario straordinario che provvederà, con delega della regione, a mettere mano ai fondi comunali. Tutti i Comuni infatti, chi più chi meno, devono forti somme alla Gesa, ritardi che hanno causato, insieme ad altri fattori, l'impossibilità per la società d'ambito di far fronte, ogni mese, alle giuste richieste di imprese e fornitori. In queste ore, alcune liquidità stanno arrivando nelle casse Gesa, come i 200 mila euro di Porto Empedocle, i 130 mila di Lampedusa, i 70 mila di Cammarata e i 50 mila di Raffadali, ma i crediti che la Gesa vanta nel totale sono di decine e decine di euro. Intanto ieri pomeriggio, i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil, hanno informato i propri iscritti dell'evolversi della situazione legata alla possibilità di ottenere un anticipo di 203 mila euro da parte di Gesa, per fare in modo che laraccolta riprenda evitando un collasso igienico sanitario delle città ed eventuali interventi di Asp e Regione stessa. i sindacalisti hanno preparato delle istanze che gli operatori ecologici dovranno firmare singolarmente per poi passare al benestare delle imprese dell'Ati e quindi a gesa per i pagamenti. Ma già ieri pomeriggio alcuni netturbini si sono detti titubanti sulla possibilità di accettare questo anticipo chiedendo 5 o 6 mila euro, cifra al momento impossibile da avere visto che loro sono oltre 350. Altri hanno invece accolto la proposta come un inizio per ottenere intanto qualche migliaio di euro in pochi giorni, salvo poi, anche grazie alla diffida dei Comuni, gli altri soldi che avanzano. Intanto, l'altra notte, i Vigili del fuoco del comando provinciale, hanno risposto a circa 25 chiamate di interventi per incendi di cassonetti a ridosso dei centri abitati. I soliti idioti hanno dato fuoco, sprigionando diossina e altri fumi tossici, a Villaseta, fontanelle, San Giusippuzzu, via delle Mura, viale Falcone e Borsellino a San Leone, e ancora invia dei Fiumi, va Demetra e in contrada San Michele, oltre che in altri centri come Favara, Porto Empedocle e Raffadali solo per citarne alcuni. Dal canto suo, l'Azienda sanitaria provinciale non ha, al momento, dichiarato alcuno stato di emergenza igienico sanitaria cosa che avverrà verosimilmente se la raccolta non riprenderà entro le prossime 48 ore. Si aggrava invece la situazione al parco dell'Addolorata, la cui bonifica è costata centinaia di migliaia di euro al Comune di Agrigento è tornata una discarica a cielo aperto. E in tema di discarica, un comitato di cittadini di Montallegro sta dando vita a una raccolta di firme da inviare a tutte le autorità istituzionali. I cittadini lamentano che gli odori nauseabondi che arrivano in paese dal territorio di Matarana, tra Montallegro e Siculiana dove si trova la grande di- scarica gestita dalla ditta Catanzaro, e che sono, scrivono, «insopportabili e possono rappresentare un pericolo per la salute pubblica». Un altro grave problema che viene lamentato è quello del passaggio quotidiano di oltre un centinaio di autocompattatori stracolmi di rifiuti che non sono a norma e a tenuta stagna per cui lasciano quantità eccessiva di percolato sulla rete viaria urbana. (AMM')
LA SICILIA
IPIA FERMI: OGGI SARÀ NOTIFICATO AL PRESIDE IL PROVVEDIMENTO DI SGOMBERO DELL'EDIFICIO
Cemento depotenziato, la Procura apre un'inchiesta
La Procura della Repubblica di Agrigento cercherà di fare chiarezza sulle responsabilità. E stata infatti aperta un'inchiesta sull'Ipia Fermi di Agrigento. Dopo aver ricevuto la relazione dei tecnici che hanno accertato che tutti i padiglioni della cittadella dell'istituto professionale a Calcarelle erano stati costruiti con calcestruzzo depotenziato, il presidente della Provincia Eugenio D'Orsi ha inoltrato le carte agli uffici della Procura. Saranno adesso i magistrati ad accertare se sussistono responsabilità penali sulla vicenda. Si dovrà andare indietro nel tempo, a oltre 30 anni fa quando vennero realizzati i lavori di costruzione dell'Ipia.
Intanto oggi la Provincia notificherà i provvedimenti alla dirigenza del «Fermi», con l'inibizione dell'inizio dell'attività scolastica. La struttura, infatti, al momento non è sottoposta a sequestro: la presenza di calcestruzzo depotenziato è stata accertata non da un'indagine giudiziaria ma da approfondimenti interni dei tecnici incaricati dalla Provincia. A partire da oggi si avvierà così lo sgombero della struttura.
Sì susseguono intanto gli incontri e i tavoli tecnici per organizzare il trasferimento degli studenti negli altri istituti poco distanti: «Brunelleschi», «Gallo» e «Sciascia». Confermata la necessità
del doppio turno visto il numero elevato di studenti coinvolti (quasi mille).
lo corso anche l'organizzazione del sistema di trasporti per i pendolari, in particolare per chi non vive in città, coprendo ovviamente le ore pomeridiane. In contemporanea, come ci spiega l'assessore Piero Marchetta, la Provincia ha affidato l'incarico a un ingegnere esterno per valutare se è possibile o meno intervenire per mettere in sicurezza l'istituto professionale. Il compito del tecnico sarà quello di fare un quadro dei costi da sostenere per recuperare i padiglioni.
TOTÒ FREQUENTE
I Comuni inadempienti saranno commissariati
Cominciato lo sciopero della fame dei dipendenti delle ditte
Mentre i lavoratori ieri mattina hanno cominciato lo sciopero della fame, allestendo una postazione nelle vicinanze degli uffici della Prefettura, esattamente nel piazzale Aldo Moro, il dirigente generale del Dipartimento rifiuti Marco Lupo ha comunicato ufficialmente al liquidatore di Gesa Teresa Restivo che sono in corso di notifica ai Comuni le diffide a pagare i debiti che essi hanno nei confronti della società d'ambito. Tali atti sono incorso di notifica già da ieri pomeriggio, stando a quanto detto dallo stesso Lupo, per cui i sindaci avranno adesso cinque giorni di tempo per provvedere ad eseguire il pagamento di una cifra quanto più possibile elevata. Trascorsi vanamente questi cinque giorni, si procederà alla nomina di un commissario che dovrà eseguire tali pagamenti in sostituzione dei sindaci. Se realmente la notifica della diffida è stata eseguita con puntualità nel pomeriggio di ieri, lunedì prossimo sarà già possibile nominare i commissari i quali nel corso della settimana entrante potranno svolgere il compito che viene loro assegnato.
Peraltro Teresa Restivo ha ricordato che allo scadere del 31 dicembre 2011, il credito rispetto ai Comuni che si illeva dal bilancio ammonta a qualcosa come 63 milioni di euro, una cifra da capogiro che certamente gli enti locali non sono in condizioni di pagare, ma si spera che almeno si possano avere delle anticipazioni talmente consistenti da consentire di risolvere il problema e l'emergenza attuale.
E veniamo ai lavoratori. Essi in linea di massima respingono anche l'ipotesi del pagamento diretto da parte di Gesa di un anticipo di 2-3 mila euro. Vogliono pagati tutti gli stipendi, attraverso i canali normali, altrimenti proseguiranno lo sciopero della fame e non riprenderanno il lavoro.
La proposta, come si ricorderà, è partita da Cgil, Cisl, Fli, e Ugl. Quest'ultimo sindacato tuttavia dissente sull'importo da pagare come anticipo ritenendo che debba essere pari al credito vantato da ciascun lavoratore e che debba esserci un accordo con le ditte, per evitare chiusure da parte di queste ultime, e le imprese che gestiscono gli impianti, in modo da assicurare serenamente il servizio fino a dicembre.
Anche il raggruppamento di imprese non ha avuto atteggiamenti di chiusura ma ha dato disponibilità a condizione che il percorso da seguire risponda ai crismi della legge. Peraltro Teresa Restivo ha acquisito un parere legale, secondo il quale la strada è giuridicamente praticabile, che ha inoltrato al legale delle imprese.
A proposito di impianti, infine, va detto che la Catanzaro Costruzioni ha concesso una proroga di dieci giorni a Gesa per consentire al liquidatore di trovare le somme necessarie al pagamento della fattura di luglio, per un ammontare di 609 mila euro, scaduta lo scorso 3 settembre e per la quale aveva minacciato la chiusura della discarica ai rifiuti provenienti dai comuni di Gesa a partire dalla giornata di oggi.
S.F.
IL PREFETTO
"Non posso precettare i netturbini"
f. d. m.) «Stiamo monitorando minutamente la situazione sotto tutti i punti di vista». Il prefetto Francesca Ferrandino, come tutti, passa ogni giorno davanti ai cumuli di pattume e ai netturbini assiepati dinanzi al palazzo del Governo in attesa di notizie. Appena entrata ieri mattina nel proprio ufficio Ferrandino ha fatto il punto della situazione: «Una situazione certamente difficile ma che il commissario liquidatore dell'Ato Ag2 Restivo sta cercando di risolvere con grande impegno, con lei ci sentiamo quasi ogni ora. Da parte nostra c'è la massima attenzione su ogni aspetto della questione, compreso quello dell'ordine pubblico». A chi le chiede come mai non abbia proceduto alla precettazione dei netturbini per pulire anche e almeno in parte le strade delle città invase dal pattume, il prefetto è estremamente chiaro: «Non è competenza del prefetto intervenire con l'istituto della precettazione, essendo invece nei poteri del commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Sicilia». Francesca Ferrandino da quando è ad Agrigento ha vissuto diverse emergenze rifiuti nei comuni dell'ambito ottimale Agrigento 2, ma questa volta la faccenda pare essere molto, ma molto più grave delle altre volte. Ia speranza è che dal palazzo del Governo giungano segnali tali da spingere tutte le parti in causa a trovare una soluzione, un punto d'incontro. Un punto che ad oggi pare molto lontano all'orizzonte.
Agrigentoflash
Enti locali. Precari: Vernuccio scrive a Schifani e ministri
La modifica del limite imposto dal patto di stabilita' interno per consentire la stabilizzazione o la proroga del precariato storico in servizio da oltre venti anni negli enti locali siciliani. A chiederla con una lettera al presidente del Senato, Renato Schifani, ai ministri dell'Economia, Vittorio Grilli, della Pubblica amministrazione e semplificazione, Filippo Patroni Griffi, e dell'Interno, Anna Maria Cancelleri, ai senatori e ai deputati siciliani, l'assessore regionale per le Autonomie locali e la Funzione pubblica, Nicola Vernuccio.Nella nota, Vernuccio ricostruisce la storia del precariato nell'isola, "figlio del famoso articolo 23 della legge finanziaria statale 67/88, con la quale furono avviate nel Mezzogiorno iniziative di utilita' collettiva mediante l'impiego di soggetti svantaggiati"."Dietro le migliaia di lavoratori atipici - scrive Vernuccio - si nascondono migliaia di storie personali e familiari che rendono unico il caso siciliano rispetto al panorama nazionale. Risorse umane con un'eta' media di circa 50 anni e con un'anzianità di servizio di un quarto di secolo e con un grado di scolarizzazione a volte elevatissimo"."Un'eventuale interruzione dell'apporto di queste risorse umane presso gli enti locali e le aziende ospedaliere - continua Vernuccio - comporterebbe, nella stragrande maggioranza dei casi, il collasso strutturale degli enti utilizzatori, impedendo nei fatti l'espletamento dei servizi essenziali e il buon funzionamento della Pubblica amministrazione".Per l'assessore, "impedire l'espulsione di migliaia di lavoratori precari dagli attuali circuiti occupazionali costituisce, dunque, non solo un obbligo morale per l'intera classe politica e le parti sociali, che oggi sostengono con forza la vertenza del precariato, ma rappresenta un atto di giustizia sociale nei loro confronti".
Infoagrigento
Si presenta il PizzaFest di Ribera
Scritto da Redazione
Domani, mercoledì 12 settembre alle ore 11, nella sala stampa della Provincia Regionale di Agrigento sarà presentata alla stampa la terza edizione di "Pizza Fest" a Ribera. Sarà presente, tra gli altri, il sindaco di Ribera Carmelo Pace.
Sicilia24h
Sicurezza scuole, Raso (Cgil): verificare condizioni strutturali di tutti gli istituti
"La notizia che anche l'Istituto Professionale "Enrico Fermi" sia stato costruito con cemento depotenziato, impone due riflessioni: la prima attiene alle delle condizioni di sicurezza nelle nostre scuole. Quante altre Scuole sono in queste condizioni? Com'è possibile stare tranquilli? La seconda attiene al sistema delle imprese e alla qualità e responsabilità dei tecnici e della catena di controlli che sopraintendono ad un'opera pubblica". E'quanto afferma in una nota il segretario provinciale di Agrigento della Cgil, Massimo Raso.
"Su entrambe le questioni - afferma Raso - occorre restituire un clima di serenità e certezza. Occorre che su ogni scuola, di ogni ordine e grado, sia fatta una verifica sulla staticità e l'impiego dei materiali usati. Occorre che la Magistratura, compiuti tutti gli accertamenti del caso, punisca con la severità che meritano tutti i responsabili di queste incredibili vicende. Ma le scuole vivono anche altri problemi strutturali che attengono alla manutenzione ordinaria e straordinaria; a quelle che sono "in affitto" in immobili assolutamente inidonei; all'assenza di strumentazione e spazi decenti (palestre, laboratori ecc.): su tutto questo - come CGIL, insieme alle categorie della Scuola e degli Edili - intendiamo fare una battaglia, chiamando in causa le responsabilità di Governo ai vari livelli.
Nelle prossime settimane inviteremo le RSU a farci una scheda delle situazioni di difficoltà riscontrate nelle loro scuole per comporre il quadro d'insieme della nostra provincia, ma invitiamo anche le famiglie e gli studenti a contribuire con le loro segnalazioni (cgilagrigento@libero.it) a definire il quadro delle complessive inefficienze del sistema e per chiedere insieme a Noi una scuola migliore. E' questa l'unica condizione per un futuro migliore!"