/ Rassegna stampa » 2012 » Ottobre » 25 » Rassegna stampa del 24 ottobre 2012

Rassegna stampa del 24 ottobre 2012

 GIORNALE DI SICILIA
 

Manifestazione di protesta ieri mattina per sottolineare i disagi derivati dalla chiusura dell'istituto costruito con cemento depotenziato
Ipia, scendono n piazza pure genitori
Elio Di bella
Studenti e genitori uniti nella lotta. Arrivano alla manifestazione dei ragazzi dell'Ipia anche padri e madri coinvolti loro malgrado nel caso dell'istituto professionale chiuso perché costruito con cemento depotenziato. «Basta con le parole e con gli annunci sui giornali. Vogliamo sapere con documenti ufficiali come intendono garantire il diritto allo studio dei nostri figli». Parla per tutti il signor Vincenzo Bordino del comitato dei genitori degli studenti del "Fermi". « stato creato un grave disagio - rincara Bordino - Adesso ci muoviamo anche noi. Faremo subito una riunione per sapere come stanno le cose. Ci presentino Provincia e Provveditorato delle proposte ufficiali e anche noi le valuteremo. Da questo incontro deve uscire un documento sottoscritto da tutte le parti interessate alla vicenda. Ho chiesto alla dirigenza dell'ipia tutta la documentazione riguardante la situazione della scuola dei nostri figli. Abbiamo bisogno di chiarezza da parte delle istituzioni>. Ieri nuova manifestazione studentesca di protesta per le vie della città e sino in Prefettura. Il maturando Alessandro Arcuri non nasconde la propria preoccupazione «Siamo in stato di agitazione. Veniamo presi in giro da venti mesi. lo abito a Cattolica Eraclea e per andare a scuola nel pomeriggio devo arrivare alle undici con l'autobus a Montallegro, dove alle 12.50 prendo un altro autobus con cui arrivo al piazzale Rosselli ad Agrigento alle 12.30 e un'ora dopo c'è un pullman mi porta a scuola finalmente, cioè nell'istituto Brunelleschi (love sono state sistemate alcune classi dell'Ipsia. Non posso però fare tutte le ore pomeridiane previste perché l'ultimo autobus per Cattolica Eraclea parte alle 17.35 ed esco un'ora prima. Ma arrivo comunque a casa alle 19.30. Che vita è questa? I miei amici non li vedo più e non posso certo studiare la sera». Ma neppure per chi risiede ad Agrigento i turni pomeridiani sono sopportabili. Antonella Pirrone del capoluogo racconta: «Io non vedo più i miei genitori a pranzo. Devo provvedere per conto mio al pranzo e qualche volta me la cavo con un panino e corro a scuola. I miei genitori infatti tornano da lavoro nel primo pomeriggio e li rivedo solo alle diciannove, praticamente per la cena. Ma non ho più vita sociale, perché i miei amici dl mattina sono a scuola. Insomma è un inferno, I miei genitori vorrebbero che cambiassi scuola. Quello che ci manca sono soprattutto i laboratori. Facciamo solo teoria, ma così non usciremo mai davvero capaci di diventare dei tecnici. La nostra è una scuola professionale. Abbiamo bisogno di laboratori ed officine». Anche Angela Vaccaro di Agrigento discute tanto con i suoi genitori della situazione in cui si trova da quando l'ipia ha chiuso ed è costretta ai turni pomeridiani:
«I miei familiari pensano che così è un disastro perché non abbiamo più le ore di laboratorio nè gli strumenti per poter lavorare. Fare teoria per noi non è certo la stessa cosa. Non siamo un liceo. Rischiamo di uscire da scuola senza alcuna esperienza pratica». Sono già numerosi gli studenti che dall'inizio dell'anno hanno chiesto il nulla osta per iscriversi in un altro istituto e ciò preoccupa molto naturalmente preside e docenti.
 

EMERGENZA RIFIUTI. Mancano soldi per pagare g arretrati alle imprese
Va a vuoto l'incontro con i dipendenti
Sciopero confermato
I soldi che non ci sono. Non per tutti, almeno. I debiti che l'Ato GesaAg2 ha con le imprese che si occupano della raccolta dei rifiuti - e queste con gli operatori ecologici - e con la ditta Catanzaro che gestisce la discarica di Siculiana. Perché per garantire un regolare servizio - senza scioperi, barricate, interruzioni - servono 3 milioni di euro al mese. I Comuni, non tutti, che non versano il dovuto. E non lo fanno perché molti contribuenti non pagano le bollette. Mentre in altri Comuni, soltanto alcuni, si parla ancora dì bilanci da approvare. La Regione che ancora non versa la mensilità di 1.800.000 euro. 11 sistema raccolta e conferimento dei rifiuti solidi urbani come una polveriera. Ciclicamente pronto a far saltare tutto in aria. E l'emergenza igienico Sanitaria, ancora una volta, è dietro l'angolo. Il copione è, praticamente, sempre io stesso.
La doppia riunione di ieri mattina, all'Ato Gesa Ag2, non è servita a molto. Non è servita a scongiurare il minacciato sciopero, proclamato dai sindacati confederali per il 2 e 3 novembre, e non è servita ad evitare che la discarica subcomprensoriale di contrada Matarana, a Siculiana, chiuda. «Con le ditte - ha spiegato, do- poli doppio vertice, il commissario liquidatore dell'Ato Gesa Ag2, Teresa Restivo - abbiamo stabilito un accordo di massima per poter contabilizzare i pagamenti già effettuati», i dipendenti hanno ricevuto un acconto di 3500/4000 euro direttamente dalla società d'ambito e di 600 euro dalle imprese dell'Ati, per le retribuzioni di maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, quattordicesima mensilità, conguaglio Irpef ed indennità economiche. Ma sono solo acconti. Le ditte sono indietro con il recupero di quello che avanzano e non riescono a garantire il pagamento dei lavoratori. «Stamani (ieri ndr.) - spiega Restivo - mi hanno confermato lo sciopero. Farò una lettera, una dura lettera, a tutti i sindaci. Ci vogliono i soldi. I Comuni non pagano, molti non lo fanno perché sono i contribuenti a non pagare le bollette. In altri si parla ancora di bilanci da approvare. Ci vogliono i soldi». Nessuna riconciliazione, ieri mattina, neanche per far sì che rimanga aperta la discarica di Siculiana. «Ho cercato di farla rimanere aperta, offrendo delle garanzie di pagamento - ha aggiunto il commissario liquidatore - ma non so se ci sono riuscita. Quei poco che abbiamo in cassa sto cercando di distribuirlo con equità, ma non basta. Il risultato? Che il doppio incontro di stamani (ieri ndr.) - ha concluso Teresa Restivo - non ha prodotto risultati certi». (CR)
 

Imu a Palma, l'Mpa attacca il sindaco Bonfanti
PALMA DI MONTECHIARO
L'Mpa di Palma di Montechiaro contro il sindaco Rosario Bonfanti a proposito della decisione del consiglio comunale di non far passare la proposta che prevedeva uno sconto sull'Imu per gli emigrati all'estero. "In politica— scrive in una nota diffusa ieri Rosario Bruna, capogruppo del Partito dei Siciliani - più di ogni altra cosa contano i numeri. In ogni amministrazione ci sono due fazioni opposte: una maggioranza che governa ed una opposizione che oltre a controllare, individua percorsi alternativi. Mi chiedo: quali sono stati i motivi di straordinarietà e di urgenza che hanno portato alla convocazione del consiglio comunale, con all'ordine del giorno solo i punti che riguardano l'adozione del regolamento Imu e le rispettive aliquote? Perché si sono fatte più di una riunione di capigruppo per una sterile questione quale le riprese video in consiglio comunale, mentre la maggioranza non ha ritenuto di condividere con i consiglieri Comunali tutti una così importante decisione che riguarda l'adozione delle aliquote Imu?" Bruna ha continuato ponendo un'altra domanda al sindaco. "Perché l'amministrazione non spiega le motivazioni che sorreggono la proposta di aumentare l'imu per la prima casa al 6 per cento e quella sulla seconda casa del 10.60 per cento?". Il dissenso — ha concluso Bruna - è chiaramente indirizzato a questo becero modo di fare politica cui fa solitamente ricorso l'attuale amministrazione, attraverso il continuo richiamo ad atti di responsabilità politica, anziché alla individuazione di percorsi di condivisione". (AAU)
 

LA SICILIA
 

PROVINCIA REGIONALE
Perché non viene riaperta l'aula consiliare?
Quella dell'aula "Ciglia" alla Provincia regionale di Agrigento è ormai una sorta di telenovelas brasiliana.
Tutto inizia quando l'ente decide di effettuare i lavori di ebanisteria per recuperare i banchi e dì restauro dei dipinti presenti sul tetto dell'aula Io scorso anno. Per la precisione il 9 maggio 2011, data peraltro posticipata per consentire ad aprile di realizzare i festeggiamenti per il 150esimo anniversario del Consiglio provinciale. Il comunicato stampa dell'ente rassicurava che entro 12 mesi tutto sarebbe stato risolto e l'aula sarebbe stata "più bella e più splendente che pria", come diceva il Nerone di Petrolini. La tabella di marcia prevedeva lo smontaggio delle parti in legno, che sarebbero state poi recuperate con lavori di ebanisteria, e soprattutto il restauro del dipinto a tempera presente sul tetto, che riveste interamente il soffitto dell'aula 'Ciglia" dove sono raffigurate figure dì darne che reggono scudi con stemmi araldici, affiancate dallo stemma dei Savoia, angioletti e i ruderi del tempio dei Dioscuri e i busti di Cleone, Fileno, Agatocle ed Empedocle. Inoltre, gli interventi prevedevano la sistemazione della pavimentazione e la messa in opera di nuove tubazioni e altri lavori "minori".
Nel frattempo il Consiglio provinciale si sposta in via Acrone, all'interno dei poco istituzionali spazi della Sala "Pellegrino". L'anno preventivato scade, e la matematica non è un'opinione, il nove maggio del 2012. Ma nulla. A giugno arrivano le prime notizie: "L'aula consiliare"Luigi Ciglia" della Provincia regionale dovrebbe tornare ad essere disponibile ormai nel giro di un paio di settimane. I lavori di restauro e di consolidamento sono infatti allo stadio finale: si tratta di realizzare piccole rifiniture". Insomma, era questione di giorni. Nel frattempo sono trascorsi altri cinque mesi senza che l'aula sia tornata funzionante, sebbene le ditte che si sono occupate del recupero abbiano finito da tempo. Quel che manca, ci spiegano, è adesso l'installazione del nuovo impianto di amplificazione e i nuovi microfoni, che hanno sostituito i vecchi, ormai inservibili, e che sono ovviamente funzionali ad un'attività come quella svolta dal Consiglio. Quindi, ancora una volta, dovrebbe mancare poco alla riapertura, che avverrà sicuramente entro i prossimi mesi e sicuramente entro l'anno. Ma c'è una clausola. Infatti, alcuni interventi saranno realizzati solo più avanti, ovvero quelli non immediatamente utili al funzionamento del Consiglio. Tra questi, ad esempio, l'installazione del sistema di votazione elettronica — che comunque velocizzerà ad esempio la verifica del numero legale rendendola supersonica — sul cui destino al momento non c'è particolare chiarezza.
GIOACCHINO SCHICCHI
 

L'Ipia verso Monserrato Individuato un immobile dell'Aspi. Ora bisognerà controllare se è adatto a ospitare una scuola
L'Ipia "Fermi" potrebbe aver trovato una nuova casa: un edificio nella zona di Monserrato, un ex tracomatosario abbandonato (molto probabilmente di proprietà dell'Azienda sanitaria provinciale). Per gli studenti della sfortunata scuola, chiusa perché costruita con calcestruzzo depotenziato,
è finalmente arrivata una buona notizia. Ancora è tutto da definire, da verificare, ma l'esistenza di questa nuova struttura fa spelare bene: si dispone di un'altra possibile soluzione.
Lo stabile è stato rintracciato dal sindaco Marco Zambuto che ha subito contattato il presidente della Provincia Eugenio D'Orsi. Fissato l'appuntamento si parte alla scoperta di questa nuova realtà. Presenti anche due giovani studentesse dell'ipia che hanno manifestato grande interesse per un eventuale trasferimento (anche se naturalmente è molto presto per palare di "trasloco").
Dopo la visita all'ex tracomatosario, il presidente D'Orsi ha immediatamente contattato il commissario generale dell'Asp, il dott. Salvatore Messina, il quale verificherà se la proprietà è effettivamente dell'azienda sanitaria. Al contempo, però, ha comunicato al presidente D'Orsi la sua disponibilità. Tradotto: se lo stabi1 appartiene all'Asp, sarà destinato all'ipia "Fermi".
Dopo il controllo delle carte che verrà effettuato dal dott. Messina, la Provincia effettuerà i necessari e relativi sopralluoghi, indispensabili eventualmente per procedere alle
repentine opere di manutenzione straordinaria. L'ex tracomatosario di Monserrato si pone come un'ulteriore e, forse, valida possibilità. Dunque: oltre alla sistemazione provvisoria in altre scuole per permettere agli studenti di frequentare le lezioni la mattina, la Provincia continua il suo lavoro per risolvere la problematica in maniera definitiva.
Tutto questo è accaduto ieri mattina: una giornata movimentata tra la protesta degli studenti che, ancora una volta, sono scesi in piazza per comunicare il loro malcontento e l'azione di una delegazione di genitori che incontrando il capo di gabinetto della Prefettura hanno organizzato un tavolo tecnico.
Le famiglie hanno deciso di recarsi in Prefettura per cercare di capire i problemi di comunicazione che sembrano esistere tra i vari enti, naturalmente per quanto concerne la questione Ipia. Questo il nucleo centrale dell'incontro e l'opinione dei genitori. "Siamo stati ricevuti dal capo di gabinetto della prefettura, il dott. Di Donato —ha spiegato Enzo Bordino presente all'incontro- abbiamo capito, dalle notizie discordanti che giungono, che tra i vari enti esiste una inadeguata comunicazione. Noi genitori ci faremo promotori di un'iniziativa volta a riunire in un'assemblea la Provincia, la dirigenza scolastica, il corpo docenti, il Provveditorato. Non siamo più disposti a raccogliere e fidarci di notizie che arrivano da chissà dove, noi vogliamo notizie sicure e ufficiale., insomma si tratta dei nostri figli. L'incontro, quindi, sarà l'occasione per stilare un documento ufficiale che sarà sottoscritto da tutti i soggetti interessati".
CHIARA MIROTTA
 

 

Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO