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/ Rassegna stampa » 2012 » Novembre » 14 » Rassegna stampa del 14 novembre 2012

 GIORNALE DI SICILIA
 
SCUOLE SUPERIORI.  Il presidente ribatte:trovate alcune aule, cerchiamo una soluzione definitiva
La Provincia replica alle accuse «Ipia? Fatto tutto il possibile»
«Vengo accusato di essere il responsabile di una probabile morte dell'ipia Fermi. Mi dovete perdonare, ma perché mi viene raddoppiato lo stipendio se faccio un' azione del genere? Resto allibito da certe sciocchezze, troviamo le aule piuttosto». D'Orsi non ci sta. Al presidente della Provincia Regionale di Agrigento non è piaciuta l'ultima iniziativa di protesta da parte degli studenti e docenti dell'ipia Fermi per sottolineare il loro disagio attuale con la raccolta di firme in un gazebo a Porta di Ponte, In questa maniera, secondo il capo dell'Ente si sta cercando di capovolgere la realtà dei fatti, Ieri mattina, infatti, durante un'apposita conferenza stampa sull'istituto scolastico di via Piersanti Mattarella, il presidente D'Orsi e l'assessore provinciale Antonio Marchetta hanno fatto il punto della situazione per chiarire alcuni aspetti burocratici. Al momento, sono state trovate 23 delle 44 aule necessarie. Sette classi sono state reperite al Geometra "Brunelleschi", tre al Tecnico "Sciascia", cinque al liceo scientifico 'Majorana" e Otto al plesso Tortorelle. Le rimanenti aule, come sottolineato dallo stesso assessore Marchetto, potrebbero essere recuperate negli istituti scolastici del centro cittadino. «Abbiamo pensato - aggiunge Marchetta - di trovare alcuni locali disponibili al liceo classico Empedocle o anche al liceo Puliti. Sarebbero due soluzioni valide e convenienti a tutti, in modo tale da alleviare i disagi, ma stando alle ultime notizie queste proposte non sarebbero particolarmente gradite a docenti e studenti dell'ipia. E questo è dovuto al fatto che tutto il personale scolastico vorrebbe trovare un monolocale, capace di ospitare quantomeno più classi possibili e non essere dislocati in tanti istituti. Ma questo chiaramente è molto difficile che si possa verificare». (ESI)
 
Lettera inviata anche a Crocetta: «Aumenta la tensione, possibili conseguenze per l'ordine pubblico»
I sindaci ai prefetti: rischio di licenziamento peri precari
PALERMO
«Si avvicina la prospettiva di dover procedere al licenziamento dei precari degli enti locali con gravissimo pregiudizio sul versante sociale e su quello dell'efficienza della macchina amministrativa. Il permanere  di questa situazione non consente nè il mantenimento della tenuta sociale nè la prosecuzione del mandato sindacale»: si conclude così la lettera inviata dai
Vertici dell'Anci, l'associazione dei sindaci, a tutti i prefetti e al presidente Crocetta.
I primi cittadini siciliani lamentano «l'impossibilità di continuare ad assicurare il minimo dei servizi degli enti locali» e denunciano che «ogni giorno che passa aumenta la tensione con grave nocumento per l'ordine pubblico». Il timore di Giacomo Scala, presidente dell'associazione dei sindaci, è che «siano a rischio sia i rinnovi dei contratti dei precari che gli stipendi dei dipendenti di ruolo». Il problema è, ovviamente, la mancanza di finanziamenti statali e regionali. E per questo motivo l'ufficio di presidenza dell'Anci ieri ha chiesto un incontro a Crocetta. I sindaci hanno già redatto un documento in cui chiedono «l'assegnazione di tutte le risorse regionali destinate ai Comuni, l'erogazione con decreto unico della parte non ancora  assegnata relativa alla quota investimenti delle trimestralità scadute". I sindaci hanno anche anticipato i soldi destinati a pagare gli stipendi ai precari degli ultimi mesi e per questo l'Anci chiede a Crocetta di garantire «l'erogazione della quota anticipata del Fondo unico per il precariato». Infine, l'Anci
invoca «i fondi del 2010 per il trasporto degli alunni pendolari e i trasferimenti statali per l'acquisto
dei testi scolastici». L'Anci ha anche espresso «sostegno alle azioni di tutti quei sindaci che attraverso forme spontanee di protesta stanno sollecitando le autorità statali e regionali».
 
FUNZIONE PUBBLICA. Si ricorrerà a prepensionamenti e part time
Tagli agli Statali, il ministro Griffi: subito a casa mila impiegati
ROMA
Inizia con circa 4000 esuberi su una dotazione organica di 94.249 unità la cura dimagrante per il pubblico impiego: il dato è arrivato ieri dal ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi nel corso dell'incontro con i sindacati (e diffuso in contemporanea dallo stesso ministero via twitter) sulle nuove piante organiche degli statali. Il taglio è ancora assolutamente parziale dato che fa riferimento solo alle amministrazioni centrali e non comprende, tra queste, ministeri importanti come l'Economia, la Giustizia, gli Interni e gli Esteri oltre a l'Inps tra gli enti pubblici non economici.
La tabella del ministero calcola in 4.028 che le eccedenze assolute tra il personale non dirigenziale (per un risparmio di 342 milioni) e in poco meno di 500 unità i tagli tra i dirigenti (439 di seconda fascia, 48 di prima) per 50 milioni di risparmi. La platea di riferimento per la prima sforbiciata è di poco meno di 100.000 persone su oltre tre milioni di dipendenti pubblici (mancano le realtà significative tra le amministrazioni centrali e i comparti come enti locali, sanità, scuola e difesa). Per gli enti locali le valutazioni si faranno a partire da dicembre. Il governo ha «evitato o comunque molto contenuto l'impatto traumatico sul personale pubblico, ha detto il ministro Patroni Griffi, «non abbiamo inseguito chi voleva licenziamenti di massa e non abbiamo inseguito chi non voleva fare nulla». A questo punto - ha aggiunto - «inizia la fase della gestione delle eccedenze» con «gli strumenti che ci sono», dai prepensionamenti, alla solidarietà e il part time fino alla mobilità «con retribuzione ridotta.
Preoccupazione è stata espressa dai sindacati che hanno ribadito il loro no a qualsiasi ipotesi di licenziamento e chiesto un tavolo al ministero sui lavoro precario. Il ministero sempre via twitter ha annunciato che «presto» sarà convocato un tavolo sul precariato nel pubblico impiego. Il lavoro a termine è sempre più utilizzato nei comparti pubblici e a dicembre, denunciano i sindacati, scadranno 200.000 contratti a termine con il rischio per il settore di non poter garantire servizi essenziali.
 
PROVINCIA. Ieri riunione dei coordinamento
Grande Sud decide: «Siamo alternativi al presidente D'Orsi»
 Grande Sud Agrigento toglie l'appoggio al Presidente D'Orsi e si dichiara alternativo allo stesso.
Si è svolta ieri pomeriggio l'assemblea del coordinamento provinciale di Grande Sud Agrigento, alla presenza del coordinato- re provinciale Dott. Mario Baldacchino, del responsabile elettorale Paolo Ferrara, dei consiglieri provinciale Orazio Guarraci e Leo Vinti e dei vari coordinatori cittadini. Dopo un'attenta analisi del voto, registrata nell'ultima tornata elettorale - si legge in una nota - la dirigenza del partito arancione si è complimentata per la riconferma a componente dell'Assemblea Regionale Siciliana, dell'Do. Michele Cimino.
Altro punto in discussione ha ricordato la posizione da tenere nei riguardi della Provincia. Il coordinamento, non condividendo alcuna scelta estemporanea del presidente e rilevando - continua la nota - , che lo stesso non ha tenuto in considerazione la richiesta di attuazione dei vari piani (Trasporti, Energetico, dello Sviluppo e dell'Occupazione) che avrebbero concesso un notevole aiuto ai cittadini della Provincia, Grande Sud toglie l'appoggio al presidente D'Orsi e si dichiara alternativo allo stesso.
 
MA I SINDACI RITENGONO LE PROCEDURE PER AVERE PRESTITI TROPPO COMPLESSE: INCERTEZZA SULLE DATE
Rifiuti, scontro sugli aiuti ai Comuni
La Regione mette sul tavolo 95 milioni per affrontare l'emergenza e accelerare la chiusura dei vecchi Ato
Giacinto Pipitone
PALERMO
La Regione è pronta ad anticipare 95 milioni per consentire ai Comuni di pagare una parte del maxidebito accumulato verso gli Ato rifiuti e le imprese che gestiscono la raccolta. Ma i sindaci ritengono le procedure per questi prestiti troppo contorte. Perfino Confindustria, che pure otterrebbe una boccata d'ossigeno, nutre qualche timore. E così il tentativo di tamponare la falla nel sistema di gestione dell'immondizia rischia di fallire ancor prima di essere messo in atto.
Una circolare firmata dal ragioniere generale Biagio Bossone e dai dirigenti dei dipartimenti Rifiuti e Enti locali, Marco Lupo e Luciana Giammanco, ha dettato le procedure per erogare 95 milioni e «accelerare la chiusura della gestione liquidatoria dei vecchi Ato». Il buco, stimato fra i 400 milioni e il miliardo, è nato perché i Comuni non hanno versato agli Ato i fondi perla copertura del servizio: a cascata le imprese non sono state pagate dagli Ato. Un circolo vizioso che ha creato anche difficoltà nel pagare i lavoratori, i quali a loro volta scioperando hanno bloccato spesso la raccolta.
Adesso la Regione impone ai Comuni di fare avere le richieste di fondi «entro venti giorni». La Regione erogherebbe per 5 anni anticipazioni sul debito che gli enti locali restituirebbero in 100 20 anni. La prima tranche di anticipazioni arriverebbe nelle casse comunali entro fine anno e darebbe ossigeno al sistema di raccolta e smaltimento. Le successive 4 anticipazioni il 30 aprile di ogni anno.
Ma per ottenere questi fondi i Comuni devono prima varare un piano di rientro dal debito che contenga «gli obiettivi economici da raggiungere, la loro scansione temporale e le misure da adottare». Questo piano di rientro va approvato dal consiglio comunale insieme «agli atti necessari affinchè il Comune copra integralmente il costo del servizio di gestione integrata dei rifiuti». È un passaggio chiave perchè, spiega il presidente dell'Anci Giacomo Scala, l'unico modo per garantire i costi sarebbe l'aumento delle tasse:
«Ma nessuno vuole farlo in questo momento difficile. E in ogni caso non si potrebbe fare perché il termine per inserire una manovra fiscale nei bilanci è scaduto il 31 ottobre». il dipartimento Rifiuti nel frattempo avrà dati certi sul debito, sottoscritti da Comuni e Ato.
li vicepresidente di Confindustria, Giuseppe Catanzaro, registra l'accelerazione della Regione «nel dare supporto ai Comuni, che sono i veri debitori». Gli industriali propongono però alcune soluzioni alle difficoltà tecniche con una lettera alla Regione in cui sottolineano che «la circolare non contiene le esigenze rappresentate da noi in relazione alla necessità di far funzionare il modello finanziario indispensabile. Il modello descritto risulta privo di un preventivo raccordo con le banche, il cui coinvolgimento ed apporto è decisivo per consentire alle imprese di smobilizzare crediti vantati nei confronti di Comuni e Ato attraverso un piano di rientro e di individuare le modalità per assicurare liquidità alle imprese per la fase corrente ed evitare che il già precario sistema si blocchi ulteriormente». Per questo motivo Confindustria chiede di mettere attorno a un tavolo Regione, imprese Comuni e Ato e individuare una procedura che raccolga il consenso di tutti e possa essere applicata velocemente.
 
ATO AG2. Le associazioni dei consumatori si sono riunite in Cartello per analizzare il continuo stato di emergenza del settore.
 Gesa, sindaci «latitanti» all'assemblea dei soci di ieri
ANNAMARIA MARTORANA
n Si saprà entro domani, l'importo esatto dei soldi che i sindaci dei 19 comuni dell'Ato Ag2, hanno versato nelle casse della gesa per permettere il raggiungimento dei 613 mila euro con cui le imprese dovranno pagare al lavoratori il saldo degli arretrati al3l ottobre e la quattordicesima. Chi non avrà ottemperato agli impegni presi, dovrà spiegarne i motivi sia al Dipartimento per l'emergenza rifiuti, sia al commissario di Gesa Restivo, sia alle imprese e non in ultimo agli operatori ecologici tutt'ora sotto precettazione. All'assemblea dei soci convocata per ieri mattina dalla Restivo, la quasi totalità dei sindaci non si sono presentati all'incontro facendo mancare il numero legale per rendere valida la seduta anche se molti hanno telefonicamente avvertito di stare predisponendo i mandati. Si vedrà entro domani quanti degli amministratori comunali manterranno fede agli impegni e quanti e chino. Intanto, le associazioni del consumatori agrigentine, riunitesi in un cartello, intervengono sulla gestione dei rifiuti. «È con profondo senso di rabbia scrivono nel documento congiunto - Roberto Gambina, Pierluigi Cappello, Ilenia Capodici, Pippo Spataro e Manlio Cardella che constatiamo che la fallimentare gestione dei rifiuti, a cui nostro malgrado, la Regione Sicilia la Provincia, i sindaci, le differenza dei politici che dopo società d'ambito e i partiti politici le elezioni sistematicamente dici ci hanno abituato, ha assunto da sempre la connotazione strategica dell'emergenza" con  l'indifferenza dei politici che dopo le elezioni sistematicamente dimenticano la nostra città  senza che nessuno di loro alzi un dito né per i lavoratori né per la risoluzione del problema ma al contrario, non paghi dello sfascio causato dagli Ato rifiuti, puntano addirittura alla costituzione delle nuove SRR — Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti. Intanto il consigliere comunale Giuseppe Di Rosa ha indetto per oggi alle 10,30 una conferenza stampa nei locali di Presidenza del Comune di Agrigento per affrontare con la stampa alcuni temi riguardanti la gestione del servizio dei rifiuti. «Mentre le strade sono piene di rifiuti e la politica cerca responsabili - sostiene Di Rosa - è arrivato il momento di fare chiarezza su come fino ad oggi sono stati spesi i nostri soldi». (AMM)
 
LA SICILIA
 
IPIA FERMI
D'Orsi e Marchetta spiegano le strategie per trovare i locali
Cosa ha fatto e come sta operando la Provincia di Agrigento per risolvere la questione dell'istituto professionale Ipia "Fermi".
L'argomento è stato trattato ieri mattina nei locali dell'ente provincia nel corso di una conferenza stampa, alla quale hanno anche aderito un gruppo di docenti e genitori. L'obiettivo: fare il cosiddetto "punto della situazione".
Il presidente Eugenio D'Orsi e l'assessore Marchetta hanno così illustrato tutte le azioni intraprese dall'ente al fine di risolvere il problema di una stremata comunità scolastica.
La soluzione più attesa è quella di trasferire la scuola, attualmente smembrata in diversi istituti scolastici, nei locali che ricadono nella zona Asi a cui si aggiunge la possibilità di un edificio nei pressi del Villaggio Mosè. A riguardo la Provincia attende risposte, ma come ha specificato D'Orsi entro il mese di dicembre si spera di risolvere la questione,
Una soluzione temporanea potrebbe comunque esserci: reperire dei locali nel centro città, come quelli del liceo "Empedocle" e del "Politi".
Nel corso della conferenza non è mancato l'intervento del presidente D'Orsi rivolto al dirigente scolastico dell'Ipia, il prof. Francesco Casalicchio il quale, secondo D'Orsi, animerebbe gli animi di genitori e alunni. Ritengo che chi svolge il ruolo di educatore, come il preside, non può incitare a determinati comportamenti — ha detto - come alcuni cori offensivi nei confronti del presidente che sta cercando in tutti i modi di risolvere la questione. Ripeto ancora una volta che i ragazzi non rischiano l'anno scolastico, la Provincia non ha interrotto alcun servizio pubblico e che la fìniscano con questi allarmismi. Il mio interesse è risolvere il problema e trovare i locali ai ragazzi, ma per fare questo occorrono delle certificazioni idonee e l'adeguamento degli edifici".
C.MI
 
I sindaci non si presentano
Rifiuti. Disertata l'assemblea convocata dal liquidatore di Gesa. Speranze giungono da Palermo
Molti sindaci continuano a prendere sottogamba la questione del servizio di igiene ambientale, Ieri mattina, infatti, all'assemblea dei soci di Gesa - convocata alcuni giorni addietro dal liquidatore Teresa Restivo - erano presenti soltanto i rappresentanti di sei amministrazioni comunali, mentre tutti gli altri erano assenti. Restivo tuttavia ha tenuto a precisare che «parecchi sindaci assenti hanno telefonato per giustificare la loro mancata partecipazione e per comunicare di avere effettuato i versamenti che si erano impegnati ad eseguire, comprovando l'operazione con la trasmissione del relativo numero di cro.
Questo significa che nel giro di qualche giorno il liquidatore dovrebbe essere nelle condizioni di versare al raggruppamento di imprese che si occupa della raccolta dei rifiuti i 600 mila euro che serviranno ad allineare la posizione economica di tutti i dipendenti al 31 agosto scorso, come concordato la scorsa settimana prima della precettazione dello stesso personale. Il liquidatore conta di racimolare altre somme con le quali far fronte anche le esigenze di altri fornitori, ma la situazione é molto delicata: c'é infatti un decreto ingiuntivo di Seap, per la rimozione degli ingombranti, di circa 700 mila euro, mentre domani scade il termine per il pagamento della rata (circa un milione e 700 mila euro) relativa al piano di rientro di un vecchio debito con la ditta Catanzaro che gestisce la discarica di Siculiana. Ovviamente la discarica non chiuderà fino a quando la gestione sarà nelle mani dell'emergenza rifiuti, ma i nodi verranno al pattine dal 5 dicembre, quando tutto tornerà nelle mani di Gesa.
E tuttavia nel frattempo si é aperto uno spiraglio che viene dalla regione siciliana. Il Dipartimento Acque e Rifiuti infatti ha pubblicato una circolare (la numero 2 del 10 novembre), a firma del dirigente generale Marco Lupo, del ragioniere generale Biagio Bossone e del dirigente generale del Dipartimento autonomie locali Luciana Giammanco, che prevede la disponibilità complessiva di 95 milioni di euro per effettuare anticipazioni ai comuni finalizzate esclusivamente »ad una più celere chiusura delle gestioni liquidatorie dei consorzi e delle società d'ambito ed a garanzia della rapida estinzione di tutti i debiti connessi alla gestione integrata dei rifiuti». Dovranno essere esclusivamente i comuni a chiedere tali anticipazioni, sottoscrivendo un piano di rientro, entro venti giorni dalla pubblicazione della circolare sulla Gazzetta Ufficiale (che avverrà venerdì prossimo). Per gli enti locali si tratta non di una discrezionalità ma di un obbligo, tanto é vero che la circolare é da intendersi anche come diffida agli stessi comuni nei cui confronti - in caso di inadempienza - scatterà l'intervento sostitutivo della Regione siciliana.
SALVATORE FUCÀ
 
SOLE
 
INCONTRO SINDACALE. Il ministro Patroni Griffi: «Nessun impatto traumatico»
Esuberi nella Pa centrale: si parte da 4500 dipendenti
ROMA
I dati non sono ancora definitivi visto che mancano all'appello le nuove dotazioni organiche della Farnesina, dei ministeri dell'Interno, della Giustizia e, soprattutto, dell'Inps — dove si parla di circa 2,000 esubero senza contare il taglio "sospeso" del 10% previsto dalla legge 148/2011 — degli enti parco, la Croce Rossa e delle Forze Armate. Ma sulle 50 amministrazioni centrali scrutinate dalla Funzione Pubblica risulta al momento personale in sovrannumero per 4.515 unità:
487 dirigenti di prima e seconda fascia e 4.028 tra funzionari e semplici dipendenti.
L'attuazione dell'articolo 2 del dl 95 (la spending review) sugli uffici di queste amministrazioni non produrrà «impatti traumatici» ha assicurato ieri il ministro della Pa e la semplificazione, Filippo Patroni Griffi, al termine dell'incontro informativo con i sindacati che prelude al varo dei decreti con le nuove dotazioni organiche ridotte di un decimo per il personale di base e di un quinto per i dirigenti. L'intervento produrrà risparmi, a regime, per 292 milioni annui complessivi, è stato per ora calcolato, ma il dato è destinato a crescere con il completamento della ricognizione.
«il nostro obiettivo non era rincorrere coloro che si auguravano licenziamenti di massa nel pubblico impiego, perché è uno dei settori portanti dello Stato — ha spiegato Patroni Griffi — e nello stesso tempo non abbiamo inseguito coloro che non avrebbero voluto fare nulla». Su questi numeri e quelli che seguiranno si apre ora il tavolo di confronto con i sindacati. Si tratterà di individuare quanti degli interessati hanno maturato i requisiti per la pensione o il prepensionamento, quanti manifesteranno la disponibilità alla mobilità volontaria; uno screening che dovrà essere chiuso entro il prossimo mese di giugno, data dopo la quale, se ci saranno ancora addetti in sovrannumero, potrà scattare la mobilità i collettiva con i 24 mesi di stipendio ridotto. I sindacati restano per ora prudenti, anche se hanno annunciato che utilizzeranno tutti gli strumenti per «evitare i licenziamenti». E chiedono, oltre al confronto sulla spending review, l'apertura di un «tavolo vero» sui precari. Entro l'anno, hanno avvisato Cgil, Cisl e Uil, scadranno 400mila contratti, circa il 40% dei quali nella Pa. Un confronto è stato chiesto, infine, sulla norma contenuta nel Dl sanità che esclude i contratti a termine del comparto dal limite Ue dei 36 mesi.
 
Agrigentoflash
 
Ipia Fermi, entro dicembre la soluzione
Dovrebbe arrivare entro la fine dell'anno la soluzione per l'Ipia "Fermi" di Agrigento. Ad assicurarlo questa mattina alla stampa è stato il presidente della provincia , D'Orsi , e l'assessore Marchetta. All'incontro ha preso parte anche una delegazione degli insegnanti e dei genitori degli alunni dell'Ipia. Da un lato il presidente ha fatto chiarezza sulla vicenda , dall'altro ha avuto parole dure nei confronti del dirigente Casalicchio: "Sono stato accusato di voler far chiudere questo istituto , perchè avrei dovuto? Non posso permettere ad un dirigente scolastico - ha detto - di fargli gridare vergognati dagli alunni o buffone. Perché lui è un educatore". Passando alle soluzioni, anche grazie alla segnalazione dell'associazione "Agrigento punto e a capo" , l'ente provinciale avrebbe individuato i locali del centro di formazione dell'Asi di Agrigento. Lì potrebbero essere collocate le 33 le classi, compresi i laboratori e gli uffici. Oltre a questa soluzione, l'Ente - tramite un bando - avrebbe anche trovato un immobile privato nel quartiere di Villaggio Mosè. "L'unico modo, comunque, per risolvere il problema - ha detto il presidente - è l'affitto dei nuovi locali. E per fare questo ho portato le mie spese di rappresentanza da 270mila a 11mila euro; ho tolto i grandi eventi e i consiglieri provinciali hanno ridotto del 50percento i fondi dei gruppi consiliari".
 
Agrigentonotizie
 
Ipia "Fermi" Agrigento, D'Orsi fa chiarezza: "Ecco come stanno le cose"
Dura polemica contro il preside dell'istituto Francesco Casalicchio: "Non posso permettere ad un educatore di portare gli studenti a gridarmi 'vergognati'. Deve dire la verità"
di Silvio Schembri -
Lo scopo dell'incontro con i giornalisti era quello di fare chiarezza, una volta per tutte, sulla questione "Ipia Fermi", l'istituto professionale di Agrigento chiuso dopo una perizia in cui si parlava di un "grave rischio di cedimento strutturale": milleduecento persone, tra insegnanti, studenti e collaboratori scolastici, sono al momento divisi in tre istituti, con orari pomeridiani e serali. Ma il presidente della Provincia regionale di Agrigento, Eugenio D'Orsi, non ha perso l'occasione anche per difendersi dalle accuse che gli sono state mosse in questi giorni.
LA POLEMICA. "Sono stato accusato di voler far chiudere questo istituto. Perché mai dovrei?" ha detto il capo dell'amministrazione provinciale che durante l'incontro con la stampa, al quale ha partecipato anche una delegazione degli insegnanti e dei genitori degli alunni dell'Ipia, non ha risparmiato critiche per il preside dell'istituto, Francesco Casalicchio.
Ipia "Fermi", D'Orsi fa chiarezza: la conferenza"Non posso permettere ad un dirigente scolastico - ha detto D'Orsi - che si alza la mattina, che fa fare gazebo, di portarmi gli alunni a farmi gridare 'vergognati' o a farmi gridare 'buffone'. Perché lui è un educatore. E se fa un'azione di educazione, deve dire ai suoi alunni la verità; non cercare di spingere sui genitori, tra i quali potrebbe anche esserci qualche delinquentello. E io cammino da tre anni e mezzo con la scorta. Lui si alza una mattina e dice 'Questi signori vogliono fare morire l'Ipia'. E perché dovrei fare morire l'Ipia? Quali ragioni ci sono? Viene da ridere a veder fare queste cose, a strumentalizzare genitori e alunni che sono gli unici ad avere diritto a parlare. Non ho ancora sentito - ha continuato il presidente della Provincia - una sola parola del grande capo dell'Ipia contro i costruttori o contro chi doveva vigilare sulla costruzione. Noi li abbiamo denunciati alla Procura e alla Corte dei conti. Ma non ho visto elevare neanche un protesta contro i costruttori. Il colpevole viene cercato nell'amministrazione provinciale".
LE CLASSI. Secondo quanto emerso dall'analisi della Provincia, dunque, per l'Ipia "Enrico Fermi" necessitano 43 aule, dieci delle quali sono già da anni collocate in un'altra struttura. Scende quindi a 33 il numero delle classi per le quali bisogna trovare collocazione. A questo dato va, però, aggiunto il numero riguardante i laboratori (fondamentali per un istituto come l'Ipia) e gli uffici.
L'ASI E I LOCALI A VILLAGGIO MOSE'. Come possibile soluzione, la Provincia - anche grazie alla segnalazione dell'associazione "Agrigento punto e a capo" - avrebbe individuato i locali del centro di formazione dell'Asi di Agrigento: in quegli immobili potrebbero essere collocate tutte le 33 le classi, compresi i laboratori e gli uffici. Oltre a questa soluzione, l'Ente - tramite un bando - avrebbe anche trovato un immobile privato nel quartiere di Villaggio Mosè.
"A fine ottobre abbiamo inviato una richiesta al commissario straordinario dell'Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive, Luciana Giammanco, per avere in uso i locali dell'Asi e ancora oggi attendiamo risposta. Agiremo in base alla risposta da parte dell'Irsap: o con la collocazione nei locali del centro di formazione o l'affitto dei nuovi locali a Villaggio Mosè. Entro dicembre contiamo di risolvere la situazione" ha detto D'Orsi. "L'unico modo, comunque, per risolvere il problema - ha continuato il presidente - è l'affitto dei nuovi locali. E per fare questo ho portato le mie spese di rappresentanza da 270mila a 11mila euro; ho tolto i grandi eventi e i consiglieri provinciali hanno ridotto del 50percento i fondi dei gruppi consiliari. Io cerco collaborazione, non me ne frega niente delle polemiche".
LA FUGA DEGLI STUDENTI DALL'IPIA. Intanto - scontri istituzionali e incidenti diplomatici a parte - l'Ipia "Enrico Fermi" inizia a perdere studenti. Da 970 iscritti, ad oggi la scuola conterebbe meno di 500 alunni. In tanti, infatti, hanno chiesto il rilascio del nullaosta per iscriversi in altri istituti. La causa principale sembra essere il disagio che i pendolari sono costretti a vivere quotidianamente. "Abbiamo anche parlato con le ditte di autolinee per far sì che vengano create delle corse consoni all'orario pomeridiano, - ha detto D'Orsi - ma non sappiamo ancora il perché non vengano attuate".
 
Provincia regionale, Grande Sud toglie l'appoggio a Eugenio D'Orsi
La decisione è stata presa "non condividendo alcuna scelta estemporanea del presidente e rilevando, che lo stesso non ha tenuto in considerazione la richiesta di attuazione dei vari piani"
di Redazione
Si è svolta ieri pomeriggio l'assemblea del coordinamento provinciale di Grande Sud Agrigento, alla presenza del coordinatore provinciale Mario Baldacchino, del responsabile elettorale Paolo Ferrara, dei consiglieri provinciale Orazio Guarraci e Leo Vinti e dei vari coordinatori cittadini. Dopo un'attenta analisi del voto, registrata nell'ultima tornata elettorale, la dirigenza del partito arancione si è complimentata per la riconferma a componente dell'Assemblea regionale siciliana di Michele Cimino.
Diversi i punti all'ordine del giorno, tra cui la pianificazione del calendario dei congressi cittadini ed in ultimo del congresso provinciale al fine di poter consentire una sempre più vasta diffusione e partecipazione democratica del partito nel territorio.
Altro punto in discussione ha riguardato la posizione da tenere nei riguardi della Provincia regionale di Agrigento. Il coordinamento provinciale, "non condividendo alcuna scelta estemporanea del presidente Eugenio D'Orsi e rilevando, che lo stesso non ha tenuto in considerazione la richiesta di attuazione dei vari piani (Piano Provinciale dei Trasporti, Piano Provinciale Energetico e Piano Provinciale dello Sviluppo e dell'Occupazione) che avrebbero concesso un notevole aiuto ai cittadini della Provincia, toglie l'appoggio al presidente D'Orsi e si dichiara alternativo allo stesso".
 
Infoagrigento
 
 
      IPIA Fermi, APC scrive alla Giammanco: "Perchè poca determinazione nel dare risposte?"       
Scritto da Redazione    
A seguito della conferenza stampa tenuta dal presidente della provincia, Eugenio D'Orsi, arriva a stretto giro la lettera con cui il gruppo "Agrigento Punto e a Capo", in questi giorni protagonista dell'affaire IPIA Fermi, chiede spiegazioni alla dott.ssa Giammanco circa il mancato parere sull'utilizzazione del centro di formazione professionale, di proprietà dell'ASI. Di seguito, il testo integrale della lettera:
"Egr. dott.ssa Giammanco, chi le scrive è un gruppo di cittadini di Agrigento, preoccupati per la situazione in cui versa l'utenza della scuola professionale IPIA E. fermi.
Siamo quegli stessi cittadini che ritenendo il "Pubblico" di estrema importanza vorremmo che i nostri soldi, gestiti dalla provincia di Agrigento, rimangano nel circuito del pubblico, e vengano cioè utilizzati per apportare quelle migliorie ad una struttura di proprietà dell'Asi, completata e mai utilizzata: il "centro di formazione professionale", per ospitare i ragazzi, i professori ed il personale ata della suddetta scuola. Quello che noi ci chiediamo e le chiediamo, cosa osta perché lei dia parere positivo per l'utilizzazione di tale fabbricato? Quello che non riusciamo a comprendere è: perché noi, più di altri che istituzionalmente gestiscono un ente pubblico, cioè di tutti, vediamo nel centro di formazione l'unica soluzione che ottimizza costi e benefici? Il presidente della nostra provincia è determinato a dare delle risposte certe a chi oggi soffre un disagio non indifferente, e noi siamo determinati quanto lui, ben sapendo cosa comporta questo disagio, a vedere l'utenza IPIA vivere finalmente l'anno scolastico senza stress materiali e psicologici, perché Lei non è altrettanto determinata a porre fine a questa situazione, mettendo a disposizione la struttura in oggetto?
Sicuri che la sua riflessione porterà le giuste determinazioni, o meglio, quelle che tutti noi ci auguriamo, le porgiamo
Distinti saluti"
 
      IPIA FERMI: gli impegni della Provincia       
Scritto da Redazione    
Il Presidente della Provincia Regionale di Agrigento, Eugenio D'Orsi e l'assessore all'edilizia e gestione patrimoniale Piero Marchetta, hanno illustrato, stamani, nel corso di una affollata conferenza stampa, l'iter procedurale per trovare una soluzione alla pesante situazione dell'Istituto professionale "Fermi" di Agrigento, chiuso per problemi di stabilità statica dovuti al calcestruzzo depotenziato.
L'assessore Marchetta ha illustrato il lungo iter che ha portato l'Ente a trovare 23 aule ad uso esclusivo dell'Ipia "Fermi" così distribuite 7 al "Brunelleschi", tre allo "Sciascia" cinque al "Majorana", tutte già prese in consegna dalla scuola, ed infine 8 aule alla direzione didattica del plesso "Tortorelle" non ancora prese in carico. A questi si aggiungo altri sette locali dislocati tra i suddetti istituti.
Inoltre da usufruire nelle ore pomeridiane sono state prese in consegna altre 24 aule dislocate nelle istituzioni scolastiche della collinetta di Calcarelle.
"E' intenzione dell'Amministrazione - dice l'assessore Marchetta - dopo aver trovato 23 aule disponibili per l'Ipia in uso esclusivo, di individuare e mettere a disposizione del professionale "Fermi" le restanti aule per i turni pomeridiani, in locali centrali in modo da consentire agli studenti il minimo del disagio ed essere vicini alle stazioni dei Bus e ferroviaria".
"Non comprendo l'atteggiamento dell'Istituto - ha detto il Presidente della Provincia - in questa fase di emergenza in attesa che possiamo avviare percorsi risolutivi. Per risolvere definitivamente il problema del complesso scolastico dell'Ipia occorre uno stanziamento di 12 milioni di euro, somma che la Provincia potrebbe disporre togliendoli ad altri servizi, ma è una strada non praticabile senza tenere conto dei tempi di realizzazione. Dopo il problema registrato nel padiglione B abbiamo dato mandato ai tecnici di eseguire degli esami approfonditi per controllare la staticità di tutti i locali. Da questa indagine è emersa la disastrosa situazione, che è sotto gli occhi di tutti, che ci ha costretti a chiudere la scuola per motivi di sicurezza. Abbiamo avviato contatti con l'Asi per dei locali nella zona industriale, e siamo in attesa di una risposta definitiva. Insomma contrariamente a quanto artatamente viene diffuso da chi vuole soffiare sul fuoco questa Amministrazione provinciale sta lavorando per cercare una soluzione idonea a fronteggiare l'emergenza".
L'undici di ottobre la Provincia si attiva inviando una precisa richiesta all'Asi per una eventuale disponibilità dei locali "Cap" , il centro addestramento professionale che si compone di diverse aule didattiche e speciali, laboratori , biblioteca e locali mensa. Il 25 ottobre, infatti, l'Asi trasmette via fax l'istruttoria al Commissario Straordinario e al Dirigente Generale dell'Irsap, e per conoscenza alla Provincia, dando quindi parere favorevole per la disponibilità dei locali.
"Più di quello che stiamo mettendo in atto per venire incontro alle necessità di questa scuola, al momento, non possiamo fare altro - ha concluso D'Orsi - e non appena l'Asi darà il via libera quelli sono dei locali che possono ospitare una istituzione scolastica in attesa della soluzione definitiva".
 
Sicilia24
 
Provincia, Grande Sud toglie l'appoggio al Presidente D'Orsi
Si è   svolta ieri pomeriggio l'assemblea  del  coordinamento provinciale   di Grande Sud Agrigento, alla presenza del coordinatore provinciale  Dott. Mario Baldacchino,   del responsabile  elettorale  Paolo Ferrara,  dei consiglieri provinciale Orazio Guarraci e Leo Vinti e dei vari coordinatori  cittadini. Dopo un'attenta  analisi del voto, registrata nell'ultima tornata elettorale,  la dirigenza del partito arancione  si è complimentata  per la  riconferma  a componente dell'Assemblea Regionale Siciliana, dell'On. Michele Cimino.  Diversi i punti all'ordine del giorno,  tra cui  la pianificazione del  calendario dei congressi cittadini  ed in ultimo del congresso  provinciale  al fine di poter  consentire   una sempre più vasta  diffusione e partecipazione  democratica  del partito nel territorio.  Altro punto in discussione ha riguardato la posizione da tenere  nei riguardi  della Provincia Regionale di Agrigento .   Il coordinamento provinciale, non condividendo  alcuna   scelta estemporanea del Presidente Eugenio D'Orsi e rilevando, che lo stesso non ha  tenuto in considerazione  la richiesta di attuazione dei vari piani ( Piano Provinciale dei Trasporti, Piano Provinciale Energetico e Piano Provinciale dello Sviluppo e dell'Occupazione) che avrebbero concesso  un notevole aiuto ai cittadini della Provincia, Grande Sud  toglie l'appoggio al Presidente D'Orsi  e si dichiara alternativo  allo stesso.
 
"Ipia Fermi", Provincia: prodotto massimo sforzo
Il Presidente della Provincia Regionale di Agrigento, Eugenio D'Orsi e l'assessore all'edilizia e gestione patrimoniale Piero Marchetta, hanno illustrato, stamani, nel corso di una affollata conferenza stampa, l'iter procedurale per trovare  una soluzione alla pesante situazione dell'Istituto professionale "Fermi" di Agrigento, chiuso per problemi di stabilità statica dovuti al calcestruzzo depotenziato.
L'assessore Marchetta ha illustrato il lungo iter che ha portato l'Ente a trovare 23 aule ad uso esclusivo dell'Ipia "Fermi" così distribuite 7 al "Brunelleschi", tre allo "Sciascia" cinque al "Majorana", tutte già prese in consegna dalla scuola, ed infine 8 aule alla direzione didattica del plesso "Tortorelle" non ancora prese in carico. A questi si aggiungo altri sette locali dislocati tra i  suddetti istituti.
Inoltre da usufruire nelle ore pomeridiane sono state  prese in consegna altre 24 aule  dislocate nelle istituzioni scolastiche della collinetta di Calcarelle.
"E' intenzione dell'Amministrazione - dice l'assessore  Marchetta - dopo aver trovato 23 aule disponibili per l'Ipia in uso esclusivo, di individuare e mettere a disposizione del professionale "Fermi" le restanti aule per i turni pomeridiani, in locali centrali in modo da consentire agli studenti il minimo del disagio ed essere vicini alle stazioni dei Bus e ferroviaria".
"Non comprendo l'atteggiamento dell'Istituto - ha detto il Presidente della Provincia - in questa fase di emergenza in attesa che possiamo avviare percorsi risolutivi. Per risolvere definitivamente il problema del complesso scolastico dell'Ipia occorre uno stanziamento di 12 milioni di euro, somma che la Provincia potrebbe disporre togliendoli ad altri servizi, ma è una strada non praticabile senza tenere conto dei tempi di realizzazione. Dopo il problema registrato nel padiglione B abbiamo dato mandato ai tecnici di eseguire degli esami approfonditi per controllare la staticità di tutti i locali. Da questa indagine è emersa la disastrosa situazione, che è sotto gli occhi di tutti, che ci ha costretti a chiudere la scuola per motivi di sicurezza. Abbiamo avviato contatti con l'Asi per dei locali nella zona industriale, e siamo in attesa di una risposta definitiva. Insomma contrariamente a quanto artatamente viene diffuso da chi vuole soffiare sul fuoco questa Amministrazione provinciale sta lavorando per cercare una soluzione idonea a fronteggiare l'emergenza".
L'undici di ottobre la Provincia si attiva inviando una precisa richiesta all'Asi per una eventuale disponibilità dei locali "Cap" , il centro addestramento professionale che si compone di diverse aule didattiche e speciali, laboratori , biblioteca e locali mensa. Il 25 ottobre, infatti, l'Asi trasmette via fax l'istruttoria al Commissario Straordinario e al Dirigente Generale dell'Irsap, e per conoscenza alla Provincia,  dando quindi parere favorevole per la disponibilità dei locali.
"Più di quello che stiamo mettendo in atto per venire incontro alle necessità di questa scuola, al momento, non possiamo fare altro - ha concluso D'Orsi - e non appena l'Asi darà il via libera quelli sono dei locali che possono ospitare una istituzione scolastica in attesa della soluzione definitiva".
 
Agrigentooggi
 
Emergenza "Ipia Fermi" , la Provincia fa il punto della situazione.
La Provincia Regionale di Agrigento è impegnata in modo concreto per risolvere le problematiche legate all'Istituto Ipia di Agrigento. Come si ricorderà la sede centrale della scuola di contrada Calcarelle, è stata sgomberata e chiusa a causa dei limiti di stabilità statica, dovuti al calcestruzzo, che da verifiche tecniche è risultato "depotenziato".
Da quel momento il Presidente della Provincia Regionale di Agrigento, Eugenio D'Orsi e l'assessore all'edilizia e gestione patrimoniale Piero Marchetta, avvalendosi degli uffici dell'Ente hanno messo in essere tutte le soluzioni possibili per sistemare gli studenti in locali alternativi e a norma per garantire il regolare svolgimento delle lezioni.
Questa mattina nel corso di un'apposita conferenza stampa, D'Orsi e Marchetta, hanno fatto il punto della situazione, ricordando l'iter procedurale seguito e anticipando possibili soluzioni definitive.
In particolare, l'assessore Marchetta ha ricordato che sono state trovare 23 aule ad uso esclusivo dell'Ipia "Fermi" così distribuite 7 al "Brunelleschi", tre allo "Sciascia" cinque al "Majorana", tutte già prese in consegna dalla scuola, ed infine 8 aule alla direzione didattica del plesso "Tortorelle" non ancora prese in carico. Pare che queste aule non siano state accettate dal Dirigente della Scuola Casalicchio, perché i vetri degli infissi non sarebbero a norma. A tale riguardo tra l'altro, la Provincia avrebbe dato disponibilità a sostituirli a proprie spese, nonostante i locali siano di proprietà comunale e concessi dal Municipio per far fronte all'emergenza.
A questi locali, vanno aggiunti altri sette dislocati tra altri istituti.
Inoltre, è stato ricordato, che  nelle ore pomeridiane sono state  prese in consegna altre 24 aule  in altri istituti.
SOLUZIONI PER I COLLEGAMENTI:
"E' intenzione dell'Amministrazione - dice l'assessore  Marchetta - dopo aver trovato 23 aule disponibili per l'Ipia in uso esclusivo, di individuare e mettere a disposizione del professionale "Fermi" le restanti aule per i turni pomeridiani, in locali centrali in modo da consentire agli studenti il minimo del disagio ed essere vicini alle stazioni dei Bus e ferroviaria".
" Abbiamo avviato contatti con l'Asi  - ha detto D'Orsi - per dei locali nella zona industriale, e siamo in attesa di una risposta definitiva. Insomma contrariamente a quanto artatamente viene diffuso da chi vuole soffiare sul fuoco questa Amministrazione provinciale sta lavorando per cercare una soluzione idonea a fronteggiare l'emergenza".
"Al momento, non possiamo fare altro - ha concluso D'Orsi - e non appena l'Asi darà il via libera pensiamo che qui locali rappresentino una soluzione definitiva".
 
Grande Sud Agrigento toglie l'appoggio al Presidente D'Orsi
Si è svolta ieri pomeriggio l'assemblea del coordinamento provinciale di Grande Sud Agrigento, alla presenza del coordinatore provinciale Dott. Mario Baldacchino, del responsabile elettorale Paolo Ferrara, dei consiglieri provinciale Orazio Guarraci e Leo Vinti e dei vari coordinatori cittadini. Dopo un'attenta analisi del voto, registrata nell'ultima tornata elettorale, la dirigenza del partito arancione si è complimentata per la riconferma a componente dell'Assemblea Regionale Siciliana, dell'On. Michele Cimino. Diversi i punti all'ordine del giorno, tra cui la pianificazione del calendario dei congressi cittadini ed in ultimo del congresso provinciale al fine di poter consentire una sempre più vasta diffusione e partecipazione democratica del partito nel territorio. Altro punto in discussione ha riguardato la posizione da tenere nei riguardi della Provincia Regionale di Agrigento . Il coordinamento provinciale, non condividendo alcuna scelta estemporanea del Presidente Eugenio D'Orsi e rilevando, che lo stesso non ha tenuto in considerazione la richiesta di attuazione dei vari piani ( Piano Provinciale dei Trasporti, Piano Provinciale Energetico e Piano Provinciale dello Sviluppo e dell'Occupazione) che avrebbero concesso un notevole aiuto ai cittadini della Provincia, Grande Sud toglie l'appoggio al Presidente D'Orsi e si dichiara alternativo allo stesso.
 

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