Giornale di sicilia
RACCOLTA RIFIUTI. E' stata prevista la rateizzazione di circa trecentomila euro vantato dalla società d'ambito di Sciacca
IL CONSIGLIO APPROVA IL PIANO DI RIENTRO
DEBITO SOGEIR DA PAGARE IN VENTI ANNI
Totò Castelli
Seduta di fine anno veloce" e con un solo argomento all'ordine del giorno quella che è stata tenuta nella sala consiliare "Leonardo Frenna" sabato sera alla presenza di una quindicina di consiglieri comunali, Fra stata fissata con convocazione urgente dal presidente del consiglio comunale Giuseppe Tortorici (Pid - Cantiere popolare), per chiudere una partita che era aperta con la Sogeir, la società d'ambito di Sciacca, che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti, La società saccense di Vincenzo Marinello, già presidente e attuale commissario liquidatore, vanta un credito nei confronti dell'Amministrazione comunale di circa 350 mila euro. Nei mesi scorsi la Regione siciliana aveva trasmesso una nota al sindaco chiedendogli di corrispondere il dovuto alla società saccense, che vanta crediti anche molto più consistenti di quelli che vanta nei confronti del comune di Ribera, anche nei confronti di altri comuni dell'hinterland. Date le difficoltà finanziarie in cui versa il comune, che sta cercando di uscire dal guado per non subire gli effetti negativi dello sforamento del patto di stabilità, l'Amministrazione comunale ha richiesto di usufruire di norme in vigore che consentono, con il varo di un piano di rientro adeguato; la dilazione del pagamento. Da qui la necessità di un pronunciamento da parte del consiglio comunale per poter passare la richiesta agli organismi regionali competenti per dare il via libera alla dilazione in venti anni della somma dovuta. La seduta consiliare è valsa per fare il punto anche sul servizio che viene erogato dalla Sogeir e a rimarcare alcuni disservizi in merito sono intervenuti in particolare il consigliere del Pid-Cantiere popolare Tommaso Pedalino e il consigliere dell'Mpa-Pds Giuseppe Brisciana. Quest'ultimo ha sottolineato che è necessario arrivare ad una seduta straordinaria del consiglio comunale per affrontare nel complesso tutta la materia della raccolta dei rifiuti alla luce dei costi onerosi per le casse comunali, che gravano e che continueranno a gravare in maniera pesante nelle tasche dei riberesi con l'arrivo della Tarsu. Se i cittadini pagano per avere un servizio - è stato fatto rimarcare - è anche giusto che questo servizio sia assicurato in maniera efficiente e sotto la vigilanza diretta e stretta dell'Amministrazione comunale. Sulle richieste avanzate dai consiglieri comunali il sindaco Carmelo Pace ha dato la disponibilità nei prossimi giorni ad affrontare i temi e le problematiche sollevati. Alla fine il provvedimento è passato con tredici voti favorevoli e con il voto contrario di Benedetto Vassallo (Pid-Cantiere popolare) e di Alfonso Catanzaro (Alleanza per l'Italia). (TC)
La sicilia
Cambia la previdenza giro di vite sulle donne via a 62 anni e 3 mesi
GIANCARLO COLOGGI
ROMA. Per milioni di italiani è scattata la nuova previdenza pensionistica. Adesso si va in pensione con un'età maggiore: gli uomini a 66 anni e 3 mesi, le donne a 62 anni e 3 mesi. Nei dettaglio: se fino a fine 2012 sono usciti dal lavoro ancora i dipendenti che hanno maturato i requisiti a fine 2011 (e poi hanno dovuto attendere i 12 mesi previsti dalla finestra mobile) dal 2013 i lavoratori dipendenti potranno lasciare il lavoro solo con le regole previste dalla riforma (continueranno ad andare ancora fino a giugno con le vecchie regole gli autonomi che hanno dovuto attendere 18 mesi per la finestra mobile).
Di fatto da questo mese si potrà andare in pensione di vecchiaia con almeno 62 anni e tre mesi se donne (63 anni e 9 mesi se lavoratrici autonome) e con 66 anni e tre mesi se uomini. Si potrà andare in pensione anticipata rispetto alla vecchiaia solo se si sono maturati almeno 42 anni e 5
mesi di contributi se uomini e 41 anni e 5 mesi se donne.
Per le donne si tratta di un aumento significativo dell'età che aumenterà ancora gradualmente fino al 2018 (quando sarà equiparata a quella degli uomini). Per evitare il salto repentino previsto per gli anni successivi è previsto che le dipendenti che abbiano compiuto 60 anni entro il 2012 possano andare in pensione a 64 anni e 7 mesi (quindi nel 2016 senza rischiare l'ulteriore scalino a 65 anni e tre mesi). Per gli uomini la «stangata» riguarda soprattutto la pensione anticipata (che sostituisce la pensione di anzianità).
L'abolizione delle quote e l'incremento di un anno per gli anni di contributi necessari per l'uscita (oltre l'aspettativa di vita) terrà ancora in ufficio e in fabbrica un piccolo esercito di lavoratori che si sentiva in dirittura di arrivo. Se infatti per la pensione di vecchiaia quest'anno basteranno 66 anni e 3 mesi (a fronte dei 66 anni con cui si è usciti fino a fine 2012) per la pensione anticipata ci vorranno 42 anni e 5 mesi di contributi (41 anni e 5 mesi per le donne).
Anche per gli uomini dipendenti è prevista una eccezione con la possibilità di andare in pensione a 64 anni se si sono maturati entro il 2012 60 anni di età e 35 di contributi (quindi per i lavoratori del 1952 sarà possibile andare in pensione nel 2016 a 64 anni e 7 mesi pur avendone di contributi solo 39).
«L'età pensionabile è agganciata all'aspettativa di vita ha detto il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua perché per fortuna si vive di più, quindi si lavorerà di più e si percepirà una pensione per più tempo.
Il sistema sarà sostenibile? Per Mastrapasqua «serve la seconda gamba' della pensione complementare, che in Europa è molto diffusa ma
che in italia stenta ancora a decollare. Su questo tutti (Inps, assicurazioni e banche) devono lavorare».
Mastrapasqua ricorda anche un dato "allarmante": «nel Vecchio Continente la media di coloro che hanno una pensione complementare è di circa il 91%, in Italia è il 23%. Un delta troppo ampio sul quale bisogna riflettere per capire quali sono gli errori che sono stati fatti».
Capitolo caccia alle pensioni dei defunti. Quasi 13 milioni di euro recuperati, 615 denunce e 14 arresti. Sono i numeri dell'attività 2012 di contrasto al fenomeno della riscossione di persone decedute. Inchieste che, spiega una nota dell'Inps, vengono generalmente avviate dalle strutture dell'istituto che forniscono alle autorità competenti gli elementi necessari per procedere.
PRIMARIE PD. Prima delle donne e seconda per numero di preferenze è stata Maria Iacono Stravince l'uscente Angelo Capodicasa
La corrente Capodicasa esce vittoriosa e rafforzata da queste primarie. Non solo il più votato degli uomini è proprio il deputato nazionale uscente ma anche la prima delle donne, Maria Iacono, fa parte del suo stesso asse politico. L'uomo della corrente Panepinto, il 32enne Tonino Moscatt, stava quasi per raggiungere il colpaccio ma si ferma a poco più di 200 voti di distanza e così, alla fine, la spunta Capodicasa. E immediata si alza anche la polemica. Moscatt e Panepinto puntano il dito contro "l'apparato" che avrebbe impedito, dicono, il voto dei Giovani democratici tesserati ma che non avevano votato alle scorse primarie. E fanno riferimento anche a un tesseramento non proprio lineare e corretto. Vedremo nelle prossime ore se vi saranno ricorsi.
Intanto, al di là della bassa affluenza, Angelo Capodicasa torna (per la terza volta di fila) in Parlamento: a breve si conosceranno le liste definitive e per lui potrebbe essere questa l'occasione per entrare a Palazzo Madama candidandosi nella lista del Senato, Il seggio blindato alla Camera dovrebbe arrivare anche per Maria lacorio ma tutto sarà ufficializzato nei prossimi giorni quando la direzione nazionale ufficializzerà anche i nominati aggiuntivi inseriti da Roma (di soggetti che non hanno partecipato alla primarie). Questo il quadro finale. Angelo Capodicasa, ex vice-ministro e presidente della Regione siciliana ha ottenuto 3.014 voti. Tonino Moscatt si ferma, invece, a 2.789 preferenze. Distante il consigliere provinciale Daniele Cammilleri: il "renziano" licatese raggiunge i 1.320 voti. A chiudere il quadro degli uomini l'empedoclino Pippo Sinesio che ottiene solo 557 preferenze. Sul fronte delle donne svetta Maria Iacono: attuale consigliere comunale di Caltabellotta (dove è già stata sindaco) ottiene 1.449 voti. Seconda classificata con 1.115 voti, il consigliere comunale di Agrigento Angela Galvano. Poi la raffadalese Sabrina Mangione con 1.040 preferenze; poco sotto (a quota 1.027) Antonella Maggio, consigliere comunale di Sambuca di Sicilia. Chiudono il quadro: Giovanna Iacono (assessore a Santa Elisabetta) con 879 voti; la più giovane, Marcella Militello, con 642 preferenze; la riberese Filippa Caruana con 330 voti e, infine, Maria Tiziana Russo che si ferma a 297 preferenze. I primi sei classificati vanno in lista, gli altri sono fuori. Ma per conoscere le posizioni serviranno ancora dei giorni.
T. F.
Sole
I chiarimenti delle Entrate. Effetto sul debito nell'esercizio in cui avviene il versamento: premio sul 2012 per i pagamenti fino al 12 gennaio Amministratori, compensi deducibili
Il Fisco può disconoscere lo sconto nel caso di operazioni viziate da abuso del diritto
Luca Gaiani
I compensi ai liquidatori e agli amministratori sono ordinariamente deducibili nell'anno del pagamento. Lo precisa l'agenzia delle Entrate nella risoluzioneu3/E del 31 dicembre.
L'irrilevanza della remunerazione dell'imprenditore sancita dal Testo unico non riguarda infatti le società, ma solo le ditte individuali. E però possibile disconoscere la quantificazione dei compensi in chiave antielusiva.
Giurisprudenza oscillante
Il tema dei compensi agli amministratori ha formato oggetto negli ultimi annidi molti interventi di giurisprudenza, i quali hanno a volte travisato il chiaro dettato normativo. Un primo "svarione" si ha con l'ordinanza 18702 del 13 agosto 2010 con cui la Cassazione negala deduzione per gli amministratori di società di capitali, ammettendola per quelli di società personali, senza accorgersi che la norma allora vigente per queste ultime era espressamente richiamata anche per i soggetti trpeg. A distanza di poche settimane, il Governo corregge il tiro, ribadendo la deducibilità all'atto del pagamento. Con la successiva Sentenza 24957 del io dicembre 2010, la Cassazione mette le cose in ordine affermando non solo che la deducibilità è espressamente sancita dalla legge, ma anche che la quantificazione del compenso, che deriva dal consenso che si forma negli organi sociali non può essere sottoposta a un sindacato di congruità da parte del Fisco, salve possibili contestazioni antielusive. Ma non si è trattato della parola fine. Con una sentenza 8/2012, la Commissione regionale di Torino ha nuovamente negato la deducibilità in base all'articolo 6o del Tuir,che considera irrilevanti i compensi erogati all'imprenditore individuale (indeducibili per l'impresa e non tassabili per il titolare), con ciò equivocando sull'ambito di applicazione della norma.
Il chiarimento
Con la risoluzione u3/E/2o12, le Entrate sono state chiamate a esprimersi sulla deduzione dei compensi pagati da una SrI a un liquidatore-socio, proprio alla luce di quanto affermato dalla sentenza piemontese. L'Agenzia evidenzia che, in base al disposto dell'articolo 95 del Tuir (applicabile sia ai soggetti lres che alle società di persone), i compensi agli amministratori (ai quali vengo-no equiparati dalla risoluzione quelli erogati al liquidatore) sono deducibili nell'esercizio in cui avviene il pagamento, con una regola che garantisce simmetria temporale tra deduzione e tassazione del percettore. L'articolo do del Tuir, chiarisce la risoluzione, riguarda esclusivamente le imprese individuali e non si estende alle società personali o di capitali, che hanno, nel Testo unico, una regolamentazione specifica. Pertanto, il compenso erogato al liquidatore sarà deducibile dal reddito della società e il percettore dovrà assoggettarlo a tassazione.
Pagamenti entro il 12gennaio
L'Agenzia sottolinea inoltre che in sede di controllo la deduzione potrà essere disconosciuta (evidentemente utilizzando i principio di abuso del diritto) qualora i compensi risultino «insoliti, sproporzionati o strumentali all'ottenimento di indebiti vantaggi». La Cassazione aveva peraltro sottolineato che una simile situazione non pare realisticamente ipotizzabile a seguito della ricordata simmetria impositiva, dato che il carico fiscale sull'amministratore (Irpef e addizionali) è in genere notevolmente superiore al risparmio della società erogante (Ires).
Anche se la risoluzione 113 non lo ribadisce, va infine ricordato che per i compensi agli amministratori vale il criterio di cassa "allargato" (circolare 57/E/2001).E dunque ancora possibile dedurre gli importi dal reddito 2012 effettuando il pagamento entro il 12gennaio2013.
Agrigentoflash
Ars vota proroga, salvati 25.000 precari
In Sicilia salvi 25 mila precari della pubblica amministrazione. Al fotofinish, l'Assemblea regionale siciliana, a conclusione di una maratona parlamentare conclusa alle 2 di notte, ha prorogato i contratti di 18.500 precari in servizio negli enti locali e di altri 6.500 lavoratori in carico alla Regione e a enti collegati. I contratti, che scadevano il 31 dicembre, sono stati prorogati fino al 30 aprile. Il periodo coincide con la scadenza dell'esercizio provvisorio, approvato sempre l'altra notte, dopo l'esame del testo in commissione Bilancio, dove il governo di Rosario Crocetta ha anche depositato bilancio di previsione (900 milioni di tagli) e legge di stabilità per il 2013 (nuovi ticket per ricette e ricoveri), che saranno esaminati nei primi mesi del prossimo anno, sicuramente dopo le politiche e comunque entro fine aprile. Durante l'esame della proroga dei contratti, alcuni deputati hanno sollevato al governo la necessità di intervenire con una legge ad hoc per la stabilizzazione dei lavoratori degli enti locali, facendo leva sullo statuto speciale e superando così le rigidità della norma nazionale che al momento prevede un massimo di sette mesi di proroga. In aula non sono mancati i momenti di tensione, protagonisti i 'grillini". I cinquestelle sono riusciti a bloccare un blitz che aveva l'obiettivo di allargare le maglie della proroga anche ad alcuni precari con contratti fino a 70 mila euro all'anno in servizio presso dipartimenti della Regione ormai soppressi, come l'Agenzia per l'impiego. Il deputato Antonio Venturino, che è anche vice-presidente dell'Ars, ha sottolineato che il ddl di proroga giunto in aula non era quello votato in commissione Bilancio. In commissione Lavoro, proprio su spinta di alcuni deputati della Bilancio, era stato modificato l'articolo 1 del testo. Venturino dunque ha presentato un emendamento aggiuntivo che prevedeva l'esclusione dalle proroghe per i lavoratori di dipartimenti non più esistenti: la norma è stata così messa ai voti e approvata dall'Ars (34 a favore, 25 contrari).