Agrigentoflash.it
Provincia regionale, si è dimesso l'assessore Giglione (Pd)
Il raffadalese Pietro Giglione, l'assessore provinciale alle Attività produttive, si è dimesso L'esponente politico del Pd ha formalizzato la sua decisione al presidente Eugenio D'Orsi: "Una scelta - ha spiegato - dettata dall'impossibilità di potere coniugare l'attività istituzionale con gli impegni personali e professionali sempre più incalzanti. Ho ritenuto così doveroso, per il rispetto che ho nei confronti di D'Orsi, della Giunta, del Consiglio, ma soprattutto della comunità agrigentina, fare un passo indietro per dare spazio a chi è nelle condizioni di svolgere questo ruolo senza limiti temporali. Non è più il momento di pensare alle poltrone e di mantenerle a tutti i costi il ragionamento si incanala ora su altri binari: o l'incarico di amministratore viene esercitato pienamente o l'incombenza si lascia. Da qui allora la mia scelta di rinunciare, consapevole, comunque, di avere maturato un'esperienza positiva e significativa. Per questo vado via ringraziando tutti, con in testa il presidente D'Orsi per la fiducia accordatami. Un apprezzamento, oltre all'esecutivo e ai consiglieri, va anche ai dipendenti della Provincia, in particolare a quelli del settore che era di mia competenza".
Provincia di Agrigento, popolazione diminuita di 30.000 abitanti
Negli ultimi 20 anni la popolazione della provincia di Agrigento è diminuita di poco meno di 30.000 abitanti. Il dato emerge confrontando i risultati degli ultimi censimenti Istat. Nel dettaglio, la popolazione provinciale in questo lasso di tempo è passata da 476.158 (1991) a 448.053 (-5.9%) nel 2001 agli attuali 446.837 (un ulteriore (- 0.3%). Le ragioni di questo decremento venno ricercate essenzialmente nell'emigrazione e nella riduzione delle natalità. Pochi comuni in crescita demografica. Tra questi Canicattì, passato da 31.713 a 34.863 abitanti (+9.9%), e Palma di Montechiaro, passata da 21.563 a 23.643 abitanti
(+ 9.6%). Terza Agrigento, cresciuta del 6.8%, ovvero da 54.619 a 58.322 abitanti.
Seminati 60 ettari di terreno confiscati alla mafia a Robadao
La più grande scommessa di chi si impegna in beni sottratti alla mafia è far si che questi possano tornare a dare frutto. Ed è ciò che avverrà con i terreni attualmente gestiti dai soci della cooperativa "Rosario Livatino - Libera terra", che in questi giorni hanno già arato e seminato 60 ettari tra le contrade Robadao e Gibbesi con grano duro di certificazione biologica. Altri cinquanta ettari, in contrada Virgilio, saranno coltivati a ceci nel febbraio prossimo.Tutto questo grazie al lavoro dei soci e al contributo di Bnl, che ha messo a disposizione i fondi per l'acquisto di aratro ed erpice, e di Libera, che ha donato alle cooperative quanto necessario per comprare le sementi. Il trattore, invece, bene sequestrato nella provincia di Trapani, è stato concesso in comodato d'uso gratuito grazie all'interessamento del Consorzio agrigentino per la legalità e lo sviluppo."Robadao vive e produce - ha dichiarato il presidente del Consorzio Mariagrazia Brandara -. Il lavoro dei soci e il sostegno economico degli sponsor e di Libera consentirà di far crescere su quei terreni il grano, che simbolicamente rappresenta la vittoria della vita sulla mala erba della criminalità, che su quei territori aveva piantato le sue cancerose radici. Il bene sequestrato di Robadao - aggiunge - rappresenta, come detto dal prefetto Francesca Ferrandino, un punto di partenza per un percorso di legalità nel nostro territorio, ed è per questo che invito il presidente della Regione Rosario Crocetta a svolgere una sua Giunta regionale proprio nei locali di Naro, per rappresentare la vicinanza del Governo isolano e rafforzare quanto fin qui fatto in termini di riscatto dal giogo mafioso".
Agrigentonotizie.it
Agrigento, raid vandalico nell'istituto "Sciascia": distrutti impianto telefonico e di sorveglianza
La scoperta è stata fatta stamani. Il dirigente scolastico dell'istituto "Sciascia", Patrizia Marino, moglie del presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D'Orsi, ha presentato una denuncia alla polizia Ignoti sono entrati nella scuola, sradicando dal muro le telecamere di sicurezza e distruggendo la centralina telefonica dell'istituto. La scoperta è stata fatta stamani. Il dirigente scolastico dell'istituto "Sciascia", Patrizia Marino, moglie del presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D'Orsi, ha presentato una denuncia alla polizia.
"Escludo - ha detto Patrizia Marino - che ci sia un collegamento tra il raid vandalico e l'attività di mio marito. Mi sembra soltanto un attacco teso a danneggiare la migliore scuola che c'è al momento ad Agrigento". "Ormai non mi stupisco più di niente - ha invece commentato il presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi - . Certo è comunque che non ci troviamo di fronte a malviventi sprovveduti: mettere ko un intero sistema di videosorveglianza non mi sembra una 'ragazzata'. E poi ho saputo che non è stato rubato nulla. Qual è, dunque, il messaggio che vogliono dare? Se non è un furto, di che cosa si tratta? Perché staccare tutti i telefoni? Io la mia idea ce l'ho - ha concluso D'Orsi - ma non sono io a fare le indagini".
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Vandali allo "Sciascia", il Dirigente: "danneggiata la migliore scuola "
"E' un attacco teso a danneggiare la migliore scuola che c'è al momento ad Agrigento". E' il commento della Dirigente Scolastica Patrizia Marino (nella foto di archivio), dopo aver scoperto che ignoti sono entrati nella scuola, stradicando dal muro le telecamere di video-sorveglianza e distruggendo la centralina telefonica dell'istituto.