GIORNALE DI SICILIA
« I Centri per l'impiego devono essere tutelati»
Salvaguardare gli sportelli multifunzionali dei centri per l'impiego. E' la richiesta che la commissione "Lavoro" della Provincia, presieduta da Luigi Sutera Sardo e composta dai consiglieri: Spoto, Militello, Marino, Mesone, La Porta, Terrazzino e D'Angelo ha inoltrato all'amministrazione provinciale affinché si intervenga presso la Regione e la Direzione del Lavoro per sospendere la fuoriuscita degli operatori e per continuare la collaborazione tra gli Enti gestori degli Sportelli e i Centri per l'impiego. La commissione ha proposto anche, di convocare un tavolo per confrontarsi circa i problemi del mercato del lavoro in provincia di Agrigento con tutti i protagonisti dei servizi, in questi giorni, i responsabili locali dei Centri per l'impiego iniziano a smantellare i servizi allontanando gli operatori specializzati. (PAPI)
Integrazione sociale, presentati due progetti
Presentati dalla Provincia due progetti territoriali finalizzati all'integrazione sociale e lavorati- va degli extracomunitari, il primo ha come terna: "Le Competenze per integrazione"; il secondo "Capacity Building", mette in rete pubbliche amministrazioni per l'integrazione. Entrambi i progetti sono stati presentati dalla Provincia, quale ente capofila, ai Ministero dell'Interno e sono stati istruiti dall'ufficio Politiche Comunitarie, Se approvati, i progetti saranno finanziati dal, Fondo Europeo per l'integrazione. li primo progetto ha l'obiettivo di sperimentare e mettere a sistema uno sportello diffuso multietnico di orientamento e sviluppo delle competenze per l'integrazione sociale e lavorativa, il progetto "P.AR.I.". invece ha l'obiettivo di migliorare i livelli quantitativi e qualitativi di gestione, programmazione ed erogazione di sevizi. (PAPI)
CEMENTO DEPOTENZIATO. Sabato mattina assemblea con insegnanti e personale amministrativo
Ipia Fermi, stato di agitazione del Comitato degli studenti
Per il comitato studentesco dell' IPIA «Fermi» di Agrigento, la questione legata ai locali dove potere fare scuola, è tutt'altro che risolta. Al momento come si sà, la scuola si trova ad operare, a cinque mesi dalla chiusura dell'istituto perché ne venne individuata la realizzazione con cemento depotenziato, ancora in situazioni di disagio per alunni e insegnanti. «Prendiamo atto della consegna dei locali del GAP dell'ASI di Agrigento - scrivono gli studenti in una nota - e per questo esprimiamo la propria soddisfazione, pur sapendo però che si tratta di una soluzione per l'anno venturo e che ci sono ancora tanti interventi da mettere in campo. Ma,nel contempo,rileviamo come la situazione non ha conosciuto alcun provvedimento per alleviare i disagi di tutti i ragazzi che continua-no a fare scuola di pomeriggio in uno stato di emergenza, di pericoli e senza i laboratori.
Molte proposte sono ancora senza risposta, a partire dal reperimento di aule in affitto oppure
pure dalla riorganizzazione minima della rete scolastica, così come più volte sollecitata».
Per affrontare e discutere di questi problemi, il comitato studentesco dell'ipia Fermi, ha
organizzato per sabato prossimo 12 gennaio alle 9 all'Auditorium del «Nicolò Gallo», un'assemblea di tutti gli studenti con la partecipazione dei docenti e dei genitori. Già anticipata dagli studenti la proclamazione di uno stato di agitazione permanente per tenere alta l'attenzione sui problemi della scuola Lo scorso mese di novembre gli insegnanti dell'istituto avevano allestito un gazebo a Porta di Ponte, ad Agrigento, per raccogliere firme di protesta inviate al presidente della regione Rosario Crocetta al quale venne inviata anche una lettera firmata da genitori, insegnanti e collaboratori scolastici. (AMM)
LA SICILIA
Si e pensato solo al futuro
IPIA FERMI. Per quest'anno gli studenti sono ancora senza locali dove fare lezione
Il prossimo anno scolastico la comunità dell'ipia "Fermi" si trasferirà nel centro di addestramento professionale, ma nel frattempo gli studenti continuano a vivere diversi disagi dovuti soprattutto ai turni pomeridiani. Pertanto sabato alle 9 presso l'auditorium dell'istituto "Gallo" il comitato studentesco terrà un'assemblea per palesare il proprio malcontento. Si prende atto della consegna dei locali del Cap dell'Asi di Agrigento e per questo la comunità esprime la propria soddisfazione
pur sapendo però che si tratta di una soluzione per l'anno venturo e che ci sono ancora tanti interventi da mettere in campo". L'obiettivo dell'assemblea è quello di affrontare ed alleviare lo stato di emergenza che ancora investe l'Ipia.
"Molte proposte sono ancora senza risposta- si legge nella nota - a partire dal reperimento di aule in affitto oppure dalla riorganizzazione minima della rete scolastica, come più volte sollecitata". La situazione odierna dell'ipia è sempre la stessa, come conferma il preside Casalicchio: 25 classi in turno pomeridiano e le altre in orario antimeridiano dislocate negli istituti" Gallo", "Brunelleschi", "Sciascia" e "Tortorelle".
"Vi è soddisfazione per il Cap perché il prossimo anno l'Ipia avrà una sede - ha asserito il preside - sarò davvero felice quando mi consegneranno le chiavi e si potrà fruire della struttura. Ma allo stato attuale non si risolve l'emergenza. Reclamiamo una soluzione con una piccola riorganizzazione
della rete scolastica".
Un problema non trascurabile riguarda gli studenti che provengono da Naro, costretti a pagare una somma non indifferente per il bus che raggiunge la zona Calcarelle. Spese che naturalmente devono sostenere le famiglie.
"Non ci sono mezzi pubblici per i ragazzi di Naro in orario pomeridiano ha aggiunto Enzo Bardino rappresentante dei comitato dei genitori- prima il bus privato accompagnava anche gli studenti dell'odontotecnico che adesso svolgono le lezioni di mattina e pagano 83 euro al mese. Il numero dei giovani che frequentano la scuola di pomeriggio si è ridotto e le famiglie devono pagare 200 euro al mese".
CHIARA MIROTTA
OGGI COME NEGLI ANNI 50 UN PAESE DI POVERI E DISOCCUPATI, MA ALL'EPOCA C'ERA LA SPERANZA
Il passaggio all'euro per l'Italia come una guerra perduta
Roma. Era il 1939 quando i microfoni dell'Eiar, madre della Rai, lanciavano la canzone del maestro Razzi "Se potessi avere mille lire al mese". Era quello lo stipendio medio di uno statale, un giovane che poneva le mille lire come la condizione per sposarsi e fare felice la donna del cuore.
Oggi mille euro al mese sono per la famiglia la promessa di una vita difficile, la paura della terza settimana, quando non ci sono i soldi per il carrello della spesa quotidiana. il presidente dell'Inps, Mastrapasqua, ha deplorato che la maggior parte delle pensioni sia inferiore di molto ai mille euro. In più dimezzo secolo, nel passaggio dall'italia all'Ue e dalla lira all'euro, i bilanci delle famiglie italiane hanno conosciuto l'equivalente di una guerra. Il dopoguerra, con l'Italia sconfitta, significò la fine del risparmio in titoli di Stato, perché la lira non valeva più nulla. Ma si bruciarono anche le tessere alimentari (a Roma, "città aperta", la razione quotidiana di pane era di 50 grammi quotidiani).
Le famiglie, però, erano piene di speranza. La ricostruzione, gli americani, il Piano Marshall, il ceto medio-popolare emerso dai tempi della "borsa nera", del contrabbando di prodotti alimentari erano una spinta alla ripresa.
Cominciò la ricostruzione (in Italia si pensò prima alle case, poi alle fabbriche, mentre la Germania seguiva l'ordine inverso). Non c'erano più autobus, distrutti dalla guerra, ma l'iniziativa privata inventò le 'camionette" usando autocarri e anche motocarri per trasportare i passeggeri. In questo clima risorse la voglia di consumo, alimentata dai prodotti americani. Dai residuati bellici alle radioline a transistors.
Era il tempo delle "farfalline", cioè delle cambiali con le quali la famiglia tornava a comprare,
a debito, ma comprava. A poco a poco, la famiglia scoprì l'auto. L'utilitaria. La "Topolino" della Fiat.
Risparmiosa. «Con un litro di benzina, da Trieste a Taormina», diceva un'altra canzone celebre.
Le strade cittadine si riempivano anche di "lambrette" e "vespe", le motociclette leggere
che trasportavano i fidanzatini sui prati della periferia, lontano dagli sguardi indiscreti. Un bacio
poteva costare una multa di mille lire, non perché gli si attribuisse il valore di una grave trasgressione, ma perché la lira si era svalutata selvaggiamente.
Piccola industria e commercio creavano posti di lavoro anche per i giovani. Stato ed Enti territoriali aprivano nuovi uffici, in base a leggi che complicavano la vita dei cittadini. Un amico che al Comune di Roma ci rivelo che gli stipendi erano pagati solo per la comprensione del che faceva trovare il denaro poco prima del 27 del mese, giorno di busta-paga. Questo faceva salire il debito pubblico, ma era lo strumento di un'economia familiare scombinata.
Con il debito saliva l'inflazione, ma salivano anche i tassi. Tassi a due cifre (inflazione al
15,5% e rendimento dei titoli al 19%) Cosi le famiglie si facevano pagare da Enti pubblici, ma sostenevano il debito incassando vistosi interessi.
Negli anni Sessanta la famiglia italiana comincia a godere i frutti del miracolo economico
Le riforme di Fanfani davano case seminare nella campagna, dove famiglie agricole sopravvive-
vano ai pochi ettari ottenuti dalla riforma agraria.
Altre riforme offrirono le case alle famiglie cittadine. Con la legge Aldisio-Tupini fiorirono le cooperative edilizie. Le famiglie si costruivano la ca-sa, oppure acquistavano quote di cooperativa.
Dopo qualche anno, la Banca d'italia avrebbe informato che quasi l'80% delle famiglie italiane
abitavano nella casa di loro proprietà.
L'Italia e le sue famiglie hanno chiuso in bellezza il millennio, anche se negli anni Novanta si avvertivano gli scricchiolii di un modello di sviluppo più vicino alle favole che alla realtà. Con l'euro, è arrivato alle famiglie il conto da pagare.
Non più vacanze alle Seychelles, auto a rate per la vita, case con mutui garantiti dallo Stato e interessi detraibili dalle imposte. Il potere di acquisto delle famiglie è sceso bruscamente e brutalmente: oltre il 4,1% nei primi nove mesi del 2012, distrutto dalla pressione fiscale e dai rialzi delle tariffe.
I modi di vivere delle famiglie erano sovvertiti. Mutui negati dalle banche: risparmio sottratto ai titoli di Stato e investito addirittura in oro. Un
imprevedibile ritorno all'economia di guerra. Gli stessi consumi alimentari, ridotti in quantità e
qualità. Dov'è finita l'Italia del 1964 quella del baby boom L 'Italia si ritrova piena di poveri di
disoccupati di extracomunitari clandestini ma con posto di lavoro nero
E i giovani? in un libro di sociologia, dedicato alla felicità, abbiamo letto ieri che gli anziani vivono di ricordi, gli uomini maturi di futuro e i giovani solo di presente. Gli eredi del vento.
PAOLO R. ANDREOLI
Sicilia24h
Ars in aula giovedì, Ddl Precari in Commissione
Ieri sera seduta subito rinviata dell' Assemblea regionale, in Aula dopo la pausa per le festivita' di fine anno. Il presidente di Sala d'Ercole, Giovanni Ardizzone, ha comunicato le decisioni della conferenza capigruppo. L' Assemblea e' stata riconvocata domani pomeriggio, giovedi' 10 gennaio, alle ore 16, e sara' preceduta a mezzogiorno da un' altra conferenza dei capigruppo che programmera' il calendario dei lavori fino a febbraio. Nel frattempo, il Disegno di legge di proroga dei Precari, impugnato dal Commissario dello Stato, e' rientrato in Commissione Lavoro per le modifiche necessarie.
Integrazione extracomunitari, Provincia presenta due progetti
La Provincia Regionale di Agrigento ha presentato due progetti territoriali finalizzati all'integrazione sociale e lavorativa degli extracomunitari. Si tratta del progetto "Le Competenze per l'Integrazione"- Azione 2 "Orientamento al lavoro e sostegno all'occupabilità", e del "P.A.R.I.: pubbliche amministrazioni in rete per l'Integrazione" - Azione 7 "Capacity Building". Entrambi i progetti sono stati presentati dalla Provincia, quale ente capofila, al Ministero dell'Interno - Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione, e sono stati istruiti dall'Ufficio Politiche Comunitarie del Settore Ambiente e Territorio. Se approvati, i progetti saranno finanziati dal Fondo Europeo per l'Integrazione di cittadini di Paesi terzi (FEI) - 2007 -2013.
Il primo progetto ha l'obiettivo di sperimentare e mettere a sistema uno sportello diffuso multietnico di orientamento e sviluppo delle competenze per l'integrazione sociale e lavorativa dei cittadini di paesi terzi residenti sul territorio. Il progetto P.A.R.I. invece ha l'obiettivo di migliorare i livelli quanti-qualitativi di gestione, programmazione ed erogazione di servizi rivolti agli stessi cittadini, rafforzando le competenze e gli strumenti in possesso dei soggetti destinatari dell'intervento (ovvero i funzionari della Provincia Regionale di Agrigento, dei Comuni e di altri Enti locali), per favorire il sistema di integrazione e l'attuazione delle politiche sociali a favore dell'utenza straniera.
Soggetti partners nel progetto "Le Competenze per l'Integrazione" sono: Confindustria Agrigento, Speha Fresia Soc. Coop.di Roma; Fondazione Mondoaltro di Agrigento e le Province Regionali di Trapani e di Caltanissetta. Il progetto "P.A.R.I" sarà invece realizzato in partnership con l'Unione degli Assessorati Comunali e Provinciali alle Politiche Socio-Sanitarie e del Lavoro, con sede a Palermo, e la Fondazione Mondoaltro di Agrigento.
"E' un'opportunità che cercheremo di cogliere grazie all'intuizione e alla professionalità del nostro Ufficio Politiche Comunitarie" dice il Presidente della Provincia Eugenio D'Orsi "e ci auguriamo che l'Autorità di Gestione, in questo caso il Ministero dell'Interno, approvi entrambi i progetti, che hanno finalità di grande contenuto sociale e potranno riservare anche soddisfazioni professionali e personali agli operatori direttamente coinvolti. E' in ogni caso la conferma del nostro impegno nella ricerca di finanziamenti comunitari".
IPIA Fermi, Comitato Studentesco in stato di agitazione
Il comitato studentesco dell'IPIA "E. Fermi" di Agrigento - interviene in una nota - "in merito all'incresciosa situazione in cui la scuola si trova ad operare ancora oggi dopo 5 mesi dalla chiusura dell'Istituto , prende atto della consegna dei locali del CAP dell'ASI di Agrigento e per questo esprime la propria soddisfazione, pur sapendo però che si tratta di una soluzione per l'anno venturo e che ci sono ancora tanti interventi da mettere in campo".
Il comitato studentesco "rileva come la situazione non ha conosciuto alcun provvedimento per alleviare i disagi di tutti i ragazzi che continuano a fare scuola di pomeriggio in uno stato di emergenza, di pericoli e senza i laboratori. Molte proposte sono ancora senza risposta, a partire dal reperimento di aule in affitto oppure dalla riorganizzazione minima della rete scolastica, così come più volte sollecitata".
Per questo motivo il comitato ha indetto una assemblea, per sabato alle ore 9:00 presso l'Auditorium del "N. Gallo", di tutti gli studenti con la partecipazione dei docenti e dei genitori per manifestare la più viva protesta attraverso la proclamazione dello stato di agitazione .
Invita, pertanto, gli enti interessati ed i loro rappresentanti a volervi partecipare per potere dare le risposte che ancora oggi non sono venute.
Perla città
Ars in aula giovedì, Ddl Precari in Commissione
di Redazione
Ieri sera seduta subito rinviata dell' Assemblea regionale, in Aula dopo la pausa per le festivita' di fine anno. Il presidente di Sala d'Ercole, Giovanni Ardizzone, ha comunicato le decisioni della conferenza capigruppo. L' Assemblea e' stata riconvocata domani pomeriggio, giovedi' 10 gennaio, alle ore 16, e sara' preceduta a mezzogiorno da un' altra conferenza dei capigruppo che programmera' il calendario dei lavori fino a febbraio. Nel frattempo, il Disegno di legge di proroga dei Precari, impugnato dal Commissario dello Stato, e' rientrato in Commissione Lavoro per le modifiche necessarie.