GIORNALE DI SICILIA
PROVINCIA. La prima riguarda a modifica del regolamento di contabilità degli equilibri finanziari
Consiglio straordinario, D'Orsi invia tre proposte al presidente
Il Consiglio provinciale si riunirà il prossimo 31 gennaio alle 18, nell'aula Giglia, in seduta straordinaria aperta alla cittadinanza, alle forze politiche, sociali e agli amministratori comunali e provinciali per discutere della questione della mancata approvazione della normativa sull'affidamento del servizio idrico alla gestione pubblica. La richiesta di convocazione è stata formulata dall' undicesima Commissione
consiliare «Vigilanza sugli enti partecipati», primo firmatario il presidente Stefano Girasole e sottoscritta da 20 consiglieri provinciali. «Il tema dell'acqua - ha dichiarato il presidente del Consiglio Raimondo Buscemi, è purtroppo una delle questioni cruciali per la vita dei cittadini della nostra provincia. Mi auguro che la deputazione regionale e nazionale agrigentina sia presente ai lavori del Consiglio straordinario».
Intanto il presidente della Provincia Eugenio D'Orsi ha inviato tre proposte da inserire all'ordine del giorno della prossima riunione del Consiglio provinciale che sarà convocata nei prossimi giorni da Raimondo Buscemi. Si tratta di provvedimenti proposti per modificare ed aggiornare, in base alle nuove norme in materia di finanza e di funzionamento degli Enti territoriali, alcuni regolamenti già in vigore. Il primo provvedimento riguarda la modifica del regolamento di contabilità, sul controllo degli equilibri finanziari. Il secondo provvedimento riguarda il regolamento per la pubblicità della situazione patrimoniale degli amministratori provinciali che prevede modifiche agli obblighi di trasparenza dei titolari di cariche elettive e di governo. Infine il terzo provvedimento riguarda l'approvazione del regolamento per la disciplina delle missioni e del rimborso delle spese sostenute dagli amministratori che consentirà di ridurre le spese della politica ed in particolare quelle relative ai rimborsi spese ed ai viaggi degli amministratori. (PAPI)
CENTRALINE. Ci sono stati dieci sforamenti rispetto ai livelli ottimali, ma i dati indicano che non sono dannosi per l'uomo
I rilevamenti contro l'inquinamento
La «qualità» dell'aria e accettabile
Paolo Picone
Mantiene la qualità dell'aria nell'Agrigentino. Dai dati, disponibili nel sito della Provincia di Agrigento, del monitoraggio della qualità dell'aria, rilevati dalle centraline gestite dall' ente e relativi ai mesi di novembre e dicembre 2012 sono stati registrati 10 sforamenti del valore limite di 50 pgfm3, ritenuto accettabile per l'uomo dalla normativa vigente, in una stazione di Agrigento e in due di Porto Empedocle. Il valore limite, ritenuto accettabile per l'uomo, previsto dalla legge, è di 50 ?g/m3. il superamento di questo valore, quale media nelle 24 ore, per oltre 35 giorni nell'anno solare, richiede l'intervento delle autorità competenti. Questa la situazione, con il riepilogo dei superamenti dei limiti di legge: mese di novembre 2012 (stazione Agrigento via Dante), giorno 4 - media 24h, 156.8 pg/m3. Stazione Porto Empedode uno: giorno 1 media 24h - 59.4 pg/in3, giorno 4 media 24h - 123.1 pg/m3; giorno 12 media 24h -54.5pgIm3; giorno 28media24h - 69.4 pglm3; stazione Porto Empedocle tre: giorno 5 media 24h - 54.6 pg/m3; giorno 12 media 24h - 80.2 pg/m3; giorno 28 media 24h - 75.3pg/m3; giorno 29 media24h -66.5 pg/m3. Mese di dicembre: stazione Porto Empedocle tre: giorno 15 inedia 24h -53.0 pg/m3. I dati sono stati rilevati dalle centraline di Agrigento Centro, Agrigento Via Dante, Monserrato e Valle dei Templi, Cammarata (ozono), Canicattì, Lampedusa (ozono), Porto Empedocle Uno e Tre, validati dall'Arpa Sicilia. L'Analisi dei dati - ha dichiarato il presidente della Provincia Eugenio D'Orsi - ci spinge a tenere costantemente sotto controllo la situazione. L'assessorato all' Ambiente segue, infatti, con la necessaria attenzione la vicenda per tutelare la salute dei cittadini. Abbiamo inoltre, già da tempo, segnalato alle autorità competenti la necessità di maggiori controlli delle emissioni di PmlO, tenuto conto del fatto
che si sono registrati supera. menti dei limiti di legge in almeno una località della provincia. Vogliamo capire se il superamento delle polveri sottili sia in relazione al traffico veicolare oppure è legato all'attività industriale, considerato che l'aumento di Pm i è soggetto, non
tanto usualmente, a variazioni durante le ore notturne". La presenza delle centraline in provincia di Agrigento testimonia l'attenzione che gli amministratori hanno nei confronti della salute dei cittadini. E lo smog è un fenomeno che spesso viene sottovalutato. (PAPI)
ATO AG2. I sindaci dei 19 comuni soci di Gesa, hanno quasi ultimato il pagamento delle somme necessarie per saldare una sola mensilità pregressa
Rifiuti, partite le lette re di licenziamento Le imprese hanno notificato ai circa 370 dipendenti, la sospensione del rapporto di lavoro già da giovedì
Annamaria Martorana
È cominciata nel peggiore dei modi la settimana del comparto rifiuti dell'Ato Gesa. La riunione di ieri mattina, convocata dai commissario liquidatore Teresa Restivo con i sindaci, si è trasformata, senza preavviso, in un'assemblea allargata ai lavoratori impegnati in una complicata vertenza per i ritardi nei pagamenti dei loro stipendi. Gli operatori ecologici infatti, sono ancora in attesa degli stipendi di ottobre, novembre, dicembre e della tredicesima e hanno calendarizzato uno sciopero per sabato prossimo 2 febbraio. Uno sciopero che però, potrebbe non essere di un solo giorno, stante alle esternazioni di alcuni lavoratori che ieri hanno spiegato di non accontentarsi più della sola tredicesima per tornare al lavoro ma di volere altre due mensilità. Cosa tecnicamente e matematicamente impossibile, almeno al momento, considerando quelle che sono le disponibilità economiche della Gesa alla luce dei ritardi nei pagamenti da parte dei sindaci. Entro qualche giorno, saranno disponibili 1 milione e 680 mila euro che serviranno per una mensilità ma per gli altri soldi, ieri mattina, i sindaci hanno spiegato di non sapere da dove prenderli in tempi così ti- stretti. Il commissario Restivo, si sta intanto adoperando per ottenere le anticipazioni da parte dell'Agenzia di riscossione Aipa in modo da riuscire a sostenere altre uscite a favore di imprese e fornitori per non fare «saltare il banco». Ma la situazione è pesante anche perchè le ditte del Raggruppamento di imprese hanno inviato le lettere di licenziamento ai loro dipendenti a far data dal 31 gennaio giorno in cui hanno annunciato che sospenderanno il servizio. Giovedì prossimo infatti, scade anche la proroga che è stata disposta per il personale che aveva già ricevuto a novembre le lettere di licenziamento. Dal giorno successivo, circa 370 persone tra operai, operatori ecologici, impiegati ed addetti alle officine, potrebbero restare senza lavoro.
Altro nodo venuto al pettine ieri è quello dell'accordo che dovrebbe essere fissato entro giovedì dai sindaci relativamente all' impegno di pagare al posto di Gesa, qualora la società d'ambito non provveda, le fatture che nel futuro saranno emesse e di farlo entro il giorno 15 del mese successivo a quello cui la fattura fa riferimento. Alcuni sindaci presenti, compresi quelli che da mesi strombazzano ai quattro venti la voglia di riprendersi il servizio hanno detto di non essere pronti a sostituirsi a Gesa nei pagamenti. E la domanda nata spontanea in assemblea è stata: «ma quando lo saranno?». Intanto, questa mattina alle 10.30 sempre a Gesa, ci sarà una nuova assemblea in prosecuzione di quella di ieri alla quale parteciperanno anche i legali delle imprese per cercare di trovare un accordo che eviti il tracollo di tutto il comparto con ricadute economiche ed occupazionali senza precedenti e con conseguenti problemi di ordine pubblico. (AMM)
Gli stipendi ai minimi da trent'anni
L'italia fanalino di coda tra i grandi
In Italia gli stipendi arrancano mentre i prezzi non fanno alcuna fatica a salire, a tutto discapito del potere d'acquisto. La conferma arriva dalla rilevazione dell'Istat sulle retribuzioni contrattuali orarie, salite nella media del 2012 solo dell' 1,5%. Mai prima dora era stato registrato un incremento così basso, sm dall'inizio delle serie storiche cominciate nel lontano 1983. Se la performance dei salari risulta la peggiore da quasi trenta anni, non è lo stesso per l'inflazione, che sempre nel 2012 segna un aumento del 3%, doppiando la crescita del salari. Il divario, già il più ampio dal 1995, si allarga ancora se si fari - ferimento al cosiddetto carrello della spesa, ovvero agli acquisti più frequenti (+4.3%).
Tra stipendi e inflazione il 2012 fa un pieno di record negativi, che risente soprattutto della prima parte dell'anno, mentre negli ultimi mesi i trend sono andati attenuandosi. Guardando solo a dicembre le retribuzioni contrattuali orarie salgono dell'I, 7%, come non accadeva dalla fine del 2011, mettendo in fila il terzo rialzo consecutivo Mentre i listini aumentano solo del 2,3%, seguendo la decisa inversione di rotta che in poco tempo ha sfiammato le quotazioni. Ma la strada da recuperare è ancora tanta perle retribuzioni contrattuali orarie, che includono solo le previsioni contenute negli accordi nazionali, per cui non rientrano la contrattazione decentrata, gli arretrati, i premi occasionali, gli una tantum.
A inizio 2013, infatti, sono in scadenza molte intese. Nonostante il rinnovo più importante, quello dei metalmeccanici, sia stato firmato ne restano ancora diversi. A pesare è principalmente il settore pubblico, con il blocco delle procedure contrattuali, basti pensare che dei 3,7 milioni di persone in attesa di rinnovo ben 3 sono statali. E intanto il tempo che tocca spettare per vedersi aggiornare l'accordo di lavoro supera i tre anni.
Vista la situazione, il deteriorarsi del potere d'acquisto, non stupisce come a gennaio la fiducia dei consumatori sia scesa al minimo storico assoluto, il valere più basso dal 1995. A vedere «nero'> sono proprio le famiglie, sempre più pessimiste.
I nuovi dati dell'Istat allarmano i sindacati. Il leader della Cgil, Susanna Camusso, parla
di «impoverimento» e punta il dito contro «il blocco dei contratti pubblici». Per il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, «la questione salariale è oggi la vera emergenza del Paese. Se nel biennio 1992-1993 ci fu bisogno di un patto sociale
per abbattere l'inflazione, oggi occorre un nuovo patto per alzare i salari, tagliare le tasse e rilanciare l'economia». Sulla stessa linea la Uil, secondo cui «è necessario un cambiamento delle politiche economiche», e l'Ugl. Il Codacons calcola come la forbice tra salari e prezzi nel 2012 sia costata a una famiglia di tre persone una (