LA SICILIA
Controparte «latitante»
Consiglio straordinario sull'acqua. Assenti oltre a Girgenti Acque, anche sindaci e deputati
Si concretizzerà con l'invio dell'Odg e di un resoconto alla Presidenza della Regione il Consiglio provinciale straordinario che si è tenuto ieri ad Agrigento sul terna della gestione del servizio idrico integrato. La grande accusata, Girgenti Acque, ha preferito non presentarsi, e insieme alla società che gestisce l'acqua molti sindaci (presenti, tra primi cittadini e loro delegati meno di una decina di Comuni) e la quasi totalità della deputazione agrigentina, con l'eccezione di Margherita La Rocca Ruvolo. E se invece erano presenti i sindacati e diverse associazioni, la tanto sperata presenza di cittadini non si è purtroppo realizzata. Il pubblico, infatti, era costituito solo da una ventina di persone. Ad aprire il lavori il presidente del Consiglio Raimondo Buscemi, che ha auspicato come la legge regionale possa sancire un nuovo corso nella gestione idrica, riconoscendo all'acqua il valore di bene pubblico e il consigliere Stefano Girasole, presidente della undicesima commissione "Enti partecipati", che ha invocato addirittura una "resistenza""contro lo scempio" della gestione privata dell'acqua. Intervento seguito a ruota da altri colleghi, con forti attacchi a Girgenti acque ma non solo. "I sindaci che hanno firmato l'affidamento — ha detto Totò Scozzari, capogruppo del fu Mpa — dovrebbero dimettersi". Più cauto Carmelo D'Angelo, che invece ha chiesto di misurarsi con il gestore e non fossilizzare la discussione sui risultati del referendum contro la privatizzazione del servizio idrico che, come è evidente, non ha avuto conseguenze nella nostra provincia. A testa bassa le associazioni, le prime a parlare "Sos Democrazia" e "L'altra Sciacca", che hanno contestato il regolamento di gestione, la composizione delle tariffe e la stessa gestione, definita sotto molti profili fallimentare. Il presidente D'Orsi, che attualmente è anche commissario dell'Ato Idrico ha partecipato invece "a singhiozzo" alla seduta, limitandosi in una prima fase unicamente a rilasciare alcune interviste, nelle quali ha difeso l'operato del gestore e dell'Ambito. GIOACCHINO SCHCCHI
Amministrative ad aprile»
Mossa a sorpresa di Crocetta
Le elezioni amministrative in Sicilia si svolgeranno il 21 e 22 aprile, circa un mese prima del resto d'Italia. Gli eventuali ballottaggi si terranno il 5 e 6 maggio. A darne notizia, a conclusione della seduta della giunta regionale è stato il capo della segreteria tecnica Stefano Polizzotto, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, infatti, non era presente all'inizio della conferenza stampa, essendo andato a denunciare alla procura della Repubblica di Palermo un tentativo di turbativa d'asta in corso di svolgimento in un'Asp della Sicilia. Si voterà anche nelle nove Province siciliane, considerato che il processo di riforma che era stato avviato dal governo Monti è stato congelato fino al prossimo 31 dicembre. Si andrà alle urne anche in 142 comuni, fra i quali, Catania, Messina, Ragusa e Siracusa. In pratica, non ci sarà il tempo di archiviare le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, e i siciliani saranno chiamati di nuovo alle urne per eleggere sindaci, presidenti di Provincia, consiglieri comunali e provinciali. Una decisione che in parecchi si aspettavano, ma che ha colto di sorpresa la maggior parte degli addetti ai lavori, anche perché la tornata amministrativa coinciderà con gli ultimi giorni della sessione di bilancio che si chiude il 30 di aprile quando scadrà il quarto e ultimo mese di esercizio provvisorio. Una coincidenza rilevata dal presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone: «Apprendo dalla stampa che sarebbero state fissate le elezioni amministrative per il 21 aprile. Credo si tratti di un' errore, avendo il governo regionale chiesto 4 mesi di esercizio provvisorio che scadranno proprio il 30aprile. Infatti, le elezioni amministrative coinciderebbero proprio con il periodo di maggiore impegno del governo e dell'Aula. Inoltre la conferenza dei capigruppo, ha fissato nel calendario dei lavori che il 6 marzo l'Ars legiferi sulle Province: è noto che occorre un' atto legislativo nel caso di loro proroga o di eventuale riordino. Confido nel buon senso di tutti i soggetti istituzionali coinvolti». Ma per il presidente della Regione, Crocetta, "non si può sospendere la democrazia". Vogliamo dare il segnale che non vogliamo abolire le Province, ma riformarle. Questo si può fare in corso d'opera, non si capisce perché dobbiamo distruggerle. Piuttosto, si possono attribuire ad essere competenze specifiche, mentre sul fronte dei costi, faremo una spending review forte e sarà condivisa dai territori». Per Nello Musumeci, che ha presentato un disegno di legge di riordino delle Province, «Crocetta antiripa di due mesi le elezioni amministrative perché teme che le sue liste arrivino debilitate al voto. Noi andremo avanti col nostro disegno di legge di riforma sulle Province, che consente di dare maggiori compiti a questi enti, con costi decisamente minori rispetto agli attuali e servizi più a misura del cittadino».
Neanche al segretario regionale del Pds - Mpa, Pino Piscitello, ha condiviso l'accelerazione sulle elezioni amministrative: "L'improvvisa, e non concordata con nessuno, anticipazione della data prevista per le elezioni amministrative rappresenta la prosecuzione naturale della strategia delle promesse a strascico alla quale si sta dedicando con passione il presidente della Regione, evidentemente trascinato dall'illusione di risultati positivi per le sue liste. Se il voto fosse slittato a giugno i numerosi e recentissimi clientes avrebbero preteso il mantenimento degli impegni, cosa impossibile atteso che ogni strapuntino è stato pluripromesso. Il voto ad aprile consente, invece, di chiedere a tutti di portare pazienza a causa della prosecuzione del clima elettorale, Il fatto che si mette a rischio la riforma delle Province, per Crocetta non ha alcuna importanza a fronte dei suoi interessi elettorali. Nulla da dire. Siamo in presenza di un professionista della vecchia politica che non teme confronti». "A chi e a che cosa giova decidere in solitaria la data delle elezioni amministrative"?, si è chiesto"il capogruppo dell'Udc all'Ars, Lino Leanza: "Credo che una maggiore attenzione alle scadenze sia più che necessaria anche in virtù del fatto che le procedure per arrivare al voto amministrativo cadrebbero in un momento di massimo impegno per l'Assemblea regionale". I 142 comuni in cui si voterà il 21 e 22 aprile, sono così suddivisi: 16 comuni in provincia di Agrigento; 6 comuni in provincia di Caltanissetta; 26 comuni in provincia di Catania, compreso il capoluogo; 8 comuni in provincia di Enna; 34 comuni in provincia di Messina, compreso il capoluogo; 27 comuni in provincia di Palermo; 4 comuni in provincia di Ragusa, compreso il capoluogo; 9 comuni in provincia di Siracusa, compreso il capoluogo; 12 comuni in provincia di Trapani. Come detto, si voterà anche per eleggere i presidenti e i consigli della nove Province siciliane. Catania e Trapani sono retti da commissari straordinari dopo le dimissioni dei rispettivi presidenti che hanno lasciato per candidarsi alla regionali e alle politiche, mentre quella di Caltanissetta è stata affidata ad un commissario straordinario, avendo il presidente della Provincia nissena optato per lo scranno all'Ars dopo la sentenza della Corte Costituzionale. In Provincia di Ragusa si sarebbe dovuto Votare nel 2012, ma le elezioni furono congelate nell'attesa della riforma del governo nazionale mai arrivata.
DI SICILIA
IL PRESIDENTE E LABORSELLINO IN PROCURA «SCOPERTATURBATIVA D'ASTA PER UNA FORNITURA NELLA SANITÀ»
Voto nei Comuni, scontro alla Regione
Crocetta:si andrà alle urne il 21 e 22 aprile. Ardizzone: ma in quei giorni dovrà essere varata la finanziaria
Crocetta: «Il dirigente di una Asp è stato minacciato con un coltello dopo che gli sono stati portati documenti che testimoniavano la turbativa».
Voto anticipato per le amministrative in Sicilia rispetto al resto d'Italia. Per le comunali e le provinciali si andrà alle urne il 21 e il 22 aprile e per l'eventuale ballottaggio il 5 e il 6 maggio. Ad annunciare la delibera della giunta è stato il presidente Crocetta ieri pomeriggio a Palazzo d'Orleans, dopo essere stato in procura con l'assessore alla Salute, Lucia Borsellino «per denunciare un tentativo di turbativa d'asta in un'Asp, per una gara di diverse decine di milioni di euro per la fornitura di materiale sanitario»,
Voto anticipato. Un annuncio, quello delle elezioni anticipate, che apre di fatto il primo braccio di ferro istituzionale tra presidenza della Regione e presidenza dell'Ars. Perché, dopo pochi minuti l'annuncio di Crocetta, Giovanni Ardizzone in una nota si affretta a dire che «si tratterà di un errore, visto che il governo ha chiesto quattro mesi di esercizio provvisorio che scadranno proprio il 30 aprile». Insomma, per Ardizzone, in questo modo, la campagna elettorale, venendo a «coincidere proprio con il periodo di maggiore impegno del governo e dei deputati», potrebbe influire sui lavori di Sala d'Ercole per l'approvazione della Finanziaria, Il presidente dell'Ars ricorda, poi, che è in cantiere la riforma delle Province per tagliare i costi e riscrivere i compiti dei questi enti: «La conferenza dei capigruppo - continua Ardizzone - ha fissato nel calendario dei lavori che il 6 marzo l'Aula legiferi sulle Province: è, noto infatti, che occorre un atto legislativo nel caso di eventuale riordino». Una tornata elettorale che interesserà Comuni di primo piano come Catania, Messina e Siracusa. È forte, dunque, la pressione del presidente dell'Ars nei con fronti di Crocetta e della giunta per cambiare data: «Confido nel buon senso di tutti i soggetti istituzionali coinvolti», conclude. Si apre una frattura, dunque, anche all'interno della maggioranza. Il presidente dell'Ars è, infatti, anche uno dei maggiori esponenti dell'Udc, partito che sostiene il governo regionale. Crocetta ha assicurato, comunque, «di voler assolutamente riformare le province e i loro costi» e che «questo si può fare anche in corso d'opera», precisando «di non capire perché dobbiamo distruggere le piccole province». A rincara re la dose è anche il segretario dei centristi, Gianpiero D'Alla, che scuote Crocetta per passare dalle parole ai fatti: «Bisogna rilanciare l'azione, perché la luna di miele con gli elettori è finita. Aspettiamo risposte concrete». Nel centrodestra l'Mpa con Rino Piscitello ritiene che «Crocetta prosegue la strategia delle promesse», mentre per Nella Musumeci »Crocetta anticipa di due mesi le elezioni perché teme che le sue liste arrivino debilitate al vuoto» Per Toto Cordaro, capogruppo Pid, si tratta di un »Corto circuito istituzionale. È gravissima la volontà di scavalcare, esautorandola, la potestà legislativa del Parlamento».
Turbativa d'asta. «Abbiamo bloccato la turbativa di un'asta per una megafornitura di un' azienda sanitaria siciliana. Abbiamo scoperto una situazione gravissima. La turbativa era ancora in corso Nel giro di pochi giorni si sarebbe completato l'iter per una gara milionaria. Non potevamo perdere tempo e abbiamo deciso di denunciare tutto alla magistratura», ha detto Crocetta, raccontando che mercoledì sera «un dirigente dell'Asp è stato bloccato e minacciato con un coltello, dopo che gli sono stati portati via alcuni documenti che testimoniavano la turbativa Non siamo noi a riscontrare troppe situazioni poco chiare ma sono stati coloro che ci hanno preceduto a non vedere nulla. Sia chiaro a tutti che la musica è cambiata», Crocetta non ha detto di quale Asp si tratti, limitandosi a dire che è una delle più importanti. Per la prima volta la Borsellino è entrata in procura negli uffici del padre, Paolo. «Volevo impedirle questa grande emozione - ha concluso Crocetta - perché non ci aveva mai messo piede dalla morte del padre, ma lei ha insistito e voleva essere presente alla denuncia che abbiamo presentato». GVAR