GIORNALE DI SICILIA
CONSULTA
Bocciati i tagli alle Province Sì alla riforma dei tribunali
ROMA
La Consulta ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della riforma delle Province contenuta nel decreto Salva Italia e il loro riordino, che ne prevede la riduzione in base ai criteri-di estensione e popolazione. Non è materia da disciplinare con decreto legge, hanno stabilito i giudici costituzionali. Dubbi sull'applicazione in Sicilia. Secondo Giuseppe Castiglione, ex presidente dell'Unione province italiane, «la decisione della consulta ribadisce quanto abbiamo sempre sostenuto, cioè che essendo le Province un elemento costitutivo non si poteva procedere con decreto legge In Sicilia va verificata pure la legittimità delle nomine dei commissari». Per il docente di diritto amministrativo, Salvatore Raimondi «la decisione in linea di principio è irrilevante per la Sicilia perché le Province non sono contemplate nello Statuto. Ma attendiamo di leggere la sentenza».
Passa la riforma della «geografia giudiziaria» che prevede il taglio di 31 tribunali e 220 sedi distaccate. La Consulta ha bocciato le questioni di legittimità costituzionale sollevate da alcuni uffici giudiziari contro la loro soppressione, salvando solo il tribunale di Urbino. Niente da fare, invece, Nicosia, Modica e Mistretta. La Consulta ha dunque di fatto «promosso» la riforma voluta dall'ex Guardasigilli Paola Severino.
RI. VE.
ARS I Cinque stelle: I Parlamento cosi e inutile. Panepinto: non tradire gli elettori
Il Pd a Crocetta: l'acqua sia pubblica Asse Pdl-grillini contro il governo
e. E scontro aperto tra governo e Ars. E sul disegno di legge per rendere pubblica la gestione dell'acqua sale la tensione tra il Pd e il presidente della Regione, Rosario Crocetta.
Il clima di tensione ieri è sfociato nella proposta dell'opposizione di presentare una mozione di censura. L'idea è nata ieri mattina durante una conferenza stampa convocata da Pdl, Pid, Lista Musumeci e Pds-Mpa sulla «spesa lumaca» dei fondi comunitari in Sicilia. E i Cinque stelle, per voce del capogruppo Giancarlo Cancelleri, non hanno escluso la possibilità di firmare l'atto che comunque non produrrebbe alcuna conseguenza sul governo, a differenza di una mozione di sfiducia che causerebbe lo scioglimento dell'Ars. Ma avrebbe un valore politico di rilievo: i deputati dei gruppi che potrebbero firmare la mozione sarebbero circa 40 su 90. E ieri persino il deputato del Pd Fabrizio Ferrandeli ha minacciato di firmare. Su questo fronte, però, il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo e il capogruppo all'Ars Baldo Gucciardi hanno assicurato a Crocetta "leale sostegno" del partito.
Il punto che rischia invece minare i rapporti tra Crocetta e i democratici è quello sulla pubblicizzazione dell'acqua. »Il governo - spiega Giampiero Trizzino, presidente della commissione Ambiente - ha presentato un testo differente l'ultimo giorno utile per gli emendamenti, facendo allungare i tempi». Il Pd chiede chiarezza. »Il governo tenga conto della volontà dei cittadini - dice il deputato Giovanni Panepinto - altrimenti verrebbe meno il patto stipulato davanti agli elettori». E Gucciardi ha lanciato l'ultimatum: «Questa legge va approvata entro la sessione estiva». Crocetta in serata ha assicurato di essere »in maniera estrema sostenitore dell'acqua pubblica e l'assessore Marino ha assicurato di aver presentato emendamenti in commissione in tale direzione».
Intanto, ieri il deputato Totò Lentini è tornato sulla chiusura del cali center dell'Ars sostenendo che «è assurdo che di pensi di risparmiare sulla pelle dei lavoratori». Mentre i grillini, con Stefano Zito, hanno parlato di un «Parlamento è inutile: non si fanno leggi, il governo procede per decreti e circolari, non dà seguito alle mozioni».
RI.VE.
GESA.. Domani mattina la società d'ambito presenterà il bilancio del 2012
Ato rifiuti, vertice tra i commissari Restivo: «La Regione deve ascoltarci»
Le criticità nel passaggio dagli Ato rifiuti alle nuove Srr ancora non costituite, sono state al centro della nuova riunione dei commissari liquidatori degli Ambiti territoriali ottimali della Sicilia. I funzionari hanno auspicato che nel corso delle audizioni con i componenti delle commissioni dell'Ars, o in alternativa in un incontro da tenersi in separata sede, ci sia l'occasione di confrontarsi direttamente con l'Assessore Marino e con il Direttore del Dipartimento Rifiuti Lupo.
«Vogliamo chiarire - spiga il commissario di Gesa Teresa Restivo - che la volontà dei liquidatori è ben lontana dal voler portare avanti le attuali gestioni, ma anzi è finalizzata ad accelerare il transito delle gestioni alle nuove Società e la liquidazione delle vecchie».
I liquidatori, riuniti nella sede nissena dell'Ato Cl1, nel corso della riunione ha preso atto del percorso avviato da parte dell'Assessorato e del Dipartimento Rifiuti per riuscire a superare le attuali gestioni consentendo al contempo la risoluzione di molte delle criticità sin qui evidenziate. «Tuttavia - spiegano - dobbiamo constatare che il rispetto dei termini di cui alla circolare n. 1, appare difficoltoso e pertanto permangono le difficoltà relative al transito della gestione».
La discussione si è poi spostata sull'attuale grave situazione di crisi che ha prodotto la paralisi nella raccolta dei rifiuti in molti comuni della Sicilia confrontandosi sui problemi che accomunano i vari Ato e sulle specificità di ciascun territorio, anche per condividere eventuali' buone prassi" gestionali, ove queste hanno dato esiti positivi. La prossima riunione è stata fissata per il 22 luglio nella sede dell'Ato TP2 - Belice Ambiente alle 11.
Intanto domani nella sede di Gesa, si voterà il bilancio del 2012 dopo la relazione del commissario Teresa Restivo.
(AMM)
CORTE DEI CONTI la sezione giurisdizionale d'appello ha condannato l'ex funzionario della Provincia, Patrizia Fatone.
«Causò danno erariale per 150 mila euro» Funzionario dovrà restituirli al Comune
Angelo Meli
La sezione giurisdizionale d'appello della Corte dei conti ha condannato l'ex funzionario della Provincia di Agrigento, Patrizia Fatone per danno erariale. Dovrà restituire al comune di Favara oltre 120 mila euro sottratti tra il 1999 e il 2000 per effettuare spese personali e pagarsi anche vacanze all'estero (sentenza 207/A/2013, presidente Salvatore Cilia).
in quegli anni Fatone svolgeva a scavalco l'incarico di dirigente Dipartimento Finanze Patrimonio, Tributi e Sviluppo economico del comune di Favara.
Poco tempo dopo il suo ritorno alla Provincia, nel 2001 una commissione d'inchiesta amministrativa e gli uomini della Digos della Questura di Agrigento accertarono che la dirigente si era «ripetutamente appropriata di denaro del comune emettendo numerose determinazioni di spesa sotto forma di anticipazioni concesse all'Economo comunale che, però ne rimaneva totalmente ignaro».
Quei soldi venivano incassati dalla donna in contanti o, più spesso, facendosi rilasciare vaglia e assegni bancari a lei intestati, che poi impiegava per acquistare beni e servizi per uso personale: vestiti, pellicce e anche una vacanza in Egitto. In un caso, le somme sottratte al comune di Favara servirono a ripianare un precedente ammanco causato al comune di Palma di Montechiaro nel 1997 mentre ricopriva l'incarico di dirigente del servizio finanziario. Gli inquirenti hanno verificato che alcuni assegni vennero girati a Michele Sanfilippo, allora presidente del consiglio, per comprare il suo silenzio: l'uomo sì era accorto degli ammanchi e li aveva contestati alla dirigente che gli girò prontamente dieci assegni per 50 milioni di vecchie lire.
In tutto, la procura contabile ha accertato che la Fatone si appropriò di 360 milioni di lire, pari a oltre 150 mila euro.
La donna si è difesa affermando che quei soldi sono serviti per acquistare beni che servivano al Comune, l'economo non veniva coinvolto perchè appariva «poco collaborativo» e lei aveva ritenuto opportuno farne a meno. Inoltre, non sarebbe rilevante che in varie occasioni
gli assegni erano stati girati a terzi per il pagamento dì spese personali, poichè ciò non costituisce illecito penale nè amministrativo contabile. Di diverso convincimento il collegio giudicante che, confermando la sentenza di primo grado, ha condannato Fatone a restituire al comune di Favara oltre 120 mila euro (Sanfilippo era stato condannato a pagare solo 13 mila euro e non ha presentato ricorso in appello preferendo estinguere il debito), oltre agli interessi maturati nel frattempo.
Per gli stessi fatti, i due erano già stati condannati in sede penale: Fatone a un anno e Otto mesi per peculato e abuso d'ufficio e Sanfilippo a due anni per omessa denuncia e ricettazione aggravata.
(ANME)
I NODI DELLA SICILIA
LUPO: PRIORITÀ AL DDL, VA APPROVATO ENTRO L'ESTATE. IL MINISTRO D'ALIA:ATTUARE SUBITO LE NORME NAZIONALI
Legge anticorruzione, c'è l'intesa all'Ars
Stop a incarichi, nomine e consulenze alla Regione in caso di rinvio a giudizio per gravi ipotesi di reato. Per chi è già in servizio scatterà invece la decadenza. Stesso trattamento riceveranno assessori regionali e comunali, mentre per i deputati potrebbe arrivare la sospensione dalla carica in attesa del processo.
Su questi punti cardine si basa la bozza di legge anticorruzione che i partiti intendono varare entro l'estate. Ieri i capigruppo hanno fissato il calendario dei lavori stabilendo quali leggi discutere in Aula prima della pausa estiva: sono l'assestamento di bilancio, la proroga dei precari, la spending review, l'abolizione del listino delle elezioni regionali e la legge anticorruzione.
Martedì il presidente della commissione Affari istituzionali, Marco Forzese, incontrerà il questore di Palermo, Nicola Zito, per chiedere un parere sulla norma dal momento che dagli uffici e da alcuni partiti sono stati sollevati dubbi sulla possibile incostituzionalità della norma. L'idea è anche quella di introdurre ipotesi di sospensione per deputati coinvolti in indagini per reati contro la pubblica amministrazione, ancor prima di un pronunciamento del giudice. Solo dopo il parere del questore la norma arriverà in commissione.
La bozza al momento consiste di due articoli che introducono «cause ostative» al «conferimento di incarichi" e «alla nomina di assessori». I reati contemplati sono l'associazione per delinquere, associazioni di tipo mafioso, corruzione o istigazione al- la corruzione, concussione. Con queste accuse, in caso di rinvio a giudizio il ddl vieta di ricoprire incarichi presso «presso l'amministrazione regionale, gli enti regionali comunque denominati sottoposti a tutela, vigilanza e controllo della Regione e le aziende sanitarie, presso l'amministrazione comunale e gli enti comunque denominati sottoposti a tutela, vigilanza e controllo delle stesse amministrazioni». Vietati anche gli incarichi affidati 'dal presidente della Regione, dall'Ars, dalla Giunta, da assessori, dai manager della sanità e dai vertici delle società partecipate. Il divieto interesserebbe anche gli enti locali.
Tutti i partiti sono concordi sulla necessità di una maggiore trasparenza e legalità all'interno della pubblica amministrazione. E soprattutto di fare chiarezza sulla selva di norme che regolano la pubblica amministrazione in tema di legalità e trasparenza.
Per il deputato e segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, ha spiegato di essere ,