Agriogentoflash.it
Il Commissario Straordinario Benito Infurnari si complimenta con la protezione civile provinciale inviata a Lampedusa.
Profonda gratitudine per quanto fatto dalla Chiesa Agrigentina, dalla Prefettura, dalle Forze dell'Ordine, dalla Protezione Civile, dalle associazioni di volontariato e dal Comune di Lampedusa, è stata espressa dal Commissario Straordinario Benito Infurnari, dopo la storica visita del Santo Padre Francesco a Lampedusa. Voglio ringraziare, indistintamente, tutti quanti si sono spesi, affinché lo straordinario evento di Lampedusa, estremo lembo della nostra provincia, si sia potuto svolgere nel migliore dei modi. Il Commissario Infurnari esprime un particolare apprezzamento per il lavoro della Protezione civile Provinciale, coordinata dal Dirigente Bernardo Barone e dal Responsabile del servizio Marzio Tuttolomondo insieme ai dipendenti Sergio Miccichè, Alessandro Pecoraro e Vincenzo Salamone, che ha curato l'aspetto logistico legato al servizio di assistenza sanitaria insieme al Dipartimento Regionale di Protezione Civile, all'Assessorato Regionale alla Sanità, alla Croce Rossa, all'Asp di Palermo e alle associazioni di volontariato, utilizzando il proprio ponte radio, predisponendo la transennatura, il servizio per la distribuzione dell'acqua e mettendo a disposizione alcuni mezzi d'appoggio. La Protezione Civile provinciale, ancora una volta, ha dato dimostrazione delle elevate doti di efficienza e di professionalità.
Inchiesta "Grandi eventi": sequestrati 850 mila euro a Luigi Gentile.
Beni per 850 mila euro sono stati sequestrati all'ex deputato regionale Luigi Gentile, indagato nell'ambito del filone Ciapi dell'inchiesta sui Grandi eventi della Regione Siciliana. L'elenco delle persone raggiunte dal sequestro si apre con l'ex presidente del Ciapi, Francesco Riggio, al quale sono stati bloccati beni per oltre 5 milioni di euro, e prosegue con Gaspare Lo Nigro, l'ex direttore dell'Agenzia regionale per l'impiego che ha approvato il progetto e dato il via libera all'integrazione dei fondi per il Co.Or.Ap (sequestro da un milione e mezzo). Ci sono poi tutti i componenti del comitato tecnico scientifico del progetto, in rappresentanza del Ciapi o della Regione siciliana: Daniela Avila, Calogero Bongiorno, Luigi Gentile, Giuseppe Gattuso, Giuseppe Bonadonna, Rosario Candela, Santo Conti, Natalino Natoli, Enzo Testagrossa, Salvatore Schembri. Per loro, così come per Gentile, il sequestro ammonta ad 850 mila euro ciascuno. Il sequestro conservativo, che riguarda case, terreni, conti correnti e macchine, è stato disposto dalla Corte de conti su richiesta della Procura regionale della magistratura contabile. Un sequestro conservativo basato sull'ipotesi che nella vicenda Ciapi si possano configurare delle colpe gravi. Praticamente, in via preventiva viene bloccato parte del patrimonio di coloro che sono stati citati in giudizio in modo da garantire gli interessi della pubblica qualora si dovesse arrivare in futuro a una condanna. Il provvedimento di sequestro fra una decina di giorni passerà al vaglio di un nuovo giudice che potrà confermarlo, revocarlo o modificarlo. Quindici milioni di euro. Tanto, dunque, è costato un progetto che doveva servire per formare 1.500 ragazzi con l'obiettivo di avviarne 600 al lavoro. I risultati definitivi furono impietosi. Appena diciotto giovani indirizzati all'apprendistato. Nessuno di loro trovò un impiego. E così l'Olaf, il nucleo antifrode dell'Unione europea che il progetto aveva finanziato, decise di inviare gli ispettori in Sicilia. Il loro lavoro ha dato il via all'inchiesta sfociata nei giorni scorsi in una raffica di arresti e avvisi di garanzia per politici e funzionari pubblici. In manette sono finiti, tra gli altri, il manager della pubblicità Faustino Giacchetto e Francesco Riggio.
Usavano il parcheggio interno della Provincia regionale di Agrigento come fosse un'area aperta a tutti: multati.
Usavano il parcheggio interno della Provincia regionale di Agrigento, in piazza Vittorio Emanuele, come fosse un'area aperta a tutti. Adesso una ventina di automobilisti sono stati multati dalla Polizia provinciale di Agrigento. I fatti sono accaduti tra fine maggio e inizio giugno, ma sono emersi solamente adesso. Gli uomini agli ordini di Vincenzo Giglio in quella data effettuarono un sopralluogo a sorpresa all'interno del parcheggio che si trova "incastonato" tra il Palazzo di Provincia e la via Gioeni che, per regolamento, dovrebbe essere utilizzato solo da un numero ristretto di persone. All'ingresso, infatti, c'è una sbarra che può essere aperta dal piantone incaricato (o attraverso telecomando) solo per coloro che sono in possesso di regolare pass. Quei posti, infatti, sono riservati a coloro che ricoprono ruoli politici, anzi, ricoprivano, come i consiglieri provinciali o il presidente della Provincia e del Consiglio provinciale, ad alcuni dirigenti della Prefettura e della Provincia e alle auto di servizio. Tutti gli altri devono trovare posto fuori, "confrontandosi" con l'intenso traffico di piazza Vittorio Emanuele, e, se necessario, pagando di propria tasca le park card. Alcuni, tuttavia, avevano trovato modo un "porto sicuro", e soprattutto gratuito, tra le spesse mura della Provincia. Si tratta, ci riferiscono, di dipendenti dell'Ente e, anche, di privati cittadini, alcuni dei quali forse addirittura ex dipendenti ormai pensione. Come siano entrati nel parcheggio non è dato sapersi. Quello che è certo è che adesso dovranno trovarsi a pagare una multa da una cinquantina di euro per mancato rispetto del regolamento dell'Ente. La gestione del parcheggio interno, tra l'altro, non è mai stata semplice. Il controllo è infatti demandato per regolamento alla Polizia provinciale, ma spesso nel recente passato i consiglieri provinciali e lo stesso presidente della Provincia avevano avanzato delle proteste perché i 45 posti disponibili risultavano spesso occupati da mezzi non autorizzati. Una questione di rispetto del regolamento e di "garbo istituzionale", ma anche di sicurezza, dato che all'interno dell'area di sosta a volte erano presenti più mezzi di quanti ne potesse contenere. Situazione complessa anche in via Acrone, dove dipendenti e visitatori spesso parcheggiano le proprie auto sulla strada, rendendo difficile la circolazione. Nonostante per questi locali, tra l'altro, non esiste una vera regolamentazione interna, pare che un dirigente abbia provveduto a richiamare i dipendenti ad un comportamento più consono, adottando forse anche provvedimenti disciplinari. Il tutto per scongiurare, ci spiegano, rischi per l'incolumità pubblica collegati all'impossibilità di allontanarsi celermente dalla struttura.
Gds.it
Regione, conflitto d'interessi: alt alla legge anti-parentopoli.
Accordo in commissione: la norma sarà riscritta. protestano i grillini: «così non funzionerà». Il divieto di assumere incarichi nella Formazione riguarderà solo i parlamentari: via libera a mogli e fratelli. Ineleggibile chi ha parenti nella formazione? Vietato l'ingresso in giunta? Macché, chiunque potrà diventare deputato regionale se non sarà in prima persona legato un ente di formazione professionale. E pazienza se titolare dell'ente sarà il fratello, la moglie, il figlio o l'amico fidato: il divieto riguarderà solo gli aspiranti onorevoli. Così il disegno di legge nato dopo le inchieste che hanno interessato la formazione professionale siciliana rischia di tramutarsi in un clamoroso flop, almeno rispetto al testo approvato nei giorni scorsi dalla sottocommissione formata da deputati ed esponenti del governo Crocetta. A stravolgere la norma sarà un «lodo», annunciato ieri in commissione Affari istituzionali all'Ars, che metterà i parlamentari al riparo da possibili conflitti di interesse.
Livesicilia.it
Marino contro Confindustria. Scontro durissimo sui rifiuti.
Una polemica durissima. Che segna un punto di rottura clamoroso tra il governo regionale e la Confindustria siciliana. A dare fuoco alle polveri è l'assessore all'Energia Nicolò Marino, che attacca ad alzo zero Legambiente e la Confindustria siciliana sul fronte dei rifiuti. Un attacco durissimo soprattutto nei confronti di Giuseppe Catanzaro, numero due della Confindustria di Antonello Montante. Insomma, uno scontro tra il più antimafia degli assessori del crocettiano governo antimafia e uno degli imprenditori simbolo del nuovo corso antimafia dell'associazione degli industriali. Uno scontro che si consuma su uno dei temi più scottanti, cioè quello dei rifiuti, avanguardia di battaglie antimafia e di sospetti e veleni. "Il Parlamento italiano - scrive Marino -, lo scorso 24 giugno 2013, ha convertito in legge (n. 71) il decreto emesso dal governo Monti che aveva accolto la richiesta del presidente Crocetta perché venisse dichiarata l'emergenza sull'intero ciclo dei rifiuti per la città di Palermo e limitatamente all'impiantistica per il resto del territorio siciliano. Mi chiedo come sia possibile che in una regione come la Sicilia, che abbanca il 90 % dei rifiuti in discarica, e che vede velocemente esaurirsi le capienze delle stesse, Confindustria e Legambiente siciliane, con una nota congiunta a firma Catanzaro e Fontana, abbiano avuto l'ardire di chiedere al Parlamento Italiano di non convertire in legge il decreto del governo nella parte relativa alla declaratoria di emergenza sull'impiantistica".Il pm assessore va giù duro, con toni da requisitoria: "Deve quindi dedursi che le associazioni in parola non prediligano impianti di riciclo, compostaggio, pirolisi e così via, o meglio, non prediligano che, una volta tanto, li si faccia subito, probabilmente innamorati delle "vecchie e care discariche" come quella che il dott. Catanzaro gestisce in quel di Siculiana. Fortunatamente per i siciliani il Parlamento italiano non li ha ascoltati e il decreto legge è stato convertito, ma sempre più mi rendo conto quanto sia difficile in questa terra di Sicilia passare al nuovo ed abbandonare le vecchie logiche laddove si siano configurati centri di interesse economico come quelli esistenti nel settore dei rifiuti". Una nota al veleno quella di Marino. Che Catanzaro, cercato da Live Sicilia, non intende commentare. Le ragioni della posizione di Confindustria e Legambiente, però, erano state ampiamente illustrate in una lettera del 15 maggio scorso, destinata ai presidenti delle commissioni Ambiente di Camera e Senato. Con quella missiva, si metteva in guardia rispetto agli insuccessi delle precedenti gestioni commissariali dei rifiuti in Sicilia, che non hanno "mai contribuito a risolvere alcun problema ma anzi hanno comportato la deresponsabilizzazione degli attori istituzionali competenti in via ordinaria". Confindustria e Legambiente (la missiva era firmata dallo stesso Catanzaro, che ha delega per l'Ambiente, e dal presidente dell'associazione ambientalista Domenico Fontana) riassumevano nella lettera "gli effetti di questo perverso 'modello di gestione'" utilizzando le "pesantissime valutazioni contenute nelle conclusioni della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti' dell'ottobre 2010". Evidenziando, tra gli altri passaggi, quello fin troppo esplicito in cui si legge:"In Sicilia il settore dei rifiuti si caratterizza perché esso stesso organizzato per delinquere". Più avanti, Confindustria e Legambiente ricordano che "la mancata istituzione dei nuovi ambiti e le loro continue modifiche in termini di dimensioni e competenze rendono impossibile avviare la realizzazione dell'impiantistica necessaria per la gestione integrata del sistema dei rifiuti". Secondo gli scriventi, insomma, le difficoltà del sistema rifiuti siciliano "sono motivate dalle scelte politiche" e "con le deroghe previste possono ulteriormente accentuarsi". Da qui il no alla procedura emergenziale per l'impiantistica, sollecitato invano al Parlamento. Un sollecito che Marino non ha proprio mandato giù. E che ha portato al primo vero "incidente" tra Confindustria e governo Crocetta, dopo le tensioni già emerse in seguito all'approvazione della deludente Finanziaria.
LA SICILIA
REALMONTE -SCALA DEI TURCHI
Cominciati i lavori, chiusa la Sp 68. Ma la gente non lo sapeva
Dopo la frana di gennaio, la Sp 68 è di nuovo chiusa al transito. Questa volta ad impedire il passaggio di autoveicoli è l'avvio dei lavori da parte della ditta incaricata dalla Provincia che si occuperà nelle prossime settimane di realizzare un muro di contenimento per ripristinare la strada che conduce alla Scala dei Turchi. La decisione di chiudere il passaggio e impedire la sosta
era stata presa lo scorso 10giugno, durante un tavolo tecnico indetto per discutere degli aspetti tecnici del cantiere. Le risultanze di quel confronto hanno portato il settore Infrastrutture stradali ad emettere, a partire da ieri una ordinanza che impone l'interdizione del traffico nel tratto stradale che va dall'incrocio con via Lampedusa all'incrocio con la strada comunale nei pressi di un noto ristorante. Salvi solo i residenti muniti di - pass, ai quali, tuttavia, non possono sostare lungo la strada. Questo per consentire il passaggio di mezzi pesanti che nelle prossime settimane si rechéranno sul luogo della frana. Chi non dovesse essere in possesso di un'area di sosta all'intern della propria abitazione, inoltre, potrà fermarsi a bordo strada solo per le operazioni di carico e scarico, La forte presenza di residenti e villeggianti, tuttavia, ha creato alcuni problemi
nel primo giorno di ordinanza. La Polizia provinciale, comandata da Vincenzo Giglio,
è infatti dovuta intervenire nel pomeriggio di ieri perché una betoniera che trasportava
cemento verso l'area del cantiere è rimasta intrappolata tra le auto. Gli agenti hanno dovuto provvedere a far spostare le auto in sosta ed elevare alcune multe per mancato rispetto di ordinanza.
L'area individuata rimarrà chiusa fino a data da destinarsi in attesa che i lavori siano completati.
GIOACCHINOSCHICCHI
Il commissario D'Orsi
Ato Idrico. Ex presidente della Provincia reggerà l'ambito per 90 giorni.
Eugenio D'Orsi rimane commissario liquidatore dell'ato idrico ancora per almeno 90 giorni. Lo stabilisce una direttiva del dirigente generale del Dipartimento Acque e Rifiuti Marco Lupo che riguarda tutti coloro ai quali e stata demandata la gestione e la liquidazione degli ato siciliani che si occupano del servizio idrico integrato. Tutto questo in considerazione del fatto che la legge di
riforma dell' impostazione di quest' ultimo e stata approvata dalla giunta di governo regionale lo scorso 6 giugno e quindi ancora deve essere approvata dall' Assemblea Regionale Siciliana. Lupo
in considerazione che tutte le operazioni che porteranno alla riforma del servizio sono ancora in itinere e che il termine di sei mesi che era stato dato ai commissari è da considerarsi meramente ordinatorio ha quindi disposto che essi «continueranno la loro attività di gestione ordinaria e di liquidazione avvalendosi della struttura esistente almeno per ulteriori giorni 90 a partire
dalla pubblicazione della presente direttiva e comunque non oltre la pubblicazione del disegno di legge che andrà a riordinare la materia» La pubblicazione del disegno di legge ovviamente è riferita al momento in cui esso sarà stato approvato dall' Ars e quindi diventerà legge della Regione siciliana. Dunque quanti ritenevano che alla scadenza del termine del 9 luglio D'Orsi sarebbe stato sostituito con un altro commissario (qualcuno aveva avanzato l' ipotesi di Infurnari in quanto commissario alla Provincia, ma l' incarico di commissario all' ato discende in realtà dalla vecchia carica di presidente dell' ambito) hanno avuto torto. Nella realtà si tratta di una proroga che viene data ai commissari che potrebbero cessare anche prima dei 90 giorni qualora la legge venisse approvata in tempi rapidi o anche dopo se i tempi dovessero essere più lunghi. S. F.
PROVNCIA REGIONALE
Decaduto il nucleo di valutazione.
Erano stati nominati per tre anni ma i componenti del Nucleo di valutazione della Provincia individuati dal presidente Eugenio D'Orsi il 5marzo scorso hanno dovuto seguire la fine di chi li
aveva incaricati. Dal 15 giugno scorso data in cui la Regione Sicilia ha individuato la fine naturale dell' amministrazione infatti l' organismo che si occupa di verificare le performance dei dirigenti e stato ritenuto decaduto. L'individuazione di un incarico triennale era stato fatto in base a quello che
era il regolamento dell' Ente che prevede, appunto che il nucleo sia composto "dal segretario generale e da tre componenti esterni nominati dal presidente "intuitu personae" per una durata non superiore a tre anni nonostante l'ufficio, nel momento di calcolare la cifra da impegnare per la copertura di quanto dovuto ai componenti (12.729 euro annue ciascuno) aveva messo da parte solamente 18. 500 euro per tutti e tre i componenti calcolando il 30 giugno come data di scadenza
Il Nucleo di valutazione era stato al centro anche di alcuni degli ultimi dibattiti in Consiglio provinciale. Il consigliere Pd Maurizio Masone, infatti, aveva avanzato al segretario generale una
serie di richieste in merito alla composizione e alla durata dell'incarico. In particolare il dibattito si era concentrato sul fatto che i componenti del Nucleo di valutazione non dovrebbero ricoprire incarichi politici, mentre all'interno dell'organo erano presenti l'ex assessore Mpa Giuseppe Ciulla e l'ex onorevole Udc Giusy Savarino. Inoltre, durante il dibattito era anche emersa qualche perplessità sulla nomina dell' avvocato Riccardo Rutigliano dello studio Scozzari e Rutigliano, che attualmente ricopre già il ruolo di consulente legale (difende l'Ente in alcune cause) per la Provincia. Dopo la decadenza del Nucleo di valutazione, il commissario straordinario Benito Infurnari ha deciso di non provvedere momentaneamente al rinnovo. In questa fase ha spiegato non ve ne è necessità". G. SCH.
DI SICILIA
SOLDI PUBBLICI. I fornitori chiedono 50 mila euro
La Provincia chiude, debiti da saldare
Su iniziativa del commissario regionale, Benito Infurnari, l'ente ha esposto la sua situazione debitoria ed ha indicato la data certa dei pagamenti ai fornitori.
Province pronte a chiudere ma con debiti ancora pendenti. Ammonta ad oltre 50 mila euro il debito che la Provincia ha nei confronti di alcuni fornitori per prestazioni effettuate al 31 dicembre 2012. Adesso, su iniziativa dei commissario regionale, Benito Infurnari, l'ente ha esposto la sua situazione debitoria ed ha indicato la data certa dei pagamenti ai fornitori. Sul sito dell'ente è stato infatti pubblicato il Piano dei pagamenti dei debiti in conto capitale che non sono stati ancora saldati. Una delle cifre più consistenti riguarda la bolletta telefonica dell'ammontare di 10.495 euro che la Provincia spera di saldare il prossimo 27 luglio. Poi c'è una fattura di 614 euro emessa dalla ditta "Vincenzo Parisi costruzioni" da liquidare il 30 luglio, una fattura da 9.652 euro alla "Sts Sri" che sarà messa in pagamento il 31 luglio. Ancora la ditta "Callari costruzioni" attende una liquidazione di 550 euro ed avrà i soldi dopo il 30 agosto.; la "Bongiovanni costruzioni" si vedrà saldare il credito di 2.191 euro nei confronti della Provincia solo a partire dal 31 agosto. Nella stessa data, saranno liquidate due fatture, entrambe emesse dalla "Geoservice Sri', la prima di 1.140 euro, la seconda di 1.210 euro. Il 15 settembre infine la Provincia liquiderà le spettanze alla "Isieco Srl" che avanza un credito di 1.104 euro e nella stessa data sarà messa in pagamento la fattura della "Impretei Sri" di 11.512 euro. 11,10 giugno scorso era stata pagata la fattura di 79,36 euro al Consorzio meridionale artigiani. Intanto la Provincia ha accreditato al Comune di Porto Empedocle la somma di 150 mila euro, quale ultima trance di un importo complessivo pari a 500 mila euro relativo ai lavori di ristrutturazione del Teatro comunale. Provincia e Comune di Porto Empedocle, il primo dicembre del 2010 avevano sottoscritto una transazione per il finanziamento dei lavori di sistemazione del Teatro a carico dell' ente di piazza Aldo Moro. PAPI