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Rassegna stampa dell'11 luglio 2013

GIORNALE DI SICILIA
 
ASSISTENZA IN PROVINCIA
62 cooperative sociali
 
Sono 62 le cooperative socia­li che operano in Provincia di Agri­gento. Il dato emerge dalla pubbli­cazione annuale dell'elenco delle strutture assistenziali iscritte all'al­bo regionale. Nello specifico, le strutture che si occupano di disabi­li sono: L'Isola Felice con sedi a Jop­polo, Raffadali e Montaperto, Il Gi­rasole con tre sedi ad Agrigento, San Domenico Savio - comunità Li­gabue e Van Gogh entrambe al Vil­laggio Mosè, la cooperativa Next Project "Eos e I Lari" di Aragona, Mondi Vitali - Busidoro di Agrigen­to, Il delfino che ha anche la comu­nità Iside a Raffadali e Marsala, la cooperativa Serena di Raffadali, La Mano Amica con tre sedi a Favara: Falso Stefano, Violetta e Primula. Ed ancora la Pegaso di Palma di Montechiaro, Serena accoglienza di Santa Elisabetta, Bona Valetudo di Favara, Occupazione e lavoro Si­cilia di Porto Empedocle, La Primu­la di Santa Elisabetta, Il Pozzo di  Giacobbe con due sedi ad Aragona "Le mimose e Altea", la cooperati­va Esperia San Raffaele, la Madre Teresa e Villa degli angeli, tutte a Favara, Suami ad Agrigento e Mille-colori a Palma. Le strutture che si occupano di anziani sono invece: la Parnaso di Licata, l'associazione Peonie, la Pio istituto sacro cuore Zirafa e Villa Betania, tutte ad Agri­gento, e la San Giuseppe Artigiano di Favara. Per i minori invece ci so­no la cooperativa Sole a Palma, la Domus agrifoglio ad Aragona, la Papa Giovanni 23esimo "Il gabbia­no" ad Agrigento e tre strutture a Santa Margherita Belice: Quadrifo­glio Gattopardo, Quadrifoglio 2 e Margherita, la Juvenilia di Campo-belo, e la Don Bosco di Agrigento. Infine ci sono delle strutture per ragazze madri a Sciacca (Istituto Wal­den), a Favara (Vita nuova), ad Arahona (Filo di Arianna) e a Santa Margherita Belice (Miryam e Quadrifoglio). ('PAPI') PAOLO PICONE
 
Ente Camerale, oggi si presenta il report
Seconda Giornata della Trasparenza, questa mattina alle 11 alla Camera di Commer­cio, aperta a cittadini, enti, aziende e associazioni di cate­goria e dei consumatori, ordini professionali e sindacati. Nel corso dei lavori verran­no illustrati l'aggiornamento del bilancio sociale 2012/2013, il programma triennale per la trasparenza e l'integrità 2012-2014, il Piano della Perfo­mance, con evidenza degli obiettivi strategici ed operativi definiti per ciascuna area stra­tegica d'intervento, il Piano triennale di prevenzione della corruzione 2013-2015, il re­port economico 2013 recente­mente presentato a Lampedusa, il conto consuntivo del 2012 e le principali attività pro­mozionali dell'Ente e dell' Azienda speciale Pro.Gest.
 
PROVINCIA. Raggiunta l'intesa con la Gesa
Spiagge, pulizia garantita solo il mese di luglio
Spiagge pulite si, ma solo per un mese. La Provincia dovendo fa­re i conti con le ristrettezze econo­miche, infatti, ha dovuto ridurre le prestazioni e con notevole ritardo rispetto al passato, oltre ad un peri­odo più corto, potrà impiegare so­lo 40 mila euro. Il servizio sarà assi­curato solo per quel che rimane del mese di luglio ed è stato attiva­to in seguito all'accordo tra la Pro­vincia e le tre società d'ambito che gestiscono la raccolta dei rifiuti: (Gesa AtoAg2, Dedalo Ambiente AtoAg3 e Sogeir Ato Agi). La Provin­cia ha invitato i i cittadini a collabo­rare al mantenimento della puli­zia, gettando i rifiuti negli appositi contenitori e in ogni caso evitando di abbandonarli sulle spiagge. "Si tratta di risorse limitate - dice il commissario della Provincia, Beni­to Infurnari - che abbiamo cercato di ottimizzare con un accordo con le tre società d'ambito, finalizzato a rendere più pulite ed accoglienti le nostre splendide spiagge". Que­ste le spiagge interessate dal servi­zio, tra Palma e Licata se ne occupe­rà la Dedalo ambiente: Ciotta, Ma-lerba, Torre di Gaffe, Pisciotto, Roc­ca, Piscina, Poliscia San Nicola, Mollarella, Marianello, Lido Bellia, Casale, Playa (zona extraurbana), Poggio di Guardia, Gallo D'oro, Punta delle due Rocche; Vincenzi­na. Spiagge tra Agrigento e Eraclea Minoa e isole di Lampedusa e Lino-sa (Gesa): Spiaggia Caos ad Agri­gento; Le Pergole; Pietre Cadute; Scala dei Turchi a Realmonte; Bo­vo Marina e Torre Salsa a Montalle­gro, Giallonardo a Siculiana e tutte le spiagge ad esclusione della Gui­tcia e Cala Creta a Lampedusa e Li­nosa. Spiagge del litorale compre­so tra Menfi e Eraclea Minoa (Soge­ir): Eraclea Minoa a Cattolica Eraclea; Borgo Bonsignore e Piana Grande a Ribera; spiaggia Maraga­ni a Sciacca e Bertolino a Menfi. In­tanto per quanto riguarda il perso­nale da impiegare per questi com­piti, il commissario della Dedalo, Rosario Miceli, ha chiarito che la società non effettua nessuna as­sunzione visto che c'è una ditta che ha vinto un regolare appalto e che effettua le selezioni. (" PAPI')
 

LA SICILIA
 
Estorsione aggravata
Nel dossier contro Girgenti Acque presentato come promesso ieri mattina in Procura
il sindaco Marco Zambuto ipotizza varie, presunte e illecite condotte da parte dell'azienda
Il preannunciato esposto alla Procura della Repubblica sull'aumento delle tariffe idriche da parte di Girgenti Acque è stato presentato, come con­fermato dall'ufficio di gabinetto del sindaco Marco Zambuto. Un rappresentante del Comune ieri mattina si è recato al Palazzo di Giustizia per con­segnare materialmente tutto l'incar­tamento e metterlo in entrata. La de­nuncia è finalizzata «ad accertare se nella condotta posta in essere da funzionari, amministratori, dipendenti e quanti abbiano contribuito a de­terminare la situazione sopra de­scritta possano ravvisarsi ipotesi di reato. Nello specifico si chiede di ve­rificare se ricorrono le fattispecie pre­viste e puni6te dall'art. 319 quater del codice penale, induzione indebi­ta nella forma dell'induzione infiammatoria, eventualmente ravvisabile nel comportamento fraudolento o ingannatorio dei soggetti appartenen­ti organicamente ai due enti qualificabili come incaricati di un pubblico servizio, i quali, consapevoli del carattere indebito della prestazione, hanno determinati i privati cittadini agrigentini a pagare l'importo delle fatture loro recapitate». Il sindaco chiede anche, in subordine, «se ri­corre eventualmente l'ipotesi di rea­to di estorsione aggravata o di altra e Gli uffici della Procura della Repubblica di Agrigento dove la amministrazione diversa fattispecie di reato».
Tutto prende lo spunto dalla pubblicazione, nel sito internet di Gir­genti Acque, della nuova tariffa approvata con deliberazione n. 10 del 29 aprile scorso del commissario straordinario dell'ato idrico. L'esposto prende in esame e richiama tutta la documentazione che portato alla determinazione ed l'applicazione della nuova tariffa comprese le deliberazioni adotti dall'Autorità di vigilanza sull'enel elettrica ed il gas. Alle decisioni quest'ultima invece nei giorni scorsi è rimesso il commissario straordinario dell'Ato idrico Eugenio D'Orsi. Questi, rispondendo alla diffida che gli era stata notificata da Zambuto che lo invitava tra l'altro a ritirare autotutela la determinazione, ha precisato di avere agito nel rispetto le disposizioni vigenti per cui non avrebbe ritirato il provvedimento c aveva adottato. Sul piano prati adesso sarà l'autorità di vigilanza stabilire se l'aumento è legittima meno e la decorrenza dalla quale E so eventualmente dovrà essere applicato. Nel frattempo adesso anche magistratura, alla luce dell'esposto del sindaco, avvierà i propri accertamenti.
 
PROVINCIA REGIONALE E «APPALTI NON ASSEGNATI»
L'avvocato Patti cita D'Orsi, Gucciardo e Tuttolomondo
«Appalti non assegnati». L'ex presiden­te della Provincia Eugenio D'Orsi, il diri­gente tecnico Gaetano Gucciardo e il funzionario Alessandro Tuttolomondo sono stati citati in giudizio dall'avvoca­to Salvatore Patti. I fatti si riferiscono a tre distinte gare d'appalto per la ricerca di locali per ospitare l'Ipia "Fermi" e l'Ufficio scola­stico provinciale. Il legale, nella veste di proprietario di un immobile, contesta all'ex capo dell'amministrazione e ai di­rigenti una presunta mancanza di buo­na fede (articolo 1337 cc) nello svolgi­mento delle procedure di appalto. La storia è complessa e riguarda in tutti e tre i casi una struttura in via Damareta. Le prime due gare ("Ipia" e Ufficio pro­vinciale) si concludono negativamente per motivi economici: l'Ente non aveva ritenuto congrui i canoni offerti dal locatario e aveva fatto controproposte non ritenute valide da Patti (90mila euro annue per il primo, 81 mila euro annue per il secondo). Arriva una terza gara sempre riguar­dante l'ufficio scolastico provinciale e inizia quello che l'avvoca­to ritiene essere stato un "calvario". L'Ente cerca un locale tra 1500 e 2mila mq e Patti invia una nuova proposta di locazione il 13 aprile 2012, proponendo l'edificio che già una volta aveva cercato di affittare e avanzando anche la possibilità di uno sconto del 10 per cento sulla cifra pattuita. Questa volta l'ufficio Patrimonio risponde attraverso Tuttolomondo e Gucciardo, chiedendo al proprietario di apportare alcune modifiche all'immobile per rispettare le nome sulla sicurezza. Patti replica che quei locali sono già in passato stati utilizzati per ospitare uffici che nel recente passato hanno già ri­cevuto il parere positivo dei vigili del fuoco, ma anticipa che avrebbe realizza­to una scala esterna per collegare i tre piani della struttura. A giugno la Provin­cia muove nuovi rilievi, che riguardano questa volta la strada di via Damereta: troppo stretta e ripida. Urge, per l'ente, una nuova divisione. Patti replica spie­gando che la larghezza delle strade che conducono ai locali è adeguata a garan­tire l'esodo. Questo problema, quindi, per lui è risolto, e le trattative conti­nuano, arrivando fino alla stima di un canone da 120mila euro. A dicembre la "doccia fredda": per la Provincia la strada è troppo stretta e l'edificio non è adatto ad ospitare la scuola. Una posi­zione che spinge Patti ad una nuova no­ta da inviare alla Provincia alla quale però replica D'Orsi a febbraio del 2013, respingendo le contestazioni e spiegando che il problema è l'assenza di fondi, collegata alla legge di stabilità. Per que­sto il legale chiede la condanna al risar­cimento dei danni, tra cui le spese di adeguamento dell'immobile, la perdita di nuove occasioni di contratto perché in attesa della Provincia e la mancata ri­scossione del canone. L'udienza il pros­simo 23 luglio.

 
La Pagina di ENZO MINIO

Ribera: Conservatorio Toscanini,
Vi sono i soldi per i docenti e per gli esami degli Studenti
RIBERA. Gli esami di Stato non sono a rischio presso l'Istituto Superiore di Studi Musicali "Arturo Toscanini" di Ribera perché il commissario straordinario della Provincia Regionale Benito Infurnari ha sbloccato l'erogazione di un rateo finanziario per potere pagare gli stipendi dei docenti e per consentire lo svolgimento degli esami a cui sono interessati presso il conservatorio musicale riberese oltre 150 studenti dei 230 frequentanti l'istituto di via Roma dove arrivano giovani da tutti i paesi della provincia e da altre aree dell'Isola.
C'è voluta una apposita conferenza dei servizi alla quale hanno preso parte il direttore dell'Istituto prof. Claudio Montesano, alcuni docenti e diversi dirigenti dei servizi di ragioneria della Provincia. Le somme di denaro erano state sospese nello scorso mese di aprile quando si sono create numerose criticità all'Istituto che non aveva più un avanzo di amministrazione. Il prof. Montesano aveva evidenziato l'esigenza urgente di ripristinare il finanziamento, che la Provincia ha erogato da 20 anni a questa parte, secondo la convenzione stipulata all'atto di nascita del conservatorio che attende ormai tra breve la statizzazione.
"Bisogna continuare ancora con l'erogazione degli altri finanziamenti spettanti - ha detto il direttore del "Toscanini" prof. Montesano - per scongiurare contenziosi con l'ente e per potere procedere alla dovuta programmazione didattica dell'anno accademico 2013-2014. Non si può assolutamente interrompere un pubblico servizio per circa 230 studenti e per una trentina di docenti, alcuni di ruolo e altri con contratto a termine".
 
Agrigentoweb
 
Il Tar dice "no" all'ATO GESA 2. Il comune di Agrigento non verserà 27milioni di euro
Il Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia-Palermo, Sez. I, ha accolto il ricorso proposto dal Comune di Agrigento, difeso dall'Avv. Vincenzo Caponnetto, avverso il decreto col quale l'Assessore dell'Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità della Regione Siciliana aveva nominato il Commissario ad acta con il compito di adottare, previa ricognizione degli atti in via sostitutiva, ogni provvedimento diretto a far versare dal Comune la somma di € 27.904.383,00 quale recupero asseritamente dovute alla GE.SA. AG2 relativamente all'anno 2012.
Sin da subito il Sindaco Marco Zambuto, aveva sostenuto che tali somme non erano dovute disponendo quindi la impugnazione di tale nomina. Il ricorso proposto dal Comune era diretto, appunto, all'annullamento del superiore decreto e della diffida con la quale veniva richiesto al Comune di Agrigento di versare la predetta somma quale quota di competenza entro 5 giorni dalla ricezione. Il Tribunale Amministrativo Regionale, con ordinanza n. 828/12 aveva di già accolto la sospensione cautelare contestualmente richiesta al ricorso, avendo ritenuto il ricorso medesimo assistito da sufficiente fumus boni iuris. Il Tribunale Amministrativo Regionale, accogliendo, pertanto, le tesi dell'Avv. Vincenzo Caponnetto, ha rilevato l'illegittimità del decreto impugnato riscontrando, non solo un difetto di istruttoria correlato, ma sebbene l'infondatezza della pretesa tenuto conto, sia della leale collaborazione posta dal Comune con l'effettuata contribuzione e sia in relazione alla circostanza secondo la quale il Comune poteva essere riconosciuto obbligato sussidiario solo quando si fosse dimostrato che l'ATO GE.SA. avesse effettivamente posto ogni attività diretta alla riscossione dei tributi.
In concreto, il Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia-Palermo, nella sua articolata decisione, ha accolto la tesi del Comune di Agrigento ricorrente, esposta dall'Avv. Vincenzo Caponnetto, secondo la quale "il deficit di liquidità della società d'ambito non è da imputare al mancato adempimento delle obbligazioni gravanti sul Comune in forza del vincolo negoziale discendente dalla partecipazione della società medesima, bensì in una inefficiente gestione della società medesima, sicché il potere sostitutivo regionale sarebbe stato esercitato al di fuori dei presupposti sostanziali e procedimentali richiesti dalla norma attributiva e dalla Costituzione".
In conseguenza di quanto sopra è stato annullato il decreto dell'Assessore Regionale dell'Energia, la diffida rivolta al Comune per il pagamento della somma di cui sopra e la conseguente nomina del Commissario ad acta.
 
Sicilia 24H
 
Province: l'Unione Province d'Italia al Presidente del Consiglio Enrico Letta, non si nascondono cosi' vere emergenze Paese

"Ma davvero il Governo pensa che con un "provvedimento bandiera" , che cancella con un tratto di penna la parola Province dalla Costituzione e 150 anni di storia del Paese, si riconquisti la fiducia degli italiani nella politica? Basterebbe uscire dai Palazzi e tornare sui territori per capire che la sfiducia dei cittadini e' tutta nell'incapacità di dare risposte sui problemi veri, sulle emergenze sociali, sul dramma della disoccupazione e sulla crisi dell'economia. Se il Governo, come ha detto, crede che l'abolizione delle Province possa servire a nascondere le vere emergenze, davvero non conosce il Paese". E' il commento del Presidente dell'Upi, Antonio Saitta dopo l'approvazione in Consiglio dei Ministri del Disegno di Legge di abolizione delle Province. "Gli italiani - prosegue Saitta - sanno perfettamente quali sono i servizi che le Province garantiscono e su quello chiedono conto; non si faranno abbindolare dalla solita mossa della politica che annuncia che tutto cambierà, per non risolvere nulla. Siamo certi che il Governo si accorgerà presto che in Parlamento, dove il rapporto con i territori e le comunita' e' forte, le posizioni su questo tema sono diverse. I parlamentari conoscono bene quali problemi si troverebbe a dovere affrontare il Paese con l'eliminazione delle Province e il caos e la perdita di diritti e servizi essenziali che ne deriverebbe per le comunità". "Sanno che l'Italia non e' il paese delle metropoli ma delle piccole citta', che senza Province resterebbero abbandonate. E sanno anche che le riforme vere, quelle che ancora il Governo non ha iniziato ad abbozzare nella furia di eliminare le Province, sono molto piu' urgenti".
F.to Mario Lazzano

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