20 luglio - sabato
GIORNALE DI SICILIA
STRUMENTO FINANZIARIO. Il commissario straordinario Benito Infurnari ha approvato il rendiconto finanziario del 2012
Provincia, approvato conto consuntivo «Bilancio in rosso per 9 milioni di euro»
Paolo Picone
La Provincia di Agrigento, per il ministero dell'Interno, non si trova in condizioni strutturalmente deficitarie, nonostante il conto economico presenti una perdita di oltre 8 milioni di euro». Lo sostiene il dirigente del settore Finanze della Provincia, Fabrizio Caruana, ieri, il commissario straordinario che amministra lente, Benito Infurnari, sulla scorta dei pareri economici, ha approvato il rendiconto finanziario dell'esercizio 2012. Il conto economico risulta in negativo di 8.964.001 euro. Così ricavato: proventi dì gestione per 43.769.681 euro, costi di gestione per 49.525890 euro, con una differenza di meno 5.756.209 euro. Alle aziende partecipate è stata trasferita la somma di 1.004.000 euro, mentre gli interessi passivi ammontano a 400.768 euro. Solo 15 mila euro gli interessi attivi. I proventi straordinari ammontano ad 8907.528 euro, mentre gli oneri straordinari hanno inciso nella misura di 10.725.646 euro. La somma di tutto ciò fa registrare il saldo negativo di quasi 9 milioni di euro. "Questo dato è il risultato degli ammortamenti - aggiunge Caruana - ma è solo un fattore tecnico. Che non pregiudica l'intero consuntivo. Abbiamo minori trasferimenti che potremmo coprire con l'avanzo di amministrazione ma non ci è consentito per i vincoli di finanza pubblica, il cosiddetto "Patto di stabilità". È stato rilevato un avanzo di amministrazione di oltre 21 milioni di euro (21.507.889 euro per la precisione). Di questi, i fondi vincolati ammontano a 185.254 euro. Il conto del Bilancio partiva da una situazione iniziale di cassa di 11 milioni 684 mila euro, (registrata al primo gennaio 2012) a cui si sono aggiunti 51.724.311 euro di riscossioni. I pagamenti sono stati fatti nella misura di 61.308.882 euro, per cui il fondo di cassa al 31 dicembre scorso era di 2.099.749 curo. La differenza tra residui attivi e passivi è invece di 19.497.990 euro, per cui l'avanzo di esercizio è pari, come detto, a 21 milioni e mezzo di euro. Infine il conto del Patrimonio che si chiude obbligatoriamente a pareggio, è così composto: nella voce "Attivo" ci sono "Immobilizzazioni" per 312.017.183 euro, crediti per 111.476.915 euro, disponibilità liquide per 2.099.749 euro e ratei e riscontri attivi per 797.223 euro. Per un totale pari a 426.391.071 euro. Nella voce 'Passivo" c'è invece un patrimonio netto di 355.732.090 euro, conferimenti da trasferimenti in conto capitale per 45.433.460 euro, debiti per 25.225 euro e ratei passivi pari a zero. Inoltre l'ammontare delle disponibilità liquide è certificato grazie alla corrispondenza dei dati contenuti nelle scritture contabili. 11 Consiglio provinciale, che è stato sciolto a metà giugno, aveva bocciato il Consuntivo presentato dalla giunta guidata dall'ex presidente Eugenio D'Orsi, con 4 no, 7 astenuti e 6 voti favorevoli. (*PAPI)
I sindaci: «Le reti idriche ai Comuni»
Marco Zambuto: «Agrigento ha le bollette più alte d'italia e nessuna autorità regionale si è chiesto il perché»
Giuseppe Pantano
Alla Regione è già stato presentato il ricorso contro l'aumento delle tariffe idriche. Gli amministratori comunali si sono riuniti nella città dei templi per mettere a punto un'azione comune, illustrata alla stampa. 'Abbiamo deciso di organizzare questa conferenza stampa per parlare ai parlamentari regionali tutti sulla necessità di concludere l'iter della legge sull'acqua pubblica e restituire le reti idriche ai Comuni, così come hanno chiesto a gran voce gli italiani votando il referendum". A parlare in questi termini è il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, che sollecita, in particolare, la rimozione di Eugenio D'Orsi dalla carica di commissario dell'Ato idrico, l'annullamento dell'aumento delle tariffe per la fornitura idrica e la risoluzione del contratto Girgenti acque. "La Regione - prosegue Zammuto - ha dieci anni per superare la logica perversa e dispendiosa degli Ato rifiuti. Si sono dispersi tanti, parecchi milioni di euro per tenere in piedi dei carrozzoni clientelari e delle autentiche macchine mangiasoldi. Oggi, dopo tante battaglie di noi sindaci sui rifiuti, vediamo, pur tra contraddizioni e rinvii, una luce in fondo al tunnel. Invece per il settore idrico, servizio ancora più delicato, non vediamo una volontà politica chiara,
decisa e conducente. La legge varata all'inizio di quest'anno la 2 del 9 gennaio 2013, pur ricca di un forte richiamo al bene 'acqua' ed alla sua necessità che rimanga pubblica, ha solamente rinviato il problema». E Zambuto ha fatto l'esempio della città dei templi. «Agrigento - afferma - ha le bollette più alte d'Italia. Nessuna autorità regionale si è chiesto il perché, ha compiuto un'indagine, una visita ispettiva e conoscitiva. La Regione avrebbe dovuto controllare gli Ato, ma non Io ha mai fatto. Noi chiediamo a gran voce l'approvazione rapida della legge sull'acqua pubblica per ridare il servizio ai Comuni». All'incontro tra Zambuto ed i sindaci di 14 Comuni della provincia ha partecipato anche il deputato regionale Margherita la Rocca Ruvolo che il primo marzo scorso aveva presentato un'interrogazione all' Assemblea regionale siciliana. L'onorevole Ruvolo ha puntualizzato che «è compito della politica cercare le soluzioni più appropriate alla risoluzione ditale problematica richiedendo come primo passo il ridimensionamento delle tariffe ad oggi applicate». La vicenda del servizio idrico, dunque, continua a tenere banco in questi giorni e l'attenzione è massima ormai in tutti i Comuni della provincia. E si sono già svolte manifestazioni di protesta in città come Sambuca dove la gente è scesa in piazza con manifesti e striscioni.(GP)
S. LEONE. Respinta la richiesta di vietare alla balneazione fino a 200 mt di distanza dagli scarichi dei reflui. I magistrati hanno già pronto il ricorso.
Il Gip dispone il sequestro dei "pennelli" La Procura insiste: la spiaggia va chiusa
Il gip Ottavio Mosti non ha accolto la parte della richiesta del pm Antonella Pandolfi con cui si sollecitava il sequestro delle aree di mare e litorale in prossimità delle due condotte sottomarine e delle relative centraline di sollevamento che si trovano a circa duecento metri dai pennelli. Tuttavia la partita giudiziaria non è affatto chiusa. La Procura presenterà ricorso al tribunale del riesame per chiedere che venga emesso il provvedimento con relativo divieto di accesso e balneazione" ritenendo che ci siano seri rischi perla salute pubblica nel tratto di spiaggia a duecento metri a destra e sinistra dagli scarichi fognari. Il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, che nelle intenzioni della Procura doveva essere nominato custode del tratto sequestrato, dovrà adesso decidere se disporre il divieto di balneazione. Il gip Mosti, peraltro, non esclude che possa configurarsi "in capo ai vertici dell'amministrazione comunale" un'ipotesi di responsabilità. L'inchiesta, inoltre, sembrerebbe essere collegata a un altro procedimento dai contorni più ampi.
Mareamico. La Procura di Agrigento, dopo lunghe indagini, ha emanato - si legge in una nota - il provvedimento di sequestro delle strutture (teoricamente) preposte alla depurazione fognaria della città e anche alcuni tratti di spiaggia e gli specchi acquei interessati dall'inquinamento saranno posti i divieti di balneazione. Ciò dimostra la correttezza e la veridicità delle numerose proteste che si sono susseguite nell'ultimo decennio, contro chi, ben consapevole della reale situazione, negava l'evidenza, bloccava le diverse praticabili soluzioni, e contro chi, anziché amministrare la vicenda portandola a soluzione, ha pro- dotto solo chiacchiere. È una giornata triste per Agrigento e gli agrigentini, ma deve essere considerata punto dì partenza, per un nuovo rilancio ambientale e per il ripristino della legalità nel settore della depurazione, che probabilmente è mancata negli ultimi anni. Sarà compito della stessa Procura che si è mossa saggiamente, ma anche della politica - conclude la nota - valutare se imporre immediatamente un commissario ad acta, affinché oltre alla fase repressiva si possa giungere alla fase operativa perla messa a norma degli impianti e della depurazione in generale».
Ambientevivo. «Mi auguro che l'azione della Procura del- la Repubblica possa presto arrivare a fare piena luce sulle responsabilità di chi ha avvelenato il mare degli agrigentini e che finalmente, dopo anni e con scelte e persone diverse - scrive Ausilia Eccelso, coordinatrice provinciale dell'associazione Ambientevivo - Agrigento possa presto nuovamente godere del suo bellissimo mare, cos) come avviene nei paesi civili, Oggi è un giorno di soddisfazione per me perché l'azione della magistratura agrigentina, culminata con gli odierni provvedimenti, altro non è che il naturale epilogo della mia denuncia di due anni fa. Con prove alla mano ed una indagine particolareggiata durata 3 mesi e mezzo portata avanti tra mille difficoltà, diffamazioni subite ed ostruzionismi vari anche da parte di pubblici ufficiali - aggiunge Ausilia Eccelso - avevo denunciato lo stato di inquinamento del nostro mare e della questione riguardante il cosiddetto "nuovo" pennello a mare costato - si dice - quasi tre milioni di euro. E non da ultimo anche che il pennello della PS, fatto credere a tutti da anni sigillato, in realtà fosse utilizzato a tutt'oggi come sovrappieno, scaricando melma a soli 150 metri dalla battigia e per il quale ho depositato ulteriore memoria in Procura appena due mesi fa».
(GECA)
LA SICILIA
Il «caso» del personale comandato
Consorzio universitario. Nell'ambito del controllo della spesa ci si è accorti dei dipendenti "prestati" a titolo oneroso
Cupa, il processo di verifica della spesa tocca il tema caldo del personale comandato. Si tratta, nello specifico, di dipendenti che attualmente sono assunti presso altri enti soci e che vengono "prestati" al Consorzio universitario per svolgere specifiche mansioni, 11 tema è "caldo" perché in questi anni, soprattutto durante lo scontro tra il Comune e la Provincia regionale di Agrigento sul Consorzio, il primo cittadino aveva contestato sia il numero complessivo dei dipendenti che, soprattutto, il fatto che 6 su sette fossero stati nominati dalla Provincia. Una sproporzione che per Eugenio D'Orsi era motivata dal "peso" dell'Ente da lui diretto. Dal suo punto di vista infondate anche le accuse che queste nomine dirette potessero costare di più alle casse pubbliche. "Un concorso costerebbe di più.- replicava-". E infatti, a quanto pare, lo stesso D'Orsi avrebbe rinnovato il contratto dei sei dipendenti per tre anni prima dell'insediamento dell'attuale presidente del Cupa (si parla dello scorso anno), così che il nuovo Cda si è trovato "tra capo e collo" a gestire questi 7 dipendenti.
Adesso il Consiglio di amministrazione, riunito ieri, ha chiesto di fare chiarezza sulla situazione, per aver contezza di tutta una serie di dettagli fino ad oggi sconosciuti ai più e persino al consiglio di amministrazione: costi, durata dei vincoli contrattuali e soprattutto utilità del personale utilizzato. Una stima ufficiosa parla circa di un costo a 5 zeri per le casse del Consorzio universitario, che attualmente non versa in condizioni economiche particolarmente fonde e che da due anni non paga i docenti.
Dal Cupa, ovviamente, precisano che tutto rientra nella normale attività di gestione. "Non è in atto nessuna caccia alle streghe spiega il presidente Maria Immordino vogliamo solamente capire lo stato dell'arte. Entro la prossima settimana dovremmo avere tutte le risposte e potremo valutare come agire".
"Quel che bisogna capire dice invece il componente del Cda Giovanni Di Maida è che, come noi abbiamo rinunciato all'indennità di carica, è necessario che in questo momento difficile si debba verificare l'utilità e la produttività di tutti i settori ed eventualmente scegliere di attuare dei tagli".
Il problema è adesso capire come (e se) questi tagli possano essere realizzati. Infatti non si tratta di nomine dirette, o per "intuitu personae", che quindi per legge sarebbero decadute con il commissariamento della Provincia, ma di veri e propri contratti di lavoro, che quindi non possono essere interrotti senza giusta causa. Alcuni incarichi, tra l'altro, devono comunque essere coperti da alcune figure professionali non in possesso del Cupa: in tal senso bisogna capire se è più conveniente mantenere l'attuale situazione oppure realizzare un concorso pubblico.
GIOACCHINO SCHICCHI
ATO IDRICO
Il testo del documento approvato dai sindaci
Come concordato nel corso dell'assemblea svoltasi giovedì pomeriggio, con la partecipazione di una quindicina di rappresentanti dei comuni interessati, i sindaci hanno elaborato il documento da inviare al governo regionale per dare un assetto diverso al servizio idrico integrato.
Chiedono una serie di cose che erano state già anticipate nel corso della conferenza stampa di Marco Zambuto a Palermo e nel ricorso che quest'ultimo ha inoltrato al governatore Rosario Crocetta.
1 sindaci dunque chiedono «al Governo Regionale di completare in modo risoluto e celere la riforma di tutto il sistema idrico» trasferendo ai comuni la gestione dell'erogazione dell'acqua e delle fognature. Chiedono anche «l'immediata revoca in autotutela, perché palesemente illegittima, della delibera n. 10 del 29 aprile 2013 del commissario liquidatore dell'Ato Ag 9 con la quale si sono aumentate in modo sconsiderato le tariffe idriche». Inoltre diffidano «la società digestione Girgenti Acque a sospendere immediatamente tutte le fatturazioni che prevedono l'aumento dei costi idrici; a rafforzare tutti gli uffici, quello centrale e quelli periferici, al fine dì fornire risposte veloci ed esaustive ai cittadini; a interrompere immediatamente ogni operazione di interruzione del servizio idrico ai cittadini in ossequio anche al principio sancito nel comma i della legge di riforma: "La Regione riconosce l'acqua quale patrimonio pubblico da tutelare e trattare in quanto risorsa limitata di alto valore sociale, ambientale, culturale, economico; considera, altresì, l'accesso all'acqua quale diritto umano, individuale e collettivo e indirizza prioritariamente i propri obiettivi alla salvaguardia dei diritti e delle aspettative delle generazioni future».
I sindaci ancora chiedono «la sostituzione dell'attuale commissario liquidatore dell'Ato Ag 9 in quanto decaduto da ogni funzione» ed «una scrupolosa vigilanza sui costi di gestione del servizio idrico Integrato».
All'assemblea dei sindaci ha partecipato anche l'ori.
Margherita La Rocca Ruvolo, unico deputato presente, la quale ha condiviso le posizioni dei sindaci sottolineando «il malcontento delle famiglie e dei cittadini stremati da costi troppo pesanti da versare nelle casse di Girgenti Acque».
A tal proposito la parlamentare ha ricordato di avere già presentato una interrogazione all'Ars «senza peré aver ricevuto alcuna risposta in merito» ed ha puntualizzato «che è compito della politica cercare le soluzioni più appropriate alla risoluzione ditale problematica richiedendo come primo passo il ridimensionamento delle tariffe ad oggi applicate». -
SALVATORE FUCA
Agrigentoflash
Istituto Toscanini di Ribera, la Provincia annuncia la chiusura . Il Movimento 5 Stelle prepara una mozione al governo
"Chiude il Toscanini. Dopo un lunghissimo periodo di difficoltà l'ossigeno all'Istituto di Ribera è stato definitivamente staccato ieri dalla Provincia regionale di Agrigento che con una nota alla Regione ha comunicato che a causa dei tagli alle finanziamenti di Stato e Regione "bisogna intervenire immediatamente eliminando le spese di maggiore entità, quali...il finanziamento all'Istituto musicale Toscanini...". Lo annuncia il deputato regionale del M5S, Matteo Mangiacavallo che continua: "I finanziamenti che consentivano all'istituto superiore di studi musicali di portare avanti l'attività e di pagare gli stipendi al personale, per la verità, erano già stati interrotti dallo scorso maggio. Ora si annuncia lo stop definitivo, che solo un miracolo, forse, riuscirà ad evitare.
"Presenteremo subito una mozione all'Ars- afferma il deputato del Movimento Cinque Stelle - per impegnare il governo a darsi da fare a trovare una soluzione. Speriamo soltanto che venga calendarizzata immediatamente. E che non faccia la fine di tanti altri nostri atti parlamentari che restano fermi nei cassetti".
Per l'istituto Toscanini il Movimento 5 Stelle aveva già presentato una interpellanza.
L'istituto, in attesa di essere assorbito dalla Stato, come previsto da una legge del 1999, attualmente si sostenta con i finanziamenti della Provincia di Agrigento, che, con opportuna convenzione, si è impegnata a finanziarlo per 20 anni a partire dal 2010.
Sicilia24h
Soddisfazione aggiudicazione lavori ripristino Ponte Strada Prov. C/da Fondacazzo
Il sottoscritto consigliere comunale del PD di Agrigento MARCO VULLO per esprimere la propria soddisfazione a seguito della aggiudicazione dell'appalto relativo alla Manutenzione Straordinaria e ristrutturazione del ponte sul torrente Drago, lungo il vecchio tracciato della Strada Provinciale n.1, (C/DA FONDACAZZO) interrotta dal febbraio 2012 per le cattive condizioni della struttura.
Un importate arteria nonché una via di fuga quella della Strada Provinciale di Contrada Fondacazzo un tempo abbastanza trafficata anche e soprattutto per la sua utilità di collegamento tra Agrigento/Spinasanta e Villaseta/Monserrato e non solo. Oggi la Strada Provinciale e chiusa al traffico a causa del pericolo di crollo del ponte che si trova sulla S. P. stessa.
Il sottoscritto e il Partito Democratico siamo stati molto vigili attorno a questa vicenda sollecitando più volte il grave problema che finalmente trova la sua risoluzione con l'aggiudicazione dei lavori di ripristino alle ditte, un ottimo risultato che auspico si concretizzi subito con l'inizio dei lavori.
Un plauso va fatto All'amministrazione provinciale, che dimostra di avere molta attenzione e sensibilità per le problematiche riguardanti la viabilità stradale.
21 luglio - domenica
GIORNALE DI SICILIA
REGIONE. Il responsabile del territorio e Ambiente:" Plauso e sostegno alla magistratura, ma anche ai cittadini che in questi anni non si sono arresi"
L'assessore Lo Bello: «Fare subito chiarezza e tutelare la salute»
«Plauso e sostegno alla magistratura e anche ai cittadini che in questi anni non si sono arresi, occorre fare chiarezza e tutelare la salute delle persone».
Così l'assessore regionale al Territorio e Ambiente, Mariella Lo Bello, agrigentina che d'estate vive a San Leone con la famiglia, commenta il sequestro, disposto dal Gip del Tribunale di Agrigento su richiesta della Procura, delle condotte sottomarine nella località balneare della città dei templi.
L'assessore Lo Bello sottolinea «l'importante ruolo svolto nel raggiungimento di questo risultato dall'Arpa Sicilia», l'ente strumentale della Regione siciliana per la tutela ambientale che - svolgendo gli accertamenti così come l'Asp, la guardia costiera e i carabinieri - ha fornito il proprio contributo all'inchiesta della Procura riscontrando tra l'altro che la rete fognaria a servizio della zona Sud-Est di Agrigento immette reflui in mare tramite le condotte sottomarine in assenza di autorizzazione allo scarico».
E' ormai intollerabile una situazione del genere. Purtroppo, quando mi capita di fare il bagno a San Leone, anche con le mie nipotine, mi rendo personalmente conto della gravità del problema.
Alla luce dei nuovi sviluppi dell'inchiesta e dei nuovi dati acquisiti ho già chiesto ai dirigenti dell'assessorato Territorio e Ambiente di capire in che modo poter intervenire in considerazione del fatto che la Regione è parte offesa in questa vicenda, visto che, secondo l'inchiesta della Procura, il cattivo smaltimento dei reflui ha provocato il danneggiamento del demanio marino, ossia di flora e fauna e quindi l'inquinamento del mare di San Leone".
«Ribadisco il mio sostegno all'inchiesta della Procura della Repubblica di Agrigento e ai cittadini che non si arrendono e che stimolano con diverse iniziative una risoluzione urgente del problema dell'inquinamento marino a San Leone, che oltre a mettere a rischio la salute delle persone danneggia seriamente il turismo».
LA REGIONE DEGLI SCANDALI
VENERDÌ USCIRA IL BANDO PER SELEZIONARE CHI SVOLGERA I PROSSIMI CORSI. ENTRO 90 GIORNI LE ISTANZE
Formazione, regole più rigide per gli enti
L'assessorato:le strutture dovranno certificare l'assenza di infiltrazioni mafiose e avere la sede fisica esclusiva
Riccardo Vescovo
PALERMO
e Gli enti di formazione saranno «una casa aperta», dovranno comportarsi alla stregua degli enti pubblici, garantendo la massima trasparenza su appalti e sulle spese e dovranno anche impegnarsi a seguire comportamenti moralmente corretti, pena lo stop ai finanziamenti: sono in sintesi i principi contenuti nel nuovo bando dell'assessorato regionale alla Formazione, per individuare gli enti che svolgeranno i prossimi corsi di formazione. Si tratta del cosiddetto sistema di accreditamento, che rilascia una sorta di patente alle strutture per tenere i corsi. A disposizione ci sono oltre 200 milioni di euro, «soldi pubblici che non appartengono alla casta ma ai cittadini siciliani - dice l'assessore regionale alla Formazione, Nelli Scilabra - sono i soldi che servono a finanziare la formazione dei miei coetanei. La prossima settimana pubblicheremo il nuovo sistema di accreditamento degli enti che conterrà regole rigidissime e diverse misure anticorruzione».
Il decreto sarà pubblicato venerdì in Gazzetta ufficiale. Da quel momento scatterà l'iter per l'accreditamento. Al bando potranno partecipare anche nuovi enti rispetto ai 1.600 oggi abilitati, che avranno circa cinque mesi di tempo per adeguarsi alle nuove disposizioni. Una volta in vigore, ci saranno 90 giorni di tempo
per preparare le istanze e dopo 60 giorni saranno istruite le procedure. I controlli, spiegano dall'assessorato, saranno effettuati immediatamente. «Una novità assoluta- dice Lucio Guarino, capo segreteria tecnica dell'assessore Scilabra - considerato che prima le verifiche venivano effettuate solo in un secondo momento ed erano carenti».
Il nuovo sistema introdurrà requisiti di affidabilità morale, organizzativa e tecnica. Saranno introdotti i vincoli oggi utilizzati dal codice nazionale degli appalti. Gli enti dovranno essere in regola col pagamento delle imposte, degli stipendi e dovranno certificare l'assenza di infiltrazioni mafiose, Necessario anche l'adeguamento alle disposizioni ami- corruzione: nel caso dell'Ancol di Messina, spiegano ad esempio gli uffici della Formazione, i magistrati hanno evidenziato proprio l'assenza delle previsioni della legge 231. In sostanza, anche se a commettere certi tipi di reato sono dirigenti o dipendenti, è introdotta una responsabilità amministrativa a carico degli enti che perderanno la patente per tenere i corsi. Ciò accadrà anche in assenza di reati penali, se saranno infrante le norme sul rispetto della morale. È il caso, spiegano i tecnici, della mancata denuncia di richieste estorsive.
Gli enti dovranno avere poi dotarsi di una sede fisica esclusiva: nell'inchiesta di Messina sarebbe emerso invece l'utilizzo in comune di alcune strutture da parte di di enti diversi. Con particolare riferimento ai corsi Oif, per garantire l'obbligo formativo, gli enti dovranno essere alternativi alle scuole, garantendo lavoratori e attrezzature di qualità adiacenti alla sede dove svolgono i corsi.
Criteri più rigidi sulla trasparenza: gli enti dovranno documentare in maniera chiara e visibile a tutti la spesa delle risorse e l'elenco dei fornitori. Dovranno inoltre garantire accordi con sindacati e imprese per facilitare l'accesso al mercato del lavoro dei corsisti.
LA SICILIA
L'IMPIANTO SEQUESTRATO è stato affidato a Girgenti Acque che dovrà curarne la funzionalità
«Il pennello continuerà a lavorare»
Il pennello" dei Padri Vocazionisti, sottoposto a sequestro dall'autorità giudiziaria, continuerà comunque a funzionare. Lo assicurano i vertici di Girgenti Acque i quali spiegano che la condotta è stata affidata al legale rappresentante della società che ne dovrà curare la riparazione di eventuali rotture (ma il gesto- re assicura che non ve ne sono) e la manutenzione, con l'obbligo di giungere alla soluzione definitiva del problema in dieci mesi.
Ma, come si sa, la soluzione definitiva del problema dell'inquinamento del mare di San Leone passa attraverso la realizzazione di alcune importanti opere. Intanto la condotta che da Villaggio Peruzzo porterà al depuratore di Sant'Anna i reflui che provengono dal lungomare e dalle zone ad esso adiacenti. La rimanente parte della costa invece dovrebbe essere servita dal megadepuratore che dovrà essere realizzato nella zona di fiume Naro, nel quale saranno convogliate anche le fogne di Favara,
Si tratta di opere già finanziate dal Cipe per una somma complessiva di oltre 30 milioni di euro, ma i cui progetti ancora sono nella fase di approvazione. Gli elaborati sono stati predisposti dai tecnici di Girgenti Acque e dovrebbe essere proprio il gestore
privato ad occuparsi della esecuzione dei lavori, stando almeno al capitolato relativo all'affidamento del servizio idrico integrato. Il finanziamento Cipe coprirà il 70 per cento del costo delle opere, mentre il rimanente 30 per cento sarà a carico dello stesso gestore privato.
Condizione necessaria e sufficiente per ottenere l'accreditamento delle somme è che entro il prossimo 31 dicembre vi sia un contraente certo, cioè sia individuato colui il quale deve eseguire l'opera: dunque che sia espletata la gara d'appalto, nel caso in cui tale contraente sia da individuare (il che allungherebbe a dismisura i tempi, dato che oggi l'affidamento di un lavoro con gara d'appalto richiede spesso un anno, se non di più) o che, come nel caso dell'ato di Agrigento dove il contraente è già individuato a monte, che venga stipulata l'apposita convenzione.
Per questo Girgenti Acque si è occupata della predisposizione dei progetti, ma le procedure per la loro approvazione si stanno rivelando lunghe. Prima due conferenze di servizi per i preliminari, adesso siamo nella fase di approvazione dei progetti esecutivi. Quello relativo alla condotta Peruzzo-Sant'Anna è stato appena consegnato da Girgenti Acque all'ato ed è in corso di convocazione la conferenza di servizi per il prossimo 21 agosto. Nel frattempo qualche giorno addietro si è svolta la conferenza di servizi relativa al progetto per la fognatura della zona nord della città. Alcuni degli organismi convocati erano assenti per cui sarà necessaria una seconda riunione. il12 luglio invece si è svolta quella per la realizzazione dell'impianto di depurazione a Fontanelle, ma anche in questo caso si è resa necessaria una seconda convocazione (mancavano le valutazioni di impatto ambieritale e quella ambientale strategica) che è stata fissata per il prossimo Il settembre. Rimangono invece ancora da convocare (ma perchè il progetto esecutivo non è stato ancora consegnato da Girgenti Acque all'ato idrico) le conferenze di servizi per la fognatura di Cannatello-Zingarello e della zona costiera. Poi si dovrà pensare agli espropri per i quali è anche previsto un passaggio in Consiglio comunale. Più lunga e complessa la procedura per il megadepuratore di fiume Naro la cui approvazione deve obbligatoriamente avvenire da parte della commissione regionale lavori pubblici (il dirigente del Genio civile Domenico Armenio sta lavorando all'istruttoria).
SALVATORE FUCA'
GIUSEPPE GIUFFRIDA (GIRGENTI ACQUE)
"Ho sempre sostenuto che bisognava convogliare i reflui in un depuratore»
<(Non conosco gli atti, dato che non mi è stato notificato ancora nulla, ma ho sempre sostenuto, e ci sono anche delle dichiarazioni che in passato ho rilasciato al vostro giornale, che è necessario convogliare le acque reflue di San Leone in un impianto di depurazione e che i pennelli a mare sono insufficienti a garantire un mare pulito».
Giuseppe Giuffrida, ex amministratore delegato di Girgenti Acque e negli ultimi mesi direttore tecnico dello stesso gestore del servizio idrico integrato, appare comunque tranquillo. «In questo momento sono a Roma - ci ha detto ieri mattina - e quindi non ho precisa conoscenza delle contestazioni che mi verranno fatte. Tuttavia, con riferimento alla situazione di San Leone, posso dire che quando siamo arrivati abbiamo trovato una situazione di gran lunga peggiore di quella attuale perchè la lunghezza della condotta che pompava i reflui a mare (i cosiddetti "pennelli", ndr) era minore rispetto a quella attuale: i liquami dunque venivano pompati a pochissima distanza dalla spiaggia. Allora, lo ricorderete tutti, abbiamo sostituito il "pennello" dei Padri Vocazionisti, mettendone uno che pompa i liquami a 2800 metri, ma se guardate anche le cronache dell'epoca potrete rendervi conto che ho sempre sostenuto che questa non era una soluzione idonea, anzi ho più volte sollecitato la realizzazione del depuratore a Villaggio Peruzzo o il convogliamento dei reflui a Sant'Anna. Ma noi siamo solo un organismo esecutore, non abbiamo il compito di gestire il territorio che invece spetta, com'è ovvio, al Comune. A fronte ditali richieste, pur- troppo, l'Amministrazione comunale ha avuto un atteggiamento ondivago e non ha dato mai risposte precise, lasciando la situazione così com'era e com'è ancora adesso. Poi, finalmente, lo scorso anno si è presa una decisione (quella di portare i liquami a Sant'Anna, ndr) e si sono resi disponibili anche i finanziamenti. A quel punto Girgenti Acque è stata estremamente tempestiva nella elaborazione del progetto necessario per la realizzazione della condotta da Villaggio Peruzzo, che a questo punto diventa una centrale di sollevamento, fino all'impianto di Sant'Anna, ma le procedure per l'approvazione del progetto sono lunghe ed articolate, per cui ancora siamo nella fase in cui, non noi, ma gli organismi di controllo e di tutela devono approvare gli elaborati progettuali. E' evidente che senza il via libera di questi enti non solo i lavori non possono essere avviati, ma non può essere emesso nemmeno il decreto di accreditamento delle somme finanziate«.
S.F.
22 luglio - lunedì
GIORNALE DI SICILIA
INCHIESTA SUL MARE DI S. LEONE. Parla Marco Campione, presidente della Girgenti Acque:«Il giudice chiede controlli, ma noi li abbiamo sempre fatti»
UN MARE PIENO DI GUAI
Monitoraggio costante, con tanto di sub - che "armato" di bandierine di segnalazione - ispezionerà la condotta sotto- marina e segnalatori con rilevamento a distanza, con collegamento telefonico, per allertare in caso di eventuali sversamenti in mare. Girgenti Acque, 48 ore dopo il sequestro delle condotte dei Padri Vocazionisti e di quelle dello stabilimento di Ps, non sembra avere dubbio alcuno: nei prossimi giorni continuerà a svolgere le attività di monitoraggio che ha sempre svolto. Lo farà però, probabilmente, con più perizia possibile anche perché rendiconterà tutto alla Procura. Lo ha spiegato ieri pomeriggio Marco Campione, presidente ed azionista di maggioranza di Girgenti Acque.
I CONTROLLI DI GIRGENTI ACQUE
«Anche oggi (ieri ndr.) il nostro sub ha controllato tutta la condotta - ha detto Campione - Domani (oggi ndr.) lo farà, come abbiamo sempre fatto, ma utilizzando delle bandierine di segnalazione. La perizia sarà maggiore e rendiconteremo poi l'attività di controllo e manutenzione alla Procura. Negli impianti di Ps e dei Padri Vocazionisti - ha aggiunto - abbiamo messo, e non da ora, dei segnalatori, con rilevamento a distanza, con collegamento telefonico, e laddove ci fossero variazioni di funzionamento, anomalie o guasti, veniamo avvisati. Abbiamo inoltre potenziato l'impianto con altre pompe. Sulla condotta a mare di 2 chilometri e 700 metri - ha continuato il presidente della Girgenti Acque - non passano solo le imbarcazioni turistiche, ma anche quelle dei pescatori. Due anni fa, ad esempio, una porzione di condotta venne tirata via dalla pesca a strascico. E poi c'è l'azione marina che fa sì che vengano subite modifiche, assestamenti ed ogni volta la condotta è stata sempre sistemata, regolarmente riparata, tenuta costantemente sotto controllo».
PER GIRGENTI ACQUE, NESSUN INQUINAMENTO
«Il rilascio a mare non ha mai inquinato la battigia perché il liquame viene pompato a tre chilometri dalla costa. Inquina semmai - spiega Campione - quello che c'è a monte, la mancanza di depuratori. La politica ha litigato per decenni su questo fronte e adesso stanno scaricando sudi noi la responsabilità. La nostra è diventata ormai una vera missione anche perché il gruppo di azionisti, per statuto, per convenzioni, non ha diritto a nessun utile».
MAREAMICO: SERVONO IDEPURATORI.»Se è vero, come è vero, che da anni vengono versati in mare tonnellate di liquami non depurati, - scrive l'associazione ambientalista - sarà parimenti vero che parte di loro, inevitabilmente, la troveremo distribuita, debitamente diluita, nei mari vicini e sulle rispettive spiagge. La doverosa richiesta di inibizione alla balneazione, prima che la reiteri la solerte Procura di Agrigento, l'avrebbe dovuta imporre il sindaco, nella sua qualità di responsabile della salute pubblica. A noi - concludono - non interessano le guerre sante e meno che mai le battaglie politiche, vogliamo solo che in mare non sia versato neanche un litro di fogna; le fogne debbono avere come recettore non il mare ma i depuratori». ('CR)
LA SICILIA
Per le difficoltà finanziarie il presidente Immordino è alle prese con una rimodulazione degli incarichi
AI Cupa solo due sono indispensabili.....
Dal giorno del suo insediamento, nel novembre scorso, il presidente del Cupa Maria Immordino si è trovata a dover affrontare una pesante emergenza economica del consorzio universitario agrigentino. Troppi i soci che non pagavano le proprie quote, troppi i costi, troppo debole la struttura per sostenere la nuova convenzione voluta dall'università di Palermo, poi votata, che attribuisce buona parte della responsabilità economica al Cupa.
Adesso si inizia a vedere la "luce in fondo al tunnel": il Comune di Agrigento a giugno aveva già saldato oltre 400miIa euro del milione dovuto, alcuni dei soci minori hanno iniziato a pagare il dovuto e altri, usciti dall'assemblea mesi fa, pare siano pronti a rientrare. D'altronde il Cupa non paga gli stipendi ai docenti dal lontano 2010, e solo ora la Regione sta iniziando a saldare quanto dovuto per gli ultimi tre anni. Uno stato di instabilità che preoccupa il Cda e il presidente e che, da quanto ci risulta, ha spinto gli uffici a realizzare un documento con una serie di proposte finalizzate alla revisione dei costi.
Tra le scelte proposte al consiglio di amministrazione quella già anticipata di rivedere la posizione di quasi tutto il personale comandato proveniente dalla Provincia regionale e che l'ex presidente del Cupa Joseph Mifsud ha, prima di lasciare l'incarico, confermato per altri tre anni. "Salvi', almeno nella relazione, solamente Giuseppe Vella, che è il segretario generale al Cupa per statuto (essendo segretario generale della Provincia, che è il socio con la maggiore responsabilità economica) e il responsabile finanziario Andrea Occhipinti, dipendente del Comune di Licata. Solo per loro, secondo gli uffici, non esisterebbero figure alternative:
ovvero, il loro lavoro non è sostituibile da nessuno dei 20 attuali dipendenti amministrativi del Cupa. Da rivedere, quindi, potrebbero essere gli incarichi di Ignazio Gennaro, che per il Consorzio (stando al sito on line dell'Ente) ha il ruolo di esperto di procedure legali (ma è anche dirigente del settore Comunicazione, eventi ed attività culturali della Provincia), Leda Amato, esperto settore relazioni pubbliche, cerimoniale e rapporti con la Provincia (già componente dell'ex gabinetto di presidenza della Provincia con mansioni similari) e Mario Concilio, che al Cupa si occupa del settore Gare.
Come più volte precisato dal presidente Immordino, tuttavia, al momento non vi è stata alcuna presa di posizione, e tutti i dipendenti sono, allo stesso livello, indispensabili per la gestione del Cupa.
GIORCCHINO SCHICCHI