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Rassegna stampa del 23 luglio 2013

GIORNALE DI SICILIA
 
Rifiuti, futuro incerto per gli Ato e ad Agrigento trascurate alcune zone
Il commissario Teresa Restivo ha incontrato i colleghi liquidatori in vista dello scioglimento delle società d'ambito
 di ANNAMARIA MARTORANA
AGRIGENTO. Mancano poco più di due mesi alla scadenza del 30 settembre prossimo, data entro la quale, la Regione siciliana ha disposto lo scioglimento degli Ato rifiuti per sostituirli con le Srr, le Società di regolamentazione del servizio rifiuti previste dalla legge regionale 9 del 2010 di riforma del settore. Una fase di transizione caratterizzata da diverse criticità di cui discutono ormai da un paio di mesi i commissari liquidatori di tutti gli ato siciliani che ogni due settimane circa, si riuniscono per fare il punto della situazione. Ieri si sono incontrati nella Sala Giunta del Comune di Mazara del Vallo, per analizzare i risultati dell'audizione avuta con i componenti della Quinta Commissione dell'Ars dei giorni scorsi. Alla riunione hanno partecipato il commissario di Gesa Teresa Restivo, Vito Di Giovanni, responsabile Risorse Umane e Servizio T.I.A di Belice Ambiente, Angelo Liggeri di Simeto Ambiente, Nicola Lisma, liquidatore dell'Ato TP2, Graziano Scontrino Dirigente ATO CL1 e Gaetano Alletto, Dirigente GESA Ag2. «Il comitato da noi composto -ha spiegato il commissario dell'Ato Gesa Ag2 Teresa Restivo - ha deciso all'unanimità di proporre un percorso operativo ottimale che preveda l'immediata operatività delle SRR, nel rispetto della normativa vigente, in modo che i liquidatori possano gestire solo ed esclusivamente la liquidazione delle società d'ambito». Ma mentre i commissari discutono sul futuro degli Ato, la cui creazione ad opera della classe politica, ha portato a raddoppiare, se non triplicare, la spesa per la raccolta dei rifiuti in Sicilia, ad Agrigento, nonostante nuove assunzioni trimestrali, ci sono quartieri dove la raccolta viene effettuata poco e male. È il caso di Monserrato, dove cassonetti straripanti fanno da cornice a strade dissestate, o alle traverse di via Garibaldi dove, da quando è stato sostituito lo storico operatore ecologico, quelli attuali fanno fatica a percorrere le scalette di molte traverse lasciando strade sporche anche per dieci giorni. O ancora il centro storico dalle parti di Santa Maria dei Greci o via Saponara dove la situazione non è migliore. Per non parlare del mancato decespugliamento attuato nella parte finale della bretella che dal Ponte Morandi conduce in via Dante in direzione della scuola don Bosco, dove le sterpaglie hanno già coperto i segnali stradali mettendo a rischio l'incolumità di autonomisti anziani o di turisti che poco conoscono la zona.
 
RENDICONTO FINANZIARIO DELLA PROVINCIA. Al vaglio dei giudici l'alta incidenza della spesa per il personale che nel 2011 ha toccato quota 52,6 per cento
Audizione alla Corte dei conti
SI attende ora il verdetto che dovrà valutare l'esistenza di eventuali anomalie nella gestione dell'ente
Paolo Picone
 Il direttore del settore Ragioneria della Provincia, Fabrizio Caruana ed il titolare delle Risorse umane, Aldo Cipolla, hanno rappresentato ieri mattina, lente territoriale, su indicazione del commissario Benito Infurnari, davanti alla Corte dei conti di Palermo che ha chiesto chiarimenti sul rendiconto finanziario dell'esercizio 2011. Il presidente della sezione di Controllo contabile per la Regione siciliana, ha infatti convocato per ieri mattina nella sala adunanze, la Provincia di Agrigento per la pronuncia sul Consuntivo approvato dal Consiglio provinciale nel 2012. "E' stata rilevata dalla Corte contabile - dice il dirigente Fabrizio Caruana - l'alta incidenza della spesa per il personale che nel 2011 ha toccato quota 52,6%. Non è solo la Provincia di Agrigento a trovarsi in questa situazione, ma anche altri enti, perché la contrazione della spesa corrente determina, inevitabilmente, l'aumento della percentuale dei costi per il personale". Addirittura per gli anni successivi al 2011, quindi, la percentuale è aumentata ed oggi tocca quota 56%. "Ma non significa - aggiunge Caruana - che abbiamo aumentato i costi. Quelli rimangono sempre gli stessi, anche se il personale diminuisce per i pensionamenti. Se il rapporto è fatto con una spesa totale che diminuisce sempre di più per le note difficoltà finanziarie dell'ente, è chiaro che l'incidenza di un costo fisso aumenta in relazione alla contrazione dell'intera somma spesa". Il Consuntivo 2011 era stato approvato dal Consiglio provinciale, dopo un acceso dibattito politico, con 18 voti favorevoli, quattro astenuti ed un solo no. Il rendiconto presenta un avanzo di amministrazione di 17.968.540,41 euro, somma, ovviamente, che non può essere utilizzata a causa del Patto di stabilità. Nonostante tante perplessità espresse dai Consiglieri provinciali, il documento contabile era stato approvato, perché il presidente Raimondo Buscemi, ad inizio di seduta, aveva informato i Consiglieri delle ultime disposizioni del Governo nazionale in merito all'approvazione o meno del rendiconto. Un decreto legge, infatti, stabilisce che laddove il Consiglio provinciale o comunale, non dovesse approvare il rendiconto dell'esercizio finanziario, questo verrebbe sciolto. Nel dibattito quasi tutte le anime presenti in Consiglio avevano stigmatizzato il provvedimento che è una violazione della democrazia politica dell'organo elettivo. Ma alla fine lo avevano approvato. Adesso la Corte dei conti dovrà emettere il verdetto su eventuali anomalie, ma a sentire i funzionari della Provincia, non dovrebbero esserci errori nell'elaborazione dello strumento finanziario. Proprio nei giorni scorsi, il commissario Infurnari ha approvato il Consuntivo 2012 che era stato bocciato dal precedente Consiglio provinciale, che presenta si i conti in regola ma chiude con un conto economico in rosso di quasi 9 milioni di euro.
('PAPI)
 
PROVNCIA
L'ente esce dall'unione siciliana
Revocata dal commissario Benito Infurnari, l'adesione della Provincia di Agrigento all'Lirps. Dopo 50 anni dunque l'ente esce fuori dall'unione delle province siciliane. L'adesione, infatti, era avvenuta con la delibera di giunta numero 1491 del 26giugno 1963 e ratificata dal Consiglio provinciale a dicembre dello stesso anno. La revoca è stata determinata dal fatto che l'adesione costa alla Provincia la ragguardevole somma di 62.557,18 euro. Ma è anche chiaro che, una volta abolite le province in Sicilia, non ha più motivo di esistere un'associazione simile. Al fine di perseguire gli obiettivi di contenimento della spesa e tenuto conto della legge della Regione Siciliana che abolisce le Province ed istituisce i liberi consorzi dei Comuni - si legge nella delibera°. (PAPI)
 
L'ISTTUTO MUSICALE PROVINCIALE. A muoversi il parroco dell'immacolata padre Antonino Nuara e il sindaco Carmelo Pace
Chiusura del "Toscanini": la città si ribella
Totò Castelli
Pezzi della chiesa locale e l'Amministrazione comunale non accettano l'idea che il "fiore all'occhiello" della musica in provincia e in Sicilia, l'istituto provinciale "Arturo Toscanini" chiuda i battenti, come annunciato nei giorni scorsi dal deputato "grillino" saccense Matteo Magiacavallo. Tra i primi a muoversi in direzione della contestazione del provvedimento il parroco dell'Immacolata, padre Antonino Nuara e il sindaco Carmelo Pace. "Si ventilava l'ipotesi della sua chiusura - sostiene padre Nuara - prima ancora che si cominciasse a parlare di abolizione delle province. Ci si chiede il perchè. Certamente non è la qualità che è
venuta meno in quell'Istituto. Anzi l'unico verbo che si andava coniugando in tutte le sue sfaccettature artistico-musicali era "crescendo". Grazie ad un'equipe di valenti docenti, tutti competenti e artistici nel loro campo. Qualcuno ha ventilato una seconda ipotesi che, lo vorremmo escludere, parla di una "dolce" gelosia con altri istituti che più forti politicamente hanno mangiato il pesce più piccolo". Secondo il sacerdote dell'immacolata con la chiusura del "Toscanini" chiude Ribera "perchè perde uno dei punti più qualificanti della vita culturale e nello stesso tempo si impoverisce sempre più di quel tessuto umano che privo di validi contenuti culturali, tende a scadere nella banalità e nella inculturazione". Secondo il sacerdote canicattinese col Toscanini la città di Ribera "era l'attrattiva di tanti giovani di varie province siciliane oltre di quella agrigentina, che ricevevano dal paese cultura e incentivavano l'economia". Amara la chiusura della nota del prete: "In paese si è rifatto l'impianto di illuminazione pubblica e, ironia della sorte, si vanno spegnendo quelle fonti che illuminano la vita". Anche il sindaco ha espresso un forte rammarico per quanto sta accadendo. Secondo il primo cittadino 'l'aspetto più triste e penalizzante è che a farne le spese sono ancora una volta i giovani, talentuosi e con la passione per la musica, che grazie al "Toscanini" hanno avuto in tutti questi anni la possibilità di crescere da un punto di vista artistico e professionale; a farne le spese è un territorio intero che perde uno dei suoi fiori all'occhiello, che dal '90 rappresenta una preziosa e fondamentale risorsa". Un appello è stato rivolto alle istituzioni, provinciali, regionali e nazionali, perchè sia scongiurata la chiusura dell'Istituto. ('TC')
 
PALMA COMUNE CAPOFILA, Meno emissioni di anidride carbonica e gas. Obiettivo degli enti è ottenere 25 milioni di euro
Ridurre l'inquinamento è possibile
Consorzio tra cinque città agrigentine
Angelo Augusto
PALMA DI MONTECHIARO
 Palma di Montechiaro Capofila di un consorzio di Comuni che intende ottenere finanziamenti dall'Unione Europea per ridurre le emissioni di anidride carbonica e sviluppare le energie alternative. L'ok alla costituzione dell'organismo è arrivato nel corso di un confronto a Marina di Palma, promosso dalla giunta guidata dal sindaco Pasquale Amato, al quale hanno partecipato Antonello Pezzini, presidente della cabina di regia del Patto dei sindaci e consulente del presidente della Regione, Salvatore Lupo e Rosario Lanzafame che compongono la stessa cabina di regia, e Salvatore Cocina, Energy Manager della Regione Siciliana e dirigente dell'Ufficio Speciale perla riduzione dei consumi energetici-e l'efficienza degli usi finali.
Al consorzio che avrà in Palma di Montechiaro il Comune capofila hanno già aderito altre quattro città dell'agrigentino: Camastra, Canicattì, Naro e Siculiana, ma non si può escludere che nei prossimi giorni ci possano essere adesioni anche da parte di altri enti.
"All'incontro — è il commento del neo sindaco di Palma di Montechiaro— erano presenti le massime autorità in tema di contenimento dell'inquinamento. Riteniamo il progetto molto valido, anche alla luce degli investimenti che l'Unione Europea intende fare. Vogliamo agire in tempi celeri ed al massimo nel giro di una paio di settimane verrà deliberata, da parte di tutti i sindaci coinvolti, la definitiva adesione all'iniziativa".
Di fatto, grazie ai fondi messi a disposizione dall'Europa, Palma di Montechiaro e gli altri Comuni coinvolti avranno la possibilità di attuare una vera e propria rivoluzione sul territorio Gli edifici pubblici potranno essere dotati di impianti fotovoltaici in modo da produrre-energia rispettando l'ambiente e, al tempo stesso, ottenendo, un consistente risparmio per l'ente. Ci sarà, inoltre, la possibilità di acquistare auto e moto elettriche per ridurre le emissioni dei gas di scarico nell'aria.
"Secondo i primi calcoli che abbiamo fatto — conclude Pasquale Amato — i Comuni coinvolti in questa progettualità possono ottenere, tutto sommato in tempi abbastanza ridotti,
almeno 25 milioni di euro per avviare quanto previsto dai bandi dell'Unione Europea. La Regione, con in testa il presidente Rosario Crocetta, crede fortemente nella possibilità di uno sviluppo "verde" della città siciliane, contiamo quindi anche su questo sostegno". ('AAU)
 
CARO TARIFFE E INQUINAMENTO. Mentre si parlava dei problemi una nuova «falla» veniva segnalata e documentata
Un vertice fra Pd e «Girgenti acque» Nuovo sversamento di liquami in mare
Concetta Rizzo
L'aumento delle tariffe idriche che, come un macigno, pesano sulle tasche dei contribuenti agrigentini e i problemi, mai superati, della depurazione. S'è parlato di questo, ieri mattina, durante l'incontro fra i parlamentari del Pd, Angelo Capodicasa e Maria lacono, e i vertici di Girgenti Acque. Nel frattempo, dal lato opposto della città, nei pressi del fiume Akragas, reflui e liquami si riversavano nel fiume e poi, quindi, nel mare di San Leone. A denunciarlo, con tanto di fotografie e riprese video, l'associazione ambientalista Mare Amico di Claudio Lombardo. Ancora una volta, quasi come un copione già scritto, accorrevano oltre ai tecnici di Girgenti Acque e quelli del Comune pure i carabinieri. Nella riunione di ieri, a Girgenti Acque, s'è parlato dei problemi. Non delle soluzioni. "Ci sono tante questioni che non vanno nella gestione in generale
ha evidenziato il parlamentare Maria Iacono -. C'è bisogno di rivedere questa gestione perché non è possibile che gli agrigentini si ritrovino a dover pagare bollette esagerate anche rispetto ad altre province dove il servizio è pure privatizzato". Inevitabile il riferimento all'inchiesta della Procura di Agrigento che ha portato al sequestro dei pennelli a mare dei Padri Vocazionisti e dell'area di Pubblica Sicurezza. "Girgenti acque - ha detto ai microfoni dei giornalisti presenti in sala Giuseppe Carlino della Girgenti Acque - fin dal primo minuto ha messo in essere ogni attività progettuale. Oggi si trova con tutti i progetti che dovevano essere fatti, pronti e con le risorse per poterli fare. Se il sequestro può. dare un impulso a tutti, - in testa Girgenti Acque per carità, ma anche agli enti che devono dare le approvazioni, ai consigli comunali che devono apporre i vincoli preordinati agli espropri, alle autorizzazioni tecniche e sanitarie - speriamo di accelerare". All'incontro hanno preso parte anche alcune delegazioni delle amministrazioni che hanno esposto le lo-ro difficoltà. Sul futuro di Girgenti Acque, mentre il sindaco di Agrigento Marco Zambuto sembra essere intenzionato a voler andare avanti sulla strada della rescissione del contratto, è lo stesso Cicero, incalzato dai giornalisti, a parlarne: "Il futuro lo stabilisce la politica regionale e nazionale. Girgenti Acque ha un contratto e quindi oneri ed onori. Doveva gestire 43 Comuni, ne sta gestendo solo 26; doveva avere un volume di acqua da fattura re e non lo sta avendo; ha i costi generali, non ha i ricavi previsti dagli atti contrattuali". Intanto, nella piazza virtuale di Facebook, diffusasi la notizia dell'ennesimo sversamento di liquami, saliva, e veniva manifestato senza alcuna ritrosia, Io sdegno. (CR)
 
NODI DELLA SICILIA
RIGGIO: «PIANO DIFFICILE E GIA FALLITO IN ALTRE REGIONI». CROCETTA: CHIEDERO AD ALFANO L'OK PER I CASINO'
La Regione: voli Ast tra Comiso e Roma
Il progetto prevede che l'azienda partecipata di autotrasporti affitti aerei per coprire la rotta con voli low cost
 
 
Giacinto Pipitone
PALERMO
Una compagnia aerea pubblica, capace di sfidare Alitalia almeno sulle rotte da e verso la Sicilia orientale. E i Casinò, vero e proprio sogno di vari governi che speravano di rimpinguare così le casse regionali. Rosario Crocetta prova a ridar vita alla stagione della Regione imprenditrice.
Il presidente convoca la giunta a Ragusa e illustra una manovra che passa dal rilancio dell'Ast e dal potenziamento dello scalo di Comiso. Il punto di partenza è però un attacco all'Alitalia: «Impone tariffe troppo alte, dobbiamo dire basta al suo predominio». E la soluzione è per Crocetta «aprire all'Ast il mercato del trasporto aereo».
L'Azienda siciliana trasporti - spiegano i tecnici di Crocetta - ha nel suo statuto la previsione di attività aeree. Il piano del presidente è quello di sviluppare questo settore. Ne verrebbe fuori una sorta di nuova compagnia che sfrutterebbe il meccanismo dei noli a caldo:
l'affitto non solo degli aerei da al- tre compagnie ma del relativo personale. La Regione coprirebbe i costi dell'operazione attraverso i biglietti venduti. Biglietti che dovrebbero essere rigorosamente low cost e dovrebbero essere venduti soprattutto per la tratta Roma-Comiso e viceversa. L'operazione, che il presidente ha annunciato di voler avviare con una delibera che la giunta stava preparando ieri notte,ha dei costi e uno start-up impegnativo. »L'Ast dovrà ottenere le licenze e il Certificato di operatività aerea - commenta Vito Riggio, presidente dell'Enac - e inoltre dovrà dimostrare il versamento di un capitolo sociale in grado di assicura-
re la copertura del servizio per sei mesi anche nel caso in cui non venga staccato neppure un biglietto. Per fare un esempio, una compagnia con due aerei deve avere un capitale iniziale di 5 milioni». Per Riggio «non è impossibile, anche se anacronistico. Altre iniziative di compagnie pubbliche sono sempre naufragate, come nel caso di Air Vallee che è già stata venduta dalla Valle d'Aosta. Vedremo, dalla Sicilia mi aspetto di tutto». L'Ast, società partecipata regionale, opera al momento soprattutto per il trasporto su gomma. Nell'ultimo bilancio ha dichiarato perdite per quasi 9 milioni e spesso ritarda, anche per alcuni mesi, il pagamento dei 920 dipendenti. La compagnia, da tempo oggetto di mire da parte di gruppi privati che vorrebbero gestire i fondi per le convenzioni con la Regione, dovrebbe rifare il proprio piano industriale ed essere ristrutturata. Operazione indispensabile anche alla luce delle recenti nome nazionali che impongono di cedere le società che ricevono dal socio pubblico almeno il 90% delle commesse.
Ma Crocetta ieri ha rilanciato anche un altro progetto, anticipato dall'assessore al Turismo Michela Stancheris, quello dei Casinò: "Ne parlerò col ministro degli Interni Angelino Alfano, anche per preparare prima dell'apertura norme antiriciclaggio». Piani che hanno però suscitato le critiche di Italia dei Valori col segretario Ignazio Messina, del Pdl con Marco Falcone e della Filt Cgil con Mauro Rossi.
 
LA SICILIA
 
La Provincia esce dall'Urps
Il Commissario Benito Infurnari lo ha deciso per risparmiare l'iscrizione pari a 62mila euro l'anno
A cosa servisse esservi associati non lo sappiamo, ma quanto costasse la quota sociale annua di iscrizione della Provincia regionale di Agrigento all'Urps, Unione regionale della Province siciliane, adesso si: oltre 62mi- la euro.
Una cifra che, ha commentato ìl commissario straordinario dell'Ente Benito Infumari lo ha fatto sobbalzare sulla sedia", spingendolo adesso a predisporre una determinazione per chiedere l'uscita immediata dall'Unione.
Questa, composta da rappresentanti—anzi, ex rappresentanti- delle Province, ha il compito dì "seguire nell'interesse delle Province regionali tutta la normativa nazionale e regionale, intervenendo - se necessario - presso
gli organi governativi dello Stato e della Regione, finalizzando tutta l'attività alla valorizzazione della posizione e della funzione dell'ente provincia e promuovendo tutte le iniziative dirette a realizzare concreti obiettivi per una politica di sviluppo regionale, in una visione allargata al contesto nazionale e comunitario. ". Un'attività che non ha portato a grandi risultati, visto che siamo giunti al commissariamento e da tempo si parla di un processo di riforma degli enti.
"Al fronte dei tagli previsti dalle manovre finanziarie regionali — spiega Infurnari — abbiamo avviato e continueremo ad attuare, una serie di iniziative per ridurre le spese non essenziali e questa, dato il percorso legislativo verso la creazione dei Liberi consorzi mi appare realmente inutile".
L'uscita dall'Urps, comunque, non avverrà prima del 2014, dato che per quest'anno la Provincia ha già pagato la quota del 2013, ma Infurnani ha anticipato che altri tagli sono previsti nelle prossime settimane.
"Nel tentativo di ridurre la spesa — spiega senza aggredire i servizi stiamo effettuando un monitoraggio degli impegni economici dell'Ente in modo da eliminare il superfluo, anche se si tratta comunque di provvedimenti di modesta entità, dati gli importi".
Per risanare i conti, infatti, più che tagli sono necessari nuovi fondi, quel li che la Regione attualmente non sembra intenzionata a finanziare gli enti che vuole riformare. Per questo Infurnari sarà in settimana all'assessorato Enti locali e a quello Istruzione e Formazione per chiedere finanziamenti straordinari.
Visto che non è stato stanziato nulla a carattere generale — spiega — mi recherà in assessorato con piani dettagliati che spieghino la drammaticità della situazione".
Vi sarebbe infatti ad oggi un serio pregiudizio" sulla garanzia di settori come l'assistenza scolastica e domiciliare dei portatori di handicap, così come il funzionamento degli istituti scolastici e del Cupa.
"Rappresenteremo le istanze del territorio — conclude Infurnari -, speriamo le accolgano".
GIOACCHINO SCHCCH1
 
GIRGENTI ACQUE
Confronto aperto con deputati Pd e amministratori
L'idea iniziale era quello di un incontro riservato tra i deputati Pd Angelo Capodicasa e Maria Iacono e i vertici di Girgenti acque. Poi, nella mattinata di ieri, è arrivato l'annuncio che le porte sarebbero state aperte a tutti, trasformando un "téte-à-tète" in una assemblea pubblica aperta, a cui hanno partecipato simpatizzanti del Pd ma anche numerosi tra assessori e rappresentanti di alcuni comuni quali Sciacca,Joppolo Giancaxio, Campobello di Licata, Cattolica Eraclea, Villafranca Sicula e Montallegro.
Dall'altra parte del tavolo, con sorrisi e block notes alla mano, l'ad Marco Campione e i dirigenti tecnici Carlino, Sala, Ponzo e Patti. I temi affrontati non sono nuovi e raramente ci si è spostati dal caso specifico, anche se il messaggio di fondo è stato comune: esiste il rischio concreto che si sfoci nella violenza, a causa dell'esasperazione dei cittadini per il taglio delle utenze e il costo del servizio. In tal senso la società, spiegando che non ritirerà le bollette emesse, in quanto ritenute legittime, ha avanzato la possibilità di ottenere dai Comuni un elenco degli utenti in condizioni economiche svantaggiate per salvaguardarle dal taglio per morosità, provvedendo ove possibile anche al pagamento (1/3 l'azienda, il restante con casse pubbliche) degli arretrati, anche se per fare questo sarà necessario che la politica intervenga. Girgenti acque, comunque, ha spiegato di voler provvedere immediatamente a risolvere le criticità di tipo gestionale, dichiarandosi pronta a realizzare le opere quando sarà completato l'iter burocratico. Dopo un appello ad Angelo Capodicasa e Maria lacono, la società ha dichiarato che per quanto riguarda Agrigento è stato dato mandato ai legali di verificare se è possibile "sfruttare" il provvedimento della procura, che intima interventi entro dieci mesi sui pennelli a mare, per sbloccare la situazione a livello regionale, e passare magari al commissariamento. Si è parlato, ovviamente, anche delle assunzioni, tema sempre scottante. Durante il dibattito è emerso che il figlio dell'attuale commissario liquidato- re dell'Ato, nonché cx presidente della Provincia Eugenio D'Orsi è ad oggi un dipendente del gruppo Campione al lavoro presso la Girgenti Acque. "E' uno dei tanti giovani laureati — ha spiegato Marco Campione — a cui abbiamo dato una opportunità". Al termine del dibattito, che è stato aggiornato a data da destinarsi, è anche nata la promessa di pensare ad annunci pubblici per la selezione del personale.
GIOACCHNO SCHICCHI
 
CONTRATTI IN SCADENZA IL 31 DICEMBRE
Allarme della Cisl «Nel resto d'Italia proroga per i precari L'Ars che aspetta?
LILLO MCELI
PALERMO. La conferenza dei capi- gruppo dell'Ars non ha ancora stabilito né tempi né ordine del giorno della sessione estiva del Parlamento siciliano che dovrà approvare alcuni disegni di legge fondamentali per il prosieguo dell'attività legislativa, a cominciare dall'assestamento di bilancio e dalla costituzione del «fondo rischi», peraltro, richiesto dalla Corte dei conti in occasione della parificazione del rendiconto 2012 della Regione.
Eppoi, occorre trovare le risorse per garantire, fino a fine anno, gli stipendi dei dipendenti a tempo indeterminato di Province, Consorzi di bonifica ed Esa. Inoltre, il 31 luglio scadono i contratti dei circa 20 mila precari degli enti locali, che il governo nazionale ha prorogato fino al 31 dicembre. Ma per questa spesa non ci sono problemi di copertura finanziaria, poiché le somme necessarie sono state accantonate nei fondi globali, in sede di approvazione della legge finanziaria. Però, bisogna fare la legge per consentire a questi lavoratori di continuare la loro attività.
L'allarme è stato lanciato dal segretario funzione pubblica della Cisl, Gigi Caracausi: <(Peri precari di tutta Italia è arrivata la proroga.
.,Perché in Sicilia Io stesso provvedi-
mento non è ancora approdato all'Ars? Il governo nazionale ha disposto un ulteriore rinnovo dei contratti in scadenza al prossimo 31 dicembre. Perché in Sicilia tale provvedimento non va in Aula? Perchè bisogna aspettare l'ultimo minuto, rischiando così di far salire ulteriormente la tensione? Perché l'eventuale proroga deve apparire il solito regalo del demagogo di turno? Siamo già alla fine del mese e come sempre gli enti dovranno adottare procedure e provvedimenti in "zona Cesarini", se non oltre».
Il presidente della commissione Bilancio dell'Ars, Nino Dma, che ha convocato in audizione il presidente della Sezione di controllo della Corte dei conti, Maurizio Graffeo, ha inviato una lettera all'assessore all'Economia, Luca Bianchi, sollecitandolo ad attivare le procedure. Il problema più spinoso è quello relativo al «fondo rischi». Alla vigilia della parificazione del rendiconto della Regione da parte della Corte dei conti, la giunta regionale approvò un disegno di legge per mettere a riparo il bilancio dal rischio appunto dell'inesigibilità di circa 3,6 miliardi di euro di residui attivi. Per il 2013 l'ammontare dovrebbe essere intorno ai 250 milioni di euro a cui si provvederebbe in parte con la valorizzazione del patrimonio immobiliare della Regione ed in parte con i ribassi delle gare di appalto. Somma che può variare in base alle gare di appalto celebrate ed ai ribassi che sono piuttosto mutevoli. Insomma, ci sarebbe il rischio di non avere una copertura finanziaria certa, come invece impone l'art. 81 della Costituzione. E su questo punto il Commissario dello Stato è sempre stato intransigente.
Per superare alcune criticità, a cominciare dal pagamento dei crediti vantati dalle imprese private nei confronti della pubblica amministrazione, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha chiesto un incontro con il premier Enrico Letta che dovrebbe svolgersi nei prossimi giorni.
 
SICULIANA L'ente si è tirato fuori dall'Ato Rifiuti con tre delibere consiliari ritenute illegittime
Comune Gesa: l'8 ottobre l'atto finale
Siculiana. E' confermato: il ricorso di Gesa contro il Comune di Siculiana per ottenere l'annullamento dei provvedimenti con i quali quest'ultimo ha avocato a se il servizio di igiene ambientale sarà esaminato dal Tribunale Amministrativo Regionale il prossimo 8 ottobre. Lo stabilisce un'ulteriore ordinanza del Tar, emessa lo scorso 19luglio, che conferma il contenuto di una precedente ordinanza dello stesso Tribunale emessa nel maggio scorso ed a seguito della quale erano stati aggiunti ulteriori motivi. La nuova ordinanza dunque non dispone alcuna sospensiva degli atti impugnati, ma conferma i tempi brevissimi per la trattazione nel merito della causa. Gesa sostanzialmente chiede alla Giustizia Amministrativa l'annullamento di tre delibere del Consiglio comunale siculianese con le quali viene dato indirizzo all'Amministrazione municipale di uscire dall'Ato e di internalizzare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Nel ricorso inoltre si chiede anche l'annullamento delle note successive alle tre delibere che ad esse danno attuazione. Il Tar ha ritenuto che quanto al «fumus boni iuris» e alle esigenze del ricorrente, esse siano tutelabili adeguatamente con la sollecita definizione del giudizio di merito, per cui la causa sarà pubblicamente trattata il prossimo 8 ottobre.
Come si ricorderà, nel mese di gennaio le imprese che hanno in appalto, sia pure in regime di proroga, il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti chiesero ed ottennero dai comuni la sottoscrizione di un contratto con il quale questi ultimi si sono impegnati a far fronte al pagamento del servizio, a partire dal primo gennaio 2013, nel caso di inadempimento da parte di Gesa Agrigento due, Il Comune di Siculiana in un primo tempo accettò di firmare, poi chiese una rimodulazione del servizio, ma alla fine decise di avocare a se il servizio, incaricando poi un'altra ditta. Gesa e le imprese afferma— nodi avere dato disponibilità a tale rimodulazione, ma il Comune di Siculiana andò per la sua strada con una serie di ordinanze adottate dal sindaco. A fronte ditale decisione, il liquidatore di Gesa Teresa Restivo ha chiesto al Tar l'annullamento degli atti adottati dal Consiglio e dall'Amministrazione comunale siculianese, ma soltanto ad ottobre sapremo cosa ne pensa la magistratura amministrativa, Nel frattempo Gesa dovrebbe cessare di esistere ed il servizio dovrebbe essere organizzato diversamente nei vari comuni dell'ambito, a meno che nel frattempo il governo regionale - ancora in attesa di un assetto definitivo del settore - non decide di concedere una ulteriore proroga.
SALVATORE FUCÀ
 
L'Ast "vola", ma è senza benzina Perplessità sull'operazione Crocetta: « Ma non comprerà aerei». Stancheris: «Comiso, piano industriale di Pulvirenti»
Comiso. Far volare l'Ast? Qualcuno dell'entourage della giunta regionale itinerante - con rispetto parlando - l'ha definita «una crocettata di mezz'estate». Eppure l'effetto-choc della proposta del governatore Rosario Crocetta - voli low cost affidati all'Azienda siciliana trasporti «per vincere il ricatto di Alitalia che fa pagare ai siciliani 400 euro per un biglietto di sola andata per Roma» - ha già fatto centro a metà mattinata. Il presidente stuzzica subito la curiosità dei giornalisti annunciando «una notizia bomba che ho il piacere dì dare nella terra iblea che sì attende sviluppo dall'aeroporto di Comiso», E poi dà una definizione come se volesse consegnare questa giornata ai libri di storia della Sicilia: «Questo è un atto rivoluzionario e insurrezionale, un esempio vero di autonomismo in difesa dei cittadina una cosa è l'annuncio e un'altra è la messa in
pratica della rivoluzione aerea" di Crocetta. Il punto è: come si fa a mettere le ali all'Ast, una partecipata regionale con un bilancio-colabrodo (anche ma non soltanto per i debiti della stessa Regione), tanto più in un mercato, quello delle compagnie low cost, che sforna fallimenti uno dietro l'altro? li presidente, appena sceso nella piazza del municipio di Comiso, sostiene che «l'Ast non deve certo comprare aerei e poi è il momento di mettere "in bonis" una società, che ha sofferto anche perché i precedenti amministratori regionali le hanno dato le corse più scarse per affidare quelle più produttive ai privati, mentre noi dobbiamo invertire questa tendenza)>.
Ma non sono pochi a dubitare della fattibilità dell'operazione. La persona che avrebbe la più diretta competenza in materia - l'assessore regionale alle Infrastrutture, Nino Bartolotta - si sfila elegantemente dall'imbarazzo di spiegare come mettere le ali all'Ast con un «la questione è gestita direttamente dal presidente, che ha lanciato l'idea e che la seguirà in prima linea nei prossimi giorni, con il nostro sostegno». E infatti oggi alle 18 ci sarà un incontro fra i componenti della giunta regionale interessati al progetto (»praticamente quasi tutti», ridacchia Crocetta) e i vertici dell'Ast. «In effetti - ammette l'assessore regionale al Turismo, Michela Stancheris - questa può essere la chiave di volta per rilanciare il turismo, incrementando soprattutto le presenze degli italiani, spesso spaventati dalle marrivabili tariffe dei voli da e per la Sicilia».
Agli "azzeccanumeri" - in testa l'assessore all'Economia, Luca Bianchi - il compito di capire come far decollare un carrozzone che aveva accumulato il credito record di 48,6 milioni da Palazzo d'Orléans e che a inizio del 2013 aveva 40 vetture ferme per mancanza di manutenzione, i lavoratori pagati con difficoltà e i creditori (Bnl, soprattutto, ma anche i fornitori di gasolio e manutenzioni) alle calcagna.
E allora come si concilia tutto ciò con l'annuncio di Crocetta (»vogliamo fare presto e bene») sull'imminenza dell'operazione Ast? Una chiave di lettura, suggestiva e allo stesso tempo realistica, la fornisce l'assessore regionale alle Attività produttive, Linda Vancheri: «Potrebbe essere una provocazione positiva, un atto clamoroso che innesca un meccanismo virtuoso, In questo modo il presidente Crocetta ha innanzitutto messo in mora Alitalia e le principali compagnie su un problema reale, che è quello delle tariffe, lo sono convinta che Crocetta voglia andare in fondo a questa storia, ma è già un risultato aver dato un segnale chiaro alle compagnie, che adesso sono costrette a prendere in considerazione la denuncia della Regione, magari sedendo al tavolo col governatore. E poi è anche un messaggio agli imprenditori nazionali e non solo: in Sicilia c'è qualcosa che si sta muovendo. E non è detto che la low cost debba essere soltanto a totale capitale pubblico». Tanto più che l'assessore Stancheris rivela un piano industriale che l'ex presidente di WindJet, Pulvirenti, ha presentato per Comiso, un documento che vorrei leggere al più presto».
Ma c'è chi - come il capogruppo del Movimento 5 Stelle all'Ars, Giancarlo Cancelleri - è piuttosto dubbioso: «Non vorrei che quest'ennesimo annuncio a effetto del presidente nascondesse la replica del "modello Alitalia" in salsa siciliana, con Crocetta nei panni di Berlusconi e un paio di suoi amici di Confindustria Sicilia nelle vestì di Colaninno. Magari con i privati che prendono il meglio della società per fare affari, mentre i debiti della "bad company" finiscono tutti sul groppone dei siciliani».
 
Agrigentoflash
 
Cupa: E' emergenza economica. Si potrebbe rivedere la posizione del personale proveniente dall'ente Provincia
Dal giorno del suo insediamento, nel novembre scorso, il presidente del Cupa Maria Immordino si è trovata a dover affrontare una pesante emergenza economica del consorzio universitario agrigentino. Troppi i soci che non pagavano le proprie quote, troppi i costi, troppo debole la struttura per sostenere la nuova convenzione voluta dall'università di Palermo, poi votata, che attribuisce buona parte della responsabilità economica al Cupa. Adesso si inizia a vedere la "luce in fondo al tunnel": il Comune di Agrigento a giugno aveva già saldato oltre 400mila euro del milione dovuto, alcuni dei soci minori hanno iniziato a pagare il dovuto e altri, usciti dall'assemblea mesi fa, pare siano pronti a rientrare. D'altronde il Cupa non paga gli stipendi ai docenti dal lontano 2010, e solo ora la Regione sta iniziando a saldare quanto dovuto per gli ultimi tre anni. Uno stato di instabilità che preoccupa il Cda e il presidente e che, da quanto ci risulta, ha spinto gli uffici a realizzare un documento con una serie di proposte finalizzate alla revisione dei costi. Tra le scelte proposte al consiglio di amministrazione quella già anticipata di rivedere la posizione di quasi tutto il personale comandato proveniente dalla Provincia regionale di Agrigento e che l'ex presidente del Cupa Joseph Mifsud ha, prima di lasciare l'incarico, confermato per altri tre anni. "Salvi", almeno nella relazione, solamente Giuseppe Vella, che è il segretario generale al Cupa per statuto (essendo segretario generale della Provincia, che è il socio con la maggiore responsabilità economica) e il responsabile finanziario Andrea Occhipinti, dipendente del Comune di Licata. Solo per loro, secondo gli uffici, non esisterebbero figure alternative: ovvero, il loro lavoro non è sostituibile da nessuno dei 20 attuali dipendenti amministrativi del Cupa. Da rivedere, quindi, potrebbero essere gli incarichi di Ignazio Gennaro, che per il Consorzio (stando al sito on line dell'Ente) ha il ruolo di esperto di procedure legali (ma è anche dirigente del settore Comunicazione, eventi ed attività culturali della Provincia), Leda Amato, esperto settore relazioni pubbliche, cerimoniale e rapporti con la Provincia (già componente dell'ex gabinetto di presidenza della Provincia con mansioni similari) e Mario Concilio, che al Cupa si occupa del settore Gare. Come più volte precisato dal presidente Immordino, tuttavia, al momento non vi è stata alcuna presa di posizione, e tutti i dipendenti sono, allo stesso livello, indispensabili per la gestione del Cupa.
Gioacchino Schicchi
 
Agrigentonotizie
 
La Provincia di Agrigento fuori dall'Unione delle Province d'Italia
Il commissario straordinario ha preso tale decisione per "la necessità di attivare, a fronte dei tagli previsti dalle ultime manovre finanziarie che hanno ridotto ulteriormente le risorse finanziarie degli enti locali, una strategia generale di contenimento della spesa"
Redazione
La Provincia regionale di Agrigento è uscita dall'Unione delle Province d'Italia. Il commissario straordinario, si legge nella determina, ha preso tale decisione per "la necessità di attivare, a fronte dei tagli previsti dalle ultime manovre finanziarie che hanno ridotto ulteriormente le risorse finanziarie degli enti locali, una strategia generale di contenimento della spesa". L'adesione all'Unione, infatti, comportava una spesa annua pari a 62.557,18 euro quale quota associativa.
 
Canicattìweb
 
La provincia di Agrigento esce dall'unione delle province d'Italia
Scritto da Redazione Canicatti Web
Il Commissario straordinario della provincia Regionale di Agrigento, Benito Infurnari, ha inviato alle autorità competenti la determina con cui si stabilisce l'uscita dell'ente dall'Unione delle Province d'Italia della quale faceva parte dal 1963. Nella determina, Infurnari, scrive: "il permanere all'unione comporta una spesa annua pari a 62mila 557 euro e , vista la necessità di attivare dei tagli previsti dalle ultime manovre finanziarie che hanno ridotto ulteriormente le risorse finanziarie degli Enti locali, al fine di perseguire gli obiettivi di contenimento della spesa non si ritiene opportuno continuare a far parte dell'Unione.
 
Agrigento, Cupa: E' emergenza economica, a rischio il personale della provincia
Scritto da Redazione Canicatti Web
Dal giorno del suo insediamento, nel novembre scorso, il presidente del Cupa Maria Immordino si è trovata a dover affrontare una pesante emergenza economica del consorzio universitario agrigentino. Troppi i soci che non pagavano le proprie quote, troppi i costi, troppo debole la struttura per sostenere la nuova convenzione voluta dall'università di Palermo, poi votata, che attribuisce buona parte della responsabilità economica al Cupa. Adesso si inizia a vedere la "luce in fondo al tunnel": il Comune di Agrigento a giugno aveva già saldato oltre 400mila euro del milione dovuto, alcuni dei soci minori hanno iniziato a pagare il dovuto e altri, usciti dall'assemblea mesi fa, pare siano pronti a rientrare. D'altronde il Cupa non paga gli stipendi ai docenti dal lontano 2010, e solo ora la Regione sta iniziando a saldare quanto dovuto per gli ultimi tre anni. Uno stato di instabilità che preoccupa il Cda e il presidente e che, da quanto ci risulta, ha spinto gli uffici a realizzare un documento con una serie di proposte finalizzate alla revisione dei costi. Tra le scelte proposte al consiglio di amministrazione quella già anticipata di rivedere la posizione di quasi tutto il personale comandato proveniente dalla Provincia regionale di Agrigento e che l'ex presidente del Cupa Joseph Mifsud ha, prima di lasciare l'incarico, confermato per altri tre anni. "Salvi", almeno nella relazione, solamente Giuseppe Vella, che è il segretario generale al Cupa per statuto (essendo segretario generale della Provincia, che è il socio con la maggiore responsabilità economica) e il responsabile finanziario Andrea Occhipinti, dipendente del Comune di Licata. Solo per loro, secondo gli uffici, non esisterebbero figure alternative: ovvero, il loro lavoro non è sostituibile da nessuno dei 20 attuali dipendenti amministrativi del Cupa. Da rivedere, quindi, potrebbero essere gli incarichi di Ignazio Gennaro, che per il Consorzio (stando al sito on line dell'Ente) ha il ruolo di esperto di procedure legali (ma è anche dirigente del settore Comunicazione, eventi ed attività culturali della Provincia), Leda Amato, esperto settore relazioni pubbliche, cerimoniale e rapporti con la Provincia (già componente dell'ex gabinetto di presidenza della Provincia con mansioni similari) e Mario Concilio, che al Cupa si occupa del settore Gare. Come più volte precisato dal presidente Immordino, tuttavia, al momento non vi è stata alcuna presa di posizione, e tutti i dipendenti sono, allo stesso livello, indispensabili per la gestione del Cupa.
Gioacchino Schicchi
 
 
 
 
 
 

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