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Rassegna stampa del 20 agosto 2013

GIORNALE DI SICILIA
 
SOSTITUISCE L'ATO. Zambuto: a breve avvieremo la raccolta porta a porta
Il Comune ha varato l'Aro Rifiuti, gestione diretta
Il Comune di Agrigento vara l'Aro (società che sostituirà l'Ato) e si avvia a gestire in piena autonomia la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti,
La giunta, guidata dal sindaco Marzo Zambuto. ha appena approvato la delibera con la quale istituisce la nuova società, sfruttando la recente normativa che garantisce ai Comuni la possibilità di uscire dalle Ato e di tornare ad organizzare direttamente il servizio. Già la prossima settimana arriverà, dall'esecutivo, il via libera alla costituzione dell'ufficio e poi sarà presentato il piano degli interventi, li passo successivo sarà la gara per affidare ad una ditta privata il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
«Per noi si tratta — è il commento di Marco Zambuto —di una grande vittoria sul piano politico. Dopo annidi presenza all'interno delle autorità territoriali d'ambito, subendo in qualche caso anche delle scelte che non condividevamo, ora abbiamo la possibilità di gestire direttamente la raccolta dei rifiuti. Da sempre sosteniamo che la sperimentazione, voluta dalla Regione, non aveva centrato nel segno. Ora diamo vita ad una sorta di rivoluzione».
A breve sarà bandita la gara per l'affidamento del servizio.
«Considerato che si tratta di un'asta di circa 13 —14 milioni di euro (il costo della raccolta dei rifiuti per un anno) dovrà essere — aggiunge il sindaco di Agrigento — una gara con la procedura europea. Una volta che il servizio sarà stato appaltato potremo procedere all'avvio, tra l'altro, di una serie di iniziative che sono già in avanzata fase di progettazione
L'amministrazione comunale tiene, anche in considerazione dei risparmi che potranno essere ottenuti, alla raccolta differenziata.
«Intendiamo avviare—conferma Marco Zambuto — il porta a porta. In buona sostanza gli operatori ecologici raggiungeranno direttamente le case degli agrigentini per ritirare i rifiuti che, nel frattempo, saranno stati separati. Contiamo, in questo modo, di raggiungere due obiettivi: migliorare il servizio di raccolta e, grazie alla differenziata, ridurre notevolmente i costi di conferimento in discarica».
E' probabile che già in occasione della prossima riunione di giunta sia costituito l'ufficio dell'Aro, per poi passare alla redazione del piano degli interventi ed alla pubblicazione del bando di gara.
ANGELO AUGUSTO
 
POLEMICHE. Dieci giorni dopo a revoca de divieto di balneazione
Mare inquinato oppure no? Gli albergatori: «Solo danni»
Dieci giorni dopo la revoca del divieto di balneazione a San Leone da parte del sindaco Marco Zambuto e a quasi un mese dal sequestro dei pennelli a mare disposto dalla magistratura, continua senza sosta sui social network il dibattito sul mare agrigentino. C'è chi critica e chi si lamenta del mare incoraggiando le denunce ambientaliste e gli interventi della Procura, c'è chi invece pensa che a fare le spese sia soltanto l'economia turistica. «Si è dato tanto addosso a mare di San Leone dove (checchè se ne dica) i risultati del— e analisi sono Sempre risultati entro rigidi parametri di legge e invece dovunque, da Porto Empedocle a Sciacca, fioccano i divieti di balneazione perchè il mare invece è inquinato davvero. Mi chiedo dichiara Fabrizio La Gaipa, albergatore e presidente del comitato San Leone - se fosse davvero giusto lapidare la povera San Leone e danneggiare così gravemente la sua economia quando invece forse offre il mare fra i più puliti della provincia». «Secondo questa folle tesi — replica Claudio Lombardo, presidente di Mareamico Agrigento — il mare di San Leone gode di buona salute perché non vi è stato il superamento dei valori batteriologici e altre amenità. Che il nostro mare sia malato celo dicono la magistratura e il fatto che ogni secondo vengono rilasciati in mare 60 litri di fogna non depurati. Ce lo dicono i bagnanti che ogni giorno scappano dopo il primo bagno». «Molto sporco, sporco, meno sporco, cosa significato il risultato finale — secondo Franco Fantauzzo - è sempre io stesso: non balneabile. Insisto sul fatto che i] ferro si batte quando è caldo. Se a questa incapace amministrazione facciamo capire che ci accontentiamo anche di un mare sporco è finita. Personalmente non mollo e continuerò a gridare le inefficienze a danno della cittadinanza», Intanto ieri la puntata si è occupata dei problemi del mare di Agrigento anche la trasmissione "L'estate in diretta" su Rai 1. Ad Agrigento il giornalista Walter Rizzo ha intervistato cittadini e addetti ai lavori sull'inquinamento del mare di San Leone. Così racconta su facebook la puntata Giovanna Vaccarello: «Hanno ribadito in diretta nazionale che le persone che si lamentano poi sono le stesse che votano le persone che ci fanno vivere in queste condizioni, Peccato si siano dimenticati di sottolineare che quelle spiagge e quel mare siano patria del ministro degli Interni». «Perlomeno si denuncia la vicenda a carattere nazionale. Non so se sia una azione posta Vincenzo Todaro efficace ma ai- meno si evidenzia la cattiva amministrazione comunale». Giovanna Vaccarello scrive «Che bella figura che abbiamo fatto...>'. E Rosalba Sciangula titola: «Il mare dì Agrigento è ormai una vergogna nazionale». (CAGI)
 
COMITATO SVILUPPO E DECORO URBANO. I cittadini devono essere informati su come vengono calcolati gli importi»
Rifiuti, è la Tares la tassa più indigesta
«Confusione pure per la riscossione»
Annamaria Martorana
L'hanno pagata ancora in pochi, in molti si chiedono se sia giusto farlo, quasi tutti la trovano indigesta. La Tares, la nuova tassa sui rifiuti che teoricamente comprende anche la manutenzione delle strade e altri servizi, non va giù alle giù tartassate finanze degli agrigentini che di servizi in genere, ne vedono ben pochi a fronte di tributi che continuano ad arrivare. Dopo l'associazione Agrigento Punto e a capo che sta conducendo una battaglia per chiederne la modifica o l'abolizione anche il Comitato «Agrigento, Sviluppo e decoro urbano", definisce la nuova tassa nella forma e nella sostanza. La Tares - spiegano in un documento - è stata inviata attraverso modulo P24 in due forme una semplice ed un'al-tra estesa. Ciò crea molta confusione tra gli utenti a cui si aggiunge l'imprepara7ione del sistema bancario e postale nell'effettuare la riscossione. L'attività di riscossione è affidata all'Agenzia delle Entrate. Questa riceve dall'ente creditore soltanto il "ruolo" ossia l'elenco dei debitori e delle somme dovute. La cartella esattoriale è pertanto nulla in quanto essendo una rata in anticipazione non può essere iscritta a ruolo come mancato pagamento. I 'Agenzia delle Entrate per altro non ha accesso agli atti dell'Ente medesimo e non ne controlla neanche il contenuto, ma si limita a verificare semplicemente l'esattezza e completezza degli stessi dati. Nel caso di errori di trasmissione si potrebbe quindi verificare che l'Agenzia delle entrate agisca attraverso Equitalia, che si compone di decine di altre società di riscossione controllate al 100 per cento come Gerit per recuperare somme non ancora maturare come debito o addirittura pagate». Il comitato ricorda che la Tares comprenderà anche manutenzione delle strade e spese di illuminazione. Il Consiglio Comunale di Agrigento all'inizio del 2013 ha approvato un sistema di pagamento che non prevede aumenti sulle prime due rate. «Pertanto - spiega il Comitato - se i saldi 2013 differiscono dai saldi 2012 si sta subendo un abuso. i bene inoltre, se non si ci vuole svenare per pagare il rifacimento delle strade e i debiti con l'Enel frutto della mala gestione, rivedere la superficie soggetta a calcolo per il pagamento della tassa. Il Comune di Agrigento nel calcolo della superficie utilizza quasi sempre il dato catastale puro, l'intera superficie, mentre la commissione tributaria regionale ha affermato più volte che le superfici su cui calcolare la tariffa dei rifiuti sono solo quelle attive come la cucina, il soggiorno e la zona notte. Se si volesse intervenire per pagare solo il giusto, occorre notificare la sospensione del pagamento anche all'Ato e chiedere che venga a casa vostra un tecnico per la misurazione dell'effettiva superficie su cui pagare la Tares».
 
LA SICILIA
 
PROVINCIA REGIONALE
Sportello adozioni aperto e subito chiuso
La burocrazia della Provincia regionale non ha sempre prodotto buoni frutti. Spesso nel palazzo di piazza Vittorio Emanuele sono state percorse strade che poco avevano a che vedere con l'interesse pubblico, ma questa volta le buone intenzioni dello stesso ente sono cozzate con una dura realtà.
Lo scorso aprile quando era ancora in carica il presidente Eugenio D'Orsi, la Provincia regionale decise di aprire all'Urp - l'ufficio relazioni con il pubblico - uno sportello speciale, dedicato alle persone che avrebbero avuto voglia di adottare un bambino o bambina. Un servizio ovviamente informativo, dove gli interessati avrebbero potuto recarsi comodamente, per attingere qualche elemento utile a realizzare il sogno di diventare genitori. Tutto è stato fatto secondo le norme di legge, assegnando a tale incarico una dipendente con adeguati requisiti professionali. Si trattava di un servizio a carattere sperimentale, ma nulla era stato risparmiato per fare avere successo all'iniziativa. Dopo un mese e mezzo circa di lavoro, l'impiegata utilizzata per garantire questo servizio ha relazionato al proprio capo ufficio sull'andamento di quella sessantina di giorni di sportello aperto. Bene, anzi male.
Un gigantesco zero campeggiava in calce alla relazione, relativamente al numero degli utenti che tra maggio e il 28 giugno si erano recati all'Urp per chiedere notizie su come adottare. Alla luce del bilancio poco edificante di questo sportello - non per colpa della Provincia - i vertici dello stesso ente hanno deciso di sopprimere tale servizio. La decisione è dello scorso 27luglio, ma nessuno ad oggi pare si sia strappato i capelli per tale scelta. Forse alla base del fallimento potrebbe esserci la non certo capillare attività propagandistica sullo sportello, a differenza invece di quanto fatto per altre iniziative meno «sociali» svolte dalla Provincia negli scorsi decenni. Un peccato davvero, tenuto conto delle centinaia di persone che farebbero letteralmente carte false pur di diventare genitori attraverso le maglie della burocrazia.
F.D.M.
 
POLIZIA PROVINCIALE
Giglio, il nostro corpo è composto da 20 uomini e 2 ufficiali per controllare circa 3 mila chilometri quadrati di territorio
Venti uomini e due ufficiali per la tutela di centinaia di chilometri di strade e oltre 3 mila chilometri di superficie. E' questa la situazione della Polizia provinciale di Agrigento, che attualmente, con un organico minimo, deve garantire una serie di servizi, dalla tutela della pubblica incolumità alla gestione della viabilità, dall'attività di polizia giudiziaria alla tutela ambientale. Proprio questo ultimo settore è quello in cui il Corpo sta investendo maggiormente, in termini di uomini e mezzi.
Dal 2007, anno della sua istituzione, sono stati infatti sequestrato centinaia di metri quadrati di discariche abusive e segnalate 40 persone per reati di tipo ambientale. Così come sono state colpite imprese che non rispettavano le norme in materia di smaltimento di rifiuti pericolosi o speciali. La gestione del personale, ci spiegano dal Corpo, data l'esiguità della "forza lavoro", è comunque collegata strettamente alle necessità contingenti. Ci sono infatti periodi in cui gli agenti sono tutti dedicati alla viabilità, cosa che avviene ad esempio in caso di manifestazioni sportive oppure, durante i mesi estivi, nei pressi delle località turistiche e balneari. Un esempio, oltre al lavoro svolto a Drasy e Puntabianca, per scoraggiare il fenomeno di coloro che parcheggiano le auto sulla spiaggia (competenza primaria, comunque, della Capitaneria di Porto), è l'attività di controllo svolta lungo la Panoramica dei Templi nei giorni immediatamente precedenti il ferragosto.
Una risorsa sul fronte del controllo del territorio che ad oggi è tuttavia per alcuni versi poco utilizzata (potrebbe, ad esempio, avviarsi un confronto con la Polizia municipale, magari coordinato dalla Questura o dalla Prefettura per il pattugliamento delle località balneari di Agrigento, per non parlare dei controlli ambientali) e che attualmente rischia anche di sparire con l'annunciato progetto di riforma delle Province, Il passaggio ai liberi consorzi di Comuni, infatti, rende di fatto inutile la presenza di un corpo di polizia. La proposta attualmente sul tavolo pare sia quella di trasferire uomini e risorse nel Corpo forestale. Un modo per non perdere il bagaglio di conoscenze già acquisito soprattutto in termini di controllo del territorio e, soprattutto, per garantire la serenità a questi lavoratori. Si tratta, ovviamente, solo di una proposta, che tuttavia pare abbia già trovato pareri positivi a livello di Governo nazionale e dei sindacati e che per diventare "realtà" dovrà però essere inserita nel disegno di legge di riforma che dovrebbe arrivare a settembre.
G.SCH.
 
Sicilia24h
 
Il governatore Crocetta temporeggia e l'acqua resta in mano ai privati
 Pubblichiamo integralmente l' articolo di Giuseppe Pipitone del giornale on line "Il fatto quotidiano":
La questione spinosa è tra le principali promesse della campagna elettorale del presidente Pd e da mesi anima le sedute dell'Assemblea regionale. L'assessore Marino garantisce: "Vogliamo rispettare il referendum 2011, abbiamo un disegno di legge da discutere dopo la pausa". Risponde Antonella Leto del Forum dei movimenti: "Nella prima bozza è chiaro che l'intenzione è quella di non cambiare nulla della situazione attuale"
In Johnny Stecchino era la seconda piaga, in ordine di importanza, che affliggeva la Sicilia. Oggi però ad affliggere i siciliani, più che la siccità di Johnny Stecchino, è la gestione delle risorse idriche. Una situazione spezzettata, tra compartecipazioni regionali, aziende private che decidono il prezzo delle bollette, carrozzoni in procinto di fallire e padroncini delle autobotti che tengono sotto ricatto intere città dell'isola. Eppure, due anni fa sembrava che tutto dovesse cambiare. Erano tutti d'accordo i siciliani che il 12 e 13 giugno del 2011 si recarono alle urne per votare al referendum: quasi 98 per cento di "Sì", avevano chiesto di cancellare la gestione privata delle risorse idriche dell'isola. Una volontà popolare plebiscitaria che più di due anni dopo è rimasta soltanto sulla carta: doveva cambiare tutto ma nulla è cambiato. E ancora oggi, nella torrida estate del 2013, la gestione dell'acqua è rimasta quasi ovunque nelle mani dei privati. Una questione spinosa che da mesi anima le sedute della quarta commissione dell'Assemblea regionale Siciliana. "Hanno accusato il governo di voler lasciare la gestione dell'acqua ai privati, ma non è vero: il governo Crocetta vuole l'acqua pubblica" ha chiarito l'assessore Marino, ex pm antimafia a Caltanissetta, da settimane sulla graticola proprio per la questione dell'acqua. Il ritorno all'acqua pubblica era stato uno dei perni centrali della campagna elettorale del governatore Rosario Crocetta. A quasi un anno dalle elezioni regionali però la situazione è identica a quella ereditata dai governi precedenti. "Non riusciremo ad approvare il disegno di legge sulla gestione dell'acqua entro la pausa estiva a causa dell'ipocrisia del Pd e delle schermaglie interne alla maggioranza" ha denunciato il cinque stelle Giampiero Trizzino, presidente della Commissione regionale ambiente.
"Noi abbiamo fatto avere all'assessore il nostro disegno di legge, ma nella prima bozza di legge la situazione sembra essere quella di prima, ovvero una gestione mista tra pubblico e privato" replica Antonella Leto, del Forum dei movimenti per l'acqua pubblica, che dal 2007 si batte per restituire ai siciliani la gestione delle risorse idriche. Era il 2004 quando il governo regionale di Totò Cuffaro, divise l'isola in 9 Ato idrici, aprendo le porte alle aziende private. "Bandi di gare che non brillarono certo per trasparenza" denuncia sempre Leto. Ad ogni gara fu infatti invitata una sola azienda. È così che Girgenti Acque si aggiudica la gestione della rete idrica nel agrigentino. La quota di maggioranza della società nel 2012 è stata rilevata da Marco Campione, imprenditore fresco di condanna definitiva a 10 mesi per truffa aggravata. Stessa cosa si verificò a Siracusa. "Lì - spiega sempre la Leto - la società vincitrice presentò fidejussioni soltanto per cinque anni di servizio nonostante l'appalto fosse trentennale". La società in questione si chiama Sai8 ed è stata recentemente congelata dall'ex investigatore della Dia Nando Buceti, nominato commissario idrico dall'assessore Marino.
E se a Palermo, il sindaco Leoluca Orlando sta cercando di trasformare l'Amap in un ente di diritto pubblico (sulla scia di quanto già si sta facendo a Napoli) diverso è il discorso per la provincia del capoluogo. Nel 2007 Cuffarò nominò Mario Rosario Mazzola commissario di gara per assegnare la gestione dell'acqua nella provincia palermitana. Lo stesso Mazzola che fino a pochi giorni prima sedeva del consiglio di amministrazione di Genova Acque, una delle società che insieme ad altre compagnie formò la Acque Potabili Siciliane, candidandosi alla gestione idrica della provincia di Palermo. E chi è che ha poi vinto quell'appalto? Proprio la Acque Potabili Siciliane, che oggi versa in una condizione economica disastrosa, dopo essere stata commissariata. "A stento si pagano gli stipendi: non si può neanche dire che siamo gestiti male. In realtà non siamo gestiti per niente" spiega uno dei 200 dipendenti che potrebbe vedere a rischio il suo posto di lavoro.
Ma chi paga oggi la cattiva gestione delle risorse idriche in Sicilia? I cittadini, ovviamente, gli stessi cittadini che due anni fa si erano espressi per far tornare l'acqua pubblica. Cuffaro infatti aveva affidato tutta la gestione dell'acqua siciliana a Siciliacque spa, una società che appartiene al 25 per cento alla Regione e al 75 per cento ai francesi di Veolia. È Siciliacque che fornisce acqua agli Ato al prezzo di 60 centesimi di euro a metro cubo. Poi sono le aziende private che si occupano invece di gestirla fino alle abitazioni. "Lucrando guadagni dai soldi pubblici con investimenti minimi, dato la rete idrica non viene mai riparata" spiegano dal Forum per l'acqua pubblica. Il risultato è il 35 per cento di perdite dalla rete idrica: in pratica ogni 100 euro di acqua , ben 35 euro si disperdono nel sottosuolo. Dati che poi ricadono direttamente sulle bollette: ogni siciliano spende mediamente per l'acqua corrente circa 300 euro l'anno, 100 euro in più rispetto ad un cittadino lombardo e quasi il doppio di un trentino. Il disegno di legge del Forum per l'acqua pubblica prevede l'acquisto da parte della Regione di tutte le quote di Siciliacque e l'affidamento della gestione della rete idrica ai comuni. Una mossa che sembrerebbe semplice a dirsi ma che - nei fatti - è ancora lontana. Complici i chiari interessi dei privati che non intendono certo rinunciare ad una torta quantificabile tra i 500 e i 700 milioni di euro all'anno.
I problemi per combattere la siccità però in Sicilia non si fermano qui. Le carenze ci sono anche dove le aziende private non sono mai subentrate. E la gestione è inspiegabilmente ancora in mano all'Eas, l'enorme carrozzone regionale, da tempo in liquidazione, che continua a gestire la rete idrica non privatizzata, producendo debiti al ritmo di 6 milioni e mezzo di euro ogni anno. Ed è proprio nelle province dove la gestione dell'acqua non è privatizzata che - casualmente - sono più diffuse le abitazioni che non hanno ancora un allacciamento alla rete idrica. E dove l'allacciamento esiste spesso è interrotto per lunghi periodi soprattutto d'estate. Una condizione che obbliga i cittadini a rivolgersi ai padroncini delle autobotti: un mercato spesso infiltrato dalla criminalità organizzata che costa circa 500 euro all'anno per quindici carichi d'acqua. "Spesso - conclude la Leto - si pensa erroneamente che la Sicilia sia povera d'acqua: non è così. La nostra regione è ricca di acqua grazie ai vari investimenti pubblici che in 50 anni hanno costruito varie dighe in tutta l'isola". È non è un caso se il giornalista Mario Francese fu assassinato da Cosa Nostra proprio dopo aver denunciato le infiltrazioni mafiose durante la costruzione della diga Garcia. Correva l'anno 1979. Oggi, 34 anni e un referendum plebiscitario dopo, la situazione non sembra essere troppo diversa.
 
Lavori 640 news
I lavori di raddoppio lungo la statale 640 Agrigento - Caltanissetta : entro settembre saranno transitabili il viadotto e il tunnel in contrada Serra Cazzola, dal centro commerciale Le Vigne alla periferia di Racalmuto e fino allo svincolo per Canicatti' . Cosi' conferma la direzione generale della societa' Empedocle, a capo del raggruppamento di imprese a lavoro. Dunque, dopo settembre mancheranno soltanto pochi chilometri alla consegna dell'intero primo lotto. Al momento, nel tratto iniziale sotto la citta' di Agrigento e nel rettilineo di Racalmuto i lavori sono in stop ma saranno riavviati al piu' presto. Nel frattempo, proseguono senza sosta i lavori nella parte della provincia di Caltanissetta dove e' atteso un mezzo meccanico che sara' impiegato nello scavo per costruire una galleria della lunghezza di 4 chilometri. Previsti 600 giorni lavorativi.
 
Consorzi di Comuni e Province. Pds-Mpa "Proposta schizofrenica, utile solo al sottogoverno del Presidente"
"Una proposta schizofrenica, evidentemente sganciata da logiche di
risparmio e di efficienza, che sembra rispondere in modo palese ad
interessi di singoli politici, se non addirittura del solo Presidente
Crocetta e del suo partito di riferimento."
Il Partito dei Siciliani MPA, per bocca del Capogruppo Giovanni Di
Mauro e del vice capogruppo e membro della Prima Commissione Vincenzo
Figuccia, bolla in modo inequivocabile la proposta recapitata nei
giorni scorsi dal Governo Regionale sulla riorganizzazione degli Enti
locali.
"Si tratta innanzitutto - afferma Di Mauro - di una proposta
incomprensibile sotto il profilo geografico, con future aree
metropolitane gigantesche ed altre più piccole.
Ma quel che preoccupa di più sono gli aspetti legati ai servizi per i
cittadini e quelli legati alla responsabilità dei futuri
amministratori."
Per quanto riguarda i primi, per Di Mauro "regna la più assoluta
confusione: sembra che ai futuri consorzi debbano andare competenze in
materia di gestione dei servizi legati ad acqua e rifiuti, ma proprio
questi due ambiti sono oggetto di nuove proposte e provvedimenti, come
gli SSR e la nuova autorità unica. Sembra addirittura che la Regione
voglia appropriarsi delle competenze in materia di viabilità, beni
culturali e formazione.
Può spiegarci Crocetta - incalzano i due parlamentari del PdS - cosa
resterà da far fare ai Consorzi? Sembra proprio che si voglia creare
delle scatole vuote solo per poter distribuire qualche incarico. Il
contrario di quanto annunciato e sbandierato ai quattro venti!"
"La nostra proposta è diametralmente opposta: rendere i Consorzi dei
veri strumenti di servizio per i cittadini, legati al territorio e non
governati in modo burocratico da un unico centro: per questo con il
nostro DDL abbiamo indicato di dare ai Consorzi almeno le competenze
in materia di attività produttive; commercio e artigianato; famiglia e
politiche sociali; formazione professionale; lavori pubblici ed
infrastrutture; beni culturali e ambiente; trasporti; turismo, sport e
spettacolo.
"A conferma della nostra preoccupazione sulla reale motivazione dei
provvedimenti proposti dal Governo - concludono Di Mauro e Figuccia -
stanno i tempi di questa annunciata riforma, che sembrano preludere ad
una nuova ondata di commissariamenti nei comuni. Un commissariamento
che potrebbe protrarsi anche per anni per poter sincronizzare le
tornate elettorali e l'entrata in vigore delle Aree metropolitane nel
2017. Chi e come sarà chiamato ad amministrare i Comuni che nel
frattempo dovrebbero andare al voto ma che dovrebbero poi confluire
nelle aree e nei consorzi?
Non vorremo che l'obiettivo di questa operazione fosse proprio questo:
creare una gigantesca macchina di sottogoverno alle dirette dipendenze
politiche ed amministrative del Presidente della Regione che
diverrebbe in questo modo una sorta di nuovo Vice Re."
 
Canicattìweb
 
Regione Sicilia, Finanziaria 2014: pronti altri tagli
Scritto da Redazione Canicatti Web
Quella per il 2014 sarà una manovra finanziaria all'insegna del "rigore". L'assessore all'Economia, Luca Bianchi, ha già trasmesso il 'bozzone' ai dipartimenti e con una apposita circolare, firmata anche dal ragioniere Mariano Pisciotta, dà tempo fino al 13 settembre ai diversi centri di spesa per formulare le proposte per la stesura dei documenti contabili, le quali dovranno arrivare alla Ragioneria centrale entro il 19 settembre. Si prevedono comunque nuovi tagli alla spesa nella pubblica amministrazione mentre per quanto riguarda gli investimenti a sostegno dello sviluppo si faranno solo "compatibilmente con le risorse finanziarie acquisibili".
Insomma, come già per l'ultimo bilancio, anche stavolta il governo dovrà tirare la cinghia dovendo partecipare, si legge nel bozzone, "al risanamento dei conti pubblici nazionali, garantendo una rigorosa azione di contenimento della spesa al fine del conseguimento degli obiettivi che il Paese tutto deve raggiungere in sede europea". L'impatto di questa compartecipazione, in base ad alcuni calcoli effettuato un anno fa, dovrebbe essere superiore al miliardo e mezzo di euro.
Il governatore Rosario Crocetta vuole stringere i tempi, in modo da approvare la manovra entro il 31 dicembre, scongiurando il ricorso all'esercizio provvisorio, e soprattutto "per sottrarre l'esame della manovra alla campagna elettorale per le europee del prossimo anno", avverte. Crocetta annuncia che sarà "un bilancio rigoroso", ma assicura che "non sarà toccata la spesa sociale". "Sicuramente - afferma - sarà riorganizzata la spesa, penso a quella per i trasporti: la Regione spende tanti fondi per i collegamenti marittimi e poi a Lampedusa c'è una sola nave quando tutto va bene, mentre il traghetto da Napoli per le Eolie arriva spesso vuoto".
L'obiettivo dell'assessore Bianchi è di varare una manovra improntata alla chiarezza, soprattutto sui conti. Ecco perchè, assieme al ragioniere generale, ha dato precisa indicazione ai centri di spesa affinché "gli stanziamenti proposti per i singoli capitoli di bilancio dovranno essere illustrati in apposite relazioni tecniche contenenti i criteri di determinazione e ogni altro elemento utile per la formulazione della relazione di accompagnamento allo schema di disegno di legge di bilancio che dovrà essere sottoposto alla approvazione della giunta regionale, per il successivo deposito presso l'Assemblea regionale siciliana entro il primo giorno non festivo del mese di ottobre".
Inoltre, "tutti i rami dell'amministrazione regionale già in fase di elaborazione dei disegni di legge di bilancio e finanziaria per l'anno 2014 e il triennio 2014-2016 sono invitati a individuare, nell'ambito delle proprie attribuzioni, misure dirette al contenimento delle spese e al reperimento di risorge aggiuntive". Nella relazione tecnica per ciascuna voce di spesa, ogni centro di responsabilità dovrà evidenziare "gli importi delle obbligazioni giuridiche già assunte e che andranno a scadere nel periodo di riferimento (2014-2016) specificando i singoli esercizi; tali obbligazioni dovranno essere verificate dalle competenti ragionerie centrali, sia nel quantum sia con riguardo alla normativa di supporto, al fine di rilevare possibili margini di contrazione".
E ancora: "I dirigenti generali dei dipartimenti e i responsabili degli uffici equiparati sono inoltre invitati a predisporre specifici piani operativi triennali di razionalizzazione e riqualificazione della spesa, di riordino e di ristrutturazione amministrativa, di semplificazione e di digitalizzazione, di riduzione dei costi di funzionamento, ivi compresi gli appalti di servizio, degli affidamenti alle partecipate e del ricorso alle consulenze attraverso persone giuridiche: detti piani dovranno contenere l'indicazione della spesa sostenuta a legislazione vigente per ciascuna delle voci di spesa interessate e i correlati obiettivi di contenimento in termini fisici e finanziari". Per quanto riguarda le entrate, "particolare attenzione - si legge nella circolare Bianchi-Pisciotta - dovrà essere posta nell'individuazione delle assegnazioni dello Stato, dell'Unione europea e di altri enti, avendo cura di indicare tutte le somme a qualunque titolo assegnate alla Regione siciliana, specificando sulla scorta dei relativi cronoprogrammi di spesa, l'anno di competenza". Tornando alla spesa, l'assessore Bianchi sottolinea che "sono stati soppressi i capitoli concernenti assegnazioni extraregionali in relazione alle quali non si ha esatte contezza del quantum e della relativa destinazione (Par Fas 2007-2013, risorse del Fas 2000-2006, progetti relativi a programmi di cooperazione territoriale" e analogamente "risultano soppressi i capitoli relativi ai programmi operativi dei fondi strutturali 2007-2013 (Fesr, Prs, Fep e Fse)".
 
Regione Sicilia, Abolizione della tabella H: sì dal commissario di Stato
Scritto da Redazione Canicatti Web
Disco verde dal commissario dello Stato, Carmelo Aronica, alla norma del governo Crocetta, approvata nei giorni scorsi dall'Assemblea regionale, che ha abolito la tabella H, l'elenco di enti e associazioni per anni finanziato con fondi della Regione nell'ambito della manovra economico-finanziaria, e in alcuni casi simbolo di spesa clientelare.
La nuova legge prevede la predisposizione da parte della Regione di un bando aperto al quale potranno partecipare gli enti, le fondazioni e le associazioni purché dimostrino di avere alcuni requisiti per beneficiare dei fondi pubblici, con una priorità per chi è impegnato nel sociale e si occupano di disabilità. Sono stati stanziati 6,5 milioni per enti e associazioni, 2 milioni per i teatri e 5 milioni per le ex Province.
Aronica ha invece impugnato tre commi del ddl su ineleggibilità e incompatibilità. I rilievi riguardano la "genericità" con cui nel testo si fa riferimento a 'funzionari', 'socio' e 'dipendente' di enti per i quali è prevista l'ineleggibilità o l'incompatibilità. Mantenuto tutto il resto della legge.
"Sono molto soddisfatto per il via libera - dice Crocetta -, seppure nel secondo caso il prefetto abbia sollevato rilievi su alcuni commi. Sarebbe stato meglio chiarire i punti sui quali obietta il commissario, in aula volevamo far approvare un 117 per specificare meglio queste incompatibilità ma le dinamiche parlamentari non ce lo hanno consentito. Comunque, non si tratta di due semplici leggi ma di due vere e proprie riforme".
"Il commissario - aggiunge Crocetta - si è complimentato col governo per l'abolizione della Tabella H, dopo tanti anni finalmente abbiamo messo un pò d'ordine, a vantaggio dei tanti enti meritevoli che con la predisposizione del nuovo bando potranno adesso accedere ai fondi per continuare a portare avanti le proprie attività".
Per quanto riguarda il ddl anti-parentopoli, Crocetta sottolinea che "il 95% del testo ha ottenuto l'ok del commissario e in particolare la parte che riguarda la formazione professionale". Per la pubblicazione della legge in Gazzetta ufficiale bisognerà aspettare la ripresa dei lavori parlamentari, a metà settembre.
"Difficilmente possiamo immaginare, in piene vacanze, a una seduta straordinaria per l'approvazione dell'ordine del giorno con cui si procederà alla pubblicazione della legge in Gazzetta - dice Crocetta -. Aspetteremo la riapertura dell'Assemblea". Il governatore non esclude, però, una apposita norma per chiarire gli aspetti dei tre commi del ddl impugnati dal commissario dello Stato. "Ne parlerò con Ardizzone".
Crocetta esclude la possibilità che la legge sulle incompatibilità venga pubblicata con le parti impugnate dal commissario dello Stato, aprendo così uno scontro istituzionale. "Non me la sento di aspettare il pronunciamento della Consulta - afferma - O si pubblica la legge senza le parti impugnate oppure all'Ars presenteremo una norma per chiarire gli aspetti del ddl ritenuti troppo generici dal commissario tanto da obbligarlo a impugnare tre commi della legge, la cui impalcatura ha retto".
 
 
 
 
 

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