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Rassegna stampa del 21 agosto 2013

Agrigentoflash
 
SP n. 4, aggiudicati lavori per la manutenzione straordinaria.
Continua intensa l'attività dell'Ufficio Gare della Provincia Regionale di Agrigento, che nell'ultima tornata di gare ha aggiudicato l'appalto per la Manutenzione Straordinaria della Strada Provinciale n. 4, tratto iniziale al Tempio di Giunone, con messa in sicurezza del traffico pedonale. L'importo dell'appalto era di € 323.000,00, di cui € 313.310,00 per importo a base d'asta e € 9.690,00 di oneri per la sicurezza.
L'appalto è stato aggiudicato provvisoriamente all'impresa Ginevra Costruzioni srl, che ha offerto un ribasso del 30,4368%, per un importo complessivo di € 227.638,46 di cui € 217.948,46 per la realizzazione dei lavori ed € 9.690,00 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso.
Prosegue, dunque, anche in un periodo particolare come quello estivo, il lavoro dello staff dell'Ufficio Gare per l'espletamento delle procedure delle varie gare d'appalto, finalizzate al miglioramento generale della Viabilità provinciale e di altri settori, compreso quello delle scuole, in tutti i loro aspetti.
 
Lotta all'inquinamento, scatta censimento dei frantoi
La Polizia provinciale s'avvierà nelle prossime settimane un controllo di oleifici e imprese che trattano prodotti oleari per realizzare una mappatura che possa consentire di verificare come vengono smaltiti i residui di lavorazione. Gli agenti forniranno i dati al settore Ambiente della Provincia, il quale potrà così contare su un quadro completo della presenza di queste strutture e restringere il campo in caso di segnalazioni di sversamenti di sanse esauste o acque di vegetazione.
 
Reflui San Leone, oggi vertice per l'addio ai pennelli
Quella di oggi potrebbe essere una giornata storica per la zona costiera agrigentina, specie per quanto riguarda la frazione balneare di San Leone. In mattinata si terrà infatti una conferenza di servizi relativa alla realizzazione di una condotta che porterà i reflui di San Leone al depuratore di Sant'Anna. Questa soluzione rappresenta l'unica via percorribile per adempiere al disposto della magistratura di provvedere entro dieci mesi alla bonifica del mare di San Leone. Il progetto di Girgenti Acque prevede la trasformazione dell'ex depuratore di Villaggio Peruzzo in centrale di sollevamento e l'adduzione dei reflui fino all'impianto di Sant'Anna. In tal modo si potrà dire addio per sempre al sistema dei pennelli a mare che tanti problemi hanno creato finora alla balneabilità della frazione agrigentina.
 
Riforma Province. Panepinto: bozza assessore Valenti è fragile, Pd presenterà propria proposta
 "La bozza di riforma delle competenze delle Province regionali presentata dall'assessore Patrizia Valenti è carente e fragile: appare come un assemblaggio di idee senza un progetto organico. Il gruppo PD lavora da tempo ad una riorganizzazione armonica di funzioni e competenze, che metta al centro i Liberi Consorzi in equilibrio con gli altri due livelli: Regione e Comuni". Lo dice Giovanni Panepinto, vicepresidente della commissione Affari istituzionali all'Ars.
"La proposta del PD - aggiunge Panepinto - ha un approccio profondamente differente da quella dell'assessore Valenti: il punto non è fare uno 'spezzatino' delle attuali funzioni, ma riorganizzare i servizi senza creare conflitti o sovrapposizioni di competenze".
"Presenteremo il nostro testo nei prossimi giorni, e nella seconda metà di settembre chiameremo ad un confronto sul tema amministratori, economisti ed esperti di architettura istituzionale. All'incontro, al quale darà il proprio contributo anche il presidente della Regione Rosario Crocetta, parteciperà Corrado Passera. I Liberi Consorzi di Comuni - conclude Panepinto -possono e devono essere uno strumento per rilanciare l'economia e lo sviluppo della Sicilia, che è fondamentale per la ripresa del Paese".
 
Agrigentonotizie
 
Strada provinciale 4, aggiudicati lavori per la manutenzione straordinaria
L'importo dell'appalto era di 323mila euro di cui 313.310 euro per importo a base d'asta e 9.690 euro di oneri per la sicurezza
Redazione
Continua intensa l'attività dell'ufficio Gare della Provincia regionale di Agrigento, che nell'ultima tornata di gare ha aggiudicato l'appalto per alla manutenzione straordinaria della strada provinciale 4, tratto iniziale al Tempio di Giunone, con messa in sicurezza del traffico pedonale. L'importo dell'appalto era di 323mila euro di cui 313.310 euro per importo a base d'asta e 9.690 euro di oneri per la sicurezza.
L'appalto è stato aggiudicato provvisoriamente all'impresa Ginevra Costruzioni srl, che ha offerto un ribasso del 30,4368 percento, per un importo complessivo di 227.638,46 euro di cui 217.948,46 per la realizzazione dei lavori e 9.690 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso.
 
 Livesicilia
 
Riforma delle Province, il rinvio è dietro l'angolo
Il Piano che porterà al passaggio ai Liberi consorzi non convince esponenti di maggioranza e opposizione. L'assessore Valenti: "Quello è un punto di partenza. Posticipare di un anno? Non possiamo escludere nulla. E la fretta è cattiva consigliera". Ecco tutti i nodi da sciogliere.
21 Agosto 2013 - 06:00 di Accursio Sabella 
PALERMO - Il Piano c'è. Ma è solo un punto di partenza. Il cammino che porterà al passaggio dalle Province ai liberi consorzi sarà una corsa ad ostacoli. E potrebbe protrarsi più a lungo del previsto. L'assessore alle autonomie locali Patrizia Valenti, infatti, spiega: "Il governo ha l'interesse a completare la riforma entro il 31 dicembre, così come previsto dalla legge. Ma una cosa è certa: il transito dai vecchi ai nuovi enti porta con sé problemi di varia natura. Bisogna fare tutto con grande attenzione, senza farsi sopraffare dalla fretta". Niente fretta, quindi. E così, l'ipotesi di un commissariamento lungo, lunghissimo (che potrebbe giungere fino al dicembre del 2014) non è così lontana. "Al momento - conferma l'assessore Valenti - non possiamo escludere nulla. Ma siamo comunque fiduciosi".
Ma, come detto, i problemi sul tappeto sono tanti. E la scelta di riprendere l'attività dell'Ars a metà settembre non aiuterà certo a far presto. Al momento, la (vera) riforma delle Province è tutta in due disegni di legge approvati in giunta e in un documento di sintesi, frutto dello sforzo dei "gruppi di lavoro" individuati dall'assessorato per affrontare i diversi temi ancorati al transito dalle Province ai Consorzi. "I gruppi di lavoro - prosegue l'assessore Valenti - sono formati da illustri docenti universitari ed esperti dei vari settori. Il loro contributo è stato importantissimo, e rappresenta la base da cui partire, visto che quegli studi si basano su dati e cifre oggettivi". Si partirà da lì, insomma. I due disegni di legge (uno che contiene il 'modello di conversione' dal vecchio al nuovo ente, l'altro con le norme transitorie) e lo studio dei gruppi di lavoro, poi, verranno messi a disposizione dei vari capigruppo, delle varie forze politiche dell'Assemblea regionale. "E' previsto - aggiunge la Valenti - che gli esperti possano incontrarsi con i deputati, al fine di giungere a una sintesi e di poter fornire i chiarimenti che i parlamentari legittimamente chiederanno".
Lo schema di partenza, però, è chiaro. Il passaggio ai liberi Consorzi avverrà contestualmente alla nascita delle tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Quanti saranno i Consorzi? Al momento, non esiste una cifra ufficiale. "Nel nostro disegno di legge - puntualizza Patrizia Valenti - non abbiamo previsto un numero, ma abbiamo fissato dei limiti di popolazione. Il limite minimo è di 150 mila abitanti, quello massimo di 500 mila. Se fosse considerato quest'ultimo, visto che le tre città metropolitane ingloberanno circa 2,5 milioni di abitanti, i nuovi consorzi sarebbero non più di cinque". Ma quasi certamente non sarà così. Sia perché non sono ancora stati fissati i limiti delle città metropolitane, sia perché la "mappa" sarà il frutto, come detto, di una ulteriore concertazione.
Anche se la "bozza Valenti" non ha finora raccolto molti entusiasmi da parte delle forze politiche. Sia di opposizione, che di maggioranza. "Quella dell'assessore Valenti - attaccano i deputati del Partito dei siciliani Roberto Di Mauro e Vincenzo Figuccia - è una proposta schizofrenica, evidentemente sganciata da logiche di risparmio e di efficienza, che sembra rispondere in modo palese ad interessi di singoli politici, se non addirittura del solo presidente Crocetta e del suo partito di riferimento".
Ma, critico è anche il Pd, attraverso le parole del deputato Giovanni Panepinto: "La bozza di riforma delle competenze delle Province presentata dall'assessore Patrizia Valenti - ha detto - è carente e fragile: appare come un assemblaggio di idee senza un progetto organico. Il gruppo Pd lavora da tempo ad una riorganizzazione armonica di funzioni e competenze, che metta al centro i Liberi Consorzi in equilibrio con gli altri due livelli: Regione e Comuni".
Ed è proprio il rapporto tra i vari enti locali a sollevare il maggior numero di dubbi. Nella bozza del governo, infatti, ai Consorzi verrà destinata la competenza sulla gestione dell'acqua e dei rifiuti, oltre a maggiore titolarità in tema di Turismo. "Ma in altri casi - precisa l'assessore Valenti - proveremo a mettere ordine, togliendo ai Consorzi le competenze, ad esempio, sui Beni Culturali e sulla Formazione, che fanno già ampiamente capo alla Regione. Dobbiamo eliminare i casi di sdoppiamento delle funzioni, che si traducono solo in nuovi uffici, nuovi responsabili, nuove indennità. Non capisco - aggiunge - le polemiche provenienti dai gruppi politici. La riforma verrà portata al vaglio del Parlamento, e ciascuno potrà fornire il proprio contributo".
Questo, da settembre. Ma intanto alcune questioni già scottano. A cominciare dal rischio di vedere, a settembre, i portoni dei licei linguistici siciliani chiusi. Mancano i soldi per pagare il personale. Ma l'assessore Valenti descrive una situazione assai più differenziata. "Intanto - spiega - abbiamo aggiunto uno stanziamento di cinque milioni ai dieci già previsti. Dovranno servire per garantire il diritto allo studio. Ma il tema non è avvertito in maniera analoga in tutte le zone della Sicilia. A Ragusa e Siracusa, per esempio, i licei linguistici non sono più di competenza delle Province. Mentre a Trapani, l'ente ha sforato il patto di stabilità. Per questo motivo, anche se destinassimo delle somme, non potrebbero essere spese. Per questo - prosegue - nel Trapanese abbiamo pensato a un'altra soluzione: statalizzare i licei, magari consentendo il mantenimento della specificità attraverso dei corsi".
Uno dei temi che sarà invece certamente al centro delle discussioni settembrine (e oltre) è ovviamente quello riguardante il destino del personale dei Consorzi. E su questo punto, l'assessore Valenti annuncia: "Noi opereremo soprattutto un riordino delle competenze tra i nuovi enti, la Regione e i Comuni. Il personale, quindi, seguirà il settore nel quale ha lavorato. Per intederci, se un dipendente della Provincia si era occupato di Beni culturali, e noi decideremo di trasferire queste competenze in mano alle Soprintendenze, allora quel dipendente verrà trasferito alla Regione. Lo stesso avverrà per le competenze che pensiamo di trasferire ai Comuni, come quelle riguardanti le scuole. Ma ovviamente, tutto questo - puntualizza - dovrà passare attraverso un'attenta verifica dei singoli patti di stabilità e tramite un trasferimento di fondi per quegli enti - penso proprio ai Comuni - che sono già in gravi difficoltà finanziarie".
Tutti nodi da sciogliere, sulla carta, nel ristretto varco compreso tra la fine di settembre e il 31 dicembre. Poco più di tre mesi, che potrebbero non essere sufficienti. Anche perché in quei giorni, governo e parlamento dovranno affrontare altre emergenze scottantissime come quelle - e il tema non è del tutto slegato da quello delle Province - riguardante i ventimila precari degli enti locali, per i quali bisognerà studiare un piano di stabilizzazione. Proprio per questo, ma non solo, è già emersa l'idea di "posticipare" il passaggio ai liberi Consorzi, di un anno. Una proposta avanzata, ad esempio, dalla Funzione pubblica della Cisl: "Crediamo - spiega il segretario generale Gigi Caracausi - che quel lasso di tempo potrebbe consentire di fare le cose per bene, senza traumi e senza errori. Siamo assolutamente favorevoli - aggiunge - alla lotta agli sprechi legata al riordino, ma questa non può passare sulla testa dei dipendenti della Provincia. E comunque, la riforma non potrà essere varata senza l'accordo con le parti sociali. E in questo senso, attendiamo una convocazione da parte dell'assessore".
Assessore che, come detto, non scarta l'ipotesi: "La fretta - ammette - può essere cattiva consigliera. Crediamo di poter varare la riforma entro il 31 dicembre. Ma non possiamo nemmeno escludere un possibile spostamento di qualche mese, se questo può consentire di superare alcune emergenze e giungere a un Piano ampiamente condiviso". Insomma, i commissariamenti potrebbero andare avanti ancora per un po' e la riforma, annunciata già per "fatta" alcuni mesi fa, andare in contro a una lunga, magari lunghissima gestazione.
 
Infoagrigento
 
SP n. 4, aggiudicati lavori per la manutenzione straordinaria
Continua intensa l'attività dell'Ufficio Gare della Provincia Regionale di Agrigento, che nell'ultima tornata di gare ha aggiudicato l'appalto per alla Manutenzione Straordinaria della Strada Provinciale n. 4, tratto iniziale al Tempio di Giunone, con messa in sicurezza del traffico pedonale. L'importo dell'appalto era di € 323.000,00, di cui € 313.310,00 per importo a base d'asta e € 9.690,00 di oneri per la sicurezza.
L'appalto è stato aggiudicato provvisoriamente all'impresa Ginevra Costruzioni srl, che ha offerto un ribasso del 30,4368%, per un importo complessivo di € 227.638,46 di cui € 217.948,46 per la realizzazione dei lavori ed € 9.690,00 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso.
Prosegue, dunque, anche in un periodo particolare come quello estivo, il lavoro dello staff dell'Ufficio Gare per l'espletamento delle procedure delle varie gare d'appalto, finalizzate al miglioramento generale della Viabilità provinciale e di altri settori, compreso quello delle scuole, in tutti i loro aspetti.
 
Siciliainformazione
 
ROAD MAP LIBERI CONSORZI
SI SGOMITA, PROPOSTA DEL GOVERNO 
 "La bozza di Patrizia Valenti contiene ottimi spunti di riflessione", osserva il Presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone. E' come dire: "Quella ragazza ha degli occhi stupendi...". Tutto il resto? Meglio tacere.
L'accoglienza riservata alla bozza inviata dall'assessore alle autonomie locali ai capigruppo parlamentari - una relazione tecnica affidata ad esperti della Regione e delle due Universita' di Palermo e Catania - sulla riforma amministrativa (abolizione Province, Consorzi dei Comuni, funzioni, competenze, riorganizzazione del personale eccetera), non è stata affatto positiva. Ma non c'e' da stupirsi tutt'altro, non è andata meglio ad altre "bozze" inviata ai capigruppo in passato, qualunque fosse il tema, la questione, il progetto, l'emergenza.
I metodi di lavoro della politica e delle istituzioni rispondono a bisogni che con la logica, il buonsenso, l'analisi qualitativa delle proposte generalmente non hanno nulla a che fare. La bozza del governo è "colpevole" fino a prova contraria. Le assoluzioni, quando ci sono, come nel caso degli "ottimi spunti" di Ardizzone, sono segni di cortesia e nient'altro.
Dio solo sa, invece, quanto ci sarebbe bisogno di analisi accurate, puntuali, oggettive in un documento così delicate e "vitale", a questo punto, per la Sicilia. Una riorganizzazione delle funzione e delle competenze, infatti, potrebbe liberare risorse e creare le condizioni per migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione, cancellando sovrapposizioni, utilizzando il personale sul territorio, rafforzando la sussidiarieta', i poteri dei comuni, eliminando il taglieggiamento burocratico eccetera. Un'occasione di sviluppo di straordinario rilievo, da non perdere.
La bozza, invece, è stata fatta a pezzi prima di diventare oggetto di confronto sulla base degli elementi estrapolati nella prima fase di pubblicizzazione del documento. Una volta arrivato ai capigruppo, infatti, la bozza è passata agli organi d'informazione, scatenando le opposte tifoserie. Come vuole la consuetudine. C'è stato chi non l'ha nemmeno attesa, come il coordinatore del M5S, Cancelleri, che ha avvertito il governatore, subodorando l'inganno ("Se lo puo' levare dalla testa di istituire Consorzi a Gela e Messina..."). E chi, come Nello Musumeci, ha invocato la nascita di una provincia regionale che accorpi tutte le competenze, con giunte e consiglieri a titolo gratuito, cioè un "lasciamo le cose come stanno, spendendo di meno".
Quali novità riserva la bozza tecnica, primo step dell'iter della riforma? Gestione del servizio idrico e dei rifiuti ai consorzi; liquidazione delle partecipate provinciale (200 circa), con l'eccezione degli aeroporti (Palermo, Catania, Trapani, Cosimo), con trasferimento del personale all'ente o settore di competenza; norme transitorie per il trasferimento delle competenze e delle funzioni; istituzioni di tre aree metropolitane (Palermo, Messina e Catania), con il commissariamento dei comuni limitrofi, che diventerebbero circoscrizioni comunali; creazione dei liberi consorzi con consiglio dei sindaci e consiglio dei comuni attraverso elezioni di secondo grado (cancellate le urne) e cariche a titolo gratuito.
Quanti Consorzi e come verranno istituiti? Non meno di 150 mila abitanti e non piu' di 500 mila, omogenieta' e economica e territoriale (occhio al Pil). Quani consorzi? Nove, oltre le aree metropolitane. Eccezioni? Le Pelagie e le Eolie.
Le aree metropolitani "spingono" verso l'esterno l'istituzione di consorzi "a valle", mentre c'e' una tendenza, piu' volte manifestata, a non togliere "la bandiera" ai capoluogo di provincia, che rimarrebbero comunque sede di libero consorzio. Significa, dunque, che lo spazio per nuovi consorzi si riduce a tre, a parte le Pelagie e le eolie.
La road map della riforma, tuttavia, potrebbe vedere allo start-up una norma di svuotamento delle competenze, con le norme transitorie, come ha fatto il governo nazionale all'indomani della bocciatura della Consulta.
Gli antiabolizionisti, tuttavia, sono in agguato. E preparano strategie di contenimento che potrebbero rivelarsi efficaci. Sono bipartisan (con una maggiore risolutezza nel centrodestra), e credono che la partita non sia affatto chiusa, ne' a Roma ne' a Palermo.
Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, cerca di rasserenare gli animi, avvertendo che una cosa è la bozza tecnica, un'altra la proposta legislativa che verrà presto inviata in parlamento regionale in tempi brevi. "State calmi, insomma, assicura, si partira' da un confronto con i capigruppo parlamentari, una comune valutazione della riforma. Una verifica politica sul testo del governo".
Dubitiamo che basti. Lo "scippo" degli apparati, dei gonfaloni, dei campanili provinciali e comunali), in un colpo solo è l'apocalisse. Indigeribile. A meno di un miracolo. Dovrebbe tornare Francesco, stavolta nell'Isola-madre, e predicare le buone pratiche, guardando tutti negli occhi.
 
Canicattìweb
 
Regione Sicilia, abolizione dei piccoli comuni: il no dei Sindaci
Si oppongono all'ipotesi di cancellazione dei Comuni con meno di 5 mila abitanti. Non accettano il passaggio delle competenze senza il trasferimento di risorse. I sindaci dei piccoli comuni siciliani si scagliano contro alcuni punti della riforma degli enti locali allo studio del governo guidato da Rosario Crocetta. Il più critico è Giovanni Geloso, sindaco di Giardinello, che conta circa 3 mila abitanti. Il primo cittadino della località in provincia di Palermo boccia l'ipotesi, perché «significa cancellare la storia della Sicilia. Non è così che si attua la manovra per la ripresa economica dell'Isola». Scettico sui risparmi che può produrre la riduzione del numero dei Comuni anche Salvatore Mangione, vicesindaco di San Fratello, nel Messinese. Si tratta di una comunità galloitalica di 3.500 abitanti e per questo motivo è, a suo avviso, «una di quelle realtà che, per le sue caratteristiche storiche e culturali, non si possono confondere con altre comunità». Ad esprimere timori anche il sindaco di Partinico e vicepresidente dell'Anci, Salvo Lo Biundo: «Non si possono abolire le Province e poi fare la riforma degli enti locali, perché adesso registriamo non poco caos nella ripartizione delle competenze».
La riorganizzazione della gestione dei rifiuti, in seguito alla riforma del settore, comporta nuovi costi per i Comuni. E sono quelli che critica il sindaco di Ventimiglia di Sicilia, Antonio Rini. «Per redigere il nuovo piano di intervento ci saremmo dovuti rivolgere a professionisti. Ciò avrebbe comportato costi notevoli». Per bypassare questo problema il Comune ha chiesto al dipartimento di Ingegneria Ambientale un progetto pilota a costo zero. «Ciò dimostra che con la riforma delle Province e dei servizi che gestivano non diminuiscono né i costi né l'apparato burocratico», aggiunge Rini. L'ex sindaco di Termini Imerese, Enzo Giunta, contesta invece l'ipotesi di includere Termini nell'area metropolitana di Palermo. «Da sempre con Cefalù e con gli altri centri delle Madonie forma un tutt'uno sul piano sociale e degli interessi commerciali e culturali». Nel Siracusano, sono già in atto gestioni di servizi condivise da alcuni comuni sotto forma di consorzi. Buscemi, ad esempio, fa parte dell'Unione dei Comuni Valle degli Iblei. «Ma prima di creare un consorzio - spiega il sindaco Sebastiano Carbé - bisogna capire se davvero diminuiscono le spese». Intanto, dopo le polemiche del deputato Vincenzo Vinciullo sulla sorte dei comuni del territorio Siracusa e sul possibile accorpamento con Catania, l'assessore alle Autonomie locali, Patrizia Valenti, ha rassicurato: «Né Augusta né Priolo né Melilli - ha detto - sono previste all'interno della città metropolitana di Catania. Non ci sarà alcuna invasione».
 
La Sicilia
 
((Caso Vicinzina è un problema della Provincia regionale»
PALMA Dl MONTECH1ARO. Nella puntata del programma tv di Rai I "L'estate in diretta", le immagini andate in onda ieri pomeriggio sono state brevi ma inequivocabili. Nella incantevole spiaggia della Vincenzina", località che si raggiunge con una purtroppo scoscesa strada sterrata di collegamento, con inizio dallo spiazzale del Castello di Montechiaro. E' stato causato un danno ambientale di notevoli proporzioni.
L'inviato Walter Rizzo ha fatto puntare l'obiettivo della telecamera sulla catasta di rifiuti (copertoni e tute dismesse) che sarebbero state gettate in mare da una nave di passaggio nel Canale di Sicilia. Nave che i volontari di Mareamico, protagonisti della scoperta dello scempio, sarebbero in grado di individuare, I rifiuti speciali rimangono ancora accantonati nelle vicinanze della splendida spiaggia, ma fortunatamente non hanno precluso a centinaia di bagnanti, attratti da un mare limpido e quindi balneabile, di raggiungere una località tra le più belle del litorale agrigentino, a due passi da Punta bianca, zona questa che potrebbe divenire una riserva naturale. Vincenzina fa parte del territorio palmese e quindi Mareamico ha allettato il sindaco della cittadina del Gattopardo Pasquale Amato il quale, non appena è venuto in possesso del rapporto dei volontari dell'associazione ambientalista, si è subito attivato per fare eliminare lo scempio. «Essendo rifiuti tossici e quindi di natura speciale -ha assicurato il primo cittadino palmese- ho subito chiesto alla Provincia regionale a cui compete la salvaguardia dell'ambiente, di provvedere in merito. Ho chiesto anche l'intervento della Prefettura e della Protezione civile, segnalando il grave danno che avrebbe potuto essere causato dallo scarico del materiale altamente inquinante, ad una zona balneare per la quale l'amministrazione comunale è impegnata a salvaguardarne l'integrità ambientale e dello specchio di mare incontaminato. Non essendo dunque di competenza del Comune -ha ancora aggiunto Pasquale Amato- dovrà essere pertanto la Provincia regionale a cercare di individuare gli autori dello scempio e di chiedere eventualmente il risarcimento delle somme occorrenti per il recupero del materiale tossico e nocivo, presente nei pressi della spiaggia. Come amministrazione comunale, nell'attesa che si possa reperire un finanziamento per la sistemazione della strada sterrata che parte dai piedi del Castello di Montechiaro, abbiamo già garantito, tramite la Dedalo Ambiente, la pulizia costante della zona prospiciente e della spiaggia)).
 
 
Mantenuta la tutela a D'Orsi
Eugenio D'Orsi è ancora un po' presidente della Provincia. Non perché, come disse qualcuno, il titolo rimane a chi lo ha posseduto, ma quanto piuttosto perché, è ancora la Polizia provinciale, in parte, a vigilare sulla sua sicurezza. Ad oggi, infatti, il preside D'Orsi ha assegnato alla sua tutela un agente del corpo provinciale (in totale sono 2, e si alternano con turni da 12 ore), il quale guida un'autovettura civetta anch'essa di proprietà della Provincia. Una situazione, è corretto dirlo, che di certo non è stato D'Orsi (costretto ormai da anni a convivere con minacce e intimidazioni) a chiedere, ma che deriva piuttosto dal mancato "rinnovo" delle condizioni della sua tutela da parte del Comitato per l'Ordine e la sicurezza. Riunitosi lo scorso 13 giugno, il giorno prima che fosse dichiarato decaduto il presidente dalla circolare regionale dell'assessore Patrizia Valenti, l'organo ha infatti deciso di mantenere in proroga il dispositivo di tutela fino a quel momento garantito (non entreremo nel dettaglio, ovviamente, per una questione di tutela dell'incolumità degli agenti e dello Stesso D'Orsi), compresa la presenza degli agenti provinciali. Rispetto al recente passato l'ex presidente, insomma, dovrà fare a meno solo della Passat blu usata durante il suo periodo di "reggenza" alla Provincia, poi passata a Benito Infurnari. Auto, giusto per ricordarlo, che la Provincia ha in leasing, con un costo di alcune centinaia di euro al mese.
 
Turismo, cambia la tendenza in otto anni sono andati perduti 24mila turisti, ma sono stati «guadagnati» 27Omila pernottamenti
In Otto anni il settore turistico agrigentino ha perso ben ventiquattromila turisti ma "guadagnato' 270 mila pernottamenti. Sono dati "agrodolci" quelli che emergono ad analizzare i numeri in possesso dell'Osservatorio turistico della Provincia regionale di Agrigento, per gli anni che vanno dal 2005 al 2012. Statistiche, elaborate dall'Ente sulla base della raccolta censuaria su arrivi (il numero cioè di turisti che fisicamente arrivano in una struttura ricettiva) e presenze (calcolato in base al numero di notti che trascorre) che, viene trasmessa obbligatoriamente dalle strutture ricettive riconosciute sono obbligate a trasmettere.
Discorso a parte invece per AgriI gento e Sciacca, dato che questi dati sono raccolti dal servizio turistico regionale e mensilmente trasmessi all'Osservatorio che prowede alla loro aggregazione e alla loro validazione. I numeri parlano chiaro: siamo passati dai 394.295 arrivi (con 1.038.830 presenze) del 2005 ai 372963 arrivi del 2012 (con però 1.300.906 presenti), con evidenti flessioni nel corso degli anni.
Se il trend degli arrivi è stato altalenante (409.434 nel 2006,394.222 nel 2007, 360.505 nel 2008, 406.995 nel 2010,373.291 nel 2011 e 372.963 nel 2012), la crescita delle presenze è stata più o meno regolare tra il 2006 e il 2008 (1068.223 nel 2006, 1.068.902 nel 2007, 1.006.702 nel 2008), l'esplosione si è registrata nel 2009, superando per la prima volta la quota un milione e trecentomila (1.325.615), con una lieve flessione nel 2010(1.320.123) e una nuova risalita nel 2011 (1.331.072), e la ridiscesa lo scorso anno sotto quota 1.300.000.
Distinguendo poi tra turisti italiani e stranieri, emerge che in otto anni sono questi ultimi ad aver iniziato a rimanere più a lungo sul nostro territorio.
La presenza "d'Oltralpe" è cresciuta infatti quasi di 200mila unità, passando dai 333.709 del 2005 ai 516,061 dello scorso anno, mentre è crollata la presenza dei nostri connazionali.
Dopo una impennata tra il 2005 e il 2009 (da 705.121 a 964.888), siamo adesso scesi a 784.845.
Quanto si è perso con gli italiani, insomma, lo abbiamo recuperato con gli stranieri, complice probabilmente la crisi che ha attanagliato, economicamente e psicologicamente, il nostro paese.
I dati, tra l'altro, risentono sicuramente della crescita e soprattutto della maggiore diffusione territoriale dei b8b, letteralmente esplosi nella nostra provincia negli ultimi anni.
La Provincia non fornisce sul proprio portale del turismo il numero esatto, ma possiamo ad esempio citare i numeri per gli anni 2005 e 2012. Otto anni fa gli alberghi contarono 200.970 arrivi e 650.228 presenze di italiani e 167.036 arrivi e 307.638 presenze di stranieri, mentre gli arrivi presso quelle che l'Ente cataloga come "altre strutture ricettive" erano 17.209 per gli italiani e 9.080 per gli stranieri. Nel 2012 gli alberghi hanno perso in arrivi ma hanno aumentato le presenze: 166.080 arrivi e 682.259 presenze per gli italiani, 154.553 arrivi e 447.397 presenze per gli stranieri. Sono invece "lievitate" le presenze presso le altre strutture ricettive, con 27.315 arrivi di italiani e 25.015 di stranieri. I dati, attualmente, sono abbastanza incoraggianti anche per il 2013. Se parliamo solo dei numeri già validati dall'Osservatorio, fino al mese di maggio sono stati ospitati presso strutture ricettive 112.512 turisti contro i 114,363 dello scorso anno. Con un monte complessivo di 276.603 presenze, contro i 284.277 dello scorso anno, anche se, dicono dalla Provincia, a giugno vi è stato un incremento del 3,35% rispetto allo scorso anno.
 
 
POUZA POVNCAL
inquinamento ambientale, scatta il censimento dei frantoi
Caccia al frantoio. La Polizia provinciale di Agrigento, diretta dal comandante Vincenzo Giglio, avvierà infatti tra settembre e ottobre una vera e propria azione di controllo della presenza sul territorio della nostra provincia di oleifici e imprese che trattano prodotti oleari per realizzare una rnappatura che possa consentire in un secondo momento di verificare come vengono smaltiti i residui di lavorazione. Gli agenti, muniti di gps, forniranno i dati al settore Ambiente della Provincia, il quale potrà così contare su un quadro completo della presenza di queste strutture ed evidentemente restringere il campo in caso di segnalazioni di sversamenti di sanse esauste o acque di vegetazione.
Nessuna caccia alle streghe, rassicurano dall'Ente, ma solamente una necessità tecnica emersa quando, lo scorso anno, dopo le segnalazioni dell'associazione Mareamico, si avviarono le indagini sulla presenza di rifiuti oleosi nel fiume Naro, divenuto per alcuni giorni di novembre il "fiume Nero" e del fiume Verdura, in territorio di Ribera.
in quell'occasione, in sostanza, ci si accorse che non esisteva una mappatura della presenza di
queste strutture sul territorio, rendendo difficili le operazioni di controllo. Nell'autunno del 2012, comunque, le indagini portarono alla denuncia, da parte dei carabinieri, dei proprietari di un frantoio in territorio di Favara e dei proprietari di un'altra struttura nel territorio di Ribera da parte della Provinciale. Entrambi, si scoprì, invece che smaltire le acque di vegetazione e la sansa esausta (quando rimane alla fine del ciclo di spremitura delle olive) così come prescritto dalla legge, avevano realizzato delle vere e proprie strutture (alcuni si difesero parlando di un incidente) che ti-
versavano i liquidi nei canali da dove, grazie alk piogge, arrivavano fino al mare,
Adesso, dividendo il territorio per aree, si potr risalire con maggiore facilità agli eventuali colpevoli collegando ogni frantoio, ad esempio, ai canali per la raccolta delle acque piovane o ai fiumi. Lo sverso di acque di vegetazione o sansa, va ricordato, è un reato ambientale che viene punito con multe salate e la denuncia, e che ha anche, dicono gli esperti, gravi ripercussioni sull'ambiente marino aumentando l'acidità delle acque.
 
Oggi in Giunta il ddl sulle Città metropolitane
 Vacanze finite per gli assessori regionali. Il presidente, Crocetta, infatti, ha convocato oggi la giunta. Diversi gli argomenti all'ordine del giorno: dal recepimento della legge nazionale contro la corruzione a quella sulla pubblicazione dei redditi dei componenti il governo e dei dirigenti regionali, compresi i beni patrimoniali dei quali, però, per non violare il diritto alla privacy, sarà reso noto solo il valore economico. Sarà anche valutata la possibilità di riscrivere le parti impugnate del disegno di legge sulla ineleggibilità e incompatibilità dei deputati regionali, cercando di superare le censure del Commissario dello Stato.
Secondo quanto anticipato dallo stesso Crocetta alla vigilia di Ferragosto, sarà esaminata anche la bozza di ddl sulla costituzione delle Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina che parzialmente si baserà sullo studio effettuato dagli esperti e che tante perplessità ha sollevato tra le forze politiche. Ma si tratta, come ha avuto modo di ribadire l'assessore alle Autonomie locali e alla Funzione pubblica, Valenti, solo di una ipotesi di lavoro.
Certamente, come era stato paventato dalla lettura della relazione fornita ai deputati dalla stessa assessore, il porto di Augusta e l'area industriale di Priolo-Melilli non rientreranno nell'area della Città metropolitana di Catania che, verosimilmente, potrebbe ricomprendere nel proprio perimetro, questi comuni: Acireale, Acicastello, Aci Sant'Antonio. Ad Bonaccorsi, Pedara, Nicolosi, Mascalucia, Misterbianco, Pedara, Morta Sant'Anastasia, San Giovanni Galermo, San Piero Clarenza, San Giovanni Galermo, Sant'Agata li Battiati, Trecastagni, Tremestieri, Valverde e Viagrande. Può esserne aggiunto o tolto qualcuno, ma quella di Catania, considerato lo sviluppo urbanistico della città etnea, è già nei fatti Città metropolitana.
La Città metropolitana di Palermo si estenderà a est fino a Terrasini-Cinisi, in pratica fino all'aeroporto di Punta Raisi; a ovest comprenderà Ficarazzzi
Il criterio-guida per disegnare i confini delle città metropolitane è stato lo studio dei flussi dei pendolari. L'architettura istituzionale post-Province della Sicilia è piuttosto articolata rispetto al provvedimento adottato dal governo nazionale che fa coincidere tout court la Città metropolitana con il territorio delle abolende Province.
Con l'istituzione delle Città metropolitane, i comuni che ne faranno parte non perderanno la loro identità. «Al momento è solo un'ipotesi di lavoro - ha sottolineato l'assessore Valenti -, ma creare un sistema omogeneo per i comuni è un'opportunità di sviluppo, essendo previsti finanziamenti statali ed europei».
Anche per i centri minori, soprattutto per quelli che hanno meno di mille abitanti, costituire un coordinamento delle attività amministrative, non l'abolizione come paventato da qualcuno, può rappresentare un'occasione di sviluppo. La nuova programmazione europea prevede incentivi peri! ripopolamento delle zone interne, purché i costi siano economicamente sostenibili. Il tempo in cui Regione o Stato ripianavano i deficit sono finiti.
Ficarazzi  e Casteldaccia. Bagheria e Partinico, invece, dovrebbero essere comuni capofila dei rispettivi Liberi consorzi di comuni.
Per quanto riguarda la Città metropolitana di Messina, l'orientamento sarebbe quello di comprendere i comuni che guardano Reggio Calabria, dove c'è l'aeroporto, immaginando una sorta di Area metropolitana dello Stretto, ma senza ponte.
 
Giornale di Sicilia
 
 
Nuovo incontro. Assunzioni, la Restivo ne chiarisce l'opportunità
Sul tavolo, c'erano le richieste di chiarimenti sulla necessità delle ulteriori 90 assunzioni a tempo determinato di operatori ecologici per la città. un incontro che ha lasciato soddisfatti i consiglieri comunali Alfonso Vassallo e AngeloVaccareilo che avevano chiesto lumi al commissario di Gesa Teresa Restivo. «Ci è stato spiegato - commentano - che Agrigento era in allarme sporcizia e questo rinforzo è servito ad evitare ulteriori complicazioni. La Restivo, continua a dimostrare grande capacità digestione di situazioni di disagio e di crisi, spero che dopo questa esperienza possa continuare la sua attività anche in politica perchè abbiamo l'esigenza di essere amministrati da donne di questa professionalita' ma soprattutto che sappiano trovare il giusto connubbio tra efficacia amministrativa e politica». (AMM)
 
Valle, strada panoramica
Appaltati nuovi lavori
 Nuovo look per la strada di accesso alla Valle dei Templi. L'ufficio gare della Provincia nell'ultima tornata di affidamenti ha aggiudicato l'appalto per la manutenzione straordinaria della strada provinciale numero 4, tratto iniziale al Tempio di Giunone, con messa in sicurezza del traffico pedonale. L'importo dell'appalto era di 323.000 euro, di cui 313.310 per importo a base d'asta e 9.690 euro di oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso. L'appalto è stato aggiudicato provvisoriamente all'impresa Ginevra Costruzioni Sri, che ha offerto un ribasso del 30,4368%, per un importo complessivo di 227.638,46 euro di cui 217.948,46 perla realizzazione dei lavori. Prosegue, dunque, anche in un periodo particolare come quello estivo, il lavoro dello staff dell'Ufficio gare per l'espletamento delle procedure delle varie gare d'appalto, finalizzate al miglioramento generale della viabilità provinciale e di altri settori, compreso quello delle scuole, in tutti i loro aspetti. Intanto prosegue la rimozione dei rifiuti da alcune strade provinciali, servizio curato dal Gruppo Tutela Ambientale del Settore Territorio e Ambiente, diretto da Bernardo Barone. Quasi 7.000 chili di rifiuti rimossi in seguito alla bonifica di alcune strade provinciali. Il dato è stato diffuso dallo staff tecnico dell'Ufficio Risanamento Ambientale del Settore Ambiente della Provincia. Complessivamente sono stati eliminati 6.780 chilogrammi tra rifiuti indifferenziati, inerti e speciali, pericolosi e non. Particolare attenzione è dedicata alla provinciale uno dove sono stati rinvenuti notevoli quantitativi di ingombranti e soprattutto di rifiuti speciali pericolosi per la salute dei cittadini, in particolare contenitori in amianto.
 
LA SICILIA
 
Crocetta va allo scontro con il commissario
"Impugnando la legge antiparentopoli ha preso un granchio ". Scintille con D 'Alia
ANTONIO FRASCHILLA
«LA Sicilia non può essere governata da Roma, se è questo quello che pensa di fare il commissario dello Stato e che quasi sembra auspicare il ministro D'Alia, sappiano che io mi opporrò con tutte le mie forze: ripresenteremo subito la norma sull'incandidabilità e l'incompatibilità con la carica di deputato di soci" in enti e onlus che ricevono fondi dalla Regione». Il giorno dopo la pesante decisione del commissario Carmelo Aronica, che ha impugnato la parte della norma antiparentopoli che introduceva i vincoli anche per i soci degli enti, il governatore Rosario Crocetta rilancia e annuncia nella giunta di oggi non solo l'approvazione di un articolo che ripropone la norma sui soci, e che andrà subito all'Ars, ma anche l'avvio delle regole per i finanziamenti agli enti, incassato «il grande successo dell'abolizione della Tabella H».
Dopo il colpo, Crocetta rilancia. E attacca a muso duro il commissario dello Stato: «Impugnando la norma sui soci ha preso un granchio e ha esagerato — dice l'ex sindaco di Gela— la Sicilia ha una specificità particolare e le norme nazionali non bastano: allora perché abbiamo lo Statuto? Io rimango dell'idea che chi è socio di un ente di formazione o di una onlus che riceve fondi della Regione ha più potere di un amministratore e di un dirigente. La storia recente e le indagini della magistratura lo dimostrano. Per questo non farò ricorso alla Corte costituzionale, che ci farebbe perdere altro tempo, ma ripresenterò la norma, magari specificando meglio il perché nell'isolavi è una situazione diversa rispetto al resto d'italia».
Il governatore difende comunque l'impianto della legge rimasta in piedi e attacca il ministro dell' Udc, Gianpiero D'Alia, che aveva consigliato a Crocetta «di smetterla di fare chiacchiere e applicare le norme anticorruzione vigenti a livello nazionale: «La legge che abbiamo approvato introduce i vincoli per amministratori, dirigenti e rappresentanti legali anche per gli enti di formazione e le onlus, cosa che la norma nazionale non fa— aggiunge —-vi pare poco? A D'Alta ribatto dicendo che se vuole mortificare l'autonomia siciliana è libero di farlo, io penso che noi dobbiamo andare oltre le norme nazionali».
Intanto, però, dopo l'impugnativa del commissario dello Stato, pezzi della maggioranza chiedono la testa dei collaborati e dei burocrati che «hanno consigliato di scrivere cosi male» la norma poi bloccata dal prefetto Aronica: «E sbagliato cercare di far restare Crocetta con il cerino in mano— dice il deputato de Drs, Belle Picciolo —i tecnici che coadiuvano il governo devono avere la capacità di ridurre al minimo questi strafalcioni legislativi». «Bastava copiare la norma nazionale meglio», dice polemicamente il deputato Pippo Gianni. Crocetta comunque guarda oltre e annuncia, nella giunta di oggi, l'approvazione delle regole per partecipare al bando destinato ai finanziamenti agli enti, dopo l'abolizione della Tabella H: «Stabiliremo i criteri, che saranno stringenti e che prevederanno la massima trasparenza, il mercato delle vacche è finito», dice. Tutti i dirigenti generali coinvolti, in particolare quelli dei Beni culturali, della Famiglia e del Turismo, hanno già elaborato delle griglie. L'obiettivo è quello di cercare di tutelare, nella distribuzione dei 6,5 milioni di euro, gli enti che hanno alle spalle vecchie norme di legge ad hoc per i finanziamenti. Leggi che non sono decadute con l'abolizione della Tabella H e che fanno mantenere vivo il dirotto ai fondi da parte delle varie sigle: tra queste, l'Istituto Gramsci, il museo Mandralisca, la Fondazione Sciascia, il Centro studi Pio La Torre, l'Ente per i sordomuti, l'associazione invalidi e mutilati, il telefono Arcobaleno, il centro 'Helen keller" dell'Unione italiana ciechi, il Banco alimentare e gli Istituti per i ciechi.

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