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Provincia, in tilt il sistema informatico
Durerà ancora qualche giorno la verifica del sistema informatico della Provincia andato in avaria a seguito delle piogge dei giorni scorsi che hanno danneggiato il server nella sede di via Acrone ad Agrigento, impedendo di operare il caricamento di nuovi dati in alcune aree del sito. In particolare non sono utilizzabili gli applicativi interni che aggiornano, per esempio, l'albo pretorio on-line e la posta elettronica dell'Ente.
Sicilia24h
Il sistema informatico della Provincia ancora in manutenzione
Durerà ancora qualche giorno la verifica del sistema informatico della Provincia andato in avaria a seguito delle piogge dei giorni scorsi che hanno danneggiato il server nella sede di Via Acrone ad Agrigento, impedendo di operare il caricamento di nuovi dati in alcune aree del sito. In particolare non sono utilizzabili gli applicativi interni che aggiornano, per esempio, l'albo pretorio on-line e la posta elettronica dell'Ente.
I tecnici della Provincia e l'assistenza tecnica che gestisce la manutenzione stanno lavorando alacremente per ripristinare la funzionalità del sistema e del sito internet della provincia che, pur visibile e consultabile dall'esterno, non può essere aggiornato giornalmente. Per ripristinare il sistema sono stati ordinati, anche, alcuni pezzi di ricambio che arriveranno giovedì prossimo.
Sostituiti i pezzi danneggiati si potrà procedere ad una nuova verifica dell'impianto e se non ci saranno ulteriori problemi, al momento non verificabili, sarà possibile riattivare la funzionalità dell'intero sistema e aggiornare i dati del sito internet.
Giornale Di Sicilia
NUOVE ATTIVITA' INDUSTRIALI O TURISTICHE
L'assessorato alle Attività produttive prova a sbloccare la spesa dei fondi europei e pubblicaun maxi bando da 80 milioni destinato a finanziare la creazione di nuovi poi1 industriali o turistici.
Scatta quindi la corsa a una delle fette più grosse dei contributi europei per il periodo 200712013 anche se la filosofia di fondo che l'assessorato guidato da Linda Vancheri ha deciso di dare al ban-. do è molto simile a quella che ha impedito all'assessorato alle Energie di assegnare circa 200 milioni:
procedure troppo selettive e la previsione di un cofinanziamento daparte delle aziende che si aggiudicavano i contributi hanno scoraggiato le piccole e medie imprese locali che non hanno avanzato neppure una domanda. Per questo motivo l' assessorato all'Energia è stato costretto qualche giorno fa, dopo tre annidi tentativi a vuoto, a revocare il bando destinato a finanziare i poli industriali perla costruzione di componenti perla produzione di energia pulita dirottando i fondi su altre spese.
Ma alle Attività produttive il tentativo inizia adesso. Il bando appena firmato dal dirigente Ales
Sandro Ferrara prevede incentivi per imprese o gruppi di imprese che vogliano realizzare insediamenti produttivi nei settori manifatturiero, dei servizi, della ricerca e dell'innovazione. Oppure potranno essere finanziate imprese che vogliono realizzare poli turistici - Nel primo caso la quota di finanziamenti da assegnare è di 60 milioni, nel secondo l'asta è per 20 milioni. Le imprese potranno ricevere finanziamenti per creare nuovi impianti, ampliare o modernizza re quelli esistenti, riconvertire riattivare strutture vecchie. Finanziabile anche l'acquisto di macchinari. Ogni progetto deve avere ur valore minimo di 15 milioni e l'impresa capofila deve garantire un cofinanziamento di almeno 8 milioni. «Ma a differenza di quanto i avvenuto per i bandi dell'assessorato all'Energia che erano limitati alle sole piccole e medie imprese spiega Ferrara - noi abbiamo dato la possibilità di partecipare a tutte le aziende, di qualsiasi dimensione. E dai primi riscontri ci sembra che il bando stia già suscitando un certo interesse».
Fra le iniziative destinate al turismo possono essere finanziati azioni destinate alla destagionaliz zazione e diversificazione dell'offerta, alla valorizzazione di luoghi d'eccellenza e di interesse anche letterario, storico e ambientale.
L'avviso della pubblicazioni del bando è stato dato sulla Gazzetta ufficiale del 16agosto. li
do integrale, che indica nel dettaglio tutte le quote e le percentuali di spese finanziabili, è pubblicato sul sito dell'assessorato a cui si accede dal portale www.regione.sicilia.it. li termine per le domande scade dopo 60 giorni dalla pubblicazione.
Il maxi bando è una delle ultime chance dell'assessorato alle attività produttive per spendere i fretta i soldi rimasti fino a ora n' cassetti per ritardi amministrati e scontri politici.
Le verità su Ato idrico, Cupa e Voltano D'Orsi all'attacco del sindaco Zambuto
Tornato dalle vacanze l'ex presidente delle Provincia regionale di Agrigento, Eugenio D'Orsi, va all'attacco del Sindaco Marco Zambuto e promette di creare una fondazione per realizzare l'aeroporto. Sfida il primo cittadino di Agrigento in tv: «Voglio un confronto televisivo per ripristinare la verità su Ato idrico, Cupa, Voltano e tanto altro» dice, intendendo per replicare alle contestazioni che Marco Zambuto gli avrebbe rivolto ancora in questi ultimi mesi. Ma da Palazzo di Città il Sindaco di Agrigento risponde: «Un confronto in tv? E a chi dovrei rispondere? Chi è questo signore?». Non è gli è andata giù sapere che D'Orsi in conferenza stampa ha ripetutamente affer
mato che, politicamente parlando, Marco Zambuto sarebbe un imbroglione. «Non rispondo a chi mi insulta» - dice abbastanza seccato.
Al Sindaco di Agrigento D'orsi ha contestato di tutto: «1 pennelli a mare prima gli andavano bene al signor Sindaco - ha affermato - adesso che è intervenuta la magistratura ci ha ripensato. Perché non pensa piuttosto a controllare gli scarichi a mare? il Sindaco è il primo responsabile dell'igiene e della sanità in città? Perché non dai servizi, come gli allacci alla rete fognante, a chi ha pagato gli oneri di urbanizzazione? Non gli andava bene neppure la nomina al Consorzio universitario di Mifsud, ma dimentica di dire che il Comune per anni non ha garantito i contributi al Cupa». E un fiume in piena l'ex presidente della Provincia. In conferènza stampa ha portato lettere e documenti per dimostrare che lui in quanto presidente dell'Ato idrico ha lavorato tanto e prima della magistratura agrigentina si è impegnato per la depurazione. «È merito mio se Agrigento avrà un finanziamento di 26 milioni perla rete idriche e fognante. Zambuto sbagliava persino ufficio. Andava a parlare all'assessore regionale al territorio e all'ambiente piuttosto che bussare alla porta di quello dell' energia», sostiene.ricorda i debiti che il Comune in quanto maggiore azionista del Voltano ha accumulato: sarebbero 4 milioni e mezzo. E che complessivamente oggi i debiti del Comune ammonterebbero a ben 68 milioni. E mostrai conti sventolando un foglietto. Parla infine del suo cavallo di battaglia: l'aeroporto. Se la prende con il Sindaco di Licata che al-
la fine non ha portato a conclusione l'opera. «Farò una fondazione per realizzare l'aeroporto - annuncia- . Le autorizzazioni più importanti le abbiamo e abbiamo anche i soldi». Ora fa il dirigente scolastico, Eugenio D'Orsi, ma non sembra avere smesso di volersi occupare di politica.
D'Alla: selezioni per assumere i precari
Ci sono i dubbi dell'associazione dei sindaci e le proteste dei sindacati sposate già dal Pd. li disegno di legge varato lunedì dal governo Letta per avviare le stabilizzazioni dei precari ha infiammato il clima in Sicilia. È già scattato il pressing per ottenere deroghe che consentano di assegnare il posto fisso a tutti gli attuali 18.500 contrattisti dei Comuni anche se il ministro per la Pubblica amministrazione, Gianpiero D'Mia, spegne le illusioni: «Non si possono trasformare indiscriminatamente tutti gli attuali contratti a termine assunzioni a tempo indeterminato. Chi lo promette specula sulla pelle dei precari ed è politicamente un criminale».
Il testo varato a Roma prevede - spiega ancora D'Alia - che i Comuni debbano bandire dei concorsi riservando la metà dei posti a quanti nell'ultimo quinquennio abbiano avuto almeno tre anni di contratto. Le stabilizzazioni saranno possibili solo se il Comune ha i conti in ordine e rispetta il patto di stabilità. infine, verranno garantiti tutti i vincitori di vecchi concorsi che non sono mai stati assunti e, in generale, chi è in graduatoria da almeno il 2008. «Un piano che - aggiunge il ministro - è fatto per tutta Italia, dove si contano 120 mila precari senza considerare quelli della scuota. Ora, con i concorsi, assumiamo i migliori». Il ministro registra le polemiche dei sindacati, Il Movimento giovani lavoratori, la sigla autonoma più rappresentativa dei 18.500 in servizio oei Comuni, segnala che «riservando solo la metà dei posti agli attuali contrattisti si scaricheranno persone che sono impiegate da 20 anni nelle amministrazioni». E anche la Uil, con il segretario Claudio Barone, ritiene insufficiente il provvedimento del governo nazionale perché non risolve il problema in Sicilia». Le Cisl, col segretario Maurizio Bernava, ritiene «prevedibile che una situazione complicata e atipica come quella siciliana non possa essere risolta da una norma che introduce parametri uguali a quelli del resto d'Italia. Qui nessun Comune ha la pianta organica in ordine...». Dubbi anche dalla Cgil.
Ma n°0 sono solo i sindacati a chiedere deroghe che consentano di aumentare la platea di chi otterrà una riserva. Anche l Anci, l'associazione dei sindaci, è preoccupata «Non conosciamo ancora il provvedimento - anticipa il segretario Mario Emanuele Al vano - ma qui il problema è i vincoli del patto di stabilità e il limite del 50% della spesa corrente che può essere impiegato per pagare il personale. Se non si deroga a questi paletti, nessuno può stabilizzare>. E anche per i 'Asael, guidata da Matteo Cocchiara, «dopo tanta attesa la montagna ha partorito un topolino. Contavamo sulla legge nazionale ma se il testo è questo provocherà solo il licenziamento di tanti precari e la paralisi dei Comuni,).
D'Alia prova a fare chiarezza:«Qualsiasi legge non può violare la Costituzione. E in Italia nelle pubbliche amministrazioni si entra per concorso. Chiunque pensa a stabilizzazioni di massa fa un uso politicamente criminale dei precari speculando sulle aspettative di questa gente», Il ministro si spinge a dire che «chi negli anni ha prodotto il fenomeno del precariato andrebbe radiato dalla vita politica. È impensabile accendere speranze che non si potranno mai realizzare».
Al di là dell'aspetto politico, ci sono i vincoli di bilancio: «Solo un pazzo può pensare che un Comune vicino al dissesto possa stabilizzare i propri precari. A meno che non si voglia proprio spingere gli enti locali al definitivo fallimento». D'Mia prevede quindi che «i Comuni con le carte in regola potranno avviare i piani di stabilizzazione, da completare entro il 2015. In questo periodo anche chi non è stato stabilizzato potrà ottenere la proroga del contratto». In questo senso dunque dovrebbe essere almeno scongiurati rischio che ogni anno si debba attendere il vi& libera dallo Stato per le proroghe siciliane.
in questo clima anche il Pd siciliano alza la voce. Per Baldo Gucciardi el'ex segretario Cgil Mariella Maggio «per la Sicilia sono necessarie norme che sen'ano a garantire il futuro occupazionale di 2omilacontrattisti. Da tempo abbiamo chiesto di trovare soluzioni che anche derogando al patto stabilità, consentano la stabilizzazione di migliaia di lavoratori da decenni impiegati in servizi pubblici spesso indispensabili. il progetto del governo nazionale invece - continuano Gucciardi e Maggio - costruisce un quadro normativo che non tiene conto della specificità siciliana».
La Sicilia
PORTO EMPEDOCLE. Gli immigrati non stazioneranno nella tenda, ma verranno subito smistati. Chiusa la tensostruttura
Una grana in meno per le forze dell'ordine della zona. Non si conosce la motivazione reale, ma la tensostruttura adiacente il secondo ingresso del porto empedoclino non accoglierà immigrati extracomunitari per un po' di tempo.
Da indiscrezioni pare che la scelta di chiudere il tendone realizzato anni fa dalla Protezione Civile sia stata dettata dai danni causati nei giorni scorsi dagli extracomunitari ribellatisi al tratteni*mento prolungato e alle procedure di identificazione. A dispetto di quanto era trapelato nei primi momenti della rivolta, sfociata nella fuga in due tempi di 336 clandestini, tale fuga non fu affatto pacifica. Vennero danneggiate
porte e finestre, furono forzati i cancelli. Gesti che hanno causato serie conseguenze sulla struttura già di per se nata non per accogliere più di 100 persone e per poche ore, figurarsi per resistere all'ira di 336 disperati, affamati di libertà, pronti a quasi tutto pur di ottenerla. Quindi la tensostruttura, non essendo nelle condizioni logistiche e di sicurezza idonee ad accogliere persone tra l'altro in precarie condizioni di salute, è stata chiusa, Il tutto con un sospiro di sollievo certamente tirato da poliziotti, carabinieri, finanzieri, guardia costiera e volontari impegnati da mesi in mansioni assai snervanti, Mansioni che hanno anche privato le strade delle nostre città da unità diversamente
molto utili al controllo delle stesse. Sarà un caso, ma nelle ultime settimane sono aumentati i furti nelle abitazioni. Ecco perché con la tensostruttura chiusa fino a data da destinarsi, l'attenzione delle forze dell'ordine potrà tornare a essere rivolta con maggiore disponibilità di uomini e mezzi al controllo del territorio.
Ma cosa accadrà quando arriveranno immigrati, sia per i trasferimenti da lampedusa, sia in caso di sbarco sulle coste locali? Nel primo caso si procederà all immediato smistamento dei migranti nei centri di accoglienza sparsi per l'isola. Come del resto è già accaduto ieri, quando il centinaio di stranieri giunti a Porto Empedocle con il tra-
ghetto dalle isole Pelagie sono stati trasferiti con i pullman a Mineo. In caso di sbarco sulle coste locali, la situazione verrà affrontata al momento, ma con la consapevolezza di non potere usufruire della tensostruttura.
Questo è forse un aspetto da tenere sotto controllo, ovvero su come verrà garantito il primo soccorso ai migranti, specie se le condizioni meteo non fossero buone. Nei giorni scorsi dal mondo politico erano state manifestate perplessità sull'utilizzo della tensostruttura empedoclina. Tra i più perplessi l'eurodeputato Salvatore lacolino, recatosi in visita per toccare con mano la situazione.
Rifiuti, corsa contro il tempo
Il30 settembre cesserà 1'Ato, ma il Comune non è ancora pronto a gestire il servizio
A meno che non intervenga un'altra proroga che allunghi ulteriormente la vita di Gesa Agrigento due, appare difficile e nebulosa la fase di transizione che dovrebbe caratterizzate il passaggio dall'Ato Gesa Agrigento due alle nuove Ssr ed agli Aro.
Nella sostanza, il 30 settembre Ge sa cesserà di esistere come soggetto gestore del servizio di igiene ambientale e le sue competenze dovrebbero passare alle nuove Società per la regolamentazione della raccolta dei rifiuti ed agli Aro che sono in corso di costituzione: la Giunta municipale di Agrigento ha dato in tal senso un preciso atto di indirizzo al dirigente del settore sesto affinché disponga la costituzione di un ambito con il solo comune capoluogo che così gestirà in proprio il servizio.
Dunque con il primo ottobre dovrebbe essere Palazzo dei Giganti ad assumersi la responsabilità della raccolta della spazzatura, del suo smaltimento ed anche dello spazzamento delle strade.
Ma esso non ha le risorse umane necessarie per poter provvedere in merito, per cui dovrà necessariamente esternalizzare il servizio e qui casca l'asino. Per affidare tale servizio ad una impresa esterna occorre una gara d'appalto di importo non trascurabile; ora, elaborare il relativo bando, pubblicarlo, dare il tempo di concorrenti di presentare le istanze, esami le offerte ed aggiudicare l'appalto non è esattamente una cosa che si può definite in poco più di 30 giorni. Un bando del genere necessita di un periodo che si aggira intorno a dieci-dodici mesi per essere aggiudicato, e questo nella migliore delle ipotesi, sempre che non ci siano ricorsi altri intoppi nel rilascio delle certificazioni antimafia. Tutto questo senza contare che ancor la Srr non è stata costituita e che difficilmente l'Aro potrà entrare in funzione senza la società che svolga le sue funzioni di organizzazione generale del servizio.
E allora? siamo alle solite. Si fanno le riforme senza che la nuova organizzazione sia pronta a subentrare alla vecchia.
Qualcuno ipotizza una proroga che prolungherebbe la vita degli Ato rifiuti fino al 31 dicembre, ma ciò presupporrebbe direttive ben precise liquidatori i quali a loro volta dovranno emettere disposizioni in ordine alla prosecuzione del servizio ed in ogni caso altri tre mesi, come abbiamo visto, non sarebbero sufficienti per garantire la transizione. Altra soluzione sarebbe che i sindaci si assumano la responsabilità di emettere un'ordinanza di urgenza, vista la cessazione del servizio da parte dell'Ato rifiuti il 30settembre, disponendo in
proprio la prosecuzione del servizio di igiene ambientale ed affidando ir via provvisoria la raccolta ed il tra sporto della spazzatura a ditte esterne laddove non abbiano le risorse necessarie.
Insomma, ad un mese dal passaggio dei poter" ancora una volta le ide sembrano poche ed anche abbastanza confuse.
D'Orsi spara a zero sul sindaco Zambuto
ATO IDRICO. "Le accuse nei miei confronti sono state costruite artatamente per scaricare sue responsabilità»
g. s.) «Le accuse rivolte all'Ato Idrico e alfa mia persona da Marco Zambuto sono solo le costruzioni mentali di uno che politicamente è solo un imbroglione». L'ex presidente della Provincia ed ex commissario dell'Ato Idrico Eugenio D'Orsi, dopo un periodo di relativo silenzio (in cui ha incassato gli attacchi del sindaco di Agrigento sulla gestione del servizio idrico) si scaglia contro quello che nei fatti è uno dei suoi nemici politici più antichi, ovvero Marco Zambuto. I rapporti tra i due, oggettiva niente, non sono stati mai particolarmente buoni, ma da quando il primo cittadino ha awiato una campagna contro la gestione del servizio idrico, chiedendo tra l'altro la rimozione di D'Orsi da commissario dell'Ato, tutto è andato irreparabilmente peggio.
«Zambuto è politicamente imbroglione - dice l'ex presidente - quando parla male dei pennelli a mare, dato che il 16aprile2009 scrisse una lettera nella quale plaude ai lavori avviati da Girgenti Acque per il rifacimento degli impianti, e lo è anche quando rivendica come una sua vittoria la mia rimozione da commissario dell'Ato. 11 mio incarico, in realtà era giunto al termine naturale, e io in primis avevo chiesto chiarimenti alla Regione sulle direttive da attuare. Quale guerra avrebbe vinto per rimuovermi?».
A dire il vero noi ricordiamo un passaggio di consegne, da D'orsi a Benito Infurnari più traumatico, anche se non sappiamo realmente quanto sia pesata l'azione politica di Zambuto. L'ex commissario, inoltre, difende la qualità del lavoro svolto dall'Ato Ag9: «Mentre Zambuto parlava con l'assessorato all'Ambiente per tentare di avere i finanziamenti per le reti, - dice D'Orsi - senza sapere che bisognava rivolgersi all'assessorato all'Energia, e Lombardo si rifiutava di riceverlo, sono stato io insieme ai tecnici dell'Ato a consentire che i progetti per la rete fognaria e per quella idrica arrivassero a finanziamento».
La teoria di D'orsi, inoltre, è che Zambuto abbia scelto la linea dell'attacco in quanto in difficoltà: «Sa che la responsabilità per l'igiene pubblica è sua e sa di quali attività negative potrebbe essere accusato e sta mettendo l mani avanti - dice -, allontanando responsabilità che gli competono e tentando di attribuirle ad altri.
E se da un lato D'Orsi conferma di voler valutare la possibilità di tutelarsi nelle sedi legali contro le affermazioni di Zambuto (cosa che aveva iniziato a fare come commissario e che adesso potrebbe fare come privato cittadino), dall'altro sfida il sindaco ad un dibattito pubblico: «Saranno i fatti a far vedere chi ha ragione e chi torto - spiega l'ex presidente-. E siccome non voglio avere un vantaggio rispetto a lui, gli concedo che i faccia accompagnare da chi esercita su di lui la patria potestà», Personaggio che D'Orsi non identifica, ma per molti potrebbe essere un riferimento caustico ari Angelo La Russa.
L'ex presidente, inoltre, non rinuncia ad una sua vecchia battaglia, quella pro aeroporto, annunciando la volontà di voler creare una fondazione in sostegno dell'infrastruttura.