14 settembre - sabato
LA SICILIA
SCUOLA Intervento della Camera del lavoro sull'Ipia Fermi e l'agricolo Livatino
«Serve un tavolo dei servizi»
«Una tavola di servizi che abbia come ordine del giorno la sistemazione dell'istituto per l'Agricoltura Rosario Livatino" e l'Ipia "Guglielmo Mar- coni". A chiedere sindaco Vincenzo Corbo che venga convocata è la segreteria cittadina della Camera del Lavoro, Anna Tascarella, la quale si rivolge al capo della giunta per risolvere una questione che va avanti da oltre venti anni.
"Si ritiene che il sindaco debba tutelare tutti gli studenti che insistono sul nostro comune sottolinea la sindacalista - L'obbligo non è amministrativo ma è sicuramente di carattere morale. Come possono il Signor Sindaco e l'amministrazione comunale permettere che scuole quali i due professionali, quello dell'industria e quello dell'agricoltura, vadano a morire solo per questioni logistiche? interroga Tascarella - In questo periodo di crisi e mancanza di occupazione, questi due istituti potrebbero, se allocati in strutture adeguate al loro naturale corso di studi, rappresentare una buona formazione per affrontare il mondo del lavoro.
La dichiarazione universale dei diritti umani afferma che l'istruzione tecnica e professionale devono essere generalmente fruibili aggiunge la sindacalista E', invece, sotto gli occhi di tutti che la Provincia, non si sia occupata negli anni precedenti del destino degli istituti di sua competenza che insistono nel comune di Canicattì denuncia - Da anni, i vari Dirigenti Scolastici che si sono avvicendati alla presidenza di questi istituti così come gli studenti, i docenti e il personale non docente, hanno denunciato lo stato di degrado degli edifici, in cui questi istituti erano ospitati; Cittadinanza attiva ha più volte denunciato lo stato di pericolosit e rischio in cui vivevano gli studenti".
Inoltre la segreteria della Camera del Lavoro ricorda che quando la gestione del comune di Canicattì era stata affidata al Commissario straordinario e questo si preoccupò di recuperare un finanziamento per coprire le spese della costruzione di un nuovo edificio scolastico che accogliesse tutti gli indirizzi. Ma ad oggi la suola non esiste continua - Saranno trascorsi
circa dieci anni ci chiediamo che fine abbia fatto il progetto e se questa amministrazione abbia mai fatto rilevare l'inadempienza. Tutto ciò dura da decenni - conclude Anna Tascarella - si ritiene che un'amministrazione responsabile abbia il dovere di tutelare tutti i cittadini senza differenza di origini o di competenze". Quella dell'Ipia canicattinese è stata definita più volte da alunni e professori che si sono susseguiti nel tempo come una "farsa pirandelliana".
VALENTINA GARLANDI
PROVINCIA LASCIA ASSOCIAZIONI
g. s.) La Provincia regionale di Agrigento continua ad abbandonare le associazioni di cui faceva parte e che richiedevano un esborso economico per l'Ente. Il commissario Benito Infurnari ha infatti firmato una propria determinazione che decreta l'uscita dalla «Strade del Vino Terre Sicane,,, a cui la Provincia aveva aderito nel maggio del 2009 e che costava alle casse pubbliche una spesa annua di 2500 euro. Una scelta che il commissario motiva non solo con problemi di tipo economico dell'Ente, ma soprattutto alla luce del progetto di riorganizzazione delle Province.
Entro la fine del mese la nomina del nuovo soprintendente
Entro la fine di questo mese la Soprintendenza ai Beni culturali di Agrigento conoscerà il nome della sua nuova guida. Dallo scorso aprile infatti l'importante istituzione a tutela del patrimonio storico e ambientale del nostro territorio è coordinata da un reggente pro tempore, ovvero l'ingegnere Antonino Fera.
Un incarico gravoso e oltre che prestigioso, che Fera sta portando avanti con grande professionalità. ma che non potrà continuare a portare avanti. La Regione infatti - dalla quale dipende come ovvio la Soprintendenza - nominerà a breve parecchi funzionari di primissima fascia, da destinare alla guida di importanti settori della burocrazia siciliana.
Tra questi «palazzi» figura dunque la Soprintendenza di Agrigento, orfana dallo scorso aprile del proprio responsabile, dopo il pensionamento di Pietro Meli (nella foto). Da indiscrezioni pare che la nomina possa essere ufficializzata entro la prossima settimana, al più tardi entro la fine di questo mese. Nel frattempo, in attesa che tale passaggio obbligato si compia, sarà Fera a coordinare le varie attività nella veste di reggente.
E non si può dire certamente che si annoi, basti pensare alla grana della vicenda relativa al borgo della Scala dei Turchi che, proprio nelle scorse, la Soprintendenza a deciso di bloccare in auto- tutela, in attesa che tutti gli accertamenti in corso, da parte della stessa Soprintendenza, come della Procura della Repubblica e della Regione si compiano e facciano chiarezza su quanto accaduto.
Da sempre la poltrona di soprintendente ai Beni culturali è una tra quelle più ambite nel panorama non solo regionale. Del resto in provincia il patrimonio storico e ambientale da gestire e tutelare ha pochi eguali nel mondo.
FRANCESCO DI MARE
EMERGENZA AMBIENTALE
Il provvedimento del Dipartimento Acqua e Rifiuti è lo stesso già adottato per gli impianti di Siculiana e Licata.
L'Arpa aveva dimostrato che i reflui depurati erano inquinanti Unica speranza i progetti per la nuova rete fognaria
DEPURATORE VILLAGGIO MOSE, LA REGIONE REVOCA I AUTORIZZAZIONE ALLO SCARICO
Dopo Siculiana e Licata, la Regione blocca l'autorizzazione allo scarico anche per il depuratore del Villaggio Mosè. Sulla Gazzetta ufficiale di ieri, infatti, è stato pubblicato il provvedimento dell'Assessorato dell'Energia e dei Servizi di pubblica utilità che revoca a Girgenti Acque Spa, soggetto gestore del servizio idrico integrato di Agrigento l'autorizzazione allo scarico del refluo depurato. La data del decreto del dirigente generale del dipartimento regionale dell'acqua e dei rifiuti è la stessa dei depuratori di Siculiana Marina e Licata, e ai sensi degli stessi riferimenti normativi, ovvero l'articolo 2, comma 1, della legge 241/90 e l'art. 2, comma 1, della legge regionale 10/91. Traduzione: si contesta al gestore il fatto che nessuno ha preso i dovuti provvedimenti entro il termine stabilito dalla legge alle richieste di interventi firmate in seguito ai rilevamenti degli organismi di controllo ambientale.
Come si ricorderà, il depuratore n
del Villaggio Mosè era Stato Oggetto a metà giugno di un sopralluogo congiu0 di Azienda sanitaria provinciale nucleo Nos della Polizia locale e tecnici delI'Ageij5 regione le per l'ambiente Durante quel blitz furono realizzati dei prelievi i quali, alcuni giorni dopo confermarono una realtà impressionante Ovvero che il carico inquinan0 dei reflui che arrivano all'impianto era di quello che invece fuoriesce dall'impianto e viene scaricato nel vallone. Un fatto che non stupì particolarmente Girgenti Acque dato che, come è noto, il depuratore di Villaggio Mosè è fortemente sottodimensionato rispetto alla quantità di reflui che si trova a trattare quotidianamente. Dall'ente gestore, tra l'altro, si parlò sostanzialmente di un atto soprattutto burocratico da parte della Regione, che è da anni a conoscenza della situazione degli impianti di depurazione siciliani.
Il provvedimento, ovviamente, non produrrà effetti immediati sulla struttura. Essa, infatti, continuerà a funzionare, e diversamente non potrebbe essere, dato che il suo spegnimento renderebbe impossibile per tutto il Villaggio Mosè (la parte che ha le fogne, si capisce) l'utilizzo delle acque nere. Al massimo, come avviene secondo procedura, l'azienda in attesa dello sblocco dei finanziamenti per le opere di depurazione provvederà a realizzare alcuni interventi provvisionali. La palla sui controlli passa adesso alla Provincia regionale di Agrigento.
GIOACCHINO SCHICCHI
Tribunali rivoluzione in provincia
Se non è rivoluzione poco ci manca. Dalla mezzanotte di ieri è scattata l'ora «X» per la riforma della geografia giudiziaria. li che vuoi dire che hanno chiuso i battenti centinaia di uffici giudiziari: sulla carta 30 Tribunali e altrettante Procure, 220 sezioni distaccate e 667 uffici del Giudice di Pace. Nella realtà saranno poco meno. Sono Stati infatti provvisoriamente risparmiati, per il terremoto, tutti i cinque tribunali dell'Abruzzo che erano destinati a essere rottamati.
E per due anni resteranno in attività altri 8 palazzi di giustizia di altrettanti Comuni, che hanno una popolazione superiore ai 180 mila abitanti e che devono fare i conti quasi con 7 mila cause civili sopravvenute all'anno: scopo dichiarato del rinvio, consentire lo smaltimento dell'arretrato,
Niente da fare per Nicosia e Mistretta, nonostante le animate proteste degli ultimi giorni. Da queste parti hanno chiuso i battenti la sede distaccata dì Canicattì, mentre per quella di Licata si attenderà ancora qualche giorno. Anche a Canicattì si dovrà attendere almeno fino alla prossima settimana prima di dichiarare ufficialmente traslocata nel capoluogo l'attività giudiziaria, visto che da lunedì al prossimo 20 settembre è in programma lo sciopero degli avvocati.
Ma se per Licata e soprattutto Canicattì, la soppressione dei locali uffici giudiziari distaccati è cosa certa, diverso è lo scenario per Sciacca. Qui è da anni operativo il Tribunale autonomo il quale sei mesi fa circa era stato dichiarato di fatto chiuso. Sì riteneva che la sua posizione confinante con la provincia di Trapani lo rendesse inutile tanto da far ipotizzare il trasloco ad Agrigento.
I politici locali con competenze nazionali, le categorie professionali in servizio al palazzo di giustizia saccense si prodigarono per salvare la struttura, e ci riuscirono.
E non solo il Tribunale non è stato soppresso, ma anzi nel quadro del riordino delle sedi giudiziarie italiane è stato anche potenziato. A Sciacca faranno capo anche tre comuni del Trapanese come Salaparuta, Poggio Reale e Partanna.
Ricapitolando: il Tribunale di Agrigento si «arricchirà» dei procedimenti aperti a Canicattì e anche di quelli incorso a Licata, è questione di tempo. Sciacca rimarrà autonomo, divenendo anche punto di riferimento per tre grossi centri della limitrofa provincia trapanese.
Ieri avremmo voluto raccogliere un commento o una valutazione da parte del sempre disponibile e cordiale presidente del Tribunale Luigi D'Angelo. Molto impegnato in udienze, tale desiderio è rimasto insoddisfatto.
D. M.
GIORNALE DI SICLIA
SCUOLA. Tascarella chiede «aiuto» a Comune
Ipia Marconi, doppi turni Arriva l'appello della Cgil
Mentre gli alunni hanno avviato tra numerosi disagi il nuovo anno scolastico, non si arresta la discussione in merito al destino cui sono lasciati i ragazzi e le ragazze che frequentano l'ipia Marconi. Questi saranno costretti, non si sa per quanto tempo, a sopportare i fastidiosi turni pomeridiani ospitati nei locali del Liceo Scientifico Sciascia a causa dell'ennesimo tentativo andato a vuoto di assegnare loro una migliore collocazione dopo la chiusura dei plesso di via Ducezio. Sulla vicenda del Marconi si è registrato l'intervento del Segretario della locale Camera del Lavoro, Anna Tascarella, che ha ripercorso il difficile percorso intrapreso ormai da decenni per tentare di dare soluzione ai tanti problemi che hanno attanagliato ed attanagliato gli studenti dell'Istituto Professionale. «Come possono le istituzioni - ha dichiarato Anna Tascarella - Signor Sindaco e l'amministrazione comunale permettere che scuole di grande importanza come il Professionale vadano a morire solo per questioni logistiche. Da un lato la Provincia Regionale di Agrigento e dall'altro l'amministrazione comunale di Canicattì poco si sono occupate del destino degli alunni dei Marconi». La Tascarella ha parlato anche dei progetto relativo alla realizzazione di un nuovo istituto in grado di ospitare l'Ipia e per il quale anni fa si era trovata anche la possibilità di finanziamento. «Anche questa opportunità si è persa - ha concluso Anna Tascarella -. Chiediamo al sindaco della città di convocare una conferenza di servizi per affrontare in maniera decisa la problematica infrastrutturale che non colpisce soltanto il Marconi ma che sta creando gravi disagi anche agli studenti dell'istituto Professionale Agrario, ospiti anche loro di un altro istituto e privi di una sede adeguata». (GIMO)
CARCERE E SCUOLA
Ambrosini al «Petrusa» Salamone in visita
Da anni, al carcere "Petrusa" l'alberghiero Ambrosini è presente con una sezione. In occasione degli esami di idoneità, il dirigente Giuseppe Salamone, con il vicario Giovanni Fontana, vi ha fatto una visita. Ricevuti dal responsabile dell'area educativa, Giovanni Giordano, ha incontrato il comandante di polizia penitenziaria Giuseppe Lo Faro verificando l'adeguatezza dei locali. Il preside ha elogiato l'idea del collegio dei docenti, condivisa dal consiglio d'istituto, di far funzionare delle classi al carcere di Agrigento offrendo ai detenuti l'opportunità di acquisire competenze formative che, scontata la pena, potranno consentire di reinserirsi più agevolmente nella società. (UR)
AUTONOMIE LOCALI
Valenti su aree metropolitane un referendum
«Chiederemo ai cittadini appartenenti alle tre aree metropolitane di Catania, Messina e Palermo, tramite consultazione referendaria di esprimersi su quale sia la città metropolitana a cui vogliono appartenere» Lo afferma l'assessore alle Autonomie locali Patrizia Valenti, illustrando il ddl governativo per l'istituzione e l'ordinamento delle città metropolitane di Catania, Messina e Palermo. La bozza approvata dall'esecutivo prevede l'accorpamento per 52 Comuni, e tre super governatori di area vasta a Palermo, Messina e Catania. Intanto la Cgil siciliana critica il ddl del governo Crocetta che, istituendo tre città metropolitane dà il via alla riforma delle Province. «Si è usato il modello di Roma capitale - dice Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia - cancellando 52 comuni senza avere sentito le amministrazioni». Critica anche l'Anci: serve il consenso dei Comuni.
ATO RIFIUTI Lo prevede la legge che ha fissato al 30 settembre il termine ultimo per la soppressione delle società d'ambito.
Gesa, dipendenti verso il licenziamento
La Gesa ha annunciato ieri mattina ai sindacati aziendali, l'intenzione di procedere al licenziamento collettivo dì tutti i dipendenti. Non è una notizia che arriva dai nulla e nemmeno qualcosa di cui nessuno era a conoscenza, tutt'altro, tant'è che gran parte degli interessati si sono già dati da fare per trovare giuste future collocazioni, ma soltanto la conseguenza della cessazione, a meno di nuovi slittamenti, dell'attività di gestione e di impresa prevista dal quadro normativo regionale prevista per il 30 settembre. Il commissario liquidatore Teresa Restivo ha convocato e incontrato i rappresentanti sindacali ai quali ha spiegato le ragioni che hanno portato alla necessità di procedere al licenziamento collettivo di tutto il personale per cessazione dell'attività che non potrà essere diversamente reimpiegato in mancanza di altre attività, di altre possibili commesse e, come già più volte detto, della disposta cessazione ex lege delle società d'ambito.
«La Gesa - ha spiegato la Restivo - come si sà, è già in liquidazione da tempo , e la legge prevede che al termine della procedura di mobilità, si procederà al licenziamento per cessazione di attività». (AMM)
La Regione modifica il fermo di pesca
La Regione apporta modifiche al fermo di pesca ed esultano le cooperative pescatori agrigentine. Da Porto Empedocle a Sciacca vengono valutate positivamente le nuove disposizioni contenute nel decreto dell'assessore regionale alle Risorse agricole, Dario Caltabellotta. Accolta la richiesta di modifica del decreto sul fermo biologico per la pesca avanzata dal sindaco di Sciacca Fabrizio Di Paola. Il sindaco Fabrizio Di Paola e il presidente del Consiglio comunale Calogero Bono esprimono la loro soddisfazione.
"L'interruzione per i motopesca - dichiarano- potrà avvenire non il primo di ottobre in maniera rigida, ma a partire dal prossimo 20 settembre in maniera flessibile, La modifica viene incontro così alle esigenze manifestate dalla marineria saccense». li provvedimento precedente era infatti ritenuto troppo rigido. Di Paola, facendo proprie le richieste delle due cooperative saccensi, aveva inviato nello scorso mese di agosto una prima lettera all'assessore Cartabellotta, chiedendo più flessibilità. Una nuova lettera il sindaco Di Paola l'ha inviata lo scorso mercoledì Il settembre. Nello stesso decreto, facendo riferimento a precedenti provvedimenti, si dice tra l'altro che «le unità di pesca per le quali era stato disposto un periodo di interdizione tecnica di trenta giorni consecutivi a decorrere dal primo ottobre fino al 30ottobre, potranno iniziare il periodo di interruzione a far data dal 20 settembre. Di Paola aveva evidenziato come un periodo obbligatorio rigido", senza nessuna flessibilità, avrebbe potuto certamente avere effetti negativi. «Positivo quest'intervento dell'assessore - dice Antonio Sarullo, della cooperativa pescatori di Porto Empedocle - ma queste disposizioni potevano essere dettate già in precedenza». (GP)
Agrigentoflash
Ipia Marconi Canicattì, ancora difficoltà. Intervento della Cgil
Intervento della Cgil di Canicattì dopo le notizie, diffuse in questi giorno sul tentativo andato a vuoto di assegnare, agli alunni dell'IPIA " G. Marconi" di Canicattì una migliore collocazione è andato a vuoto. Anna Tascarella della camera del lavoro di Canicattì spiega: " In una nota, infatti, il Sindaco spiega le motivazioni che lo hanno portato a dover porre il veto a questa ultima proposta di soluzione. Dalla lettura della nota gli addetti ai lavori possono notare l'evidente conflitto innescato da anni tra provincia e comune, relativamente all'allocazione degli istituti superiori , di competenza provinciale,ma seppur il Sindaco come massimo esponente dell'amministrazione comunale ha l'obbligo di tutelare e promuovere, nel miglior modo possibile , la formazione degli alunni che frequentano le scuole fino al I° grado superiore, si ritiene che Egli debba tutelare tutti gli studenti che insistono sul nostro comune. L'obbligo non è amministrativo ma è sicuramente di carattere morale. Come possono il Signor Sindaco e l'amministrazione comunale permettere che scuole quali i due professionali,quello dell'industria e quello dell'agricoltura, vadano a morire solo per questioni logistiche?.In questo periodo di crisi e mancanza di occupazione ,questi due istituti potrebbero ,se allocati in strutture adeguate al loro naturale corso di studi, rappresentare una buona formazione per affrontare il mondo del lavoro. La dichiarazione universale dei diritti umani afferma che l'istruzione tecnica e professionale devono essere generalmente fruibili. E' ,invece, sotto gli occhi di tutti che la Provincia Regionale di Agrigento , non si sia occupata negli anni precedenti del destino degli istituti di sua competenza che insistono nel comune di Canicattì.Da anni , i vari Dirigenti Scolastici che si sono avvicendati alla presidenza di questi istituti , così come gli studenti , i docenti e il personale non docente, hanno denunciato lo stato di degrado degli edifici, in cui questi istituti erano ospitati; Cittadinanza attiva ha più volte denunciato lo stato di pericolosità e rischio in cui vivevano gli studenti. Del caso si sono occupati testate giornalistiche di rilevanza nazionale, ma MAI alcun l'ente di competenza ,si è preoccupato di risolvere il problema. Quando la gestione del comune di Canicattì è stata affidata al Commissario straordinario , lui stesso si preoccupò di recuperare un finanziamento tale da poter coprire le spese della costruzione di un nuovo edificio scolastico che accogliesse tutti gli indirizzi; l'amministrazione successiva pose in atto tutti i procedimenti tecnici per agevolare la realizzazione del progetto. Ma ad oggi la suola non esiste. Saranno trascorsi circa dieci anni , ci chiediamo che fine abbia fatto il progetto e se questa amministrazione abbia mai fatto rilevare l'inadempienza. Tutto ciò dura da decenni, si ritiene che un'amministrazione responsabile abbia il dovere di tutelare tutti i cittadini senza differenza di origini o di competenze.
Ci rivolgiamo a lei Signor Sindaco perchè convochi una tavola dei servizi che abbia come ordine del giorno la sistemazione di questi due indirizzi di studi, ma in particolare dell'IPIA sul quale pende uno sfratto esecutivo ."
La Provincia concede i locali del Liceo Scientifico al Comune di Lampedusa
La Provincia dispone l'utilizzo dei locali del Liceo Scientifico di Lampedusa da destinare alle attività didattiche nelle ore pomeridiane per gli studenti della Scuola Media dell'Isola.
La decisione è stata comunicata al Sindaco e al Dirigente dell'Istituto Onnicomprensivo di Lampedusa dal Commissario Straordinario dell'Ente Benito Infurnari, dopo le opportune verifiche fatte dal Settore "Politiche del lavoro e dell'istruzione".
Il Commissario Infurnari ha autorizzato l'utilizzo delle aule dopo avere ricevuto la disponibilità del Dirigente Scolastico del Liceo scientifico di Lampedusa il quale ha garantito che non esistono criticità che possano interferire con le attività didattiche del Liceo e che i locali non presentano al proprio interno l'esigenza di interventi di ristrutturazione.
Per i costi di funzionamento dell'Istituto sarà richiesta una compartecipazione alle spese che saranno ripartite tra la Scuola secondaria di 1° grado ed il Liceo Scientifico di Lampedusa, proporzionalmente all'effettivo utilizzo dei locali.
Infoagrigento
Ipia Fermi: La Provincia richiede i finanziamenti per l'adeguamento
Un finanziamento di 11.851.885 è stato richiesto dalla Provincia Regionale di Agrigento al Presidente della Regione Rosario Crocetta per l'adeguamento di tutte le strutture del complesso di edifici dell'IPIA Fermi di Agrigento interdette all'uso scolastico dopo le verifiche che ne hanno riscontrato la inidoneità sismica.
La richiesta è stata inviata oggi dal Commissario Straordinario Benito Infurnari dopo la redazione del progetto definitivo per l'adeguamento delle strutture alle nuove norme tecniche per le costruzioni, in atto all'esame della conferenza speciale dei servizi presso gli Uffici del Genio Civile di Agrigento per l'approvazione in linea tecnica.
Nella nota il Commissario Infurnari ha ricordato come la realizzazione dell'opera risponda al pubblico interesse ed è necessaria per garantire la sopravvivenza dell'Istituto Fermi di Agrigento, attualmente allocato i sei diversi istituti con turnazione pomeridiana. Situazione che ha determinato un notevolissimo disagio a studenti e corpo docenti provocando una notevole riduzione delle iscrizioni in tutte le classi dell'Istituto e grave nocumento alla funzionalità didattica.
Oltre alla nota è stata trasmessa la relazione tecnica elaborata dalla Provincia e il quadro economico delle spese da sostenere.
15 settembre - domenica
LA SICILIA
Tornerà a risplendere
VILLA GENUARDI. La storica struttura sarà sottoposta a un massiccio intervento di riqualificazione Al termine dei lavori, il cui costo è di 11 milioni di euro, ospiterà solo uffici della Soprintendenza
Villa Genuardi sarà sottoposta ad un massiccio intervento di riqualificazione e di ripristino al termine del quale sarà utilizzata esclusivamente dalla Soprintendenza ai Beni culturali ed ambientali per ospitarvi i propri uffici che, in prospettiva futura, potrebbero essere sistemati tutti quanti nell'edificio che fu l'ex Hotel des Temples.
E' in itinere infatti un complesso e consistente progetto che riguarda l'immobile per il quale tuttavia poi dovranno essere reperite le risorse economiche necessarie a realizzarlo. La previsione di spesa, infatti, è di euro 11.168.011,12 dei quali 8.201.085,38 per i lavori veri e proprie e per gli oneri relativi alla sicurezza ed euro 2.966.925,74 quali somme a disposizione dell'amministrazione.
li progetto è già stato approvato, a livello definitivo, dalla conferenza di servizi costituita dagli organismi preposti a fornire i pareri necessari, per cui adesso dovrà essere predisposto quello esecutivo che dovrà avere a sua volta un ulteriore parere favorevole.
I lavori dovranno consistere nella stabilizzazione ed integrazione delle murature portanti della parte dei locali del secondo piano seminterrato ricadenti nell'ala d'estremità ad est dell'edificio principale, nella stabilizzazione ed integrazione delle fondazioni e delle muratura portanti della parte dei locali del piano terra ricadenti nell'ala d'estremità ad ovest dello stesso edificio, nella stabilizzazione del pendio lato ovest dell'edificio principale, nella rimozione e demolizione di parti o componenti strutturali, edilizi e impiantistici esistenti, nel recupero delle componenti murarie e di finitura edilizia, nonché efficientamento energetico dell'edificio, ripristino degli intonaci, cornicioni ed elementi architettonici, ripristino degli elementi di finitura dei portici esterni, ripristino delle pavimentazioni, ripristino delle coperture e dei tetti nonché degli impianti elettrici dell'illuminazione interna, della climatizzazione, degli impianti di controllo e sicurezza e degli impianti di cablaggio informatico.
I lavori difficilmente potranno essere avviati prima di un anno (c'è ancora da approvare il progetto esecutivo e poi, ammessa una pronta disponibilità finanziaria, da bandire ed espletare la relativa gara d'appalto). In ogni modo, quando potrà essere aperto il cantiere tutti gli uffici in atto funzionanti nell'edificio (direzione ed uffici di staff della Soprintendenza) saranno trasferiti al terzo piano dell'ex ospedale San Giovanni di Dio, mentre l'Università se ne andrà definitivamente. Ad opere ultimate, tutti gli uffici della Soprintendenza troveranno sede a Villa Genuardi.
SALVATORE FUCÀ
GIORNALE DI SICILIA
PROVINCIA/1
Nominato un esperto di progetto
Alessandro Silvestre Pristina è stato nominato dalla Provincia, esperto agronomo nell'ambito del progetto "Italia-Tunisia 2007/2013'. Sostituirà Francesco Guarasci che ha rinunciato all'incarico. (PAPI)
PROVINCIA/2
Autorizzazione per una ditta di Camastra
La ditta "Calogero Alaimo" con sede legale in via Luigi Capuana, 6 del Comune di Camastra è stata autorizzata dalla Provincia alle emissioni in atmosfera derivanti dall'attività di produzione di frantumazione e vagliatura di inerti. L'attività viene svolta nello stabilimento di contrada Ramolia a Camastra. L'autorizzazione ha una durata di 15 anni. (PAPI)
GESA. Centinaia di contenitori sono stati distrutti dai vandali negli ultimi mesi nel capoluogo e in altri centri della provincia
Ato rifiuti, meno cassonetti in città Dopo gli incendi è difficile sostituirli
Annamaria Martorana
Grazie all'»intelligenza artificiale» di chi pensa di risolvere il problema dei rifiuti durante gli scioperi incendiando i cassonetti, in molte zone dove una volta i contenitori aiutavano i quartieri a restare puliti, adesso i cittadini devono percorrere decine o centinaia di metri per buttare l'immondizia.
Un fenomeno che ha creato e sta creando un grave danno ambientale alla città capoluogo e non solo in maniera diretta e indiretta.
E la colpa, questa volta non è imputabile ne alla Gesa ne alle imprese. «Da quando il fenomeno degli incendi dei cassonetti è cresciuto in maniera esponenziale - spiega l'amministratore delegato dell'Iseda Giancarlo Alongi - non siamo più economicamente in condizioni di continuare ad acquistare nuovi contenitori ne di sostituirli con altri visto che abbiamo letteralmente dato fondo alle nostre riserve. I cassonetti costano migliaia di euro e chi li incendia, non si rende conto non solo del danno ambientale che crea visto che questi incendi sprigionano diossina, ma non riesce nemmeno ad arrivare a capire che le città così rimangono sporche visto che i contenitori non sono sufficienti per l'intera popolazione».
Il caso era stato sollevato da Francesco Sanzone, maresciallo in pensione della Guardia di Finanza di Agrigento e attento osservatore dei problemi che riguardano la città.
«Da tempo - spiega il sottufficiale della Tributaria - abbiamo segnalato al Comune e alla Gesa l'incendio e la distruzione dei due cassonetti della via Crispi accanto l'ex farmacia pennino che servivano decine di famiglie della zona. Nei mesi scorsi inoltre, avevamo chiesto la collocazione, lungo la via Fazello di un con- tenitore di colore blu, quello che la gesa aveva spiegato che sarebbe servito per plastica, cartone e vetro. Nessuno ci ha risposto, salvo ricevere in questi giorni la bolletta con l'iva del 2010. Come dire che quando devono chiederci soldi sono velocissimi ma per darci servizi dobbiamo aspettare e aspettare».
Ed è il commissario di Gesa a spiegare i motivi del ritardo. «Purtroppo - dice Teresa Restivo - siamo a poche settimane dalla nostra liquidazione come Ato e non possiamo sostenere spese per l'acquisto di cassonetti nuovi anche perchè ne servirebbero decine e decine dopo gli incendi appiccati sia ad Agrigento che in tantissimi comuni del nostro abito territoriale». (AMM)
16 settembre - lunedì
Giornale di Sicilia
Centro Pirandelliano, Lauretta:
«A noi pochi finanziamenti»
Ancora scintille tra il professore Enzo Lauretta, del Centro nazionale di studi Pirandelliano e il Sindaco Marco Zambuto. Il primo si era lamentato perché è stato co
stretto ad organizzare a Palermo l'annuale convegno internazionale su Pirandello per l'indisponibilità del Palacongressi di Agrigento, che Zambuto ha chiuso perché la Regione siciliana intende venderlo. "Ma perché il Centro, che dal 1974 riceve cospicui contributi, non regala la necessaria somma per la riapertura dei Palacongressi ? La città gliene sarebbe grata" ha replicato il Sindaco risentito per le proteste ed ha aggiunto: "il centro pirandelliano dal 1974 ha ricevuto cospicui finanziamenti, credo nell' ordine di qualche miliardo di lire".
"Castronerie" quelle del Sindaco secondo Lauretta, che risponde precisando che "il Centro Nazionale Studi Pirandelliani è una Associazione senza scopi di lucro, ha ricevuto per la sua attività contributi dalla Regione e fino al 2011 dal Comune (5000 euro sui fondi della biglietteria del Parco Archeologico, zero nel 2012, zero nel 2013) e solo fino al 2008 dalla Provincia",
Secondo il presidente del centro pirandelliano inoltre se il Sindaco avesse fatto bene i conti 'si sarebbe accorto che un miliardo di lire diviso per 38 anni fanno 26.316.000 lire, cioè euro 13.500 annui, cifra perla quale non si può affermare che si tratti (così come genericamente dice il Sindaco) di finanziamenti cospicui". Soldi sacrosanti per Lauretta quelli arrivati al centro dagli enti locali perche serviti interamente per l'attività annuale del Centro, ma soprattutto per i convegni internazionali e che "sono stati minuziosamente documentati e approvati prima
dall'Assemblea dei Soci e quindi dagli Assessorati competenti e dallo stesso Comune". E non manca, il professore, di ricordare gli ottimi risultati delle sue iniziative: "nei
40 anni precedenti il 2013 abbiamo portato in Agrigento circa 40.000 convegnisti con un totale di 160.000 presenze turistiche alberghiere".
La Repubblica
Energia, 7 Milioni ai sindaci
SI APRE la corsa dei Comuni siciliani per diventare"sostenibili":la giunta di palazzo d'orleans badato il via ai finanziamenti del "patto dei sindaci" che consentono di far partire i progetti per la redazione dei Paes, i piani energetici che a cantieri conclusi dovrebbe attivare investimenti nella greco economy per 5 miliardi. Lo scopo è ravvivare l'imprenditorialità e creare occupazione stabile: i Comuni che hanno siglato il patto dovranno elaborare progetti per risparmiare energia in uffici e scuole, puntando sul fotovoltaico o per il solare, trasformando i parchi macchine e gli autobus in mezzi a metano o elettrici. La Regione prevede un'occupazione futura di 2ll mila addetti del settore.
Adesso è dunque caccia aperta ad esperti e società del settore. La «programmazione dal basso» consentirà ai centri siciliani di dare il via subito a una vera e propria infornata. Da spendere, su un totale di 30 milioni di risorse stanziate dalla Regione, ci sono 7 milioni 841 mila euro. Saranno assegnati ai 390 comuni siciliani con un bando che pubblicherà il dipartimento dell'Energia: si tratta di contributi a fondo perduto che servono per reclutare almeno un migliaio di professionisti da mettere al lavoro sui piani per l'energia sostenibile. I Paes dovranno poi passare al vaglio del Joint Reserch Center (Jrc) della Commissione europea. Se per Roccafiorita, il comune più piccolo,per la fase progettuale è prevista una spesa di 7 mila euro, Palermo avrà a disposizione 474 mila euro per affidare gli incarichi, Catania 220 mila euro, Messina, 185 mila,
I Comuni che hanno passato il primo step, parteciperanno al secondo avviso, che mette a disposizione altri 10 milioni di contributi a fondo perduto per coprire le spese di redazione degli audit energetici e degli studi esecutivi. Quindi, con il contributo della Bei, si avviano le opere. Undici milioni e mezzo serviranno per creare un fondo garanzia per costituire società di Esco (energy service company). E nel conto c'è pure la proroga (900 mila euro) ai contratti di assistenza tecnica di Sviluppo Italia Sicilia, che supporterà i comuni per la redazione dei documenti. «Abbiamo avviato il Patto dei Sindaci per le energie rinnovabili aperto a tutti i comuni siciliani. Questo progetto consentirà oltre 5 miliardi di investimento e un'occupazione stabile per piùdi2omilapersone. Stiamo anche facendo il punto sulla programmazione', dichiara il presidente della Regione Rosario Crocetta. Secondo un orientamento incorso tra l'assessore all'Energia Nicolò Marino e l'assessore alla formazione Nelli Scilabra nei prossimi piani formativi saranno previsti appositamente corsi in materie energetiche.
Comuni aspettavano da mesi il via libera al patto dei sindaci.