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Rassegna stampa del 5, 6 e 7 ottobre 2013

5 ottobre - sabato
 
GIORNALE DI SICILIA
 
«MARCONI». Nulla di fatto al vertice in Prefettura. Il 40 per cento degli iscritti ha presentato richiesta di trasferimento -
Liceo Scientifico, restano doppi turni.
Gli studenti minacciano di andar via
 Lo attendevano con ansia gli studenti, clic da qualche giorno sono in assemblea permanente per protestare contro i turni pomeridiani al Liceo Scientifico cui sono costretti a causa dell'assenza di locali alternativi dove poter fare scuola. Ma l'incontro tra il dirigente scolastico dell'Ipia Marconi, Antonella Rizzo Pinna, ed il vice prefetto di Agrigento, avvenuto nel pomeriggio di giovedì, non ha sortito gli effetti sperati.
Nessuna soluzione immediata infatti è stata trovata nei corso dei vertice agrigentino che si è chiuso con la presa in carico da parte del vice prefetto della problematica del Marconi e l'impegno a seguire da vicino la vicenda in attesa di qualche possibile sbocco positivo. L'esito dell'incontro è stato comunicato ieri dalla preside ad alunni, genitori e corpo docente della scuola professionale nel corso di un'assemblea convocata nei locali dei Liceo Scientifico di via Pertini.
Grande delusione tra gli studenti che vedono così svanire la possibilità di veder risolti rapidamente i loro disagi. Con il risultato che l'istituto rischia seriamente di chiudere i battenti. Infatti a causa dell'impossibilità di numerosi studenti fuori sede che frequentano l'ipia di rientrare a casa con i mezzi pubblici al termine delle lezioni, che si concludono alle 20, sono numerosi i ragazzi che hanno deciso di adottare la drastica decisione di abbandonare la scuola. «Accanto all'elevato assenteismo che stiamo registrando in questo inizio di anno scolastico causato proprio dai disagi che vivono le famiglie nell'accompagnare e prelevare i propri figli da scuola — ha dichiarato il professore Gioacchino Capizzi
— c'e un altro dato preoccupante. Infatti il 40 per cento degli studenti, specialmente chi è iscritto al primo anno di corso, ha fatto richiesta di nulla osta per potersi iscrivere in un altro istituto superiore. Il rischio è che, se si dovesse protrarre ancora a lungo questa situazione, a fine anno scolastico l'istituto possa aver perso la metà dei suoi studenti con conseguenze facilmente immaginabili per il suo futuro». La palla adesso quindi passa nuovamente al Commissario della Provincia Benito Infurnari chiamato a cercare soluzioni alternative rispetto a quella dei turni pomeridiani che garantiscano il sacrosanto diritto allo studio degli studenti dell'istituto Professionale Marconi. (GIMO)
 
Infoagrigento
 
Il futuro del Cupa discusso dai soci
Le prospettive di rilancio del Consorzio Universitario per il 2014 sono state al centro di un incontro informale tra i soci del Cupa, convocato dalla Provincia Regionale di Agrigento a cui hanno preso parte il Commissario straordinario Benito Infurnari, il Sindaco di Agrigento Marco Zambuto, il Presidente della Camera di Commercio Vittorio Messina, il Presidente dell'ordine degli architetti Massimiliano Trapani, l'Assessore Raimondo Cipolla del Comune di Aragona, oltre ai dirigenti dell'Ente Amelia Scibetta, Achille Contino e Fabrizio Caruana. Per il Consorzio era presente il Presidente Maria Immordino.
Nel corso dell'incontro, dopo avere esaminato la situazione finanziaria del Consorzio si è stabilito, concordemente, di esaminare, in un incontro che si terrà entro le prossime settimane, la programmazione completa per il 2014 del Consorzio e il relativo fabbisogno finanziario per assicurare il mantenimento dell'attuale offerta formativa.
Il Commissario Infurnari ha evidenziato la necessità di garantire la prosecuzione delle attività didattiche del Cupa per i prossimi anni prevedendo anche l'allargamento della base societaria che consentirebbe di avere nuove risorse economiche da investire per il suo rilancio.
La Prof. Immordino ha ricordato come il Polo Universitario della provincia di Agrigento sia il più grande polo decentrato d'Italia con i suoi 3000 studenti e sei corsi di laurea. Dal punto di vista finanziario il Presidente del Cupa ha informato i soci di avere avuto assicurazioni dalla Regione del pagamento delle somme relative al 2010, mentre le annualità 2011 e 2012 saranno liquidate successivamente al perfezionarsi di tutti gli adempimenti richiesti dalla Regione.
 
6 ottobre - domenica
 
GIORNALE DI SICILIA
 
VIABILITÀ EXTRAURBANA Lettera del sindaco Pace ai vertici dell'Anas per risolvere tempestivamente i problemi emersi
Nuovo ponte Verdura, monta la polemica
Fa discutere la realizzazione del nuovo ponte sul fiume Verdura, che dovrà prendere il posto di quello crollato rovinosamente nei febbraio di quest'anno e riparato dall'Anas con la collocazione "provvisoria" di Albi metallici del tipo ARMCO. Nei giorni scorsi sulla problematica, dopo la presentazione in aprile da parte dell'Anas del progetto dell'opera, si era registrata la presa di posizione dei grillini" locali che con una indirizzata al deputato regionale Matteo Mangiacavallo hanno chiesto la convocazione di un'audizione che veda la presenza dei vertici del]' ANAS (Direzione Regionale ANAS per la Sicilia) per ottenere un chiarimento rispetto ad alcuni problemi sorti: questi riguardano il dissesto della 5.5. 386 nei tratto Ribera-bivio Verdura, io stato di precarietà strutturale del "provvisorio" ponte di Verdura, la questione degli espropri dei terreni coltivati ad agrumeto che si trovano nella zona di realizzazione della nuova opera e che preoccupano non poco i proprietari). Adesso si registra l'intervento del sindaco Carmelo Pace. Il primo cittadino riberese ha indirizzato una lettera di "sollecito" e di "diffida" all'Anas (in particolare al presidente Pietro ciucci, al responsabile della condirezione generale Alfredo Bajo e al direttore generale in Sicilia ingegnere Salvatore Tonti, che è venuto a Ribera un paio di volte prima e dopo la riparazione del ponte crollato). Pace ha richiesto che si pongano in essere "tutti gli interventi necessari al fine di risolvere tempestivamente i'intera problematica", segnalando che "ad oggi i lavori per la realizzazione del nuovo ponte non sono ancora iniziati", Pace ha anche fatto osservare che i'Anas "ha erroneamente richiesto I prescritti pareri, anziché tramite la Regione Siciliana, direttamente ai consigli comunali dei comuni interessati, causando un notevole ritardo sui tempi del rilascio dei pareri e, conseguentemente, dell'approvazione dei relativo progetto". Il primo cittadino ha anche rilevato che, essendosi intervenuti sui ponte crollato con un'opera "provvisoria" ci sono preoccupazioni perla potenziale portata dell'acqua del fiume Verdura nei prossimi mesi invernali e per i rischi cui potrebbero andare incontro gli automobilisti dell'intera regione che transitano da queste parti. ieri sui problemi posti non ci è stato possibile avere una replica da parte dell'ufficio stampa di Anas. (TC)
 
Rigassificatore di P. Empedode, l'inchiesta va avanti
Sono due gli avvisi di garanzia per i lavori di costruzione del rigassificatore. il provvedimento è dei pm della Dda di Palermo, Rita Fulantelli, Emanuele Ravaglioli e Geri Ferrara e riguarda due indagati di assoluto rilievo raggiunti da avviso di garanzia: Giuseppe Luzzio 56 anni di Viterbo amministratore delegato di Nuove energie Spa (proprietà Enel) ed Aurelio Cesareo 58 annidi Catanzaro, funzionario Enel, responsabile dei cantiere sito in Porto Empedocle. I magistrati ipotizzano il reato di frode nelle pubbliche forniture con l'aggravante di aver favorito la mafia. L'area sequestrata è quella dove viene conferito il pietrisco, il cui utilizzo è previsto per il compatta- mento del suolo e per la realizzazione della scogliera posta a protezione del rigassificatore. L' inchiesta sarebbe però molto più ampia perchè i magistrati della Dda starebbero riscontrando alcune dichiarazioni dei collaboratori di giustizia sulla costruzione del rigassificatore, quelle fatte dall'ex sindaco di Porto Empedocle, Paolo Ferrara, e il contenuto dei pizzini sequestrati a Gerlandino Messina, ex numero due di Cosa Nostra Agrigentina, al momento della cattura. Per i pubblici ministeri il reato ipotizzato sarebbe stato consumato in Porto Empedocle ed altri luoghi della Provincia di Agrigento fino alla data odierna ed in permanenza. Dunque, sino ad ora. La scorsa settimana era stato posto sotto sequestro il cantiere già avviato nella città marinara, ma anche la documentazione utile per lo sviluppo delle indagini, ed era stata disposta la nomina di un consulente tecnico per esaminare e valutare il materiale ghiaioso utilizzato per realizzare l'opera. Sull'argomento interviene il comitato "No al Rigassificatore": «Abbiamo, come Comitato, più volte sottolineato i rischi di natura ambientale che tale opera provocherebbe nel nostro territorio di gran lunga superiori alle pochissime unità lavorative (ed anche li con il rischio che la mafia possa intervenire) che verrebbero impiegate nella gestione dell'ecomostro». (PAPI)
 
LA SICILIA
 
 
CANICATTI' La preside Rizzo Pinna propone il riutilizzo di vecchi locali
«Caso Ipia, la soluzione c'è»
CANICATII. Ritornare nei vecchi locali per risolvere quella che sta diventando un'emergenza per gli studenti dell'ipia. Cinque dei magazzini di via Ducezio, gli stessi dichiarati inagibili nell'ultima relazione dell'ufficiale sanitario e che hanno spinto il commissario della provincia, Benito Infurnari, a chiuderli, potrebbero tamponare almeno momentaneamente il problema della scuola peggiore d'Italia. Ne è convinta la dirigente scolastica, Antonella Rizzo Pinna.
«I locali dove eravamo prima potrebbero essere forse con piccoli accorgimenti riattivati - ha affermato la preside - ina questa è un'idea che ho pensato io e che ovviamente dovremmo vagliare di concerto con gli altri organi competenti. Potremmo dimezzare il disagio attuale in modo da fare turni di mattina e turni di pomeriggio in maniera alternata».
Si tratterebbe di un ultimo appiglio, da considerare nel momento in cui verrebbero meno pure le speranze riposte nella Prefettura di Agrigento, dalla quale durante un recente vertice erano stati garantiti interventi tempestivi.
«L'incontro in Prefettura ha visto un notevole interessamento da parte del vice prefetto che ha detto che avrebbe cercato una soluzione per la nostra scuola. lo ho speranza in questo — ha aggiunto - ma sappiamo che il Prefetto si trova a Lampedusa in questo momento delicato e quindi i tempi si allungheranno».
Antonella Rizzo Pinna non si arrende ed invita la giunta Corbo ad interessarsi della vicenda: «li Comune deve intervenire perché anche se non è di sua competenza si tratta di una scuola del territorio che coinvolge alunni di Canicattì e dei comuni viciniori, se quindici sono dei locali liberi, come mi hanno riferito verbalmente, perché non utilizzarli per la scuola in modo frequentare di mattina? ».
Intanto i ragazzi sono stanchi di cominciare le lezioni alle 14.30 quando i loro coetanei, invece, le finiscono, e uscire alle 20. Dal primo giorno dell'anno non sono mancati i disagi a causa degli orari ritenuti inadeguati e soprattutto dei problemi di collegamento, nelle ore serali, tra Canicattì ed i centri dell'hinterland da cui proviene la maggior parte dell'utenza del Marconi. Gli allievi continuano a dire «no» ai doppi turni nella sede del Liceo scientifico, da dove svolgono le lezioni dall'apertura dell'anno 2013/2014. Sono stati giorni di proteste per loro. La scorsa settimana avevano occupatolo stabile di via Colombo, nel quale fanno scuola i bambini della elementare Crispi, lo stesso che l'anno scorso era stato proposto dal consiglio comunale come ipotetica nuova sede proprio per il professionale canicattinese, ma che poi fu concesso dal sindaco Vincenzo Corbo al comprensivo Pirandello per la formazione di una classe di prima media. E la protesta continuerà nei prossimi giorni. Dall'istituto, infatti, sono pronti ad avviare altre mobilitazioni. Gli studenti protestano contro le lezioni pomeridiane nei locali di via Pier Paolo Pasolini, ospiti del Liceo Antonino Sciascia.
VALENTINA GARLANDI
 
DIFFIDATI TREDICI COMUNI DELLA PROVINCIA
L'Autorità di vigilanza sull'energia «Dateci i dati sul servizio idrico»
Tredici dei comuni della nostra provincia che non hanno consegnato le condotte sono stati diffidati dall'Autorità di vigilanza per l'Energia Elettrica ed il Gas a fornire le notizie che servono per la determinazione delle tariffe da applicare all'utenza, I sindaci di Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Camastra, Cianciana, Lampedusa e Linosa, Menfi, Palma di Montechiaro, San Biagio Platani, Santa Elisabetta, Santa Margherita Belice, Sant'Angelo Muxaro e Santo Stefano di Quisquina hanno ricevuto una nota con la quale l'Autorità li invita a comunicare chi ha la gestione del servizio idrico nei rispettivi Comuni, In caso di gestione diretta, come avviene nella totalità dei
casi, gli stessi sindaci sono stati invitati a fornire gli elementi richiesti già in precedenza e che avrebbero dovuto fornire entro il 30 aprile scorso. Qualora essi dovessero ancora fare orecchie da mercante e dovessero fare scadere il nuovo termine di 30 giorni fissato dall'Aeeg, quest'ultima porrà in essere i propri poteri sanzionatori disponendo anzitutto una determinazione d'ufficio della tariffa per ciascun comune che sarà quantificata moltiplicando per 0,9 la tariffa in atto esistente (in pratica una decurtazione del 10 per cento). Questo farebbe sicuramente felici gli utenti che subirebbero una riduzione della bolletta dell'acqua, ma «alleggerirebbe» significativamente le
entrate dei Comuni in un, periodo in cui già Stato e Regione hanno decurtato le loro rimesse agli enti locali. Quei comuni dunque si troverebbero in grosse difficoltà di bilancio e dovrebbero sacrificare gli investimenti o, peggio ancora, potrebbero avere gravi difficoltà a far quadrare i conti. Senza contare che non è nemmeno da escludere una grossa sanzione pecuniaria nei confronti degli stessi comuni inadempienti. Non sono stati diffidati il Consorzio Tre Sorgenti e gli altri tre comuni che non hanno ancora consegnato gli impianti, ma l'ato idrico ha già provveduto a fornire un nuovo elenco dei comuni ribelli" all'Agenzia.
 
CONTROLLO DEI POZZETTI DELLE CENTRALINE DELLA PS E DEI PADRI VOCAZIONISTI
Prima le telecamere, ora anche i rilevatori di livello
Girgenti Acque si prepara per l'inverno (e per le polemiche)
Prima le telecamere con tanto di allarme sonoro e schermi rivolti verso l'esterno per riprendere h 24 i reflui fognari. Adesso anche un indicatore di livello per il monitoraggio dei liquami presenti nei pozzetti. Girgenti Acque continua ad investire sulla «comunicazione» per quanto riguarda gli impianti di Padri vocazionisti e Pubblica sicurezza di San Leone, forse anche in vista dell'arrivo delle piogge, che, come è «tradizione» porteranno agli immancabili sversamenti in mare. L'idea, da che ci risulta, era stata avanzata circa un mese fa, dopo che si sollevarono non meglio precisati sospetti su eventuali tubi di scarico «abusivi». La ditta, allora, scelse di provvedere all'installazione di un rilevatore che, costantemente, monitora la presenza di liquami all'interno dell'impianto di sollevamento. I dati, ci spiegano, vengono registrati e settimanalmente inviati, insieme alle immagini, al nucleo interforze nominato dalla Procura di Agrigento dopo il sequestro degli impianti lo scorso 19luglio. Questo per dimostrare che nessuno sversamento avviene a regime normale dei liquami e, soprattutto, per evidenziare quella che è una tesi che Girgenti Acque sostiene da tempo, ovvero che gli sversamenti in mare avvengono solo a causa della commistione di acque piovane e acque nere, che aumenta in modo esponenziale la quantità di liquido che arriva agli impianti. Un problema che, ad ora, renderebbe anche inutile un nuovo depuratore, perché il dimensionamento degli impianti per le acque nere è significativamente minore rispetto a quelli che trattano le acque piovane.
Il collegamento piogge-sversamenti, tra l'altro, è sempre stata respinta dal Comune di Agrigento (il controllo sulle acque bianche è di sua pertinenza), al punto che si è ritenuta superflua una verifica a tappeto, almeno per San Leone, degli innesti dei pluviali delle abitazioni alla fogna delle case. Azione che a dire il vero era stata avviata sul finire dell'estate e che aveva portato a numeri significativi (si parlò di un terzo di soggetti fuori legge su 100 controllati).
G. SCH.
 
7 ottobre - lunedì
 
GIORNALE DI SICILIA
 
ISTRUZIONE. Venerdì
Studenti in sciopero contro il governo
 Il movimento studentesco "Area5i" scende in piazza per manifestare d dissenso contro le politiche della scuola del governo nazionale. «Venerdì 11 ottobre - si legge in una nota - scenderemo in piazza a rivendicare il nostro diritto, informando la popolazione per cancellare l'idea di una scuola classista, perché una scuola chiusa è una prigione aperta. in vista della manifestazione dell'il ottobre, presso la villa comunale di Canicattì, si è svolta una riunione del movimento con i giovani studenti del circondano (Naro, Campobello, Ravanusa, Racalmuto). Ecco le rivendicazioni degli studenti; una legge quadro sul diritto allo studio che in Sicilia viene rappresentata da un insieme eterogeneo di norme (tra l'altro non rispettate, si faccia riferimento al trasporto gratuito degli alunni pendolari, le cui famiglie sono costrette a far fronte alle spese di abbonamenti mensili) che non assicurano un diritto all'istruzione sancito costituzionalmente, aprendo a differenze sociali che violano apertamente la Costituzione. «La nostra proposta è una legge nazionale sui diritto allo studio che uniformi i diritti e di doveri di ogni studenti d'italia - dicono i responsabili di Area 51 - affinché non ci siano differenze tra le varie regioni. È ora di alzare la voce e di richiedere che il diritto all'istruzione sia valido per tutti, con borse di studio ed una edilizia scolastica che faccia fronte ai quasi 10 miliardi di tagli adoperati sino ad oggi; è l'ora di una riforma seria dei cicli scolastici che non metta al primo posto il risparmio ma valorizzi la formazione culturale: «L'istruzione alimenta il dubbio e la curiosità: deve essere di tutti, come vuole la costituzione, in modo che dalla scuola escano cittadini, non sudditi». (PAPI)
 
DIOCESI. Stasera alle 20.30 nel Coretto momenti di riflessione per i migranti e le vittime del mare.
Una veglia in Cattedrale «Pregare, in silenzio»
Pregare in silenzio perle vittime di Lampedusa. La Chiesa agrigentina raccoglie l'limito dell'Arcivescovo. Da stasera nelle parrocchie momenti di preghiera per la tragedia dell'isola dei Conigli. Ampia e pronta l'adesione. A cominciare dalla chiesa madre. In Cattedrale, il parroco don Giuseppe Pontillo ha chiamato tutti a raccolta. Stasera alle 20,30, nel Coretto: «Veglia per i migranti e le vittime di Lampedusa". Particolarmente sentita e meditata sarà l'iniziativa di San Leone."Qui -dice il parroco Don Giuseppe Agro' - siamo bagnati dallo stesso mare che tocca le Pelagie, quello che per noi è un luogo di svago e divertimento per molti invece è stato teatro di morte e disperazione. La comunità del lido di Agrigento, si è data appuntamento dopo la messa delle 18, nel piazzale antistante il porticciolo turistico. I parrocchiani sono stati invitati a portare dei fiori. Un corteo silenzioso e poi ognuno li getterà In acqua per rendere omaggio alle vittime dei giorni scorsi. Altre iniziative più o meno simili si terranno in contemporanea in tutta la diocesi. Nei centri di accoglienza per minori, cattolici e musulmani pregheranno uniti. Molte le iniziative intraprese dalle comunità parrocchiali, mentre vicinanza e solidarietà è stata espressa anche dai tanti rappresentanti delle istituzioni. Alcuni comuni, ad esempio, hanno dato disponibilità di alcuni loculi per la sepoltura. Non sole preghiera ma anche diverse iniziative portate avanti dalla Caritas Diocesana. Le parrocchie in questi giorni hanno fatto da tramite per la raccolta di predetti per l'igiene personale. C'è chi ha portato saponi, prodotti perla doccia, balsami, ma c'è anche chi ha preferito donare dei soldi. Da Agrigento sta arrivando la risposta che l'Arcivescovo si aspettava. D'altra parte la Chiesa agrigentina, con i messaggi di Don Franco è stata sempre in prima linea per sensibilizzare all'accoglienza. «Se questa gente affronta viaggi della disperazione rischiando la vita è perché fugge da situazioni disperate». Ha detto il Vescovo, «Noi, non dobbiamo far altro che mettere in pratica il Vangelo, e farci trovare sempre pronti quando si tratta di aiutare un fratello. Ha aggiunto. E la visita del Santo Padre nell'isola è un segnale tangibile in questo senso. Occorre pregare quindi, per risvegliare le coscienze. «Pregare in silenzio per questi fratelli e sorelle, donne, uomini, bambini. Lasciamo piangere il nostro cuore, preghiamo in silenzio», Come ha detto il Papa all'Angelus, fermandosi poi a pregare per le vittime. (DV)
 
EMERGENZA LAMPEDUSA Il sindaco Marco Zambuto e la «Europa Costruzione» hanno messo a disposizione la struttura di Piano Gatta per le vittime
Naufragio, pronte 120 nuovi loculi : Quaranta posti sono riservati ai bambini rimasti uccisi ne naufragio dei giorni scorsi all'isola dei Conigli.
Sono in tutto 120. i posti messi a disposizione dall'amministrazione comunale di Agrigento e da Europa Costruzioni, la società che gestisce il cimitero di Piano Gatta nella frazione di Montaperto. Sono 120 posti destinati ad ospitare le spoglie di uomini, donne e bambini, che hanno trovato la morte nel tragico naufragio dl qualche giorno addietro a poche centinaia di metri dall'isola dei Conigli a Lampedusa.
Ieri, il sindaco di Agrigento Marco Zambuto e il gestore Salvatore D'Anna, hanno nuovamente messo a punto un piano di intervento nell'attesa che la Procura della repubblica di Agrigento dia l'autorizzazione al trasferimento delle salme sulla terraferma e si decida dove portarle per la sepoltura. Alcuni dei sopravvissuti  hanno espresso in queste ore, il desiderio che i corpi dei loro familiari venissero trasferiti nuovamente in Africa, da dove erano partiti. Per loro, qualora le autorità decidessero in questo senso, ci saranno 8O posti per adulti e 40 per i bambini. Le spese saranno a carico dal Comune e della società che gestisce la struttura.
«Ci è sembrato il minimo che potessimo fare - ha ribadito il sindaco Zambuto - per accogliere con dignità, almeno da morti, queste persone ci hanno sperato in un futuro migliore, investendo tutto quello che avevano, compresi i loro sogni, pervenire a morire in Italia. Sia noi come amministrazione che il gestore del cimitero Salvatore D'Anna, non abbiamo esitato un momento a metterci a disposizione. Intanto un'altra decina di loculi erano stati offerti dal sindaco di Cattolica Eraclea ed altrettanti da quello di Sambuca di Sicilia anche perché, come si era capito dalle ore successive al naufragio, cresce in maniera esponenziale, il numero degli extracomonitari che vengono ripescati dal mare dopo che le condizioni meteo sono leggermente migliorate ed hanno permesso la ripresa delle operazioni di recupero.
«E' assolutamente giusto condividere questa tragedia - ha aggiunto Zambuto - perché la nostra è terra d'accoglienza sempre. Abbiamo fatto e continueremo mo a fare tutto il possibile nei confronti dei nostri fratelli africani. Siamo in contatto conti- non e costante con le forze di polizia e con le autorità clic sono di base a Lampedusa per monitorare la situazione nella sua evoluzione, Aspettiamo che ci diano il via libera e poi procederemo a fare quello che riteniamo essere un nostro dovere». (AMM)
 
LA SICILIA
 
LA VISITA Il ministro dell'Integrazione nasconde le lacrime dietro occhialoni scuri
«Presto cambieremo la legge Bossi-Fini»
Kyenge: «No repressione, ma accoglienza"
LAMPEDUSA. Si volta pagina con la Bossi-Fini. Parola di ministra dell'immigrazione. Cécile Kyenge non ha dubbi. «La settimana prossima
— annuncia — affronteremo le norme sull'immigrazione in un tavolo interministeriale. La Costituzione italiana e le Convenzioni internazionali sottoscritte dal nostro Paese devono essere rispettate. Non si può affrontare l'emergenza immigrazione con strumenti repressivi. Bisogna accompagnare la modifica della legge Bossi- Fini con un cambiamento culturale e normativo che ponga fine ad un'emergenza che è durata dieci anni. Troppi».
La visita a Lampedusa della ministra segna una presa di posizione del governo Letta. La Bossi-Fini non è più un tabù. La tragedia dei 363 morti annegati a mezzo miglio dalla salvezza, ha lasciato il segno. «Il reato di immigrazione clandestina va abolito ed è assurdo che venga contestato a chi è sfuggito alla morte», aggiunge. Una ferita aperta. Tanto più per lei, congolese fiera della sua africanità, vicinissima ai sentimenti e alle speranze di chi lascia la propria casa per fuggire a fame, guerre e repressione.
Accompagnata dal sindaco Giusi Nicolini, la prima visita Cécile Kyenge ha voluto farla alle 111 ha- re allineate nell'hangar dell'aeroporto dove è appena atterrata. Una vista che le ha lacerato il cuore. I grandi occhiali da sole, per nascondere gli occhi arrossati dal pianto, non li ha più tolti per l'intera giornata.
»Credo — dice - che non dobbiamo più accettare che avvengano tragedie simili per capire che le cose possono essere cambiate, che occorre una nuova politica dell'immigrazione che punti prevenzione e non alla repressione. Noi chiediamo un'attenzione particolare all'Unione europea per spiegare che qui, a Lampedusa, si trova la frontiera dell'Europa e per ribadire che ciascuno di noi può contribuire al cambiamento. Spero — sottolinea — che questa strage ci possa far riflettere sulla nostra posizione, sulle nostre frontiere, il nostro mare e soprattutto chiedere che questo dramma non sia affrontato da soli ma insieme con l'Europa». La ministra è poi andata il centro di accoglienza di contrada Imbriacola dove la notte è trascorsa nell'emergenza, a causa del nubifragio che ha colpito l'isola, per i 950 ospiti tra cui i 155 eritrei sopravvissuti e devastati dal dolore dopo la visita, ieri l'altro, alle bare nell'hangar. La pioggia battente ha messo in difficoltà gli operatori del centro. Ci sono posti solo per 300 persone dopo l'incendio di una parte dei padiglioni nel 2011.
»Sì — dice Cècile Kyenge -. le condizioni in cui vivono gli ospiti del centro sono disumane, ma bisogna cambiare la situazione e intanto spostarli verso altri centri di accoglienza più adatti. Bisogna riuscire a dare delle risposte ferme e certe alle persone che fuggono e hanno bisogno di una protezione. Noi dobbiamo essere in grado di fare questo e di dare l'aiuto di cui hanno bisogno, Il nostro lavoro deve puntare a salvare la vita di ogni persona. Ogni vita che perdiamo è un contributo umano enorme che perdiamo. Quello che è avvenuto giovedì scorso non deve più accadere. Dobbiamo avviare una riflessione comune per impedire che si ripetano simili tragedie».
L'appello lanciato dalla ministra è stato già raccolto. Mercoledì mattina il presidente della Commissione Ue Manuel Barroso sarà infatti a Lampedusa con il vicepremier Angelino Alfano, »per rendersi conto di persona— dichiara il primo ministro Enrico Letta — della situazione».
 
L'Anas intervenga al più presto Ribera Chiesto l'inizio dei lavori per la costruzione del nuovo ponte sul Verdura della Ss 115
RIBERA. E' necessario che l'Anas cominci subito i lavori di ricostruzione del nuovo ponte della strada statale 115, proprio sul fiume Verdura, perché le piene invernali del corso d'acqua potrebbero creare difficoltà ed eventuali pericoli per la passerella, costruita, tra febbraio e maggio scorsi, per permettere il transito veicolare tra Agrigento e Trapani. Lo sostiene l'amministrazione comunale di Ribera che nei giorni scorsi ha scritto una lettera urgente al presidente dell'Anas Pietro Ciucci e al direttore del compartimento della Sicilia Salvatore Tonti.
"Ad oggi— ha scritto il sindaco Pace ai dirigenti dell'azienda — come più volte da voi annunciato, i lavori per la realizzazione del nuovo ponte non sono ancora iniziati. Inoltre l'Anas ha erroneamente richiesto i prescritti pareri, anziché tramite la Regione Siciliana, direttamente ai consigli comunali dei comuni interessati, causando un notevole ritardo sui tempi del rilascio dei pareri e, conseguentemente, dell'approvazione del relativo progetto. L'approssimarsi della stagione invernale e la scelta di aver realizzato una passerella provvisoria, autorizzata dal Genio Civile per 12 mesi, destano preoccupazione per la potenziale portata d'acqua del fiume Verdura".
Nella lettera la civica amministrazione riberese ribadisce che, oltre all'apparente stato di precarietà strutturale della passerella temporanea, più volte soggetta a infiltrazioni all'interno del manto stradale e a continui cedimenti ed abbassamenti della struttura viaria ricostruita, desta particolare preoccupazione per l'incolumità pubblica degli automobilisti che transitano giornalmente su questa arteria di primaria importanza per la viabilità dell'intera regione. Il comune di Ribera precisa ancora che il protrarsi ditale situazione continua a causare gravi danni, oltreché disagi ai cittadini, alla viabilità interna del territorio comunale ed alla viabilità alternativa alla SS 386, non più adeguata all'attuale flusso di traffico pesante, per cui il primo cittadino Pace sollecita e diffida l'Anas ad intraprendere tutti gli interventi necessari al fine di risolvere tempestivamente il problema della sicura viabilità.
ENZO MINiO

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