GIORNALE DI SICILIA
IL NO ALLO SCALO "Difendiamo
l'agricoltura"
Aeroporto, i consiglieri: la scelta
più opportuna
Consiglieri comunali e giunta non ci
stanno a passare per chi ha affossato, in via definitiva, la
realizzazione dell'aeroporto di Licata. Nei giorni scorsi, infatti,
la politica licatese è stata fatta oggetto di pesantissime critiche,
da parte di politici ed associazioni, per la decisione di dare parere
negativo alla Provincia di Agrigento circa la costruzione dello
scalo. Ieri la giunta ed il consiglio hanno diffuso una nota con la
quale difendono la propria posizione. 'Qualcuno si legge nel
documento vuole avvelenare i pozzi e creare guerre inutili sulla
vicenda dell'aeroporto. Licata da 40 anni è sistematicamente presa
in giro su questo argomento, e senza un progetto sedo e fatti- bile
abbiamo assunto la decisione più opportuna", il voto del consiglio
era arrivato la settimana scorsa. L'unico rappresentante
dell'assise a votare per l'aeroporto era stato Antonio Terranova,
mentre tutti gli altri avevano detto no. "Tutto rimane
aggiungono consiglieri e giunta nella più totale confusione. Si
pensa di realizzare un nero- portino con una pista di appena 1,4
chilometri, per voli a breve di- stanza, i terreni sui quali si vuole
costruire la struttura sono, al contrario di quanto sostenuto da
qualcuno, irrigui. Non esistono più i fondi nel bilancio della
Regione, I 30 milioni di euro sono stati stornati, Inoltre si
legge ancora nella nota costruire lo scalo nei terreni delle
contrade San Vincenzo e San Francesco significherebbe gettare sul
lastrico oltre mille lavoratori che producono il 15 per cento del
prodotto annuo dell'agricoltura licatese". 'Non uccidiamo
si conclude la nota firmata anche dal sindaco Balsamo e dal
presidente del consiglio Platamone il compatto agricolo
continuando a vincolare terreni per un progetto che non vedrà mai la
luce". (AAU)
ISTITUTO A RISCHIO. Incontro ad
Agrigento
Schiarita sul Toscanini
Soddisfatto il direttore
Dopo sei mesi l'istituto musicale
provinciale "Arturo Toscanini" con sede a Ribera in via "esce
da un'area di turbolenza che di fatto è stata superata grazie al
fondamentale impegno della Provincia Regionale diAgrigento, che ha
dato concreto riscontro alle appassionate richieste di studenti e
loro famiglie". A sostenerlo è il direttore dell'istituto
musicale Claudio Montesano a seguito di un nuovo incontro avuto con
il Commissario stra ordinario della cx provincia dottor Benito
Infurnari in sede di Conferenza Servizi con i vertici burocratici
dell'Ente Provincia di Agrigento, istitutore e finanziatore
dell'istituto Superiore di Studi Musicali"Toscanini", "In
attesa che il Governo Regionale, con l'elaborazione del Bilancio di
previsione 2014, concretizzi quanto assicurato nel vertice tenutosi a
Palermo il 9 ottobre scorso presso l'Assessorato alle Autonomie
Locali e di fronte al sempre più concreto pericolo di dismissione al
31 ottobre di questo Conservatorio di Musica dopo 23 anni di attività
- ha dichiarato Montesano - il Commissario straordinario ha attivato
una procedura d'emergenza coni' obiettivo di mantenere invita il
Toscanini fino al- la sua regionalizzazione o statizzazione".
Grande importanza viene data a questa procedura dal momento che con
tale provvedimento si potrà dare avvio l'Anno accademico 2013/14
in attesa dell'approvazione del Bilancio regionale e quindi, della
reale consistenza del relativo finanziamento alla Provincia. (TC)
SONDAGGIO Al tredicesimo posto a
livello nazionale con una percentuale del 60,2 per cento, subito dopo
Leoluca Orlando
I SINDACI PIU' GRADITI DAI CITTADINI
ZAMBUTO RESTA NELLE PRIME POSIZIONI
Marco Zambuto mantiene la posizione.
Mantiene, nella graduatoria dei sindaci più graditi dai cittadini,
le prime posizioni. Agrigento come Palermo. Palermo come Agrigento.
Le due uniche città siciliane che, al momento, sono accomunate dai
gradimento popolare dei propri cittadini nei confronti dei sindaci,
il sindaco di Agrigento, Zambuto, si colloca, nella graduatoria
nazionale dei sindaci più graditi dai propri concittadini, al
tredicesimo posto con una percentuale del 60,2 percento, subito dopo
Leoluca Orlandosindaco di Palermo - che registra un 60,3 per
cento. E il dato che emerge dalla diciannovesima edizione di "Monitor
Città", sondaggio semestrale dell'istituto "Datamedia
ricerche" che enumera i sindaci dei capoluoghi di provincia al di
sopra del 55 per cento di gradimento dell'operato amministrativo.
Gradimento che viene calcolato sulla base di un giudizio espresso dai
cittadini. Sul totale di sindaci monitorati sono soltanto 36 quelli
che entrano nella "top 55%". Nella classifica non sono inclusi i
sindaci di nove città metropolitane.
Il sondaggio è stato realizzato dal 22
aprile all'8 luglio dl quest'anno intervistando telefonicamente
seicento cittadini agrigentini, selezionati per sesso ed età, a cui
è stato chiesto: "Lei quanto si ritiene soddisfatto dell'operato
del sindaco della sua città fino ad oggi?". Ed il 60,2 per cento
ha risposto positivamente. "È un riconoscimento che mi gratifica
ha commentato, ieri, il sindaco Marco Zambuto perché è
certamente il frutto del-l'impegno che l'amministrazione comunale
da me guidata ha profuso da anni per venire incontro alle esigenze
dei cittadini e per risolvere i tanti problemi che una città come
Agrigento quotidianamente fa emergere. Abbiamo sempre scelto, come
metodo politico ed amministrativo distare tra la gente con umiltà e
disponibilità e cercare soluzioni condivise per tirare fuori da una
pesante crisi finanziaria ilComune. Anche questo risultato ha
concluso Zambuto - mi dà la forza di continuare nell'impegno
quotidiano per poter offrire alla nostra città speranza di serenità
e lavoro per tutti", Zambuto, come del resto anche Orlando, - per
mantenere il parallelismo odierno piacevano ai cittadini anche
nella precedente edizione, la diciottesima appunto, dell'indagine
di Monitorcittà. Nel marzo scorso, Marco Zambuto con un più 6,7 per
cento, Giuliano Pisapia (Milano) con un più 5,0 per cento e Marco
Doria (Genova) con un più 4,8 per cento erano i sindaci che aveva*
no registrato la crescita più cospicua. (CR)
RICHIESTA TRASVERSALE. Da esponenti
del Pdl, Patto per il territorio, Voce siciliana e Pid
Gestione dei rifiuti a! Comune.
Nuovo appello dei consiglieri
«Prevenire è meglio che curare,
soprattutto quando, in prospettiva, il male si rivelerebbe
incurabile. Ai Comune di Agrigento non sfugga l'occasione storica di
riassumere in proprio la gestione del servizio di raccolta e
smaltimento dei rifiuti. Il sindaco Zambuto raccolga l'appello
appena lanciato dal presidente Crocetta affinché i sindaci siciliani
non commettano gli stessi errori del passato, procedendo invece in
modo radicale alla gestione diretta dei servizio». Così dichiarano
i consiglieri comunali di Agrigento del Pdl, Patto per il territorio,
Voce siciliana (Patti) e Pid Cantiere Popolare tra i primi
sostenitori della gestione in house del servizio rifiuti da parte del
Comune. I consiglieri affermano: «Inviteremo il ministro degli
interni, Angelino Alfano, a sollecitare il Comune di Agrigento
affinché la costituenda Commissione di controllo sulla transizione
verso le nuove modalità digestione dei servizio dei rifiuti sia
allargata anche a personalità tecniche dì rilievo, come, ad
esempio, un magistrato contabile o un esponente della Prefettura, al
fine di vigliare attentamente contro le intenzioni conservative già
manifestate da Zambuto per riaffidare il servizio alle imprese
esterne a beffa e danno delle tasche dei cittadini contribuenti.
LA SICILIA
Fronte Comune contro l'"aeroportino"
LICATA, Si inasprisce la diatriba
legata alla realizzazione dello scalo aeroportuale. Lo scorso
quattordici ottobre, il Consiglio comunale ha deciso di non approvare
la "proposta di deliberazione consiliare per il rilascio dei parere
ex art. 7 Legge Regionale 65/81 e successive modifiche ed
integrazioni sul progetto della Provincia Regionale di Agrigento
relativo alla realizzazione di una infrastruttura per il trasporto
aereo ed opere connesse nell'area territoriale centro meridionale
siciliana in Provincia di Agrigento", In parole povere, niente
aeroporto.
Decisione che ha sollevato un vespaio
di polemiche tra chi si è sempre dichiarato favorevole alla
realizzazione dello scalo a Licata e chi invece considera di poca
utilità un aeroporto "periferico" da edificare oltretutto su
terreni interessati da pregiate colture agricole. Ieri la dura presa
di posizione di Palazzo di Città con il sindaco Angelo Balsamo, la
Giunta, la maggioranza del Consiglio Comunale e il presidente del
civico consesso Saverio Platamone che hanno affidato la loro replica
a una nota nella quale vengono respinte le accuse post votazione.
«Una fabbrica di menzogne si legge
nel comunicato emesso dall'Ufficio Stampa del Comune e un
festival di demagogia che parte da Licata, passa da Agrigento per
nascondere la verità sull'aeroporto. Politicanti di mestiere e
qualche operatore o sindacalista vuole avvelenare i pozzi e creare
guerre inutili sulla vicenda dell'aeroporto. Licata da quarant'anni
è sistematicamente presa in giro su questo argomento e senza un
progetto serio e fatti bile abbiamo assunto la decisione più
opportuna)>. Sì passa poi ad analizzare aspetti più specifici e
che, a parere di sindaco, Giunta e maggioranza, giustificano il no
del Consiglio Comunale alla realizzazione dello scalo: «E'
evidente si legge nella nota che non c'è un progetto
serio. Tutto rimane nella più totale confusione. Si pensa di
realizzare un aeroportino con una pista di 1,4km per voli di breve
distanza (per intenderci gli aerei con l'elica) ». L'attenzione
viene poi soffermata sulla parte economica: «1 30 milioni sono stati
stornati e inoltre costruire l'aeroporto sui terreni delle Contrade
San Vincenzo e San Francesco significherebbe mettere sul lastrico
oltre mille lavoratori che producono il 15% del prodotto annuo
dell'agricoltura licatese che equivale a circa cento milioni».
Il finale della replica tira in ballo
gli accusatori: «Gli attacchi rivoltici da politici senza poltrona e
da qualche loro amico che mette la divisa da operatore turistico non
ci spaventano perché a tutti loro vorremmo rivolgere una sola
domanda: dove sono stati negli ultimi 40 anni? Non avremmo mai
bocciato un progetto serio e capace di far crescere il nostro
territorio. Ma siamo stanchi di essere presi in giro. Se qualcuno,
rimasto senza poltrone, vuole rilanciare la sua immagine con progetti
fantascientifici di aeroporti inesistenti noi diciamo No e lo
ribadiamo nell'interesse della città)).
Giuseppe Cellura
IL CASO Sovraffollato, si tenta di
affidare per un giorno i minori alle famiglie Lampedusa, il "centro
della vergogna" Oggi il sindaco fa rotta verso Bruxelles
LAMPEDUSA. La vergogna dell'italia e
dell'Europa è un camion di gelati che soma- li ed eritrei scappati
dalla guerra e dalla fame hanno trasformato in casa; la vergogna
dell'italia e dell'Europa sono tre bambini che hanno visto
l'orrore in Siria e ora dormono su un materasso sporco abbandonato
sotto un albero, assieme a centinaia di persone. Bisogna vederlo, il
Centro di prima accoglienza e soccorso di Lampedusa: per capire come
le parole spesso vuote della politica vanno in frantumi di fronte
alla realtà.
Là dentro sì sopravvive, non si vive.
Non da oggi, ma da almeno due anni. Da quando, a settembre del 2011,
i migranti esasperati per le settimane passate reclusi uno sopra
all'altro e senza una colpa, diedero fuoco alla struttura, I segni
di quell'incendio sono ancora tutti lì: un padiglione è
interamente distrutto; un altro ha le tracce del fuoco sul tetto e
all'interno. I profughi ospitati all'interno del centro sono
troppi in confronto alla capienza della struttura. Da qualche
settimana si sta cercando di fare in modo che almeno i bambini
ospitati nel centro possano svagarsi ed interagire con la
popolazione. Dopo avere allestito un'area dove è consentito loro
di poter svolgere attività sportive, sull'isola stanno anche
offrendo la possibilità di tenere in famiglia uno o più bambini per
un giorno facendo passare loro una giornata diversa. Ma anche per
fare questo, le lungaggini burocratiche stanno creando non poche
difficoltà.
Tutt'attorno alla struttura, dove
solo pochi fortunati, soprattutto donne, hanno trovato un letto, c'è
un mondo: fatto di materassi utilizzati per costruire ripari e teli
termici - gli stessi che vengono gettati sulle spalle dei migranti
appena soccorsi sui barconi - usati come tende. In centinaia vivono
all'aperto, con il caldo e con la pioggia; ci sono uomini arrivati
dalla Palestina, dalla Libia, dalla Siria. Donne velate e bambini. E
sono proprio questi ultimi, con i loro sorrisi nonostante tutto e le
loro corse tra le gambe dei grandi, la loro voglia di vita e la
speranza di un futuro migliore, a dire che no, non è così che un
Paese civile accoglie chi ha bisogno d'aiuto.
«Mi vergogno, mi vergogno di queste
condizioni, non siamo campioni dell'accoglienza. Siamo campioni
dell'emergenza», ripete il sindaco Giusi Nicolini che oggi partirà
alla volta di per Bruxelles dove esporrà anche questo problema. Il
ministro dell'interno Angelino Alfano era riuscito a farlo
svuotare, poi il numero elevato di arrivi ha fatto saltare il piano.
Altro punto dolente per il centro di
accoglienza è che alle volte accade che proprio per la distanza
eccessiva dell'isola dal resto della Sicilia mancano attrezzature o
generi di prima necessità, anche se c'è da sottolineare che la
società che gestisce il centro è sempre riuscita a garantire un
minimo di assistenza.
ELIO DESIDERIO
CENTRODESTRA Berlusconi tace, le sue
truppe litigano
Alfano: non ho mai
parlato di scissione Ma il Pdl resta
in bilico
GABRIELLA BELLUCCI
ROMA, "Lavorerò per l'unità
intorno a Berlusconi" e la Legge di stabilità "non è il quinto
Vangelo". Angelino Alfano, ancora una volta, corre ai ripari di
fronte all'inasprirsi dei conflitti interni al Pdl. Smentisce che i
governativi puntino alla scissione, assicura che il ventennio
berlusconiano "non è finito", e apre a "miglioramenti" della
manovra economica, lanciando un solo altolà: "Se l'approccio è
'non va bene nulla', il sospetto è che si voglia far cadere il
governo".
All'indomani dei botta e risposta a
brutto muso (Gaetano Quagliariello contro Nitto Palma sulla durata
dell'esecutivo, e governativi contro lealisti sulle critiche alla
Legge di stabilità) il Pdl ha spostato nella maggioranza l'asse
dello scontro. Sulla vicenda della commissione Antimafia il partito
ha intavolato col Pd una battaglia al fulmicotone, seminando altre
mine sulla stabilità del governo. Molti dirigenti, a partire dai
capigruppo, si sono affrettati a dare per vacillante la coalizione,
ma non i vertici, nè tantomeno i ministri.
Anche Berlusconi continua a tacere,
concentrato com'è sugli sviluppi parlamentari del voto sulla sua
decadenza. A Roma dovrebbe tornare oggi o domani e sembra sia
intenzionato a convocare un Ufficio di presidenza per mettere a
confronto le fazioni belligeranti e riprendere in mano il partito.
Una soluzione che dovrebbe riportare ordine in vista del varo di
Forza Italia (già ampiamente in ritardo sulla tabella di marcia
anche per questioni finanziarie), ma che non sarà affrontata subito.
Non prima, appunto, che si sbrogli la matassa della decadenza, sulla
quale Berlusconi ha incassato ieri l'ennesima doccia fredda dal
Quirinale, che ha smentito l'esistenza di patti per garantirgli*
"l'agibilità politica".
La partita si giocherà solo nell'Aula
del Senato, dove lo smottamento di Scelta Civica sta aprendo spiragli
utili per il Cavaliere, e al tempo stesso vischiosi, perché hanno
rafforzato il potere contrattuale dei governativi.
E con animo relativamente tranquillo,
quindi, che Alfano rinnova l'impegno a lavorare per tenere unito il
partito, chiarendo di "non aver mai pronunciato la parola
scissione". Alcuni dei suoi, invece, pare l'abbiano minacciata
l'altro giorno di fronte agli attacchi di falchi e lealisti alla
Legge di stabilità, che ha fatto uscire allo scoperto 24 senatori in
difesa del governo. Un altro segnale di forza (pure numerica), che ha
costretto ieri i lealisti a mordere il freno, lasciando ad Alfano il
ruolo nobile di mediatore. "Questa manovra può essere migliorata,
e anche molto, dal lavoro del Parlamento", concede il vice-premier,
a patto che ci sia "un approccio costruttivo". In altre parole:
niente passi falsi contro il governo con la scusa delle tasse.
In attesa che Berlusconi batta un
colpo, è Raffaele Fitto a stare sulle spine. A lui, nei giorni
scorsi, il Cavaliere aveva detto di concordare con l'idea di
azzerare gli incarichi per depotenziare il segretario. Ma il tempo
passa e la sfida con Alfano per la contesa della leadership diventa
più complicata. "Non ci penso proprio a lasciare", avrebbe
confidato Fitto ai suoi, convinto che Berlusconi non la darà vinta
al delfino quando avverrà il passaggio a Forza Italia. Una
prospettiva che Alfa- no non nomina da settimane, parlando invece di
"centrodestra" e "movimento" al posto di Pdl o Fi, anche in
funzione del progetto coltivato con l'Udc e gli ex montiani di
Maria Mauro per dare vita, alle Europee, ad un soggetto più tarato
al centro. E' quello il primo traguardo di legislatura a cui mirano
i governativi, e che gli avversari vorrebbero sabotare con la caduta
anticipata del governo.