GIORNALE DI SICILIA
A UN CONVEGNO DELL'UPI BORDATE SU DELRIO
Le Province tentano di evitare la cancellazione
Le Province tentano il tutto per tutto per i bastoni tra le ruote al ddl Delrio (atto Camera 1542), che definiscono senza ombra di sorta «una riforma mediatica», e chiedono aiuto al capo dello Stato Giorgio Napolitano. Contro la prospettiva dell'azzeramento ieri l'lJpi ha tenuto
un'assemblea dal titolo impegnativo. (»Resettiamo l'Italia ripartiamo dalla Costituzione») per cercare di spegnere un attacco che il presidente dell'Upi Antonio Saitta definisce «inaccettabile», aggiungendo che ormai «le Province vengono considerate come dei clan di mafiosi». Parole pesanti,
che spiegano bene il clima dell'assemblea, popolata di presidenti decisamente arrabbiati, che hanno fischiato più volte il nome del ministro per gli Affari regionali, spingendo Saitta a definirlo
«ministro dell'Anci».
«Chiediamo al presidente della Repubblica Napolitano di tutelare le nostre prerogative costituzionali - ha affermato il presidente dell'Upi scandendo lentamente le parole nel silenzio del teatro Quirino - perché non può farlo soltanto la Corte costituzionale. Per questa ragione invitiamo Napolitano ad impedire che la Costituzione sia modificata mediaticamente».
Al capo dello Stato il leader delle Province ha poi chiesto di garantire il riordino, visto che il governo ci ha escluso», e il rispetto della Carta delle Autonomie, «che è un trattato internazionale». Saitta ha poi chiesto a Delrio di non essere «soltanto il ministro dell'Anci ma garantisca anche noi)), incassando gli applausi degli astanti.
Poi ha incalzato il governo a «tirar fuori dal cassetto i dati della Sose sui Comuni, visto che quel-
li relativi alle Province li ha già resi noti». Ebbene, ha detto il presidente dell'Upi, "da un'analisi approfondita di quei numeri si potrà dimostrare che le Province in questi anni sono state più brave dei Comuni».
E allora, sempre all'indirizzo di Delrio - definito anche il ministro per l'abolizione delle Province» - ha chiesto lumi sul perché nel corso degli ultimi 10 anni il costo delle Regioni sia aumentato di 40 miliardi e di 100 quello della Pubblica amministrazione. «Ma - ha osservato causticamente - il ministro Delrio preferisce dedicarsi all'abolizione delle Province, che pesano soltanto per l'1,3% della spesa statale». Il presidente dell'Upi ha poi annunciato la nascita, in ogni realtà territoriale, di Comitati per la difesa della Costituzione, chiedendo a tutti i presidenti «di incontrare i dipendenti di ogni singolo ente per spiegare loro che il sindacato non farà nulla per il mantenimento del loro posto di lavoro».
Dura le replica dei sindacati di categoria: «invitiamo il presidente dell'Upi ad evitare parole deliranti come quelle pronunciate oggi (ieri per chi legge, ndr) sui sindacati e a mantenere il rispetto per chi rappresenta migliaia di lavoratori delle amministrazioni provinciali», hanno detto i segretari generali Rossana Dettori (Fp-Cgil), Giovanni Faverin (Cisl-Fp) e Giovanni Torluccio (Uil-Fpl), spiegando che l'assemblea Upi «assomiglia più a una difesa delle poltrone, che ad una riflessione sul piano di riordino degli assetti territoriali».
«Non serve l'arroccamento corporativo - aggiungono i sindacalisti - ma tavoli di confronto per governare i processi di riorganizzazione: garantendo più qualità dei servizi, più investimento nelle competenze, più percorsi di stabilizzazione per i precari, più reinternalizzazione dei servizi oggi affidati alle società in house».
PAOLO TEODORI
Alunni disabili, l'assistenza dev'essere in tutto l'orario
«Agli studenti con disabilita grave va assegnato un insegnante di sostegno per l'intero orario di frequenza scolastica secondo il rapporto 1/1».
A stabilirlo nei giorni scorsi è stata la Sezione Prima del Tar Sicilia con la sentenza numero 1829/2013. Tribunale Amministrativo Regionale che in questo modo ha accolto il ricorso che era stato presentato dai genitori di una ragazzina che frequentai! circolo didattico "Don Bosco" di Canicattì. I genitori assistiti dall'avvocato Mariella Lo Giudice avevano impugnato il provvedimento del dirigente di circolo con il quale veniva assegnata alla bambina un insegnante di sostegno soltanto per dodici ore settimanali, numero che è stato ritenuto insufficiente dai giudici per garantire la normale distribuzione del servizio didattico e quindi per farle seguire il relativo percorso di istruzione.
La sentenza dei giudici (Federica Cabrini, Presidente facente funzioni estensore Giovanni Tulumello ed Aurora Lento, consiglieri) oltre a riconoscere alla studentessa l'assistenza di un insegnante di sostegno per tutto il tempo necessario allo svolgimento del suo percorso di studi contiene anche la condanna della controparte, individuata nel Ministero dell'istruzione dell'Università e della Ricerca, al pagamento in favore del ricorrente delle spese di giudizio quantificate in oltre due mila euro oltre ad oneri accessori nonché all'esecuzione della stessa da parte dell'autorità amministrativa ribadendo che: "il diritto all'istruzione e all'assistenza non possono subire attenuazioni di sorta soprattutto se si tratta di alunni disabili". Una sentenza, quella eméssa che dalla Sezione Prima del Tribunale Amministrativo Regionale di Palermo che non ha precedenti. Infatti, da sempre le ore di sostegno venivano assegnate agli insegnanti dai dirigenti scolastici e quindi dal Ministero valutando caso per caso la gravità della patologia della quale l'alunno era affetto.
I genitori che si sono rivolti al Tar, si erano lamentati con il dirigente scolastico perché avevano ritenuto che non era possibile per la figlia seguire un normale percorso dl studi se la stessa avesse usufruito dell'insegnante di sostegno soltanto per dodici ore la settimana. Inoltre, lo stesso percorso formativo, secondo quanto sostenuto nel ricorso presentato al Tar e poi accolto, l'insegnante di sostegno non si sarebbe potuta dedicare alla ragazzina in maniera minuziosa.
CARMELO VELLA
BILANCIO. Braccio di ferro in commissione
Soldi a Comuni e Province Manovra in salita all'Ars
PALERMO
E' iniziato fra mille ostacoli il cammino della manovra correttiva. Fino alle 22 di ieri la legge
che stanzia 71 milioni non aveva ottenuto il via libera della commissione Bilancio perchè, secondo il presidente Nino Dina (Udc), mancherebbero circa 7 milioni da destinare per lo più alle Province e agli enti dell'agricoltura (Istituto perl'incrémento ippico, consorzi vari, Esa).
L'assessore all'Economia, Luca Bianchi, ha detto che il governo avrebbe presentato delle modifiche al testo ma a patto di non aumentare lo stanziamento totale. In sintesi, per far spazio a Province e vari altri enti, dovranno rinunciare a qualcosa gli attuali destinatari dei fondi: Comuni, forestali, borse di studio ed enti di volontariato.
Intanto è arrivata una pioggia di emendamenti al testo. Fra gli altri, quello di Nello Musumeci
(leader della destra all'Ars) che ha proposto proprio la soppressione dell'Esa ed i vari altri istituti sperimentali per l'agricoltura.
Mentre Totò Lentini (Udc) e Vincenzo Figuccia dell'Mpa hanno proposto l'apertura di Casino rispettivamente a Cefalù é Palermo.
La manovra andrebbe approvata all'Ars entro fine settimana, secondo i piani del governo. Che attende questo passaggio per poter poi lavorare alla Finanziaria e al bilancio del 2014.
GIA. PI.
NODI DELLA REGONE
SINDACI E SINDACATI SCETTICI: IL RISPETTO DEI TETTI DEL PATTO DI STABILITÀ IMPEDIRÀ QUESTA SOLUZIONE
Precari, da Roma apertura sulle proroghe
Crocetta ottiene un primo «sì» dal ministro D'Alia rinnovi dei contratti fino al 2016 in attesa delle stabilizzazioni
Giacinto Pipitone
PALERMO
LaRegione strappa al ministero un primo sì per le proroghe dei precari. Il vertice fra Crocetta e il ministro della Funzione pubblica, Gianpiero D'Alia, ha permesso di individuare un percorso che il governo nazionale si è impegnato a mettere perfino per iscritto in una circolare che sarà diramata a giorni. Ciò dovrebbe dare ai sindaci le garanzie richieste per rinnovare i contratti in scadenza il 31 dicembre.
Si apre quindi uno spiraglio per i 18 500 precari in attesa del rinnovo. Una cifra che potrebbe addirittura crescere e superare quota 20 mila se come ha rilevato Gianni Borrelli della Uil
verranno inseriti nel percorso anche 3 mila ex Asu che i Comuni hanno contrattualizzato negli ultimi anni. Gli Asu sono una categoria sui generis a cui appartengono circa 6 mila persone
che normalmente ricevono solo un sussidio dall'Inps di 536 euro erogato utilizzando fondi della
Regione. Ma - spiega la Uil - al tavolo di confronto con la Regione e emerso che la meta di questa platea ha usufruito negli ultimi anni di contratti che adesso dovrebbero essere rinnovati.
Un altro nodo da sciogliere.
Intanto da Roma, dove Crocetta ha incontrato Letta e D'Alia arrivano prime aperture del governo nazionale dopo il varo della legge che ha confermato l'obbligo di rispettare i tetti del patto di stabilita i limiti delle piante organiche e di fare i concorsi per avviare le stabilizzazioni. Paletti che secondo i sindaci, i sindacati e il governo regionale impediscono sia le stabilizzazioni che le proroghe. Invece ieri i tecnici del ministero della Funzione pubblica hanno illustrato agli esperti della Regione un percorso all'interno delle disposizioni recate dall'articolo 4 com mi 8, 9 e 9bis - dell'ultima legge che consentirà la proroga dei contratti a termine e il contestuale avvio delle procedure di stabilizzazione». Poco dopo il vertice Crocetta ha aggiunto che» il percorso individuato prevede da una parte la proroga, sino al 2016 di tutti i contratti in essere e dall'altra di avviare i processi di stabilizzazione per un numero di lavoratori che tenga conto dei posti e delle risorse disponibili».
La soluzione è simile a quella che il ministero aveva anticipato qualche giorno fa. Passa dalla creazione di due liste che mettono insieme tutti i precari la prima comprenderà chi oggi e in fascia bassa (A e B) nella seconda entreranno quelli con qualifiche elevate La prima lista permetterà di stabilizzare per chiamata diretta, l'altra indicherà le riserve da coprire nell'ambito di concorsi. «Sulla basedi queste liste - spiega Stefano Polizzotto, braccio destro del presidente
avvieremo le stabilizzazioni che dovranno concludersi entro il 2016 Nell'attesa il ministero metterà per iscritto che si può almeno prorogare i contratti. Dovremo anche fare una legge all'Ars che prevederà una nuova regolamentazione del contributo regionale ai Comuni, che avrà durata più lunga».
Oggi la Regione stanzia 300 milioni all'anno e garantisce ai sindaci fondi per 5 o 10 anni
D'Alia ha precisato che «comunque il ministero non si opporrà a un intervento diretto sull'argomento da parte della Presidenza del Consiglio, qualora questo venisse ritenuto necessario». C'è sempre la speranza infatti di un emendamento alla legge di Stabilità per semplificare la materia. È la richiesta ribadita ieri dai vertici dell'Anci Sicilia. I sindaci chiedono più di una circolare: «Bisogna ottenere deroghe per superare i vincoli imposti su spese correnti, personale e dotazione organica nei Comuni. Crocetta, carte alla mano, dimostrerà alla Ragioneria dello Stato l'effettiva razionalizzazione della spesa avviata formazione, sanità e personale regionale». Scettici pure i sindacati. il Movimento Giovani Lavoratori «vigilerà sul reale impegno a prorogare i contratti». Per Claudio Barone della Uil «D'Alla sfugge alle sue responsabilità. Senza il supporto legislativo nazionale è impossibile prorogare i contratti con una norma regionale, che di certo sarebbe impugnata dal Commissario dello Stato. Se a dicembre i precari saranno in mezzo a una strada, la protesta della Uil sarà durissima». E il Pii con Nino D'Asero ritiene necessario «un piano più articolato, che la Regione non ha». Mentre il Pd, con Mariella Maggio, vede «un passo avanti ma resta la preoccupazione per il percorso della stabilizzazione se non si allentano alcuni vincoli».
LA SICILIA
SCIACCA. Il Comune ha inserito il complesso monumentale San Domenico tra i beni alienabili. L'immobile potrebbe diventare un albergo, ma il comproprietario (la Provincia) non ne sa nulla
Sciacca.
Anni di abbandono e di degrado a causa della proprietà divisa a metà tra Comune e Provincia. Oggi che le casse degli enti pubblici sono a secco, il complesso monumentale San Domenico, una delle strutture di maggior pregio artistico e culturale della città, invece che museo e polo culturale, potrebbe diventare un albergo privato.
E' ormai un evidente simbolo di inefficienza della pubblica amministrazione l'immobile che sorge tra le piazze Scandaliato e Rossi, nel cuore del centro storico. Gran parte dei locali sono cadenti, quelli accessibili vengono utilizzati dal Comune per un paio di uffici decentrati e un magazzino, dalla Provincia regionale, ormai ex, per l'Urp e in uso ad un paio di associazioni. Il lato mare dell'edificio è in parte transennato. Il complesso monumentale fino a 40 anni fa ha ospitato una scuola, poi è stata chiusa per evidente degrado strutturale. Occorrevano fondi per un corposo rifacimento, ma Provincia e Comune non sono mai riusciti a mettersi d'accordo. Negli anni '80 ci fu un tentativo dell'allora dirigente comunale, ma anche influente figura politica della città, Gaspare Falalutano, di richiedere alla Regione i fondi necessari per farne un centro di aggregazione giovanile e culturale. La Regione concedeva contributi a pioggia, ma quel progetto non ebbe probabilmente un'adeguata sponsorizzazione. Nel frattempo l'incuria regnava. Provincia e Comune trovano l'intesa nel 2007 (anche stavolta con la presenza di Falautano, nella veste di presidente della Lega Navale): un ente si occupa della progettazione, l'altro si inserirlo in una del-
le richieste di inserimento nelle opere da finanziare con fondi europei. Si arriva al 2010: il progetto prevede interventi per complessivi 8 milioni di euro. La proposta viene fatta su 4 distinte linee di intervento del Programma Operativo Fesr Sicilia 2007/2013 nell'ambito delle procedure di cui all'Asse VI «Sviluppo Urbano Sostenibile». Ma va male, il progetto viene escluso dal finanziamento.
Pochi giorni fa l'ex convento San Domenico spunta a sorpresa nel piano di valorizzazione e dismissione che il Comune ha presentato nell'ambito dell'iter per l'approvazione del bilancio di previsione. Nella relazione si legge che «l'obiettivo è finalizzato essenzialmente al riutilizzo del complesso mediante una destinazione mista alberghiera e polifunzionale per la promozione del territorio e delle risorse del luogo». Spunta per la prima volta la parola «destinazione alberghiera», ma secondo quanto asserisce in questi giorni l'opposizione locale, l'altro proprietario (la ormai ex Provincia) non sa nulla.
GIUSEPPE RECCA
MIGRANTES. Arcivescovo oggi e domani a Bruxelles, parlerà d'immigrazione alla Commissione Europea
Montenegro in missione
L'arcivescovo Francesco Montenegro è volato ieri a Bruxelles.
Vi rimarrà oggi e domani, per un incontro con la commissione europea con all'ordine del giorno un solo punto: l'immigrazione. Don Franco è lì in una doppia veste, quella di arcivescovo di Agrigento e quello di presidente della commissione Cei per le migrazioni e della Fondazione migrantes. La situazione di Lampedusa, i naufragi del 3 e 11 ottobre scorsi, i viaggi della speranza che non si arrestano, sono in primo piano in Italia e in Europa.
La due giorni del pastore della chiesa agrigentina a Bruxelles sarà l'occasione per sollevare il tema dell'immigrazione, visto dal suo punto di vista, anche a livello delle istituzioni europee.
L'auspicio il desiderio di monsignor è che le nazioni europee siano più attente al problema e, così,
avere un futuro diverso dell'Europa. Franco ha più volte ribadito: «L'Europa, se non sa guardare soprattutto ai poveri, come può sperare in un futuro». Nei giorni scorsi, al consiglio si sono sollevate numerose voci in favore di un intervento coordinato La richiesta di una strategia comune del premier Enrico Letta e stata accolta dal presidente della commissione europea Barroso. Punto di partenza rafforzare gli strumenti di controllo delle frontiere europee con Eurosur Frontex rendere piu efficace la collaborazione con i Paesi d'origine, in modo da monitorare i flussi e combattere la tratta degli esseri umani, controllata dal crimine organizzato.
Al vaglio anche la proposta di riaprire il capitolo, chiuso da anni, di una riforma delle politiche d'asilo. La commissione Europea, dunque, sta guidando una task force, in coordinamento con le autorità italiane, per individuare misure concrete di sostegno e per questo e importante incontrare l'arcivescovo di Agrigento. Un vero sforzo europeo da parte di tutti i paesi potrebbe fare la differenza per migliaia di persone.
VALENTINA ALAIMO
OCCUPAZONE
Nuove proposte del Pd in favore dei precari
«Il Pd ha predisposto un pacchetto di emendamenti alla Legge di stabilità, attualmente in discussione al Senato, per superare gli ostacoli che impediscono la prosecuzione del rapporto di lavoro per i precari degli enti locali siciliani: abbiamo inviato le nostre proposte anche al presidente della Regione Rosario Crocetta, ci aspettiamo che il governo regionale faccia il massimo per instaurare una interlocuzione forte con Roma». Lo dicono il deputato Maria Iacono, che ha inoltre presentato una risoluzione parlamentare sul tema della fuoriuscita dal precariato e Mariella Maggio, vicepresidente della commissione Lavoro all'Ars.
GREEN ECONOMY
In provincia oltre mille le imprese attive
Sono in tutto 1.254 le cosiddette "imprese green» esistenti al momento sul territorio provinciale. Il dato emerge dal rapporto annuale «GreenItaly 2013. Nutrire il futuro» di Unioncamere e Fondazione Symbola, che ricostruisce la forza e racconta le eccellenze della green economy e che è stato presentato nei giorni scorsi a Milano nella sede di Expo 2015. A livello provinciale, è Palermo con le sue 4.811 imprese green la provincia più virtuosa. (AMM)
Agrigentoflash
Precari. Positivo incontro a Roma tra il presidente Crocetta e il ministro D'Alia
Nell'incontro svoltosi oggi al ministero per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione tra il Presidente Crocetta ed il Ministro D'Alia é stato individuato un percorso, all'interno delle disposizioni recate dall'art. 4 - commi 8, 9 e 9bis- del d.l 101/2013, che consentirà la proroga dei contratti a termine dei precari della Regione ed il contestuale avvio delle procedure di stabilizzazione. Il percorso individuato prevede da una parte la proroga, sino al 2016, di tutti i contratti in essere e dall'altra di avviare i processi di stabilizzazione per un numero di lavoratori che tenga conto dei posti e delle risorse disponibili. Il Ministero consentirá di avviare il percorso diramando una circolare esplicativa e la Regione interverrà con una legge di riordino del precariato.
Sicilia24h
Provincia Agrigento, altri "Bed and breakfast"
Prosegue l'attività di classificazione e verifica delle strutture ricettive ed alberghiere nella provincia di Agrigento. Il settore "Promozione turistica ed attività economiche e produttive" della Provincia Regionale ha provveduto, nel mese di ottobre, alla classificazione di tre nuove strutture turistiche nella tipologia dei "bed and breakfast". Si tratta della struttura ricettiva "Le stanze di Marchisia" ad Agrigento, nella Salita Santo Spirito 4, poi, ancora ad Agrigento, "Telamoni" in via delle Stelle Alpine 7, e poi a Realmonte, "Villa del saraceno", in via Panoramica 68. Dunque, adesso sono 223 le strutture di bed and breakfast nell' agrigentino, con un aumento di 18 nuove strutture rispetto al 2012 e 133 nuovi posti letto.
Siciliainformazioni
"Prevista proroga sino al 2016"commenta.Precari, Crocetta vede D'Alia:
"Incontro positivo"
"E' stato individuato un percorso, all'interno delle disposizioni recate dall'articolo 4 - commi 8, 9 e 9bis - del d.l 101/2013, che consentira' la proroga dei contratti a termine dei precari della Regione ed il contestuale avvio delle procedure di stabilizzazione". Ad affermarlo e' il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, al termine dell'incontro che si e' svolto oggi al Ministero per la Pubblica amministrazione e la semplificazione con il ministro Gianpiero D'Alia.
"Il percorso individuato - aggiunge - prevede da una parte la proroga, sino al 2016, di tutti i contratti in essere e dall'altra di avviare i processi di stabilizzazione per un numero di lavoratori che tenga conto dei posti e delle risorse disponibili. Il Ministero consentirá di avviare il percorso diramando una circolare esplicativa e la Regione interverra' con una legge di riordino del precariato".
Ma c'è l'ipotesi di un ritorno alle urne3 commenti.Province: entro l'anno
la legge sui Consorzi
di G.B.
Il ministro Graziano Delrio ospite a 24Mattino su Radio 24, ha lanciato l'allarme province. "Se non si approva entro fine anno il ddl svuota province, in primavera verranno rinnovati l'80% dei consigli provinciali: sarebbe una beffa, meglio dire che non si vuole fare la riforma. È legittimo avere opinioni diverse ma il tema è nel programma del governo. Io spero che entro metà dicembre si approvi il provvedimento".
Il ministro per gli Affari Regionali assicura che con l'abolizione delle province non verrà licenziato nessuno. "Dalla riorganizzazione delle Province non vi saranno licenziamenti ma solo maggiori sinergie: i dipendenti non devono temere per i loro posti di lavoro. Certamente non vi saranno più turn over e ricambi, il sistema pubblico deve gestirsi con sistemi più moderni".
In Sicilia lo stallo è sul punto di essere superato. "Sono più grillino dei Grillini" aveva dichiarato Rosario Crocetta al Sole 24 ore in materia di scioglimento delle Province, materia di scontro, sulla quale la Sicilia è arrivata per prima.
Il governo regionale intanto vede avvinarsi la scadenza del 31 dicembre, entro la quale dovranno vedere la luce i Liberi Consorzi e magari anche le Città metropolitane, argomenti entrambi finiti al centro della laboriosa verifica interna tra Crocetta ed il Partito democratico.
Nella ipotesi che, l'ennesima lotta contro il tempo non vada a buon fine, le ipotesi potenziali sarebbero tre.
O l'Ars approva la riforma in questione, o si decide per la proroga degli attuali commissari, o, clamorosamente, ma ipotesi , decisamente fantasiosa, si ritorna alle urne, per "resuscitare" i vecchi enti e tornare al voto.
Quest'ultima possibilità, di certo la meno probabile, sarebbe un contraccolpo enorme per Crocetta ed il suo governo, che, verosimilmente, accelererà già entro il mese , per dare corso alle cose. Una volta e per tutte.
Valle dei templi
Sicilia. PRECARI. Positivo incontro a Roma tra Il Presidente Crocetta e il Ministro D'Alia
Nell'incontro svoltosi oggi al ministero per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione tra il Presidente Crocetta ed il Ministro D'Alia é stato individuato un percorso, all'interno delle disposizioni recate dall'art. 4 - commi 8, 9 e 9bis- del d.l 101/2013, che consentirà la proroga dei contratti a termine dei precari della Regione ed il contestuale avvio delle procedure di stabilizzazione.
Il percorso individuato prevede da una parte la proroga, sino al 2016, di tutti i contratti in essere e dall'altra di avviare i processi di stabilizzazione per un numero di lavoratori che tenga conto dei posti e delle risorse disponibili.
Il Ministero consentirá di avviare il percorso diramando una circolare esplicativa e la Regione interverrà con una legge di riordino del precariato
Livesicilia
Sicilia. PRECARI. Positivo incontro a Roma tra Il Presidente Crocetta e il Ministro D'Alia
Nell'incontro svoltosi oggi al ministero per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione tra il Presidente Crocetta ed il Ministro D'Alia é stato individuato un percorso, all'interno delle disposizioni recate dall'art. 4 - commi 8, 9 e 9bis- del d.l 101/2013, che consentirà la proroga dei contratti a termine dei precari della Regione ed il contestuale avvio delle procedure di stabilizzazione.
Il percorso individuato prevede da una parte la proroga, sino al 2016, di tutti i contratti in essere e dall'altra di avviare i processi di stabilizzazione per un numero di lavoratori che tenga conto dei posti e delle risorse disponibili.
Il Ministero consentirá di avviare il percorso diramando una circolare esplicativa e la Regione interverrà con una legge di riordino del precariato
Infoagrigento
Precari, intervento di Maria Iacono e Mariella Maggio (PD)
"Il Pd ha predisposto un pacchetto di emendamenti alla Legge di stabilità, attualmente in discussione al Senato, per superare gli ostacoli che impediscono la prosecuzione del rapporto di lavoro per i precari degli enti locali siciliani: abbiamo inviato le nostre proposte anche al presidente della Regione Rosario Crocetta, ci aspettiamo che il governo regionale faccia il massimo per instaurare una interlocuzione forte con Roma."
Lo dicono il deputato Maria Iacono, che ha inoltre presentato una risoluzione parlamentare sul tema della fuoriuscita dal precariato e Mariella Maggio, vicepresidente della commissione Lavoro all'Ars.
Le due esponenti del Partito democratico sono state promotrici, rispettivamente alla Camera ed all'Ars, di due mozioni che individuano un percorso per la salvaguardia del lavoro dei precari siciliani.
"Le misure che proponiamo sono serie e concrete - aggiungono Maria Iacono e Mariella Maggio - e tengono conto del parere della Ragioneria Generale dello Stato.
Ieri , tra l'altro si è insediato il tavolo tecnico governo-sindacati: serve la massima unità di intenti fra le forze politiche e le istituzioni per individuare una soluzione ed evitare quello che per la Sicilia sarebbe un dramma dal punto di vista lavorativo e sociale."
"Riteniamo le proposte, meritevoli di ogni attenzione, in quanto elaborate, tenendo conto di tutti i vigenti vincoli assunzionali e di consolidati orientamenti giurisprudenziali nella materia."
"Inoltre, a nostro parere, gli emendamenti tengono conto da un lato dell'esigenza del contenimento della spesa e rispetto dei fondamentali parametri finanziari introdotti dal legislatore nazionale e dall'altro dell'altrettanto ineludibile esigenza di continuare a garantire il livello dei servizi negli enti locali siciliani e di sanare, nel rispetto del principio costituzionale, per quanto possibile, situazioni irregolari determinatesi a causa di un uso eccessivo e distorto delle tipologie di lavoro flessibile."
GdS
Roma, incontro D'Alia-Crocetta: spiraglio per i precari enti locali
PALERMO. Dall'incontro a Roma tra il ministro per la Pubblica amministrazione, Gianpiero D'Alia, e il governatore della Sicilia Rosario Crocetta sulla vicenda dei 20 mila precari degli enti locali "è emersa con chiarezza la possibilità di effettuare, attraverso l'attuazione del decreto 101/2013 sulla razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni convertito in legge, procedure di proroga e di inserimento stabile nella Pa dei contrattisti a termine, secondo un percorso definito con le amministrazioni regionali".
"Ulteriori provvedimenti in questo ambito, è stato ribadito dal ministero - si legge in una nota del dicastero - non sono oggetto delle valutazioni del Dipartimento della Funzione Pubblica, che ovviamente non si opporrebbe a un intervento diretto sull'argomento da parte della Presidenza del Consiglio, qualora questo venisse ritenuto necessario". Presenti all'incontro anche l'assessore regionale per le Autonomie locali, Patrizia Valenti, i tecnici del Dipartimento della Funzione pubblica e della Regione siciliana.
"Nell'incontro è stato individuato un percorso, - afferma Crocetta - che consentirà la proroga dei
contratti a termine dei precari della Regione ed il contestuale avvio delle procedure di stabilizzazione".
Il percorso individuato prevede "da una parte la proroga, sino al 2016, - prosegue - di tutti i contratti e dall'altra di avviare i processi di stabilizzazione per un numero di lavoratori che tenga conto dei posti e delle risorse disponibili. Il Ministero consentirà di avviare il percorso diramando una circolare esplicativa e la Regione interverrà con una legge di riordino del precariato".