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Rassegna stampa del 12 novembre 2013

 GIORNALE DI SICILIA


TRIBUNALE. Il commerciante Sarcuto, titolare di una ditta che vende penne stilografiche è stato interrogato ieri: «Venivano anche i suoi predecessori»
Il processo contro D'Orsi «Montblanc? Vendute pure ad altri presidenti»
«Da sempre abbiamo fatto forniture di penne Mont Blanc alla Provincia. Prima della presidenza di Eugenio D'Orsi si rivolgevano a noi tutti i suoi predecessori, a partire da Vincenzo Fontana». Il commerciante Tarcisio Sarcuto, titolare di una ditta fra le più note in città che vende articoli di cancelleria e da regalo, rivela che non era solo l'uomo politico del Mpa ad acquistare costose penne per centinaia di euro come 'spese di rappresentanza dell'ente. ripreso ieri pomeriggio, con l'audizione degli ultimi due testi dell'accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal pm Giacomo Forte, il processo a carico dell'ultimo presidente della Provincia di Agrigento imputato di concussione, peculato, truffa e abuso di ufficio. Sarcuto, rispondendo alle domande dei difensori di D'Orsi, gli avvocati Daniela Posante, Giuseppe Scozzari e Gaetano Bruna, ha spiegato di avere effettuato a partire dal 2009 una fornitura di oggetti alla Provincia. «Di solito - ha detto Sarcuto - veniva una persona incaricata dalla Provincia di acquistare agende, portafogli e penne. In un paio di circostanze venne lo stesso D'Orsi». La Procura contesta all'ex presidente 1' abuso di ufficio per avere pagato circa 15 mila euro per l'acquisto di penne Mont Blanc e altri oggetti attingendo al capitolo delle spese di rappresentanza. In particolare, secondo i pm, sarebbe stato violato il regolamento che consentiva, al fine di "promuovere l'immagine dell'ente", soltanto acquisti per importi "di modico valore". Sarcuto ha confermato l'acquisto dei beni ma, rispondendo ai difensori, ha spiegato che "la stessa procedura è stata seguita per tanti anni da tutti i suoi predecessori". Dello stesso tenore le dichiarazioni di un altro commerciante, il gioielliere Salvatore Luparello. In questo caso, però, la Procura non con- testa di avere violato il regolamento per avere "sforato" la spesa prevista per i beni di rappresentanza. Secondo i pm Fonzo e Forte, D'Orsi prima di acquistare dalla ditta Luparello Otto penne Mont Blanc per l'importo di 2.000 euro,
avrebbe dovuto consultare altri preventivi. Si torna in aula il 9 dicembre per l'audizione di alcuni testi della difesa. L'avvocato Scozzari, intanto, ha annunciato l'intenzione di ascoltare alcuni presidi di istituti scolastici per confermare che "le palme acquistate dalla Provincia sono andate a finire tutte nelle scuole e non nel giardino della villa di D'Orsi. Basta controllare i verbali di consegna". Sul punto si annuncia battaglia. «Possono venire qua tutti, - ha replicato il pm Fonzo - l'agronomo e gli altri testi ci hanno raccontato un'altra storia».
(GECA)


CORTE DEI CONTI Sentenza d'appello contro il rappresentante di una cooperativa, originario di Favara. Ottenne fondi dalla Provincia di Agrigento Aggirato l'obbligo di assumere i corsisti: scatta la condanna a risarcire.
PALERMO
Truffa con i corsi di formazione finanziati dalla Provincia di Agrigento: la Sezione giurisdizionale d'appello della Corte dei conti (sentenza 311/A/2013) ribalta il pronunciamento dei giudici di primo grado e condanna Diego Vita, 43 anni, originario di Favara, rappresentante legale della cooperati- va sociale «Esperia», a restituire i 23.240 euro incassati nel 2001. La cooperativa aveva ottenuto
fondi per un corso di «assistente per anziani» rivolto ai giovani disoccupati con l'impiego, imposto dal bando, che almeno la metà degli allievi alla fine del corso ottenessero l'assunzione. Le indagini, avviate nel 2002 dopo la denuncia presentate alla Procura della Repubblica di Agrigento dal dirigente del settore Formazione professionale della Provincia, accertarono ben altro: nessuno dei 10 allievi del corso «Esperia» trovò lavoro mentre Vita, per incassare il finanziamento, accreditò come assunzioni ottenute quelle di quattro giovani già in servizio nella stessa cooperativa e in un'altra ad essa collegata (la «Iris»).
Dall'inchiesta penale, nella quale fu coinvolta anche Patrizia Fatone, funzionario della Provincia di Agrigento preposto al setto scaturì un procedimento per truffa aggravata nei confronti della cooperativa Esperia e di Diego Vita. Nel 2009 il Tribunale di Agrigento condannò Vita a un anno e due mesi due di reclusione e al risarcimento dei danni a favore della Provincia di Agrigento, costituita parte civile, da liquidarsi in separata sede civile. Nel 2012 la Corte d'appello di Palermo dichiarò di non doversi procedere nei suoi confronti per prescrizione dei reati, confermando, però, le decisioni di carattere civile. Ma contemporaneamente, sulla stessa vicenda era stato aperto un procedimento di responsabilità amministrativa, concluso lo scorso anno con l'assoluzione sia di Diego Vita che della Fatone.
Sentenza ribaltata dai giudici d'appello, che hanno sottolineato come nelle direttive della Provincia era previsto esplicitamente «1' adempimento posto a carico degli enti gestori dei corsi formativi, in base al quale al progetti formati- vi dovevano essere allegati i protocolli d'intesa con imprese ed aziende, che si impegnavano ad assumere con contratto a tempo indeterminato o determinato almeno il 50% dei partecipanti di ogni intervento formativo».
ANTONIO DI GIOVANNI


SINDACATI. Le segreteria di Cgil, Cisl e Uil, hanno indetto una serie di iniziative di protesta contro i ritardi nei pagamenti Rifiuti, sitin e scioperi in provincia
In agitazione i lavoratori dei tre Ato
Annamaria Martorana
Gesa, Sogeir e Dedalo. Per i lavoratori delle tre società d'ambito, che gestiscono il servizio rifiuti nell'intera provincia quella appena iniziata sarà una settimana di agitazioni e proteste.
GESA AG2
I lavoratori di Gesa non hanno stipendi arretrati visto che la mensilità di ottobre deve ancora maturare ma sono in stato di agitazione perla quattordicesima del 2012 che le imprese non hanno ancora pagato in attesa di ottenere i versamenti dalla società d'ambito per le fatture arretrate I problemi più seri ce li hanno gli operatori ecologici di Racalmuto e Montallegro «In questi due paesi spiegano i sindacalisti di Cgtl Cisl e Uil Buscemi nero e Stella i pagamenti degli stipendi sono fermi al mese di maggio In un'ottica di più generale inoltre le aziende private hanno un grosso ritardo nella distribuzione dei buoni mensa, qualche ditta non ha provveduto ad accantonare le quote del TFR, creando un danno per la rivalutazione delle stesse ai lavoratori e qualche altra non ha consegnato il vestiario», per loro la protesta è fissata venerdì mattina con un sit-in davanti la Prefettura di Agrigento. Niente sciopero, almeno per il momento visto che il mancato pagamento della quattordicesima non dipende dalle imprese che a loro volta devono ancora ricevere gli arretrati delle loro fatture per servizi erogati. «Come imprese - dice l'amministratore delegato
all'Ati, Giancarlo Alongi - prendiamo atto dello stato di agitazione di lavoratori e sindacati ma torniamo a ribadire la nostra impossibilità momentanea a saldare la quattordicesima in un unica soluzione. L'accordo per rateizzarla e fallito non per colpa nostra e si e arrivati allo sciopero senza ottenere nulla»
DEDALO AMBIENTE
Anche i dipendenti della Dedalo Ambiente di Licata scenderanno in piazza giorno 15 novembre con sit in davanti la prefettura per sollecitare il pagamento della mensilità di Ottobre ma soprattutto il premio di produzione dell'anno 2011 e 2012 «il Governo Regionale ricordano i sindacati aveva promesso una rapida riforma a soluzione del problema ma cambiano le leggi cambiano i sindaci e cambiano i commissari ma i lavoratori sono sempre costretti a lasciare per strada pezzi del misero stipendio scioperando per rivendicare il più elementare diritto che è il riconoscimento del proprio stipendio»
SRR
Intanto sul fronte della costituzione della srr «Agrigento est» che accorperà i comuni di Gesa e Dedalo tutto e ancora fermo, dopo l'arrivo del commissario straordinario inviato dalla regione al comune di Lampedusa, per predisporre gli atti di adesione, tutto è rimasto fermo. I sindaci sono ancora in attesa di essere convocati per sottoscrivere l'atto notarile che darebbe il via alla nuova società che sostituirà in tutto e per tutto gli ato in liquidazione da oltre un anno ma che, in realtà, continuano ad essere il motore che gestisce l'intero comparto.
('AMM')


I NODI DELLA SICILIA
DINA E CRACOLICI ATTACCANO IL PREDENTE. SCONGIURATO LO STRAPPO ISTITUZIONALE DEL VOTO IN AULA
Ars, accordo sulla manovra da 71 milioni
Restano i tagli voluti da Ardizzone, trovati i fondi per enti locali e volontariato. Un altro testo per i precari
Lo strappo istituzionale è stato evitato d'un soffio. E porta con sè il via libera alla manovra correttiva, almeno nella parte che assicura 71 milioni agli enti locali e a quelli di volontariato oltre che ai forestali. Ma quella che è andata in scena all'Ars ieri è una sfida senza precedenti fra il Parlamento e il suo presidente.
Nei giorni scorsi il presidente Giovanni Ardizzone aveva tagliato dalla manovra tutti gli emendamenti approvati dalla commissione Bilancio: norme che garantiva- no la stabilizzazione a 45 precari dell'assessorato al Territorio e ad altri 8 del Parco Nebrodi e poi ancora finanziamenti a varie categorie (ispettori del lavoro, famiglie, studenti). Cassata pure una norma che avrebbe garantito privilegi agli amministratori di società partecipate dei Comuni. Per Ardizzone «i deputati che volevano queste norme sono degli irresponsabili perchè avrebbero provocato l'impugnativa da parte del Commissario dello Stato e dunque lo stop ai fondi per gli enti locali che sarebbero quindi andati al dissesto».
Ma ieri Nino Dma (Udc) eAito- nello Cracolici (Pd), presidenti delle commissioni Bilancio e Affari istituzionali, hanno convocato i giornalisti lanciando la sfida ad Ardizzone. I leader dei due rami più importanti del Parlamento hanno chiesto ad Ardizzone di tornare sui propri passi annunciando in caso contrario l'intenzione di chiedere all'aula di votare per neutralizzare la decisione dello scranno più alto. La votazione sarebbe stata sulla proposta di riportare in commissione il testo alleggerito da Ardizzone, in modo da fermarIo. Politicamente un voto di questo tipo suonava quasi come una sfiducia, anche se alla conferenza stampa per annunciano non era no presenti (come invece era previsto) tutti i membri della commissione.
I toni utilizzati dai Dina e Cracolici hanno enfatizzato il significato politico della mossa: «Ardizzone si comporta in modo schizofrenico - ha detto Cracolici - e probabilmente riceve suggerimenti sbagliati da qualche suo Azzeccagarbugli». Un attacco anche ai vertici della burocrazia. Dina ha sostenuto «la regolarità di tutte le norme volute dalla commissione». E ad Ardizzone che lamenta la loro incompatibilità con la materia delle variazioni bilancio ha risposto: «Lui non è il capoclasse. Se pure arrivasse una impugnativa, ci sarebbe il tempo per riapprovare le norme per salvare gli enti locali».
La tensione è salita di ora in ora. Ma nel pomeriggio, dopo un vertice con tutti i leader di partito, è stato individuato un percorso che evita la sfida in aula. La norma «leggera» voluta da Ardizzone resterà tale e sarà approvata oggi, al riparo da impugnative del Commissario dello Stato. È una soluzione che va incontro anche alle richieste dell'Anci, l'associazione dei sindaci a cui proprio Ardizzone aveva detto di voler garantire risorse: «In questo modo potremo chiedere i bilanci entro il 30 novembre». Un secondo disegno di legge, che conterrà tutte le norme tagliate da Ardizzone, avrà un cammino autonomo che inizierà probabilmente giovedì: se dovesse essere impugnato non bloccherà quello principale e dunque Comuni e Province sono al riparo da colpi di scena. È una mediazione suggerita al mattino dal Pdl, con VincenzoVinciullo: «E l'unica soluzione per sanare il vulnus che si è creato fra presidenza e commissione Bilancio, due istituzioni belligeranti che così vedono reciprocamente riconosciuta la bontà del loro lavoro».


LA SICILIA


PROCESSO D'ORSI. Domanda del pm Forte ai testi fa scaldare l'imputato, trattenuto dai legali.
"MA PAGAVA COI PROPRI SOLDI?"
C'è voluto tutto il sangue freddo dei propri legali per fermare Eugenio D'Orsi, impedendogli di reagire in aula, inopportunamente, durante l'ennesima udienza dei processo che lo vede imputato di concussione, peculato, truffa e abuso d'ufficio.
Quella di ieri è stata l'udienza più veloce di questo processo che prevede tempi di svolgimento abbastanza lunghi, nonostante l'impegno evidente e costante del primo collegio penale, presieduto dal giudice Giuseppe Melisenda Giambertoni, a latere Gianfranco Infantino e Michele Contini. Ieri erano chiamati a deporre due testi della pubblica accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Giacomo Forte e della difesa, rappresentata dagli avvocati Giuseppe Scozzari e Daniela Posante. I testi erano noti commercianti agrigentini, Tarcisio Sarcuto della storica azienda tipografica con vari punti vendita e Salvatore Luparello, socio dell'omonima gioielleria e per la cronaca fratello dell'attuale vice sindaco del capoluogo Piero. A entrambi, il pm Forte ha posto più o meno le stesse domande, ricevendo più o meno le stesse risposte.
Sarcuto ha detto di «avere lavorato sempre bene con la Provincia regionale di Agrigento - anche prima dell'amministrazione D'Orsi - e che a scegliere in negozio il materiale ritenuto d'interesse erano a volte il segretario o a volte lo stesso presidente», indicando appunto l'imputato presente in aula, E' bastata però la domanda di Forte «ma D'Orsi veniva anche per acquisti personali e li pagava con soldi propri? « per fare scaldare l'uomo politico e preside, bloccato dall'avvocato Posante e invitato a placarsi.
"Si certo che ha pagato con soldi propri» ha risposto il teste Sarcuto. Poi è stata la volta di Salvatore Luparello, al quale il pm Forte ha rivolto domande sull'esclusività che la propria gioielleria ha con la fabbrica di penne Mont Blanc. «Non siamo gli esclusivisti per Agrigento, gli altri gioiellieri si muovono in un mercato parallelo», Ovvero, "la nostra gioielleria ha rapporti direttamente con la ditta produttrice, le altre non lo sappiamo. Non siamo stati mai fornitori ufficiali della Provincia». Ultimata l'escussione dei due testi di entrambe le parti, il pm Forte ha dichiarato conclusa l'istruttoria dibattimentale per quanto riguarda appunto l'accusa, rinunciando a sentire in aula i testi Piero Hamel, Antonia Giglione, Gaetano Gucciardo, Giuseppe Morreale, Bernardo Barone e Stefano Mammo Zagarella.
Forte ha infatti ritenuto sufficiente quanto detto in altra udienza da Ignazio Gennaro, imputato di reato connesso in un processo parallelo a quello a D'Orsi. Prossima udienza il 9 dicembre, dove verrà sentito il segretario generale della Provincia Vella.
FRANCESCO DI MARE


Tre Sorgenti, tre sindaci contro Girgenti Acque
I sindaci di Licata e Ravanusa, rispettivamente Angelo Balsamo e Carmelo D'Angelo si sono associati all'intento del primo cittadino di Palma di Montechiaro, Pasquale Amato, per riportare la gestione del Tre Sorgenti su binari virtuosi e di efficienza. «Il prossimo Cda del Tre Sorgenti — ha detto Amato — dovrà impegnarsi nel riportare nella regolarità la situazione attuale. Da quando è partita la privatizzazione delle acque in Sicilia il Consorzio ha messo a disposizione le proprie reti per permettere ai privati Sicilia Acque e Girgenti Acque di trasferirsi le dotazioni idriche senza sostenere un minimo di costo iter il mantenimento delle condotte a favore del consorzio. Nel frattempo lo stesso — prosegue- ha accettato di essere destinatario delle fatture di Sicilia Acque per la dotazione idrica che questa trasferiva a Girgenti Acque, diventando così responsabile dei pagamenti al fornitore, per poi fatturare l'acqua in uscita a Girgenti Acque. Se a causa di perdite nella condotta, questa riceve quantità minori di quanto fatturato in ingresso per l'acqua ricevuta ne risponde il consorzio. A fronte ditale anomalia, al nuovo CdA si chiede di farla finita con questa pratica e pretendere dai 2 soggetti privati il canone per l'uso della rete e la fatturazione diretta fra i soggetti effettivamente interessati dalla erogazione non coinvolgendo il consorzio».
GLORIA INCORVAIA
RACALMUTO. Il ministro dei Beni culturali, Bray, suggella il nuovo protocollo La "strada degli scrittori" conduce al rilancio dell'Isola
Turismo consapevole nei luoghi di Sciascia, Pirandello, Camilleri
RACALMUTO. Per suggellare la nascita della "strada degli scrittori", il ministro dei Reni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, è giunto ieri mattina alla Fondazione Sciascia di Racalmuto. Un protocollo per trasformare in percorso turistico culturale un tratto di 30 chilometri del raddoppio della statale 640 che dalla cittadina cara allo scrittore de "Il giorno della Civetta' conduce alla Porto Empedocle di Andrea Camilleri, passando per l'Agrigento di Luigi Pirandello.
«Il governo - ha detto Bray - crede nel turismo legato alla cultura e alla storia del nostro patrimonio come grande opportunità di crescita. Contano le responsabilità che raramente la politica ha saputo prendersi in questo Paese e bisogna lavorare all'abbattimento delle barriere burocratiche per creare un futuro che trattenga le future generazioni. L'itinerario ispirato agli scrittori è un ottimo esempio (li come creare un turismo consapevole valorizzando le tracce della letteratura».
Una sorta cli 'mappa del tesoro" legata all'anima letteraria di luoghi ispiratori i, tra cui Contrada Noce, a cinque minuti da Racalmuto, dove Sciascia scrisse gli ultimi libri; la Scala dei Turchi, la scalinata di marna bianca che affonda nel mare esaltato da Pirandello; la Valle dei Templi di Agrigento: il Giardino della Kolimbetra e la Vigata di Camilleri, l'unico scrittore ancora in vita che non si sarebbe sentito coinvolto nel progetto, secondo quanto trapela dal suo staff.
Un progetto ambizioso, nato da una bella intuizione del giornalista racalmutese Felice Cavallaro, che punta al binomio turismo-cultura, come sinonimo di occupazione, soprattutto giovanile: piccole attività imprenditoriali, un indotto di trattorie, B&B, artigianato, commercio, cantine sociali e teatri,
Nel protocollo d'intesa, sottoscritto dagli assessori regionali Stancheris, Sgarlata, Scilabra, Vancheri e Lo Bello, figura l'impegno della Regione Sicilia, sottolineato anche dal presidente dell'Ars, Ardizzone, al reperimento di fondi comunitari, alla formazione di giovani, all'individuazione di produzioni locali di pregio, ai siti naturalistici.


REPUBBLICA


La casa degli universitari diventa un b&b Agrigento, è costata 5 milioni ma gli studenti la disertano. E così apre al pubblico
FABIO RUSSELLO
AGRIGENTO — Di studenti nemmeno l'ombra o quasi, ma in compenso nella residenza universitaria, costata alla collettività per la ristrutturazione circa cinque milioni di euro, ci sono i turisti che frequentano il bed and breakfast Cavalieri di Malta. un altro dei paradossi del sistema Sicilia: l'Ersu, che si occupa del diritto allo studio universitario, ha rinunciato a gestire la struttura e dunque il Cupa, il Consorzio universitario di Agrigento, è stato costretto a fare un bando per affidarla ai privati. Che, per contratto, hanno ottenuto la possibilità di adibire quattro delle tredici stanze a bed and breakfast aperto al pubblico. Nei fatti però le tredici stanze sono pressoché tutte a disposizione dei turisti perché gli studenti nella residenza universitaria non vanno. Anche perché in molti neppure sanno che esiste.
La struttura è stata inaugurata nel giugno scorso: è stata ricavata dai locali —3500 metri quadrati—che fino alla fine degli anni Cinquanta ospitavano l'ospedale di Agrigento. L'edificio dal XIV Secolo in poi era stato uno dei più importanti nosocomi siciliani, gestito appunto dal Cavalieri di Malta. Poi negli anni Novanta, per l'equivalente di due milioni di euro, il Consorzio Universitario di Agrigento comprò i locali e decise di spenderne altri due e passa per realizzare una residenza universitaria.
Ma l'Ersu ha rinunciato: «Gestirla è per noi antieconomico». Ed ecco che il Consorzio si è dovuto rivolgere ai privati per la gestione, specificando che «il bene dovrà essere utilizzato come residenza universitaria» e che «è consentito l'utilizzo parziale, non superiore al 20% della potenzialità recettiva, per finalità diverse». La prima gara è stata vinta dall'Acli di Agrigento (con un canone di 26 mila euro annui) ma poi si è scoperto che non aveva i requisiti richiesti. E così la Residenza universitaria è finita per poco più di 22 mila euro l'anno alla Diporto Sea assistance, una ditta che gestisce anche il porto turistico di Porto Empedocle.
Tutto regolare, ovviamente. Solo che la residenza universitaria non ha mai visto o quasi un solo studente. «Noi ai nostri studenti lo diciamo — dice la presidente del Cupa Maria Immordino—ma se non vogliono andarci che ci possiamo fare? Bisogna fare attenzione, perché se ci viene restituito il bene noi non abbiamo i fondi per gestirlo e andrebbe tutto perduto». E anche sull'obiezione relativa al fatto che un bene costato alla collettività 5 milioni di euro probabilmente meriterebbe una sorte migliore la Immordino ha una sua teoria: «affidarla ai privati è stato inevitabile e se ad agosto le stanze erano vuote, perché studenti non ce ne sono, non possiamo certo pretendere dai gestori che lascino quelle stanze vuote».
Il problema è che quelle stanze non hanno studenti nemmeno in inverno, durante i corsi. «D'intesa con l'università abbiamo pubblicizzato il più possibile il residence — si difende il direttore commerciale della società che si è aggiudicata la gestione, Antonio Matina— ma allo stato attuale non abbiamo avuto prenotazioni».
Unavicenda che fa discutere e dalla quale anche l'Ersu prende le distanze: «L'immobile in questione — dicono dall'Ente — era in possesso dei requisiti per la fruizione di soli 25 posti letto e il Cda che all'epoca era in carica non poté manifestare l'interesse per quel sito perché. il costo medio di ogni singolo posto letto superava di troppo i parametri nazionali. E quindi l'Ersu ha detto no perché la gestione era antieconomica>. E così la residenza universitaria senza studenti è diventata un bed and breakfast per turisti.


Altre scintille fra commissione e presidente dell'Ars, poi la fumata bianca con la mediazione di Crocetta
Manovra di bilancio, trovata l'intesa due leggi parallele per soddisfare tutti
GIOIA SGARLATA
DUE leggi parallele: la prima solo con le variazioni di bilancio, l'altra con gli interventi finanziari urgenti dove dovrebbe finire la maggior parte delle norme stralciate la scorsa settimana dalla presidenza dell'Ars. E questo l'accordo raggiunto ieri sera nella conferenza dei capigruppo per far andare avanti celermente la manovra d'autunno da 71,5 milioni dopo le polemiche degli ultimi giorni e lo scontro istituzionale scoppiato tra commissione Bilancio e presidenza dell'Assemblea. Uno scontro così forte da convincere il governatore Rosario Crocetta a partecipare in prima persona all'incontro, assieme al ragioniere generale Rosario Pisciotta e al capo di gabinetto dell'assessore all'Economia, Giulio Guagliano. Proprio Crocetta, in apertura dei lavori, ha consigliato a tutti di abbattere le barricate, spiegando l'importanza di alcune norme stralciate. «Alla fine — dice il governatore — alcune rientreranno nelle variazioni di bilancio anche se con qualche modifica, il resto andrà in una o in altre norme da approvare a grappolo questa settimana». Tra le norme da fare rientrare ci sarebbe il comma che de- stilla ad alcuni interventi in particolare — tra cui i servizi agli studenti disabili — i fondi riservati alle Province. Ma a margine della conferenza dei capigruppo si è discusso anche dell'esigenza di rimpinguare le risorse a disposizione dei Beni culturali al centro dell'ultima polemica tra governo e Udc, ieri a Racalmuto durante la visita del ministro Massimo Bray. Lì dove l'assessore regionale Mariarita Sgarlata, perle sforbiciate subite in commissione Bilancio, ha puntato il dito proprio contro lo Scudo crociato. Una sorta di ritorsione per le nomine da lei fatte, dice il vice capogruppo dell'Udc all'Ars, Margherita Ruvolo La Rocca.
Oggi la manovra torna in aula, dove comincerà la discussione generale. Gli interventi finanziari urgenti stralciati saranno invece riuniti e varati in un altro testo di legge sempre dalla commissione Bilancio, ma dopo il parere delle varie commissioni di merito. Approdo in aula previsto per giovedì. Basterà a chiudere definitivamente le polemiche dando risposte ai Comuni a rischio dissesto?
Se ieri l'Anci ha rilanciato l'allarme delle piccole amministrazioni locali in attesa delle variazioni per poter chiudere i bilanci, ieri da Dma e Cracolici sono partite bordate destinate a lasciare il segno. L'esponente del Pd, che già in aula aveva definito la presidenza «schizofrenica», non ha usato mezzi termini: «Sulle variazioni di bilancio Ardizzone non è stato chiaro. Il primo ddl trasmesso alla Commissione prevedeva variazioni e interventi finanziari urgenti». E ancora: «L'impressione è che sia scattata una sorta di ora X in cui si vogliono cambiare le regole ma senza che questo sia un patrimonio di tutti. Già qualche giorno fa — dice Cracolici — Ardizzone ha annunciato che i testi di legge non saranno più approvati subito dopo l'articolato ma dopo qualche giorno, per dare tempo agli uffici per aggiustamenti tecnici. Non vorremmo che qualche azzeccagarbugli possa decidere norme di fatto anziché le procedure di diritto».
Parole dure che sfiorano anche la burocrazia di Palazzo dei Normanni, dove come nuovo segretario generale a inizio novembre si è insediato Sebastiano Di Bella, l'ex capo di gabinetto di Ardizzone.


Agrigentoflash


Processo D'Orsi, escussi i commercianti Sarcuto e Luparello
Udienza ancora una volta scoppiettante, ieri, in Tribunale, del processo che si sta celebrando contro l'ex presidente della Provincia regionale di Agrigento Eugenio D'Orsi accusato di concussione, peculato, truffa e abuso d'ufficio. Ieri sono stati escussi due commercianti molto noti in città: Tarcisio Sarcuto, titolare dell'omonima azienda che commercializza prodotti per uffici, e Salvatore Luparello, titolare dell'omonima gioielleria. Sarcuto ha detto di "avere lavorato per tanti anni e sempre bene con la Provincia regionale di Agrigento anche prima dell'amministrazione guidata da Eugenio D'Orsi, aggiungendo che a scegliere il materiale ritenuto d'interesse erano a volte era una persona incaricata dalla Provincia o a volte lo stesso presidente". A specifica domanda del Pm se D'Orsi avesse fatto acquisti personali e se li avesse pagati di tasca propria, Sarcuto ha risposto: "Sì, ha pagato con soldi suoi". Luparello ha detto che la sua azienda non è mai stata fornitrice ufficiale della Provincia regionale di Agrigento. A questo punto il Pm ha rinunciato a sentire gli altri testi per cui alla prossima udienza - fissata per il 9 dicembre - comincerà l'escussione dei testi della difesa.


Sicilia24h


Opere incompiute, emendamento Ruvolo
Il senatore Giuseppe Ruvolo ha presentato un emendamento alla Legge di stabilita', adesso all'esame del Parlamento, che propone di istituire un fondo di 100 milioni di euro per le opere incompiute nel Mezzogiorno. Lo stesso Ruvolo commenta : "il mancato completamento delle opere nel Mezzogiorno, ed in Sicilia in particolare, costituisce senz'altro un dato negativo che inevitabilmente si riflette anche sull'occupazione e sull'economia. In un momento di così grave crisi economica ed occupazionale, sbloccare alcune opere pubbliche significherebbe dare ossigeno al settore dell'occupazione e contribuire allo sviluppo dell'Italia meridionale".


Provincia Agrigento, assistenza disabili fino al 31 dicembre
La Provincia Regionale di Agrigento effettuerà il servizio di assistenza agli alunni con handicap sensoriale e che frequentano le scuole materne, elementari e medie, su espressa e specifica richiesta dei Comuni interessati. La decisione di garantire il servizio di assistenza, in modo del tutto eccezionale e temporaneo, fino al prossimo 31 dicembre, è stata adottata dal Commissario straordinario, Benito Infurnari, a seguito di una riunione con i sindaci della provincia agrigentina nel cui corso sono emerse da parte dei Comuni non solo difficoltà finanziarie, provocate dalla riduzione dei trasferimenti agli enti locali, ma anche problemi di carattere organizzativo. Il servizio offerto dalla Provincia riguarderà esclusivamente gli utenti con handicap sensoriale segnalati dai singoli Comuni che si impegnano a proseguirlo a decorrere da gennaio 2014.




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